Numero2849.

 

I L    T E R Z O    S E G R E T O    D I    F A T I M A

 

Non metto, né metterò mai, la mano sul fuoco per niente o per nessuno, ma sembra che il Terzo Segreto di Fatima, oltre al contenuto rivelato ufficialmente dalla Chiesa Cattolica nell’anno 2000, per volontà di Papa Paolo Giovanni II, (invito a leggerlo nelle documentazioni ufficiali), abbia anche una frase finale che riporta queste semplici ed esplicite parole, scritte in portoghese:

IN  PORTOGALLO  SI  CONSERVERA’  SEMPRE  IL  DOGMA  DELLA  FEDE

L’interpretazione dei più agguerriti esegeti, accreditati o meno, sembra presagire che la fede cristiana sparirà, come la neve al sole, ovunque tranne che in Portogallo.
Esiste profezia peggiore di questa?

Numero2762.

 

C O S I’   P A R L O’   T E S L A   9 7   A N N I   F A.

 

“Quando il wireless sarà applicato perfettamente, l’intera terra sarà trasformata in un enorme cervello, cioè, essendo tutte le cose particelle di un insieme reale e ritmico, noi uomini saremo in grado di comunicare tra di noi istantaneamente, indipendentemente dalla distanza. .

Non solo, ma grazie alla televisione e alla telefonia vedremo e andremo d’accordo perfettamente come se fossimo faccia a faccia, nonostante distanze intermedie di migliaia di chilometri; e gli strumenti con cui possiamo farlo entreranno nelle nostre tasche”.

 

-Nikola Tesla, 1926. L’uomo che ha vissuto il futuro.

Numero2101.

 

UNA  POESIA  DI TRILUSSA DI CENTO ANNI FA.

 

NINNA NANNA DELLA GUERRA

Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello,
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.***

Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili                                      bombe
de li popoli civili.
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;

che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.                              Tiranno
Ché quer covo d’ assassini                      la banda
che c’insanguina la tera
sa benone che la guera
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.

Fa la ninna, cocco bello,
finché dura sto macello:
fa la ninna, ché domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.

E riuniti fra de loro,
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!

 

*** N.d.R.  A leggere questa prima strofa, vien da pensare ad una banale filastrocca per bambini. Ma, quando Trilussa pubblicò questa poesiola, scritta alla sua inconfondibile maniera, correva l’anno 1914 e già era scoppiata la Prima Grande Guerra Mondiale. E la sensibilità autentica di questo vate popolare aveva già intercettato e percepito, con profondità profetica, il dramma ancora più devastante che sarebbe accaduto neanche trent’anni dopo con la Seconda Grande Guerra, e con i suoi oscuri protagonisti. Senza parlare delle molteplici sfrangiature di conflittualità che sarebbero succedute, in seguito, nel dopoguerra. E, seppur camuffati da esigenze economiche, sempre per motivi ideologici: la razza o la religione.

Numero1431.

Il 20 Settembre 2013, alle redazioni dei giornali di tutto il mondo, quindi anche di quelli Italiani, arriva una notizia di Agenzia, (in Italia ADNKRONOS) che lascia di stucco i destinatari e che, lì per lì, viene scambiata per una “fake news”.
Dice il testo che l’Accademia Reale Svedese, responsabile incaricata delle “nominations” ai “Premi Nobel”, starebbe per comunicare che , per il “Nobel” della Letteratura 2013, esiste una terna di nomi di candidati “a sorpresa”.
Veramente, a sorpresa, c’era già stata, nel 1997, l’assegnazione del “Nobel” per la Letteratura ad un personaggio molto impegnato nel mondo dello spettacolo, più che  nella produzione libraria: quel geniale, strampalato “giullare medioevale”, che rispondeva al nome di Dario Fo. Evidentemente, si sta instaurando la moda che, per la Letteratura, si deve far riferimento anche ad altre e diverse forme espressive che non siano solo quelle della consueta produzione letteraria cartacea: lo spettacolo, gli audiovisivi, e quant’altro si sta diffondendo come mezzo di comunicazione e di trasmissione del messaggio d’arte letteraria. Questa volta toccherebbe al mondo della canzone, come veicolo culturale che, per la prima volta, viene elevato al rango di arte popolare.

Infatti, questi sono i nomi dei 3 candidati:

Leonard Cohen, cantautore, poeta, scrittore Canadese, chiaramente di religione Ebraica, conosciuto in tutto il mondo per le sue composizioni di canzoni profondamente ispirate alla sfera intima dell’uomo, alla religione, all’isolamento, alla sessualità. Al momento della notizia, Cohen ha 79 anni.

Bob Dylan, anche lui cantautore, poeta e scrittore, mostro sacro di generazioni di giovani, contestatori e pacifisti, anche lui di religione Ebraica, in seguito convertito al Cristianesimo, ma niente affatto coinvolto e piuttosto agnostico.
Vero “guru” dei generi musicali “folk rock”, “country rock”, “gospel” e via dicendo. Nel 2013, Dylan (vero cognome Zimmerman) ha 72 anni.

Il terzo candidato della terna, e qui sta la vera sorpresa, è un cantautore Italiano.

La notizia non ebbe seguito. Si pensò ad una presa in giro. Infatti, il “Nobel” per la Letteratura del 2013 venne assegnato ad Alice Munroe, scrittrice Canadese regina del “romanzo breve”, di larga divulgazione.
Alcuni giornalisti interpellarono la Segreteria dell’Accademia Svedese, chiedendo se avesse fondamento la notizia di cui sopra. La risposta fu che non era loro abitudine riferire alcunché in merito a “candidature”, “nominations” o quant’altro, per motivi di riservatezza o privacy delle persone coinvolte.

Ma chi sarebbe il cantautore Italiano che avrebbe avuto la candidatura?
Sì, è proprio lui, il nostro “professur” di latino e greco al Liceo Beccaria di Milano e in altri Licei Classici della Lombardia, che andava a scuola con i jeans e la camicia bianca sbottonata e che parlava ai suoi studenti come a suoi pari, grande poeta e musicista raffinato e paradossale nella sua “classicità”, che attinge l’ispirazione nel passato per  cristallizzare l’eternità dei pensieri e dei sentimenti in una compartecipe modernità: Roberto Vecchioni.

Leonard Cohen è morto il 7 Novembre 2016. Non avrà mai il “Premio Nobel” perché non viene assegnato postumo o alla memoria.

Bob Dylan ha avuto il “Premio Nobel” per la Letteratura a 75 anni, il 13 Ottobre dell’anno 2016, lo stesso in cui muore, 25 giorni dopo, Leonard Cohen. Lo ha ritirato il 1 Aprile 2017.

Allora, forse quella notizia, poco credibile e stravagante, non era una bufala.

Senza atteggiarmi presuntuosamente a mago o veggente, avanzo qui e ora, 10 Luglio 2019, la previsione che, in uno dei prossimi anni a venire, Roberto Vecchioni riceverà il “Premio Nobel” per la Letteratura.
“Giorno verrà, presago il cor mel dice”.