Numero3587.

 

T I E N I    A    M E N T E

 

Se hai cibo nel tuo frigo,

vestiti sul tuo corpo,

un tetto sulla tua testa,

e un posto dove dormire,

tu sei più ricco del 75%

delle persone al mondo.

 

Se hai denaro da spendere

come ti piace, e la libertà

di andare ovunque tu vuoi,

sei fra il 18% delle persone

più facoltose al mondo.

 

Se sei vivo oggi con più

salute che malattie, sei

più benedetto dei tre

milioni di persone che,

in questa settimana,

non sopravviveranno .

 

Se tu puoi leggere e capire

questo messaggio, sei più

fortunato dei tre miliardi di

persone, su questa terra,

che non possono vedere,

non possono leggere,

e non possono accedere

alla conoscenza ed a ogni

tipo di informazione.

 

N.d.R.: a tutto questo si aggiunga che noi, il cosiddetto “mondo occidentale”, che comprende l’Europa ed il Nord America, vale a dire circa 800 milioni di persone, per mantenere il tenore di vita che ci è proprio, consumiamo l’80% delle risorse della terra.

Il restante 20% è destinato ai circa 7 miliardi e mezzo degli altri abitanti sulla terra.

Non meravigliamoci troppo se alcune centinaia di migliaia di questi, ogni anno, cercano di migrare da noi, a rischio della vita, per trovare migliori condizioni per la loro esistenza.

 

Numero3459.

 

A T T R A Z I O N E    D E L L A    R I C C H E Z Z A

 

Pensa in abbondanza – la mente crea ciò che immagina.

Usa affermazioni positive – le parole plasmano la realtà.

Visualizza il denaro – sentilo già nelle tue mani.

Vivi nella gratitudine – apprezza ciò che hai per attrarre di più.

Elimina i pensieri di scarsità – la paura blocca i flussi.

Sii aperto a ricevere – non respingere le opportunità.

Agisci come se fossi già ricco – allinea mente e comportamento.

Circondati di simboli di prosperità – l’ambiente influenza le vibrazioni.

Dai valore agli altri – ciò che offri torna moltiplicato.

Mantieni fiducia costante – la ricchezza arriva quando smetti di dubitare.

 

@AnimaOltreilimiti80.

Numero3150.

 

da  SECOLO TRENTINO

 

L’ ORO   NON   TUTTO   LORO

 

Scrive Antonella Gioia   14 Luglio 2016.

 

Nell’era della relatività, in cui l’oggettività pare una bestemmia, sono poche le certezze cardine delle nostre esistenze: la terra che gira intorno al sole, l’acqua che bolle a 100 gradi centigradi e il Vaticano che è la multinazionale più ricca al mondo.

Un po’ come una leggenda metropolitana, in cui ognuno si arroga il diritto di esprimersi, di aggiungere un particolare macabro, solo per il gusto di stupire l’interlocutore.

Eppure sono passati già due anni dalla pubblicazione di un articolo della nota rivista Fortune, la quale smentisce l’affermazione precedente collocando il Vaticano addirittura al di fuori dei 500 più ricchi al mondo.

In realtà, una dichiarazione simile risulta assai approssimativa, considerando il fatto che lo Stato Pontificio non appartiene ad alcuna organizzazione interstatale e, di conseguenza, non è obbligato a rendere pubblici i propri bilanci.

Ciò nonostante, alcuni numeri possono aiutarci a fare chiarezza: con una superficie di 0,44 km², la Città del Vaticano conta 836 abitanti e 2886 impiegati, i quali guadagnano il 25% in meno rispetto ai lavoratori italiani di aziende private.

Non bisogna però dimenticare che i suddetti impiegati sono esenti da tasse e godono di coperture sanitarie e pensionistiche: circa i 2/3 del budget della Santa Sede sono impiegati per pagare salari, benefici e pensioni dei lavoratori.

Secondo alcune fonti interne alla Curia Romana, il tesoro Vaticano vanterebbe un ammontare di 5,7 miliardi di euro, escludendo gli immobili e i capolavori d’arte, i quali sono stati definiti da papa Francesco “tesori dell’umanità” e, di conseguenza, impossibili da vendere.

E’ proprio grazie a questi ultimi, però, che l’economia del Vaticano può contare sui grandi introiti derivanti da un turismo sempre crescente, poiché l’intero territorio costituisce un’inestimabile opera d’arte e un capitolo di storia lungo 2000 pagine.

Altra questione importante per comprendere la ricchezza pontificia è il decentramento amministrativo che si traduce in decentramento economico: la Chiesa, infatti, si divide in tre branche: il Vaticano, gli ordini religiosi e le diocesi; nel mondo ci sono circa 2800 diocesi, di cui 226 in Italia.

Pur inviando periodicamente denaro alla sede centrale, tali filiali coprono meno del 4,5% delle entrate totali, per lo più devolute in attività missionarie e opere di carità.

A proposito del decentramento della Chiesa, papa Francesco ha avviato una riforma per la riduzione delle diocesi, ritenendo eccessivo il numero di quelle italiane. Sempre secondo la rivista “Fortune”, Francesco si colloca al vertice della lista dei più grandi leader degli ultimi anni (World’s Greatest Leaders list) e potrebbe essere definito “il primo papa moderno”.

Ciò che si “rimprovera” a papa Benedetto XVI è di essere stato un grande teologo, ma un manager mediocre; e proprio grazie alla concretezza di papa Francesco, che ha portato un regime di austerità tangibile nel clero, è possibile oggi smentire parzialmente la visione di un Vaticano opulento: nel 2013, infatti, il bilancio della Santa Sede ha registrato un deficit di 33 milioni, in crisi proprio come un normale Stato laico.

Calcolando, poi, il patrimonio immobiliare, il Vaticano annovera circa 23000 proprietà tra terreni e fabbricati, di cui 600 palazzi fra istituti e conventi, 50 monasteri, più di 500 chiese e 22 conventi; quasi il 20% del patrimonio immobiliare italiano appartiene alla Chiesa.

Eppure, di tutte queste proprietà solo 2000 “spettano” al Vaticano, le quali, costituendo investimenti per la Santa Sede, fruttano tra i 15 e i 22 milioni di dollari.

Il Vaticano non è solo il capo della gerarchia ecclesiastica, ma è anche uno stato a sé stante e, come tutti gli altri stati, opera investimenti e accantona riserve: circa 920 milioni in azioni, obbligazioni e oro, con 50 milioni di dollari in riserve di oro conservati nella Riserva federale degli Stati Uniti.

Quello del bilancio della Città del Vaticano è un argomento delicato, soprattutto se si considerano i numerosi stereotipi costruiti intorno al tema.

Siamo abituati all’illustrazione di un Cupolone dai mille tentacoli, molto simile a quella della “Piovra”, raffigurante Cosa Nostra; e, in effetti, non è raro udire affermazioni del tipo: ”La Chiesa è la più grande mafia al mondo”.

Si parla di ricchezza “sporca”, di scandali, frodi e sotterfugi, in un ambiente in cui il vizio capitale dell’avarizia regna incontrastato.

Tuttavia, con una ricerca imparziale e minuziosa è possibile azzardare che l’oro non è tutto loro, riferendoci alla Città del Vaticano in quanto Stato; perché è sempre concesso esprimere il proprio parere, meglio se avvalorato da dati e numeri per evitare luoghi comuni e tautologie.

Antonella Gioia

N.d.R.: fonte Wikipedia.
Quanto vale tutto l’oro del Vaticano?
Il più grande tesoro aureo dell’umanità.

A prezzi correnti, si stima il valore di questo deposito, se esistente, ammonterebbe ad oltre 3.500 miliardi di euro, secondo quanto rilevato da Confinvest.  
22 nov. 2021

Numero2924.

 

da QUORA

 

Che fine fanno i soldi che si danno alla Chiesa?

 

Scrive Luca Lombardi, corrispondente di QUORA

 

Che fine fanno i soldi che si danno alla Chiesa? Ce lo racconta un sacerdote cattolico, intervistato dal giornalista Emiliano Fittipaldi, in un ristorante:

Inforchettato il primo gambero, il sacerdote più anziano, quello che non avevo mai incontrato prima, va al sodo. “Devi scrivere un libro. Devi scriverlo anche per Francesco. Che deve sapere.

Deve sapere che la Fondazione del Bambin Gesù, nata per raccogliere le offerte per i piccoli malati, ha pagato parte dei lavori fatti nella nuova casa del cardinale Tarcisio Bertone.

Deve sapere che il Vaticano possiede case, a Roma, che valgono quattro miliardi di euro. Ecco. Dentro non ci sono rifugiati, come vorrebbe il papa, ma un sacco di raccomandati e vip che pagano affitti ridicoli.

“Francesco deve sapere che le fondazioni intitolate a Ratzinger e a Wojtyla hanno incassato talmente tanti soldi che ormai conservano in banca oltre 15 milioni.

Deve sapere che le offerte che i suoi fedeli gli regalano ogni anno attraverso l’Obolo di San Pietro non vengono spese per i più poveri, ma ammucchiate su conti e investimenti che oggi valgono quasi 400 milioni di euro.

Deve sapere che quando prendono qualcosa dall’Obolo, i monsignori lo fanno per le esigenze della curia romana.

“Deve sapere che lo Ior ( Istituto per le Opere di Religione = Banca del Vaticano) ha quattro fondi di beneficenza avari come Arpagone: nonostante l’istituto vaticano produca utili per decine di milioni, il fondo per opere missionarie ha regalato quest’anno la miseria di 17 mila euro. Per tutto il mondo!

Deve sapere che lo Ior non è stato ancora ripulito e che dentro il torrione si nascondono ancora clienti abusivi, gentaglia indagata in Italia per reati gravi.

Deve sapere che il Vaticano non ha mai dato ai vostri investigatori della Banca d’Italia la lista di chi è scappato con il bottino all’estero. Nonostante noi l’avessimo promesso.

Deve sapere che per fare un santo, per diventare beati, bisogna pagare. Già, sborsare denaro. I cacciatori di miracoli sono costosi, sono avvocati, vogliono centinaia di migliaia di euro. Ho le prove.

“Deve sapere che l’uomo che lui stesso ha scelto per rimettere a posto le nostre finanze, il cardinale George Pell, in Australia è finito in un’inchiesta del governo sulla pedofilia, alcuni testimoni lo definiscono ‘sociopatico’. E in Italia nessuno scrive niente. Deve sapere che Pell ha speso per lui e i suoi amici, tra stipendi e vestiti su misura, mezzo milione di euro in sei mesi.

“Francesco deve sapere che la società di revisione americana che qualcuno di noi ha chiamato per controllare i conti vaticani ha pagato a settembre 2015 una multa da 15 milioni per aver ammorbidito i report di una banca inglese che faceva transazioni illegali in Iran.

Deve sapere che la Santa Sede per guadagnare più soldi ha distribuito tesserini speciali a mezza Roma: oggi vendiamo benzina, sigarette e vestiti tax free, incassando 60 milioni l’anno.

“Deve sapere che non è solo Bertone che vive in trecento metri quadrati, ma ci sono un mucchio di cardinali che vivono in appartamenti da quattrocento, cinquecento, seicento metri quadrati. Più attico e terrazzo panoramico.

Deve sapere che il presidente dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), Domenico Calcagno, si è fatto un “buen retiro” in una tenuta della Santa Sede in mezzo al verde, facendo aprire una società di comodo a suoi lontani parenti.

Deve sapere che il moralizzatore Carlo Maria Viganò, l’eroe protagonista dello scandalo Vatileaks, è in causa con il fratello sacerdote che lo accusa di avergli fregato milioni dell’eredità.

Deve sapere che Bertone ha preso a noleggio un elicottero costato 24 mila euro per andare da Roma in Basilicata.

Deve sapere che il Bambin Gesù controlla allo Ior un patrimonio pazzesco da 427 milioni di euro, e che il Vaticano ha investito pure in azioni della Exxon e della Dow Chemical, multinazionali che inquinano e avvelenano.

Deve sapere che l’ospedale di Padre Pio ha trentasette tra palazzi e immobili, e che oggi hanno un valore stimato in 190 milioni di euro.

Deve sapere che i salesiani investono in società in Lussemburgo, i francescani in Svizzera, che diocesi all’estero hanno comprato società proprietarie di televisioni porno.

Deve sapere che un vescovo in Germania ha scialacquato 31 milioni per restaurare la sua residenza, e che una volta beccato è stato promosso con un incarico a Roma.

Francesco deve sapere un sacco di cose. Cose che non sa, perché nessuno gliele dice.”

Il monsignore posa la forchetta e si pulisce la bocca con il tovagliolo. Il prete che conosco bene gli versa un po’ di vino nel bicchiere, un Sacrisassi Le Due Terre. Il canuto reverendo alza il calice, strizza un occhio per osservare con attenzione il colore giallo paglierino attraverso il cristallo, beve due lunghi sorsi, poi sorride.

“Qui fuori c’è parcheggiata una macchina piena di documenti. Dello Ior, dell’Apsa, dei dicasteri, dei revisori dei conti chiamati dalla commissione referente, la Cosea.

È per questo che ho chiesto che lei venisse in auto. Non ce la farebbe a portarli via in motorino.”
Si alza di scatto. “A proposito, noi non abbiamo contanti. Stavolta il ristorante lo paga lei?”.

 

(dal libro di Emiliano Fittipaldi, Avarizia, Milano, 2015)

Numero2766.

 

da QUORA

 

R I C C H I   E   P O V E R I

 

In primo luogo, bisogna capire che ricchezza non significa avere un conto bancario con un sacco di soldi. La ricchezza è prima di tutto la capacità di creare ricchezza. Esempio: prendiamo qualcuno che vince denaro alla lotteria o al gioco d’azzardo. Anche entrando in possesso di 100 milioni non è un uomo ricco, è un uomo povero con un sacco di soldi. Ecco perché il 90% dei milionari della lotteria sono di nuovo poveri dopo 5 anni.

Ci sono anche persone ricche che non hanno soldi.

Esempio: la maggior parte degli imprenditori sono già sulla via della ricchezza, anche se non hanno soldi, perché stanno sviluppando la loro intelligenza finanziaria e questa è la ricchezza. In che modo i ricchi e i poveri sono diversi? Se vedi un giovane che decide di laurearsi, imparare cose nuove, cercare di migliorare continuamente, sappi che è un uomo ricco. Se vedi un giovane che pensa che il problema sia lo stato, e crede che i ricchi siano tutti ladri e li criticano costantemente, sappi che è un povero.
Non renderai forti i deboli, indebolendo i forti.

La maggior parte dei criminali sono poveri.

I ricchi sono convinti di aver bisogno solo di informazione e formazione per decollare, i poveri credono che gli altri dovrebbero dare loro soldi per decollare.  Mi dispiace per quello che sto per dire, ma la maggior parte dei criminali sono poveri. Quando sono di fronte al denaro, perdono la testa, ecco perché rubano, aggrediscono e così via.

Per loro, questa è una grazia, perché non sanno come loro stessi potrebbero fare soldi. Un giorno, una guardia di banca trovò una borsa piena di soldi, prese la borsa e la consegnò al direttore della banca. La gente chiamava questo signore un idiota, ma in realtà quel signore era solo un uomo ricco che non aveva soldi. 1 anno dopo, la banca gli offrì una posizione di receptionist, 3 anni dopo era responsabile dei clienti e 10 anni dopo, gestiva la direzione regionale di quella banca. Ora gestisce centinaia di dipendenti e i suoi bonus annuali sono al di là del valore che potrebbe aver rubato.

La ricchezza è prima di tutto uno stato d’animo, amico mio.