Numero3552.

 

U N    P I Z Z I C O    D I    F O L L I A

 

Chi vive senza un pizzico di follia

non è così saggio come crede.

Perché la saggezza non è stare fermi,

né vivere in gabbia per paura di sbagliare.

La vera saggezza è osare,

cambiare strada, rischiare qualcosa,

seguire un’idea che fa battere il cuore.

Un tocco di follia ci ricorda che siamo vivi,

che la vita non è solo prudenza,

ma anche coraggio, curiosità, movimento.

Sii saggio, sì, ma non dimenticare

di essere anche un po’ folle.

È lì che nasce la vera libertà.

 

@healingsoulmusic436

 

Numero3549.

 

S O F F E R E N Z A    M E N T A L E

 

Cos’è la sofferenza mentale?

La nostra mente non distingue davvero tra ciò che accade fuori e ciò che proiettiamo dentro.

Se guardi una scena forte di un film: una persona che soffre, sangue finto, un’attrice che sappiamo benissimo che sta recitando una parte ed è pagata per questo, una parte di te lo sa, razionalmente, ma il corpo reagisce lo stesso, il cuore accelera, il respiro si blocca, i muscoli si tendono.

Perché?

Perché, per il cervello, quell’immagine, anche se è solo un film, è realtà.

Ora, immagina quante scene del genere ti proietti da solo nella tua testa: ipotesi catastrofiche, dialoghi che non sono mai successi, rimpianti del passato, paura del futuro.

Ogni volta che fai partire uno di quei film interni, il tuo corpo reagisce come se tutto fosse vero.

E così, ti fai del male da solo, più e più volte, anche quando fuoori non sta succedendo niente.

 

da YouTube

Numero3459.

 

A T T R A Z I O N E    D E L L A    R I C C H E Z Z A

 

Pensa in abbondanza – la mente crea ciò che immagina.

Usa affermazioni positive – le parole plasmano la realtà.

Visualizza il denaro – sentilo già nelle tue mani.

Vivi nella gratitudine – apprezza ciò che hai per attrarre di più.

Elimina i pensieri di scarsità – la paura blocca i flussi.

Sii aperto a ricevere – non respingere le opportunità.

Agisci come se fossi già ricco – allinea mente e comportamento.

Circondati di simboli di prosperità – l’ambiente influenza le vibrazioni.

Dai valore agli altri – ciò che offri torna moltiplicato.

Mantieni fiducia costante – la ricchezza arriva quando smetti di dubitare.

 

@AnimaOltreilimiti80.

Numero3317.

 

da  QUORA

 

Scrive Rose Bazzoli, corrispondente di QUORA.

 

PERCHÈ   ALL’ INIZIO   SI TENDE  A  IDEALIZZARE  IL  PARTNER ?

 

Perché lo si vede sempre al top. Non penso che qualcuno si presenti ai primi appuntamenti con la barba spinosa di tre giorni e il bisogno urgente di farsi una doccia. Naturalmente, lo sappiamo che è un essere umano come tutti, soggetto alle necessità quotidiane di tutti, ma non lo vediamo (ancora) in quei frangenti.

Questa versione edulcorata, unita allo sforzo di essere paziente e accondiscendere ai nostri desideri fa sì che lo vediamo in modo poco realistico. È così sollecito e carino! Ci corteggia, fa complimenti, ci ascolta!

Ovviamente, noi facciamo altrettanto e così l’incantesimo è reciproco.

Si pensa di aver trovato il partner ideale e “il guaio è fatto”.

Ho visto coppie innamoratissime non resistere un anno insieme, perché, diciamola tutta, la quotidianità è ben diversa dai primi appuntamenti. E poi il lavoro, lo stress, la stanchezza hanno spesso la meglio e tirano fuori il peggio di noi.

Se non ci sono buone qualità, al di là dell’aspetto esteriore più o meno piacente, se non ci sono interessi comuni e un progetto di famiglia da costruire assieme, se non c’è uno sforzo reciproco e non si sviluppa tolleranza reciproca, quella figura idealizzata svanirà in poco tempo e non resterà nulla.

Numero3072.

 

Da  QUORA

 

Scrive Francesco J. Galvani, corrispondente di QUORA

 

Che cosa rende una persona immediatamente poco attraente?

 

  1. Mi piacciono le persone divertenti e tendenzialmente pessimiste nel midollo. Non è un ossimoro, anzi. Solo chi ha ben chiara la tragedia della vita e la follia e idiozia media degli esseri umani può essere davvero interessante e esilarante, e al contempo avere idee per cambiare sé stesso e il mondo. Senza pars destruens, non c’è pars construens. Quindi, se a pelle mi sembri ingenuamente ottimista, mi piaci un po’ di meno, a meno tu non abbia altre virtù.
  2. Se non hai un progetto etico verso il prossimo o non hai una grossissima empatia, e tutto ciò a cui pensi sei tu, o i soldi, o la tua carriera, o il sesso, o i vestiti o il tuo futuro di gloria… beh, non è che mi piaci granché. Sei perfettamente sostituibile con qualsiasi individuo forgiato dalla mentalità contemporanea. Un clone. Una maschera. Uno stereotipo vivente. Per qualcuno potresti pure sembrare carismatico, alla fine c’è tanta gente facile da impressionare, ma non lo sei.
  3. Non devi per forza essere una persona piena di energie, ma se non ti brillano gli occhi per niente (a parte minchiate hic et nunc o i temi rivolti a te stesso testé descritti), e sei sempre “cool” o devi per forza parlare a monosillabi con gli occhiali da sole sempre addosso e hai questo bisogno profondo di fare il figo misterioso e altre minchiate da film, un po’ mi fai pena. Perché stai disperatamente cercando di comunicare la tua superiorità nel modo più inferiore possibile.

Numero2846.

 

Da  QUORA

 

Scrive Julia Otaku, corrispondente di QUORA:

 

Sì, al punto da influenzare pesantemente molti aspetti e situazioni della nostra vita. Ad es. un esperimento del 2001 di Badr e Abdallah ha trovato che l’aspetto dei neonati nati prematuri negli ospedali di Beirut prediceva le valutazioni delle infermiere sul loro stato di salute meglio della loro condizione medica: i bambini più belli aumentavano di peso più velocemente e venivano dimessi prima. Questo perché le infermiere rispondevano di più ai bambini con un aspetto più bello e fornivano cure migliori.

Un altro beneficio dell’aspetto fisico è che le persone di bell’aspetto tendono a guadagnare dal 10 al 15% in più degli altri.

 Inoltre, come mostra uno studio del 2006 di Poutvaara, Berggren e Jordahl, l’aspetto aiuta anche in politica. Mostrarono delle foto di politici finlandesi a soggetti di altre nazioni che non li conoscevano e chiesero loro di valutarli riguardo l’aspetto fisico e altri attributi. Trovarono che l’attrattività era il miglior predittore del numero di voti che il candidato otteneva realmente alle elezioni e l’effetto valeva sia per per i politici uomini che per le donne, ma era più forte per queste ultime. Essere giudicati più attraenti portava ad un aumento tra il 2,5 e il 2,8% dei voti totali per le candidate donna e l’1,5 e il 2,1% per gli uomini, quantità decisive in un’elezione reale.

Ma l’aspetto fisico influenza i giudizi delle persone, anche in altre aree. In particolare le persone tendono ad attribuire a chi è attraente altre qualità positive che non riguardano l’aspetto fisico, tendenza che ha il nome di “stereotipo secondo cui ciò che è bello è buono”.

 Delle metanalisi hanno mostrato che l’effetto maggiore dell’attrattività fisica riguarda le competenze sociali, ovvero si pensa che le persone attraenti siano più socievoli, estroverse, di successo, sexy, felici e assertive di quelle meno attraenti.

 Tuttavia ci sono due aree importanti per cui questo stereotipo non vale: l’integrità morale e l’empatia.

Questo stereotipo è confermato dal fatto che effettivamente sembra che le persone più attraenti abbiano relazioni sociali più soddisfacenti, ma probabilmente è perché ricevono più attenzione. Ciò porta ad un effetto profezia che si auto-adempie, come mostrato da un esperimento di Snyder, Tanke e Berscheid nel 1977. Mostrarono a degli studenti maschi un fascicolo con foto e informazioni di una partecipante all’esperimento, ma in realtà la foto era finta e nella metà dei casi la foto ritraeva una bella donna, nell’altra metà no. Fecero avere ai soggetti che erano disposti una conversazione telefonica con la donna e trovarono che gli studenti che credevano di parlare con la donna attraente la trovavano più calorosa, socievole ed equilibrata di quelli che credevano di parlare con la donna non attraente. In pratica, gli uomini che pensavano di parlare con una donna attraente rispondevano in modo più caloroso e socievole degli altri e il loro comportamento influenzava a sua volta il modo in cui la donna rispondeva. Facendo ascoltare le conversazioni solo da parte della donna a degli ascoltatori esterni, trovarono che anche questi ritenevano più attraente, calorosa e sicura di sé la donna che i soggetti credevano fosse attraente.

Andersen e Bem nel 1981 replicarono l’esperimento coi ruoli invertiti e trovarono che, proprio come nell’altro esperimento, le donne e gli sconosciuti agivano in accordo con la “profezia”.

 Questi risultati, insieme a varie metanalisi condotte su centinaia di studi, sfatano il mito secondo cui la bellezza fisica conti molto di più per le donne e mostrano che la bellezza fisica è importante sia per le donne, sia per gli uomini.

Numero2827.

 

da  QUORA

 

La migliore delle esche.

 

Uno studente racconta questo episodio avvenuto in classe, il primo giorno di lezione.

Il mio insegnante di Psicologia mise una bottiglia di Estratto di Menta Piperita sulla cattedra di fronte alla classe e rimosse il tappo.

“Alzate la mano quando riuscite a sentire l’odore della Menta Piperita.”

Essendo seduto nella fila posteriore, mi ci volle un po’ di tempo e, notando come tutti attorno a me alzassero la mano, cominciai a chiedermi se il mio naso avesse qualche problema. Dopo un po’, però, riuscii a sentire l’odore della Menta Piperita e finalmente anche io potei alzare la mano.

A quel punto quasi tutte le mani erano alzate, quindi l’insegnante prese la bottiglia e bevve l’intero contenuto, suscitando il prevedibile stupore degli studenti.

“È solo acqua.”

La lezione sul “Potere della Suggestione” è una delle esperienze formative più belle che io abbia mai fatto in classe. Ancora oggi riesco a ricordare l’odore di quella Menta Piperita.

Numero2618.

 

DA QUORA

 

L A   S I N D R O M E   D I   G E R U S A L E M M E

 

La “sindrome di Gerusalemme” è un complesso di manifestazioni disfunzionali psichiche che colpiscono alcune persone che visitano la Città Sacra.

 

Le persone che sono colpite da questa sindrome manifestano un improvviso delirio di natura religiosa; si credono personaggi biblici o la loro reincarnazione, profetizzano, oppure raccontano di essere stati scelti dalla divinità per avere un ruolo straordinario nella storia.

Ad esempio:

– una donna si presentò in pronto soccorso dicendo di stare per partorire Gesù, in realtà non era nemmeno incinta;
– un tale pensò di essere Sansone, secondo la Bibbia l’uomo più forte mai vissuto, e cercò di demolire un muro a mani nude per dimostrarlo;
– un austriaco chiese al proprietario dell’hotel ove soggiornava di imbandire la tavola per celebrare l’ultima cena con i suoi discepoli;
– due uomini, entrambi convinti di essere Gesù, si accusarono a vicenda di essere solo dei millantatori;
– un uomo convinto di essere Giovanni Battista, vestito di pelle di capra, vagò per giorni in cerca del fiume Giordano e di locuste e miele da mangiare.

Si tratta di una sindrome che – nella città di Gerusalemme – colpisce in media un centinaio di persone all’anno, e di questi il 40% circa necessita ricovero psichiatrico, che talvolta comporta la somministrazione di farmaci antipsicotici. Le guide turistiche, data l’incidenza, sono addirittura addestrate a cogliere i primi sintomi.