A proposito della vicenda della scomparsa di Ettore Majorana, un fisico Russo ha formulato un’ipotesi illuminante: non sappiamo come abbia fatto, ma, in qualche modo strategicamente singolare, pare che Majorana abbia voluto lasciare, anche attraverso la testimonianza di diverse persone, degli indizi, dei tasselli, in ognuna delle possibili versioni ipotetiche della sua scomparsa (vedere in fondo).
E’ un po’ come il comportamento delle “particelle quantiche” infinitamente piccole ( i “quantum” della Teoria Quantistica di Max Planck). Queste particelle non vivono in un solo stato, ma in una sovrapposizione di stati e, solo quando le osserviamo, precipitano, o collassano, in un determinato preciso stato. Ma, finché non riusciamo ad osservarle, è come se, contemporaneamente, stessero in tutte le posizioni possibili o probabili (teoria della probabilità quantica), ma secondo un criterio di casualità (Principio di indeterminazione). Mettendo a fuoco l’osservazione, si determina una serie di “salti” da una orbita ad un’altra degli elettroni, che provoca una generazione di energia rilevabile e sfruttabile. In questo contesto si inquadra anche la formula famigerata di Einstein, secondo cui la massa si trasforma in energia.
E così è di Majorana, una sovrapposizione di stati, ma nel mondo macroscopico.
Sulle capacità di Majorana nel campo della Fisica Teorica, sentirete le valutazioni e gli apprezzamenti di altri che lo conobbero e capirono quello che stava facendo. Io ricorderò, soltanto, un paio di aneddoti che ci dicono delle sue doti di calcolatore e di stratega. All’età di quattro anni, in occasione delle visite di parenti ed amici in casa Majorana, era consuetudine porre al bimbo Ettore , delle domande sul calcolo di moltiplicazioni complesse, di numeri di 3 cifre per numeri di altre 3 cifre. Il bambino aveva l’abitudine, per concentrarsi, di sedersi sotto il tavolo, e da lì rispondeva esattamente a tutti i quesiti. Si racconta poi, che, all’età di 7 anni, partecipò ad un torneo di scacchi, nella città di Catania. Affrontò la sfida con molti giocatori adulti ed esperti, ma li sconfisse tutti brillantemente, senza sforzo alcuno. Non mi meraviglia affatto che lui abbia giocato una partita a scacchi, nella sua vita, con un piano strategico di grande respiro, ispirato al comportamento, nell’ infinitamente piccolo, delle particelle quantiche. Secondo la Fisica, che potremmo chiamare, del Terzo Millennio, fece della sua stessa vita un paradigma esemplificativo. Lui era, anche, molto appassionato al pensiero e alle opere di Luigi Pirandello, il cui fervore immaginativo era molto vicino alle sue tracce mentali: “Uno, nessuno, centomila”, “Così è, se vi pare”. La scomparsa di Ettore Majorana appare come un istrionico “colpo di teatro” pirandelliano, parzialmente casuale e parzialmente voluto, come accade nel personaggio de “Il fu Mattia Pascal”: in tale opera, il protagonista si cerca una nuova identità, dopo essere stato creduto morto, salvo, alla fine, inscenare il suicidio del suo “doppio” per tornare se stesso. Che Majorana abbia voluto emulare il suo eroe, modificando il finale della storia?
Ettore Majorana: un grandissimo genio dell’era moderna. Ha concepito le basi di una Fisica nuova e diversa da quelle accademiche e tradizionali, per traghettare il futuro dell’uomo nel Terzo Millennio.
Accenno, qui di seguito, sinteticamente alle varie piste, ipoteticamente possibili, sulla scomparsa di Majorana:
Pista suicidio (esaurimento nervoso, crisi esistenziale, sindrome di Asperger, omosessualità).
Pista Siciliana ( tale Tommaso Lipari, un barbone con il pallino della matematica, che andava i giro in quel di Mazara del Vallo, risolvendo i problemi di matematica agli studenti).
Pista Tedesca ( rapito dai Tedeschi per sfruttare le sue capacità nel campo nucleare).
Pista Argentina (dopo la fine della guerra potrebbe essere emigrato clandestinamente, come tanti Tedeschi, per rifugiarsi in questo paese, o direttamente dall’Italia).
Pista Venezuelana ( dall’Argentina potrebbe essersi spostato in Venezuela, negli anni 1955-59, ci sono varie testimonianze).
Pista conventuale (accreditata da Leonardo Sciascia e da altri).
