Numero2887.

 

da  WIKIPEDIA

 

L A    P O R T A    A L C H E M I C A    (o Porta Magica)

 

La Porta Alchemica, detta anche Porta Magica o Porta Ermetica o Porta dei Cieli, è un monumento edificato tra il 1655 e il 1681 da Massimiliano Savelli Palombara marchese di Pietraforte (1614-1685) nella sua residenza, villa Palombara, sita nella campagna orientale di Roma sul colle Esquilino, più o meno in corrispondenza dell’odierna piazza Vittorio Emanuele II, nei cui giardini oggi è stata collocata.

La Porta Alchemica è l’unica sopravvissuta delle cinque porte di villa Palombara. Sull’arco della porta perduta sul lato opposto vi era un’iscrizione che permette di datarla al 1680; vi erano poi altre quattro iscrizioni perdute sui muri della palazzina all’interno della villa.

Gli alchimisti di Palazzo Riario

Vista frontale della porta fiancheggiata da due statue del dio egizio Bes

L’interesse del marchese Savelli di Palombara per l’alchimia nacque probabilmente per la sua frequentazione, sin dal 1656, della corte romana della regina Cristina di Svezia a Palazzo Riario (oggi Palazzo Corsini) sulle pendici del colle Gianicolo, oggi sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Dopo che la regina si convertì al cattolicesimo, abdicò al trono di Svezia e passò gran parte del resto della sua vita a Roma, dal 1655 fino alla sua morte avvenuta nel 1689.

Cristina di Svezia era un’appassionata cultrice di alchimia e di scienza (fu istruita da Cartesio) e possedeva un avanzato laboratorio gestito dall’alchimista Pietro Antonio Bandiera. In Palazzo Riario nacque un’accademia a cui si collegano i nomi di personaggi illustri del Seicento come il medico esoterista Giuseppe Francesco Borri, di nobile famiglia milanese, l’astronomo Giovanni Cassini, l’alchimista Francesco Maria Santinelli, l’erudito Athanasius Kircher. Il marchese Palombara dedicò a Cristina di Svezia il suo poema rosicruciano La Bugia redatto nel 1656, e secondo una leggenda la stessa Porta Alchemica sarebbe stata edificata nel 1680 come celebrazione di una riuscita trasmutazione avvenuta nel laboratorio di Palazzo Riario

La leggenda

La Porta Magica

Secondo la leggenda, trasmessaci nel 1802 dall’erudito Francesco Girolamo Cancellieri, un pellegrino chiamato stibeum (dal nome latino dell’antimonio) fu ospitato nella villa per una notte. Costui, identificabile con l’alchimista Francesco Giuseppe Borri, trascorse quella notte nei giardini della villa alla ricerca di una misteriosa erba capace di produrre l’oro. Il mattino seguente fu visto scomparire per sempre attraverso la porta, ma lasciò dietro di sé alcune pagliuzze d’oro, frutto di una riuscita trasmutazione alchemica, e una misteriosa carta piena di enigmi e simboli magici che doveva contenere il segreto della pietra filosofale.

Il marchese cercò inutilmente di decifrare il contenuto del manoscritto con tutti i suoi simboli ed enigmi, finché decise di renderlo pubblico facendolo incidere sulle cinque porte di villa Palombara e sui muri della magione, nella speranza che un giorno qualcuno sarebbe riuscito a comprenderli. Forse l’enigmatica carta potrebbe riferirsi, per concordanze storiche e geografiche, attraverso il passaggio di mano fra alcuni appartenenti al circolo alchemico di villa Palombara, al misterioso manoscritto Voynich, che faceva parte della collezione di testi alchemici appartenuti al re Rodolfo II di Boemia e donati da Cristina di Svezia al suo libraio Isaac Vossius, finiti nelle mani dell’erudito Athanasius Kircher, uno degli insegnanti del Borri nella scuola gesuitica.

La storia

Giuseppe Francesco Borri fu accusato dalla Santa Inquisizione di eresia e veneficio nel 1659. Datosi alla fuga, dopo una vita avventurosa passata in varie città d’Europa dove esercitò la professione medica, fu arrestato e restò recluso a Roma nelle carceri di Castel Sant’Angelo tra il 1671 e il 1677. Quando gli fu concesso il regime della semilibertà dal 1678, riprese a frequentare il suo vecchio amico Massimiliano Palombara (1614-1685) che lo ospitò nella sua villa negli anni successivi fino alla sua morte avvenuta nel 1685. Tra gli anni 1678 e 1680 Borri e Palombara fecero le iscrizioni enigmatiche, e di certo si sa che almeno una scritta della villa (quella sopra l’arco della porta in via Merulana) risale al 1680.

Borri fu di nuovo recluso a Castel Sant’Angelo dal 1691 dove sarebbe morto nel 1695; eppure a soli tre anni dopo risalirebbe la nascita presunta di uno dei più misteriosi personaggi del Settecento: il Conte di San Germano, un leggendario alchimista che avrebbe trovato il segreto dell’elisir di lunga vita, e la cui esistenza si sovrappone in parte con quello del mago Cagliostro che a sua volta dichiarava di essere vissuto due secoli. Il confronto tra i ritratti di Francesco Giuseppe Borri e del Conte di San Germano, pur separati da almeno un secolo, mostrano, secondo alcuni, lineamenti compatibili con quelli della stessa persona.

I simboli

L’architrave
Il lato sinistro
Il lato destro, che in alto reca la scritta «Diameter Spherae Thau Circuli Crux orbis non orbis prosunt»
Il basamento

I simboli incisi sulla Porta Alchemica possono essere rintracciati tra le illustrazioni dei libri di alchimia e filosofia esoterica che circolavano verso la seconda metà del Seicento, e che presumibilmente erano in possesso del marchese Palombara.

In particolare il fregio sul frontone della Porta Alchemica, con i due triangoli sovrapposti e le iscrizioni in latino, rappresenta un simbolo dei Rosacroce riportato in molti testi del Seicento e compare forse per la prima volta quasi esattamente uguale sul frontespizio del libro allegorico/alchemico Aureum Seculum Redivivum di Henricus Madatanus (pseudonimo di Adrian von Mynsicht, 1603-1638).] Lo stesso simbolo è stato ripreso in altri testi del Seicento, per esempio nel Viatorum (Oppenheim, 1618) di Michael Maier.

Si tratta del sigillo di Davide circoscritto da un cerchio con iscrizioni in latino, con la punta superiore occupata da una croce collegata ad un cerchio interno e la punta inferiore dell’esagramma occupata da un oculus: il simbolo alchemico del Sole e dell’oro.

Il triangolo con l’oculus è molto simile ad un analogo simbolo di una piramide con la punta occhiuta, che compare sulle banconote statunitensi da un dollaro, fra l’altro accompagnato da una scritta in latino Novus Ordo Seclorum che richiama la scritta sul frontone Aureum Seculum Redivivum. La specifica piramide usata nel simbolo americano è tratta dalla Pyramidographia, un volume pubblicato nel 1646 a Londra da John Greaves (1602-1652) dopo un viaggio in Egitto, e pertanto è ipotizzabile un’ispirazione comune dall’immagine in questo testo sia del frontespizio del libro Aureum Seculum Redivivum, come anche del simbolo che compare sulla banconota statunitense. Tale simbologia fu adottata dagli Illuminati di Baviera, che nacquero circa cento anni dopo la pubblicazione del testo esoterico in Germania del 1677. Sia gli Illuminati sia la simbologia della banconota da un dollaro alimentano tutta una corrente di ipotesi sulla teoria del complotto.

I simboli alchemici lungo gli stipiti della porta seguono, con qualche lieve difformità, la sequenza dei pianeti associati ai corrispondenti metalli: Saturno-piombo, Giove-stagno, Marte-ferro, Venere-rame, Luna-argento, Mercurio-mercurio. Tale sequenza viene forse ripresa dal testo Commentatio de Pharmaco Catholico pubblicati nel Chymica Vannus del 1666. Ad ogni pianeta viene associato un motto ermetico, seguendo il percorso dal basso in alto a destra, per scendere dall’alto in basso a sinistra, secondo la direzione indicata dal motto in ebraico Ruach Elohim. La porta si deve quindi leggere come il monumento che segna il passaggio storico del rovesciamento dei simboli del cristianesimo essoterico verso il nuovo modello spirituale che si stava sviluppando nel Seicento.

Negli anni 80 lo stipite destro (per chi guarda) fu vandalicamente danneggiato con l’asportazione del simbolo cabalistico di Venere. Successivamente un restauro lo ripristinò.

Le epigrafi

Epigrafi scomparse della villa

(LA)«VILLAE IANVAM TRANANDO RECLVDENS IÀSON OBTINET LOCVPLES VELLVS MEDEAE. 1680»

(IT)«Oltrepassando la porta di questa villa, lo scopritore Giasone [cioè il pellegrino alchimista] ottiene vello di Medea [oro] in gran copia. 1680 »


(LA)«AQVA A QVA HORTI IRRIGANTVR NON EST AQVA A QVA HORTI ALVNTUR»

(IT)«L’acqua con cui è irrigato il giardino, non è l’acqua con cui è nutrito il giardino»


(LA)«CVM SOLO SALE ET SOLE SILE»

(IT)«Con solo sale e solo sole»


(LA)«SOPHORVM LAPIS NON DATVR LVPIS»

(IT)«La pietra filosofale non è per i lupi»


(LA)«QVI POTENTI NATVRAE ARCANA REVELAT MORTEM QVAERIT»

(IT)«Chi svela i potenti arcani della natura, cerca la morte]»


(LA)«HODIE PECVNIA EMITVR SPVRIA NOBILITAS SED NON LEGITIMA SAPIENTIA»

(IT)«La moneta oggi è emessa per la nobiltà del coniuge, ma non per legittima saggezza»


(LA)«HOC IN RVRE, CAELI RORE, FVSIS AEQUIS, PHYSIS AQVIS, SOLVM FRACTVM, REDDIT FRVCTUM, DVM CVM SALE NITRI, AC SOLE, SVRGVNT FVMI SPARSI FIMI. ISTVD NEMVS, PARVVS NVMVS, TENET FORMA SEMPER FIRMA, DVM SVNT ORTAE SINE ARTE VITES, PYRA, ET POMA PVRA. HABENS LACVM, PROPE, LVCVM, VBI LVPVS NON, SED LVPVS SAEPE LVDIT; DVM NON LAEDIT MITES OVES, ATQVE AVES; CANIS CVSTOS INTER CASTOS AGNOS FERAS MITTIT FORAS, ET EST AEGRI HVJVS AGRI AER SOLVS VERA SALVS, REPLENS HERBIS VIAS URBIS. SVLCI SATI DANT PRO SITI SCYPHOS VINI. [2] INTROVENI, VIR NON VANVS. EXTRA VENVS. VOBIS, FURES, CLANDO FORES. LABE LOTUS, BIBAS LAETUS MERI MARE, BACCHI MORE. INTER VVAS, Sl VIS, OVAS, ET QVOD CVPIS, GRATIS CAPIS. TIBI PARO, CORDE PVRO, QVICQVID PVTAS, A ME PETAS. DANT HIC APES CLARAS OPES DVLCIS MELLIS, SEMPER MOLLIS. HIC IN SILVAE VMBRA SALVE TV, QVI LVGES, NVNC SI LEGES NOTAS ISTAS, STANS HIC AESTAS, VERA MISTA; FRONTE MOESTA NVNQVAM FLERES, INTER FLORES SI MANERES, NEC MANARES INTER FLETVS, DVM HIC FLATVS AVRAE SPIRANT, VNDE SPERANT MESTAE MENTES INTER MONTES, INTER COLLES, INTER GALLES, ET IN VALLE HVJVS VILLAE, VBI VALLVS CLAVDIT VELLVS. [3] BONVM OMEN, SEMPER AMEN ETIAM PETRAE DVM A PVTRE SVRGVNT PATRE, ITA NOTAS, HIC VIX NATVS, IN HAC PORTA, LVTO PARTA, TEMPVS RIDET, BREVI RODET.»

(IT)«In questa villa dalla rugiada celeste, dai piani arati e dalle acque correnti, il suolo dissodato dà frutto; mentre che, nel salnitro e pel sole, dallo sparso letame s’alza fumo. Questo bosco, di poca entità, conserva sempre identico il suo aspetto; mentre sono nati spontaneamente i tralci delle viti, i peri e i meli sinceri. Vicino al lago v’è un boschetto, dove spesso scherza non già il lupo, ma la lepre; scherza senza offendere le miti pecorelle e gli uccelletti. Il cane custode de’ casti agnelli, mette in fuga le fiere; e la sola aria di questa campagna ridà la salute all’infermo. Questa tenuta riempie d’erbaggi le vie della città. I solchi coltivati danno, per la sete, coppe di vino. Entra, uomo modesto! Che Venere stia lontana! A voi, ladri, chiudo le porte. Bevi allegramente, a profusione, vino puro, a mo’ di Bacco. Gioisci (a stare) tra i vigneti e prendi liberamente ciò che più ti aggrada. A te preparo schiettamente quanto mi chiedi. Qui le api producono a dovizia dolce miele, sempre tenero. Salute a te, che piangi all’ombra della selva! Ora, se tu comprendessi questo, che qui l’estate è mista alla primavera, non piangeresti mestamente. Se tu restassi qui, in mezzo ai fiori, non staresti a piangere, perché qui spira l’effluvio dell’aria. Perciò le anime melanconiche sperano tra i monti, tra i colli, tra i sentieri e nella valle di questa villa, dove l’ovile recinge le pecore. Ti faccio buon augurio: che sia sempre così! Ma tu, appena ti sarai levato, segna qui, su questa [soglia di] porta, che il fango (la malta) ha generata [la porta del casino], – perché le pietre (i minerali) nascono dalla putrefazione, – che il tempo scherza noncurantemente, ma che in brev’ora tutto distrugge».

Epigrafi sul rosone

Le iscrizioni sulla Porta, in un’incisione del 1894

(LA)«TRIA SVNT MIRABILIA DEVS ET HOMO MATER ET VIRGO TRINVS ET VNVS»

(IT)«Tre son le cose mirabili: Dio e uomo, Madre e vergine, trino e uno»


(LA)«CENTRVM IN TRIGONO CENTRI»

(IT)«Il centro [è] nel trigono del centro.[17]»

Epigrafi sull’architrave

רוח אלהים

(HE)«RUACH ELOHIM»

(IT)«Spirito divino]»


(LA)«HORTI MAGICI INGRESSVM HESPERIVS CVSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS DELICIAS NON GVSTASSET IASON»

(IT)«Il drago esperio custodisce l’ingresso del giardino magico e, senza Ercole, Giasone non potrebbe gustare le delizie della Colchide.»

Epigrafi sulla soglia

«SI SEDES NON IS»

Il motto è bifronte, ossia può essere letto da sinistra a destra in due modi diversi: «Se siedi non vai» e viceversa «Se non siedi vai»


(LA)«EST OPVS OCCVLTVM VERI SOPHI APERIRE TERRAM VT GERMINET SALVTEM PRO POPVLO»

(IT)«È opera occulta della vero saggio aprire la terra, affinché faccia germogliare la salvezza per il popolo»

Epigrafi sullo stipite della porta

(LA)«FILIVS NOSTER MORTVVS VIVIT REX AB IGNE REDIT ET CONIVGIO GAVDET OCCVLTO»

(IT)«Mercurio, morto, vive, torna re dal fuoco e gode del matrimonio occulto»


(LA)«SI FECERIS VOLARE TERRAM SUPER CAPVT TVVM EIVS PENNIS AQVAS TORRENTIVM CONVERTES IN PETRAM»

(IT)«Se farai volare la terra al di sopra della tua testa con le sue penne tramuterai in pietra le acque dei torrenti»


(LA)«DIAMETER SPHERAE THAV CIRCVLI CRVX ORBIS NON ORBIS PROSVNT»

(IT)«Il diametro della sfera, il tau (lettera del greco antico = T) del cerchio, la croce del globo non giovano alle persone cieche»


(LA)«QVANDO IN TVA DOMO NIGRI CORVI PARTVRIENT ALBAS COLVMBAS TVNC VOCABERIS SAPIENS»

(IT)«Quando nella tua casa neri corvi partoriranno bianche colombe, allora sarai chiamato sapiente»


(LA)«QVI SCIT COMBVRERE AQVA ET LAVARE IGNE FACIT DE TERRA CAELVM ET DE CAELO TERRAM PRETIOSAM»

(IT)«Chi sa bruciare con l’acqua e lavare col fuoco, fa della terra cielo e del cielo terra preziosa»


(LA)«AZOT ET IGNIS DEALBANDO LATONAM VENIET SINE VESTE DIANA»

(IT)«Mercurio e Zolfo: sbiancando Latona, verrà Diana senza veste»

La posizione originaria

La villa Palombara, oggi distrutta, in un affresco del XIX secolo: sulla destra la Porta Magica, di fianco all’edificio

Oggi si può ammirare la Porta Alchemica nell’angolo settentrionale dei giardini all’interno di piazza Vittorio Emanuele II. La sua posizione originaria si trovava a circa cinquanta metri verso l’incrocio di via Carlo Alberto con via di San Vito, lungo un muro perimetrale che fronteggiava la Strada Felice, con villa Palombara situata tra le antiche Strada Felice e Strada Gregoriana (l’attuale via Merulana). La Strada Felice era un rettilineo fatto costruire da papa Sisto V nel 1588, partiva da Trinità dei Monti passava per Santa Maria Maggiore e proseguiva fino a piazza Santa Croce in Gerusalemme.

Nel 1873 la Porta Magica fu smontata e ricostruita nel 1888 all’interno dei giardini di Piazza Vittorio, su un vecchio muro perimetrale della chiesa di Sant’Eusebio, e accanto furono aggiunte due statue del dio Bes, che si trovavano in origine nei giardini del Palazzo del Quirinale.

 

In questo articolo esamineremo il senso alchemico della Porta Ermetica o Alchemica o Magica o dei Cieli, la cui edificazione avvenne tra il 1655 e il 1680 e fu voluta da Massimiliano Palombara marchese di Pietraforte (1614-1680) nella villa che prende il suo nome situata sul colle Esquilino.

 Epigrafi scomparse della villa

VILLAE IANUAM TRANANDO RECLUDENS IÀSON OBTINET LOCUPLES VELLUS MEDEAE. 1680

 Oltrepassando la porta di questa villa, lo scopritore Giasone (cioè il pellegrino alchimista) ottiene vello di Medea (oro) In gran copia 1680.

Giasone é l’ alchimista certamente ma più precisamente, nei termini dell’ Arte, é il mercurio che é materia e artefice dell’ opera. E’ l’ anima, manas o sé inferiore che é ciò che va digrezzato ovvero liberato dalla componente materiale, essendo esso miscela di luce e tenebre, e reintegrato nella luce (vello aureo).

Vi é il mercurio volgare e vi é il mercurio dei filosofi che si ottiene, appunto, con una sublimazione di quello volgare o comune o profano.

Nel 1680 evidentemente il marchese ottenne lo stato perfetto e finale dell’ iniziazione.

AQUA A QUA HORTI IRRIGANTUR NON EST AQUA A QUA HORTI ALUNTUR

 L’acqua con la quale i giardini sono annaffiati non è acqua dalla quale sono alimentati.

 Questa acqua é la corrente celeste delle piogge simbolizzate dal drago. Si tratta dell’ influsso spirituale comunicato dall’ iniziatore. Infatti é estranea e “straniera”, trascendente, rispetto alla forza vitale che alimenta i “giardini” ovvero l’ individualità naturale immanente mossa dalla brama.

 CUM SOLO SOPHORUM LAPIS NON SALE ET DATUR SOLE SILE LUPIS

 Accontentati (sile) del solo sale e del sole.

Con la cultura profana o la sola dottrina iniziatica senza pratica occulta rituale non avviene il risveglio o sorgere del sole (Sé), non avviene la sublimazione della pietra che non ascende e il sole vien fagocitato dal lupo ovvero il principio oppositivo. Il lupo nei miti nordici era il demone delle tenebre che divorava il sole al tramonto. Sembra alludere o ad una mera sterilità e impotenza a generare la liberazione o addirittura ad un aborto iniziatico nel senso dell’ “arte nera”. Quei probanti sviati che finiscono per seguire la “mano sinistra”.

QUI POTENTI HODIE PECUNIA NATURAE ARCANA EMITUR SPURIA REVELAT NOBILITAS SED MORTEM NON LEGITIMA QUAERIT SAPIENTIA

Colui che svela gli arcani della natura al potente (alla persona influente), cerca da se stesso la morte.

Si tratta del segreto ermetico. Anticamente la sua rivelazione veniva punita con la morte. Si suppone che le corporazioni e gli ordini pagani sopravvissuti clandestinamente all’ inquisizione avessero al loro interno il costume di perpetuare l’ antica legge dei pitagorici. D’ altronde chi rende cosciente il potente, ovvero il principe del mondo, della sua natura ingannevole lo uccide, e con esso la sua manifestazione in sé stesso che é l’ individualità vivificata dalla brama vitale, nella morte iniziatica.

Gli “arcani della natura” sono gli “arké” o principi occulti ovvero immanifesti della manifestazione o natura. Rivelare i misteri alle potenze equivale ad annientarle.

E questi misteri non sono che il risveglio del Sé che dissipa le tenebre dell’ ignoranza o inconsapevolezza come una torcia e si parla infatti di tedofori o portatori di torce nei misteri.

 HOC IN RUBE, CAELI RORE, FUSIS AEQUIS, PHYSIS AQUIS,

SOLUM FRACTUM, REDDIT FRUCTUM, DUM CUM SALE NITRI,

AC SOLE, SURGUNT FUMI SPARSI FIMI. ISTUD NEMUS, PARVUS

NUMUS, TENET FORMA SEMPER FIRMA, DUM SUNT ORTAE SINE

ARTE VITES, PYRA, ET POMA PURA. HABENS LACUM, PROPE,

LUCUM, UBI LUPUS NON, SED LUPUS SEPE LUDIT; DUM NON

LAEDIT MITES OVES, ATQUE AVES; CANIS CUSTOS INTER

CASTOS AGNOS FERAS MITTIT FORAS, ET EST AEGRI HUJUS

AGRI AER SOLUS VERA li SALUS, REPLENS HERBIS VIAS URBIS.

SULCI SATI DANT PRO SITI SCYPHOS VINI. [2] INTROVENI,

VIR NON VANUS. EXTRA VENUS. VOBIS, FURES, CLANDO FORES.

LABE LOTUS, BIBAS LAETUS MERI MARE, BACCHI MORE. INTER

UVAS, Sl VIS, OVAS, ET QUOD CUPIS, GRATIS CAPIS. TIBI PARO,

CORDE PURO, QUICQUID PUTAS, A ME PETAS. DANT HIC APES

CLARAS OPES DULCIS MELLIS, SEMPER MOLLIS. HIC IN SILVAE

UMBRA SALVE TU, QUI LUGES, NUNC SI LEGES NOTAS ISTAS,

STANS HIC AESTAS, VERA MISTA; FRONTE MOESTA NUNQUAM

FLERES, INTER FLORES SI MANERES, NEC MANARES INTER FLETUS,

DUM HIC FLATUS AURAE SPIRANT, UNDE SPERANT MESTAE

MENTES INTER MONTES, INTER COLLES, INTER GALLES, ET IN

VALLE HUJUS VILLAE, UBI VALLUS CLAUDIT VELLUS. [3] BONUM

OMEN, SEMPER AMEN ETIAM PETRAE DUM A PUTRE SURGUNT

PATRE, ITA NOTAS, HIC VIX NATUS, IN HAC PORTA, LUTO

PARTA, TEMPUS RIDET, BREVI RODET.

 In questa villa dalla rugiada celeste, dai piani arati e dalle acque correnti, il suolo dissodato dà frutto;

La rugiada celeste é quel nugolo di goccioline che costituisce le “particelle di luce” perse nel mondo.

I “piani arati” e le “acque correnti”, sono gli stessi iniziati che, con lavoro e irrigazione, devono dissodare la materia per far germogliare in essa la vita superiore (frutto).

Mentre che, nel salnitro e pel sole, dallo sparso letame s’alza fumo.

Il letame é la materia (le scorie dell’ opera) dall’ azione del salnitro e del sole il fumo é l’ anima che si libera come per una mistica distillazione.

Questo bosco, di poca entità, conserva sempre identico il suo aspetto; mentre sono nati spontaneamente i tralci delle viti, i peri e i meli sinceri.

E’ la materia prima di natura vile (piccola Sophia o natura inferiore tenebrosa) ma produttiva e laboriosa e utile all’ Opera e immutabile in sé stessa (conserva sempre identico il suo aspetto) da cui si sviluppano diverse generazioni di “seità” (uva, pere, mele) che occupano un diverso posto nei “cieli”.

Dalla piccola corporazione (poca entità), fedele alla tradizione (conserva il suo aspetto), sono sorti buoni iniziati per lavoro interiore autonomo e propria virtù (nati spontaneamente).

Vicino al lago v’e un boschetto, dove spesso scherza non già il lupo, ma la lepre ; scherza senza offendere le miti pecorelle e gli uccelletti.

Questo scherzo é l’ allegoria ironicamente ingannevole della “gaia scienza” rivolto da chi é “lepre” e non “lupo” ovvero nonostante il suo status spirituale é vittima e non carnefice. Allude all’ inquisizione.

Se si aguzza l’ ingegno si vedrà che le “pecorelle” sono il “gregge” cristiano e gli “uccelletti” un’ allusione al clero ispirato dallo Spirito santo simbolizzato dalla colomba. Questo alludere ad una loro natura infantile riporta al loro carattere di scarsa intelligenza delle cose divine. Si tratta di non pretendere troppo e di evitare un inutile linguaggio aggressivo verso chi non può capire per il suo scarso progresso spirituale.

 Il cane custode de’ casti agnelli, mette in fuga le fiere;

Il maestro veglia sul probando e allontana da lui i pericoli del mondo sottile.

e la sola aria di questa campagna ridà la salute all’infermo.

L’ infermo é il probante che “guarisce” dallo stato caduco e miserabile della materia col farmaco universale dell’ iniziazione la quale introduce nel mondo sottile che rivivifica l’ anima nei piccoli misteri.

O anche l’ egregoro corporativo.

Questa tenuta riempie d’erbaggi le vie della città. I solchi coltivati danno, per la sete, coppe di vino. Entra, uomo modesto! Che Venere stia lontana! A voi, ladri, chiudo le porte. Bevi allegramente, a profusione, vino puro, a mo’ di Bacco.

Che Venere stia lontana é un’ allusione anche troppo cara alla castità o alla temperanza del probando che deve uccidere la brama. I ladri son coloro che senza lavoro o dignità vorrebbero rubare i frutti iniziatici.

Questo vino non é la bevanda delle taverne ma il sacro nettare di Dioniso che é Dio dei misteri.

 Gioisci (a stare) tra i vigneti e prendi liberamente ciò che più ti aggrada. A te preparo schiettamente quanto mi chiedi.

I vigneti simbolizzano la corporazione che genera viti portatrici di uva e vino o bevanda inebriante dell’ illuminazione. Schiettamente vuol dire senza segreti. Vien dato al degno sia quanto a verità sacre e quanto a riti.

Qui le api producono a dovizia dolce miele, sempre tenero.

Le api operose sono il lavoro dei piccoli misteri che preparano lo stato finale.

Salute a te, che piangi all’ombra della selva! Ora, se tu comprendessi questo, che qui l’estate é mista alla primavera, non piangeresti mestamente.

L’ estate é la stagione del sole e dunque il Sé mentre la primavera della natura, il sé inferiore. Esse si mischiano ovvero identificano. Il probante ancora soffre dello stato di sofferenza e anelito perché non “comprende” ovvero non é epòpte (dal greco antico: epì optein = guardare sopra, ispezionare, sorvegliare) ovvero avente vista e luce superiore. Egli ancora soffre dell’ “ombra della selva”, delle ombre del mondo sottile intermedio, quella selva da cui si intravvederà la luce. Pensate all’ affresco del Botticelli con Ermete, le Grazie e le altre figure ermetiche e soprattutto alla foresta oscura.

 Se tu restassi qui, in mezzo ai fiori, non staresti a piangere, perché qui spira l’effluvio dell’aria.

 Il riferimento ai “fiori” allude ai Campi Elisi. Pensate allo “Spirito che soffia dove vuole”.

Perciò le anime melanconiche sperano tra i monti, tra i colli, tra i sentieri e nella valle di questa villa, dove l’ovile recinge le pecore.

Vi sono aspiranti che anelano l’ iniziazione e sono “malinconici” per la mestizia dello stato di estraneità al mondo. Essi bramano restando nell’ atrio.

Ti faccio buon augurio: Che sia sempre così! Ma tu, appena ti sarai levato, segna qui, su questa [soglia di] porta, che il fango (la malta) ha generata [la porta del casino], – perché le pietre (i minerali) nascono dalla putrefazione, – che il tempo scherza noncurantemente, ma che in brev’ora tutto distrugge.2

Affrettati a “segnare” non appena “levato” ovvero il sole del Sé si sarà levato a fissare o stabilizzare (pietra) questo stato perché é un lavoro molto lento e i pericoli lo distruggono in poco tempo. La putrefazione corrisponde al nigredo, é lo stato in cui ci si spoglia dello spirito oppositivo e i “minerali” nascono ovvero se ne liberano il probando guada il fiume delle passioni e si fissa agli anelli della porta luminosa.

 TRIA SUNT MIRABILIA DEUS ET HOMO MATER ET VIRGO TRINUS ET UNUS

 Tre son le cose mirabili: Dio e uomo, Madre e vergine, trino e uno

Qui i dogmi cattolici vengono reinterpretati per  significare il primo la dualità apparente di Sé divino e sé umano, il secondo la materia prima o natura plastica e il candidato qualificato all’ iniziazione, il terzo la “trinità” spirito, anima e corpo dove gli ultimi due principi costituiscono l’ individualità fenomenica del sé umano mentre il primo l’ essenza o natura occulta del Sé divino.

CENTRUM IN TRIGONO CENTRI

Il centro (è) nel trigono del centro.

Il centro o Sé si trova nel punto sacro dove la materia (triangolo capovolto) incontra lo spirito (triangolo volto verso l’ alto) e ne sorge la terra simbolizzata dal cerchio sormontato dalla croce.

 Epigrafi sull’architrave

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(RUACH ELOHIM) Spirito divino

Si tratta dello Spirito degli Déi (elohim), il principio che costituisce la loro natura immortale, quella luce intelligibile che trascende le ombre del mondo che loro trasmettono ai degni dando così il mezzo del loro annientamento. E’ Nettare e Ambrosia, é Ankh di immortalità.

HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS CUSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS DELICIAS NON GUSTASSET IASON

Il drago esperio custodisce l’ingresso del magico giardino e, senza (la volontà di) Ercole, Giasone non potrebbe gustare le delizie della Colchide.

Il guardiano della soglia, il drago del giardino delle Esperidi, é la natura inferiore animale, l’ individualità alimentata dalla brama. Se questa non viene soppressa dall’ eroe semidivino e solare Ercole (Sé) l’ anima Giasone) non conquisterà il vello ovvero la veste luminosa della resurrezione, la perfetta integrazione nel Sé che diventa pienamente cosciente.

 Epigrafi sulla soglia

SI SEDES NON IS

Il motto può essere letto da sinistra a destra (“Se siedi non vai”) e da destra a sinistra (“Se non siedi vai”).

Se siedi tra gli Déi fuggi la mutevolezza e se non operi il lavoro alchemico la terra che va arata non darà frutto.

EST OPUS OCCULTUM VERI SOPHI APERIRE TERRAM UT GERMINET SALUTEM PRO POPULO

È opera occulta del vero saggio aprire la terra, affinché germogli la salvezza per il popolo.

La terra é la materia e la sua apertura é nel gergo ermetico sinonimo di sublimazione. E’ il risveglio che é salvezza del popolo ovvero liberazione ma anche mezzo di operazioni occulte utili anche in senso materiale.

Epigrafi sullo stipite della porta

FILIUS NOSTER MORTUUS VIVIT REX AB IGNE REDIT ET CONIUGIO GAUDET OCCULTO

 Nostro figlio, morto, vive, torna re dal fuoco e gode del matrimonio occulto.

 Il “figlio” é semplicemente l’ anima resuscitata nel Sé e diventata re dalla prova del fuoco che é l’ identità con esso o matrimonio occulto.

SI FECERIS VOLARE TERRAM SUPER CAPUT TUUM EIUS PENNIS AQUAS TORRENTIUM CONVERTES IN PETRAM

Se avrai fatto volare la terra al di sopra della tua testa, con le sue penne tramuterai in pietra le acque dei torrenti

La sublimazione che trascende l’ ego razionale (testa) permette con la sua natura spirituale (simbolizzata dalle penne) l’ ottenimento del principio stabile (pietra) dalla materia (acque).

DIAMETER SPHERAE THAU CIRCULI CRUX ORBI NON ORBIS PROSUNT

Il diametro della sfera, il tau del circolo, la croce dell’orbita non giovano ai ciechi

La formazione progressiva della croce – T + ovvero il tracciamento di una linea da sinistra a destra e dal basso verso l’ alto indicano ascensione mentre la croce é l’ insediamento o interiorizzazione nel centro verso cui le quattro braccia son dirette e si uniscono.

I ciechi sono i profani e gli indegni che sono nelle tenebre dell’ illusione della natura e non giova loro perché o uccide il profano nell’ iniziazione o rende pazzi gli indegni o nemici coloro che tentano di varcare la soglia senza dignità iniziatica o senza iniziazione o assistenza del maestro.

QUANDO IN TUA DOMO NIGRI CORVI PARTURIENT ALBAS COLUMBAS TUNC VOCABERIS SAPIENS

Quando nella tua casa neri corvi partoriranno bianche colombe, allora sarai chiamato sapiente

Questo é il passaggio dal nigredo (corvo) all’albedo (colomba) che é stato di sapienza nel senso di illuminazione del sé inferiore ad opera del Sé superiore, é il nascere del secondo o comunicazione o manifestazione di esso nella ancora persistente distinzione tra i sue.

QUI SCIT COMBURERE AQUA ET LAVARE IGNE FACIT DE TERRA CAELUM ET DE CAELO TERRAM PRETIOSAM

Chi sa bruciare con l’acqua e lavare col fuoco, fa della terra cielo e del cielo terra preziosa

Allude all’ unione degli opposti. Si tratta dell’ identità finale in cui acqua e fuoco (i due sé) coincidono.

AZOT ET IGNIS DEALBANDO LATONAM VENIET SINE VESTE DIANA

Azoto e Fuoco sbiancando Latona, verrà Diana senza veste

Azoto e fuoco sono il Sé e Latona é la madre di Diana o Dea della luna o anima. La nudità di Diana allude alla purezza spirituale o al suo stato immanifesto.

(Autore: Alessandro Bardi)

Numero2886.

 

A N C O R A    S U L L E    P E R S O N E    I N T E L L I G E N T I     (Identikit spicciolo)

 

di Anna Gallo

 

In un mondo in cui l’intelligenza è spesso legata al successo professionale e personale, è naturale chiedersi se noi stessi possediamo facoltà intellettive straordinarie. Una persona dotata si distingue generalmente per diverse caratteristiche.
Ecco 7 segni di straordinaria intelligenza.

1. Una curiosità insaziabile

Le persone dotate di un’intelligenza eccezionale mostrano grande curiosità. La loro sete di conoscenza li spinge a mettersi costantemente in discussione ed esplorare nuovi ambiti di pensiero. Questa incessante ricerca di apprendimento li porta ad evolvere costantemente il loro modo di pensare.

Interesse per vari argomenti

Una persona molto intelligente è solitamente interessata a una vasta gamma di argomenti. Può trascorrere ore a leggere o studiare diverse discipline ed è sempre alla ricerca di approfondire la sua conoscenza.

2. Una mente critica acuta

Un altro segno rivelatore di straordinaria intelligenza è la capacità di implementare un pensiero critico altamente sviluppato. Le persone dotate tendono a mettere costantemente in discussione le proprie idee e quelle degli altri, il che consente loro di prendere decisioni informate e ponderate.

Analisi e sintesi di informazioni complesse

Una persona molto intelligente è in grado di elaborare rapidamente anche informazioni complesse e contraddittorie per trarre conclusioni rilevanti.

3. Capacità di risolvere rapidamente i problemi

Uno dei tratti distintivi di un’intelligenza straordinaria è la capacità di trovare soluzioni efficaci e rapide a varie situazioni problematiche. Le persone dotate sono generalmente molto brave a individuare le cause di un problema e a proporre alternative adeguate.

Inventiva e flessibilità mentale

Gli individui dotati di elevata intelligenza spesso dimostrano inventiva e hanno una grande flessibilità mentale che consente loro di adattare i loro approcci a diversi problemi.

4. Memoria eccellente

La memoria è un altro indicatore di intelligenza eccezionale. Le persone estremamente intelligenti generalmente hanno la capacità di memoria ben al di sopra della media permettendo loro in particolare di ricordare dettagli precisi, anche a distanza di tempo.

RAM e richiamo delle informazioni

Una persona dotata generalmente eccelle nell’uso della RAM (Random Access Memory = Memoria ad accesso casuale), che consente loro di archiviare e recuperare rapidamente le informazioni.

5. Senso di osservazione

Un acuto senso di osservazione è spesso caratteristico di un’intelligenza straordinaria. Le persone che ne sono dotate hanno la caratteristica di prestare molta attenzione ai dettagli e di essere in grado di individuare cose che gli altri potrebbero trascurare.

Capacità di percepire le sfumature

A causa della loro acuta sensibilità ai dettagli, gli individui altamente intelligenti spesso percepiscono sottigliezze che sfuggono alla maggior parte delle persone.

6. Comunicazione efficace

Le persone dotate di un’intelligenza eccezionale in genere hanno capacità comunicative altamente sviluppate. Possono esprimere le proprie idee in modo chiaro e conciso, però sempre ascoltando gli altri.

Capacità di discutere

Oltre ad essere buoni comunicatori, le persone dotate sono anche capaci di difendere le proprie opinioni con argomentazioni solide e ben strutturate.

7. Adattabilità e resilienza

Infine, le persone estremamente intelligenti sono spesso dotate di grande adattabilità e resilienza di fronte agli imprevisti della vita. Si riprendono rapidamente dopo un fallimento o una situazione difficile e imparano lezioni costruttive da queste esperienze.

Gestire lo stress e le emozioni

Gli individui dotati di un’intelligenza eccezionale tendono anche a gestire efficacemente lo stress e le emozioni, il che contribuisce notevolmente al loro successo in vari ambiti della loro vita.

L’intelligenza straordinaria si manifesta in diversi modi e può essere vista attraverso questi 7 segni rivelatori. Se osservi molte di queste caratteristiche in te stesso o in qualcuno che conosci, è molto probabile che si tratti di un’intelligenza eccezionale.

 

 

Numero2885.

 

N A R C I S I S M O

 

Anna De Simone    Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia.

 

L’abuso narcisistico è una forma di violenza psicologica perpetrata da una persona con tratti narcisistici o con disturbo  narcisistico di personalità che aderisce a un modello di comportamento in cui cerca di ottenere potere, controllo e gratificazione a spese dell’altro. Chi ha spiccati tratti di personalità narcisistica o addirittura un disturbo della personalità, tende a sfruttare le loro emozioni e bisogni degli altri per alimentare il proprio senso di grandiosità e autoimportanza.

Le persone con tratti narcisistici o un disturbo di personalità narcisistica tendono ad avere un eccessivo bisogno di ammirazione, si fingono attenti e comprensivi ma in realtà, mancano del tutto di empatia verso gli altri! Presentano una visione distorta di sé in quanto si percepiscono come superiori, più competenti, capaci e, in definitiva, speciali. Nelle relazioni interpersonali, con lo scopo di ottenere conferme della propria grandiosità e auto-gratificarsi, finiscono per manipolare e danneggiare gli altri, cercando di sottometterli emotivamente fino ad annullarli. Nella relazione con un partner manipolatore, la vittima inizia a perdere terreno fino a cedere la cosa più importante che ha: la sua identità.

Dall’euforia allo sconforto

Le tattiche comuni utilizzate nell’abuso narcisistico includono la manipolazione emotiva, la critica costante, il sabotaggio, l’isolamento sociale, l’umiliazione pubblica, la colpevolizzazione, la proiezione delle proprie debolezze sugli altri e l’uso di ricompense e punizioni per controllare il comportamento degli altri. Nella relazioni di coppia, le ricompense e le punizioni, possono essere elargite in forma di: attenzioni, cene romantiche, carinerie… intervallate da silenzi, offese, critiche aggressive, esplosioni di rabbia. In pratica la relazione si trasforma in un ottovolante emotivo fatto a tratti da euforia e amore oppure, all’opposto, angoscia, rifiuto e devastazione.

Le vittime di abuso narcisistico spesso sperimentano un deterioramento della loro autostima, problemi di fiducia, confusione, senso di colpa e depressione. Possono sentirsi intrappolate in una relazione tossica e trovarsi in una costante lotta per soddisfare le esigenze insaziabili del narcisista.

È importante sottolineare che l’abuso narcisistico non è limitato alle relazioni romantiche, ma può verificarsi anche in famiglia, nelle amicizie, nell’ambiente di lavoro o in altri contesti sociali. Riconoscere i segni dell’abuso narcisistico è fondamentale per porre fine a tali dinamiche distruttive e cercare supporto e protezione. Ecco perché di seguito, ti proporremo alcune frasi con attente riflessioni utili per contestualizzarle. Infatti, è importante notare che queste frasi, da sole, non sono necessariamente indicative di manipolazione affettiva. È il contesto complessivo della relazione e dei comportamenti che determina se si tratta di una situazione d’abuso o meno. Se ritieni di essere coinvolto/a in una relazione manipolatoria, è fondamentale cercare il supporto di amici, familiari o professionisti qualificati.

Frasi tipiche di chi ha subito un abuso narcisistico

 

«Sento che la mia vita mi sta sfuggendo di mano»

Questa frase può emergere come un pensiero fulmineo, legato alla lucidità del momento! Sì perché chi è intrappolato in una relazione manipolatoria è spesso poco lucido: tende ad allontanarsi dalle sue emozioni e a sentirsi confuso su ciò che prova e che desidera. L’affermazione rimanda a un senso di impotenza, la vittima sente di non avere più controllo sulla sua vita, si sente sopraffatta dalle dinamiche relazionali tanto da perdere di vista se stessa.

A questo punto, se la persona prova a rallentare i ritmi della relazione e a concentrasi su se stessa, ecco che la morsa del narcisista inizia a stringersi! Il manipolatore affettivo, infatti, può far sentire la vittima in colpa o minacciata, qualora decidesse di prendersi cura di sé stessa dedicando attenzioni ad attività che non lo coinvolgono. Le continue minacce di abbandono e le punizioni (spesso subdole) creano dipendenza emotiva e, così, la vittima rinuncia alle proprie esigenze per soddisfare quelle del manipolatore. Sente letteralmente che la sua vita le sta sfuggendo di mano perché di fatto è in balia di qualcun altro!

 

«Mi sento in trappola»

Come premesso, la manipolazione affettiva può creare una dipendenza psicologica dalla relazione. Il manipolatore può minacciare la vittima con reazioni di rabbia, silenzi punitivi, abbandoni e allontanamenti. Cosicché, il partner può sentirsi senza via di fuga e impotente nel porre fine alla manipolazione.

«Ciò che provo e che penso non conta nulla per lui/lei»

Il manipolatore affettivo attua una costante opera di invalidazione. Con ogni sua condotta tenta costantemente di sminuire l’altro, sia nelle sue opinioni, che nei suoi pensieri ed emozioni. I desideri, i sentimenti… e tutto ciò che riguarda la vittima, non conta o meglio, il manipolatore narcisista pone tutto su un livello di inferiorità, minando la sua fiducia che la vittima nutre in se stessa. Ciò contribuisce a creare dipendenza emotiva, alla lunga, la vittima si sente insicura e non riesce a difendere i propri bisogni.

 

«Non va mai bene nulla di ciò che faccio», «non è mai abbastanza!»

Chi subisce l’abuso narcisistico viene continuamente svilito. Il manipolatore affettivo, infatti, utilizza costantemente il giudizio e le critiche per minare l’autostima dell’altro e controllare così i suoi comportamenti. Chi stringe una relazione con un partner narcisista, si sente costantemente sotto esame e incapace di soddisfare le aspettative irrealistiche del manipolatore: tutto ciò che fa, non è mai abbastanza.

«Non potrò mai trovare un altro come lui/lei» oppure «nessuno mi amerà mai»

Queste affermazioni rimandano certamente al tema della manipolazione ma, ancora una volta, riportano il focus sulla dipendenza affettiva. Il manipolatore, come premesso, fa leva sui bisogni di chi ha di fronte proprio per controllarlo ed esercitare il suo potere. Così, con i suoi atteggiamenti, attua un’incessante opera di convincimento: sostenendo di essere meraviglioso, speciale e unico, finisce per convincere il partner malcapitato che nessun altro potrà mai amarlo come lui/lei. Nel farlo, ancora una volta, crea dipendenza emotiva e paura dell’abbandono. Le vittima del manipolatore, infatti, sono quelle che più hanno bisogno di rassicurazioni, sono quelle che più hanno paura di essere abbandonate a se stesse.

 

«Mi sento come se stessi camminando sui gusci d’uovo»

Esperienza molto comune per chi è vittima di un abuso narcisistico, è quella di essere in una situazione difficile e delicata, in cui qualsiasi azione rischia di provocare una presunta offesa all’altro. Al primo sgarro, il manipolatore infatti può scattare su tutte le furie, può affermare di sentirsi offeso nel suo altissimo valore o non apprezzato. Per questo motivo, la vittima di manipolazione affettiva vive in costante ansia e ipervigilanza, cercando di evitare qualsiasi comportamento o parola che potrebbe scatenare la rabbia o le critiche dell’altro. Ciò crea un ambiente di paura e controllo costante. A lungo andare, inconsapevolmente, il partner del narcisista manipolatore si ritroverà ad aderire e conformarsi ai desideri narcisistici per evitare conflitti o punizioni.

«È tutta colpa mia»

Tra le tecniche manipolatorie utilizzate dal narcisista vi è la colpevolizzazione del partner (e non solo!). Il narcisista non fa altro che scaricare le proprie frustrazioni (e responsabilità) sui malcapitati di turno. Per ogni problema o difficoltà che sorgono nella relazione, il colpevole è sempre il partner. Per ogni impedimento che trova sul lavoro, il colpevole è sempre il collega…  Nella coppia, il partner del narcisista finirà per sentirsi responsabile di tutto e auto-incolparsi anche per situazioni che sono al di fuori del suo controllo.

Non pensi di dover meritare il meglio dalla vita?

È fondamentale comprendere a pieno fin dove si spinge la condotta manipolatoria che stai subendo perché, generalmente, gli effetti coercitivi si fanno sentire anche fuori dalla relazione di coppia. L’errore che commettono molte persone è quello di sottovalutare completamente le proprie risorse emotive. Anzi, nelle relazioni d’amore, molti di noi ignorano la possibilità di sfruttare su se stessi la propria capacità di cura, di attenzione e di auto-accudimento. Siamo bravissimi a prenderci cura dell’altro a farlo sentire amato ma poi, quando si tratta di noi, diventiamo pessimi. Ecco, allora, da dove partire: dal diventare più consapevoli di ciò che possiamo fare per noi stessi.

Durante la nostra crescita, ci insegnano come non deludere l’altro, ci insegnano a rispettare le regole e persino a non dar fastidio. Nessuno si prende la briga di insegnarci a “maneggiarci con cura” e “trattarci con amore”.

Numero2884.

 

da QUORA

 

Perché noi donne facciamo così fatica a venire?

 

Scrive un corrispondente di QUORA, Walter Cianferra:

 

Ti rispondo come uomo di 63 anni. Noi uomini siamo abbastanza simili e la nostra sessualità è più semplice. Invece ogni donna è unica (e meravigliosa). Quindi, è anche unica la sua sessualità e dobbiamo scoprirla, a volte anche indovinarla.

Non è un compito facile. Quello che va bene per Tizia va male per Caia; quello che piace a Caia, dispiace a Tizia. Non sempre ci riusciamo.

E voi insoddisfatte ma ZITTE.

PARLATE con noi, chiedete, esigete. COMUNICATEVI senza vergogna. A volte per capirvi dobbiamo essere quasi chiaroveggenti, indovini, medium …. adoperare una sfera di cristallo e neanche così ….

Aiutateci ad aiutarvi.

Numero2880.

 

L’ I N F L U E N Z A

 

Mio figlio Ale, che festeggia l’Anno Nuovo 2024 con un po’ di influenza e raffreddore, mi manda questa chicca:

 

“L’ INFLUENZA è un naturale processo di disintossicazione del corpo,

in risposta ad una eccessiva tossicità nelle cellule.

Non c’è mai stata una cura per l’influenza,

perché l’influenza È  LA CURA”.

 

Dottor Herbert Sheldon   1944.

 

 

Numero2879.

 

da FOCUS Junior

 

William Sidis, la storia dell’uomo più intelligente che sia mai esistito

 

Chi di noi non ha mai sognato di essere un “genio”? William Sidis lo è stato e, ancora oggi, è considerato il più intelligente di sempre.

Se pensiamo all’intelligenza umana, ci vengono in mente alcuni personaggi storici famosi proprio per la grande intelligenza di cui erano dotati. Li conoscerete di certo anche voi. Si tratta di Leonardo da Vinci, Albert Einstein, Isaac Newton o Nikola Tesla. Insomma, quelle persone che noi denominiamo “geni”.

Il QI (Quoziente d’intelligenza) di Leonardo, Einstein, Tesla e Hawking

Il livello di intelligenza di un uomo è calcolabile. Ci sono dei test appositi per misurare il QI (Quoziente intellettivo) di una persona. Quello di Einstein era di 160, così come quello del fisico Stephen Hawking, morto non molti anni fa. QI più alti li avevano solo Tesla e Leonardo da Vinci, all’incirca di 180. Ma pochissimi sanno che è esistito nel secolo scorso un uomo che aveva un QI incredibilmente più alto anche di Leonardo, Tesla e Einstein. E non è una bufala, ragazzi, ma una storia vera.

William Sidis, l’uomo dal QI di 254!

Si chiamava William James Sidis e nacque il 1° aprile (non è neanche uno scherzo, ve lo assicuriamo) del 1898 a New York. Era figlio di un noto psichiatra e pioniere della psicopatologia, l’ebreo ucraino Boris Sidis, che era collega del famoso psicologo William James, padrino del piccolo che ereditò i suoi due nomi di battesimo dal nome e dal cognome di questi.

Sua madre, Sarah Mendelbaum Sidis, anch’ella ebrea, si laureò in medicina all’Università di Boston. Il QI del piccolo William era addirittura di 254! A un anno di età parlava correttamente la lingua inglese, a un anno e mezzo leggeva i giornali e a tre anni scriveva cose di vario genere e argomento con la sua macchina da scrivere appoggiata al seggiolone.

A 4 anni sapeva il latino, a 6 tante altre lingue, compresa una inventata

A 4 anni aveva imparato perfettamente il latino, e poco dopo il greco. A 5 anni elaborò una formula matematica che gli permetteva di stabilire in che giorno esatto era accaduto un determinato evento storico. A 6 anni sapeva perfettamente anche il francese, il tedesco, il russo, l’ebraico, il turco e l’armeno. A 8 anni inventò una lingua che chiamò “vendergood”, che è l’argomento del suo secondo libro scritto a quell’età.

Prodigio della logica e della matematica, a 11 anni entrò ad Harvard

A 10 anni era un mostro nella logica e nella matematica, e aveva dimostrato di elaborare una tavola logaritmica in base 12. Negli anni seguenti scrisse libri di astronomia e anatomia, e a 11 anni entrò all’Università di Harvard, tuttora una delle migliori del mondo, di cui continua ad essere lo studente più giovane della storia.

A 13 anni tenne addirittura un ciclo di lezioni al club matematico di Harvard. Si laureò con lode a 16 anni. A 17 anni insegnò all’Università di Harvard le materie di geometria euclidea, geometria non euclidea e trigonometria, e scrisse in greco le dispense per quest’ultimo corso. Ma gli altri studenti lo prendevano in giro e lo picchiavano.

Oggetto di scherno e di violenze, i suoi nervi si ammalarono

Si ritirò dall’insegnamento. La sua condizione di genio precocissimo, con le attenzioni addosso di tutti i giornali, l’essere oggetto di burle e violenze dai suoi coetanei, oltre al fatto di non essere mai trattato come un comune adolescente ma come un “fenomeno da baraccone”, portò il povero William ad avere frequenti crisi nervose e a voler distaccarsi completamente dalle persone e da ogni tipo di vita sociale.

I genitori, dopo che fu arrestato per aver partecipato a una sommossa, lo sequestrarono letteralmente per un anno in un sanatorio che entrambi dirigevano nel New Hampshire. In seguito lo fecero ricoverare in una clinica per malati mentali in California per un anno. Aveva 20 anni e conosceva alla perfezione, ormai, oltre 40 lingue. Quando uscì dalla clinica, non volle più vedere i suoi genitori e si stabilì a New York, dove svolse lavori umili.

Scrisse libri perlopiù inediti su vari argomenti. Si definiva un “peridromofilo”, un termine che lui stesso coniò per descrivere le persone affascinate dai trasporti (collezionava ossessivamente biglietti del tram e scrisse un libro di 300 pagine sulla loro classificazione. Nel 1930 brevettò un calendario “perpetuo”, che teneva conto degli anni bisestili. Morì a soli 46 anni, in totale solitudine, il 17 luglio 1944, a causa di un’emorragia cerebrale, stessa patologia di cui era morto pochi anni prima anche suo padre.

FONTILa vita perfetta di William Sidis, di Morten Brask (Iperborea); Treccani.

 

Numero2878.

 

da QUORA, scrive Samuele Ca.

 

L E    A T R O C I T A’    D E L L A    B I B B I A.

 

Esodo, 21:20-21 – Per la legge di Dio “se uno bastona il suo schiavo o la sua schiava fino a farli morire sotto i colpi, il padrone deve essere punito” – “ma se sopravvivono un giorno o due, non sarà punito, perché sono denaro suo.” – Dio approvava la schiavitù.

Esodo, 32:27 – Alla vista del vitello d’oro, Dio comandò ai figli di Levi: “Ognuno di voi si metta la spada al fianco; percorrete l’accampamento da una porta all’altra di esso, e ciascuno uccida il fratello, ciascuno l’amico, ciascuno il vicino.” – “In quel giorno caddero circa tremila uomini” e Dio ne fu compiaciuto.

Numeri, 15:32-26 – Un uomo raccolse della legna di sabato. Per ordine divino dato a Mosè, “tutta la comunità lo condusse fuori dal campo e lo lapidò, e quello morì.“

Numeri, 31:17-18 – Dio ordinò a Mosè di uccidere ogni maschio Madianita tra i bambini, e “ogni donna che ha avuto rapporti sessuali con un uomo” – “ma tutte le fanciulle che non hanno avuto rapporti sessuali con uomini, lasciatele in vita per voi.” – Nota: sarebbe interessante scoprire l’astuzia con cui i soldati riconoscevano le donne vergini.

Giudici, 19:22-29 – Un viaggiatore di Betlemme, la sua compagna ed un servo erano ospiti nella dimora di un anziano signore a Ghibea quando “gente perversa” circondò l’abitazione chiedendo di “abusare” dell’ospite maschio. L’anziano padrone di casa offrì agli assalitori la sua figlia vergine e la compagna del suo ospite, implorandoli: “Ecco qua mia figlia che è vergine, e la concubina di quell’uomo; io ve le condurrò fuori e voi abusatene e fatene quel che vi piacerà; ma non commettete contro quell’uomo una simile infamia!” – La signora subì uno stupro e morì. Il viaggiatore caricò il corpo senza vita della donna su un asino, tornò a casa, “si munì di un coltello, prese la sua concubina e la divise, membro per membro, in dodici pezzi, che mandò per tutto il territorio d’Israele.“

1 Samuele, 18:27 – Davide ed i suoi uomini uccisero duecento filistei, prelevando “i loro prepuzi“, che Davide “contò davanti al re per diventare genero del re. Saul gli diede in moglie la figlia Mikal.“

2 Samuele, 6:6-7 – Il bue che trasportava l’Arca cadde a terra sfinito, e Uzzà accorse per rimetterlo in piedi. “L’ira del Signore si accese contro Uzzà; Dio lo percosse per la sua colpa ed egli morì sul posto, presso l’arca di Dio.“

2 Samuele, 24:15 – Dio mandò una pestilenza sulla città di Israele per punire Davide del suo peccato. Morirono settantamila innocenti.

2 Re, 2:23-24 – Eliseo camminava per strada quando quarantadue bambini si presero gioco della sua calvizie. “Egli si voltò, li guardò e li maledisse nel nome del Signore. Allora uscirono dalla foresta due orse, che sbranarono quarantadue di quei fanciulli.“

Geremia, 16:4 – La parola del Signore a proposito dei bambini nati in questa terra: “Moriranno di malattie strazianti, non saranno rimpianti né sepolti, ma saranno come letame sulla terra. Periranno di spada e di fame; i loro cadaveri saranno pasto degli uccelli dell’aria e delle bestie della terra.“

Tratto da: Le atrocità della Bibbia dove c’è la lista completa.

Numero2877.

 

G R A N D I    V E R I T A’    D E L L A    S T O R I A    (Anche quella di tutti noi)

 

“Sono venuto a seppellire Cesare,

non a farne l’elogio.

Il male che un uomo fa

gli sopravvive;

il bene, spesso, resta

sepolto con le sue ossa.”

 

Orazione di Marco Antonio     dal    “Giulio Cesare”   di  William Shakespeare.

Numero2876.

 

A T E I S M O    E    A G N O S T I C I S M O

 

Scrive Vincenzo Chiaravalle, corrispondente di QUORA.

 

In senso corrente, come confermano in sintesi anche tanti dizionari, l’ateo sarebbe chi nega l’esistenza di Dio — chi dice “Dio non esiste” —, mentre l’agnostico sarebbe chi sospende il giudizio — chi dice “Non lo so”.

Di questo occorre dare conto, per sgombrare il campo da equivoci. Purtroppo è sbagliato. Purtroppo, le due parole si usano così, e ricevono il significato che gli viene assegnato. Purtroppo, è sbagliato!

Ateismo e agnosticismo rispondono a due domande diverse.

L’ateismo è una posizione di opinione. L’agnosticismo è una posizione di conoscenza. La conoscenza è un sottoinsieme dell’opinione. Quello che uno crede o non crede, e quello che uno sa o non sa sono due cose diverse.

Uno è ateo o teista, e poi, indipendentemente, è anche gnostico o agnostico.

Teismo/Ateismo riguardano ciò che uno crede. Chi crede che esista almeno un dio è teista. Chi non lo crede è ateo. Per essere teista, devi credere in dio, e non soltanto ammettere la possibilità della sua esistenza. Solo chi crede in dio è teista. Chi non arriva a credere, si colloca nel campo dell’a-teismo. La credenza in un dio, l’opinione che un dio esista, gli manca. La “a-”  che fa la differenza fra le due parole significa questo: si chiama “a privativo”.

Gnosticismo/Agnosticismo riguardano ciò che uno sa — che pensa o dice di sapere. Chi afferma che un dio esiste o non esiste ha un approccio gnostico: lo sa, ne è certo! Chi afferma di non saperlo, di non poterlo sapere, di non essere certo, ha un approccio agnostico, cioè non sa, non conosce.

Buona fortuna agli gnostici di entrambi i segni, perché si assumono un onere della prova che nessuno è ancora mai riuscito a soddisfare. E buona fortuna ai teisti, perché credono qualcosa che — spesso per loro stessa ammissione — non hanno nessuna ragione per credere.

Numero2875.

 

L A    T E I E R A    D I    R U S S E L L

 

La teiera di Russell (in inglese Russell’s teapot) o teiera celeste è una metafora introdotta dal filosofo britannico Bertrand Russell per confutare l’idea che spetti allo scettico, anziché a chi le propone, l’onere della prova in merito ad affermazioni non falsificabili, in particolare in ambito religioso. Essa rappresenta una delle più efficaci controargomentazioni all’assunto che spetti al non credente dimostrare l’inesistenza di una qualsiasi divinità, in quanto stabilisce che nessuna affermazione può essere aprioristicamente creduta soltanto basandosi sul fatto che non se ne può provare l’inesattezza.

Molti benpensanti si esprimono come se fosse compito dello scettico smentire i dogmi e non del credente dimostrarli.

 

Gli atei hanno prove scientifiche e tangibili che Dio non esiste?

Non servono. Perché uno dovrebbe impegnarsi a dimostrare la non esistenza di tutto ciò che non esiste?

Servirebbe che portasse prove chi ne afferma l’esistenza. Ma nessuno lo ha mai fatto.

Numero2874.

 

A parziale integrazione del Numero 2886.

Comportamenti tipici delle persone con intelligenza superiore alla media

Pubblicato il  
di Emma Moretti

Le persone con un’intelligenza superiore alla media spesso mostrano comportamenti e caratteristiche specifici che li distinguono dagli individui con un’intelligenza nella norma. La loro capacità di osservare, comprendere e gestire situazioni diverse e complesse è solo una delle peculiarità a cui fare riferimento quando si parla dei loro tratti distintivi.

Il significato del superamento della media

Prima di tutto, va sottolineato che le persone con un’intelligenza superiore (al di sopra della media) sono diverse da quelle con un’intelligenza inferiore (al di sotto della media). Esistono vari studi scientifici in tema di psicologia e psicometria che hanno contribuito alla nascita del concetto di Quoziente Intellettivo (QI), permettendo così di classificare gli individui in base alle loro abilità cognitive.

Caratteristiche psicologiche, biologiche e sociali

Tra le più rilevanti caratteristiche psicologiche delle persone dotate di un’intelligenza superiore alla media, vi è senz’altro la loro elevata capacità di osservazione e di scorgere dettagli che sfuggono ai più. Essi tendono a mostrare una notevole profondità di pensiero, frutto della loro curiosità e del desiderio costante di apprendere.

Alta intelligenza emotiva

Un’altra peculiarità tipica è l’eccezionale intelligenza emotiva (IE), ovvero la capacità di percepire, comprendere, gestire ed esprimere le proprie emozioni e quelle degli altri. Con ciò si intendono sia rilevare la presenza di sentimenti negativi altrui che sintonizzarsi con gli stati d’animo positivi per condividerli e trarne beneficio.

Flessibilità comportamentale

Le persone dotate di un’intelligenza superiore alla media dimostrano inoltre una straordinaria capacità di adattabilità del comportamento, anche in situazioni nuove o complesse. Essi sono in grado di modificare le loro abitudini secondo le circostanze, privilegiando quelle più funzionali nelle diverse situazioni. Questo aspetto conferisce loro un vantaggio competitivo nei confronti dei soggetti con intelligenza nella norma.

Tendenze comportamentali specifiche

Nel corso delle numerose ricerche sul tema, alcune tendenze comportamentali tipiche delle persone con intelligenza superiore sono state individuate e classificate. Tra queste vi sono:

Il bisogno di solitudine e indipendenza

Uno dei segni più evidenti di un’intelligenza superiore alla media è il bisogno di solitudine e indipendenza. Le persone in questione spesso cercano il contatto con se stesse, rifuggendo dalle situazioni di gruppo e preferendo uno spazio privato in cui ascoltare i propri pensieri ed elaborarli. Questo consente loro di sviluppare idee, riflessioni e strategie complesse che possono poi essere applicate nella vita di tutti i giorni.

Autocritica e perfezionismo

Le persone con un’intelligenza superiore alla media sono spesso caratterizzate da una forte tendenza all’autocritica e al perfezionismo. Essi tendono a esaminarsi costantemente per migliorare se stessi, non accontentandosi mai dei risultati ottenuti e cercando sempre nuove sfide. Questa disposizione all’autoanalisi e alla ricerca del miglioramento permette loro di raggiungere obiettivi impensabili per individui di intelligenza media.

Incuriosirsi e sperimentare

Uno dei tratti distintivi delle persone più intelligenti è la loro insaziabile curiosità e il desiderio di sperimentare. Non si limitano a osservare passivamente il mondo circostante, ma vogliono capire, mettere gli ingranaggi in movimento e scoprire nuovi orizzonti. Questo li porta ad accogliere ogni occasione come un’opportunità di crescita personale e intellettuale.

L’influenza dell’intelligenza superiore sulla salute e il benessere

Pur essendo sul piano generale portatori di vantaggi competitivi e di successo, le persone con un’intelligenza superiore alla media possono anche riscontrare alcune difficoltà in termini di salute e benessere. Ad esempio, la loro propensione al perfezionismo può trasformarsi in elevati livelli di stress, poiché essi pongono aspettative elevate su se stessi e si confrontano spesso con gli insuccessi.

Numero2872.

 

da QUORA

 

Scrive Joannis, un corrispondente di QUORA.

 

 

“Venerabili fratelli, il momento in cui vi giunge questa nostra prima Enciclica è, sotto più aspetti, di una vera ora delle tenebre”.

 

Ambrogio Ratti nacque nel 1857 e divenne sacerdote 22 anni dopo. Prima Arcivescovo e poi Cardinale, salì al soglio di Pietro nel 1922 assumendo il nome di Pio XI.

I suoi anni di pontificato sono stati i più complessi della storia, attraversati dal nazifascismo e dal comunismo staliniano.

L’interlocutorio suo operato si conclude con un clamoroso enigma: la storia dell’ enciclica Humani Generis Unitas.

Negli ultimi anni di vita, soprattutto dopo la proclamazione delle leggi razziali del 1938, Pio XI iniziò ad avere dei ripensamenti sul suo legame con Mussolini.

Così incaricò il gesuita John La Farge di preparare la bozza dell’enciclica Humani generis Unitas (Unicità del Genere Umano), una condanna della Chiesa contro le discriminazioni.

Lunga 100 pagine, fu vergata a Parigi e poi spedita in Vaticano. Nel 1939, mentre la bozza era sul tavolo pronta per essere firmata e resa ufficiale il giorno dopo, il papa morì improvvisamente.

Così l’enciclica venne distrutta.

Il Segretario della Congregazione degli affari ecclesiastici straordinari Domenico Tardini disse che venne contattato dal monsignor Montini (futuro Paolo VI) che era stato chiamato dal cardinale Pacelli (futuro Pio XII) e gli intimarono di distruggere tutto il materiale.

Lo so che però una domanda affiora prepotente in voi: “c’è qualcuno che avrebbe potuto uccidere il pontefice?”.

Il medico di Pio XI si chiamava Francesco Petacci, padre di una bella ragazza di nome Claretta….

Numero2871.

 

Come cambia la tua vita quando inizi a volerti bene

Anna De Simone    Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. 

 

Fin da piccoli ci insegnano a prenderci cura del nostro aspetto fisico: lavati i denti, fai la doccia, non sporcare gli abiti…E per quanto riguarda la sfera emotiva? Purtroppo da questo punto di vista, la nostra generazione è stata fortemente penalizzata. Nessuno di noi ha ricevuto un’educazione emotiva e tutto è stato lasciato al caso, o meglio, alla sensibilità del genitore che ci ha accudito elargendoci le più disparate cure. E’ stata la quantità e la qualità di quelle cure e dello stesso legame instaurato con il genitore a rappresentare, per noi, l’unica fonte di educazione emotiva e spesso questo non basta o è addirittura dannosa.

Durante l’infanzia la mente di un bambino è plasmabile; interpreta ed interiorizza gli eventi e in relazione al suo vissuto, inizia a percepirsi come un’essere più o meno meritevole d’amore. In altre parole, con cure adeguate e legami sicuri, il bambino si sentirà protetto e meritevole d’amore: se la condotta del genitore non è in linea con i bisogni emotivi del bambino, questo si convincerà di essere inadeguato e non imparerà ad amarsi.

E’ il tuo inconscio a decidere se sei capace o meno di fare una cosa.

In base alle informazioni che il tuo bambino/a interiore ha filtrato con il passare degli anni, oggi, tu riesci a percepirti come una vincente o una perdente. E’ il tuo inconscio a decidere se sei capace o meno di fare una cosa, è sempre lui che ti impedirà di fare un passo importante per la tua crescita, è determinante nella scelta della carriera così come nella sfera sentimentale, tutto questo perché è a livello inconscio che risiede la più ancestrale raffigurazione mentale che hai di te stessa.

Se la tua raffigurazione mentale è positiva, avrai imparato ad accettarti, volerti bene e muoverti in direzione dei tuoi reali bisogni. Se la tua raffigurazione mentale è negativa, dovrai faticare più degli altri per raggiungere determinati traguardi perché dentro di te c’è qualcosa che ti rema contro, qualcosa che senti di non meritare.

Ti sei mai chiesto quanto la tua autostima abbia inciso sulla tua vita?

Hai già raggiunto qualche tuo obiettivo importante o almeno uno dei sogni che avevi immaginato di realizzare? Se non è successo, può darsi che hai avuto una grossa carenza emotiva e non sei riuscita a riconoscere in te stessa il valore che hai. Come da piccola le tue emozioni sono state invalidate, oggi da adulta, continui a invalidarti senza darti la giusta dimensione.

Ma qual è questa giusta dimensione e soprattutto, come fare per trovarla? Si parte dalla consapevolezza e l’accettazione, due sentieri che all’apparenza sono facili da percorrere ma che possono celare un cammino molto doloroso. L’amara consapevolezza è che a tanti di noi manca l’amor proprio, quella spinta emotiva che ci porta a valorizzarci, apprezzarci e accettarci.

Questa carenza di autostima si traduce in sensi di colpa, sensazione di inadeguatezza, insicurezza. Pensieri disfunzionali che incidono  in modo negativo nei vari ambiti della vita: la realizzazione di obiettivi personali e lavorativi, la vita affettiva, relazionale e sociale.

Costruiamo muri e barriere per non avanzare, per non affrontare le nostre ferite, per non dover accettare ciò che in passato ci ha fatto soffrire, per non accettare dei fallimenti o delle ferite passate. Ci nascondiamo da tutto, anche da noi stessi. In altre parole, sei tu stessa l’artefice della tua mancata realizzazione perché non ti muovi, nella vita, in modo armonioso con i tuoi bisogni… ma certo, fino a oggi nessuno ti ha insegnato a farlo.

Autostima, sai cos’è ma non sai di non averla!

Tutti, grossomodo, sappiamo cos’è l’autostima ma molti di noi non sanno di non averla e non sanno quanto questo possa danneggiare la qualità della vita. La capacità di vivere conflitti senza sentirsi feriti, la capacità di attivare azioni costruttive anziché distruttive (resilienza), la capacità di affrontare il confronto con il prossimo in modo armonioso (e mai ponendosi su un piano di superiorità o inferiorità), sono indice che la vita è orientata verso un modello di benessere. Sono indice di sana autostima.

L’autostima è come la forza nelle gambe per poter camminare, nelle mani per poter afferrare, sollevare, lanciare… L’autostima è un potere necessario per poter portare a termine qualsiasi compito in linea con i tuoi bisogni primari. Senza di essa le difficoltà della vita divengono insormontabili: una collinetta diventerebbe una montagna, una piccola buca diverrebbe un burrone fino a invalidarsi l’intera vita.

Oggi, tu sei l’unica persona responsabile della tua autostima

Ormai sei adulta, non ha senso rimuginare sul passato, su ciò che avresti dovuto o potuto fare, su ciò che ti è stato strappato o negato durante l’infanzia. Un vissuto fatto di mancanze è doloroso ma se ti ha fatto soffrire già nel passato, c’è bisogno che tu agisca di forza senza lasciarti invalidare anche il presente. Soltanto tu puoi decidere di fare ciò che ti piace, soltanto tu hai il potere di scegliere ora chi allontanare e chi avere nella tua vita.

E quando finalmente potrai dire a te stessa “Questo è ciò che mi piace, questo è ciò che mi emoziona e mi fa stare bene, questo è ciò che davvero conta per me“, vorrà dire che stai iniziando a volerti bene.

Capirai che hai molti strumenti per prenderti cura di te e il primo consiste nell’empatizzare con te stessa, nel comprenderti e nel darti, in piena autonomia, tutto ciò che ti è stato negato in passato.

Cosa cambierà quando inizierai a volerti bene

Il giorno in cui inizierai a volerti bene, inizierai a capire che puoi fare molto per te stessa, per la tua crescita e per il tuo benessere personale. Inizierai a convincerti che vale la pena investire energie per te e inizierai a scoprire modi di te ancora inesplorati. Credi di conoscerti a fondo? Sappi che quando inizierai ad amarti scoprirai cose del tuo mondo interiore che non avresti mai immaginato.

Inizierai ad apprezzare il tuo coraggio e cambierà anche il tuo modo di vederti allo specchio: inizierai ad apprezzare davvero ciò che vedi, ogni cosa di te, anche quei difetti che fino a qualche tempo prima potevano sembrarti terrificanti.

Solo a partire da quel momento diventerai consapevole del tuo reale valore. Riuscirai a guardare con maggiore chiarezza il tuo vissuto, arrivando a comprendere la natura di molte emozioni di cui prima non capivi la ragion d’essere. Inizierai finalmente a essere davvero padrona della tua vita e non schiava dei più disparati sentimenti. Tutto, nel tuo mondo interiore, avrà un significato e le emozioni diventeranno le tue migliori alleate: potranno finalmente funzionare come una bussola per indicarti la corretta via nella vita. Ti guideranno nelle scelte da compiere mettendo da parte ogni indecisione e ogni indugio. Non ci sarà più spazio per risentimenti e rimorsi perché tutto si muoverà in armonia con il tuo benessere.

Non cambierà solo il tuo mondo interiore ma anche l’ambiente in cui vivi.

Cambierà il modo in cui ti rapporti con le persone. Il giorno in cui inizierai a volerti bene non soffrirai la solitudine, avrai sconfitto la paura dell’abbandono e del rifiuto, avrai sconfitto la paura del fallimento, la paura di non essere abbastanza… ma abbastanza per chi? Quando imparerai a volerti bene capirai che tu sei già abbastanza, lo sei per te stessa e i retaggi del passato non possono mettere in dubbio il tuo valore.

Non avrai paura del confronto perché riuscirai non solo ad accettarti per ciò che sei ma anche a rispettarti. Da quel momento inizierai a fare una cernita nelle relazioni. Avrai ben chiaro il fatto che gli altri non possono riempire nessun vuoto; se ti manca qualcosa, questo qualcosa non si colma con ciò che risiede all’esterno bensì con quello che già appartiene a te. Le relazioni non colmano dei vuoti, semplicemente accompagnano, regalano affetto e creano dei momenti di autentica condivisione. Momenti di reciprocità e di crescita.

Da quel momento cambierà anche il ritmo della tua vita

Diventerà più semplice vincere la pigrizia o l’ansia nell’affrontare le tue responsabilità. La tua forza di volontà aumenterà e con il tempo i tuoi obblighi ti peseranno sempre meno. Il giorno in cui imparerai a volerti bene, cambierà anche la tua percezione e la tua stessa idea di amore. Acquisterai la consapevolezza che amare vuol dire anche accettare i fallimenti e che voler bene a se stessi, in qualche modo, implica anche accettarsi…. rendersi conto che non serve essere perfetti.

Imparerai che non sono i singoli episodi a darti o a toglierti valore perché tu hai già un valore intrinseco che nessun fallimento potrà mai portarti via. Solo il giorno in cui riuscirai a capire tutto questo, imparerai cosa vuol dire essere davvero libera. Libera da condizionamenti e da modelli operativi interni che niente hanno a che fare con il tuo vero sé e con l’appagamento dei tuoi bisogni più autentici e profondi.

Ecco perché ti ripeto che quando imparerai a volerti bene, scoprirai nuovi aspetti della tua stessa personalità che fino a quel momento avevi ignorato! Concediti la possibilità di conoscerti e apprezzarti per ciò che sei! Per scoprire chi sei, hai solo bisogno di dimenticare chi ti hanno fatto credere di essere.

È dentro di te che troverai l’ascolto, la comprensione, l’amore, la considerazione e la stima mancati