Numero1982.

 

Lo sapevate?

(N.d.R.    Se leggete questo elenco sul telefonino, vi consiglio di tenerlo in orizzontale)

 

Questa è la composizione dell’attuale Governo  ITALIANO

 

R U O L O                  N O M E                      C I T T À

 

Presidente               Mattarella                  Palermo
Repubblica

 

Premier                   Conte                           Foggia

Esteri                       Di Maio                        Avellino

Interni                     Lamorgese                   Potenza

Economia                Gualtieri                       Roma

Giustizia                  Bonafede                     Trapani

Lavoro                     Catalfo                        Catania

Agricoltura              Bellanova                    Brindisi

Scuola                     Azzolina                      Siracusa

Ambiente                Costa                           Napoli

Affari Europei         Amendola                   Napoli

Mezzogiorno          Provenzano                Caltanissetta

Affari Regionali       Boccia                         Bisceglie

Università                Fioramonti                 Roma

Salute                      Speranza                    Potenza

Cultura                    Franceschini               Ferrara

Sport                       Spadafora                   Napoli

Vice Interni             Crimi                           Palermo

 

Ma, siamo sicuri che QUESTI rappresentano TUTTI  GLI  ITALIANI ?-

 

Ad onor del vero, c’è anche qualche ministro al di sopra del PO:

Ministro dell Difesa   Lorenzo Guerini di Lodi,

Ministro dello Sviluppo Economico   Stefano Patuanelli di Trieste,

Ministro delle Infrastrutture e Trasporti   Paola De MIcheli di Piacenza (a sud del Po),

Ministro dei Rapporti con il Parlamento e delle Riforme   Federico D’Incà di Belluno.

Ma hanno Ministeri di scarsa importanza.

 

 

 

 

 

 

 

 

Numero1980.

 

LE  PERSONE   INTELLIGENTI  HANNO  MENO  AMICI ?

 

Recenti studi hanno appurato che le persone intelligenti tendono ad avere meno amici, a confronto delle persone meno intelligenti.
Prima che qualcuno storca il naso, voglio subito chiarire che questo, ovviamente, non vuol dire che tutte le Persone Intelligenti hanno pochi amici, come non vuol dire che le Persone Poco Intelligenti sono circondate da tanti amici, dato che le eccezioni esistono sempre. Ma se dovessimo analizzare un ampio campione di persone, potremmo confermare che queste conclusioni sono attendibili.

Vediamo, allora, 7 ragioni per cui le Persone Intelligenti hanno un numero inferiore di amici, rispetto alla norma.

1 – VEDONO  ATTRAVERSO  LE  PERSONE
Le Persone Intelligenti riescono a capire la personalità altrui più in profondità e non si fermano all’aspetto più superficiale che gli altri vogliono far trasparire.
Tendono a mantenere le distanze dalle persone che, invece di comportarsi in modo naturale, tentano di fare di tutto per farsi apprezzare dagli altri. Queste non sono persone genuine e non vale la pena di perderci dietro tempo che potrebbe essere usato con coloro a cui tengono veramente.

2 – HANNO  UNA  MENTALITÀ  PIÙ  APERTA  E  IDEE  SPESSO  DIVERSE
Le Persone Intelligenti hanno una mentalità più aperta e le loro idee sono spesso diverse da quelle della maggioranza e, nonostante ascoltino le opinioni altrui diverse dalle loro, solo quelle di poche persone, per cui nutrono un profondo rispetto, verranno da loro prese in considerazione.
Questo comporta, per loro, di volersi allontanare ed evitare di perdere tempo con persone superficiali e poco interessanti, che avrebbero poco da dare in una eventuale relazione di amicizia.

3 – NON  AMANO  CONVERSAZIONI  BANALI
Le Persone Intelligenti stanno, generalmente, bene con se stessi. Quando interagiscono con gli altri, non amano impegnarsi in conversazioni banali e insignificanti, preferendo il silenzio.Un detto così recita:”Se non hai nulla da dire di più bello del silenzio, taci. In fondo, è sempre meglio stare in silenzio e sembrare stupido, piuttosto che aprire la bocca e….togliere ogni dubbio”.

4 – DETESTANO  I  COMPORTAMENTI  DRAMMATICI
I comportamenti drammatici, tipici di quelle persone che amano stare al centro dell’attenzione, sono considerati particolarmente irritanti dalle Persone Intelligenti, nonché una perdita di tempo. Ogni persona ha, sempre, molte cose a cui badare e il tempo a disposizione è, al giorno d’oggi, sempre più limitato:
l’ultima cosa che essi vogliono fare è buttarlo via con persone lagnose ed egocentriche.

5 – NON  DEVONO  DIMOSTRARE  A  TUTTI  QUANTO  VALGONO
Le Persone Intelligenti sono forti ed indipendenti. Lavorano ai propri obiettivi per loro stessi e non per far contento qualcun altro. Non si sentono sotto pressione per dover impressionare persone a cui danno poca considerazione. L’unica opinione che conta veramente, oltre la loro, è quella di un circolo ristretto di amici e conoscenti, che rispettano profondamente.

6 – APPROCCIANO  NUOVE  AMICIZIE  CON  CAUTELA
Le Persone Intelligenti già sanno chi sono i loro veri amici. Sanno che il tempo è limitato e passarlo con conoscenze, per loro, meno importanti, vuol dire sacrificare tempo che potrebbe essere speso con persone a cui tengono veramente.
Sia chiaro, conoscere gente nuova, in continuazione, è molto importante, perché li aiuterà ad imparare sempre nuove cose, a capire diversi punti di vista e a crescere, come persone. Ma solo una piccolissima percentuale di queste persone nuove, potrebbe, poi, diventare un’amicizia da considerarsi tale, veramente, e non solo una conoscenza superficiale.

7 – SONO  CONCENTRATI  SUI  LORO  OBIETTIVI
Le Persone Intelligenti, generalmente, sono molto ambiziose e, mentre è vero che hanno molti sogni sui quali lavorano, allo stesso tempo, non amano parlarne e condividerli con persone chiuse mentalmente, le quali, molto probabilmente, li criticherebbero, pur non avendo, spesso, la minima conoscenza per permettersi di farlo e senza portare nulla di costruttivo alla conversazione.
Questo può, spesso, far passare le Persone Intelligenti per arroganti e piene di se. Ma la realtà è che le Persone Intelligenti non hanno, necessariamente, bisogno di far sapere i loro affari a tutti. Mentre, spesso, l’approccio usato dalle persone insicure è quello di cercare l’approvazione altrui.

 

N.d.R.    Questa non è farina del mio sacco. Sono sicuro che il lettore potrebbe sospettare che si tratti di un panegirico autocelebrativo. In realtà, io non ho molti amici, quindi, per sillogismo, dovrei considerarmi intelligente, secondo il contenuto del testo di cui sopra. Niente di più lontano dalla verità: pur senza tanti amici, io mi considero un ignorante, in continuo sforzo di riscatto.
Mi dispiace deludere i miei potenziali detrattori, ma il testo, che mi ha incuriosito, è la trascrizione di un filmato su YOUTUBE. E parla delle Persone Intelligenti. Non di me. Io ne sono solo l’indegno trascrittore.

Numero1979.

 

Stiamo imparando, in TV:

 

La Lingua Italiana al tempo del CORONAVIRUS

 

TERAPIA  INTENZIVA  =  Terapia Intensiva.

PASIENTE  =  Paziente.

Perciò:     Il pasiente in terapia intenziva…..       (di madre lingua e di idioma ignoto).

 

 

Numero1978.

 

Mandata da una amica friulana.

 

Vocabolario da CORONAVIRUS

 

PER  NON  DIMENTICARE  LE  ORIGINI

 

Assembramento                     Un grop di int
Smart Working                       Lavorà a cjase
Asintomatico                          Nol sint nuje
Pre-Triage                               Spete, che ti doi un cuc
Distanziamento                      Stami lontàn par plasè
Picco                                      O sin in somp
Dispnea                                  Piulà
Lockdown                               Dut sieràt
Autocertificazione                  Dulà vastu?
Virus                                       Porcarìe
Positivo                                  Tu lu as cjapàt
Contaminato                          Infetàt
Quarantena                            Stà a cjase to
Flash Mob                              Proteste in t’un lamp.

Numero1972.

 

Il  RE,  il  CONTADINO  e  L’ ASINO.

C’era una volta un Re, che

desiderava pescare, così,

chiama il suo meteorologo

e gli chiede le previsioni

per le ore successive.

Questi gli assicura: ci sarà,

per certo, tempo sereno.

Il Re chiede alla sua Regina

di accompagnarlo. Questa

indossa un abito elegante,

e, insieme, si incamminano

per un delizioso laghetto.

Nel cammino, incontrano

un contadino sul suo asino;

costui, visto il Re, gli dice:

“Maestà, è meglio che lei

ritorni presto a palazzo,

perché verrà tanta pioggia!”

Il Re ci pensa un attimo,

ma, poi, risponde: “Io ho

un meteorologo, pagato

molto bene, che mi ha

assicurato del contrario.

Pertanto, andrò avanti.”

Così fa, ma….poco dopo,

arriva una forte pioggia!!!

Si bagnano completamente

e la Regina inizia a ridere

per l’inaspettata situazione.

Furioso, il Re torna a palazzo

e licenzia il meteorologo.

In seguito, convoca il contadino

e gli offre lo stesso impiego.

Ma costui, titubante, risponde:

“Signore, io non capisco nulla

di tutto questo. So soltanto

che, se le orecchie dell’asino

rimangono abbassate, allora

significa che verrà la pioggia.”

Allora il Re prende la decisione

di assumere l’asino. Ed è così,

che ha avuto inizio l’abitudine,

e la farsa, di assumere asini,

nei luoghi di maggior potere,

e con incarichi ben pagati….

Numero1968.

MAGISTRI  COMACINI

CHI erano e che conoscenze possedevano questi Specialisti dell’Arte Edile, i Maestri Comacini?

La loro presenza è attestata fin dal tempo dei Longobardi (vengono menzionati in due Editti:di re ROTARI del 22/11/643 e in quello di re LIUTPRANDO del 713), per non dire che già al tempo dell’Imperatore Traiano, ne troviamo menzione. In una lettera di Plinio Cecilio indirizzata all’imperatore stesso, troviamo che viene lodato un ‘maestro comacino’ per la costruzione di una “Amenissima villa suburbana sul Lago di Como“. Potrebbero, quindi, originare addirittura dai Collegia Romani, avere un’eredità millenaria.

E’ importante capire se queste ‘maestranze’ possano aver “legato”insieme i culti precedenti al Cristianesimo, ne abbiano ereditato alcuni ‘modelli’spirituali oltre che iconografici (quello è abbastanza evidente!) la flora, la fauna, le spirali, le figure geometriche, e abbiano continuato nei secoli, adeguandosi ai nuovi committenti. Consideriamo che,  tra i Romani, vi doveva essere un miscuglio di genti proveniente da vari distretti, oltre che italiani anche orientali e nordici, popoli che avevano una particolare venerazione per il serpente e per gli intrecci.

Roma aveva “Corporazioni” (i “Collegia Romani”) proprie, in cui l’arte antica si insegnava a porte chiuse, si propagava nella ‘schola’ e nel ‘Laborerium’. L’uso dei Collegia si estese a molti territori conquistati da Roma, tra cui c’è la zona di origine dei Maestri Comacini, che furono i depositari di quell’antica Arte, uniti da quel senso di solidarietà e fraternità che li farà giustamente appellare Maestri e Fratelli Comacini. Furono chiamati anche ‘Fabbri Muratori’ e sembra che questa associazione muratoria possa essere stata il prototipo e l’inizio dei cantieri degli scalpellini nel Medioevo e gli antenati dei Liberi Muratori della Loggia Massonica“.Naturalmente non vi sono documenti certi che lo attestino ma questa supposizione può essere da stimolo per ulteriori ricerche.Il fatto che si spostassero dove venissero richiesti, e per il fatto che siamo di fronte ad una corporazione che si tramandava di generazione in generazione l’Arte edificatoria nei secoli, aumenta la probabilità che fossero venuti a contatto con svariati stili e culti… Sotto la protezione dei Re Longobardi i Maestri Comacini divennero i custodi dell’arte edilizia romana.

Del resto, sappiamo che la corporazione dei Magistri Comacini fu attestata in Italia –dalle Alpi al centro-e Oltralpe in paesi come la Svezia, Dalmazia, Siria, Spagna, Russia…

Essi operarono in Europa seguendo costantemente o adeguandosi ai nuovi stili emergenti, sempre però portando con loro il proprio estro professionale che li rendeva inconfondibili. E, sicuramente, assistettero alla fusione delle forme Romaniche con quelle Gotiche, che contribuirono ad abbellire al passo coi tempi che mutavano, di generazione in generazione.

I Longobardi, provenendo dalla Pannonia, portavano con sé culti pagani orientaleggianti, e anche quando si convertirono , restarono sempre ‘barbari cristianizzati’ legati al culto ancestrale del serpente. E’noto, infatti, come nella loro arte favorirono intrecciamenti ed annodamenti, il ‘nodo longobardo‘ ed i Comacini dovettero sempre occuparsene, sia in senso pagano che in senso cristiano (il serpente tentatore nella “Genesi”,per esempio). Le cattedrali Romaniche e gotiche pullulano di colonne ritorte,spinate e di decorazioni a spirale, forme vegetali intrecciate, figure geometriche e simbolismi paganeggianti.

Quando i loro committenti divennero i funzionari del clero cristiano, l’Arte Comacina continuò a produrre in senso ‘cristiano’ o ‘pagano’? Non è dato sapere dalle fonti ufficiali. Liberamente essi percorrevano quella cristianità senza confini in cui fiorirono monasteri, basiliche, cattedrali…Nel XII-XIII secolo, continuarono ad essere ‘liberi muratori’ in ‘liberi mestieri’,anche quando i re feudali avevano assunto gli aderenti alle “professioni “in pianta stabile. In tale contesto, essi si posero sotto la tutela protettiva della Chiesa e degli Ordini Monastico-Cavallereschi che specialmente  dopo il Mille dilagavano in Europa e oltre,attivissimi sulle vie dei pellegrinaggi.  Inoltre godevano di permessi speciali per circolare liberamente in Europa, erano esentati dalle tasse e non avevano vincoli. Anche quando erano forse mal tollerati per questioni di fede, erano altamente apprezzati e- si può ritenere – insostituibili.

Essi si riunivano in umili ‘baracche’ attigue al cantiere (chiamate ‘logge’ e che sono spesso raffigurate nelle miniature medievali, appoggiate al muro del cantiere) e qui tagliapietre, scultori, scalpellini, si riunivano per ascoltare le parole del Maestro e le sue direttive, raccogliendo soprattutto quello che lasciava ‘trasparire’ ed è probabilmente qui che l’apprendista( il nuovo ‘operaio’) giurava di rispettare i segreti del mestiere, i suoi obblighi e le regole, apprendeva le parole e i segni per riconoscersi tra muratori, segni convenzionali e parole segrete che gli permettevano di farsi ‘riconoscere’ da una loggia all’altra durante i suoi viaggi di lavoratore ‘migrante’.Tutto questo, e il fatto che avessero degli Statuti divisi in Articoli (destinati ai Maestri) e in Punti (destinati agli allievi) ha fatto pensare che essi costituissero il ponte di passaggio tra la massoneria operativa e quella speculativa,che ne avrebbe ereditato la Tradizione spirituale e simbolica, portandola fino ai giorni nostri.

Il 24 giugno 1717,con un’Assemblea,veniva proclamata la Gran Loggia di Londra che segnava il declino dei costruttori,dei Maestri nomadi e il trionfo dei borghesi sedentari,dei nobili oziosi. La Massoneria, quella vecchia fratellanza di mestiere,diveniva ‘speculativa’ : non sarebbero più stati necessari gli strumenti autentici usati nelle polveri dei cantieri delle cattedrali ma piani astratti, strumenti simbolici e “con il solo cemento del pensiero, la squadra dell’anima, il compasso della mente, non intendevano più innalzare edifici, ma ‘costruire’un uomo nuovo, l’uomo ‘perfetto’. L’origine della Massoneria è un campo di indagine pluridirezionale. Dal punto di vista storico, è campo di ricerca, laddove per l’adepto,invece, è un terreno pieno di simbologie che per i profani sono poco comprensibili, addirittura bizzarre e confuse.

E’interessante notare che quando siamo in presenza di costruttori che portano la denominazione della città di provenienza(da Campione,da Bissone,da Arogno,ecc) siamo in presenza di Maestranze Comacine e di persone le quali non provenivano esclusivamente dalla sola città di Como o dall’Isola Comacina, oppure lavoranti ‘cum machinis’(con macchine,forse particolari,che non è escluso possedessero veramente),come molti vogliono genericamente definirli.Mi trovo concorde con quanto afferma il MERZARIO, nella sua opera sui Maestri Comacini del 1893 e cioè che queste abili famiglie di costruttori, scalpellini, lapicidi e cavapietre provenissero da un ampio territorio che si estende a Nord oltre Bellinzona, a sud fin quasi a Milano, a est fino al lago di Idro e ad ovest fino al lago d’Orta.Ciò non esclude affatto che lavorassero con ‘macchine’ o strumentazioni particolari, per l’epoca. Per ignoranza o superficialità, li ritroviamo frequentemente quali anonimi ‘artisti lombardi’(ove questo,a suo tempo, non sottacesse ad un significato spregiativo, tra l’altro).A volte furono denominati anche ‘casari’ o ‘tedeschi’.La confusione è stata per secoli trionfante…

Il Merzario aggiunge che l’applicazione dei precetti di Vitruvio, sebbene con talune caratteristiche innovazioni,fu sempre imitata dalla scuola Lombarda; i libri di Vitruvio erano andati perduti e furono ritrovati molto  più tardi a Montecassino; i precetti venivano tramandati e insegnati oralmente e tradizionalmente da que’ Maestri.

Numero1967.

 

Segnalata da Rita, molto attenta a questi argomenti, perché sa che mi interessano.

 

Dopo la lunga monografia su Ettore Majorana (  i Numeri si possono trovare con il TAG “Fisica”), senza sorpresa, ma con soddisfazione, presento questo

 

AGGIORNAMENTO  SU  MAJORANA

 

I fisici del MIT (Massachusetts Institute of Technology) hanno scoperto prove dell’esistenza dei cosiddetti fermioni di Majorana, particelle che si teorizza siano al tempo stesso anche la loro antiparticella, sulla superficie di un metallo comune: l’oro. Questa è la prima volta che si riscontra la presenza di fermioni di Majorana su una superficie che può essere peraltro potenzialmente ingrandita. I risultati, pubblicati negli Atti della National Academy of Sciences, rappresentano un passo importante verso l’isolamento delle particelle come qubit stabili e a prova di errore per il calcolo quantistico.

I fermioni di Majorana sono particelle di materia che sono al tempo stesso la loro antimateria

Nella fisica delle particelle, i fermioni sono una classe di particelle elementari che include elettroni, protoni, neutroni e quark, che costituiscono tutti elementi fondanti della materia così come la conosciamo. Per la maggior parte, queste particelle sono considerate fermioni di Dirac, in onore del fisico inglese Paul Dirac, ( Monografia sempre sotto il TAG “Fisica”) che per primo ipotizzò che tutte le particelle fondamentali fermioniche dovrebbero avere una controparte, da qualche parte nell’universo, sotto forma di un’antiparticella: essenzialmente, un “gemello” del tutto identico ma con carica opposta.

Nel 1937, il fisico italiano Ettore Majorana ampliò la teoria di Dirac, ipotizzando che tra i fermioni dovessero esserci alcune particelle, chiamate poi fermioni di Majorana, indistinguibili dalle loro antiparticelle. Purtroppo, Majorana scomparve in circostanze misteriose durante un viaggio in traghetto al largo della costa italiana, appena un anno dopo aver annunciato la sua teoria. Da allora gli scienziati hanno cercato la particella di Majorana; fu in seguito suggerito, ma non dimostrato, che il neutrino potesse essere una particella di Majorana, ma d’altra parte i teorici avevano ipotizzato a loro volta che i fermioni potessero esistere anche in corpi solidi, in condizioni particolari.

La scoperta potrebbe essere fondamentale per lo studio del calcolo quantistico

Ora il team guidato dal MIT ha scoperto la presenza di fermioni di Majorana in un sistema materiale progettato e fabbricato da essi stessi, che consiste in nanofili in oro costruiti ​​su un materiale superconduttore, il vanadio, e punteggiati da piccole “isole” ferromagnetiche di solfuro di europio. Quando i ricercatori hanno scannerizzato la superficie vicino a queste “isole”, hanno notato picchi di segnale significativamente vicini all’energia zero sulla superficie dell’oro che, secondo la teoria, dovrebbero essere generati solo da coppie di fermioni di Majorana.

Queste particelle sono qualcosa di estremamente sfuggente, che sono state a lungo oggetto di studio e rimaste un sogno per molti scienziati. Ora abbiamo la possibilità di osservarle su un materiale molto comune: l’oro“, afferma Jagadeesh Moodera, ricercatore presso il Dipartimento di Fisica del MIT. “Il prossimo passo sarà quella di prendere questi oggetti e trasformarli in qubit, il che costituirebbe un enorme progresso verso il calcolo quantistico pratico“, aggiunge Patrick Lee, professore di fisica al MIT.

Numero1965.

 

Ricevo da un’amica, e…non poteva essere altrimenti.

 

L’ AMICIZIA

 

Sorveglia le tue amicizie,

perché vivono fino a

quando si diventa vecchi.

È questa l’ora che

saprai meglio gustarle.

Ti accorgerai che l’amicizia

è una delle maggiori gioie

concesse agli uomini.

E comprenderai che

il miglior modo di trovarla

è offrirla, poiché fiorisce

dove tu l’hai seminata.

Donala alle persone che

intuisci vicine a te, non

t’ingannerai nella scelta.

Non temere di gettare il seme

di una parola o di un gesto:

anche dopo  diversi anni

di lontananza e di silenzio,

questo seme darà fiori e frutti.

Non reclamare al tuo amico

quello che non potrai

restituirgli e non esigere

che sia immune da difetti.

Prima di condannarlo,

guardati allo specchio

e, se zoppica, giudicalo

sempre quando è seduto.

Non dire mai, anche

nei momenti più gravi,

la parola definitiva

che rompa l’amicizia:

appena l’occasione si presenta,

tu, allora, rioffrila intera,

come vorresti riceverla,

nell’ora della sventura.

E, verso la sera della tua vita,

vedrai che l’amicizia è

il fiore più prezioso

del giardino dell’amore.

Numero1964.

 

L’ EREDITÀ

 

Ieri sera, 13 Aprile Anno del Coronavirus, stavo guardando, durante la cena, il programma “L’Eredità” su RAI 1. Flavio Insinna, il presentatore, dirige la sfida, per l’eliminazione, fra due concorrenti una di nome Antonella, l’altra di nome Elisa. Si tratta di completare una parola, di cui viene data la sola lettera iniziale, seguita da tutte le caselle, vuote, che compongono la parola stessa.
Sullo schermo compare una sequenza di  10 caselle : nella prima c’è la lettera L (elle maiuscola in stampatello).
Insinna legge la domanda, cioè la parola di cui si deve dare il sinonimo,  o il significato, riempiendo tutte le caselle : “Paura dei medici”.
La concorrente Elisa, a cui è rivolta la domanda, tentenna, incespica, si arrampica sugli specchi, poi, alla fine, quando ormai mancava di riempire una sola casella, dopo vari tentativi, indovina la consonante T e completa la parola “LATROFOBIA”. E Insinna accetta la risposta, la regia pure, e si va oltre con il gioco.
Io resto sorpreso, perché , secondo me, la parola dovrebbe essere “IATROFOBIA”, con la I e non con la L. Alla fine ….dubbioso, vado su WIKIPEDIA e cerco la parola “LATROFOBIA”. E, cosa trovo?
Trovo che esiste la parola Iatrofobia (al singolare, con l’iniziale minuscola: iatrofobia). Allora capisco. Cos’è successo? Che la I (i maiuscola) è stata scambiata per una l (elle minuscola) e , così, gli autori, o i compilatori delle domande, hanno scambiato la parola “iatrofobia” con “latrofobia”.
Se, però, avessero, almeno, avuto il pudore di verificare l’origine della parola “iatrofobia”, avrebbero trovato che la sua etimologia, dal Greco antico, è: iatròs = medico e phòbos = paura). Che la radice etimologica sia “iatròs” è fuor di dubbio: la stessa radice si trova, ad esempio, nelle parole pediatra (medico dei bambini), geriatra (medico dei vecchi), psichiatria (cura medica della psiche) e in tante altre del vocabolario medico.
Quindi la parola corretta è: IATROFOBIA.

Temevo di essermi sbagliato io. Così, stamattina, sono andato su RAIPLAY e ho rivisto la trasmissione al punto di questo episodio. È successo proprio così!
E pensare che, quella di ieri sera, era la replica di una precedente trasmissione. Si sa che,  a causa del Coronavirus, non è possibile fare trasmissioni in tempo reale. Ma della topica colossale nessuno si è accorto, né allora (alla registrazione originale) né, successivamente, alla replica.

Mi pare di poter dire che il livello culturale e la preparazione linguistica dei cosiddetti “esperti” autori della RAI è abbastanza, ma non basta, …..scadente.
E vi garantisco che non è la prima, e non sarà l’ultima, volta che accade.

Numero1958.

 

APPROCCIO  ALLA   FISICA  QUANTISTICA

 

Possiamo farci un’idea, per quanto grossolana, superficiale e sfumata, di questa materia così astrusa da essere definita “incomprensibile” persino da coloro che la trattarono per primi?
Tentiamo, buttando lì alcune frasi “flash”, dichiarazioni, pronunciamenti, enunciazioni solo verbali di formule fisiche, con il corollario di brevi spiegazioni, il più possibile semplificative.

QUANTUM – Che cos’è?  Einstein lo ha definito “un minuscolo grumo di energia”.
Quando parliamo di QUANTUM, ci riferiamo esclusivamente all’ “infinitamente piccolo”.
Nell’ “infinitamente piccolo”, a differenza della realtà fisica comune a noi nota, una cosa può trovarsi, contemporaneamente, in due posti diversi e il suo destino è dettato dal caso : questa realtà sfida il senso comune.

Max Planck trovò il legame matematico preciso tra il colore della luce, la sua frequenza e la sua energia, ma non ne capì la connessione. Accadeva alla fine dell’ ‘800.

C’è un famoso esperimento, detto “delle due fessure”, che dimostra questa situazione sconcertante.
Quando un singolo elettrone viaggia attraverso le fessure e colpisce uno schermo retrostante, la meccanica quantistica dice questo: non possiamo descrivere ciò che viaggia come un oggetto fisico. Possiamo solo parlare di dove potrebbe essere l’elettrone. Questa “ondata” di possibilità viaggia, in qualche modo, attraverso le fessure, creando interferenze, proprio come l’onda dell’acqua. Ma quando questa colpisce lo schermo, quella che poteva essere solo la “spettrale” possibilità di un elettrone, diventa, misteriosamente, reale.

Niels Bohr e colleghi inventarono la “Teoria Quantistica”, una “folle” ipotesi, senza curarsi che fosse del tutto incomprensibile.
Einstein diede il via a questa affascinante branca della fisica, ma poi si arenò, mettendosi a contestare le “devianti” ipotesi di Bohr  che affermava che “La realtà viene evocata nell’atto di osservarla”.
Ribatteva, infatti, Einstein: “La luna cessa, forse, di esistere, quando io non la guardo?”

Riporto qui un paio di frasi di Niels Bohr, per illustrare di cosa stiamo parlando.

“Tutto ciò che consideriamo reale è fatto di cose che non possiamo definire reali”.

“Chi non è shoccato dalla Teoria dei Quanti, non l’ha capita!”

E, dulcis in fundo, riporto una considerazione di un grande, e poco noto, fisico americano, John Bell, che, a proposito della diatriba feroce fra queste due “scuole di pensiero”, disse:
“Bohr era incoerente, poco chiaro, intenzionalmente oscuro, ….ma giusto.
Einstein era coerente, chiaro, concreto, ….e sbagliato”.

Numero1957.

 

Mandata da Corrado, che di calcio….mastica da un bel po’.

Vocabolarietto calcistico.

Avversario: termine con cui i telecronisti indicano un giocatore straniero dal nome particolarmente difficile.
Detrattori: persone che parlano e sparlano contro i mezzi cingolati agricoli.
Interdizione: la pronuncia corretta di un tifoso interista.
Intermittente: tifoso dell’Inter che scrive una cartolina.
Interprete: un prete tifoso dell’Inter.
Paranoia: la noia che viene al portiere quando non para.
Retrocesso: un cesso visto dalla parte posteriore.
Stopper: stopper dargli un calcione negli stinchi.
Tornante di destra: piccola curva di montagna che svolta a destra.
Crociato anteriore: guerriero cristiano dell’Alto Medioevo.

Da      “Rigore è quando arbitro fischia”            di Masai-Spezia.