Numero2115.

 

D. P. C. M. = Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

È un cont’atto, cioè un atto di Conte, ma fatto con tatto.
Infatti il “piccolo Cesare”, da mesi, ci propina pillole amare di restrizioni delle libertà personali, per l’emergenza CORONAVIRUS, ma con grande delicatezza, direi quasi con la vasellina.
E, anche stavolta, Conte ci ha conciati per le Feste.

Numero2114.

 

T E M P O   E   D E N A R O

 

Ho preso due parole (sostantivi) e ben una dozzina di verbi (o locuzioni verbali) che, con ciascuna di queste due parole, si usano correntemente in senso compiuto, per dimostrarne la sostanziale equivalenza.

Le parole sono:

tempo

denaro.

I verbi che ho trovato sono questi che seguono (ma ce ne sono forse altri):

dare

dedicare

regalare

guadagnare

trovare

perdere

usare

rubare

spendere

sprecare

avere bisogno di

essere privi di

Provate a verificare se è vero, o no, che questi verbi vanno benone con entrambe le parole.

E, come nei teoremi di matematica, posta l’ipotesi, a voi la dimostrazione che porta alla tesi che:

il tempo   è   denaro.

C.V.D. = come volevasi dimostrare.

N.d.R. : qui di seguito, una considerazione paradossale, un’eccezione che conferma la regola.

Chi è occupato a far denaro, non ha tempo.
Infatti il tempo corre, quando siamo noi a correre.
Chi ha molto tempo, non ha bisogno di tanto denaro: è in pensione.
Io sono in pensione e non mi sono mai sentito così ricco ….. del mio tempo.

Numero2109.

 

I   S O G N I

 

I sogni sono il versante invisibile, la realtà altra che, ogni notte, ci visita dall’inconscio.
A volte un sogno equilibra quel che non si esprime, compensa, come avrebbe detto Jung, quel che nega, evita, ignora.
Altre, mette in scena un conflitto, non tanto perché se ne trovi una soluzione, ma perché lo si guardi e, guardandolo, qualcosa accada dentro di noi.
Quel che più conta, al di là delle interpretazioni, è l’emozione che ci comunica.
Ripensiamo a cosa proviamo in sogno e diamo spazio e ascolto all’emozione che emerge.
Al risveglio scriviamo il sogno, in modo da avviare quel dialogo tra conscio e inconscio, ragione e sentimento, atto a trasformarci.
I popoli antichi, al mattino, si trovavano in cerchio per raccontarsi i sogni: erano le notizie del mondo “altro”, impalpabile ma potente dell’inconscio, preziose per la giornata che doveva iniziare.

Numero2106.

Dal settimanale femminile  G R A Z I A

 

CAMILLA SERNAGIOTTO — 

 

L’astinenza sessuale protratta a lungo non fa bene. Non solo al cuore e alla mente, ma anche alla salute.

Cosa succede quando non si fa sesso per tanto tempo?

Niente di grave, ma niente di buono.

Già, perché è dimostrato che l’astinenza sessuale prolungata non fa bene.

Al cuore, alla mente, alla libido, all’ego e anche alla salute. E invecchia corpo e mente.

Per capire quanto il sesso sia importante, ecco

Cosa succede se non si fa sesso: il sistema immunitario si indebolisce

L’astinenza sessuale se protratta per lunghi periodi ci fa ammalare più frequentemente e più facilmente.

Fare sesso e provare piacere, infatti, rafforza il sistema immunitario quindi fare l’amore almeno una volta alla settimana aiuterà l’organismo a creare anticorpi e a essere sano.

Aumenta lo stress

Non fare sesso peggiora lo stato psichico.

Che faccia bene all’umore è indubbio ma non solo all’umore: proprio la psiche ne beneficia. Durante un rapporto sessuale, infatti, il cervello rilascia endorfine e ossitocine, quest’ultima definita “ormone della felicità”.

Interrompere l’attività sessuale comporta una diminuzione drastica dei livelli di ossitocina e di serotonina (l’altro famoso ormone della felicità).

Dunque avere una vita sessuale attiva equivale a fare incetta di endorfine e ad aumentare il livello di serotonina, di conseguenza ci si sente più felici.

Ci si sente più empatici nei confronti degli altri e si coltiva maggiormente la stima per se stessi.

Non fare sesso per lunghi periodi, al contrario, aumenta il rischio di incappare in stress, malumore e ansia.

Cosa succede se non si fa sesso per tanto tempo: si può iniziare a soffrire d’insonnia

L’insonnia è intimamente interconnessa all’astinenza sessuale a causa dell’ossitocina, l’ormone che viene rilasciato in enormi quantità al momento del picco di piacere, l’orgasmo.

Oltre a essere l’ormone responsabile della felicità, l’ossitocina ha anche un effetto calmante davvero potentissimo, tale da aiutare ad addormentarsi meglio e prima.

Nonché a dormire sonni più intensi, profondi e riposanti.

La vagina perde elasticità e lubrificazione

Non fare sesso o farne poco aumenta sensibilmente il rischio di soffrire di cistite e altri malesseri batterici, però al contempo fare l’amore allena la vagina e la rinforza a livello muscolare.

Dire addio per troppo tempo all’erotismo implica perdere tono muscolare, esattamente come succede a chi smette improvvisamente di fare palestra.

Inoltre potrebbero verificarsi problemi di lubrificazione dovuti al calo degli estrogeni proprio perché è l’eccitamento che induce la vagina a inumidirsi.

E questa secchezza che si instaura in conseguenza del poco sesso rischia di provocare comunque la cistite.

Si sente maggiormente il dolore

Fare sesso aiuta a sentire meno il dolore fisico. Le endorfine prodotte al momento dell’orgasmo funzionano come potenti analgesici naturali che permettono di sopportare di più il male fisico, aumentando la soglia del dolore, al minimo, di due o tre tacche.

Dolori di entità minore, come quelli legati al ciclo e al mal di testa, saranno percepiti con un’intensità più leggera.

Se si è in astinenza sessuale da parecchio tempo, è molto probabile che la soglia di sopportazione  del male fisico scenda invece ai minimi storici.

La pelle è meno luminosa

Il sesso fa bene all’incarnato perché fa produrre estrogeni che danno una maggiore disponibilità di collagene, rendendo così la pelle più elastica, giovane, tonica e luminosa.

Non solo: il sesso è un’ottima palestra, un esercizio fisico che fa bruciare parecchie calorie e sudare moltissimo.

Con la sudorazione si aprono i pori e si “lava” via lo sporco che vi è intrappolato.

Come se non bastasse, pure i capelli e le unghie migliorano.

L’astinenza riduce la libido: meno sesso fate, meno voglia ne avrete.

La cosa più “pericolosa” del fare poco sesso? È il circolo vizioso in cui si finisce inesorabilmente:  diminuire o smettere di fare sesso provoca un abbassamento della libido.

Meno sesso si fa, meno si avrà voglia di farlo.

Sembra un controsenso ma è così e tutto dipende dagli ormoni che un rapporto fa secernere. In mancanza di quegli ormoni, gradualmente la necessità di una vita sessuale soddisfacente verrà percepita in maniera erronea: crederemo di poterne fare a meno, non ne avremo quasi più voglia ma la salute, la pelle, la psiche, l’umore e la vita in generale ne risentiranno.

Il sesso allena corpo e cervello

Abbiamo già accennato al fatto che un rapporto sessuale equivalga a una sessione di palestra a livello di calorie bruciate e di tonificazione muscolare.

Si tratta infatti di attività fisica e in quanto tale migliora il sistema cardiocircolatorio e permette di bruciare calorie (e di farlo divertendosi più che sul tapis roulant…)

Ma non solo il fisico ne giova: anche il cervello. L’attività sessuale sviluppa i neuroni dell’ippocampo, la parte del cervello che svolge una funzione importante per la memoria a lungo termine e per l’orientamento nello spazio.

Non fare l’amore per tanto tempo, dunque, influisce sull’invecchiamento non solo di muscoli e di pelle ma anche del cervello, insomma, di tutto il corpo.

Numero2104.

 

L O T T E    I N T E S T I N E

 

Nessun luogo del nostro corpo nasconde più vita e più segreti da scoprire ed esplorare del nostro intestino.

Forse già sapete che i batteri nel nostro intestino hanno conseguenze molto significative sulla nostra salute.

Recenti studi ci hanno aiutato a determinare con maggiore precisione di quali batteri abbiamo necessariamente bisogno. Ciò può essere di particolare aiuto a chi è in sovrappeso: quando si conosce il proprio tipo di intestino è possibile alimentarsi in maniera mirata e integrare i batteri necessari con gli alimenti più facilmente digeribili.

Nel 2011, Peer Bork, un bioinformatico presso l’Europäischen Laboratorium für Molekularbiologie di Heidelberg, ha pubblicato uno studio in cui venivano identificati tre diversi tipi di intestino, indipendentemente da età, nazione, cultura o sesso.

Il tipo di intestino 1 ospita principalmente il ceppo dei Batteroidi ed è caratterizzato da una bassa varietà batterica, che favorisce alcune patologie come ad esempio il morbo di Crohn o l’autismo. La particolarità di questi batteri è che sono in grado di scomporre facilmente gli zuccheri e quindi di mettere i carboidrati rapidamente a disposizione dell’organismo. Per questo motivo per alcuni individui in sovrappeso è molto difficile dimagrire.

Il tipo di intestino 2 è composto dal ceppo principale di batteri del genere Prevotella. Questo tipo di intestino è particolarmente soggetto a diabete e a irritazioni. I vegetariani presentano un numero più elevato di batteri Prevotella, mentre il ceppo dei Batteroidi è più frequente in chi consuma carne. Non è chiaro se i Batteroidi determinino il sovrappeso oppure se prendano il sopravvento nell’intestino quando il soggetto è già in sovrappeso.

Il tipo di intestino 3 è il più frequente ed è colonizzato da batteri del genere Ruminococcus, molto simili al ceppo batterico dei Batteroidi. La caratteristica principale di questi batteri è di nuovo quella di saper estrarre molta energia dall’alimentazione, trasformando anche una semplice insalata in una bomba calorica.

Come si può intuire, non solo il consumo degli alimenti è decisivo per perdere o acquisire peso, ma anche la propria flora intestinale influisce significativamente sul processo della trasformazione alimentare e del metabolismo dei grassi.

Tuttavia esiste un particolare elemento/alimento, contro il quale voglio oggi mettervi in guardia, spacciato dall’industria come “salutare”, in realtà danneggia significativamente il vostro tipo di intestino e può farvi ammalare: mangiare troppo.

Per saperne di più sul senso della sazietà e sul senso della fame, consultate il TAG “Cibo” e troverete ….pane per i vostri denti.

Numero2101.

 

UNA  POESIA  DI TRILUSSA DI CENTO ANNI FA.

 

NINNA NANNA DELLA GUERRA

Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello,
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.***

Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili                                      bombe
de li popoli civili.
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;

che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.                              Tiranno
Ché quer covo d’ assassini                      la banda
che c’insanguina la tera
sa benone che la guera
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.

Fa la ninna, cocco bello,
finché dura sto macello:
fa la ninna, ché domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.

E riuniti fra de loro,
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!

 

*** N.d.R.  A leggere questa prima strofa, vien da pensare ad una banale filastrocca per bambini. Ma, quando Trilussa pubblicò questa poesiola, scritta alla sua inconfondibile maniera, correva l’anno 1914 e già era scoppiata la Prima Grande Guerra Mondiale. E la sensibilità autentica di questo vate popolare aveva già intercettato e percepito, con profondità profetica, il dramma ancora più devastante che sarebbe accaduto neanche trent’anni dopo con la Seconda Grande Guerra, e con i suoi oscuri protagonisti. Senza parlare delle molteplici sfrangiature di conflittualità che sarebbero succedute, in seguito, nel dopoguerra. E, seppur camuffati da esigenze economiche, sempre per motivi ideologici: la razza o la religione.