Numero2332.

 

 

Da   REDAZIONE  ANSA     8 Febbraio 2022

 

Ratzinger: “grandissima colpa” se non si affrontano abusi

 

Ratzinger, in una lettera sugli abusi a Monaco, parla di “grandissima colpa” per chi commette abusi ma anche per chi non li affronta. Negli incontri con le vittime “ho guardato negli occhi le conseguenze di una grandissima colpa e ho imparato a capire che noi stessi veniamo trascinati in questa grandissima colpa quando la trascuriamo o quando non l’affrontiamo con la necessaria decisione e responsabilità, come troppo spesso è accaduto e accade”.

“Ho avuto grandi responsabilità nella Chiesa cattolica. Tanto più grande è il mio dolore” e “ogni giorno mi domanda se anche oggi io non debba parlare di grandissima colpa”.

Il Papa emerito Benedetto XVI torna a chiedere “perdono”, a nome della Chiesa, considerati gli importanti ruoli che lui stesso ha ricoperto, per gli abusi commessi dal clero.

Nella Lettera a commento del rapporto sulla pedofilia nella diocesi di Monaco ricorda i suoi incontri con le vittime nei viaggi apostolici da Pontefice e scrive: “Come in quegli incontri, ancora una volta posso solo esprimere nei confronti di tutte le vittime di abusi sessuali la mia profonda vergogna, il mio grande dolore e la mia sincera domanda di perdono. Ho avuto grandi responsabilità nella Chiesa cattolica. Tanto più grande è il mio dolore per gli abusi e gli errori che si sono verificati durante il tempo del mio mandato nei rispettivi luoghi. Ogni singolo caso di abuso sessuale è terribile e irreparabile. Alle vittime degli abusi sessuali va la mia profonda compassione e mi rammarico per ogni singolo caso”.

Numero2331.

 

 

P O V E R A    I T A L I A        (Tormentone RAP)

 

Ahi, Italia, sei una terra di tanti
malfattori, ed hai una legione,
o forse più, di furbetti e furfanti,

con schiere di maghetti e cartomanti,
un folle variopinto carrozzone
strapieno di peccatori e di santi.

Tu, bel paese di poeti e naviganti,
sei palcoscenico da esibizione
di frotte di suonatori e cantanti,

lo zoo dove, topolini e elefanti,
in una straordinaria commistione,
convivono insieme tutti quanti.

Trovi di tutto: mariti ed amanti
in una medesima abitazione,
strani gruppi di monache e baccanti.

C’è chi va di dietro e chi va davanti,
si vendono, senza autenticazione,
falsi vetrini al posto di diamanti.

Ci son meno onesti che lestofanti,
in questa bella ma strana nazione;
ci sono troppi poveri abitanti,

e, tuttavia, moltissimi emigranti,
in una controversa accettazione.
E, nelle scuole, studenti ignoranti

sono sempre trattati con i guanti,
con una complice agevolazione,
da beceri, impreparati insegnanti.

Ci son molti corrotti governanti,
con l’impunità dalla detenzione,
e fin troppi, giovani pensionanti:

è un paese di vecchi e di badanti,
vista l’età della popolazione.
Son di moda le cure dimagranti,

ed  i trionfi delle creme abbronzanti.
Non è, ormai, di facile soluzione
il problema delle polveri inquinanti,

come pure, dei rifiuti ingombranti.
Si sa, la pubblica amministrazione
è sommersa da leggine aberranti.

Abbondano i magistrati pedanti,
nei tribunali, e scoppia il bubbone
marcio delle prigioni straboccanti.

Nelle strade, cadaveri ambulanti,
come pure, baby gangs in azione.
In caserma, soldati e comandanti,

manipoli di cavalieri e fanti
formano un’armata brancaleone.
È questo un paese di atei e benpensanti,

che convivono da saggi ignoranti,
ognuno con la propria convinzione.
E, nelle città, clienti e commercianti,

negli opifici, impiegati e braccianti:
col loro lavoro o professione,
sono i tecnici ed i manovalanti.

Che siano sottomessi od arroganti,
nella loro specifica mansione,
diventano crumiri o scioperanti.

Negli stadi, difensori ed attaccanti
rincorrono affannati un pallone.
Negli ambienti, cafoni od eleganti,

vi sono poveracci e benestanti,
ognuno con la propria condizione
di eterni paperoni e mendicanti.

E poi, dovunque, mafiosi e briganti,
con minacce, con prevaricazione,
e con intimidazioni assillanti.

Ed ancora, abbiamo i grilli parlanti
e, poi, i fenomeni da baraccone,
persino, pure, le fate ignoranti

e non mancano le muse inquietanti.
In questa variegata confusione,
le delusioni sono sconfortanti

e le speranze, ormai, agonizzanti!
Sì, è questa l’amara conclusione:
per la nostra nazione siamo affranti.

Svegliati, Italia, ché, se non la pianti,
non avrai alcuna giustificazione:
così non potrai, proprio, andare avanti!                         26