L’ieri è storia,
il domani è un mistero,
l’oggi è un dono.
Per questo motivo
lo chiamiamo presente.
Babatunde Olatunji ( musicista nigeriano ).
Cosa ci insegna la vita… testamento spirituale di un libero pensatore
L’ieri è storia,
il domani è un mistero,
l’oggi è un dono.
Per questo motivo
lo chiamiamo presente.
Babatunde Olatunji ( musicista nigeriano ).
Segnalata da Rita.
N O N I M P O R T A Q U A N T I A N N I H O
“Non importa quanti anni ho”. di José Saramago
Ho l’età in cui le cose si osservano con più calma,
ma con l’intento di continuare a crescere.
Ho gli anni in cui si cominciano ad accarezzare i sogni con le dita
e le illusioni diventano speranza.
Ho gli anni in cui l’amore, a volte, è una folle vampata,
ansiosa di consumarsi nel fuoco di una passione attesa.
E altre volte, è un angolo di pace, come un tramonto sulla spiaggia.
Quanti anni ho, io?
Non ho bisogno di segnarli con un numero, perché i miei desideri avverati,
le lacrime versate lungo il cammino al vedere le mie illusioni infrante valgono molto più di questo.
Che importa se compio venti, quaranta o sessant’anni!
Quel che importa è l’età che sento.
Ho gli anni che mi servono per vivere libero e senza paure.
Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me l’esperienza acquisita e la forza dei miei sogni.
Quanti anni ho, io? A chi importa!
Ho gli anni che servono per abbandonare la paura e fare ciò che voglio e sento.
Il testo di Saramago si distingue per la sua universalità: parla a chiunque, indipendentemente dall’età anagrafica, poiché l’età diventa un concetto relativo, subordinato alla forza dei sogni, alla passione, alla serenità conquistata con il tempo.
Questa poesia è una guida per vivere con consapevolezza e coraggio, per abbandonare l’ansia di conformarsi agli standard imposti e per abbracciare la bellezza di ogni fase della vita.
José Saramago (1922-2010), premio Nobel per la Letteratura nel 1998, è stato uno degli autori più influenti del XX secolo.
Nato ad Azinhaga, un piccolo villaggio in Portogallo, ha dedicato la sua vita alla scrittura, esplorando con maestria temi come l’umanità, la politica, la religione e la condizione esistenziale.
Tra le sue opere più celebri figurano “Cecità”, un romanzo che indaga sulla natura umana di fronte al caos, e “Il Vangelo secondo Gesù Cristo”, una rivisitazione audace e poetica della figura di Cristo.
Con una prosa unica, caratterizzata dall’uso innovativo della punteggiatura e dalla profondità delle idee, Saramago ha conquistato milioni di lettori in tutto il mondo.
Questa poesia, benché meno conosciuta rispetto ai suoi romanzi, rappresenta una sintesi perfetta della sua visione filosofica e della sua straordinaria capacità di parlare al cuore umano.
V I V E R E A F F A N N O S A M E N T E
Chiediti cosa fare per guarire
da questa assurda malattia
di vivere senza aver il tempo
per farlo, se puoi, felicemente.
Puoi avere tutto ma, se non hai
il tempo per godertelo, allora
è come se non avessi niente.
Il tempo, prezioso e insostituibile,
è la vera ricchezza della vita.
Cercalo per te, è un tuo diritto
averlo e farlo rispettare dagli altri.
I L T E M P O N E L L A V I T A
Non viviamo
per il futuro.
Noi viviamo
perché ci resti
un passato.
Friederich Nietzsche.
I L T E M P O N E L L A V E C C H I A I A
gli attimi
sono minuti
e questi
sono ore
degli anni
che restano
per l’amore.
V A L O R E
Con il tempo,
si impara
a dare valore
a chi merita.
L’ A T T E S A
Il maggior ostacolo
del vivere quotidiano
è, soprattutto, l’attesa:
dipende dal domani
e spreca l’oggi.
Seneca.
I N E L U T T A B I L I T A’
Vivi ogni giorno
come fosse l’ultimo.
Purtroppo è solo
questione di tempo:
prima o poi
avrai ragione.
Niente invecchia
tanto in fretta
come il nuovo.
Filippo Tommaso Marinetti ( 1876 – 1944 ) Fondatore del “Futurismo”.
L’ A P P R O V A Z I O N E D E G L I A L T R I
Se cerchiamo costantemente
l’approvazione degli altri,
diventiamo prigionieri
delle loro aspettative,
perdendo la nostra
libertà interiore
e il tempo da dedicarci.
da QUORA
“Invecchiamento Accelerato: Abitudini da Scongiurare per Preservare la Gioventù”
Scrive Pier Carlo Lava, corrispondente di QUORA
1. Dieta Sregolata e Povera di Nutrienti
Una dieta ricca di cibi altamente processati, zuccheri raffinati e grassi saturi può avere impatti negativi sulla salute e accelerare il processo di invecchiamento. Adottare una dieta bilanciata, ricca di frutta, verdura, proteine magre e grassi sani può contribuire a mantenere il corpo sano e in forma.
2. Scarsa Attività Fisica e Sedentarietà
La mancanza di esercizio fisico può contribuire all’indebolimento muscolare, alla perdita di flessibilità e all’aumento di peso, tutti fattori che possono accelerare il processo di invecchiamento. Mantenere uno stile di vita attivo può contribuire a preservare la funzionalità fisica e mentale nel corso degli anni.
3. Esposizione Eccessiva al Sole senza Protezione
L’esposizione eccessiva ai raggi UV senza protezione può accelerare l’invecchiamento della pelle, causando rughe, macchie scure e perdita di elasticità. Utilizzare creme solari e adottare misure di protezione può aiutare a preservare la salute della pelle nel tempo.
4. Consumo Eccessivo di Alcool e Tabacco
Il consumo eccessivo di alcol e il fumo sono collegati a molteplici problemi di salute, inclusi danni ai polmoni, al cuore e alla pelle. Ridurre o eliminare queste abitudini può contribuire a rallentare il processo di invecchiamento e migliorare la qualità della vita.
5. Mancanza di Sonno Adeguato
La mancanza di sonno non solo influisce sul nostro stato di veglia quotidiano ma può anche accelerare l’invecchiamento. Un riposo sufficiente è fondamentale per il recupero delle cellule e la gestione dello stress, entrambi cruciali per preservare la vitalità nel tempo.
6. Stress Cronico e Mancanza di Gestione dello Stress
Lo stress cronico può avere impatti negativi sulla salute mentale e fisica, contribuendo all’invecchiamento precoce. Pratiche come la meditazione, lo yoga o l’esercizio fisico possono aiutare a gestire lo stress e promuovere il benessere generale.
Conclusioni: Scelte Consapevoli per una Vecchiaia in Salute
Evitare queste abitudini dannose e adottare uno stile di vita sano può contribuire a preservare la salute e rallentare il processo di invecchiamento. Facendo scelte consapevoli, possiamo investire nel nostro benessere a lungo termine e godere di una vecchiaia più sana e attiva.
Scrive Chris Nichols, corrispondente di QUORA
Quali sono alcune difficili verità sull’invecchiamento?
Più invecchi e più ti rendi conto che molte cose che ti sono state insegnate in gioventù sono semplicemente sbagliate.
V I T A D O P O L A M O R T E
da QUORA
Scrive un corrispondente sotto lo pseudonimo di “Tirannoide”:
Dove sono finiti tutti coloro che sono morti? Siamo destinati al nulla?
Logicamente parlando, non è detto.
Prevedo già che qualcuno abbia la tastiera pronta per scrivermi, dopo aver appena letto la prima frase. Calma e leggi prima fino alla fine. La risposta è lunga proprio perché parla di concetti logici complessi che non si sentono tutti i giorni, perché nessuno, né tra gli atei, né tra i religiosi è disposto a pensarci con serietà e onestà intellettuale.
Premetto che sono agnostico (con avversione verso la religione oltretutto).
Agnostico: cioè qualcuno che non crede finché non vede ma, allo stesso tempo, non da per scontato che se non vediamo qualcosa allora questa cosa non può per forza esistere. Diciamo che l’agnostico ha la visione più oggettiva di tutti perché non ha un bias cognitivo né a favore di certi concetti, né contro certi concetti, ma cerca di analizzare la cosa più oggettivamente e imparzialmente possibile andando tanto in profondità. Questa analisi è interamente basata sulla logica.
Quindi perché penso che dopo la morte potrebbe (forse) anche esserci qualcosa ?
La possibilità che ci sia qualcosa dopo la morte (in qualche forma non specificata), ritengo sia del 50 %, dopo una lunghissima analisi durata un decennio, che sto per condividere con voi il più brevemente possibile.
Indice di dimostrazioni/prove a favore della vita dopo la morte:
Cominciamo. Buona lettura !
Partiamo con la dimostrazione che ciò che suona logicamente assurdo (come la vita dopo la morte) può tranquillamente essere reale.
Nei tempi da Newton in giù (la maggioranza della storia), era logico, razionale e pesantemente ovvio che il tempo fosse lineare, universale e costante. Pensarla diversamente era assurdo e andava contro ogni briciolo di buon senso e logica. Poi Einstein scoprì la relatività e che il tempo non scorre linearmente e costantemente ma può essere rallentato e addirittura può scorrere diversamente in due “locazioni” diverse dello stesso oggetto. Ovviamente fu preso in giro per la sua teoria dalla maggioranza della comunità scientifica siccome era andato contro ciò che era pesantemente ovvio e chiaramente innegabile cioè che il tempo è assoluto.
Poi quando Einstein riuscì a dimostrare la sua teoria ricevette i riconoscimenti dalla stessa comunità scientifica. (Vi spiego alla fine di questi esempi cosa implica).
La meccanica quantistica è un altro esempio di sputo in faccia alla logica convenzionale.
Da sempre è stato logico, normale e totalmente innegabile da qualsiasi buon senso che un oggetto può solo essere in una posizione e non in due o più contemporaneamente. Se c’è qualcosa sul tavolo allora è sul tavolo, punto e basta. Non può essere anche in Russia contemporaneamente! Lo era fino a qualche anno fa almeno. Non avrebbe il minimo senso, non meriterebbe nemmeno un pensiero al riguardo.
Poi è venuta la meccanica quantistica che ha dimostrato che qualcosa può avere due posizioni contemporaneamente (superposizione quantistica) e che addirittura ci possono essere due particelle diverse che interagiscono istantaneamente e corrispondentemente appena una di loro subisce un cambiamento (quantum entanglement).
Non fraintendetemi, non sto dicendo che la meccanica quantistica è magia nera. Anche essa segue una logica e delle leggi della fisica, tuttavia segue leggi diverse e si comporta in modo totalmente alieno rispetto al resto della realtà. Immaginare una cosa del genere 100 anni fa era follia totale senza senso, era oltre l’immaginabile, ma poi si è dimostrato reale un evento del genere, sputando in faccia senza sentimenti a ciò che chiamavamo logica.
Il fatto che le cose non possono apparire dal nulla è un dato di fatto logico e innegabile. Però ancora una volta siamo stati costretti a ricrederci.
Quando abbiamo un totale vacum (vuoto), in cui non c’è niente, parliamo del NULLA assoluto, succede che delle particelle vengono generate dal nulla per poi annullarsi con le proprie controparti antimateriche subito dopo. Qualcosa di misterioso, illogico e impensabile, però anche questo si è dimostrato reale.
Non ci pensate spesso però se vi fermate un attimo noterete che il concetto stesso di esistenza è follia totale. Com’è possibile che le cose esistano ? Perché devono esistere ? Perché la materia si è aggregata da sola per creare la vita ? Anche il concetto di vita è assurdità. Si tratta di processi chimici così complessi che la possibilità che tutto questo accada è il numero più vicino allo 0 che puoi immaginare. Però eccoci qui, non ostante la possibilità che qualcosa del genere accada sia praticamente 0. Un’altra prova che anche una cosa infinitamente improbabile e folle può tranquillamente essere reale e accadere per un motivo o per l’altro.
L’esistenza della coscienza e dell’individuo è follia totale. Che la materia possa prendere consapevolezza con delle aggregazioni chimiche è qualcosa di totalmente straordinario. Non conosco bene i particolari della coscienza quindi non mi dilungo troppo a parlare di essa, anche perché ci tengo a dare informazioni corrette nel modo più semplice. Sono tutti d’accordo con il fatto che la coscienza è qualcosa di molto improbabile e complesso e conosciamo ancora ben poco del suoi funzionamento.
Perché vi ho fatto tutti questi esempi storici della vita reale ?
Vi ho fatto questi esempi per farvi capire soltanto una cosa: che anche quando qualcosa suona totalmente impossibile a prima vista, o quando sembra altamente improbabile, può ancora essere reale o accadere (come dimostrato da questi esempi lampanti). Il fatto che suoni illogico o estremamente improbabile non è un motivo per escludere un’ipotesi. Addirittura anche qualcosa di verificato e dimostrato oltre ogni dubbio si può dimostrare falso in futuro (come il tempo indubbiamente lineare prima di Einstein e la fisica classica prima della meccanica quantistica).
Quindi anche qualcosa come la vita dopo la morte potrebbe essere possibile e potrebbe essere dimostrato un giorno, anche se suona assurdo o improbabile per ora.
Che cosa lo dimostra ?
Lo dimostrano tutti questi forti ed estremi esempi pratici del mondo reale nella storia che sono ufficialmente dimostrati dalla scienza. Penso che solidificare questa frase più di così sia impossibile.
2. Il raziocinio e la sua base
In pratica, avevamo determinati strumenti in passato che ci permettevano di analizzare la realtà fino a un certo punto e da li si costruiva la nostra logica. Poi i nostri strumenti sono migliorati e abbiamo scoperto una porzione maggiore della realtà che ha cambiato la nostra logica espandendola e aggiornandola. In futuro accadrà ancora e ancora, possibilmente senza un limite definito. Più diventano complessi i nostri strumenti più scopriamo che la realtà è diversa da come ce la immaginiamo e ciò che chiamiamo “logica” e “raziocinio” cambiano e si aggiornano per comprendere meglio le nuove porte aperte, le nuove possibilità e i nuovi ordini di magnitudine e di comprensione.
Cosa sono quindi il raziocinio e la scienza ?
La scienza, la logica e il raziocinio non sono altro che Il metodo scientifico. Il metodo scientifico non è altro che un’interpretazione che tenta di comprendere la realtà nel modo più realistico possibile in base agli strumenti e alle conoscenze attualmente presenti. Nel momento in cui i nostri strumenti e le nostre conoscenze si aggiornano, allora cambia anche l’interpretazione della realtà e anche il metodo scientifico si aggiorna e diventa più preciso a interpretare la realtà.
Questo è il motivo per cui una volta molte cose che erano totalmente illogiche e folli sono diventate dimostrate e logiche OGGI. Non è perché la scienza si droga, ma perché è migliorata e ha espanso i suoi confini ed è stata capace di vedere angoli della realtà che prima non vedevamo.
Perché il metodo scientifico e i nostri strumenti si sono aggiornati, sono diventati più potenti e sono stati in grado di guardare più in profondità negli abissi della realtà. Questo è destinato a succedere altre infinite volte nel futuro, come è sempre successo fino ad ora. Siamo solo agli inizi della scienza.
Quindi ripeto. La scienza non è assoluta perché anche essa è in continuo aggiornamento e contraddizione. Quindi, ciò che oggi suona impossibile o improbabile (la vita dopo la morte nel nostro caso) può ancora (non è detto) essere dimostrato reale in futuro dopo i miglioramenti dei nostri strumenti e del metodo scientifico.
3. Possibilità concrete di vita dopo la morte con quello che conosciamo adesso.
Queste che arrivano adesso sono speculazioni di mia mano. Non sono dati dimostrati al 100 % a differenza di tutto quello scritto sopra. Però le ritengo possibilità valide.
Come potete vedere abbiamo già delle possibilità non ignorabili per continuare ad esistere in qualche forma dopo la morte e abbiamo esplorato queste teorie basandoci sulla nostra scienza attuale che è limitatissima.
Immaginate quanto si arricchirà la lista quando la scienza esplorerà meandri inimmaginabili della fisica e del cosmo.
4. I limiti intrinseci
Il concetto lovecraftiano: questa argomentazione è fantastica. Quando eravamo ominidi pensavamo di sapere quasi tutto, non sapevamo nulla; poi quando abbiamo fuso il ferro pensavamo di sapere tutto, non sapevamo nulla; poi quando abbiamo acceso la lampada abbiamo pensato di sapere tutto, non sapevamo nulla; poi è arrivata la fisica quantistica e ha sconvolto la nostra visione della realtà in una maniera incredibile facendoci ancora pensare di sapere qualcosa della realtà. Hai capito dove cerco di arrivare ?
Abbiamo sempre pensato di sapere tutto ma non sapevamo mai niente, e anche adesso è lo stesso, siamo arroganti e ingenui, pensiamo sempre di sapere qualcosa e poi la realtà ci travolge con scoperte che vanno oltre la follia e forse non esiste un limite a quanto non conosciamo. Anche le formiche pensano di sapere qualcosa sul mondo ma non sanno niente, così anche noi siamo come loro. Abbiamo sempre pensato di sapere ma non abbiamo la più pallida idea di quanto siamo ignoranti, siamo limitati tanto quanto quelle formiche che guardiamo al parco. La nostra limitata logica e scienza di cui andiamo confidenti sono come accendere una torcia nell’abisso dell’oceano pacifico e ci aspettiamo anche di potere vedere qualcosa: nulla, non vediamo nulla. La nostra torcia ci illumina a un metro dal naso ma l’abisso intero rimane intorno a noi e quindi cosa abbiamo capito della realtà? Nulla!
Come possiamo quindi essere così arroganti da sapere se c’è o non c’è nulla dopo la morte col nostro limitatissimo raziocinio che probabilmente è diversi ordini di magnitudine meno complesso di quello che serve per poter dare risposta a certe domande dove non c’è nemmeno un singolo modo di sperimentare o fare osservazioni? Leggi della fisica che non abbiamo scoperto, la fisica quantistica che dimostra una regione del micro cosmo che NON segue la logica tradizionale ma ha delle leggi completamente diverse, quasi fantastiche, che non fa altro che dimostrare come il raziocinio sia debole e limitato e come cose che sembrano impossibili possono succedere. Materia oscura e possibili materie ancora più sottili che creano strutture invisibili nell’universo che non vediamo, tante dimensioni e corridoi spaziali sottili sconosciuti, possibilità di esistenza diversa fuori dal buio cosmico e la componente lovecraftiana dell’inimmaginabile, perché bisogna considerare che io ho elencato solo ciò che conosciamo ma bisogna partire col presupposto (al 99,99% corretto) che siamo limitati come i plancton nell’oceano e che ci sono cose che non scopriremo mai e che la nostra mente non è capace fisicamente di processare che aumenta le possibilità nell’infinito.
Possiamo davvero dire di sapere qualcosa così fuori dalla nostra comprensione nella nostra consapevole ignoranza e limitazione ? Non si può dire con certezza perché probabilmente non conosciamo il 99.9 % di ciò che dobbiamo sapere dell’universo e di chissà cos’altro c’è là fuori in quell’ abisso nel buio cosmico e micro cosmico. Il 94 % della massa dell’universo è invisibile anche agli strumenti, ci sono particelle che dovrebbero esistere ma di cui non vi è traccia, il buio oltre al cosmo, i corridoi dimensionali dalla meccanica quantistica e chissà cos’altro che nemmeno immaginiamo. Siamo solo sulla punta della punta dell’iceberg.
L’ultima osservazione è un concetto valido che aumenta la possibilità che ci sbagliamo sulla morte e su qualsiasi altra cosa (parlo di possibilità e speculazioni) per il semplice fatto che ci ricorda che non sappiamo nulla e se ti basi sull’ignoranza allora non scoprirai mai la verità.
Siete ancora sicuri che non ci possa essere nulla dopo la morte ? Io non ne sarei così convinto.
C R O N O V I S O R E
Questo argomento è già stato trattato al Numero1142 e al Numero1141. Qui viene approfondito, almeno in parte, ma meriterebbe di essere sviscerato ulteriormente, perché di enorme importanza.
Lunedì 7 Ottobre 2019 di Alberto Toso Fei
Se fosse vera – poiché il mistero che vi aleggia e il dibattito che vi si svolse attorno rendono tutto indistinguibile – sarebbe la più sconvolgente scoperta scientifica di tutti i tempi: il “Cronovisore”, un apparecchio che poteva catturare immagini e suoni dal passato, e mostrarli come in una diretta televisiva; come se avvenissero davanti agli occhi di chi osservava.
Il suo inventore, Pellegrino Ernetti, ebbe per questo buona fama, finché ogni cosa – tra smentite e silenzi – fu seppellita dall’oblio. Eppure questo monaco benedettino, che visse e operò per decenni sull’isola di San Giorgio Maggiore, fece parlare a lungo di sé e dei suoi studi, e prima di portare con sé il segreto nella tomba – nel 1994 – operò in più settori singolari.
Frate, fisico, esorcista ufficiale della diocesi di Venezia e titolare dell’unica cattedra del suo genere al mondo (quella di musica prepolifonica) al Conservatorio “Benedetto Marcello”, Pellegrino Alfredo Maria Ernetti nacque a Rocca Santo Stefano – in provincia di Roma – nel 1925: uomo di vasta cultura e di mente estremamente aperta, ebbe la prima intuizione della possibilità di esplorare i confini del tempo dopo la laurea in fisica, a Milano, mentre all’Università Cattolica del Sacro Cuore collaborava con padre Agostino Gemelli. Secondo il suo stesso racconto, gli accadde di essere testimone di un fatto singolare: sul nastro di un registratore era rimasta impressa la voce del defunto genitore di Padre Gemelli, in risposta a una invocazione da parte di suo figlio.
Erano gli anni Cinquanta, e l’idea che la nascente tecnologia elettronica potesse creare dei legami col passato gli sembrò estremamente concreta: la sua “macchina del tempo” (la definizione di “Cronovisore” fu creata più tardi dallo studioso Luigi Borello) si basava sulla teoria che ogni gesto, ogni movimento, ogni azione effettuata dall’uomo si trasforma in energia che non si distrugge ma da quel momento inizia a vagare nell’Universo. Il segreto stava tutto nel decodificare quell’energia, tornando alla posizione che aveva la terra nel momento in cui si svolgeva l’evento passato e “sintonizzandosi” con essa (peraltro seguendo la teoria relativistica di Albert Einstein).
Il gruppo di lavoro sarebbe stato composto da dodici persone, tra cui Enrico Fermi e Werner von Braun, lo scienziato tedesco direttore della Nasa e progettista del missile che più tardi portò l’uomo sulla luna, oltre allo stesso Gemelli. I primi esperimenti riguardarono personaggi vicini a quel tempo, in modo da poter controllare se ciò che veniva visto rispondeva alla realtà conosciuta. Si cominciò dunque con Mussolini, e rapidamente si passò a Napoleone; poi Ernetti e i suoi collaboratori si spinsero nell’antichità, e videro Cicerone mentre pronunciava i suoi discorsi, le legioni romane in marcia, e assistettero alla rappresentazione del “Thyestes” di Quinto Ennio, recitato a Roma nel 169 avanti Cristo, durante i Giochi Pubblici in Onore di Apollo. Arrivarono a trascriverne i passaggi, visto che della tragedia esistevano solo dei frammenti.
Alla fine il gruppo si spinse oltre l’immaginabile, e col visore assistette all’Ultima Cena, al tradimento dell’orto degli ulivi, alla flagellazione, al viaggio sul Calvario, alla crocifissione, sepoltura e resurrezione di Cristo. Videro tutto, sentirono ogni parola, ascoltarono ogni rumore. E giurarono di non dire nulla a nessuno.
Ogni singolo esperimento fu filmato e mostrato a Pio XII; fu proprio il Vaticano a impedire che il progetto venisse divulgato: caduto in mani sbagliate, con la sua potenziale capacità di leggere anche i pensieri – altra forma di energia – il “Cronovisore” sarebbe divenuto un’arma di potere terribile e capace di sconvolgere l’intera umanità. Fu quindi smontato e consegnato alle autorità ecclesiastiche, che ne custodirebbero ancora oggi il segreto. E sebbene già allora una delle immagini diffuse da Ernetti sulla passione di Cristo fu riconosciuta come falsa (anche se i sostenitori dell’esistenza dell’apparecchio ritengono che si trattò di una falsa prova escogitata proprio allo scopo di screditare e far dimenticare l’intera operazione), la fama della macchina del tempo creata da un monaco veneziano e languente in qualche magazzino del Vaticano, coperta di polvere, è lontana dal tramontare.
da QUORA
Qual è il caso di reincarnazione più convincente della storia?
Scrive Manuel Pietropaolo, corrispondente di QUORA
Dorothy Eady nacque nel 1904 nella periferia di Londra. Una bambina come tante, in una famiglia come tante. Ma a tre anni, la vita di Dorothy cambiò per sempre.
Mentre giocava sulle scale di casa, la bambina scivolò e cadde, battendo violentemente la testa. Dorothy perse conoscenza ma, al suo risveglio, sembrava non aver riportato alcuna ferita, e i genitori tirarono un sospiro di sollievo. Qualcosa, però, era cambiato. La bambina estroversa e allegra sembrava aver lasciato il posto ad una personalità introversa e nervosa. Dorothy si nascondeva, era intimorita da oggetti comuni, e spesso chiedeva ai genitori di riportarla “a casa”, sostenendo che quella non fosse la sua vera dimora. La bambina cominciò anche a soffrire di incubi notturni, nei quali vedeva “antiche costruzioni” e “maestose colonne”.
Ma fu durante una visita al British Museum di Londra, che la storia di Dorothy prese una piega alquanto strana.
Giunti nella sala dedicata all’Antico Egitto, Dorothy sembrò recuperare la vitalità di un tempo, si aggirava affascinata tra i reperti, si inchinava davanti alle statue delle divinità, recitando perfino una sorta di litania, in una lingua che nessuno riuscì a interpretare. Dorothy si recò moltissime volte al British Museum per pregare, dichiarando di voler rimanere “tra la sua gente”.
In quegli anni Dorothy decise di avvicinarsi allo studio dei geroglifici, riuscendo a tradurre simboli che altri studiosi avevano impiegato anni per decifrare.
Verso i 15 anni di età Dorothy affermò che uno spirito, Oh Ra, le aveva rivelato in sogno che lei era la reincarnazione di una antica sacerdotessa egizia. Stando ai racconti di Dorothy, Oh Ra la contattò diverse volte in sogno, rivelandole dettagli della sua vita precedente. Dorothy prese l’abitudine di trascrivere il tutto in un diario e, nel giro di qualche mese, aveva riempito 70 pagine di memorie, scritte interamente in geroglifici.
La vita di Dorothy proseguì in modo piuttosto ordinario: conobbe uno studente egiziano, e realizzò il suo sogno di trasferirsi in Egitto, dove, pur non possedendo alcun titolo di studio, divenne la prima donna a lavorare per il dipartimento di antichità di Giza. Più tardi si trasferì ad Abylos, la città dove avrebbe trascorso la sua vita precedente, e qui, indicò agli archeologi un preciso punto in cui scavare, dicendo di ricordare che, in quel luogo, ci fosse un giardino. Gli scavi portarono alla luce proprio dei giardini, di cui, fino a quel momento, non si conosceva l’esistenza.
Conosceva il contenuto di diversi scritti religiosi, senza mai averli letti, e, in diverse occasioni, localizzò rovine e manufatti sepolti.
Dorothy lavorò per il dipartimento di antichità fino al 1969, anno del suo pensionamento, anche se continuò a frequentare i luoghi e a condurre visite guidate fino al 1981, anno della sua morte.
Il New York Times la definisce “una delle storie di reincarnazione più intriganti e convincenti del mondo occidentale”.
Scrive Vincenzo Risi, un altro corrispondente di QUORA.
Senza scomodare il caso più famoso, quello di Dorothy Eady che sosteneva di aver vissuto nell’antico Egitto, c’é il caso di Shanti Devi, una donna indiana nata nel 1926 a Delhi in India e morta nel 1987.
Già all’età di quattro anni iniziò a parlare della sua vita passata, di suo marito e dei suoi due figli; che aveva vissuto con suo marito nella città di Mathura in cui lui era proprietario di un negozio di vestiti, che il suo nome passato era Chaudine ed era morta dando alla luce il terzo figlio. I suoi genitori la lasciarono fare convinti che fossero solo le fantasie di una bambina. Fu solo quando le affermazioni sulla sua vita passata divennero più insistenti che cominciarono a preoccuparsi. Shanti spesso raccontava dei cibi che cucinava alla sua famiglia, delle strade di Mathura, ecc. Più cresceva e più Shanti raccontava storie della sua vita passata, insistendo coi genitori di portarla a Mathura. Un giorno il suo insegnante, incuriosito inviò una lettera all’indirizzo del suo presunto marito descrivendo la situazione e con sua sorpresa l’uomo gli confermò tutto, dal nome della moglie a quello dei figli, l’indirizzo e i suoi parenti; ogni cosa detta da Shanti corrispondeva, perfino il colore della casa. L’insegnante chiese al “marito” di Shanti, Pantit Kedarnath Chaube, di venire a Delhi per incontrarla ma l’uomo temendo una truffa ci mandò suo cugino chiedendo di presentarsi col suo nome. All’arrivo dell’uomo alla stazione Shanti non si fece ingannare riconoscendo da subito il cugino del marito e rivelando altri dettagli della casa, sui suoi figli e su suo “marito”. Sconvolto, l’uomo tornò a casa e raccontò tutto al cugino convincendolo ad andare a Delhi per incontrarla ma Pandit non era ancora del tutto convinto, perciò quando il cugino bussò alla porta della casa di Shanti lo presentò come suo fratello. Anche questa volta la ragazza non si fece ingannare ed indicò Pandit come il suo marito nell’altra vita. A cena fece preparare i piatti preferiti da Pandit e come prova della sua reincarnazione gli descrisse la casa e il luogo dove aveva nascosto i suoi gioielli personali e una quantità di denaro. Quando Pandit e suo cugino presero il treno per Mathura la ragazza volle andare con loro ma non le fu permesso. Tempo dopo venne invitata da Pandit a visitare la sua casa insieme ai genitori e la ragazza fece il tragitto senza smarrirsi, dando prova di conoscere bene quelle strade sebbene fosse la prima volta che visitava quella città. Arrivata a destinazione riconobbe tutti i suoi “vicini di casa” chiamandoli per nome sebbene non li avesse mai visti prima, descrivendo le loro case e i figli, rimproverando Pandit perché aveva dipinto la casa con un altro colore, lasciando l’uomo ancora una volta stupefatto. Durante l’incontro riconobbe i suoi figli compreso quello che non aveva mai conosciuto, raccontando cose che solo la moglie defunta di Pandit poteva sapere e descrivendo il periodo di transizione tra un corpo e l’altro. Quando fu il momento di accomiatarsi pianse al pensiero di dover di nuovo lasciare i figli ma rimase sempre in contatto con la sua precedente famiglia. La ragazza divenne molto famosa in India al punto da essere presentata al Mahatma Ghandi e a molti membri del Parlamento indiano. Nel 1935 venne istituita un’apposita commissione d’indagine sul suo caso arrivando alla conclusione che Shanti Devi era un vero caso di reincarnazione. Questo é il caso di vita passata più documentato della storia, non solo per le indagini che sono state fatte ma perché il soggetto non ha descritto una sua vita in epoche lontane ma quella immediatamente precedente, fornendo al tempo stesso testimonianze e prove dirette.
M E D I T A T I O T E M P O R I S (Riflessione sul tempo)
Non è vero
che abbiamo
poco tempo.
La verità
è che ne
perdiamo molto.
Seneca.
…..che perder tempo a chi più sa più spiace.
Purgatorio, canto III, 78 Dante Alighieri.
…..vàssene ‘l tempo e l’uom non se n’avvede.
Purgatorio, canto IV, 9 Dante Alighieri.
N.d.R.: Non c’è bene materiale che, una volta perso, non possa essere riconquistato: solo il tempo è irreversibile. In nessun modo è possibile recuperare il tempo trascorso. Secondo Seneca, l’errore compiuto dalla maggior parte degli uomini consiste nell’immaginare la morte come una realtà che sta davanti a noi, l’esito naturale della nostra esistenza. Essa, in realtà, è dietro di noi; non è altro che la somma di tutti i nostri ieri. Il saggio è colui che ne è consapevole e, di conseguenza, amministra il presente con la massima oculatezza, cercando di vivere proficuamente ogni istante nella vita che sta vivendo.