Numero2135.

 

Rita, che è una smanettona, e che mi sa attento e interessato a questi argomenti, mi segnala e mi passa un articolo che le è capitato sotto gli occhi, girovagando per il net.

 

Da AFFARITALIANI. IT  Il primo quotidiano digitale dal 1996

 

“Barbara D’Urso, De Filippi, Signorini: io vi accuso del decadimento italiano”

La lettera di un insegnante, Marco Galice, che attacca alcuni noti personaggi della tv che ritiene i “principali responsabili del decadimento culturale del nostro Paese, del suo imbarbarimento sociale”

IO VI ACCUSO

“Barbara D’Urso, Maria De Filippi, Alfonso Signorini, Alessia Marcuzzi e tutta la schiera della vostra bolgia infernale… io vi accuso. Vi accuso di essere tra i principali responsabili del decadimento culturale del nostro Paese, del suo imbarbarimento sociale, della sua corruzione e corrosione morale, della destabilizzazione mentale delle nuove generazioni, dell’impoverimento etico dei nostri giovani, della distorsione educativa dei nostri ragazzi. Voi, con la vostra televisione trash, i vostri programmi spazzatura, i vostri pseudo spettacoli artefatti, falsi, ingannevoli, meschini, avete contribuito in prima persona e senza scrupoli al Decadentismo del terzo millennio che stavolta, purtroppo, non porta con sé alcun valore ma solo il nulla cosmico.

Siete complici e consapevoli promotori di quel perverso processo mediatico che ha inculcato la convinzione di una realizzazione di sé stessi basata esclusivamente sull’apparenza, sull’ostentazione della fama, del successo e della bellezza, sulla costante ricerca dell’applauso, sull’approvazione del pubblico, sulla costruzione di ciò che gli altri vogliono e non di ciò che siamo. Questo è il vostro mondo, questo è ciò che da anni vomitate dai vostri studi televisivi.

Avete sdoganato la maleducazione, l’ignoranza, la povertà morale e culturale come modelli di relazioni e riconoscimento sociale, perché i vostri programmi abbondano con il vostro consenso di cafoni, ignoranti e maleducati. Avete regalato fama e trasformato in modelli da imitare personaggi che non hanno valori, non hanno cultura, non hanno alcuno spessore morale. Rappresentate l’umiliazione dei laureati, la mortificazione di chi studia, di chi investe tempo e risorse nella cultura, di chi frustrato abbandona infine l’Italia perché la ribalta e l’attenzione sono per i teatranti dei vostri programmi.

Parlo da insegnante, che vede i propri alunni emulare esasperatamente gli atteggiamenti di boria, di falsità, di apparenza, di provocazione, di ostentazione, di maleducazione che diffondono i personaggi della vostra televisione; che vede replicare nelle proprie aule le stesse tristi e squallide dinamiche da reality, nella convinzione che sia questo e solo questo il modo di relazionarsi con i propri coetanei e di guadagnarsi la loro accettazione e la loro stima; che vede lo smarrimento, la paura, l’isolamento negli occhi di quei ragazzi che invece non si adeguano, non cedono alla seduzione di questo orribile mondo, ma per questo vengono ripagati con l’emarginazione e la derisione.

Ho visto nei miei anni di insegnamento prima con perplessità, poi con preoccupazione, ora con terrore centinaia di alunni comportarsi come replicanti degli imbarazzanti personaggi che popolano le vostre trasmissioni, per cercare di essere come loro. E provo orrore per il compiacimento che trasudano le vostre conduzioni al cospetto di certi personaggi.  Io vi accuso, dunque, perché di tutto ciò siete responsabili in prima persona.  Spero nella vostra fine professionale e nella vostra estinzione mediatica, perché solo queste potranno essere le giuste pene per gli irreparabili danni causati al Paese.”

 

N.d.R. Se volete completare il panorama, cliccate sugli altri canali RAI, SKY, TV7, ecc. .
Ce n’è per tutti.

 

Numero1232.

Ci sono persone nate per sgobbare

ed altre nate per stare a guardare.

Non è questione di salute, né d’intelligenza,

né di bisogno. E’ così e basta!

Dalle prime, tutti si aspettano di più,

dalle seconde, nessuno si aspetta niente.

Per le prime, non ci sono mai elogi,

qualunque cosa facciano è un dovere.

Per le seconde, è il contrario.

Poiché non ci si aspetta niente da loro,

basta che muovano un dito e tutti

si affrettano a coprirli di complimenti.

Socrate.

Numero1140.

Per ristabilire il legame col divino, occorre che, “prima togliamo dalle nostre spalle la grieve somma di errori che ne trattiene”. È lo “spaccio”, cioé l’espulsione di ciò che ha deteriorato quel legame:  le “bestie trionfanti”.
Le “bestie trionfanti” sono immaginate nelle costellazioni celesti, rappresentate da animali: occorre “spacciarle”, cioè cacciarle dal cielo, in quanto rappresentanti vizi che è tempo di sostituire con altre virtù: via, dunque, la Falsità, l’Ipocrisia, la Malizia, la “Stolta Fede”, la Stupidità, la Fierezza, la Fiacchezza, la Viltà, l’Ozio, l’Avarizia, l’Invidia, l’Impostura, l’Adulazione e via elencando. Occorre tornare alla semplicità, alla verità e all’operosità, ribaltando le concezioni morali che si sono ormai imposte nel mondo, secondo le quali le opere e gli affetti eroici sono privi di valore, dove credere senza riflettere è sapienza, dove le imposture umane sono fatte passare per consigli divini, la perversione della legge naturale è considerata libertà religiosa, studiare è follia, l’onore è posto nelle ricchezze, la dignità nell’eleganza, la prudenza nella malizia, l’accortezza nel tradimento, il saper vivere nella finzione, la giustizia nella tirannia, il giudizio nella violenza.
Responsabile di questa crisi è il Cristianesimo. Già Paolo aveva operato il rovesciamento dei valori naturali e Lutero, “macchia del mondo” ha chiuso il ciclo: la ruota della storia, della vicissitudine del mondo, essendo giunta al suo punto più basso, può operare un nuovo e positivo rovesciamento dei valori.
Nella nuova gerarchia dei valori, il primo posto spetta alla Verità, necessaria guida per non errare. A questa segue la Prudenza, la caratteristica del Saggio che, conosciuta la Verità, ne trae le conseguenze con un comportamento adeguato. Al terzo posto Giordano Bruno inserisce la Sofia, la ricerca della Verità; quindi, segue la Legge, che disciplina il comportamento civile dell’uomo; infine, il Giudizio, inteso come aspetto attuatorio della Legge.
Bruno fa, quindi, discendere la Legge dalla Sapienza, in una visione naturalistica nel cui centro c’è l’uomo che opera cercando la Verità, in netto contrasto col Cristianesimo di Paolo, che vede la Legge subordinata alla liberazione dal Peccato, e con la Riforma di Lutero, che vede nella “sola fede” il faro dell’uomo. Per Bruno la “gloria di Dio” si rovescia, così, in “vana gloria” e il patto fra Dio e gli uomini, stabilito nel Nuovo Testamento, si rivela “madre di tutte le forfanterie”. La Religione deve tornare ad essere “religione civile”: legame che favorisca la “communione de gli uomini”, la “civile conversazione”.
Altri valori seguono i primi cinque: la Fortezza (forza d’animo), la Diligenza, la Filantropia, la Magnanimità, la Semplicità, l’Entusiasmo, lo Studio, l’Operosità, eccetera. E, allora, vedremo, conclude beffardo Giordano Bruno, “quanto siano atti a guadagnarsi un palmo di terra, questi che si sono cossì effusi e prodighi a donar regni de’ cieli”.

Numero780.

Est proprium stultitiae                            E’ proprio della stupidità

aliorum vitia cernere,                               scoprire i vizi degli altri,

oblivisci suorum.                                         e dimenticarsi dei propri.

Cicerone.