Numero3558.

 

O R G O G L I O S O    D I    T E    S T E S S O

 

Non hai bisogno di provare niente,

sei già valido/a così come sei.

Anche con i tuoi difetti tu risplendi,

il tuo cuore è pieno di bontà

e tu stai facendo del tuo meglio:

questo è più che abbastanza.

Sii orgoglioso di te, oggi,

tu conti più di quello che pensi.

 

da YouTube

Numero3465.

 

P E R D I T E    D I    T E M P O    E    D I    E N E R G I A

 

Rimandi sempre le cose importanti – aspetti il momento “giusto” che non arriva mai.

Ti rifugi nelle piccole attività – fai ciò che non conta per evitare ciò che serve.

Controlli continuamente il telefono – distrazione mascherata da pausa.

Ti perdi nei dettagli – perfezionismo che diventa blocco.

Pensi troppo e agisci poco – analisi infinita senza decisioni.

Aspetti la motivazione – ma senza azione non arriva mai.

Ti giustifichi con “non ho tempo” – ma il tempo lo perdi nelle scuse.

Ti senti sopraffatto – il compito diventa troppo grande per iniziare.

Vivi con senso di colpa – il rimando diventa peso mentale costante.

Corri all’ultimo minuto – vivi di emergenze invece che di organizzazione.

 

@AnimaOltreilimiti80.

 

Numero3457.

 

NESSUNO   È   DAVVERO   COME   SEMBRA

 

Chi mostra troppa sicurezza spesso mostra grandi dubbi interiori.

Chi evita lo sguardo diretto porta con sé segreti e paure.

Chi non perdona gli altri non riesce a perdonare se stesso.

Chi parla troppo spesso di sé in realtà sta implorando attenzione.

Chi non riesce mai a stare da solo ha paura dei propri pensieri.

Chi ride di tutto spesso lo fa per nascondere un dolore.

Chi cerca di controllare gli altri in realtà non sa controllare se stesso.

Chi giudica continuamente proietta solo le sue insicurezze.

Chi finge di essere troppo felice spesso è il più fragile di tutti.

Chi interrompe continuamente teme di non essere ascoltato.

 

@ProGix

Numero3450.

 

L A T I    O S C U R I

 

I più deboli sono i malvagi.
Fanno del male agli altri perché non sanno affrontare se stessi.

I più infelici sono gli invidiosi.
La loro vita è un eterno confronto con gli altri.

I più meschini sono i superbi.
Cercano di sentirsi grandi solo sminuendo gli altri.

I più stupidi sono i chiacchieroni.
Parlano sempre, ma non dicono mai nulla di interessante.

I più patetici sono gli ipocriti.
Predicano ciò che non hanno mai il coraggio di vivere.

I più forti sono i gentili.
Perché la gentilezza richiede un coraggio e una forza che la rabbia non avrà mai.

I più intelligenti sono i silenziosi.
Osservano, capiscono e poi agiscono.

I più ricchi sono i semplici.
Perché hanno ciò che il denaro non può comprare.

I più felici sono gli umili.
Non hanno bisogno di apparire per sentirsi vivi.

I più saggi sono i tranquilli.
Chi ha trovato la pace interiore non ha più il bisogno di urlare.

I più vuoti sono gli arroganti.
Il rumore che fanno è solo l’eco del nulla.

I più veri sono i solitari.
Perché non hanno bisogno di maschere per essere se stessi.

 

@DianaUrsu.

Numero3448.

 

P E R D I T A    D I    C R E D I B I L I T A’

 

Promettere più di quanto puoi mantenere.

Parlare male degli assenti.

Cambiare opinione a seconda di chi hai davanti.

Evitare responsabilità quando sbagli.

Interrompere continuamente chi parla.

Fare il saputello su ogni argomento.

Non rispettare i tempi degli altri.

Accampare pretesti, usare troppe scuse.

Prendere meriti che non ti appartengono.

Mentire anche sulle piccole cose.

 

@ProGix

Numero3426.

 

P U N T I    D I    R E L A Z I O N E

 

Ti senti libero/a di essere te stesso/a.

I tuoi confini vengono rispettati.

La comunicazione è aperta e sincera.

Viene valorizzato il tuo spazio personale.

I successi vengono celebrati, non invidiati.

Non c’è paura di parlare dei problemi.

Senti sostegno nei momenti difficili.

Non esiste controllo, ma fiducia reciproca.

L’amore non è condizionato da come ti comporti.

Crescete insieme, non a spese l’uno dell’altra.

 

Se tutto quanto detto sopra accade, allora la tua relazione è sana e non tossica.

 

@AnimaOltreilimiti80.

 

Numero3323.

 

da QUORA

 

Scrive Lorenzo Melilli traducendo Younas Khan

 

P E R    C A M B I A R E    T E    S T E S S O

 

  1. Basta usare i social. Inizia a leggere libri.
  2. Basta sognare. Agisci.
  3. Basta scuse. Inizia a prendere le tue responsabilità.
  4. Basta essere duro con te stesso. Inizia a trattarti con gentilezza.
  5. Basta essere senza speranze. Inizia ad essere ottimista.
  6. Basta confrontarti a chiunque altro. Inizia a confrontare te stesso a chi eri ieri, una settimana o un mese fa.
  7. Basta giudicare. Inizia a compatire.
  8. Basta tenere rancore. Inizia a perdonare.
  9. Basta aspettarti qualcosa da altri. Inizia a dare agli altri.
  10. Basta sentirti in diritto. Guadagnati il tuo posto nella società.
  11. Basta essere in dubbio su quello che pensi sia giusto. Inizia a difendere il tuo punto di vista.
  12. Basta dire si a tutto. Inizia a dire no se vuoi, ma non puoi per qualche ragione.
  13. Basta essere troppo serio. Inizia ad esplorare il lato divertente della vita.
  14. Basta mangiare cibo spazzatura. Inizia a mangiare cibo sano, frutta e verdura.
  15. Basta bere bibite gassate. Inizia a bere più acqua.
  16. Basta prendere le cose sul personale. Inizia ad avere una visione più ampia.
  17. Basta vivere una vita noiosa. Inizia a vivere una vita ambiziosa.
  18. Basta pensare troppo. Inizia a pensare alle cose che puoi migliorare con i tuoi pensieri.
  19. Basta essere sempre di fretta. Inizia ad essere paziente.
  20. Basta basarti su altri. Inizia a basarti su te stesso.
  21. Basta mentire a te stesso. Inizia a guardare la realtà.
  22. Basta pensare di migliorarti in un giorno, in una settimana o un mese. Inizia a fare le piccole cose ogni giorno e sarai una persona migliore.
  23. Basta inseguire le persone. Inizia un viaggio nel trovare te stesso.
  24. Basta sprecare le tue energie e il tuo tempo per le cose che alla fine non sono importanti. Inizia a investire sviluppando le tue capacità.
  25. Basta pensare con le emozioni. Pensa razionalmente.
  26. Basta impressionare gli altri. Inizia a impressionare te stesso.
  27. Basta essere scortese. Inizia ad essere educato.
  28. Basta piangere per il tuo passato. Inizia a sorridere al futuro.
  29. Basta credere ad ogni cosa che i media dicono. Inizia a fare le tue ricerche.
  30. Basta credere negli stereotipi. Inizia a esplorare la verità.
  31. Basta inseguire quello che soddisfa solo le tue esigenze fisiche. Ascolta anche cosa chiede la tua anima.
  32. Basta essere materialista. Inizia il tuo viaggio spirituale.

Numero3317.

 

da  QUORA

 

Scrive Rose Bazzoli, corrispondente di QUORA.

 

PERCHÈ   ALL’ INIZIO   SI TENDE  A  IDEALIZZARE  IL  PARTNER ?

 

Perché lo si vede sempre al top. Non penso che qualcuno si presenti ai primi appuntamenti con la barba spinosa di tre giorni e il bisogno urgente di farsi una doccia. Naturalmente, lo sappiamo che è un essere umano come tutti, soggetto alle necessità quotidiane di tutti, ma non lo vediamo (ancora) in quei frangenti.

Questa versione edulcorata, unita allo sforzo di essere paziente e accondiscendere ai nostri desideri fa sì che lo vediamo in modo poco realistico. È così sollecito e carino! Ci corteggia, fa complimenti, ci ascolta!

Ovviamente, noi facciamo altrettanto e così l’incantesimo è reciproco.

Si pensa di aver trovato il partner ideale e “il guaio è fatto”.

Ho visto coppie innamoratissime non resistere un anno insieme, perché, diciamola tutta, la quotidianità è ben diversa dai primi appuntamenti. E poi il lavoro, lo stress, la stanchezza hanno spesso la meglio e tirano fuori il peggio di noi.

Se non ci sono buone qualità, al di là dell’aspetto esteriore più o meno piacente, se non ci sono interessi comuni e un progetto di famiglia da costruire assieme, se non c’è uno sforzo reciproco e non si sviluppa tolleranza reciproca, quella figura idealizzata svanirà in poco tempo e non resterà nulla.

Numero3304.

 

da  QUORA

 

Scrive Edoardo Della Valle, corrispondente di QUORA

 

R A S S E G N A    D I    P E R S O N A L I T A’

 

Ecco alcuni segnali che puoi conoscere sulla personalità di una persona, alla semplice osservazione.

 

The know-it-alls = Quelli che sanno tutto, i sapientoni.

The passives = I passivi.

The Dictators = I dittatori.

The “Yes” People = Gente che dice sempre “si”.

The “No” People = Gente che dice sempre “no”.

The gripers = I brontoloni, i lamentosi.

 

 

Quelli che fingono di avere un segreto sono i più facili da cui ottenere informazioni.

Qualcuno con una voce forte di solito è qualcuno che è molto inascoltato.

Coloro che sono cauti e pianificano di solito ottengono risultati migliori di quelli che prendono una decisione in un centesimo di secondo.

Chi grida e parla inutilmente manca di fiducia; gli utensili vuoti fanno rumore.

Chi è disposto a prendersi la colpa è il più responsabile.

Le persone ingrate sono in realtà persone prive di prospettiva.

Le persone che sono fedeli nelle piccole cose saranno fedeli nelle grandi cose.

Coloro che non sorridono molto facilmente sono quelli che tendono ad essere un amico nel bisogno.

È davvero importante fidarsi della prima impressione poiché mostra molta aura e presenza.

Le persone che tendono a mantenere il contatto visivo sono quelle che hanno fiducia e sono autentiche.

Le persone che sono ricche da molte generazioni non ostentano la loro ricchezza.

Le persone che sorridono agli estranei sono mentalmente forti, non si preoccupano di come reagiranno gli altri: vogliono solo diffondere gentilezza. Ne hanno passate tante nella loro vita.

Le persone molto autocoscienti trascorrono più tempo a prepararsi i capelli e il trucco prima di uscire di casa.

Agli estroversi piace stare con le persone. In gruppo amano parlare, affermarsi e attirare l’attenzione su di sé.

Se le persone iniziano a incolpare altri colleghi o il traffico, beh, questa è un’indicazione che non sono disposte ad assumersi la responsabilità dei propri errori.

Se le loro risate suonano un po’ “orchestrate”, stanno cercando di controllare la situazione o la tua impressione su di loro.

Più una persona sembra estremista con le proprie idee, in generale, più sente una mancanza di identità.

Più qualcuno odia le donne/gli uomini, più bramano segretamente la loro attenzione.

Se qualcuno ti chiede strani favori all’improvviso, sta cercando di farti piacere.

Numero3276.

 

da  QUORA

 

Scrive Lola, corrispondente di QUORA

 

P R E C E T T I    D I    B U O N    S E N S O

 

  • L’aspetto fisico conta anche nelle amicizie. Non sceglierei mai un amico in base alla bellezza, ma mi sono resa conto che le persone che non sono fisicamente attraenti vengono socialmente isolati;
  • Per avere successo bisogna fallire molte volte, quasi nessuno riesci a raggiungere i propri obiettivi di vita al primo tentativo;
  • Non ha senso ignorare i campanelli d’allarme in una relazione. Una persona va evitata se ci mette giorni a rispondere ai messaggi, arriva spesso in ritardo, dà buca o ti chiede di uscire all’ultimo. Infatti tutti questi atteggiamenti indicano che una persona non è veramente interessata;
  • L’autostima condiziona tantissimo la vita di una persona Se si ha un basso livello di autostima si finisce per avere relazioni e amicizie sbagliate. Inoltre è più difficile ottenere successo se si ha la costante paura del giudizio degli altri;
  • Non ha senso frequentare o stare con una persona che ha dei difetti che non si riescono a tollerare, perché non si possono cambiare gli altri. Se decido di stare con qualcuno, devo accettarla per com’è senza idealizzarla;
  • Chi dice di non essere pronto per una relazione probabilmente non vuole te;
  • La maggior parte delle relazioni sono false o tossiche, perciò non bisognerebbe prendersela troppo con se stessi se si è single.

Numero3258.

 

da  QUORA

 

Scrive Ion, corrispondente di QUORA

 

A L C U N I    P R E C E T T I    D I    V I T A    Q U O T I D I A N A

 

  • Non prestare mai soldi ai tuoi amici, perderai soldi e amicizia.
  • I lettori sono dei leader.
  • Non spendere tutti i tuoi soldi oggi, sperando di guadagnarne di più domani.
  • Nessuno si identifica con i poveri.
  • Smetti di pensare e inizia ad agire.
  • Sii modesto. Non c’è nulla di cui vantarsi.
  • Vivi all’altezza delle tue aspettative e vivi secondo il tuo vero io.
  • Impara a dire dire “sì” e “no”.
  • Non incolpare gli altri per gli errori che hai commesso.
  • Lavora prima per te stesso.
  • Oggi è molto difficile, domani sarà più difficile, dopodomani ci sarà il sole.
  • Quando smetti di imparare, morirai.
  • È normale fare errori perché stai migliorando.
  • L’esperienza non è il miglior insegnante. Impara dall’esperienza degli altri.
  • Non dire mai ai tuoi cari che sei troppo occupato.

 

 

 

Numero3226.

 

da  QUORA

 

Scrive Richard Reese, corrispondente di QUORA

 

Quali sono le abitudini peggiori
da evitare in una relazione.

 

Una relazione sana richiede impegno, rispetto e comunicazione. Tuttavia, alcune abitudini possono danneggiare il rapporto e creare tensioni. Ecco le peggiori da evitare:

1. Comunicazione Tossica

  • Evitare il silenzio punitivo, il sarcasmo e le critiche costanti. Una comunicazione negativa può minare la fiducia e il rispetto.

2. Mancanza di Ascolto Attivo

  • Non ascoltare realmente il partner o interromperlo costantemente dimostra disinteresse e mancanza di empatia.

3. Essere Eccessivamente Critici o Giudicanti

  • Criticare il partner su dettagli insignificanti può farlo sentire inadeguato o non apprezzato.

4. Neglect o Disattenzione Affettiva

  • Non dedicare tempo di qualità o trascurare i bisogni emotivi del partner può creare distanza.

5. Gelosia eccessiva o Possessività

  • La mancanza di fiducia e il controllo soffocante possono portare al deterioramento della relazione.

6. Mancanza di Compromessi

  • Insistere sempre per avere ragione o imporre il proprio punto di vista senza considerare i desideri dell’altro genera squilibri e conflitti.

7. Non Chiedere Scusa Quando Serve

  • Non ammettere i propri errori e non scusarsi può far percepire una mancanza di responsabilità.

8. Trascurare la Crescita Individuale

  • Dipendere completamente dal partner senza coltivare interessi personali o amicizie può creare un rapporto soffocante.

9. Risentimento Accumulato

  • Evitare di affrontare i problemi quando si presentano può far crescere il rancore e portare a esplosioni emotive.

10. Bugie o Mancanza di Trasparenza

  • Anche le piccole bugie minano la fiducia. L’onestà è fondamentale per una relazione duratura.

Come Migliorare?

  • Comunicare Aperti e Onesti: Esprimere i propri sentimenti in modo rispettoso.
  • Praticare l’Empatia: Mettersi nei panni del partner.
  • Dedicare Tempo di Qualità: Ritagliarsi momenti speciali insieme.
  • Coltivare Fiducia: Essere affidabili e sinceri.

Evitando queste abitudini negative, è possibile costruire una relazione più forte, armoniosa e soddisfacente. 💕

 

 

Cosa provoca la mancanza
di attività sessuale?

 

La mancanza di rapporti sessuali può avere vari effetti, sia fisici che psicologici. Ecco alcuni dei principali:

  1. Cambiamenti fisici:
    • Riduzione del desiderio sessuale: La mancanza di attività sessuale può portare a una diminuzione della libido.
    • Secchezza vaginale o problemi di erezione: Nelle donne, può verificarsi secchezza vaginale, mentre negli uomini possono insorgere difficoltà di erezione.
  1. Effetti psicologici:
    • Stress e ansia: La mancanza di intimità fisica può aumentare lo stress e l’ansia, influenzando l’umore generale.
    • Depressione: In alcuni casi, la mancanza di rapporti sessuali può contribuire a sentimenti di depressione o isolamento.
    • Problemi relazionali: Può causare tensioni nella relazione con il partner, portando a conflitti o a una maggiore distanza emotiva.
  1. Cambiamenti ormonali: L’attività sessuale stimola la produzione di ormoni come la dopamina e l’ossitocina, che influenzano il benessere e la connessione emotiva. La mancanza di questi stimoli può portare a uno squilibrio ormonale.
  2. Impatto sulla salute fisica: L’attività sessuale ha anche benefici per la salute, come migliorare la circolazione sanguigna e rafforzare il sistema immunitario. La sua mancanza potrebbe ridurre questi benefici.

In generale, è importante mantenere una comunicazione aperta con il partner e considerare il proprio benessere emotivo e fisico. Se la mancanza di rapporti sessuali è una fonte di preoccupazione, potrebbe essere utile consultare un professionista della salute.

Numero3208.

 

I P P O C R A T E

 

Ippocrate di Cos (460 a.C. – 377 a.C.) è considerato il fondatore della scienza medica ed anche uno dei padri dell’aforisma occidentale. Se nei testi di Ippocrate l’aforisma è anzitutto una forma letteraria rivolta alla cura del corpo (attraverso l’indagine delle cause naturali della malattia), nel corso dei secoli l’aforisma si trasforma, divenendo una cura per la mente (da qui anche il termine “pillole di saggezza”), conservando però il suo valore terapeutico di guida e aiuto (in termini di saggezza e esperienza) che un uomo offre a un altro uomo.

Presento una raccolta di frasi, citazioni, massime e aforismi di Ippocrate.

 

Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo.

Prima di guarire qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare.

Il corpo umano è un tempio e come tale va curato e rispettato, sempre.

Esistono soltanto due cose: scienza ed opinione; la prima genera conoscenza, la seconda ignoranza.

Tra i medici molti lo sono per i titoli, pochi per i fatti.

L’uomo deve armonizzare lo spirito e il corpo.

Definirò ciò che ritengo essere la medicina: in prima approssimazione, liberare i malati dalle sofferenze e contenere la violenza della malattia, e non curare chi è ormai sopraffatto dal male.

Lavorare, mangiare, bere, dormire, amare: tutto deve essere fatto con misura.

Camminare è la migliore medicina dell’uomo.

La timidezza nasconde l’impotenza e la temerarietà l’ignoranza.

Le malattie che sfuggono al cuore divorano il corpo.

Molti ammirano, pochi conoscono.

Dal cervello, e dal cervello solo, sorgono i piaceri, le gioie, le ri­sate e le facezie così come il dolore, il dispiacere, la sofferenza e le lacrime. Il cervello è anche la dimora della follia e del delirio, delle paure e dei terrori che ci assalgono di notte o di giorno.

Descrivere il passato, comprendere il presente, prevedere il futuro: questo è il compito della medicina.

Un uomo saggio dovrebbe considerare la salute come la più grande delle gioie umane, ed imparare come, col suo stesso pensiero, trarre beneficio dalle sue malattie.

La natura è il medico delle malattie. Il medico deve solo seguirne gli insegnamenti.

La guerra è la sola vera scuola per un chirurgo.

Se ti udrà un medico di schiavi, ti rimprovererà: “Ma così tu rendi medico il tuo paziente!”
“Proprio così – dovrà dirti – se sei un bravo medico”.

I vecchi sopportano molto più facilmente il digiuno; poi vengono le persone di mezza età. I giovani lo sopportano con difficoltà, e peggio di tutti lo sopportano i fanciulli, specialmente quelli che hanno una vivacità maggiore del solito.

Né la società, né l’uomo, né ogni altra cosa per essere buona deve eccedere i limiti stabiliti dalla natura.

Bisogna che non solo il medico sia pronto a fare da sé le cose che debbono essere fatte, ma anche il malato, gli astanti, le cose esterne.

È più importante sapere che tipo di persona abbia preso una malattia, che sapere che tipo di malattia abbia preso una persona.

Se c’è amore per l’uomo, ci sarà anche amore per la scienza.

In qualunque malattia è buon segno se il malato serba lucidità e appetito, cattivo segno se gli accade il contrario. I vecchi generalmente si ammalano meno dei giovani, ma se le loro malattie diventano croniche, durano quasi sempre fino alla morte.

Quando due dolori si verificano insieme, ma non nello stesso posto, il più violento oscura l’altro.

Ogni malattia può capitare in qualunque stagione, ma alcune sono più facili a verificarsi e ad aggravarsi in determinate stagioni.

La guarigione è legata al tempo e a volte anche alle circostanze.

Non fare nulla a volte è un buon rimedio.

Il bere vino puro calma la fame.

Ciò che le medicine non curano, lo cura il bisturi, ciò che il bisturi non cura, lo cura il fuoco, ciò che il fuoco non cura, va reputato insanabile.

Gli uomini di esperienza sanno bene che una cosa è ma non sanno il perché; gli uomini d’arte conoscono il perché e la causa.

Per mali estremi, estremi rimedi, spinti fino al massimo rigore, sono i più validi.

Le cose sacre non devono essere insegnate che alle persone pure; è un sacrilegio comunicarle ai profani prima di averli iniziati ai misteri della scienza.

Le vecchie abitudini, anche se cattive, turbano meno delle cose nuove e inconsuete. Tuttavia, talvolta è necessario cambiare, passando gradualmente alle cose inconsuete.

Sia il sonno che l’insonnia, oltre la giusta misura, sono malattie.

Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell’esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili.

 

Numero3194.

 

da  QUORA

 

QUALI   SONO   LE   QUALITA’   CHE   UN   UOMO   DEVE   AVERE

PER   RISULTARE   IRRESISTIBILE   AGLI   OCCHI   DI   DONNA ? 

 

Scrive T. M., corrispondente di QUORA.

 

Tutte. Più ne ha meglio è.

Sappiamo per certo che le seguenti piacciono più o meno a tutte

  1. Sicurezza e successo economico, decisamente superiore al suo.
  2. Potere, leadership, ruolo sociale elevato, più elevato del suo.
  3. Interesse da parte di altri donne, possibilmente di attrattività pari o superiore a quella di lei.
  4. Sicurezza in sé stesso e elevata autostima.
  5. Al bisogno, coraggio di affrontare altri uomini.
  6. Altezza e forza se non proprio bella presenza. Salute perfetta.
  7. Capacità interpersonali, elevata comprensione situazionale emotiva, comunicazione e manipolazione, visibile in una cerchia di alleati e collaboratori di valore. Impermeabilità totale alle sue manipolazioni.
  8. Gentilezza e romanticismo, ma esclusivamente con lei.
  9. Anaffettività. Il fatto che lui non si impegni mai del tutto con lei e abbia altre donne in parallelo segnala con certezza indiscutibile che sia un individuo di valore superiore.

Poi se ne possono elencare una infinità perché sono attratte dal meglio disponibile e al meglio non c’è mai fine.

Noterai che a differenza degli uomini sono attratte dalle storie di vampiri. Esseri soprannaturali. Superiori in maniera estrema. Non umani.

La patologia della ricerca maniacale e ossessiva di superiorità è il narcisismo.

Gli uomini medi, miti senza opzioni che si impegnano, in media, non le attraggono molto anzi, fanno loro abbastanza schifo.

Numero3187.

 

Quando la mente fa ammalare il corpo. Quali sono i disturbi fisici influenzati dalle nostre emozioni?

 di Sara Aielli, psicologa e psicoterapeuta.

La malattia, accesso involontario a noi stessi, ci assoggetta alla “profondità”, ci condanna ad essa. – Il malato? Un metafisico suo malgrado.

(E. Cioran)

L’attuale ricerca scientifica ci conferma come, spesso, le tensioni emotive si riflettano nei problemi del corpo.

Stress, frustrazioni, emozioni negative, ansia e depressione possono essere somatizzati e tradursi in disturbi somatici, di diversa natura e gravità.

La trasformazione di stati mentali in eventi somatici è un’esperienza universale, che appartiene a tutti noi.

Ogni tipo di vissuto psichico può essere somatizzato, cioè spostato sul piano corporeo, soprattutto quando non è riconosciuto o elaborato dalla persona sul piano mentale.

L’angoscia somatizzata funziona da “terapia” per quella diretta, che porta eccessivo turbamento: l’ansia però non scompare, ha solo cambiato linguaggio.

La psiche ha un ruolo in ogni patologia medica, ma in alcune condizioni assume una rilevanza particolare, rispetto sia alla genesi del disturbo, sia alla sua evoluzione.

Si considerano “psicosomatiche” le malattie nelle quali ci sono modificazioni, organiche o funzionali, che dipendono da problemi psicologi ed emotivi.

In questo senso, ecco quali sono i quadri più comuni:

  • Cefalea: diffusissima e di vari tipi, tra cui emicrania, cefalea a grappolo o cefalea muscolo-tensiva (dovuta a tensioni o contratture muscolari). Può evolvere in un disturbo cronico, con ansia anticipatoria tra una crisi e l’altra e abuso di farmaci (generalmente analgesici).
  • Disturbi cardiovascolari: problematiche a carico del cuore o dei vasi sanguigni, come alterazioni del battito cardiaco, tachicardia, palpitazioni, extrasistole, dolori anginosi, sbalzi di pressione, svenimenti, ischemie, ecc.
  • Disturbi gastrointestinali: mal di stomaco, digestione difficile (dispepsia), acidità, nausea o vomito, dolori addominali e retrosternali, intestino irritabile, colite, gastrite, ulcera, ecc.
  • Disturbi dermatologici: dermatiti, eczema, irritazioni, prurito, psoriasi, alopecia, problemi della pelle o dei tessuti associati (capelli, peli, unghie).
  • Dolori muscoloscheletrici: cervicale, dolori muscolari, mal di ossa, mal di schiena, ecc.
  • Problemi respiratori: asma bronchiale, respirazione faticosa (dispnea), “fame d’aria”, ecc.
  • Disordini alimentari: inappetenza, restrizioni eccessive, fame insaziabile, abbuffate compulsive, obesità, ecc.

Nei disturbi elencati, gli stati affettivi sono tra le principali concause della malattia.

Ma anche nei disturbi che non c’entrano nulla con la psiche, la mente ha un ruolo centrale nel determinare la percezione del disturbo, la possibilità di seguire una cura adeguata, le dinamiche della convalescenza, e dunque anche la prognosi.

Ma come fa uno stato psichico a trasformarsi in un sintomo corporeo?

La coscienza acuta di avere un corpo, ecco cos’è l’assenza di salute.

(E.M. Cioran)

Per quanto possa sembrare misterioso, questo “salto” dallo psichico al corporeo è stato (parzialmente) spiegato dalla medicina contemporanea e dalle neuroscienze.

Corpo e mente non sono entità separate, ma s’influenzano reciprocamente, sempre e in molti modi, in salute e in malattia.

Questo inscindibile legame spiega molte malattie “misteriose”, e altrettante guarigioni apparentemente “miracolose”.

Vediamo alcune vie di “traduzione” dello psichico al somatico:

  • La via neuronale: i neuroni, le cellule del nostro sistema nervoso, comunicano tra loro attraverso neurotrasmettitori o neuromodulatori: serotonina, dopamina, adrenalina, endorfina, ecc. Queste sostanze chimiche hanno un ruolo centrale nel nostro equilibrio psicofisico, regolando, tra le altre cose, il tono dell’umore, i livelli di energia, la percezione del dolore.
  • La via neurovegetativa: il sistema nervoso autonomo è quell’insieme di cellule e fibre che innerva tutti gli organi interni e le ghiandole, regolando le funzioni corporee involontarie. Questo sistema collega l’organismo con l’ambiente esterno, spiegando come a ogni stato affettivo corrispondano immediati cambiamenti fisici: ad esempio, insieme ad un’emozione violenta, possiamo sentire costrizione al petto, sbalzi di pressione, dolore allo stomaco.
  • La via endocrina: gli stati affettivi possono produrre o inibire il rilascio di ormoni dall’ipofisi o dalle altre ghiandole, alterando l’equilibrio ormonale. Gli ormoni sono importantissimi perché trasmettono messaggi ai vari organi del corpo ed hanno un ruolo centrale nel mantenimento del nostro benessere psicofisico.
  • La via immunitaria: coinvolge l’insieme di cellule che presiede alla difesa dell’organismo. Esperienze difficili, ansia o depressione, possono portare a un abbassamento delle difese immunitarie, con un aumentato rischio di contrarre infezioni e altre malattie.

Quali sono i meccanismi di traduzione del disagio psicologico in malessere fisico?

Per sciogliere i sintomi è indispensabile risalire alla loro origine, rinnovare il conflitto dal quale sono scaturiti e,

con l’aiuto di forze che al tempo non erano disponibili, indirizzarlo verso una diversa soluzione.

(S. Freud)

Ci sono diversi meccanismi di “traduzione” del malessere, da psichico in somatico. Vediamo i due principali:

  • La conversione: la malattia rappresenta il conflitto interiore.

Un contenuto psichico rimosso si converte in un sintomo somatico, esprimendosi attraverso il linguaggio del corpo.

In questi casi, abbiamo a che fare con un conflitto inconscio che non trova altra via di risoluzione se non nella malattia.

Ad esempio, nelle paralisi isteriche, il conflitto si manifesta direttamente nei muscoli, colpendo la motricità: la persona è immobilizzata, senza alcuna motivazione medica.

Il sintomo è in stretto rapporto con il conflitto, cioè lo simbolizza, e in qualche modo lo “risolve”: ad esempio, in un conflitto tra dipendenza e autonomia, la paralisi risolve la questione, rendendo impossibile l’emancipazione.

Le persone con questo problema possono avere comportamenti dimostrativi, volti ad attirare l’attenzione o a suscitare compassione, non perché fingano di stare male, ma perché la malattia è in stretto rapporto con le dinamiche relazionali dell’ambiente di vita.

Al contrario, ci sono persone che manifestano un distacco affettivo che può arrivare all’incapacità di provare dolore, come se si fosse anestetizzati (belle indifference).

  • La somatizzazione: la tensione emotiva è scaricata sul corpo.

Anche in questo caso, la malattia è legata a stati affettivi non riconosciuti e non elaborati, ma i sintomi non hanno nulla a che fare con i contenuti psichici originari, essendo la generica espressione di una tensione emotiva brutalmente “scaricata” sul corpo.

Le persone che soffrono di questo tipo di disturbi, hanno spesso una certa difficoltà a identificare le proprie emozioni, a comunicarle e a elaborarle sul piano mentale (alessitimia).

Inoltre, possono avere difficoltà a interpretare bene gli stati mentali, sia i propri sia quelli altrui (deficit di mentalizzazione).

Per questo, gli stati affettivi imboccano, senza mezzi termini, la via somatica e si trasformano in sintomi e disturbi fisici, che possono essere diversi e multiformi, variando da persona a persona, ma anche nello stesso soggetto nel corso del tempo.

Questo tipo di disturbi è più difficile da curare rispetto a un’ansia o una depressione conclamate: prima i sintomi devono tornare psichici, allora la persona pensa di stare peggio, ma è l’inizio del processo di guarigione.

La paura di stare male: l’ipocondria

Quell’agente patogeno, mille volte più virulento di tutti i microbi, l’idea di essere malati.

(M. Proust)

L’impossibilità di tollerare la tensione emotiva può manifestarsi anche attraverso incertezze, comportamenti compulsivi e paure ipocondriache, al fine di ridurre l’angoscia.

Alcune persone hanno la paura o la convinzione incrollabile di avere un disturbo medico, pur essendo sane.

Tutti possiamo nutrire timori per la nostra salute, o per quella dei nostri cari, ma quando l’ansia è sproporzionata e irremovibile, nonostante le rassicurazioni mediche, allora si parla d’ipocondria.

La persona non “finge” di essere malata, il dolore che prova è reale, ma è sbagliata la sua interpretazione: infatti, non è riconducibile a una causa organica, ma a un malessere di tipo psicologico.

L’aspetto ossessivo dell’ipocondria, cioè i pensieri intrusivi circa l’essere malati, copre un’angoscia di fondo, che va indagata e compresa.

Inoltre, nel vero ipocondriaco, le rassicurazioni non eliminano la paura, ma lo fanno sentire ancora più solo e incompreso.

Può cambiare medico o spostare i sintomi su un altro organo, finendo per collezionare visite e accertamenti, ricevendo diagnosi sbagliate, seguendo cure spesso costose, imbottendosi di farmaci, senza risolvere nulla, finché non è indirizzato da uno bravo psicoterapeuta.

 Come le emozioni influenzano la percezione del dolore

Un’anima triste può ucciderti più in fretta di un germe.

(J. Steinbeck)

Abbiamo visto come i processi psichici ed emotivi possono innescare catene di eventi somatici che portano a veri e propri disturbi organici, come mal di testa, gastriti, malattie della pelle o problemi di pressione.

Ma c’è un altro aspetto da considerare, cioè quello della percezione del dolore.

Il dolore è il risultato di un processo nervoso che, a tappe, dalle periferie arriva al cervello, ed è sempre amplificato dalla paura e dell’ansia, che abbassano la soglia della sua percezione.

Lo stesso meccanismo, condotto alle estreme conseguenze, può farci sentire il dolore anche quando non c’è una base organica.

Da un altro punto di vista, è interessantissimo l’esempio del fenomeno noto come effetto placebo: l’azione terapeutica che consegue all’assunzione di un “farmaco” privo di principio attivo.

E stato dimostrato dalla che prendere qualcosa da cui ci aspetta un effetto produce, almeno in parte, quell’effetto.

Inoltre, uno stesso farmaco funziona diversamente se assunto con fiducia o sfiducia.

Per quanto possa sembrare strano, c’è una spiegazione biologica: l’aspettativa di un effetto analgesico induce la produzione di endorfine, sostanze chimiche simili alla morfina, prodotte dal nostro cervello, che bloccano fisiologicamente il dolore.

Il problema è fisico o mentale?

La mia anima è una misteriosa orchestra; non so quali strumenti suoni e strida dentro di me. Mi conosco come una sinfonia.

(F. Pessoa)

Fisico e mentale sono due facce di una stessa medaglia: ogni evento affettivo, cognitivo o comportamentale ha un corrispettivo biochimico.

Parlare, ma anche ricordare o fantasticare, che sembrano attività “astratte”, comportano una serie di eventi concreti a livello cerebrale, come movimenti cellulari, molecolari e sofisticate operazioni biochimiche.

Il nostro cervello è plastico e si modifica strutturalmente in seguito alle esperienze di vita.

Ogni esperienza induce modificazioni cerebrali, che diventano definitive quando si strutturano in apprendimenti e nell’organizzazione di nuovi circuiti cerebrali.

Sapere che ogni evento psichico ha una base biologica ci aiuta a superare il dualismo mente-corpo, ma anche l’opposizione geni-ambiente.

Ogni comportamento ha una base genetica, ma questo non autorizza ad affermare che i geni ne siano la causa.

Ad esempio, la possibilità di provare paura ha una base genetica, ma una paura concreta, come quella degli spazi chiusi, dipende da un certo tipo di esperienze.

Allo stesso modo, c’è una predisposizione genetica all’ansia, ma gemelli omozigoti (con lo stesso patrimonio genetico), allevati in famiglie diverse, hanno probabilità diverse di sviluppare disturbi d’ansia, in base alle differenti esperienze ambientali.

L’ambiente, inteso soprattutto come insieme di relazioni, ha un ruolo fondamentale in ogni comportamento umano.

In particolare, le esperienze relazionali, soprattutto quelle precoci, sono centrali nel determinare la predisposizione a certi comportamenti, vissuti ed anche patologie.

Come curarsi: farmaci o psicoterapia?

La cosa più importante in medicina? Non è tanto la malattia di cui il paziente è affetto, quanto la persona che ne soffre.

(Ippocrate)

Meglio curarsi con i farmaci o con la psicoterapia? Anche questo è un falso dilemma.

Quando una malattia fisica ha una forte componente psicologica è evidente che il farmaco, da solo, non basta.

Non basta neppure uno psicofarmaco, prescritto dal medico di base senza un’adeguata valutazione psicologica e psichiatrica, con il rischio di errata diagnosi, dosaggi approssimativi, effetti collaterali, sviluppo di condotte di abuso o dipendenza.

Di fronte ad una sintomatologia “sospetta”, un terapeuta esperto può aiutarci a comprendere la natura del nostro malessere e, se necessario, con l’aiuto del medico, impostare una terapia farmacologica adeguata.

In conclusione, non si tratta di decidere se curarsi con i farmaci o con la psicoterapia, ma adottare un’ottica integrata, che ci permetta di comprendere la situazione in modo approfondito e mettere in campo le risorse più idonee alla risoluzione del problema.