A N Z I A N I T A’
L’anziano può gustare
una dimensione culturale
prima sconosciuta
o non posta in atto,
per mancanza di tempo.
Cosa ci insegna la vita… testamento spirituale di un libero pensatore
A N Z I A N I T A’
L’anziano può gustare
una dimensione culturale
prima sconosciuta
o non posta in atto,
per mancanza di tempo.
S E N E C A Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65 d.C.) Filosofo stoico, drammaturgo e politico Romano.
1 Chi soffre prima del necessario
soffre più del necessario.
2 Se vuoi davvero evitare
le cose che ti infastidiscono,
quello di cui hai bisogno non è
di essere in un posto diverso,
ma di essere una persona diversa.
3 Fino a quando non abbiamo
iniziato a farne a meno,
non ci rendiamo conto di quanto
siano inutili molte cose.
Le abbiamo usate non perché
ne avessimo bisogno,
ma perché le avevamo.
4 Se un uomo non sa
verso quale porto è diretto,
nessun vento è favorevole.
5 Non è povero l’uomo
che ha troppo poco,
ma è l’uomo che brama di più
ad essere povero.
6 Mentre aspettiamo la vita,
la vita passa.
7 La vita è molto breve
e ansiosa per coloro che
dimenticano il passato,
trascurano il presente
e temono il futuro.
8 Non è che abbiamo poco tempo,
ma che ne sprechiamo buona parte.
9 Nessun uomo ha il potere
di avere tutto ciò che vuole,
ma è nel suo potere
non volere ciò che non ha,
e utilizzare con gioia ciò che ha.
10 Come è una storia,
così è la vita:
non quanto è lunga,
ma quanto è buona
è ciò che conta.
11 La vita, se ben vissuta
è abbastanza lunga.
12 Soffriamo più spesso
nell’immaginazione
che nella realtà.
13 Non soffriamo degli eventi
della nostra vita ma,
del nostro giudizio su di essi.
È la nostra attitudine verso gli eventi,
non gli eventi stessi,
che possiamo controllare.
Niente è di per sé funesto,
neanche la morte è terribile
se non ne abbiamo paura.
14 Se vivi in armonia con la natura,
non sarai mai povero.
Se vivi secondo ciò
che pensano gli altri,
non sarai mai ricco.
M A R C O A U R E L I O (121 – 180 d. C.), Filosofo stoico, scrittore, Imperatore Romano.
1 Hai potere sulla tua mente,
non sugli eventi esterni.
Realizza questo e troverai la forza.
2 Tutti amiamo noi stessi,
più degli altri,
ma ci preoccupiamo più
della loro opinione che della nostra.
3 Le cose a cui pensi determinano
la qualità della tua mente.
4 Se non è giusto,
non farlo.
Se non è vero,
non dirlo.
5 Tutto quello che sentiamo
è un’opinione, non un fatto.
Tutto quello che vediamo
è una prospettiva, non la verità.
6 Più valorizziamo le cose
al di fuori del nostro controllo,
meno controllo abbiamo su di esse.
7 Il valore di una persona
è misurato dal valore
di ciò che egli valuta.
8 La libertà è garantita
non dalla realizzazione
dei desideri degli uomini,
ma dalla rimozione del desiderio.
9 La felicità della tua vita
dipende dalla qualità
dei tuoi pensieri.
10 La padronanza della lettura
e della scrittura
richiede un maestro.
Ancor di più la vita.
11 Sii tollerante con gli altri
e severo con te stesso.
12 La miglior vendetta è
essere diverso da colui
che ha commesso l’ingiustizia.
13 Chi teme la morte
non farà nulla di degno
di un uomo vivo.
14 Il più potente
è colui che ha
più potere su se stesso.
15 In nessun luogo
l’uomo può trovare
un rifugio più tranquillo
e meno disturbato
che nella sua anima.
da QUORA
Scrive Lucio Presto, corrispondente di QUORA
CHE COSA ANDREBBE DETTO SENZA PAURA?
1. Le persone non stanno diventando più stupide. Le persone stupide stanno diventando più numerose.
Contribuisce Caterina Corona, corrispondente di QUORA
Aggiungo la numero 11: NO
Dire “no” può essere davvero difficile, ci troviamo spesso di fronte a situazioni in cui, per quanto semplici, non riusciamo a negare a qualcuno il nostro aiuto.
Il problema è che, spesso e volentieri per dire “sì” a qualcun altro, diciamo “no” a noi stessi, non curandoci magari dei nostri problemi, perché non ce la sentiamo di negare il nostro aiuto a qualcuno, lasciando da parte ciò che ci riguarda, anche se è altrettanto o più impellente di quello che ci sentiamo di dover fare “per forza”.
E non sempre tale riguardo viene restituito quando siamo noi a chiedere aiuto.
Prima di ogni volo, quando l’hostess spiega le procedure in caso di emergenza, ci viene sempre ricordata una cosa:
METTETE PRIMA LA VOSTRA MASCHERA PER L’OSSIGENO E POI AIUTATE CHI HA BISOGNO.
Questo perché, al fine di aiutare qualcuno, bisogna essere già in grado di aiutare noi stessi, o non saremo proprio di alcun aiuto.
da QUORA
Scrive Lucio Presto, corrispondente di QUORA
COSA TI DEVI RICORDARE
1. Conosci il vero carattere delle persone, quando non sei nei migliori rapporti con loro.
2. Le persone cattive e tossiche ti faranno cose cattive e convinceranno le persone che sei tu la causa.
3. A volte le persone che chiami i tuoi migliori amici sono i tuoi peggiori nemici.
4. Le persone a cui confidi i tuoi segreti potrebbero un giorno usarli contro di te.
5. Che tu sia buono o meno, le persone ti giudicheranno comunque: fai tutto ciò che ti rende felice e non ascoltare le opinioni degli altri.
6. Sii consapevole di ciò che le persone dicono quando sono arrabbiate con te: mai prendere queste parole alla leggera.
7. Le persone di cui ti fidi potrebbero essere le persone che ti abbandoneranno quando ne avrai più bisogno.
8. Nessuno ti deve nulla.
9. A volte devi tagliare fuori alcune persone per poter guarire: sarà difficile, ma devi dare la priorità alla tua salute mentale.
10. Non pensare che le persone che trattano male gli altri non faranno lo stesso con te, un giorno: sii veloce a realizzare queste bandierine rosse e metti dei limiti tra te e queste persone.
da QUORA
Scrive Prince Samuel, corrispondente di QUORA
Q U A L C O S A D A I M P A R A R E
L’ A T T E S A
Il maggior ostacolo
del vivere quotidiano
è, soprattutto, l’attesa:
dipende dal domani
e spreca l’oggi.
Seneca.
da QUORA
Scrive Riccardo Cecco, corrispondente di QUORA.
10 verità scomode che nessuno vuole ammettere.
1. Tutti coloro che conosci moriranno. Poco importa quanto siamo giovani, in salute o protetti. Ogni giorno che passa, siamo un passo più vicini alla nostra morte. Perciò, assapora ogni istante e impara a trovare la bellezza anche nelle cose più semplici.
2. La vita è ingiusta. C’è chi nasce in condizioni più favorevoli, mentre altri si trovano a lottare fin dal primo respiro. C’è chi nasce bello e chi deve affrontare i pregiudizi legati al proprio aspetto. C’è chi è ricco e chi vive nella miseria. Le guerre non cesseranno mai di esistere e la pace universale non esisterà mai. Fai del tuo meglio per migliorare il mondo, ma non aspettarti di poterlo cambiare.
3. Non puoi controllare ogni cosa. Come disse Mike Tyson: “Tutti hanno un piano, finché non pigliano un pugno in bocca.”
4. Le emozioni non sono fatti oggettivi. Il modo in cui ti senti non riflette necessariamente una percezione accurata della realtà. Le emozioni sono risposte soggettive che possono essere influenzate da molteplici fattori, inclusi i tuoi pensieri, le tue esperienze passate e la tua salute psico-fisica attuale. Coltiva questa consapevolezza e impara a reagire alle situazioni con calma e lucidità.
5. Il cambiamento è inevitabile. Che ti piaccia o meno, tutto è destinato a cambiare: gli amici, le circostanze, il tuo corpo e l’ambiente che ti circonda. Impara ad accogliere il cambiamento e a voltare pagina quando la vita lo richiede. Restare aggrappati al passato non fa altro che generare sofferenza e impedire la tua crescita personale.
6. Il dolore farà sempre parte della tua vita. Ciò che conta è il modo in cui lo affronti. Se scegli di evitarlo, puoi soffrire di meno. Se lo affronti, cresci. Può essere un insegnante severo, ma prezioso.
7. Alcune volte, è troppo tardi. Troppo tardi per chiedere scusa. Troppo tardi per recuperare un amore perduto. Non dare per scontate le persone che ami. Ogni momento trascorso insieme potrebbe essere l’ultimo, e solo quando la vita ci pone di fronte a questa dura verità comprendiamo quanto sia preziosa ogni relazione e ogni istante con coloro che ci sono cari.
8. Fare del tuo meglio non garantisce che ce la farai. Potrebbe essere che il tuo meglio non era (ancora) abbastanza. Magari la fortuna non era dalla tua parte. Esiste un’infinità di variabili che sfuggono al nostro controllo, e questo è un aspetto fondamentale della vita che bisogna imparare ad accettare.
9. Nessuno può salvarti se non tu stesso. Nessun angelo custode, nessun amico, nessun terapeuta, nessun partner può fare il lavoro per te. Possiamo ricevere sostegno e amore dagli altri, ma alla fine, le decisioni che determinano il nostro cammino devono essere prese da noi stessi. Dobbiamo ascoltare il nostro intuito, la voce interiore che conosce la verità e la strada migliore per noi.
10. Abbiamo poco tempo perché lo usiamo male. Seneca disse che non è vero che abbiamo poco tempo, bensì che ne sprechiamo molto. E se ci concedessimo più momenti di pausa per rifocalizzarci sulle priorità della nostra vita? Cosa succederebbe se dedicassi maggiore attenzione alle attività che veramente contano per te, lasciando da parte le distrazioni e le occupazioni inutili?
C R E D O I N D I O ? OVVERO IL DUBBIO CATEGORICO
Ovviamente, ognuno è libero di credere quel che gli pare, ma lo riservi alla sua sfera individuale senza pretese di possedere e di dover insegnare qualcosa di universale e di assoluto: lo smentisce qualsiasi osservazione quotidiana del reale e delle persone intorno a noi, raccontando e mostrando sempre tutt’altro da quanto atteso e voluto per fede, autoconvincimento, idealismo, bisogno di sicurezze, paura della morte ed altre pulsioni terra-terra che si pretendono trascendentali. Perché, si sa, ci vengono molto meglio, più comode e più piacevoli le illusioni.
Quello che non sappiamo è assai più di quello che crediamo di sapere.
La scienza naturale è lo strumento migliore di cui disponiamo per illuminare l’universo intorno a noi, ma sarebbe assai arrischiato costruire su di essa una “metafisica”: non possiede certezze assolute ed è in un processo di continua evoluzione.
Non esistono prove schiaccianti per non credere, come non ne esistono per credere.
Per decidere, ognuno deve consultare il suo cuore e mettere in gioco la sua libertà.
Lascio certamente il giusto spazio al libero esercizio intellettuale e alla immaginazione di chi dissente da me.
Seppur le considerazioni scientifiche, ed in particolare quelle socio-antropologiche moderne, debbano necessariamente essere il fondamento per ogni pensiero e giudizio razionale in merito al presente quesito, realizzo, tuttavia, che un certo grado di “trascendentale” possa verosimilmente permeare la nostra vita, eludendo funzioni reali come la ragione.
Rimango diffidente di santoni, predicatori o pensatori/pifferai magici di qualsiasi sorta, come anche delle forme più diffuse ed organizzate di culto, orbitanti attorno ad ogni assetto arbitrario di elementi sacri, salvifici ed imperativi. Ma, per onestà intellettuale, non mi sento di condannare il “credere” in qualcosa di più grande e di metafisico, così come riconosco giustificata la necessità di “umanizzarlo” e renderlo compatibile con la propria cultura e accettabile per il proprio cuore.
Non tutti, però, hanno l’acume o la forza interiore di accettare l'”incertezza” con vera serenità, sia essa fideistica oppure atea. Coltivare una fede è già, di per sé, padroneggiare una certezza. Scade quasi a istanza secondaria, ma non è meno importante, il particolare che essa sia fondata o meno.
Io ho imparato a farlo proprio dalla mia vita: vivo nella “fede del dubbio”, senza certezza alcuna che non sia la morte, ne ho fatto un oracolo di coscienza e un blasone di obiettività mentale e comportamentale e mi ci trovo bene.
Non “credere”, ma “dubitare” è il paradigma di ogni mio passo nel cammino dell’esistenza e, tuttavia, ho passato il mio tempo alle prese con il feroce e martellante assillo del problem solving (metodo per risolvere i problemi), che è per me, in definitiva, il vero e giusto modo di saper vivere. Parodiando Renè Descartes (Cartesio), grande uomo di scienza e filosofo della prima metà del XVII secolo, invece che “Cogito, ergo sum” (Penso, dunque esisto), dico semplicemente: “Dubito, ergo sum” (Dubito, quindi esisto).
Modestamente e umilmente, considero le “certezze” ( non dico solo quelle della fede) un lusso intellettuale che non mi appartiene e che non ho mai preso in considerazione, ancor più quando e perché esse sono dogmatiche, apodittiche, indimostrabili e indimostrate. Esse sono persino un approccio fasullo, una distorsione della realtà ed un allontanamento da essa che inducono a inquadrare l’esistente entro schemi preconfezionati, entro scatole chiuse dove il diverso della natura, l’inatteso della morale, il nuovo del sociale, il razionale del contraddittorio speculativo non trovano mai ospitalità.
Sono un “comodo” rifugio preservativo e consolatorio ed affrancano apparentemente da ogni rischio ed azzardo: sono una specie di salvifica “assicurazione sulla vita”, risarcitoria a beneficio indeterminato, illusorio e tranquillizzante antidoto contro le sorprese squilibranti delle vicende umane.
E queste sono un pericoloso, ma meraviglioso “divenire” in costante aggiornamento.
Oggi semplificherei col dire: “sono agnostico”. Forse in fondo, oltre i miei filtri critici, spero davvero che ci sia “qualcosa” di più grande e vivo, di conseguenza, in pace con me stesso, se non altro perché non vorrei che la vita fosse priva di un significato, se non di un sogno. Se ce n’è uno anche per me, non sia il delirio reazionario di chi ha gli occhi per contemplare la propria natura e la coscienza di non accettarla coerentemente.
E questo é, forse, un modo saggio di vedere la vita. Ma ho, come sempre, i miei dubbi: sono ancora e tuttora un apprendista degli imperscrutabili algoritmi di questo stupendo viaggio che è la mia esistenza. E di questo itinerario, il percorso è non meno importante e affascinante della sua destinazione e della sua meta che rimane, per quanto certa, sconosciuta e misteriosa.
O sol che sani ogne vista turbata,
tu mi contenti sì quando tu solvi,
che, non men che saver, dubbiar m’aggrata.
O sole (riferito a Virgilio), che rendi chiara ogni vista disturbata,
tu mi soddisfi tanto quando risolvi (i dubbi)
che dubitare mi piace non meno che sapere.
Dante, Inferno canto XI, vv 91-93
C I T A Z I O N E D A L V A N G E L O
Intanto si erano radunate migliaia di persone,
al punto che si calpestavano a vicenda,
e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
Guardatevi bene dal lievito
dei Farisei, che è l’ipocrisia.
Non c’è nulla di nascosto
che non sarà rivelato,
né di segreto
che non sarà conosciuto.
Dal Vangelo di Luca 12, 1-7
Quale saggezza puoi trovare
che sia più grande della gentilezza?
Jean-Jaques Rousseau
Mandato da Giuliana.
Il preoccuparsi non elimina
mai dal domani
il suo dispiacere,
priva soltanto l’oggi
della sua gioia.
Leo Buscaglia.
Ricordate che la saggezza stoica
è un percorso di crescita
personale e di autoconsapevolezza.
Non siamo perfetti
ma possiamo sempre migliorare.
Siate perseveranti,
coltivate la calma interiore,
agite prontamente,
esercitate il vostro autocontrollo,
cercate l’eccellenza
e affrontate l’ansia con saggezza.
Sono questi i pilastri
per una vita significativa e virtuosa.
Possiamo trovare la felicità
accettando ciò che non possiamo controllare
e agendo saggiamente
su ciò che possiamo cambiare.
da QUORA
A PROPOSITO DI FAKE NEWS
Il seguente testo è intitolato “Il test dei tre setacci di Socrate”. Si tratta di una conversazione immaginaria tra Socrate e uno dei suoi studenti, poiché molto probabilmente questo dialogo non è mai avvenuto ed è stato completamente inventato da qualcuno. Tuttavia, nonostante la sua origine dubbia, nasconde uno dei più splendidi messaggi che si possono trovare in rete ed è un peccato non condividerlo.
Nell’antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza.
Un giorno venne qualcuno a trovare il grande filosofo, e gli disse:
– Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?
– Un momento – rispose Socrate. – Prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello dei tre setacci.
– I tre setacci?
– Ma sì, – continuò Socrate. – Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci.
Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è vero?
– No… ne ho solo sentito parlare…
– Molto bene. Quindi non sai se è la verità.
Continuiamo col secondo setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono?
– Ah no! Al contrario.
– Dunque, – continuò Socrate, – vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere.
Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell’utilità. E’ utile che io sappia cosa mai avrebbe fatto questo amico?
– No, davvero.
– Allora, – concluse Socrate, – quello che volevi raccontarmi non è né vero, né buono, né utile; perché volevi dirmelo?
Se ciascuno di noi potesse meditare e metter in pratica questo piccolo test… forse il mondo sarebbe migliore.
ACCETTARE SERENAMENTE LA VECCHIAIA
Così, è giunto il momento che ti dici,
in questa tarda e miserevole età,
che più non ci saranno benefici,
ma solo tante e frequenti avversità
con rinunce, malanni e sacrifici.
E quello che padre tempo lascerà
non sono blasoni ma cicatrici,
magari qualche ricordo e la pietà
delle persone care e degli amici.
E quando la tua mente percorrerà
con la memoria i tuoi giorni felici,
la vita, per ciò che ti ha dato e ti dà,
anche le ore future, benedici.
Vivrai allora quella serenità
che hai nelle tue ali e nelle tue radici.