Mandata da Carlo
Nell’ottimismo c’è la magia,
nel pessimismo c’è il nulla.
Abraham Hicks.
Cosa ci insegna la vita… testamento spirituale di un libero pensatore
Mandata da Carlo
Nell’ottimismo c’è la magia,
nel pessimismo c’è il nulla.
Abraham Hicks.
Finirà anche la notte più buia
e sorgerà il sole.
Victor Hugo.
N.d.R. È un po’ come Adda passà ‘a nuttata (o meglio, come si legge nel testo, Ha da passà ‘a nuttata) che è una famosissima frase contenuta nella commedia Napoli milionaria! divenuta nel tempo celeberrima.
Un po’ come è accaduto alla notissima ‘e figlie so’ ffiglie! tratta da Filumena Marturano.
Oppure, anche, a I figli so’ piezz’ e core come cantava Mario Merola.
Segnalato da mio nipote Alan
Radhanath Swami
LA MENTALITÀ DIETRO ALLE BUONE RELAZIONI.
C’è una meravigliosa analogia sull’ape e la mosca, che ci insegna una preziosa lezione per migliorare i nostri legami interpersonali e la qualità della nostra vita.
L’ape vola di fiore in fiore, estraendo solo il nettare, senza intaccare la pianta. La mentalità dell’ape è quella di cercare l’essenza di ogni fiore. Persino in un luogo coperto di immondizia imputridita, piuttosto che prestare attenzione a tutto quel sudiciume, l’ape rimane concentrata nella sua ricerca di nettare ed entusiasta, vola addirittura sopra un unico, piccolo, fiore cresciuto in mezzo a chilometri e chilometri di spazzatura.
Nelle nostre relazioni, abbiamo molto da imparare dall’ape; essa ci insegna l’arte di focalizzarsi sugli aspetti positivi ed affrontare in modo opportuno le carenze in ognuno. Ci saranno difetti ovunque e in chiunque, non mancano mai le cose di cui lamentarsi, ma, come l’ape cerca di scovare il nettare, anche nei luoghi più impensati, così noi possiamo mirare a trovare le buone qualità in chi abbiamo intorno.
La mosca rappresenta un altro tipo di mentalità nei rapporti con gli altri. Sebbene entrambe le specie possono essere apprezzate, per il particolare istinto naturale che le distingue, possiamo comunque studiarle per apprendere importanti lezioni, per migliorare la qualità della nostra vita.
In un corpo altrimenti sano, la mosca si concentrerà nel succhiare una crosta infetta. La mosca può anche sorvolare centinaia di fiori, ma su cosa si concentra? Focalizza la sua attenzione sull’assaporare immondizia ed escrementi. Essa ignora il dolce profumo dei giardini di rose e, anche nelle situazioni migliori, e nei luoghi più puliti, la mosca rivolgerà la sua attenzione alla spazzatura.
Questo rappresenta l’ottica di non considerare le buone qualità di chi ci sta intorno, concentrandosi sulle loro mancanze. È così facile, non occorrono sforzi per trovare difetti negli altri. Criticare è una dipendenza, più le concediamo, più ne diventiamo ossessionati. Nei rapporti con gli altri è importante mantenere una comunicazione onesta e benevola, improntata sul dare valore a ciò che c’è di positivo, affrontando le cose negative in modo cortese e costruttivo, cercando di tirar fuori il meglio di entrambe le parti.
Agendo così, impariamo a riconoscere le qualità positive in noi stessi e a superare l’insana mancanza di autostima.
Mentalità da ape o mentalità da mosca, sta a te decidere.
SUCCISA VIRESCIT
La traduzione di questo motto latino è “Recisa alla base, torna a rinverdire”.
Le parole, che ornano lo stemma dell’abbazia di Montecassino, che mostra una quercia tagliata al piede, dal cui ceppo vanno spuntando rami nuovi, vengono anche usate in riferimento a tutto ciò che, dopo la distruzione, trova in sé la forza di tornare a nuova vita.
Si tratta di un simbolo (o di una allegoria, se considerata dal punto di vista delle figure retoriche) di rigenerazione, forza interiore, capacità di riscatto.
Ha funzione conativa, ovvero il suo scopo è quello di spingere l’individuo a reagire, a risollevarsi anche dopo un avvenimento tragico, distruttivo, che ha quasi annientato il suo essere.
“Quasi”, appunto, non del tutto.
E’ quell’avverbio a fare la differenza, a invitare a chiedersi di che pasta si è fatti, a spronare all’autorigenerazione.
L’icona dell’albero tagliato è metafora della straziante perdita (di una persona cara, di tutti i beni, della propria integrità corporea), ma i rami verdi che nonostante tutto iniziano a spuntare, generando le foglie, lo sono della capacità di affrontare anche i più grandi dolori, le più grandi perdite e rimettersi in piedi, ancora vivi, ancora fecondi di progetti, di idee, di giorni da affrontare con energia.
E’ simbolo della forza della vita che non dipende dall’energia personale, ma che senza la collaborazione e la volontà di chi aspira a rialzarsi non potrebbe comunque agire.
Contiene in sé l’implicazione di un passato pieno e rigoglioso, la presupposizione che si è subito un feroce attacco, l’antitesi tra la perdita quasi totale e la rinascita, il paradosso che un albero reciso possa germogliare e infine l’inferenza generata dai concetti di ceppo e rami verdi: la vita non muore mai, si rigenera in forme nuove e inaspettate.
Insomma, un vero albero della vita.
Queste, che ho riportato, sono le parole, le più espressive possibili, che ho trovato a titolo esplicativo riguardanti l’aforisma.
Le faccio pienamente e convintamente mie, nell’ estendere il mio augurio a tutti gli Italiani di ritrovare la forza di risollevarsi e rinascere da questo “Tsunami” dell’ Epidemia di Coronavirus che ci sta passando sulla testa.
È un’occasione storica: mostriamo al mondo di cosa siamo capaci.
Sono sicuro che ce la faremo.
Il modo migliore per scoprire
se ci si può fidare di qualcuno
è dargli fiducia.
Ernest Hemingway.
I farmaci non sono sempre necessari,
la fede nella guarigione, lo è sempre.
Norman Cousins
Se ti dico : “Fai come ti pare”,
è ovvio che devi fare
come pare a me. Suvvia!
Non attiri ciò che vuoi,
attiri ciò che sei.
Paulo Coelho.
Non è quello che sei
che ti trattiene,
ma è quello che pensi
di non essere.
Non dare spiegazioni.
I tuoi amici
non ne hanno bisogno.
E i tuoi nemici
non ti crederebbero.
Paulo Coelho.
Con il tempo, tutte le maschere
cadono giù.
Il problema è quando cadono
a persone
che mai avresti immaginato.
Un “mi fido di te”
è meglio di un “ti amo”,
perché non puoi sempre fidarti
della persona che ami,
ma amerai sempre
la persona di cui ti fidi.
…..e poi, ci sono quelle persone
belle da morire…..
non belle in senso fisico….
belle e basta….
belle perché con un gesto
ti rendono felice….
belle perché fanno parte di te
e ti rendono migliore….
Fabio Volo.
Sai perché,a volte, si rimane delusi?
Perché crediamo che gli altri
siano disposti a fare quello
che faremmo noi per loro.
Devi molto a chiunque
ti abbia mai dato fiducia.
Truman Capote.