Numero3085.

 

da  QUORA

 

Scrive Laura Baschi, corrispondente di QUORA.

 

Come si riconosce una persona molto intelligente?

 

Riconoscere una persona molto intelligente può essere complesso, poiché l’intelligenza si manifesta in molte forme diverse. Tuttavia, ci sono alcune caratteristiche e comportamenti che spesso contraddistinguono le persone particolarmente intelligenti:

  1. Curiosità insaziabile: Le persone intelligenti tendono a essere molto curiose e desiderose di imparare. Fanno domande, cercano risposte e sono sempre alla ricerca di nuove conoscenze.
  2. Pensiero critico: Sono capaci di analizzare informazioni e situazioni da diverse prospettive, valutare le prove in modo obiettivo e trarre conclusioni ragionate.
  3. Capacità di risolvere problemi: Dimostrano una notevole abilità nel trovare soluzioni creative e efficaci a problemi complessi. Possono pensare fuori dagli schemi e adattarsi rapidamente a nuove situazioni.
  4. Buona memoria: Ricordano dettagli importanti e sono in grado di richiamare informazioni rilevanti rapidamente, il che li aiuta a fare collegamenti tra concetti diversi.
  5. Empatia e comprensione emotiva: Le persone intelligenti spesso hanno una buona comprensione delle emozioni proprie e altrui. Sono capaci di leggere le emozioni delle persone e rispondere in modo adeguato.
  6. Capacità di comunicazione: Possono esprimere le loro idee in modo chiaro e conciso, adattando il loro linguaggio al pubblico che hanno di fronte.
  7. Autocritica: Sono consapevoli dei propri limiti e sono disposte a riconoscere quando hanno torto. Vedono gli errori come opportunità di apprendimento piuttosto che come fallimenti.
  8. Interesse per molteplici argomenti: Hanno interessi vari e spesso eccellono in più aree. Questo poliedricismo è un segno di una mente aperta e flessibile.
  9. Autodisciplina: Dimostrano la capacità di mantenere la concentrazione e la motivazione anche su progetti a lungo termine, resistendo alle distrazioni e agli ostacoli.
  10. Umiltà intellettuale: Nonostante le loro conoscenze, riconoscono che c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare e rimangono aperti a nuove idee e prospettive.

Queste caratteristiche possono variare da persona a persona, ma insieme contribuiscono a formare il profilo di una persona molto intelligente.

Numero3070.

 

da  QUORA

 

Scrive Riccardo Cecco, corrispondente di QUORA.

 

Che cosa rende una persona affascinante?

 

Ecco 10 caratteristiche che accomunano le persone affascinanti.

 

1. Coltivano interessi unici. Quando chiedi a qualcuno cosa fa nel tempo libero, le risposte comuni come “gioco a calcio”, “guardo Netflix” o “cazzeggio” sono noiose. Al contrario, se una persona ti racconta di creare utensili artigianali, suonare uno strumento o scalare montagne, sei incoraggiato a volerne sapere di più. Quindi, segui i tuoi interessi, anche se sembrano insoliti.

2. Inseguono i propri sogni, non quelli degli altri. Hanno il coraggio di correre rischi e non scelgono la strada più facile. Le loro decisioni sono guidate da un “perché” profondo e consapevole. Se senti che le tue scelte sono influenzate dalla società o dagli altri, prenditi del tempo per capire cosa vuoi veramente.

3. Sono sicure di sé. Non si tratta di arroganza, ma di una consapevolezza profonda di chi sono e cosa vogliono. Non hanno paura di mostrarsi per ciò che sono realmente. Non importa l’età o il punto della vita in cui ti trovi, puoi sempre iniziare a conoscerti meglio e ad essere più autentico.

4. Trasudano entusiasmo e passione. Non serve avere mille storie da raccontare per essere interessanti; è la passione con cui le racconti a fare la differenza. Per provare questa passione, però, è essenziale vivere ogni esperienza con intensità e presenza, sia che si tratti di momenti belli o brutti.

5. Nutrono costantemente la loro curiosità. Non importa quanto tu sia esperto in un campo, c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare. Questo può significare acquisire nuove informazioni, esplorare prospettive diverse o mettere in discussione ciò che già sai. Mantenere una “mente da principiante” ti permette di rimanere interessato alla vita e aperto alla crescita.

6. Fanno sentire gli altri importanti. Parlano meno e ascoltano di più. Pongono domande piuttosto che fare affermazioni. Se vuoi essere più carismatico, concentrati sul dare importanza al tuo interlocutore. Evita di cadere nella trappola di voler sembrare il migliore: più parli, meno valore acquisisci agli occhi degli altri.

7. Non cercano di conformarsi. Non hanno bisogno di sentirsi parte di un gruppo a tutti i costi. Anzi, essere “fuori dagli schemi” è motivo di orgoglio per loro. Non c’è nulla di male nel seguire una moda, se lo fai per autentico piacere. Il problema sorge quando lo fai solo per paura di sentirti escluso.

8. Sono in grado di conversare su molti argomenti. Non parlano solo di sé e della loro vita, ma dimostrano interesse per una varietà di temi, condividendo con gli altri ciò che apprendono. Ascolta podcast, leggi libri, guarda documentari, e poi discuti di ciò che hai appreso. Questo non solo rafforzerà le tue conoscenze, ma renderà più vivaci le conversazioni quotidiane.

9. Hanno opinioni proprie. Se le tue idee su vari argomenti sono prevedibili, probabilmente non stai pensando con la tua testa. Se sei vegano, di sinistra, sostenitore della comunità LGBTQ, a favore della legalizzazione delle droghe leggere e abbracci la cultura new age, è probabile che tu ti stia identificando in un gruppo sociale. Perciò, interroga te stesso su ciò che pensi davvero. Metti in discussione i tuoi principi e ascolta la tua voce interiore. Hai un sistema di credenze autentico e unico, o ti stai conformando agli altri?

10. Sanno essere vulnerabili, ma con intelligenza. Comprendono che condividere dettagli personali può favorire la crescita di relazioni autentiche, ma sono consapevoli che non tutti meritano la loro fiducia. Si aprono agli altri con cautela, sapendo quando e con chi essere trasparenti. Sii aperto, ma non ingenuo.

Numero2948.

 

da  QUORA

 

Scrive Shiro Fukò, corrispondente di QUORA

 

Le nuove generazioni sono più ignoranti delle precedenti?

 

Nel corso dei secoli le nuove generazioni sono sempre state più intelligenti delle precedenti, secondo una normale regola evoluzionistica.

Tuttavia, negli ultimi dieci anni, stiamo assistendo a un fenomeno insolito: i figli sono meno intelligenti dei loro genitori.

Il Quoziente Intellettivo medio della popolazione occidentale è in declino, con particolare riferimento alle capacità di memoria e apprendimento.

Una delle ragioni di questo fenomeno è da ricercare nell’impoverimento del linguaggio.

Diversi studi hanno rivelato una correlazione tra la ricchezza lessicale e la capacità di elaborare pensieri complessi.

La graduale scomparsa dell’uso dei tempi verbali si accompagna a un ridotto uso delle parole.

La ragione della sempre più dilagante violenza nella società è causata anche dall’incapacità di descrivere le proprie emozioni attraverso il linguaggio.

Quando mancano le parole per spiegarsi e difendere le proprie ragioni, il ricorso alla violenza fisica diventa un rischio concreto.

La semplificazione dell’ortografia, come l’abolizione dei generi, dei tempi, delle sfumature lessicali rappresentano una causa dell’impoverimento della mente umana.

Numero2886.

 

A N C O R A    S U L L E    P E R S O N E    I N T E L L I G E N T I     (Identikit spicciolo)

 

di Anna Gallo

 

In un mondo in cui l’intelligenza è spesso legata al successo professionale e personale, è naturale chiedersi se noi stessi possediamo facoltà intellettive straordinarie. Una persona dotata si distingue generalmente per diverse caratteristiche.
Ecco 7 segni di straordinaria intelligenza.

1. Una curiosità insaziabile

Le persone dotate di un’intelligenza eccezionale mostrano grande curiosità. La loro sete di conoscenza li spinge a mettersi costantemente in discussione ed esplorare nuovi ambiti di pensiero. Questa incessante ricerca di apprendimento li porta ad evolvere costantemente il loro modo di pensare.

Interesse per vari argomenti

Una persona molto intelligente è solitamente interessata a una vasta gamma di argomenti. Può trascorrere ore a leggere o studiare diverse discipline ed è sempre alla ricerca di approfondire la sua conoscenza.

2. Una mente critica acuta

Un altro segno rivelatore di straordinaria intelligenza è la capacità di implementare un pensiero critico altamente sviluppato. Le persone dotate tendono a mettere costantemente in discussione le proprie idee e quelle degli altri, il che consente loro di prendere decisioni informate e ponderate.

Analisi e sintesi di informazioni complesse

Una persona molto intelligente è in grado di elaborare rapidamente anche informazioni complesse e contraddittorie per trarre conclusioni rilevanti.

3. Capacità di risolvere rapidamente i problemi

Uno dei tratti distintivi di un’intelligenza straordinaria è la capacità di trovare soluzioni efficaci e rapide a varie situazioni problematiche. Le persone dotate sono generalmente molto brave a individuare le cause di un problema e a proporre alternative adeguate.

Inventiva e flessibilità mentale

Gli individui dotati di elevata intelligenza spesso dimostrano inventiva e hanno una grande flessibilità mentale che consente loro di adattare i loro approcci a diversi problemi.

4. Memoria eccellente

La memoria è un altro indicatore di intelligenza eccezionale. Le persone estremamente intelligenti generalmente hanno la capacità di memoria ben al di sopra della media permettendo loro in particolare di ricordare dettagli precisi, anche a distanza di tempo.

RAM e richiamo delle informazioni

Una persona dotata generalmente eccelle nell’uso della RAM (Random Access Memory = Memoria ad accesso casuale), che consente loro di archiviare e recuperare rapidamente le informazioni.

5. Senso di osservazione

Un acuto senso di osservazione è spesso caratteristico di un’intelligenza straordinaria. Le persone che ne sono dotate hanno la caratteristica di prestare molta attenzione ai dettagli e di essere in grado di individuare cose che gli altri potrebbero trascurare.

Capacità di percepire le sfumature

A causa della loro acuta sensibilità ai dettagli, gli individui altamente intelligenti spesso percepiscono sottigliezze che sfuggono alla maggior parte delle persone.

6. Comunicazione efficace

Le persone dotate di un’intelligenza eccezionale in genere hanno capacità comunicative altamente sviluppate. Possono esprimere le proprie idee in modo chiaro e conciso, però sempre ascoltando gli altri.

Capacità di discutere

Oltre ad essere buoni comunicatori, le persone dotate sono anche capaci di difendere le proprie opinioni con argomentazioni solide e ben strutturate.

7. Adattabilità e resilienza

Infine, le persone estremamente intelligenti sono spesso dotate di grande adattabilità e resilienza di fronte agli imprevisti della vita. Si riprendono rapidamente dopo un fallimento o una situazione difficile e imparano lezioni costruttive da queste esperienze.

Gestire lo stress e le emozioni

Gli individui dotati di un’intelligenza eccezionale tendono anche a gestire efficacemente lo stress e le emozioni, il che contribuisce notevolmente al loro successo in vari ambiti della loro vita.

L’intelligenza straordinaria si manifesta in diversi modi e può essere vista attraverso questi 7 segni rivelatori. Se osservi molte di queste caratteristiche in te stesso o in qualcuno che conosci, è molto probabile che si tratti di un’intelligenza eccezionale.

 

 

Numero2879.

 

da FOCUS Junior

 

William Sidis, la storia dell’uomo più intelligente che sia mai esistito

 

Chi di noi non ha mai sognato di essere un “genio”? William Sidis lo è stato e, ancora oggi, è considerato il più intelligente di sempre.

Se pensiamo all’intelligenza umana, ci vengono in mente alcuni personaggi storici famosi proprio per la grande intelligenza di cui erano dotati. Li conoscerete di certo anche voi. Si tratta di Leonardo da Vinci, Albert Einstein, Isaac Newton o Nikola Tesla. Insomma, quelle persone che noi denominiamo “geni”.

Il QI (Quoziente d’intelligenza) di Leonardo, Einstein, Tesla e Hawking

Il livello di intelligenza di un uomo è calcolabile. Ci sono dei test appositi per misurare il QI (Quoziente intellettivo) di una persona. Quello di Einstein era di 160, così come quello del fisico Stephen Hawking, morto non molti anni fa. QI più alti li avevano solo Tesla e Leonardo da Vinci, all’incirca di 180. Ma pochissimi sanno che è esistito nel secolo scorso un uomo che aveva un QI incredibilmente più alto anche di Leonardo, Tesla e Einstein. E non è una bufala, ragazzi, ma una storia vera.

William Sidis, l’uomo dal QI di 254!

Si chiamava William James Sidis e nacque il 1° aprile (non è neanche uno scherzo, ve lo assicuriamo) del 1898 a New York. Era figlio di un noto psichiatra e pioniere della psicopatologia, l’ebreo ucraino Boris Sidis, che era collega del famoso psicologo William James, padrino del piccolo che ereditò i suoi due nomi di battesimo dal nome e dal cognome di questi.

Sua madre, Sarah Mendelbaum Sidis, anch’ella ebrea, si laureò in medicina all’Università di Boston. Il QI del piccolo William era addirittura di 254! A un anno di età parlava correttamente la lingua inglese, a un anno e mezzo leggeva i giornali e a tre anni scriveva cose di vario genere e argomento con la sua macchina da scrivere appoggiata al seggiolone.

A 4 anni sapeva il latino, a 6 tante altre lingue, compresa una inventata

A 4 anni aveva imparato perfettamente il latino, e poco dopo il greco. A 5 anni elaborò una formula matematica che gli permetteva di stabilire in che giorno esatto era accaduto un determinato evento storico. A 6 anni sapeva perfettamente anche il francese, il tedesco, il russo, l’ebraico, il turco e l’armeno. A 8 anni inventò una lingua che chiamò “vendergood”, che è l’argomento del suo secondo libro scritto a quell’età.

Prodigio della logica e della matematica, a 11 anni entrò ad Harvard

A 10 anni era un mostro nella logica e nella matematica, e aveva dimostrato di elaborare una tavola logaritmica in base 12. Negli anni seguenti scrisse libri di astronomia e anatomia, e a 11 anni entrò all’Università di Harvard, tuttora una delle migliori del mondo, di cui continua ad essere lo studente più giovane della storia.

A 13 anni tenne addirittura un ciclo di lezioni al club matematico di Harvard. Si laureò con lode a 16 anni. A 17 anni insegnò all’Università di Harvard le materie di geometria euclidea, geometria non euclidea e trigonometria, e scrisse in greco le dispense per quest’ultimo corso. Ma gli altri studenti lo prendevano in giro e lo picchiavano.

Oggetto di scherno e di violenze, i suoi nervi si ammalarono

Si ritirò dall’insegnamento. La sua condizione di genio precocissimo, con le attenzioni addosso di tutti i giornali, l’essere oggetto di burle e violenze dai suoi coetanei, oltre al fatto di non essere mai trattato come un comune adolescente ma come un “fenomeno da baraccone”, portò il povero William ad avere frequenti crisi nervose e a voler distaccarsi completamente dalle persone e da ogni tipo di vita sociale.

I genitori, dopo che fu arrestato per aver partecipato a una sommossa, lo sequestrarono letteralmente per un anno in un sanatorio che entrambi dirigevano nel New Hampshire. In seguito lo fecero ricoverare in una clinica per malati mentali in California per un anno. Aveva 20 anni e conosceva alla perfezione, ormai, oltre 40 lingue. Quando uscì dalla clinica, non volle più vedere i suoi genitori e si stabilì a New York, dove svolse lavori umili.

Scrisse libri perlopiù inediti su vari argomenti. Si definiva un “peridromofilo”, un termine che lui stesso coniò per descrivere le persone affascinate dai trasporti (collezionava ossessivamente biglietti del tram e scrisse un libro di 300 pagine sulla loro classificazione. Nel 1930 brevettò un calendario “perpetuo”, che teneva conto degli anni bisestili. Morì a soli 46 anni, in totale solitudine, il 17 luglio 1944, a causa di un’emorragia cerebrale, stessa patologia di cui era morto pochi anni prima anche suo padre.

FONTILa vita perfetta di William Sidis, di Morten Brask (Iperborea); Treccani.

 

Numero2874.

 

A parziale integrazione del Numero 2886.

Comportamenti tipici delle persone con intelligenza superiore alla media

Pubblicato il  
di Emma Moretti

Le persone con un’intelligenza superiore alla media spesso mostrano comportamenti e caratteristiche specifici che li distinguono dagli individui con un’intelligenza nella norma. La loro capacità di osservare, comprendere e gestire situazioni diverse e complesse è solo una delle peculiarità a cui fare riferimento quando si parla dei loro tratti distintivi.

Il significato del superamento della media

Prima di tutto, va sottolineato che le persone con un’intelligenza superiore (al di sopra della media) sono diverse da quelle con un’intelligenza inferiore (al di sotto della media). Esistono vari studi scientifici in tema di psicologia e psicometria che hanno contribuito alla nascita del concetto di Quoziente Intellettivo (QI), permettendo così di classificare gli individui in base alle loro abilità cognitive.

Caratteristiche psicologiche, biologiche e sociali

Tra le più rilevanti caratteristiche psicologiche delle persone dotate di un’intelligenza superiore alla media, vi è senz’altro la loro elevata capacità di osservazione e di scorgere dettagli che sfuggono ai più. Essi tendono a mostrare una notevole profondità di pensiero, frutto della loro curiosità e del desiderio costante di apprendere.

Alta intelligenza emotiva

Un’altra peculiarità tipica è l’eccezionale intelligenza emotiva (IE), ovvero la capacità di percepire, comprendere, gestire ed esprimere le proprie emozioni e quelle degli altri. Con ciò si intendono sia rilevare la presenza di sentimenti negativi altrui che sintonizzarsi con gli stati d’animo positivi per condividerli e trarne beneficio.

Flessibilità comportamentale

Le persone dotate di un’intelligenza superiore alla media dimostrano inoltre una straordinaria capacità di adattabilità del comportamento, anche in situazioni nuove o complesse. Essi sono in grado di modificare le loro abitudini secondo le circostanze, privilegiando quelle più funzionali nelle diverse situazioni. Questo aspetto conferisce loro un vantaggio competitivo nei confronti dei soggetti con intelligenza nella norma.

Tendenze comportamentali specifiche

Nel corso delle numerose ricerche sul tema, alcune tendenze comportamentali tipiche delle persone con intelligenza superiore sono state individuate e classificate. Tra queste vi sono:

Il bisogno di solitudine e indipendenza

Uno dei segni più evidenti di un’intelligenza superiore alla media è il bisogno di solitudine e indipendenza. Le persone in questione spesso cercano il contatto con se stesse, rifuggendo dalle situazioni di gruppo e preferendo uno spazio privato in cui ascoltare i propri pensieri ed elaborarli. Questo consente loro di sviluppare idee, riflessioni e strategie complesse che possono poi essere applicate nella vita di tutti i giorni.

Autocritica e perfezionismo

Le persone con un’intelligenza superiore alla media sono spesso caratterizzate da una forte tendenza all’autocritica e al perfezionismo. Essi tendono a esaminarsi costantemente per migliorare se stessi, non accontentandosi mai dei risultati ottenuti e cercando sempre nuove sfide. Questa disposizione all’autoanalisi e alla ricerca del miglioramento permette loro di raggiungere obiettivi impensabili per individui di intelligenza media.

Incuriosirsi e sperimentare

Uno dei tratti distintivi delle persone più intelligenti è la loro insaziabile curiosità e il desiderio di sperimentare. Non si limitano a osservare passivamente il mondo circostante, ma vogliono capire, mettere gli ingranaggi in movimento e scoprire nuovi orizzonti. Questo li porta ad accogliere ogni occasione come un’opportunità di crescita personale e intellettuale.

L’influenza dell’intelligenza superiore sulla salute e il benessere

Pur essendo sul piano generale portatori di vantaggi competitivi e di successo, le persone con un’intelligenza superiore alla media possono anche riscontrare alcune difficoltà in termini di salute e benessere. Ad esempio, la loro propensione al perfezionismo può trasformarsi in elevati livelli di stress, poiché essi pongono aspettative elevate su se stessi e si confrontano spesso con gli insuccessi.

Numero2857.

 

Le frasi tipiche delle persone che hanno una intelligenza emotiva superiore alla media

Ana Maria Sepe     Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi.

 

Esistono due tipi di intelligenza, una razionale con la quale capiamo le cose concrete, palpabili, e una emotiva con la quale riusciamo ad analizzare il complicato meccanismo delle emozioni umane, i nostri sentimenti e quelli degli altri e ad agire di conseguenza. Ci affidiamo alla logica e alla ragione per affrontare la vita di ogni giorno, eppure dopo lunghe pause di riflessione, arriviamo alle stesse conclusioni a cui potremmo giungere in un batter d’occhio senza pensarci troppo.

Intelligenza emotiva ed emozioni

Le emozioni, siano esse positive o negative, sono mediatori complessi fra mondo esterno ed interno e variano da soggetto a soggetto in base alla loro piacevolezza o meno, alla compatibilità con i sistemi di credenza o norme sociali di riferimento… ma non sono attivate su una base oggettiva (l’evento in sé), quanto dalla lettura che ognuno ne dà in un dato momento e che agganciano o generano ciò che la moderna psicologia chiama un ‘risentito’.

Qui entra in gioco l’Intelligenza emotiva (descritta dagli anni ’80 da “Daniel Goleman”), secondo cui le persone possono gestire e canalizzare le proprie emozioni (fino all’estremo, soffocante controllo), oppure lasciarsi andare emotivamente alle emozioni (fino all’estremo dominio di queste ultime sui vari aspetti esistenziali).

Per Daniel Goleman, il modo di comportarsi dipende da una intelligenza razionale (Quoziente Intellettivo = QI) e da una intelligenza emotiva (Quoziente Emotivo = QE). L’empatia, la gentilezza, la disponibilità, l’umiltà, l’ironia, la simpatia, la voglia di divertirsi anche lavorando: queste sono alcune delle caratteristiche presenti in coloro che invece posseggono una buona dose di QE.

Perché l’intelligenza emotiva è più importante dell’intelligenza razionale?

A differenza dell’intelligenza razionale, quella emotiva ha la capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire consapevolmente le proprie emozioni, ma anche quelle degli altri. L’intelligenza emotiva si rivolge, quindi, all’osservazione e all’analisi del meccanismo delle emozioni umane.

Secondo questa teoria psicologica, oramai largamente accettata in seguito alle importanti scoperte della neuroscienza, l’individuo ‘eccellente’ sarebbe dotato di una migliore capacità emotiva , conoscerebbe bene se stesso e le proprie emozioni e di conseguenza possiederebbe gli strumenti per accedere anche ai sentimenti degli altri instaurando rapporti di empatia e di comunicazione molto efficaci nell’ambito della famiglia, del lavoro, delle amicizie e delle relazioni interpersonali in genere.

Frasi che dimostrano un intelligenza emotiva superiore alla media

Esistono alcune espressioni che accomunano quasi tutti coloro che hanno un’intelligenza emotiva maggiore rispetto alla media. Ecco 13 espressioni comuni che, se pronunciate ogni giorno, denotano un’intelligenza emotiva superiore “rispetto alla maggior parte delle persone”.

Nota bene: Naturalmente non è detto che tu non sia più intelligente emotivamente se non ti rispecchi in tutto ciò che trovi di seguito. Potresti anche avere solo uno o due di questi tratti tipici di chi possiede una intelligenza emotiva abbastanza spiccata. Anzi, questo articolo è un invito a riflettere sul modo di interagire con il nostro interlocutore. La capacità introspettiva è la diretta conseguenza dell’intelligenza emotiva.

1. “Potresti dirmi di più al riguardo?”

Le persone prive di autocoscienza si preoccupano solo dei propri pensieri e delle proprie opinioni. Le persone emotivamente intelligenti, invece, sono interessate a come si sentono gli altri e a cosa hanno da dire. Comunicano in un modo tale da incoraggiare le persone a parlare dei loro sentimenti ed esperienze. Fanno tesoro di come la gente si racconta perché è motivo di opportunità di apprendimento.

2. “Ti ascolto”

Dicendo a qualcuno che lo capisci, crei un ascolto empatico. L’ascolto implica riconoscere e accettare l’altro come persona, dando valore e riconoscendone la dignità. “Ascoltare” significa anche comprendere le emozioni dell’altro e ciò che non viene detto. Saper ascoltare veramente genera fiducia e accoglienza reciproca. È la base di ogni vero rapporto interpersonale e sociale

3. “Capisco quello che stai dicendo, ma…”

Questa frase evidenzia un altro aspetto importante dell’intelligenza emotiva: la capacità di agire in modo assertivo quando si tratta di persone e situazioni difficili. Se non sei d’accordo con qualcuno, esprimilo in modo delicato e non conflittuale. L’obiettivo è facilitare il raggiungimento di una soluzione reciprocamente accettabile. Essere educati non è solo un segno di elevata intelligenza emotiva, ma anche un modo di mostrare rispetto per gli altri

4. “Come ti senti al riguardo?”

Per far sentire le persone accettate e rispettate, presta attenzione e prenditi del tempo per capirle ed entrare in empatia con loro. Mentre ascolti, sforzati di metterti nei loro panni in modo significativo.

5. “Non sono sicuro di cosa c’è che non va. Potresti spiegarmi il problema?”

Con questa frase sai che qualcuno sta avendo un problema e, invece di reagire negativamente, lo inviti a condividere i suoi pensieri. Alternative simili: “Puoi chiarirmi meglio?” o “Quello che capisco è che […]. È giusto?”

6. “Cosa vuoi dire?”

Quando chiedi chiarimenti a qualcuno, gli stai chiedendo di dire qualcosa in modo diverso o di fornire maggiori informazioni in modo da capirlo meglio. Ciò è diverso dal chiedere a una persona di ripetere qualcosa.

7. “Ti apprezzo!”

Riconoscere gli sforzi e le conquiste di altre persone è un vero atto di intelligenza emotiva. Mi piace la foto che hai messo, mi piace quello che hai scritto, mi piace quello che pensi. Mi piace, insomma, come appari in quel momento… Altra cosa è comprendere il valore di quella persona, accettandone sia i punti di forza che le debolezze, a prescindere da successi o insuccessi, da pregi e difetti.

Quando fai un complimento a qualcuno, crei immediatamente un’atmosfera positiva.   Un’espressione che comunica il valore a una persona. Una cosa che non ha prezzo. Dire a una persona, o sentirsi dire, “Ti apprezzo”, non ha prezzo. Sembra un gioco di parole o uno slogan pubblicitario, ma la radice di ‘apprezzare’ proviene proprio dall’assegnare un prezzo, dal comprendere il valore di una persona, di un comportamento, di un oggetto.

Dal momento che tutti abbiamo un valore, è un buon esercizio quello di osservare ciò che è da apprezzare in ciascuno, concentrandosi sugli aspetti positivi e su quelli da cui possiamo comunque imparare. Non stupiamoci se il “Ti apprezzo” che abbiamo espresso ritornerà al mittente in breve tempo.

8. “Avete tutti ragione. Vediamo come possiamo lavorare insieme”

Questa frase può aiutarti a superare diplomaticamente dei nodi problematici riconoscendo i diversi punti di vista. Dopo aver incoraggiato tutti a condividere le loro preoccupazioni, puoi risolvere più facilmente un potenziale problema. Gli studi dimostrano che la capacità di risolvere i conflitti è il punto di forza dell’intelligenza emotiva.

9. “Mi piacerebbe il tuo contributo su questo”

Questa frase e altre simili come “Posso avere qualche consiglio da te?” o “Ti dispiace se chiedo qualche spunto?”, sono preziose. Stai permettendo a qualcun altro di sentirsi orgoglioso di se stesso, il che suscita pensieri positivi su di te.

10. “Questa situazione mi rende preoccupato [o confuso o sconvolto]”

Quando si crea un clima di tensione, la persona emotivamente intelligente non si concentra sulla persona che ha innescato tale condizione, ma sulla situazione in generale. In questo modo, non andiamo a incolpare qualcuno e non lo mettiamo sulla difensiva. Invece, stiamo spiegando come ci sentiamo riguardo a quello che è successo, il che ci aiuta a evitare di sembrare passivo-aggressivo o antagonista.

11. “Mi sento così per…”

Quando sei emotivamente intelligente, ti connetti con le tue emozioni mentre accadono, nel momento. Connettersi con sé stessi significa ascoltare le proprie esigenze, osservando attentamente i segnali che il corpo invia alla mente; assecondare le proprie necessità rappresenta il presupposto per vivere in armonia. La possibilità di evolversi emotivamente, conoscendo un po’ più se stesso e ciò che vive dentro non può che portare ad una ricchezza psichica nella propria vita. Un lavoro che ha a che fare con l’implementare l’intelligenza emotiva

12. “Mi dispiace”

A volte si è consapevoli di aver ferito qualcuno… ma di chiedere scusa non se ne parla proprio.​ Sì, perché saper chiedere scusa…implica senso di umiltà e rispetto verso l’interlocutore. Eppure, quella semplice parolina “Mi dispiace” può diventare un modo per entrare in contatto emotivo con sé stessi e con l’altro («mi dispiace se ti ho causato del male»); per imparare a conoscere i confini della propria volontà e la responsabilità verso gli altri; per impegnarsi al cambiamento («cercherò di fare diversamente d’ora in poi»). Il chiedere scusa può assumere quindi un valore che va al di là del singolo gesto; non è solo un modo per chiudere un episodio, ma ci apre a nuove possibilità di crescita.

13. “Grazie!”

La cortesia comune è, purtroppo, non così comune in questi giorni. Dire grazie non è solo sinonimo di educazione, saper ringraziare è una vera e propria capacità emotiva, significa riconoscere, e quindi accettare, il fatto che si ha bisogno l’uno dell’altro. Concetto che è alla base della società! Ma soprattutto, la gratitudine è un valore essenziale per vivere bene con gli altri. Di cosa possiamo essere grati? Di un sorriso incrociato, di una canzone ascoltata alla radio, di una telefonata gradita, di un invito inaspettato, di un parcheggio trovato con facilità. Le cose semplici, non frequenti, non date per scontate, sono i mattoncini di un benessere più duraturo.

L’intelligenza emotiva è la chiave per aprire molte di quelle porte che hai chiuso nel corso della tua vita

Quante volte hai pensato “Se solo avessi reagito diversamente”? Per la maggior parte delle persone è difficile controllare emozioni come impulsività, irritazione o rabbia, salvo poi pentirsi amaramente di quello che hanno detto o fatto. Sviluppare l’Intelligenza emotiva ti metterà al riparo da queste situazioni spiacevoli e imbarazzanti perché ti aiuterà a riconoscere, comprendere e gestire le tue emozioni e quelle degli altri, migliorando notevolmente la qualità della tua vita interiore.

Si nasce due volte, la prima quando vieni al mondo e la seconda, quando decidi di volerti bene.

 

 

 

Numero2839.

 

da  QUORA

 

Esiste una persona con un Q.I. basso che è più intelligente di una con un Q.I. alto?   (Q.I. = Quoziente d’Intelligenza)

 

Risponde Luca Tartaro, corrispondente di QUORA:

 

Brevemente, la risposta è NO. Il QI misura l’intelligenza ed un valore più alto banalmente indica una intelligenza più alta. Come, per fare un esempio, parlassimo di statura.

Sembra un discorso liscio ma c’è un inghippo: cosa si intende per intelligenza? I normali test possono valutare tutte le capacità logico matematiche letterali mnemoniche formali etc. ma questo può non significare niente. NIENTE.

Conosciamo tutti persone molto intelligenti che fanno vite mediocri, impegolati in relazioni sentimentali disastrose o lavori sottopagati. Ne hanno tratto anche una famosa sit-com, Big Bang Theory, con 4 intelligentoni che fanno vite da sfigati. E giù risate a vederli così impacciati.

Viene un sospetto: l’intelligenza oggi è sopravvalutata. Da sola non basta. E’ come dire che basta l’altezza per fare un buon giocatore di pallacanestro. Ci vuole ben altro.

Può certo essere d’aiuto all’inizio come dote ma spesso conta ben poco. Altre doti emergono: l’intraprendenza, il coraggio, la fantasia, l’ambizione, l’equilibrio, l’empatia, la simpatia etc. Tutte doti che con la pura intelligenza non c’entrano (e che non vengono mai valutate nei test) ma che risultano spesso per non dire sempre vincenti. Vincenti.

Gli antichi romani non consideravano l’intelligenza se non come una delle tante doti di un individuo. Piuttosto stavano attenti al CARATTERE di una persona, molto più difficile da definire, e che è un poco l’unione di tutte le doti dette prima.

Se vuoi valutare bene una persona devi stare insomma attento al suo carattere generale, non alla sua intelligenza particolare. “Formare un buon carattere” ritengo che sia l’obiettivo finale di ogni educazione.

 

Quali sono le caratteristiche di chi ha un Q.I. basso?

 

Scrive Jeia Plissken, corrispondente di QUORA:

 

A mio modesto parere chi accetta qualunque cosa gli venga detta senza alcuno spirito critico.

Ovviamente una cultura più approfondita fa sembrare chiunque più intelligente ma a volte senti ragionamenti molto interessanti da persone di scarsa cultura solo perché si fanno domande su qualunque cosa.

Viceversa “chi ha studiato” a volte (ho detto “a volte”) tende ad adagiarsi sulle nozioni frutto di ragionamenti altrui usandole come dogmi.

Ci siamo evoluti grazie a chi si è costantemente posto delle domande.

 

N.d.R. : Impariamo a considerare le persone in base alle loro domande e non alle loro risposte.

Numero2838.

 

da QUORA

 

I neri hanno un Q.I. (Quoziente d’Intelligenza) inferiore alla media?

 

N.d.R. : chissà se è possibile pubblicare questa domanda /curiosità, con relativa risposta, basata su dati di fatto obiettivi, senza essere tacciati di razzismo? La domanda non è mia, la risposta neanche: mia è soltanto la curiosità e l’onestà intellettuale di riportare cose che non sapevo, ma che ritengo meritevoli di conoscenza ed approfondimento, È lo spirito di questo BLOG. Nessuna malevola sottolineatura. Grazie per la comprensione.

 

Risponde su QUORA Silvio Vergani, un corrispondente.

 

Sì. In ogni misurazione del QI, da quando il QI è stato inventato.

Gli afroamericani hanno 85, i neri africani scendono anche sotto i 70, difatti la metà dei neri africani sarebbero da considerare MENTALMENTE RITARDATI. La cosa buffa di questi dati è che sono ASSOLUTAMENTE PLAUSIBILI, visto la storia dei popoli africani e lo stato in cui versano le nazioni africane ancora oggi, eppure esiste una vasta fascia di popolazione che nega, ostinatamente la realtà e preferisce all’evidenza dei fatti dei fumosi teoremi new age.

 

N.d.R. : Mi pare giusto dire, per una corretta valutazione, che il valore medio del Q.I. globale è intorno a 100 e che il valore del Q.I. degli Italiani, come riportato altrove, è di 97. Più o meno come quello di quasi tutti i Paesi Europei.

Numero2837.

 

Da cosa si capisce se una persona è molto intelligente

Ana Maria Sepe    Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

 

Quanto sei intelligente? Il concetto è sicuramente molto ampio, tant’è che non esiste, oggigiorno, una definizione univoca e accettata universalmente.  L’intelligenza viene spesso riconosciuta nella società come un tratto distintivo della persona, che ne è più o meno provvista se paragonata a un’altra. Considerando che, sulla Treccani, la definizione di intelligenza supera le 40 righe, capiamo bene che, nel corso della storia, il genere umano si è posto parecchie domande a riguardo. Per questo gli scienziati definiscono l’intelligenza in diversi modi. Alcune ricerche scientifiche fatte in varie università del mondo, sembrano confermare che ci sono alcuni comportamenti, segni e caratteristiche fisiche che sembrano essere associati all’intelligenza

Il termine deriva dal latino intelligentia, con derivazione da intelligĕre, ovvero «intendere». (N.d.R. : Per essere più precisi, “intelligere” è composto da “inter” (fra) e “legere” (leggere); sarebbe come dire: “leggere fra le righe”, una sorta di comprensione per intuizione). Generalmente, si intende un complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono all’individuo di pensare, comprendere o spiegare i fatti, o le azioni, ed elaborare modelli astratti della realtà. Nella psicologia umana le teorie sull’intelligenza sono molte. Secondo Charles Spearman, è una capacità comune di adattamento dell’individuo, nonché il fattore base delle attività intellettuali nel genere umano.

Come ragionano le persone molto intelligenti?

Questa domanda devo ammettere che mi affascina tantissimo. Nello specifico mi interessa la risposta non tanto per una semplice curiosità, ma perché nasconde una seconda domanda, ancora più interessante Posso migliorare drasticamente me stesso, ragionando come una persona “super intelligente”? Partiamo dalle basi: cosa c’è alla base dell’intelligenza? Guarda questo insieme di numeri e lettere:

  • knsxoi543y77778efh8rfv097777d
  • j39e8389f7777lmjbh8ihrz7777

Noti niente di strano?

  • knsxoi543y77778efh8rfv097777
  • 39e8389f7777lmjbh8ihrz>7777

Esattamente ogni 10 lettere e numeri casuali, si ripete quattro volte il numero “7” (il pattern “7777”). Quello che ha fatto il tuo cervello per riconoscere questo schema all’interno di un insieme di numeri e cifre, all’apparenza casuali, prende il nome di “pattern recognition” (riconoscimento di pattern). Per i non avvezzi a questa terminologia tipicamente utilizzata in ambito informatico, il riconoscimento di pattern, non è altro che l’individuazione, all’interno di dati “grezzi”, di modelli/schemi che si possono ripetere.

Dal punto di vista dell’evoluzione della specie, riconoscere i pattern ha reso noi esseri umani capaci di sopravvivere e svilupparci più efficientemente rispetto ad altri animali/organismi. Quindi questa cosa la sappiamo fare bene, ma c’è chi tra di noi riesce a farla meglio.

Cosa c’entra il riconoscimento dei pattern con l’intelligenza?

“Il riconoscimento dei pattern è l’essenza dell’intelligenza umana.” – Ray Kurzweil. Per Ray Kurzweil, che per la cronaca è colui che (tra le tante altre cose) ha inventato lo scanner, l’intelligenza è in larga parte attribuibile alla nostra capacità di riconoscere pattern. Quindi siamo più o meno intelligenti a seconda di quanto sappiamo fare bene questo lavoro. Le persone con un alto QI infatti, non sono dei semplici “collezionisti” di fatti e cultura generale, ma sviluppano una profonda comprensione dei concetti.

Cosa significa?

Prima di tutto che le persone intelligenti NON memorizzano le cose. Chi ha un QI alto è bravo a connettere tra loro idee e creare costruzioni mentali tra informazioni che magari potrebbero sembrare irrilevanti o appartenenti ad altri contesti. Quindi questi “geni” trovano con facilità schemi tra dati grezzi e li collegano tra di loro. In parole povere: riconoscono e connettono pattern.

Come allenare l’intelligenza

Torniamo alla domanda chiave: posso migliorare drasticamente me stesso, ragionando come una persona “super intelligente”? Certo! Ecco una piccola linea guida che ti può tornare molto utile se devi imparare cose nuove e per migliorare qualsiasi situazione con cui interagisci quotidianamente.

1. Comincia a notare i pattern in qualsiasi contesto

Di fronte agli eventi che ti circondano, sforzati di riconoscerne il modello che ne sta alla base. Se leggi un libro, cerca sempre di sintetizzare in poche parole un capitolo. Quando hai finito prova a creare un modello dei concetti su un foglio. Cerca sempre di semplificare il più possibile. Poi vai anche più a fondo: i libri che leggi hanno una struttura simile? Se sì, qual è?

Se stai guardando un film che ti piace, fai caso alla sequenza degli eventi: è possibile che nasconda un pattern. Una tipica struttura ricorrente ad esempio è il “viaggio dell’eroe”.

2. Ama la “confusione” iniziale

È importante riflettere su un punto: quando stai cercando di trovare un pattern il primo step è la confusione. È normale essere confusi in questo momento perché il nostro cervello sta cercando la struttura tra un mare di informazioni non rilevanti.

La cosa peggiore che puoi fare è dire che la cosa su cui stai ragionando è impossibile da studiare / imparare e non c’è un pattern chiaro. Non devi assolutamente mollare e passare alla memorizzazione dei concetti perché non sei ancora riuscito a trovare un modello. C’è solo un modo per andare avanti: pensa e cerca di esporti a quante più possibili varianti / spiegazioni di qualità del concetto o dell’evento che stai analizzando. Ci sarà un momento in cui troverai un “aggancio”. Sarà come una sorta di click mentale che ti darà un primo possibile mini-modello del tutto.

3. Usa spesso metafore ed analogie

Una volta che hai capito qualcosa in maniera generale, prova ad utilizzare metafore od analogie con situazioni simili che conosci, ma che fanno parte di altri contesti. Questo ti permette di creare connessioni con zone differenti del tuo cervello e di mettere in pratica quei collegamenti di cui ti parlavo all’inizio (collegamenti tra pattern). “Come“, “tipo“, “uguale a” sono le parole chiave da usare. Puoi cominciare con una serie di domande aperte tipo:

  • Questa idea mi ricorda….?
  • Questa idea è usata in situazioni di vita vera come…?
  • Che fenomeno simula questa idea?

Prendiamo ad esempio i numeri complessi: i numeri mi hanno sempre ricordato il camminare lungo una linea come se fosse una strada dritta. Grazie ai numeri interi puoi camminare avanti ed indietro rispetto ad un punto di partenza (che è lo zero). Con i numeri complessi, la linea diventa una piazza in cui puoi girare liberamente, ruotando intorno al punto di partenza.

4. Metti in discussione il modello

Le persone molto intelligenti sono molto brave a creare modelli e connessioni ma anche a tagliare queste ultime se non funzionano e non si applicano a dovere. Fai l’avvocato del diavolo con l’idea che hai appena creato: analizzane le implicazioni, i limiti ed i difetti e modifica il tutto. Sii scettico al massimo.

Lo scetticismo è sano se applicato nel giusto contesto. Essere scettici “tanto per” invece è da stupidi. Ma per arrivare a delle connessioni potenti devi farne tante e tagliare quelle che non funzionano. Solo in questo modo puoi farcela.

5. Anche l’esercizio aerobico fa bene al cervello

Camminare per 30 minuti al giorno 5 giorni alla settimana stimola ad esempio la produzione di Bdnf (fattore neutrofico derivato dal cervello), una molecola che favorisce la produzione di nuovi neuroni e sinapsi e migliora le capacità di apprendimento.

Altre attività che funzionano benissimo?

Studiare una nuova lingua, ad esempio, non solo migliora il QI, ma rimanda di 5 anni in media il rischio di demenza senile nelle persone esposte. Anche il cibo fa la sua parte: la dieta mediterranea (ricca di frutta, verdura, pesce, olio di oliva) migliora le capacità di apprendimento. L’intelligenza è spesso stata correlata alla corteccia prefrontale laterale del nostro cervello, se questa struttura si mantiene molto attiva, allora il gioco è fatto. Sai come allenare la tua corteccia prefrontale laterale? Lavorando su te stesso!

Perché la corteccia prefrontale laterale sembra giocare un ruolo predominante nell’intelligenza? Perché è mediante questa struttura che le varie funzioni cerebrali vengono integrate, in pratica è da essa che dipende la capacità di comunicare efficacemente con il resto del cervello. Hai presente quando senti dire “la mia parte irrazionale ed emotiva vorrebbe fare questo, ma la mia parte razionale sa che è sbagliato?” Beh, questo capita quando c’è poca integrazione tra la neocorteccia e le strutture più ancestrali del cervello, quelle legate alla ricompensa immediata. Se ci pensi ha tutto senso: a che serve essere intelligenti se non si può utilizzare questa dote per migliorare la propria qualità della vita?

Allora noi ti invitiamo a migliorare la tua intelligenza allenando proprio la tua corteccia prefrontale laterale! Sai, pochi mesi fa abbiamo pubblicato un nuovo libro che propone un percorso di auto-analisi e crescita personale, con lo scopo di massimizzare l’integrazione tra le parti di sé. Nel volume troverai diversi esercizi che ti spiegheranno come allenare la tua corteccia prefrontale per cambiare gli aspetti di te che non ti piacciono, migliorare la relazione che hai con te stesso e stabilire rapporti appaganti. Il titolo è un po’ fuorviante: «d’Amore ci si ammala, d’Amore si guarisce», ma ti garantiamo che non tratta solo di cuori infranti! È il libro più consigliato dagli psicoterapeuti, lo puoi trovare su Amazon o in tutte le librerie. Ah, se lo leggi, scoprirai che tutto (dalla soddisfazione personale al benessere di coppia) è una questione di corteccia prefrontale! 

Insomma: hai diverse soluzioni per nutrire e arricchire la tua mente. E ricorda, l’intelligenza non significa saperne di più o accumulare conoscenza. Si tratta di stimolare il cervello, essere in grado di risolvere problemi quotidiani e inserire nella propria struttura cerebrale cose nuove (apprendimenti inediti, nuovi modi di essere, di sentire, di comunicare…). Ripeto: a cosa serve essere intelligenti se poi non applichiamo questa dote in modo pratico, al miglioramento della nostra vita?!

Numero2748.

 

da Quora

 

COSA  NON  FANNO  LE  PERSONE  INTELLIGENTI

 

1- Rimanere prigionieri dell’odio:

La rabbia, il risentimento e l’odio sono sentimenti negativi che tutte le persone provano. Il problema sta nel non liberarsene, poiché nulla di buono può o potrà derivare da tanta rabbia. Non accumulate rancore e sappiate perdonare. Lasciate che i disaccordi vengano risolti e toglietevi questo peso dalle spalle.

2- Mantenere relazioni tossiche:

“Siete la media delle 5 persone che frequentate di più”. Questa massima si avvera nel migliore stile di “dimmi chi frequenti e ti dirò chi sei”. Le persone intelligenti sanno che le amicizie negative e tossiche collaborano solo a risvegliare i peggiori sentimenti e desideri dentro di voi.

3- Rifiutare l’aiuto:

Chi è intelligente sa che nella vita è importante contare sull’aiuto e sulla collaborazione. Per questo motivo, di solito questi individui non rifiutano l’aiuto quando viene loro offerto.

4- Fare critiche illimitate:

Può sembrare un consiglio banale, ma la verità è che chi è veramente intelligente non è abituato a criticare tutto, sempre. Certo, ci sono le critiche costruttive, ma lamentarsi solo di come vanno le cose non ha mai cambiato né cambierà nulla.

Le persone che hanno un buon raziocinio apprezzano le azioni pratiche ed efficaci. Il pensiero è più o meno questo: “se non va bene, cambialo”.

5- Generare false aspettative negli altri:

C’è qualcosa di più fastidioso di quelle persone che promettono e non mantengono mai? Non è sempre possibile garantire la nostra parola, ma questo dovrebbe essere sporadico. Generare false aspettative può essere una tattica per sfuggire alle responsabilità, ma a un certo punto danneggia la persona che lo fa. Le persone intelligenti si rendono conto molto rapidamente delle insidie del processo.

6- Le persone intelligenti sanno di non essere perfette:

La perfezione non è legata all’intelligenza. Anche se si ama che tutto venga millimetricamente fedele a ciò che è stato pianificato, la vita assicura sempre un po’ di improvvisazione. A volte, il risultato inaspettato può essere ancora più bello e “perfetto” di quello idealizzato all’inizio.