P U N T I D I V I S T A
Dove tu vedi confini,
io vedo orizzonti.
Cosa ci insegna la vita… testamento spirituale di un libero pensatore
P U N T I D I V I S T A
Dove tu vedi confini,
io vedo orizzonti.
Tanta istruzione.
Nessuna educazione.
In strùere vs. E dùcere:
Instruere è un verbo latino che ha la stessa radice di strumento, costruire: vuol dire realizzare, insegnando o imparando, una formazione con disciplina, condizionamento, costrizione.
Educere è un verbo latino che vuol dire estrarre , condurre fuori: promuove una estrapolazione di valori insiti, in sé o in altri, con fantasia, creatività ed empatia. Come faceva Socrate con la sua MAIEUTICA. In greco antico, la Maieutica era l’arte della levatrice. La madre di Socrate era una levatrice e lui diceva che sapeva estrarre, come la levatrice fa col neonato dal ventre delle partorienti, la verità dalla mente dei propri interlocutori. Molto spesso la verità sta dentro di noi, ma non ce ne rendiamo conto. Con l’intuito dell’immaginazione o con la logica del ragionamento, noi possiamo e dobbiamo educarci o essere educati.
Il primo verbo viene coniugato per instaurare una stabilità morale e sociale.
Il secondo afferisce piuttosto alla facoltà e alla libertà di esprimere se stessi.
Per questo, le persone istruite non sempre sono anche educate. Mentre le persone educate non sempre sono anche istruite.
Una delle cose più dolorose
del nostro tempo è che coloro
che hanno certezze sono stupidi,
mentre quelli con comprensione
ed immaginazione sono preda
di dubbi ed indecisioni.
Bertrand Russel.
Un uomo, per quanto grande,
non sa cosa vuole,
finché non gli viene donato.
Dal film Le regole del caos.
I L L I B R O
Il libro è
archetipo di riflessione,
dagherrotipo di immaginazione,
prototipo di astrazione
stereotipo di relazione.
Il libro ci costringe
ad un tempo
più rallentato
che è quello
della meditazione.
Non c’è dissolutezza peggiore del pensare.
Questa licenza si moltiplica come gramigna
su un’aiuola per le margheritine.
Nulla è sacro per quelli che pensano.
Chiamare audacemente le cose per nome,
analisi spinte, sintesi impudiche,
caccia selvaggia e sregolata al fatto nudo,
palpeggiamento lascivo di temi scabrosi,
fregola di opinioni – ecco quel che gli piace.
In pieno giorno o a notte fonda si uniscono
in coppie, triangoli e cerchi.
Poco importa il sesso e l’età dei partner.
I loro occhi brillano, gli ardono le guance.
L’amico travia l’amico. Figlie snaturate
corrompono il padre. Il fratello
fa il ruffiano per la sorella minore.
Preferiscono i frutti dell’albero
traviato della conoscenza alle natiche
rosee dei rotocalchi, a tutta questa
pornografia in fondo ingenua.
I libri che li divertono non sono illustrati.
Il loro unico svago – certe frasi
segnate con l’unghia o la matita.
E’ spaventoso in quali posizioni,
con quale sfrenata semplicità l’intelletto
riesce a fecondare l’intelletto!
Posizioni sconosciute perfino al Kamasutra.
Durante questi convegni solo il tè
va in calore. La gente siede
sulle sedie, muove le labbra.
Ognuno accavalla le gambe per conto proprio.
Un piede tocca così il pavimento,
l’altro ciondola libero nell’aria.
Solo ogni tanto qualcuno si alza,
va alla finestra e attraverso una fessura
delle tende, scruta furtivo in strada.
Tous ceux qui manquent d’imagination se réfugient dans la réalité
Tutti quelli che sono carenti di immaginazione, si rifugiano nella realtà.
Non sempre gli occhi
chiusi dormono,
non sempre gli occhi
aperti vedono.
Proverbio ZEN.
Nulla si sa,
tutto si immagina.