Numero3233.

 

da  QUORA

 

Scrive Boris Baruffa, corrispondente di QUORA

 

Gli SMARTPHONE spariranno presto?

 

Il futurologo Ray Kurzweil ha predetto il nostro futuro da cyborg già da molto tempo.

CYBORG = Contrazione di cybernetic organism: tale concetto si riferisce a “esseri viventi che hanno acquisito abilità potenziate grazie all’innesto di componenti artificiali o all’integrazione di tecnologie cibernetiche”.

 

Lo smartphone sparirà, prima di quanto pensi. E il mondo non sarà più lo stesso.

Articolo del 4/9/2019

Un giorno, non troppo presto – ma comunque prima di quanto pensiate – lo smartphone sparirà completamente, allo stesso modo con cui, prima di lui, lo hanno fatto i cerca persone e i fax.

State tranquilli: manca ancora probabilmente almeno un decennio a qualsiasi tipo di significativo crollo dello smartphone.

(E se saremo tutti cyborg entro il 2027, mi rimangio volentieri le parole. Ammesso che ancora mangeremo).

Eppure, pezzo per pezzo, le basi per la scomparsa dello smartphone sono in costruzione.

E i “muratori” sono Elon Musk, Microsoft, Facebook, Amazon, e un numero incalcolabile di start-up che hanno ancora un ruolo da svolgere.

E il colpevole sarà l’intelligenza artificiale.

E lasciatemelo dire: quando e se lo smartphone morirà davvero, allora il mondo non sarà più come prima.

Non solo in termini di prodotti individuali, ma in termini di come viviamo realmente le nostre vite quotidiane e forse in termini della stessa umanità.

Per il filosofo tedesco Max Horkheimer la Ragione umana è ridotta a mezzo per raggiungere fini di cui essa stessa non sa più nulla.

L’affermazione dello studioso, morto nel 1973, oggi è più attuale che mai dato che le nazioni più avanzate del pianeta sono alle prese con un fenomeno sempre più evidente: uno sviluppo tecnologico impetuoso che sta spingendo l’umanità verso territori inesplorati.

Questo risulta particolarmente evidente nel campo dell’intelligenza artificiale (AI) che solleva forti dubbi addirittura sul ruolo che l’uomo potrà avere nelle società del futuro…

Numero3232.

 

da  QUORA

 

Scrive Graziano Marceddu, corrispondente di QUORA

 

 

Si…Dio esiste perché esiste l’Uomo.

Un essere senziente ha decretato che esiste Dio e Dio è fatto esistere in quanto creatore di tale essere.

La fede nella ricerca di un essere superiore è sempre stata la base del Credo, serve a dare una risposta a ciò che ancora non sappiamo spiegare…

 

N.d.R.:

Non è Dio che ha creato l’uomo,
ma è l’uomo che ha creato Dio.

 

 

Numero3229.

 

L O    S P R E C O    D E L L A    V I T A

 

Lo spreco della vita

si trova nell’amore

che non si è saputo dare,

nell’egoistica prudenza

che ci ha impedito di rischiare

e che, evitando un dispiacere,

ci ha fatto mancare la felicità.

 

Oscar Wilde.

 

N.d.R.:

Lo spreco della vita

si trova nell’amore

che non si è potuto dare.

Numero3228.

 

da  QUORA

 

Scrive Linus, corrispondente di QUORA

 

P E N S A C I    B E N E

 

La nonna diceva:

 

– Non ti fa male la schiena, ma il peso che porti addosso.

– Non ti fanno male gli occhi, ma l’ingiustizia o quello che ti tocca vedere.

– Non ti fa male la testa, ma i pensieri che porti dentro.

– Non ti fa male il collo, ma quello che non esprimi o quello che non dici.

– Non ti fa male lo stomaco, ma ciò che non digerisce la tua anima.

– Non ti fa male il fegato, ma la rabbia che porti addosso.

– Non ti fa male il cuore, ma l’assenza di amore. Sai che l’amore è la medicina più potente.

 

Numero3227.

 

da  QUORA

 

Scrive Mihaela Claudia Puscas. corrispondente di QUORA

 

C O N S I G L I    D I    M A T U R I T A’

 

1. SMETTI DI DIRE TUTTO A TUTTI

La maggior parte delle persone non se ne preoccupa, e alcune segretamente vogliono che tu fallisca.

 

2. SCEGLI I TUOI AMICI CON SAGGEZZA

Il modo più veloce per migliorare è circondarti di persone migliori.

 

3. NON ASPETTARTI NIENTE, APPREZZA TUTTO

Sii grato per le piccole cose nella tua vita per trovare la pace interiore.

 

4. FAI DEL TUO MEGLIO E ABBI FIDUCIA NEL PROCESSO

Più lavori sodo, più sarai fortunato.

 

5. CONTROLLA TE STESSO, NON GLI ALTRI

Controllare gli altri è forza.

Controllare te stesso è vero potere.

 

6. IMPARA A REAGIRE DI MENO

Quando controlli la tua reazione, nessuno può manipolarti.

Numero3226.

 

da  QUORA

 

Scrive Richard Reese, corrispondente di QUORA

 

Quali sono le abitudini peggiori
da evitare in una relazione.

 

Una relazione sana richiede impegno, rispetto e comunicazione. Tuttavia, alcune abitudini possono danneggiare il rapporto e creare tensioni. Ecco le peggiori da evitare:

1. Comunicazione Tossica

  • Evitare il silenzio punitivo, il sarcasmo e le critiche costanti. Una comunicazione negativa può minare la fiducia e il rispetto.

2. Mancanza di Ascolto Attivo

  • Non ascoltare realmente il partner o interromperlo costantemente dimostra disinteresse e mancanza di empatia.

3. Essere Eccessivamente Critici o Giudicanti

  • Criticare il partner su dettagli insignificanti può farlo sentire inadeguato o non apprezzato.

4. Neglect o Disattenzione Affettiva

  • Non dedicare tempo di qualità o trascurare i bisogni emotivi del partner può creare distanza.

5. Gelosia eccessiva o Possessività

  • La mancanza di fiducia e il controllo soffocante possono portare al deterioramento della relazione.

6. Mancanza di Compromessi

  • Insistere sempre per avere ragione o imporre il proprio punto di vista senza considerare i desideri dell’altro genera squilibri e conflitti.

7. Non Chiedere Scusa Quando Serve

  • Non ammettere i propri errori e non scusarsi può far percepire una mancanza di responsabilità.

8. Trascurare la Crescita Individuale

  • Dipendere completamente dal partner senza coltivare interessi personali o amicizie può creare un rapporto soffocante.

9. Risentimento Accumulato

  • Evitare di affrontare i problemi quando si presentano può far crescere il rancore e portare a esplosioni emotive.

10. Bugie o Mancanza di Trasparenza

  • Anche le piccole bugie minano la fiducia. L’onestà è fondamentale per una relazione duratura.

Come Migliorare?

  • Comunicare Aperti e Onesti: Esprimere i propri sentimenti in modo rispettoso.
  • Praticare l’Empatia: Mettersi nei panni del partner.
  • Dedicare Tempo di Qualità: Ritagliarsi momenti speciali insieme.
  • Coltivare Fiducia: Essere affidabili e sinceri.

Evitando queste abitudini negative, è possibile costruire una relazione più forte, armoniosa e soddisfacente. 💕

 

 

Cosa provoca la mancanza
di attività sessuale?

 

La mancanza di rapporti sessuali può avere vari effetti, sia fisici che psicologici. Ecco alcuni dei principali:

  1. Cambiamenti fisici:
    • Riduzione del desiderio sessuale: La mancanza di attività sessuale può portare a una diminuzione della libido.
    • Secchezza vaginale o problemi di erezione: Nelle donne, può verificarsi secchezza vaginale, mentre negli uomini possono insorgere difficoltà di erezione.
  1. Effetti psicologici:
    • Stress e ansia: La mancanza di intimità fisica può aumentare lo stress e l’ansia, influenzando l’umore generale.
    • Depressione: In alcuni casi, la mancanza di rapporti sessuali può contribuire a sentimenti di depressione o isolamento.
    • Problemi relazionali: Può causare tensioni nella relazione con il partner, portando a conflitti o a una maggiore distanza emotiva.
  1. Cambiamenti ormonali: L’attività sessuale stimola la produzione di ormoni come la dopamina e l’ossitocina, che influenzano il benessere e la connessione emotiva. La mancanza di questi stimoli può portare a uno squilibrio ormonale.
  2. Impatto sulla salute fisica: L’attività sessuale ha anche benefici per la salute, come migliorare la circolazione sanguigna e rafforzare il sistema immunitario. La sua mancanza potrebbe ridurre questi benefici.

In generale, è importante mantenere una comunicazione aperta con il partner e considerare il proprio benessere emotivo e fisico. Se la mancanza di rapporti sessuali è una fonte di preoccupazione, potrebbe essere utile consultare un professionista della salute.

Numero3224.

 

DEDICATO  ALLA  MIA  CARA  AMICA  GIULIANA

 

da  QUORA

 

Scrive Enrico, corrispondente di QUORA

 

I L    C R I S T O    V E L A T O

 

Il Cristo velato è una scultura marmorea di Giuseppe Sanmartino, conservata nella cappella Sansevero di Napoli ed è stata realizzata nel 1753.

 

 

Raimondo di Sangro fu il committente di quest’opera, che originariamente doveva essere collocata nel mausoleo di famiglia sottostante la Cappella, vano che oggi ospita le Macchine anatomiche. Un piastrone di pietra indica oggi il punto preciso dove la statua avrebbe dovuto essere posta. L’incarico di eseguire il Cristo velato fu in un primo momento affidato allo scultore Antonio Corradini; tuttavia, deceduto da lì a breve, questi fece in tempo a realizzare solo un bozzetto in terracotta oggi al museo nazionale di San Martino. L’incarico passò così a Giuseppe Sanmartino, a cui venne chiesto di produrre «una statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua».

Sanmartino realizzò quindi un’opera dove il Cristo morto, sdraiato su un materasso, viene ricoperto da un velo che aderisce perfettamente alle sue forme. La maestria dello scultore napoletano sta nell’esser riuscito a trasmettere la sofferenza che il Cristo ha provato, attraverso la composizione del velo, dal quale si intravedono i segni sul viso e sul corpo del martirio subito. Ai piedi della scultura, infine, l’artista scolpisce anche gli strumenti del suddetto supplizio: la corona di spine, una tenaglia e dei chiodi.

Matilde Serao, grande ammiratrice della scultura, ci restituisce una descrizione assai vivida del Cristo:

«Sopra un largo piedistallo è disteso un materasso marmoreo; sopra questo letto gelato e funebre giace il Cristo morto. È grande quanto un uomo, un uomo vigoroso e forte, nella pienezza dell’età. Giace lungo disteso, abbandonato, spento: i piedi dritti, rigidi, uniti, le ginocchia sollevate lievemente, le reni sprofondate, il petto gonfio, il collo stecchito, la testa sollevata sui cuscini, ma piegata sul lato dritto, le mani prosciolte. I capelli sono arruffati, quasi madidi del sudore dell’agonia. Gli occhi socchiusi, alle cui palpebre tremolano ancora le ultime e più dolorose lagrime. In fondo, sul materasso sono gettati, con una spezzatura artistica, gli attributi della Passione, la corona di spine, i chiodi, la spugna imbevuta di fiele, il martello […] E più nulla. Cioè no: sul Cristo morto, su quel corpo bello ma straziato, una religiosa e delicata pietà, ha gettato un lenzuolo dalle pieghe morbide e trasparenti, che vela senza nascondere, che non cela la piaga ma la mostra, che non copre lo spasimo ma lo addolcisce»

La firma dello scultore, infine, è apposta sul retro del piedistallo, sotto il materasso: «Joseph Sanmartino, Neap., fecit, 1753».

 

Guardate il velo che lo ricopre. Dà i brividi vero? È così morbido e realistico che non sembra possibile che sia fatto di marmo. Sembra addirittura che il lenzuolo si muova, come sospinto da un lieve soffio di vento. O da un respiro. Per secoli si credette che la sua incredibile trasparenza fosse opera dei poteri di Raimondo Di Sangro (nobiluomo , aristocratico campano che si dedicò tutta la vita a studi di alchimia), il quale avrebbe adagiato sulla statua un vero e proprio velo che si sarebbe marmorizzato attraverso un processo alchemico.

Adesso osservate il corpo di Cristo. È disteso su un materasso marmoreo, le ginocchia contratte, scavate dalla fatica e dal dolore, la testa sollevata sui cuscini, gli occhi socchiusi. Se guardate con attenzione, vedrete delle lacrime che tremolano sulle sue palpebre. Io ogni volta che la osservo provo un senso di commozione. E ho visto persone piangere e inginocchiarsi davanti a questa statua. Perché in questa scultura c’è tutta la sofferenza dell’uomo umiliato, percosso e trafitto.

Se però lo osservate con più attenzione, noterete un dettaglio che a molti sfugge. Sulla tempia di Cristo vedrete una vena che sembra ancora pulsare. E guardate i suoi arti. Sembrano ancora contratti, come se potessero muoversi da un momento all’altro. Perché? Perché quest’incredibile scultura non raffigura, come molti credono, un uomo morente, che ha appena esalato il suo ultimo respiro, ma un uomo che è sul punto di risvegliarsi e di emetterne uno nuovo: quello della rinascita dopo la morte!

Il Cristo Velato racchiude un messaggio di speranza e di riscatto, è il simbolo della rinascita alla quale l’anima, dopo aver attraversato la sofferenza (simboleggiata dalla Croce), può aspirare. Ed ecco anche perché il Cristo è velato. Il velo nasconde i misteri dell’esistenza agli occhi dei viventi. Cos’è la morte, sembra dirvi lo scultore, se non un leggerissimo velo, quasi impalpabile, che non attende altro che essere svelato?

Numero3216.

 

da  QUORA

 

Scrive James Collins, corrispondente di QUORA.

 

R A P P O R T O    D I    C O P P I A

 

In una relazione di coppia, ci sono alcune azioni fondamentali che possono contribuire a rafforzare il legame e mantenere un rapporto sano e felice:

  1. Comunicazione aperta e sincera: Parlare apertamente dei propri pensieri, sentimenti e preoccupazioni è essenziale per evitare incomprensioni e risolvere i problemi in modo costruttivo.
  2. Rispetto reciproco: Il rispetto è la base di ogni relazione sana. Rispettare le opinioni, i confini e le differenze del partner aiuta a creare un ambiente di fiducia.
  3. Sostegno emotivo: Essere lì l’uno per l’altro nei momenti di difficoltà e supportarsi a vicenda nei successi e nelle sfide quotidiane è fondamentale per un legame forte.
  4. Passare del tempo insieme: Dedicare del tempo di qualità al partner, facendo attività che entrambi apprezzano, aiuta a mantenere viva la connessione.
  5. Compromesso: Nelle relazioni, è importante trovare un equilibrio e saper fare compromessi per risolvere i conflitti e prendere decisioni che soddisfino entrambe le parti.
  6. Affetto e intimità: Mostrare affetto attraverso gesti fisici e parole aiuta a mantenere la vicinanza emotiva e rafforza il legame tra i partner.
  7. Crescita personale e di coppia: È importante lavorare non solo sulla relazione, ma anche su se stessi. Crescere come individui e come coppia contribuisce a un rapporto più sano e duraturo.

Queste azioni sono essenziali per mantenere una relazione solida e appagante nel tempo.

Numero3215.

 

da  QUORA

 

Scrive Paola, corrispondente di QUORA

 

I L    C O N G I U N T I V O

 

Vi siete mai chiesti perché la lingua italiana è una delle poche al mondo ad avere il congiuntivo?

E perché i media e i giornali lo usano sempre meno?

E no, qua l’ignoranza non c’entra nulla!

O meglio non solo: c’è un altro motivo, diverso e più sottile!

Il congiuntivo è il regno del forse; esprime una situazione ipotetica, serve per formulare ipotesi, supposizioni, teorie.

È come fare un appuntamento al buio; tutto «sembra», «pare», «potrebbe».

L’indicativo, invece, esprime una certezza.

Ecco, prendete la frase: «non so se questa sia la decisione giusta».

Ma se la formulo all’indicativo: «questa è la decisione giusta», il senso della frase cambia radicalmente.

Ed è proprio questo il punto: la nostra è la società delle certezze non dei dubbi e delle domande.

Pochi pensano, domandano, ipotizzano; tutti invece sanno e affermano.

Pochi «ritengono» ma tutti «garantiscono» e «assicurano»!

La nostra è una società che ha fatto dell’idiozia un’arte e dell’arroganza uno stile di vita.

Quando incontrate quelli che Luciano De Crescenzo chiamava «i paladini delle Grandi Certezze, allora mettevi paura perché la Certezza assoluta molto spesso si trasforma in violenza.» O in pura idiozia.

E ai ragazzi che si domandano a cosa serva il congiuntivo, perché fare lo sforzo per impararlo, voglio rispondere così: l’indicativo è come la tua casa: sai esattamente dove ti condurrà quella porta, cosa c’è in fondo a quella scala; cosa si nasconde dietro quella tenda; di ogni abitante sai cosa dirà, cosa penserà, come agirà.

È in poche parole una vita fin troppo prevedibile e noiosa.

Coltivate in voi l’ebrezza del dubbio, ponetevi continue domande, avventuratevi nel regno dei «forse».

Il forse è la parola più bella della nostra lingua. «Perché apre delle possibilità, non certezze. Perché non cerca la fine, ma va verso l’infinito».

E ricordatevi sempre: ci sono persone convinte di sapere tutto, e purtroppo è tutto quello che sanno.

Numero3214.

 

da  QUORA

 

Scrive Vanna, corrispondente di QUORA.

 

D O N N E

 

Donne croce e delizia

Siamo vezzo e disprezzo,

polvere d’argento e coriandoli dispersi nel tramonto.

Piccole stelle senza un cosmo dove perdersi.

Figlie dentro e madri fuori.

Deboli corolle che sfidano l’uragano,

fiori d’acciaio che non si ossidano.

Tempeste di noia, di gioia, di fango.

Delirio di onnipotenza perché diamo la vita

e angeli della morte perché con un solo sguardo,

un sorriso, poniamo fine a un’esistenza.

Siamo DONNE : croce e delizia

tele da disegnare, pagine da scrivere, destini da inventare.

Anime alla ricerca di altre anime.

Numero3213.

 

da  QUORA

 

Scrive Edoardo Della Valle, corrispondente di QUORA, traducendo Rafael Eliassen

 

COME  DIVENTARE  MENTALMENTE  FORTE

 

Il nostro cervello è come un muscolo, o lo si usa o lo si perde.

Ecco 10 modi per diventare più forti mentalmente.

  1. Evita le cattive abitudini mentali: quali abitudini ti rendono mentalmente più debole? Scorrendo senza pensieri su Instagram per ore o facendo binge-watching* ogni giorno? Prendi questa abitudine e cancellala.
  2. Delay-gratification (rimanda le gratificazioni): impara a concentrarti e lavorare senza distrarti e darti gratificazioni istantanee come notifiche, cibo, ecc.
  3. Sfida te stesso: fai un elenco di tutte le cose che ti spaventano e falle. Potrebbe essere chiedere alla ragazza che ti piace di uscire o avviare un’impresa.
  4. Riflettori mentali: è molto facile cercare il motivo per cui una situazione o una vita sono cattive. Allenati a cercare prove altrimenti, scopri perché è meglio essere buoni invece di essere cattivi.
  5. Cambia amici: i tuoi amici che non sono al tuo livello ti trascineranno in basso. Trova persone che si trovano al di sopra o molto al di sopra del tuo livello.
  6. Sii curioso: noi come esseri umani siamo arrivati ​​così lontano a causa della nostra curiosità. Sii sempre disposto a imparare qualcosa di nuovo.
  7. Esercizio di autostima: elenca tre cose che ti piacciono e fai questo ogni giorno. Potrebbe essere come ti sei complimentato con qualcuno o qualcosa che ti fa sentire bene con te stesso,
  8. Dialoghi interiori: come ti sentirai se continui a dire a te stesso di essere stupido? Trova i modi per sviluppare una conversazione positiva.
  9. Affrontare le emozioni: sei stressato, arrabbiato? Non ignorarlo, affrontalo. Fai una corsa, esercita tutto ciò che conta per te, impara ad affrontarlo.
  10. Smettila di lamentarti: non si tratta del perché la tua vita fa schifo, ma di come puoi migliorarla.

*Binge – watching = Guardare programmi televisivi per un periodo superiore al consueto, particolarmente                    l’usufruire della visione di diversi episodi di serials televisivi consecutivamente, senza soste.

Numero3212.

 

da  QUORA

 

Scrive Silvia Anchisi, corrispondente di QUORA

 

Quali sono le caratteristiche che per le donne rendono un uomo attraente, ma che gli uomini sottovalutano?

 

Questa domanda presuppone che esistano delle caratteristiche più o meno precise che rendono un uomo attraente agli occhi delle donne. Siccome non rappresento il genere femminile solo perché sono nata donna, ti risponderò in veste di singola donna, tenendo però anche conto di anni di osservazione, studio e ascolto dei punti di vista delle mie compagnie femminili, cercando di proiettare la mia esperienza personale in una prospettiva vagamente statistica.

  • Le piccole attenzioni. Le hanno sottovalutate il 95% degli uomini che ho incontrato nella mia vita. Attenzione, non mi riferisco al seguire alla lettera dei codici passati, sessisti o patriarcali ma semplicemente dare attenzione a dei dettagli che nella nostra quotidianità non sono curati. Sto parlando di quei piccoli gesti che a me personalmente fanno impazzire, tipo aprire la portiera della macchina, far accomodare a cena, versare le bevande quando il bicchiere si svuota. Prima che venga additata di sessismo sappiate che queste cose che ho elencato ci tengo a farle anch’io, che sono donna, sono piccole attenzioni che mi rendono felice tanto quanto mi rende felice ricevere. Si tratta di un tipo di gentilezza, che credo piaccia a molte donne.
  • Eleganza: non ha a che fare con ciò che si indossa, ma con la capacità di essere sobri, equilibrati, specialmente in luoghi pubblici o contesti di gruppo. Un esempio: a volte sento uomini che parlano alzando molto la voce. Beh, sappiate che dovreste rivedere il vostro concetto di volume.
  • Igiene e cura della propria persona, ma possibilmente non eccessiva (ecco, voglio sfatare un mito, stavolta a nome di tutte le donne: preferiamo un compagno senza tartaruga e con la pancetta ma che sia sereno e disposto a mangiare con noi una pizza senza preoccuparsi delle calorie e dei carboidrati, piuttosto che un fissato patologico col culto del corpo, eterno insoddisfatto di sé stesso che passerà il resto dei suoi giorni a cercare una linea che non troverà mai, e a chiederti se lo trovi più grosso, a piangere quando perde massa muscolare. L’esercizio fisico fa bene ed è importante per tutti noi, come lo è tenersi in forma, il fanatismo però è patologia, e per me un malato di palestra è malato tanto quanto un’anoressica, per le dinamiche mentali che condividono.
  • Autoironia è un’arma molto utile se ben dosata, soprattutto all’inizio perché rompe il ghiaccio e le formalità, mettendo a proprio agio l’altra persona soprattutto se quest’ultima è timida. È strettamente collegata all’ umiltà, altro valore di fondamentale importanza che però non vedo molto spesso negli uomini, che in fase di seduzione preferiscono caricarsi di paroloni, dimostrazioni e grandezza.
  • Approccio sessuale naturale. Un problema grosso che avete soprattutto voi uomini, è che molti di voi pensano che il sesso sia quello che vedete sul web fatto da attori e contorsionisti professionisti. Questo rende per voi l’atto come una mera prestazione, che come concetto si avvicina molto alla dimostrazione. Non c’è niente da dimostrare, specialmente se avete intenzioni serie siate sereni e il sesso sarà più bello. Se non siete degli attori e contorsionisti professionisti lasciate perdere le stranezze, puntate su ciò che vi piace.
  • Ascoltate le vostre emozioni. Siate commossi, siate tristi, siate arrabbiati e innamorati senza vergogna.

Cosa non fare:

  • Non essere squallidi spesso vedo gli alpha man che fanno i classici discorsi da spogliatoio su lato A lato B, gare di rutto libero, parolacce. Sappiate che lo squallore e la volgarità non vi renderanno più attraenti
  • Non ostentare i propri soldi, le proprie vittorie, i propri averi. In nessun caso.
  • Non fingete qualità che non avete. Puntate sui vostri punti forti, non su quelli che pensiate si aspetti da voi l’altra persona.
  • Non sono i soldi a rendere un uomo attraente, i soldi lo rendono solo potente, gli danno il potere di acquistare una donna che è interessata ai suoi soldi e basta. Un uomo ricco ha molta più possibilità di essere falsamente amato in un matrimonio di interesse, è statistico anche questo. Non ostentate i vostri soldi, ma cacciate fuori la vostra umanità, la bellezza che avete dentro, la gentilezza, le passioni, e se davanti avete una persona che vale quanto valete voi sicuramente vi apprezzerà per ciò che siete.

Numero3211.

 

da  QUORA

 

 

M A S C H I L I S M O

 

Scrive Francesco Davini, corrispondente di QUORA

 

 

Eccolo qua. Francesco Davini, per dimostrare che in fondo pure noi siamo maschilisti e quindi l’Islam non fa poi niente di male, tira fuori quello che appare un frammento di Famiglia Cristiana di chissà quale epoca. In realtà non ha niente a che vedere con il famoso settimanale cattolico, ma è un foglio tratto da un opuscolo del 1895 (sì avete letto bene: 1895):

Shot dal blog Il Pozzo dei Miei Pensieri, di Ernesta.

E quindi, c’erano anche i doveri dei mariti.

Leggiamoli.

Ahi ahi ahi… come mai Francesco Davini ha saltato questa parte?

Farà mica parte di quella schiera di persone che pur di parlar male dell’Occidente, degli americani, delle democrazie liberali ecc… ossia del mondo in cui viviamo, non esita a legittimare, scusare, nascondere le peggiori nefandezze dei nostri nemici, anche se per farlo deve andare indietro nel tempo, fino al 1895, per trovare qualcosa a cui attaccarsi?

Vecchia storia.

Sia chiaro: il mondo E’ maschilista.

Lo è sempre stato e l’Occidente non ha fatto eccezione ma oggi, in tutti i paesi moderni e civili del mondo occidentale, si parla di maschilismo in termini di penalizzazione sulle carriere e sulle retribuzioni, non certo nei termini in cui il problema si manifesta nei paesi e nelle comunità islamiche.

Vedete qualche differenza? Francesco Davini non le vede…

Perché l’Islam è così maschilista?

Perché è rimasto arretrato. Non ci sono giri di parole su questo. Il semplice fatto di prendere per oro colato gli insegnamenti di un testo religioso, dimostra la profonda arretratezza di una cultura.

Francesco Davini è dovuto risalire al 1895 per trovare una traccia così discriminatoria sulle donne in Italia (e non ci ha nemmeno azzeccato…). Ecco, il mondo islamico, sulle donne (e non solo) è rimasto davvero arretrato e non al 1895 ma ancora più indietro, molto più indietro.