Numero3018.

 

da  QUORA

 

Scrive Fil, corrispondente di QUORA

 

10  COSE  CHE  TUTTI  DOVREBBERO  ACCETTARE

 

 

Mi rendo conto che non sarà una lista piacevole e potrebbe essere un po’ difficile da accettare, ma queste sono le conclusioni a cui sono arrivato io:

  1. Morirai: tristemente prima o poi tocca a tutti, l’unico modo per essere immortali è avere il proprio nome calcato a fuoco nella Storia;
  2. Non esiste “quella giusta”: devi affrontare l’eventualità di rimanere solo nella vita;
  3. Non puoi essere il migliore in tutto, ci sarà sempre qualcuno che ti batterà;
  4. Nessuno ti regala niente, se vuoi davvero qualcosa combatti per averla;
  5. Lavora sodo ma intelligentemente: la dote che ti fa andare più avanti nella vita non è la “rettitudine”, ma la “furbizia”;
  6. Non si può sempre fare affidamento sugli altri, prima o poi dovrai imparare a cavartela da solo;
  7. Adattati: non va sempre tutto come vuoi tu! È un bene avere un piano generale, ma è sempre meglio averne 15 di riserva: “se qualcosa può andare storto, lo farà” (legge di Murphy);
  8. Non esisti solo tu al mondo, ogni azione ha delle conseguenze;
  9. Ascolta gli altri ma pensa con la tua testa, solo tu puoi vivere la tua vita;
  10. Studia!! Sapere è potere.

Numero3017.

 

da  QUORA

 

Scrive Fabrizio Mardegan psicologo, corrispondente di QUORA

 

G A S L I G H T I N G     ( INFLUENZA  ANGOSCIANTE )

 

Il gaslighting è una forma di manipolazione psicologica in cui una persona cerca di far dubitare l’altra della propria percezione della realtà, della memoria o della sanità mentale.
Il termine “gaslighting” deriva dal film del 1944 chiamato “Angoscia” (Gaslight in inglese), in cui il protagonista cerca di far impazzire sua moglie facendole credere di essere pazza.

Il gaslighting coinvolge una serie di comportamenti intenzionali che minano la fiducia e la sicurezza dell’altra persona. Di seguito sono riportati alcuni esempi di tattiche di gaslighting:

  1. Negazione: Il manipolatore nega la veridicità di eventi, discussioni o promesse precedenti. Ad esempio, potrebbe dire: “Non ho mai detto quello che hai detto” o “Non ricordo che ciò sia successo”.
  2. Svalutazione: Il manipolatore minimizza o sminuisce i sentimenti e le preoccupazioni dell’altra persona. Potrebbe dire ad esempio: “Stai esagerando” o “Non è così grave come pensi”.
  3. Contraddizione: Il manipolatore contraddice l’altra persona in modo costante, anche su questioni di fatto. In questo caso potrebbe affermare: “Ti sbagli” o “Non hai capito correttamente”.
  4. Colpa: Il manipolatore sposta la colpa sull’altra persona per le proprie azioni o comportamenti. Potrebbe dire: “Sei tu il problema” o “Sei troppo sensibile”.
  5. Confusione: Il manipolatore crea confusione nell’altra persona attraverso informazioni contrastanti o ambigue. Ad esempio, potrebbe dire una cosa un giorno e poi negarla il giorno successivo.
  6. Isolamento sociale: Il manipolatore cerca di isolare l’altra persona dal sostegno sociale, facendole dubitare delle relazioni e delle intenzioni degli altri. Può affermare: “Non puoi fidarti di nessuno tranne me” o “Tutti stanno cercando di ingannarti”.

L’obiettivo del gaslighting è quello di ottenere il controllo e il potere sull’altra persona, minando la sua fiducia in se stessa e nella propria percezione della realtà.
Le vittime di gaslighting possono iniziare a dubitare di se stesse, a sentirsi insicure e a cercare la conferma e l’approvazione del manipolatore.
Ciò può avere un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere dell’individuo coinvolto.

Riconoscere il gaslighting è il primo passo per proteggersi da questa forma di manipolazione.
Se ti ritrovi in una relazione in cui sospetti di essere vittima di gaslighting, può essere utile cercare supporto da amici, familiari o professionisti della salute mentale per ottenere un’ulteriore prospettiva e supporto.

 

Numero3016.

 

da  QUORA

 

Scrive Riccardo Cecco, corrispondente di QUORA.

 

10 verità scomode che nessuno vuole ammettere.

 

1. Tutti coloro che conosci moriranno. Poco importa quanto siamo giovani, in salute o protetti. Ogni giorno che passa, siamo un passo più vicini alla nostra morte. Perciò, assapora ogni istante e impara a trovare la bellezza anche nelle cose più semplici.

2. La vita è ingiusta. C’è chi nasce in condizioni più favorevoli, mentre altri si trovano a lottare fin dal primo respiro. C’è chi nasce bello e chi deve affrontare i pregiudizi legati al proprio aspetto. C’è chi è ricco e chi vive nella miseria. Le guerre non cesseranno mai di esistere e la pace universale non esisterà mai. Fai del tuo meglio per migliorare il mondo, ma non aspettarti di poterlo cambiare.

3. Non puoi controllare ogni cosa. Come disse Mike Tyson: “Tutti hanno un piano, finché non pigliano un pugno in bocca.”

4. Le emozioni non sono fatti oggettivi. Il modo in cui ti senti non riflette necessariamente una percezione accurata della realtà. Le emozioni sono risposte soggettive che possono essere influenzate da molteplici fattori, inclusi i tuoi pensieri, le tue esperienze passate e la tua salute psico-fisica attuale. Coltiva questa consapevolezza e impara a reagire alle situazioni con calma e lucidità.

5. Il cambiamento è inevitabile. Che ti piaccia o meno, tutto è destinato a cambiare: gli amici, le circostanze, il tuo corpo e l’ambiente che ti circonda. Impara ad accogliere il cambiamento e a voltare pagina quando la vita lo richiede. Restare aggrappati al passato non fa altro che generare sofferenza e impedire la tua crescita personale.

6. Il dolore farà sempre parte della tua vita. Ciò che conta è il modo in cui lo affronti. Se scegli di evitarlo, puoi soffrire di meno. Se lo affronti, cresci. Può essere un insegnante severo, ma prezioso.

7. Alcune volte, è troppo tardi. Troppo tardi per chiedere scusa. Troppo tardi per recuperare un amore perduto. Non dare per scontate le persone che ami. Ogni momento trascorso insieme potrebbe essere l’ultimo, e solo quando la vita ci pone di fronte a questa dura verità comprendiamo quanto sia preziosa ogni relazione e ogni istante con coloro che ci sono cari.

8. Fare del tuo meglio non garantisce che ce la farai. Potrebbe essere che il tuo meglio non era (ancora) abbastanza. Magari la fortuna non era dalla tua parte. Esiste un’infinità di variabili che sfuggono al nostro controllo, e questo è un aspetto fondamentale della vita che bisogna imparare ad accettare.

9. Nessuno può salvarti se non tu stesso. Nessun angelo custode, nessun amico, nessun terapeuta, nessun partner può fare il lavoro per te. Possiamo ricevere sostegno e amore dagli altri, ma alla fine, le decisioni che determinano il nostro cammino devono essere prese da noi stessi. Dobbiamo ascoltare il nostro intuito, la voce interiore che conosce la verità e la strada migliore per noi.

10. Abbiamo poco tempo perché lo usiamo male. Seneca disse che non è vero che abbiamo poco tempo, bensì che ne sprechiamo molto. E se ci concedessimo più momenti di pausa per rifocalizzarci sulle priorità della nostra vita? Cosa succederebbe se dedicassi maggiore attenzione alle attività che veramente contano per te, lasciando da parte le distrazioni e le occupazioni inutili?

Numero3015.

 

da  QUORA

 

Scrive Bortignon, corrispondente di QUORA

 

È vero che Madre Teresa di Calcutta lasciava morire i malati dicendo che assumere medicinali li avrebbe fatti andare all’inferno?

 

In realtà la domanda fa sorgere delle ipotesi interessanti sostenute da alcune prove e fatti.

Nel 1995, nel suo scritto “The Missionary Position: Mother Teresa in Theory and Practice” Christopher Hitchens scrive:

“Lodava povertà, malattia e sofferenza come doni dall’alto, e diceva alle persone di accettare questi doni con gioia”

E, quando nel 2001 fu chiamato a testimoniare per la santificazione di Anjzë Gonxhe Bojaxhiu (il vero nome di Madre Teresa), disse:

“La sua celebre clinica di Calcutta in realtà non era altro che un ospizio primitivo, un posto dove la gente andava a morire. Un posto dove le cure mediche erano poche, se non assenti”

Successivamente anche il The Lancet ed il British Medical Journal denunciarono le scarse cure mediche prestate.

Lo scrittore indiano Aroup Chatterjee, nel suo manoscritto “Mother Teresa, the final verdict” critica le continue posizione politiche espresse da Teresa e ne critica anche la gestione monetaria delle donazioni.

Donazioni che sono state ricevute anche da personaggi discutibili, come l’ex dittatore di Haiti e Charles Keating, che donò all’associazione buona parte dei suoi proventi ricavati da truffe.

Nelle 60 lettere che Teresa scrisse e rilasciate nel libro “sii la mia luce” nel 2007, scrive:

C’è un oscurità terribile in me, come se qualsiasi cosa sia morto, sin dal primo giorno di lavoro.

Da questo piccolo estratto si può evincere una mancanza di lucidità da parte sua.

Una persona con questo genere di pensieri sarebbe stata allontanata dalla comunità medica e, continuando:

“Mormoro le preghiere della Comunità e mi sforzo per trarre da ogni parola la dolcezza che essa deve regalare, ma la mia preghiera di unione non esiste più, io non prego più”

Teresa, prima della sua morte, aveva chiesto esplicitamente di bruciare le lettere.

Serge Larivée, professor dell’Università di Montreal assieme a Geneviève Chénard e a Carole Sénéchal (psicologa dell’Università di Ottawa) proseguirono una ricerca su di lei, confrontando più di 300 documenti e scrivono una tesi dalla quale si evince che:

“il modo piuttosto discutibile di prendersi cura dei malati, i suoi contatti politici e, soprattutto, la sua gestione sospetta delle enormi somme di denaro che ha ricevuto con le donazioni”.

Infatti al momento della sua morte, la missionaria aveva aperto 517 missioni per accogliere i poveri ed i malati in più di 100 paesi.

Le missioni però sono state descritte come “case per moribondi” da parte di medici che le hanno visitate.

La mancanza di igiene, il cibo inadeguato e l’assenza di antidolorifici non erano legata ad un problema di soldi – la Fondazione creata dalla religiosa ha raccolto centinaia di milioni di dollari – quanto piuttosto ad una particolare concezione della sofferenza e della morte di Maria Teresa.

“C’è qualcosa di bello nel vedere i poveri accettare il loro destino, vederli soffrire la passione di Cristo. Penso che il mondo tragga molto giovamento dalla sofferenza della povera gente”

Così, Maria Teresa di Calcutta rispose alle critiche.

Numero3013.

 

da  QUORA

 

Scrive Joel, corrispondente di QUORA

 

È normale, durante un lungo periodo di ansie e preoccupazioni, non sentire più la “dopamina”?

La  “dopamina” è conosciuta come il “neurotrasmettitore del piacere”: viene immagazzinata nel cervello e rilasciata nel flusso sanguigno quando proviamo sensazioni piacevoli, durante attività come ascoltare musica o mangiare il nostro piatto preferito.

 

Si è normale: lo stress blocca questo processo.

Come sappiamo la carenza di dopamina e noradrenalina nelle persone afflitte da ansia e stress cronici si manifesta con sintomi tra cui: stanchezza, calo della forza fisica e dell’energia, perdita di entusiasmo per la vita, disturbi del sonno e insonnia, scarsa attitudine/propensione al lavoro, tendenza alla depressione.

Al di fuori dell’area cerebrale, questo ormone regola la vascolarizzazione di determinate regioni del corpo e stimola parti del sistema nervoso vegetativo, migliorando così le prestazioni fisiche. Una carenza di dopamina può causare diversi disturbi, tra cui problemi di digestione e cali di energia. Con il calare delle energie, si rischia di entrare in depressione.

Come recuperare dopamina?

Praticare attività fisica permette di fare il pieno di endorfine con un immediato effetto positivo sull’umore. L’esercizio fisico stimola non solo la produzione di endorfina, ma anche di dopamina che genera un immediato senso di soddisfazione.

Il consiglio è sempre quello di fare un po’ di attività fisica.

Poi esistono anche tecniche di meditazione e respirazione che eliminano l’ansia e lo stress.

Ne cito qualcuna:

Tecnica del10-6-3 secondi.

Prendi un po’ d’aria, trattieni il fiato e conta mentalmente fino a 10. Non fare respiri troppo profondi, non gonfiare il torace. butta fuori l’aria comincia a respirare con un ritmo di sei secondi: tre secondi per prendere aria e tre secondi per buttarla fuori. Ripeti l’esercizio fino a che non senti benessere.

Tecnica della parola pronunciata.

Inspira lentamente e profondamente immettendo nell’organismo aria attraverso il naso. Presta attenzione a come la pancia e il busto si espandano per far posto all’aria in entrata. Espira sentendo l’aria fluire via dal corpo.
In questi istanti, pensa a una parola che ti tranquillizzi e pronunciala.

La respirazione e la meditazione nascono appositamente per eliminare stress, ansia, depressione e anche impulsività: ristorano il pensiero donando vigore e lucidità.
La meditazione, insieme alla respirazione, dona sempre più controllo al singolo individuo, attraverso un ottima ossigenazione.

Fonte: attraverso i miei studi personali e confronti sul web.

Numero3012.

 

da  QUORA

 

Scrive Giancarmine Faggiano, corrispondente di QUORA.

 

F A N T A S I E    S E S S U A L I

 

Le fantasie sessuali in una coppia ben collaudata, aiutano a mantenere in vita il desiderio di entrambi per poter mettere in atto l’eccitazione.
L’importante è non essere perversi, feticisti e masochisti.
La perversione, infatti, si relaziona ad atti e comportamenti che non rientrano nella normalità giacché si violano regole di accoppiamento riconosciute come tradizionali.
Per Freud, le perversioni sono prevaricazioni anatomiche di regioni del corpo destinate all’unione sessuale.
In questo caso, l’amore diventa non amore perché privo di emozioni e sentimenti spontanei.
I cosiddetti feticismi, poi, portano a comportamenti devianti ed animaleschi che, in Psicoanalitica, si chiamano “disturbi psichiatrici del carattere.”
In particolare, un sadico a letto, è portato ad infliggere dolore, sottomissione psicologica al/ alla Partner.
Il perverso pensa solo a se stesso.
E questo, non è affatto sesso sano , bensì malato. Invece, le fantasie sessuali sane sia maschili che femminili , per quanto molto sensuali, aumentano nel rapporto il desiderio nascosto per mantenere l’eccitazione e prolungare il piacere di entrambi.
In effetti, avere una buona immaginazione a letto, rivela sostanzialmente la propria personalità e l’Amore spontaneo diventa davvero ” Ars amandi.” (arte di amare)

Numero3011.

 

da  QUORA

 

Scrive Jay Matthews, corrispondente di QUORA

 

COSA  SAI  DELL’ ALDILA’ ?

 

Da centinaia di esperienze premorte, si può riassumere quanto segue.

 

Coloro che (pre)muoiono:

  1. Sono accolti da entità “angeliche” e parenti deceduti, in qualche caso per ore o giorni prima della morte.
  2. Vedono una luce splendente che non danneggia i loro occhi.
  3. Entrano all’interno di un’area di transizione come un tunnel, un prato o un sentiero. Attraversano questo spazio pacificamente.
  4. Sperimentano pace e/o amore indescrivibili.
  5. Ascoltano musica incredibilmente bella o vedono colori più vividi di qualsiasi altra cosa nello spettro conosciuto.
  6. Incontrano una barriera, come un cancello o un ruscello.
  7. Incontrano una amabile e gentile figura di luce.
  8. Hanno la possibilità di rivedere la loro vita con ricordi dettagliati su uno schermo virtuale.
  9. Capiscono il dolore di chi hanno ferito e la gioia di chi hanno aiutato.
    (non si tratta di un premio o una punizione ma di un insegnamento).
  10. Incontrano parenti ed amici deceduti.
  11. Qualche volta hanno la possibilità di tornare.
  12. A volte viene detto loro di tornare, altre volte sono incoraggiati a restare.
  13. Questo dipende dallo stato del loro corpo, ma è un ragionamento, è difficile da spiegare.
  14. Il loro stato critico è la causa di questo punto di scelta ma è la decisione della persona di andare o rimanere a determinare le condizioni di salute del proprio corpo.
  15. Lo sperimentatore prova una grande gioia in quel luogo (o sala d’attesa) provando in tal modo un conflitto nel voler tornare alla vita precedente.
  16. Talvolta l’obbligo di tornare è chiaro mentre altre volte questo senso di obbligo non è presente. Questa è la mia migliore interpretazione dei diversi tipi di consigli delle guide.
  17. Se tornano in vita, sono più impegnati a fare ciò che amano e ad amare gli altri.
  18. Vedono la vita come una preziosa opportunità ma non come la fine di qualcosa.
  19. L’esistenza terrena è dolorosa e limitata rispetto all’aldilà.
  20. L’aldilà è il nostro stato naturale; è amore e la vita è un esperienza per apprendere.

Numero3010.

 

da  QUORA

 

Scrive Roberto Giuffrè, corrispondente di QUORA

 

Quali sono gli alimenti che ci fanno più male e che continuiamo a ingerire continuamente?

 

Gli alimenti più deleteri per la salute che si consumano in grande quantità, e la cui pericolosità è stata ribadita sia da OMS che diversi studi scientifici sono:

  • le carni rosse specie quelle lavorate dei salumi, che sono state definite cancerogene;
  • la caseina, ossia la proteina del latte vaccino, un alimento acidificante e alla base di molti stati infiammatori che sfociano in problemi articolari e muscolari ed oggi sospettata di molti tumori;
  • lo zucchero raffinato che spoglia il corpo da sali minerali e vitamine che lega alla sua struttura molecolare e quindi tende a legare a sé altre sostanze e portarle via dalla biodisponbilità dell’organismo;
  • il sale raffinato che agisce in modo identico allo zucchero raffinato;
  • le farine raffinate come la 00 che riesce a passare la barriera digestiva, ed è zucchero puro che interferisce con il sistema insulinico del corpo. La farina 00 peggiora le sue qualità specie nei prodotti lievitati. La farina 00 è considerata veleno dal prof. Berrino.

il largo uso di questi alimenti base è deleterio per l’organismo.

C’è anche un discorso a parte da fare sulla cottura dei cibi.
Tutti i tipi di cottura che superano i 110°C fanno sviluppare a molti cibi sostanze tossiche che infiammano l’organismo.
La frittura, la pentola a pressione, l’arrosto alla brace sono tra i più deleteri.
In particolare la brace sui grassi animali produce idrocarburi policiclici aromatici fortemente cancerogeni.
Le glicotossine si sviluppano nella frittura.
Queste sostanze le sviluppano tutti i cibi sia animali che vegetali con questi tipi di cottura, ma in maggior misura i cibi di origine animale.

Oggi sono disponibili buoni libri di scienze della nutrizione che fanno capo a tantissime ricerche scientifiche, e che possono completamente capovolgere l’idea che abbiamo oggi del cibo e di determinati cibi, che è stata inculcata dai media con una incessante propaganda pagata dalle industrie del settore alimentare.

Numero3009.

 

da  QUORA

 

Scrive Oliviero Zanardi, corrispondente di QUORA.

 

È normale desiderare di fare sesso con altre donne, anche se si sta veramente bene con la propria?

 

Sì, è normale.

Il desiderio, è biologicamente normale.
È normale, in particolare per i maschi, meno per le femmine (e spiegherò questo “meno”) perché, piaccia o no, l’evoluzione ci ha fatti così.
Il fine di ogni specie è sopravvivere, ma per sopravvivere bisogna che ci sia la trasmissione dei geni di generazione in generazione.
Nelle specie dove la trasmissione avviene attraverso il sesso, se ciò non avviene… fine della specie.
Tra i mammiferi solo circa il 5% delle specie è fedele e tra i primati (a cui appartiene la specie umana) il 15%.
Al contrario la poligamia, e quindi l’infedeltà, è un istinto innato sia per i maschi che per le femmine.
Siamo quindi “traditori” per natura.
L’evoluzione è un po’ come la finanza: “diversifica” il rischio investendo su più linee genetiche.

L’uomo è un caso un po’ particolare.
In termini di dispendio energetico c’è chi teorizza che nel genere umano migliaia di anni di evoluzione hanno plasmato una strategia riproduttiva per la salvaguardia della specie differente tra maschio e femmina.
Nel maschio l’atto riproduttivo è a basso costo perché gli spermatozoi sono a buon mercato, costano molto poco, ne ha in quantità industriali (vengono prodotti con una frequenza approssimativa di 500 milioni al giorno con un picco tra i 18 e i 23 anni e diminuendo ovviamente nella vecchiaia) e questo lo incoraggia ad accoppiarsi con più partner femminili possibili e quindi a tradire di più.

Per la donna invece la situazione è molto diversa.
In primo luogo il “tesoro” che le viene fornito dalla Natura già alla nascita sotto forma di qualche milione di ovociti non maturi, viene in parte perduto per cui alla pubertà ne restano “solo” dai 300.000 ai 500.000 e mediamente a circa 45 anni solo qualche migliaio, contro i miliardi di spermatozoi prodotti dai testicoli nel corso della vita di un maschio.

Poi per lei l’atto sessuale ha un costo molto più alto di una semplice eiaculazione in termini di energie investite perché può concretizzarsi in una gravidanza.

Ecco perché la donna si è evoluta sviluppando una strategia che non consiste nell’accoppiarsi il più possibile, ma nell’assicurarsi un maschio con i migliori geni e che le garantisca una presenza costante e partecipe nell’accudimento della prole (da ciò il mito del macho e del miliardario).

Questo da un punto di vista biologico.

Altra cosa invece è rispondere alla domanda in una prospettiva etica, morale.

Ma qui entrano in gioco e sono prevalenti, categorie sociali, culturali e religiose su cui non mi addentro perché ognuno, sulla base di quelle categorie dà una sua risposta.

Numero3007.

 

da QUORA

 

P R E S S A P P O C O

 

Scrive Marvella, corrispondente di QUORA.

 

Il pressappoco non è solo un avverbio, è anche un modo di intendere la vita.
Io amo gli uomini che amano il pressappoco e odio quelli che hanno le certezze assolute.

Amo quelli che quando ti parlano usano parole come “quasi”, “forse” e “credo”.
Quelli che si mettono in discussione, che non hanno la pretesa di avere la verità in tasca.

Quando incontro qualcuno che non conosco, la prima cosa che mi chiedo è se ho a che fare con un “pressappochista” o con un “assolutista”.

Il pressapochista è quasi sempre una persona disponibile, tollerante, democratica.

L’assolutista invece raramente ti guarda negli occhi e quando esprime un concetto vuole sempre avere ragione.
Lui ha già tutte le risposte preconfezionate e non vede l’ora di sbatterle in faccia a qualcuno.

L’unica cosa che gli dà fastidio è il dubbio.

Grazie a Dio ho imparato a regolarmi di conseguenza: vado d’amore e d’accordo con i primi, ed evito come la peste i secondi, gli assolutisti, i paladini delle Grandi Certezze.

Dopotutto la vita è già piena di idioti così com’è, non vale proprio la pena aggiungerne altri.

 

Luciano de Crescenzo,   Il pressappoco

 

 

 

 

Numero3006.

 

da  QUORA

 

Caratteristiche del passivo-aggressivo (sottospecie di narcisista)

 

Una persona passivo-aggressiva è in grado di rendere le persone intorno a sé totalmente nevrotiche, ma allo stesso tempo il suo stile di abuso è talmente subdolo che non si capisce come faccia e quasi non se ne accorge lui stesso (o lei).

Una persona passivo-aggressiva ha moltissimo in comune con un narcisista, anzi il tipico narcisista “nascosto” (COVERT: non evidente) coincide con la descrizione del passivo-aggressivo.

Cosa fa esattamente una persona passivo-aggressiva? Quali sono i suoi comportamenti tipici? Ecco un utile elenco.

–Dimenticanza

Il passivo aggressivo evita responsabilità “dimenticandosi”.
Non c’è modo più semplice per punire qualcuno che il dimenticare quella data, il pranzo o il tuo compleanno o, meglio ancora, un anniversario.

–Dare la colpa:

Non sono mai responsabili delle loro azioni.
Dev’essere sempre colpa di qualcosa che è accaduto sul posto di lavoro, del traffico sulla strada di casa o del commesso troppo lento al negozio.
L’aggressivo passivo non commette errori, sono piuttosto tutti quelli intorno a lui / lei che hanno difetti e devono essere puniti per le loro colpe. Infatti l’aggressivo passivo è sempre molto critico e proietta un’immagine di perfezione personale.

-Mancanza di rabbia:

Lui / lei non esprime MAI la rabbia.
Sembrano quasi contenti e sereni riguardo a quello che accade intorno a loro.
Sono educati e cortesi. Solo all’esterno, comunque!
La persona passivo-aggressiva potrebbe essere stato istruito, da bambino, sul fatto che la rabbia è socialmente inaccettabile.
Di conseguenza, essi passano la vita a reprimere la loro rabbia, a essere accomodanti all’esterno… per poi attaccarti in un modo subdolo e difficilmente accusabile.
In compenso il loro partner è spesso esasperato e ha scoppi di rabbia che non riconosce come “propri”, facendo la figura dello psicopatico.

–Ambiguità:

“Le azioni parlano più forte delle parole”.
Raramente i passivo-aggressivi intendono quello che dicono, o dicono cosa davvero pensano.
Per capire esattamente come un passivo-aggressivo si sente riguardo a un problema, bisogna prestare attenzione a come si comporta, mai a quello che dice.
Normalmente non compiono azioni finché non hanno causato qualche tipo di stress ai loro “cari” con il loro modo ambiguo di comunicare.

–Paura della dipendenza:

incerto della sua autonomia e pieno di paura della solitudine, il passivo-aggressivo combatte i propri bisogni di dipendenza, di solito cercando di controllarti.

Lui vuole che tu pensi che lui non dipende in alcun modo da te, ma si lega molto di più di quanto voglia ammettere.
Le relazioni possono diventare campi di battaglia, in cui il passivo-aggressivo ha bisogno di sentirsi vittorioso su di te, e può farlo soltanto se lui nega il suo bisogno del tuo sostegno.
In poche parole, fingerà sempre perennemente di non avere bisogno del partner, anche trattandolo con sdegno o sarcasmo.

-Paura dell’intimità:

Il passivo aggressivo spesso non riesce a fidarsi.
A causa di questo, si protegge dal diventare intimamente collegato a qualcuno. Un aggressivo passivo farà sesso se gli conviene, ma raramente farà l’amore con te.
Se si sente troppo dipendente dal partner, decide di punirlo negandogli il sesso.

-Ostruzionismo:

Volete qualcosa dal vostro coniuge aggressivo-passivo? Se è così, preparatevi ad aspettare per sempre.
E’ importante per lui / lei che non otteniate ciò che desiderate, anche se vi dirà esattamente il contrario.
Può essere una grande fonte di confusione quando un partner ti assicura costantemente che farà qualcosa e che ci tiene a farti felice, e poi non fa mai quello che aveva promesso.
Incominci a sentirti come se stessi chiedendo troppo e fossi tu quello sbagliato, che è esattamente quello che lui / lei vuole farti sentire. In questo modo in futuro chiederai sempre meno e lui/lei si sentirà meno sotto pressione.

–Vittimizzazione:

i passivo-aggressivi si sentono spesso trattati ingiustamente.
Se ti arrabbi perché lui o lei è costantemente in ritardo, il passivo-aggressivo si offende a morte; nella sua mente, è stata colpa di qualcun altro se era in ritardo e te lo ripeterà fino allo sfinimento.
Lui / lei è sempre la vittima innocente delle tue aspettative irragionevoli, di un capo invadente o di qualche idiota che non l’ha servito in modo efficiente.
Il mondo ce l’ha con lui/lei e tu sei cattivo perché te la prendi con lui a tua volta invece di offrire amore e comprensione, sei proprio un partner inetto e anaffettivo.

–Procrastinare:

la persona passivo-aggressiva crede che le scadenze si applichino a tutti, ma non a lui/lei.
Fanno le cose quando ne hanno voglia e se ne hanno voglia, e al diavolo chi si aspetta qualcosa di diverso da loro. Vale anche per scadenze ufficiali.

–Non-chiarezza:

il passivo-aggressivo non dirà mai chiaramente al partner cosa desidera e cosa si aspetta.
Si aspetta che gli altri gli leggano nel pensiero e sono prontissimi ad attaccare in caso in cui questo non succeda (cioè sempre).
Pensano che se il partner li amasse davvero, saprebbe anticipare i loro bisogni, senza che loro debbano mai esprimerli.
Perché il passivo-aggressivo non esprime mai i suoi bisogni?
Perché in realtà ha un ego fragilissimo e ha il terrore di essere criticato, quindi preferisce ribaltare la situazione e diventare la persona che critica, che si offende e che respinge l’affetto altrui, piuttosto che rischiare di essere quello che viene rifiutato.

 

Anna Maria Sepe da psicoadvisor

Numero3005.

 

da  QUORA

 

Pubblica Edoardo Della Valle, corrispondente di QUORA

 

U N A    P I A N T A    C U R I O S A

 

Questa pianta carnivora si chiama Nepenthes Holdanii e cresce a ovest della Cambogia, a circa 600-800 piedi sul livello del mare.

Usano la trappola passiva per catturare gli insetti. Il bordo superiore della pianta, noto come Peristomo, separa il nettare che attira gli insetti nella sua trappola mortale. Nella bocca della pianta, uno strato scivoloso chiamato cera epicuticolare fa perdere l’equilibrio all’insetto e fa scivolare alla base della trappola, piena di acqua piovana, dove viene infine colpito.

Numero3003.

 

B I L A N C I O    D I    U N A    V I T A

 

Il più grande rimorso che possiamo avere nella vita

non è per le cose sbagliate che abbiamo fatto,

ma per le centinaia di cose giuste

che abbiamo fatto per le persone sbagliate.

Io non voglio cancellare il mio passato,

perché, bene o male, mi ha reso quello che sono oggi.

Anzi, ringrazio chi mi ha fatto scoprire

l’amore e il dolore, chi mi ha amato e usato,

chi mi ha detto “ti voglio bene” credendoci,

e chi, invece, l’ha fatto solo per i suoi sporchi comodi.

Io ringrazio me stesso per aver trovato

la forza di rialzarmi e andare avanti, sempre.

 

Oscar  Wilde.

 

N.d.R.: in questa lucida riflessione di una grande mente

ritrovo il compendio di tutta la mia vita.

Numero3001.

 

P E R S O N A L I T A’

 

da  QUORA

 

Scrive Edoardo Della Valle, corrispondente di QUORA

 

PERSONALITA’   DELLE   PERSONE

 

  • Le persone che parlano male di altre persone con te, parleranno sempre male di te con altre persone.
  • Le persone che parlano molto o cercano di farti ridere molto di solito sono sole.
  • Se sembrano odiare eccessivamente qualcosa, semplicemente non possono permetterselo.
  • Se qualcuno ti chiede strani favori all’improvviso, sta cercando di farti piacere.
  • Le persone che indossano colori troppo colorati o contrastanti di solito non si truccano.
  • Più qualcuno odia le donne/uomini, più segretamente bramano la loro attenzione.
  • Se la sua risata suona un po’ “orchestrata”, sta cercando di controllare la situazione e la tua impressione su di lui.
  • Se qualcuno non sembra molto disponibile con i complimenti, non sarà molto disponibile nemmeno per tante altre cose in generale.
  • Se qualcuno incrocia le braccia quando è di fronte a te, non vuole aprirsi con te.

 

 

Scrive Ghassan Albhotori, un corrispondente di QUORA

 

TRATTI   DI   PERSONALITA’

 

  1. Come dice di amare e come ama coi fatti.
  2. Come tratta gli animali.
  3. Come tratta gli anziani.
  4. Come tratta le minoranze.
  5. Come tratta i deboli e coloro che non hanno nulla o nessuno che li difende o li sostiene.
  6. Come usa la grammatica.
  7. Quanto è vasto il suo vocabolario e come lo utilizza.
  8. Quanto profondamente e acutamente guarda le cose (un indicatore dell’intelletto).
  9. Come parla nei luoghi pubblici, specialmente al telefono, le parole che usa e quanto forte è la voce.
  10. Come cambia quando gli viene assegnato un potere.
  11. Quanto il tempo e la distanza lo cambiano e in che misura questi due fattori influenzano le sue relazioni.
  12. Quanto tempo passa da solo.
  13. Quante volte si giustifica delle cose.
  14. Quante volte dice “scusa” e “grazie” (più le usa, meglio è, per entrambe).
  15. Come distribuisce i soldi agli altri, che si tratti di pagare o di regalare, la posizione delle sue mani, i suoi gesti e la sua pazienza.
  16. Quante volte si fa i selfie.
  17. Quanto facilmente si arrabbia; più o meno è meglio, a seconda delle circostanze.
  18. Quanto è forte la sua obbedienza alle autorità, a qualsiasi livello.
  19. Quanto spesso arriva in ritardo.
  20. Quanto rispetta il tempo.

Le piccole azioni raccontano grandi storie.

Numero2999.

 

da  QUORA

 

Scrive Cesio Endrizzi, corrispondente di QUORA.

 

E N I G M I    U L T R A T E R R E N I

 

L’Effetto Hutchison è un fenomeno misterioso che ha affascinato e sconcertato gli scienziati e gli appassionati del paranormale per decenni.

La sua origine e i suoi effetti sembrano sfidare le leggi conosciute della fisica e della realtà, portando a una serie di speculazioni e teorie su cosa potrebbe essere alla base di questa straordinaria manifestazione.

L’Effetto Hutchison prende il nome dal suo scopritore, il canadese John Hutchison, un ricercatore autodidatta che ha iniziato a esplorare i confini della scienza e della tecnologia nella sua casa laboratorio a Vancouver, Canada, negli anni ’80.

Mentre sperimentava con apparecchiature elettromagnetiche ad alta tensione, Hutchison ha fatto una scoperta straordinaria: oggetti metallici posti vicino ai suoi dispositivi iniziavano a muoversi, vibrare e persino sollevarsi nell’aria, senza alcuna apparente spiegazione razionale.

Le testimonianze dell’Effetto Hutchison sono state sia affascinanti che inquietanti.

Si dice che oggetti come chiavi, cucchiai e persino interi pezzi di metallo si comportino in modo anomalo quando esposti alle radiazioni elettromagnetiche prodotte dai dispositivi di Hutchison.

Alcuni hanno riportato che questi oggetti sembravano diventare “leggeri come una piuma”, mentre altri hanno visto metalli che si piegavano e deformavano senza alcuna forza apparente applicata.

Al di là del movimento fisico degli oggetti, ci sono state anche testimonianze di altri effetti, come la levitazione spontanea, l’illuminazione misteriosa e persino la fusione di materiali metallici.

Questi fenomeni sembrano sfidare ogni legge della fisica conosciuta, portando a speculazioni su possibili spiegazioni paranormali o dimensionali.

Nonostante gli sforzi di Hutchison e di altri ricercatori per comprendere e replicare gli effetti dell’Effetto Hutchison, rimane una certa ambiguità su cosa possa essere alla base di questo fenomeno.

Alcuni ipotizzano che si tratti di una forma avanzata di telecinesi o di manipolazione energetica, mentre altri suggeriscono che potrebbe essere collegato a dimensioni parallele o a manipolazioni temporali.

Ci sono anche teorie più pragmatiche che suggeriscono che l’Effetto Hutchison potrebbe essere il risultato di interferenze elettromagnetiche non intenzionali o di effetti collaterali di esperimenti segreti condotti dalle agenzie governative.

Tuttavia, fino a oggi, nessuna spiegazione soddisfacente è stata data per questo straordinario fenomeno.

L’Effetto Hutchison rimane uno dei misteri più affascinanti e inspiegabili del nostro tempo.

La sua origine e i suoi effetti continuano a sfidare la comprensione umana e a stimolare la nostra immaginazione.

Mentre la scienza cerca di svelare i segreti di questo fenomeno, rimane un punto di riferimento per coloro che cercano di comprendere i confini della realtà e dell’esistenza umana.