Numero2998.

 

P A R O L E    D E L    S E S S O

 

Non so se ci avete mai pensato, ma le parole italiane, sia quelle dotte che quelle popolari (comprese quelle dialettali) che denominano termini che riguardano la sfera sessuale, cominciano con la lettera F.

Secondo me, c’è una spiegazione che ha a che fare con l’onomatopea.

Fricare, in latino e anche in italiano, è un verbo che significa “sfregare, strofinare, stropicciare”.

Confricazione vuol dire strofinamento.

Le consonanti F e V vengono chiamate “fricative” labio-dentali, perché vengono pronunciate emettendo un soffio fra denti e labbra.

Le parole in questione sono: fica, fregna, fessa, fottere, fregare, foia, fregola, fellatio, fornicare, fava, vulva, vagina.

Anche in inglese, comincia con la F il verbo to fuck che vuol dire fottere.

Numero2993.

 

A S S E R T I V I T A’

 

Rischioso è parlare, quando intuisco.

Suprema azione è la non azione.

Suprema libertà è la spontaneità.

Non agendo, non volendo forzare

cose, situazioni, idee, persone,

ecco che tutto naturalmente accade.

Do il meglio alle mie intenzioni.

Questa è la virtù di cui mi nutro,

tanto più potente, se serbata in cuore.

Opero libero, spontaneo, naturale.

Così mi sento assolutamente assertivo.

Numero2085.

 

A M O R E

 

L’amore è il bisogno di rendere felice la/il propria/o partner.

Assistere, sostenere, proteggere, rispettare l’altra/o, procurare, favorire il suo benessere e piacere sono atteggiamenti dello spirito che possono configurarsi come espressioni d’amore.

Se non senti questo impulso, probabilmente non si tratta di amore ma di qualcos’altro.

Se non fai felice lei/lui, non sei felice nemmeno tu.

E così scopri che amare un’altra persona è amare te stessa/o: la sua felicità è la tua.

È la forma di amore più raffinata, completa, universale che possa esistere.

Numero2980.

 

G I O C O    C O N    L E    P A R O L E    (curiosità paradossali)

 

AMBASCIA = oppressione spirituale, accoramento stringente, grave difficoltà di respiro.

Allora, perché si dice: AMBASCIATOR  NON  PORTA  PENA ?

E ancora.

Se la terra è rotonda (o tondeggiante) e non piana (o piatta),

allora, perché viene considerata un pianeta?

Numero2979.

 

E S T    M O D U S    I N    V E R B I S           ( C’ È    U N    M O D O    N E L    D I R E    L E    C O S E )

 

Una circonlocuzione elegante,

accademicamente cruscante,

è un ipocrita e surrettizio

trucco della mente, un artifizio

per ingentilire un po’ il pensiero

che non è, per questo, meno sincero.

Una espressione diretta, papale,

pure se sembra che suoni un po’ male,

ha, però, la sua chiara verità,

persino con palese volgarità.

Non c’è regola nel dire le cose,

che siano interessanti o noiose.

Così, nella scelta delle parole,

talvolta, quello che ci va ci vuole.

Numero2978.

 

H O    I M P A R A T O

 

Ho imparato a dire “non fa niente”,

anche quando ci tenevo moltissimo.

Ho imparato a dire “me l’aspettavo”,

anche quando sono rimasto spiazzato.

Ho imparato a dire “va tutto bene”,

anche se mi è crollato il mondo addosso.

Ho imparato a chiudere gli occhi

e a fingere un sorriso, anche se

mi sono sentito morire dentro.

Ho imparato a mandare giù

i bocconi amari, per poter godere

di quelli dolci, quando capiteranno.

Ho imparato a stringere i denti,

a non demordere e ad andare avanti.

Numero2977.

 

L A    V I T A

 

Abbi cura di ogni momento

perché questa è la tua vita,

un viaggio bellissimo

pieno di gioie e di sfide.

Abbraccia tutta la felicità

che si presenta, non importa

quanto fugace possa essere.

Lascia andare preoccupazioni

e rimpianti, e concentrati

sul presente e sul futuro.

Circondati di amore,

di risate e di ricordi cari.

La vita è troppo bella per

essere tutto tranne che felice.

Numero2968.

 

 

L I B E R I S M O    E    C O M U N I S M O

 

Gli esseri umani non sono tutti uguali ma, secondo natura, tutti diversi.
Già dalla culla sono diversi, per il tempo, il luogo, la situazione sociale ed economica.
Li rende uguali solo la tomba.
Non voglio farmi dettare le regole del percorso dell’esistenza dalla morte, ma dalla nascita.
La vita, a mio avviso, è una gara ad handicap: la linea di partenza è uguale per tutti, ma tutti partono con delle penalizzazioni e con dei privilegi. Sta all’individuo superare le differenze della competizione attraverso il suo impegno. Questo è il suo merito. E il suo premio è in questa vita.
Per me è inconcepibile che la morale collettiva debba prevalere su quella individuale.
Se questa visione del mondo viene instaurata, si tolgono agli esseri umani le facoltà di compensare, recuperare, superare gli handicap di partenza, con un appiattimento generale e innaturale.
Il merito personale, che è il vero valore della vita, viene distrutto e prostituito all’interesse collettivo che, se pur garantisce la facile governabilità del sistema, però, privilegia la casta di coloro che gestiscono il potere di farla osservare.