V I T A E M O R T E
Non vivere
con la paura
di morire,
ma muori
con la gioia
di aver vissuto.
Cosa ci insegna la vita… testamento spirituale di un libero pensatore
V I T A E M O R T E
Non vivere
con la paura
di morire,
ma muori
con la gioia
di aver vissuto.
I L T U O D E N T R O
Non fuggire
in cerca di libertà,
quando la tua
più grande prigione
è dentro di te.
R E P E T I T A N O N I U V A N T (Le cose ripetute non aiutano)
Non innamorarti due volte
della stessa persona ….
La seconda volta ameresti
solo il suo dolce ricordo.
G O D
God is a concept,
by which we can measure
our pain.
Dio è un concetto,
con cui possiamo misurare
il nostro dolore.
John Lennon.
da QUORA
LA FEDE È UNA CAZZATA?
Scrive Stefano, corrispondente di QUORA.
L’ho detto ancora, trovo di una tristezza unica questa diatriba credenti-atei.
Mi sembrano dei bambini, gelosi del loro giocattolo.
Dialogano con la loro ideologia anziché con le altre persone.
Quindi praticamente parlano da soli.
Non crescono, non si arricchiscono, perché sono chiusi dentro la loro stanzetta quando fuori c’è il mondo.
Se la fede ti fa essere un uomo migliore, ti fa vivere in serenità e pace con gli altri, non solo non è una cazzata, ma è un valore aggiunto nella tua vita.
Così come chi è ateo ma è una persona positiva, che si spende per gli altri e per la società, è degno del più grande rispetto e di essere imitato.
Nessuno ha diritto di giudicare il mio credo, perché nessuno è me, io so quanto vale, e questo è insindacabile.
Quindi abbasso le ideologie quando vanno contro la persona e abbasso la presunzione di essere gli unici depositari della verità.
Ma soprattutto abbasso chi si mette su un piedistallo e crede di essere migliore degli altri.
Scrive Lorenzo Uplegger, corrispondente di QUORA.
Innanzitutto come premessa vorrei fare una distinzione tra credere in Dio e essere fedele o seguace di una religione.
Nel primo caso mi riferisco a una entità soprannaturale, o perché no, una entità universale che probabilmente ha creato l’universo e che non è detto che abbia alcun legame con l’essere umano.
Nel secondo caso, invece, per quanto riguarda la maggior parte delle religioni ed in particolare la religione cristiana, musulmana e tant’altre, Dio è strettamente legato all’essere umano.
La mia risposta si riferisce al secondo caso.
Il fedele religioso è colui che abbandona la ragione per credere a dei dogmi che derivano da dei libri scritti millenni fa e reinterpretati da autorità religiose il cui mantra è: anche se ti fai delle domande e giungi a delle conclusioni che contraddicono la logica, devi avere fede.
Abbandonati nelle braccia della chiesa, Islam etc., fidati che la bibbia, il vangelo, il corano siano la parola di Dio e anche se non riesci ad accettare mentalmente le innumerevoli contraddizioni della religione che pratichi devi essere fedele alle regole che tale religione ha costruito perché derivano dalla parola di Dio.
Siccome Dio è infintamente più intelligente di te, devi accettarle senza discussione.
Insomma tu come individuo non devi pensare.
Qualsiasi conclusione alla quale arriverai verrà soprasseduta dalla frase: devi credere, non ci puoi arrivare da solo.
Le vie del signore sono infinite.
Proprio per questa infinità di possibili strade c’è quindi bisogno della creazione di certe entità come la chiesa, l’Islam etc., che pensano loro a interpretare per te i cosiddetti testi sacri, testi in cui è stata scritta la parola di Dio.
Semplicemente la necessità di avere un gruppo di uomini che interpretano la cosiddetta parola di Dio, la quale dovrebbe essere inequivocabile, è sufficiente per me a suonare una campanella di allarme.
La prima domanda che io mi faccio è: perché, visto che io che sono cosi importante davanti agli occhi di Dio, non posso leggermi da solo la sua parola?
Questa entità, nella sua infinita saggezza, dovrebbe essere stato in grado di scrivere un libro in maniera tale che anch’io, in quanto creato a sua immagine e somiglianza, dovrei saper capire. Che necessita’ c’e’ di avere un gruppo di persone che invece lo leggono e interpretano per me?
Se un fedele quindi giunge alla mia stessa conclusione e decide di leggere direttamente la parola di Dio, con un po’ di spirito critico, inevitabilmente si renderebbe conto delle innumerevoli contraddizioni presenti in questi test sacri.
Insomma, non solo le leggi della fisica sono ignorate in innumerevoli passaggi, non si possono creare pesci dal nulla, non possono esistere cespugli che bruciano senza consumarsi, non si possono materializzare dal nulla arcangeli Gabrieli che annunciano la rivelazione etc. etc., ma anche la moralità di certi personaggi scelti da Dio è completamente aberrante agli occhi delle società moderna.
La maggior parte delle persone che nella bibbia vengono considerate scelte da Dio, nella società d’oggi si troverebbero in galera.
E quindi il fedele che si fa qualche domanda, per poter continuare nella sua fede non può che seguire il consiglio che le autorità della sua religione gli hanno inculcato fin da bambino: non puoi capire, abbi fede.
Non pensare, prega.
Per questo per me la fede, religiosa, è una cazzata.
Continua a tramandare una tradizione secondo la quale c’è un sottogruppo di persone che non sono in grado di capire Dio e quindi hanno bisogno di una guida che, in certi casi, li può mandare ad uccidere altre persone in nome di quel Dio.
Eppure c’è una alternativa: la scienza.
La scienza è per tutti: l’evidenza non può essere interpretata.
Le leggi della fisica evolvono e si raffinano, ma non si interpretano, perché sono scritte in un linguaggio universale, il linguaggio di Dio: la matematica.
Nessuno può interpretare in maniera diversa che la somma di uno e uno è uguale a due.
Questo universo si basa su delle leggi che sono scritte in un linguaggio inequivocabile che porta a delle conclusioni univoche: una mela cadrà sempre verso la superficie terrestre se si stacca da un’albero, non c’è spazio all’interpretazione.
E nonostante molti pensino che la scienza non sarà mai in grado di comprendere la natura di Dio ed è per questo che si rifugiano nell’illogicità della fede, io non sono d’accordo.
Il passo della scienza è inesorabile e basato sul vero linguaggio di Dio: la matematica.
Un giorno, chissà, la vera bibbia, sottoforma di un’equazione matematica, verrà scoperta e magari sarà in grado di confermare o confutare l’esistenza di Dio.
Oggi siamo ancora lontani da tale bibbia, ma è importante notare che nell’arco di solo qualche centinaio di anni siamo passati da una concezione dell’universo piuttosto rudimentale, l’inferno e il paradiso di Dante, a una in cui possiamo parlare di cosa è successo nei primissimi istanti della creazione di questo universo.
Ecco che, se anziché scolpire le menti dei nostri figli con un’opera d’arte che ragiona in maniera indipendente fidandosi dell’incredibile connessione tra logica e natura, costruiamo un oggetto servile a una autorità come la chiesa, I’ Islam etc., facciamo un disservizio all’umanità ed in particolare ai nostri figli stessi che tra l’altro consideriamo figli di Dio.
Insegnargli ad essere fedeli nonostante tutte le contraddizioni che la fede implica crea un’umanità in cui le persone sono abituate ad accettare la parola di qualcun altro che ne sa di più.
La fede, religiosa, è una cazzata ed è la causa della maggior parte delle ingiustizie di questo mondo.
Se solo si insegnasse fin da piccoli a ragionare piuttosto che credere e obbedire, milioni di persone non si sarebbero fatte mandare al macello perché gli è stato detto di credere in una causa più grande di loro e il mondo sarebbe un posto migliore.
E credo anche l’aldilà, visto che non ci sarebbe più bisogno dell’inferno.
Scrive Sancta Tenebrae, corrispondente di QUORA
Usare la parola ” cazzata ” nei confronti della spiritualità è piuttosto scorretto…ma la fede può diventare una cazzata effettivamente, guardando il modo in cui spesso viene vissuta da tanta gente, e per fede mi riferisco a qualunque ambito e contesto.
La fede è un sentimento estremamente soggettivo e personale e andrebbe appunto vissuto con l’ umiltà di non farne una verità ASSOLUTA a nome di tutti, ma di limitarsi a definirla come semplice valore personale, tenendosi aperti a poter confutarla, per quanto faccia male.
È una grande piaga quella di non aprirsi a confutare i proprio valori e non volersi arrovellare nel dubbio.
Il dubbio a volte può condurti a quella verità alla quale tutti aneliamo.
Un sacco di cristiani credono in modo assoluto al proprio culto, dando per scontato che anche tutti gli altri ci credano e quando si confrontano con te, ti dicono che Dio ti aiuterà, ma che cazz…?!
Come facciano a non capire che non tutti hanno la stessa spiritualità non lo so..
Se poi dici loro che appunto non credi in Dio spesso non ti guardano bene..
Scrive Francesco Baldessari, corrispondente di QUORA.
Ho sentito scienziati di valore come Steven J Gould dire che la scienza si occupa di cose diverse dalla religione e non la prova falsa.
Mi domando allora a cosa serve la fede.
Ero convinto che servisse per accettare quello che non è ragionevole, ma mi sbaglierò.
Il numero sempre crescente degli atei, l’ateismo di fatto di molti dei credenti e la diffusione che ha avuto l’empirismo sono dovuti alla constatazione che la chiesa ha centinaia di volte sentenziato, pontificato, giudicato e arso su cose delle quali non sapeva assolutamente nulla.
Se partiamo direttamente dai fatti e non dalle fantasie di dei uni e trini nati a Nazareth per poi risorgere il terzo giorno, chissà perché non il quarto o il secondo, è impossibile evitare la forte impressione che chi crede lo fa per ragioni personali, perché la fede esprime meglio le sue necessità, non perché esprima verità evidenti sulla realtà e sul mondo in cui viviamo.
Chi crede si allontana dalla verità inesorabilmente.
La verità ce l’ho io, magari in tasca?
No neppure io ce l’ho, so invece che capire la natura è un compito arduo che continua per tutta la vita e che non puoi mai dichiarare concluso.
L’unica verità accessibile agli esseri umani è l’imparare: la radice della comprensione è sempre la realtà, mai le dichiarazioni di un altro essere umano.
Scrive Manu, corrispondente di QUORA.
Se la imponi agli altri, sì.
Se critichi gli altri perché non ce l’hanno, sì.
Se ci credi e la tua credenza la tieni per te stesso e sei pure coerente, no.
da QUORA
Scrive Zipho Tefu, corrispondente di QUORA
Quali sono alcune abitudini che sono facili da assumere?
F A K E N E W S
Nel tempo dell’inganno universale,
anche la verità è un atto rivoluzionario.
George Orwell
da QUORA
Post di Alice, corrispondente di QUORA
Ma stiamo scherzando? Adesso hanno deciso che anche Socrate va bandito dalla scuola.
La notizia che ho appena letto ha dell’incredibile: a quanto pare una prestigiosa università londinese ha deciso di cancellare Socrate e Aristotele dai loro programmi di studio!
Perché, e farete fatica a crederci, Socrate, il più grande filosofo di tutti i tempi, è il capostipite della «mascolinità bianca» e ostacola il pensiero critico! «La filosofia greca che ha modellato la mia formazione non era progettato per promuovere il pensiero critico» ha affermato il portavoce dell’Università. Il loro obiettivo? Sbarazzarsi degli «uomini bianchi morti».
Ecco, questi non è che si sono bevuti il cervello! Non ne hanno mai avuto uno! Vedete, Socrate faceva una cosa, una cosa semplicissima e pericolosissima, pericolosa per ogni casta, potentato, istituzione: faceva delle domande! Tutto qui! E lo hanno messo a morte per questo! Perché con le sue domande, con i dubbi che instillava faceva pensare la gente ed era una minaccia allo status quo!
E ricordate il famoso detto socratico, «so di non sapere?» So di non sapere è il presupposto di ogni dialogo, di ogni confronto. Senza dialogo, senza confronto non c’è pensiero. Dialogo, dal greco dia «in mezzo» e logos pensiero, significa letteralmente che la ragione non sta mai solo da una parte, non è monopolio di questa o quella fazione! Ed è questo il punto: oggi la gente non è capace di dialogare! Di parlare, di avere un confronto civile! Il confronto fa paura! Perché il confronto genera dubbi e chi dubita è pericoloso oggi come ieri!
Tutti vogliono certezze assolute, tutti sanno, assicurano, garantiscono, promettono, ma soprattutto vogliono vendervi le loro certezze! Senza le certezze assolute crollano le ideologie, cadono le fazioni e la propaganda muore. Capite adesso perché vogliono bandire Socrate? L’unica domanda da farsi è: cui prodest? (a vantaggio di chi?).
I L T E M P O N E L L A V I T A
Non viviamo
per il futuro.
Noi viviamo
perché ci resti
un passato.
Friederich Nietzsche.
I L T E M P O N E L L A V E C C H I A I A
gli attimi
sono minuti
e questi
sono ore
degli anni
che restano
per l’amore.
I L C O R P O
Prenditi cura del tuo corpo,
perché è il solo posto in cui
rimarrai per tutta la tua vita.
V E R G I N I T A’
In Italia siamo andati avanti per 2000 anni con le traduzioni della Bibbia dal greco e con la “Vulgata” che, nel IV secolo D.C., è stata tradotta in latino da San Gerolamo.
Dal greco antico e dal latino si sono ricavate le traduzioni della Bibbia in lingua italiana.
Nessuno aveva mai tradotto in Italiano la Bibbia direttamente dall’aramaico e dall’ebraico che sono le due lingue con cui sono stati scritti i libri che compongono la Bibbia (Bibbia = Ta Biblìa, ovvero “i libri”).
3 anni fa, le Edizioni Einaudi hanno pubblicato la prima traduzione in Italiano dall’aramaico e dall’ebraico antico a cura di Ludwig Monti, il più grande biblista che abbiamo in Italia.
Ed è stata fatta una bella scoperta.
La Bibbia, nelle due lingue antiche originali, dice che Gesù è nato da una “betullah” che, in aramaico, vuol dire “giovane ragazza”.
Che problema c’è se fosse nato da una giovane ragazza?
Solo che “betullah” è stato tradotto in greco (e da lì in Italiano) con “parthénos” che vuol dire “vergine”.
È da lì che è partita la storia che la Madonna era vergine.
Ma in aramaico “vergine” si dice “almahà” e non ci sono altre parole per identificare il concetto o la condizione.
I bambini, quando vanno a catechismo per fare la Prima Comunione, non sentono le parole di Gesù, sentono i dogmi, i precetti e i comandamenti della Chiesa e le interpretazioni mistificatorie e manipolatorie che hanno fatto i sui divulgatori nel corso di venti secoli.
Ma le parole di Gesù non sono state proprio né percepite, né recepite dalla Chiesa Cattolica e dal “suo” Cristianesimo.
L I B E R I S M O
I sistemi liberali
hanno come obiettivo
quello di combattere la povertà
diffondendo la ricchezza.
I sistemi totalitari
hanno come obiettivo
quello di combattere la ricchezza
diffondendo la povertà.
Al centro di questo principio
c’è la persona
con la sua capacità organizzativa
e, soprattutto, con la sua responsabilità.
C’è l’iniziativa privata
come proiezione della libertà individuale.
C’è il mercato
come dimensione economica
di quella che, sotto il profilo politico,
è la democrazia.
Non puoi rafforzare i deboli,
indebolendo i forti.
Abraham Lincoln.
da QUORA
Scrive Todd Bessinger, corrispondente di QUORA.
Quali sono alcune verità che i medici non ti dicono?
Il mio più onesto professore di medicina ci disse questo: dei disturbi che la gente presenta, il 95% migliorerà da solo.
L’1% probabilmente ucciderà il paziente, non importa cosa faccia il medico.
Rimane circa il 4% di tutti i pazienti, per i quali si può intervenire in modo significativo e salvare la vita.
Il suggerimento era che dovremmo sempre essere alla ricerca di quel quattro per cento.
Questo mi ha aperto gli occhi, ma dopo anni di pratica medica e di riflessione, mi rendo conto che c’è una grande porzione di quel 95% la cui vita può essere migliorata con un’assistenza medica efficace e compassionevole.
Anche se miglioreranno comunque, si può comunque alleviare la sofferenza.
La teoria del 95% spiega anche perché i trattamenti pseudoscientifici funzionano, specialmente se il paziente crede che funzionino.
La combinazione dell’effetto placebo e del fatto che il paziente sarebbe guarito comunque è una medicina potente.
Scrive Richard Reese, corrispondente di QUORA
Ci sono vari aspetti della salute e della medicina che i medici potrebbero non menzionare esplicitamente ai pazienti, sia per mancanza di tempo che per complessità delle informazioni. Ecco alcuni esempi:
Se ci sono specifici ambiti della tua salute o trattamento che ti preoccupano, chiedere apertamente al tuo medico può aiutarti a ottenere una comprensione più completa delle tue opzioni e dei potenziali rischi.
Scrive Alessandra Turinetto, corrispondente di QUORA
Il principio del consenso informato e la sua rigorosa interpretazione giurisprudenziale scoraggia la reticenza dei sanitari nel corso del rapporto curativo. Secondo la giurisprudenza della Cassazione e della Corte Costituzionale, il paziente non ha solo il diritto alla salute (inteso come diritto alla sua integrità psico-fisica), ma ha anche il (diverso e distinto) diritto di autodeterminazione (inteso come diritto di disporre di sé stesso sul piano fisico e psichico). Ne discende che il paziente, dovendo essere parte attiva nel rapporto con il curante, ha diritto ad informazioni chiare ed esaustive e, correlativamente, il medico ha l’obbligo di verità.
Non esiste una legge specifica che obbliga il medico in tal senso, l’obbligo è solo contrattuale e deontologico, e la sua violazione espone il sanitario all’obbligo di risarcimento, oltre che a sanzioni disciplinari. Quindi, ad esempio, se la prognosi è nefasta e il medico, per compassione, decide di informare solo i parenti, potrebbe configurarsi un inadempimento contrattuale (illecito civile), perché, nel momento in cui ci si affida ad un medico, si instaura un rapporto contrattuale vero e proprio (detto da contatto sociale qualificato). Se l’omissione informativa ha delle conseguenze (perché, ad esempio, si scopre che la patologia, sia pur grave, era in realtà curabile, ma il silenzio del medico ha accelerato la morte), è esperibile un’azione civile per il risarcimento dei danni.
Il codice di deontologia medica (che è il corpus delle regole etiche e morali cui deve attenersi il medico e la cui violazione lo espone a sanzioni disciplinari) impone un dovere di informazione chiara e completa circa lo stato di salute del paziente, diagnosi, prognosi, terapia indicata, alternative terapeutiche, possibili rischi e complicanze, prescrizioni comportamentali da osservare. Il medico deve adeguare la comunicazione alle capacità di comprensione del destinatario e garantire un’informazione che consenta al paziente di essere parte attiva del processo decisionale e curativo.
L’incremento dei contenziosi per malpractice sanitaria ha generato il fenomeno della c.d. medicina difensiva, positiva (è, ad es, il caso del medico che prescrive più esami diagnostici del necessario per non incorrere in responsabilità) e negativa (è il caso del medico che, ad es, rifiuta un intervento altamente rischioso).
da QUORA
Scrive Max Gioia, corrispondente di QUORA.
Il Cristianesimo ha fallito la sua missione?
Se con cristianesimo ci si riferisce a quello insegnato da Gesù nel vangelo ti posso dire che non ha fallito.
Se invece ti riferisci a quello insegnato da chi ama solleticare le orecchie, cioè quello insegnato da quasi 2.000 anni, quello di chi ama mettersi in mostra, allora ti devo dare ragione.
Quest’ultimo cristianesimo in realtà, gli apostoli lo preannunciarono che sarebbe arrivato poche generazioni dopo la loro morte.
Lo definirono l’anticristo o anticristianesimo.
Gesù invece lo descrisse con queste parole:
«Badate che nessuno vi inganni! Molti infatti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”, e trarranno molti in inganno.» (Matteo 24.4, 5). — per la cronaca, con la parola Cristo, qui Gesù si riferiva a suoi rappresentanti.
«Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine.» (Matteo 24.11-14).
«Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui”, oppure: “È là”, non credeteci; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l’ho predetto.» (Matteo 24.23-25).
Come vedi dunque tutto era già stato previsto sin dal principio, e molto ancora. Quindi come potrei credere che il vero cristianesimo ha fallito?
Gesù nelle varie parabole lo preannuncia, però forse non ci hai fatto caso.
Ad esempio la parabola del grano e del loglio o zizzania. «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo! E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio””.» (Matteo 13.24-30).