Numero2640.

 

I L   S E G R E T O   D E L L A   V I T A.

 

 

Un padre diceva ai suoi figli da piccoli: —Quando avrete tutti 12 anni vi dirò il segreto della vita. Un giorno, quando il più grande compì 12 anni, chiese ansioso a suo padre quale fosse il segreto della vita. Il padre rispose che glielo avrebbe detto, ma che non doveva rivelarlo ai suoi fratelli.

Il segreto della vita è questo: la mucca non dà latte. “Che dici?” chiese il ragazzo incredulo. — “Ascolta bene, figliolo: la vacca non dà il latte, devi mungerla tu. Devi alzarti alle 4 del mattino, andare al campo, attraversare il recinto pieno di letame, legare la coda, zoppicare le zampe della mucca, sederti sullo sgabello, posizionare il secchio e fare il lavoro da solo”.

Questo è il segreto della vita: la mucca non dà latte. La mungete o non avrete latte. C’è questa generazione che pensa che le mucche DANNO il latte. Che le cose sono automatiche e gratuite: la loro mentalità è che “se voglio, chiedo….. ottengo”.

“Sono stati abituati a ottenere ciò che vogliono nel modo più semplice… Ma no, la vita non è una questione di desiderare, chiedere e ottenere. Le cose che si ricevono e ottengono sono lo sforzo di ciò che si fa. La felicità è il risultato dello sforzo . La mancanza di impegno crea frustrazione.”

Quindi, condividi con i tuoi figli fin dalla tenera età il segreto della vita, in modo che non crescano con la mentalità che il governo, i loro genitori o le loro facce carine daranno loro tutto ciò di cui hanno bisogno nella vita.

Numero2620.

 

da  QUORA

 

Quali sono alcune cose che hai capito quando sei diventato maturo ?

 

1. Se pensate di essere grassi, probabilmente lo siete.

2. I migliori amici si vedono 3 volte all’anno e potrebbero non avere foto insieme.

3. Se si manda un messaggio, si chiama e si viene ancora ignorati, basta andarsene.

4. I capelli sono stati messi in testa per ricordarvi che non potete controllare tutto.

5. Nessuno parla di quanto possa sentirsi sola la guarigione.

6. Non lasciate che la vostra solitudine vi costringa a riconnettervi con la persona sbagliata.

7. La vera relazione nasce quando il silenzio tra voi due è confortevole.

8. Andate dove la vostra energia è ricambiata, celebrata e apprezzata.

9. Non avete ancora incontrato tutte le persone che vi ameranno.

10. Se oggi non è il vostro giorno, ricordate che ci sono 365 giorni all’anno.

Numero2612.

 

QUALI  SONO  I  PRINCIPALI  FATTORI  CHE  INFLUENZANO

LA  CRESCITA  ECONIMICA  DI  UNA  SOCIETÂ?

 

La qualità delle leggi, le abitudini, le norme di vita, l’etica e la cultura della società stessa.

La crescita, lo sviluppo vero non sono un fenomeno dovuto a minoranze, a plutocrazie, o oligarchie, ma il prodotto di tutto l’insieme delle persone e nella civiltà contemporanea molto complessa, articolata ed interconnessa questa coesione e convivenza equa e pacifica sono oltremodo importanti.

Questi elementi oggi, in seguito al sovrappopolamento umano, alle pesanti modifiche fatte all’ambiente, e comunque alla precarietà stessa dell’uomo sulla terra, sono oltremodo importanti per la sopravvivenza non solo di molti singoli ma dell’umanità stessa nella sua globalità.

L’elevato grado di conflittualità della società umana, conflittualità militare, economica, sociale, comporta il rischio che l’umanità non abbia resilienza di fronte a grandi mutazioni dell’ambiente o che addirittura non ne percepisca la gravità, perché immersa totalmente nella conflittualità quotidiana.

La stessa prassi del business attuale, dell’economia monetaria come valore, del produrre profitto senza calcolarne i costi umani, sociali, ambientali rischia di generare catastrofi peggiori delle peggiori guerre oltre a farne comunque nascere ovunque.

Numero2592.

 

Ricevo da Rita

 

“GLI ANZIANI”

 

“Siamo nati nel 40-50-60”.

“Siamo cresciuti negli anni 50-60-70”.

“Abbiamo studiato negli anni 60-70-80”.

“Ci frequentavamo negli anni 70-80-90.”

“Ci siamo sposati e abbiamo scoperto il mondo negli anni 70-80-90”.

Ci siamo avventurati nell’80-90.

Ci siamo stabilizzati negli anni 2000.

“Siamo diventati più saggi negli anni 2010”.

E stiamo andando con decisione fino al 2030.

“Si scopre che abbiamo vissuto OTTO decadi diverse…”

“DUE secoli diversi…”

“DUE millenni diversi…”

“Siamo passati dal telefono con operatore per le chiamate interurbane alle videochiamate in qualsiasi parte del mondo, siamo passati dai cinema a YouTube, dai dischi in vinile alla musica online, dalle lettere scritte a mano alle email e WhatsApp”.

“Dalle partite in diretta alla radio, alla TV in bianco e nero, e poi alla TV HD”. siamo andati al Video Club e ora guardiamo Netflix.

“Abbiamo conosciuto i primi computer, schede perforate, dischetti e ora abbiamo gigabyte e megabyte in mano sui nostri telefoni cellulari e IPad”.

“Indossiamo pantaloncini per tutta la nostra infanzia e poi pantaloni lunghi, stringate, bermuda, ecc.”

“Abbiamo evitato la paralisi infantile, la meningite, l’influenza H1N1 e ora il COVID-19”.

“Abbiamo guidato su pattini, tricicli, auto inventate, biciclette, motorini, auto a benzina o diesel e ora guidiamo ibridi o elettrici al 100%.”

“Sì, ne abbiamo passate tante ma che bella vita abbiamo avuto!”

Potrebbero classificarci come “essenziali”; persone nate in quel mondo degli anni Cinquanta, che hanno avuto un’infanzia analogica e un’età adulta digitale.

“Siamo una specie di Yeh-seen-it-all.” (Si, visto tutto)

La nostra generazione ha letteralmente vissuto e testimoniato più di ogni altra in ogni dimensione della vita.

È la nostra generazione che si è letteralmente adattata al “CAMBIAMENTO”.

Un grande applauso a tutti i membri di una generazione molto speciale, che sarà UNICA”.

IL TEMPO NON SI FERMA

“La vita è un compito che ci siamo portati a fare a casa.

Quando guardi… sono già le sei del pomeriggio; quando guardi… è già venerdì; quando guardi… il mese è finito, quando guardi… l’anno è finito; quando guardi… sono passati 50, 60 e 70 anni!
Quando guardi… non sappiamo più dove sono i nostri amici.
Quando guardi… abbiamo perso l’amore della nostra vita e ora è troppo tardi per tornare indietro.
Non smettere di fare qualcosa che ti piace per mancanza di tempo. Non smettere di avere qualcuno al tuo fianco, perché i tuoi figli presto non saranno tuoi e dovrai fare qualcosa con quel tempo rimanente, dove l’unica cosa che ci mancherà sarà lo spazio che può essere goduto solo con i soliti amici. Quel tempo che, purtroppo, non torna mai…”_
È necessario eliminare il “DOPO”…
A seguito di
ti chiamerò.
A seguito di
Io faccio.
A seguito di
lo dico.
A seguito di
Io cambio.
Lasciamo tutto per Dopo,
come se il Dopo
fosse il meglio…
perché non lo capiamo…
A seguito di
il caffè si raffredda
A seguito di
la priorità cambia,
A seguito di
il fascino è perso
A seguito di
presto si trasforma in tardi,
A seguito di
la nostalgia passa,
A seguito di
le cose cambiano,
A seguito di
i bambini crescono
A seguito di
la gente invecchia,
A seguito di
il giorno è notte,
A seguito di
la vita è finita

Non lasciare niente per Dopo,
perché in attesa del Dopo,
puoi perdere
i  momenti più eccitanti
le migliori esperienze,
gli amici più cari,
i più grandi amori.
Ricorda che Dopo potrebbe essere in ritardo.
Il giorno è oggi!
NON SIAMO PIÙ IN UN’ETÀ PER RIMANDARE NULLA.

Spero che tu abbia tempo per leggere e poi condividere questo messaggio… oppure lascialo per Dopo e vedrai che non lo condividerai mai!

Sempre insieme
Sempre uniti
Sempre Fratelli
Sempre amici

Passalo ai tuoi dieci migliori amici e a “me” se sono tra loro e vedrai come non tutti rispondono. Perché lo lasciano per dopo 😉😉😉

Numero2575.

 

 

1 – Non si possono cambiare gli altri, è inutile insistere.

2 – È cento volte più difficile bruciare calorie che evitare di mangiarle.

3 – Se state parlando con qualcuno che non conoscete bene, è possibile che stiate parlando con qualcuno che sa molto più di voi. Fate attenzione quando parlate di ciò che non conoscete.

4- I malumori vanno e vengono nel corso della vita e cercare di farli sparire significa in realtà trattenerli e farli durare più a lungo.

5. Urlare peggiora sempre le cose.

6 – Ogni volta che pensate “cosa penseranno gli altri di me?”, in realtà vi preoccupate di ciò che penserete voi di voi stessi.

7 – Se non mettete mai in discussione le vostre convinzioni, probabilmente vi sbagliate di grosso.

8 – Nessuno capisce mai tutto.

9 – Tutti i volti che passano sulla strada accanto a voi rappresentano storie coinvolgenti e complicate come la vostra.

10 – La lettura può aiutare molto, da sola, a imparare a vivere in modo leggero e felice.

Numero2573.

 

CO N D A N N A   A   M O R T E

La consapevolezza del fatto che hai una sola vita.
Quindi non sprecarla, fai tutto quello che credi
sia giusto per te, perché la tua vita è solo tua.
Tutti abbiamo due vite: ma la seconda incomincia
quando ci rendiamo conto di averne una sola.

Numero2571.

 

 

ARTE DI VIVERE 37 consigli/comportamenti

 

🔵 PREMESSA

Con questa Risposta intendo mostrare la mia visione sul tema generale dello sviluppo personale.
Apprendere, migliorarsi, crescere come persona e come componente di una comunità sono fattori determinanti per vivere una vita sana, serena, ricca, partecipe e produttiva per sé e per gli altri, nell’interesse proprio e di tutti, per migliorarsi e migliorare il mondo in cui viviamo.

Qui presento la cornice del quadro generale delle mie riflessioni su come realizzare un tale percorso di crescita personale continua.
Suggerisco, in particolare, 22 consigli a livello dei PENSIERI e 15 al livello delle AZIONI.

Per realizzare una crescita personale continua è consigliabile avviare un percorso di progressivo miglioramento della qualità delle percezioni, delle osservazioni, dell’apprendimento, delle comprensioni, delle interazioni, delle relazioni, delle comunicazioni, delle decisioni, delle azioni.

La via della crescita e del miglioramento personale (da realizzare con impegno, volontà, costanza e pazienza) può essere considerata al tempo stesso infinita, poiché non esiste un limite al miglioramento, ed indefinita, poiché non esiste uno specifico comportamento da ritenere migliore (sempre e in assoluto), ma esiste invece una gamma molto vasta di diverse modalità di comportamento possibili, fra le quali è importante saper individuare (scegliere) ed utilizzare di volta in volta quelle adeguate

  • sia al contesto in cui ci si trova in un certo particolare momento,
  • sia al comportamento contemporaneamente messo in gioco dagli altri attori presenti nello stesso contesto,
  • sia alle specifiche situazioni-problemi di volta in volta da affrontare.

Nella NOTA 1 trovi un approfondimento sulle specifiche capacità/competenze necessarie per realizzare la “crescita personale continua”.

Nella NOTA 2 puoi leggere una descrizione delle modalità pratiche-operative per attuare il ciclo continuo dell’apprendimento da utilizzare lungo questo percorso di crescita personale.

Andando ora direttamente alla descrizione del processo di crescita personale continua, evidenzio che – secondo me – esso deve essere contemporaneamente realizzato a due diversi livelli: nei pensieri e nelle azioni.

Vediamo qui di seguito i due livelli, cominciando dai “pensieri”.

 

22  CONSIGLI  NEI  PENSIERI

  1. Avere presente che le proprie idee e le proprie visioni hanno un valore ed un significato validi solo contestualmente e contingentemente e sono sempre da mettere in dubbio
  2. Sviluppare le proprie capacità di conoscenza e di comprensione come una “rete” (dinamica, aperta e “fluttuante” di interconnessioni) e non come un “edificio” (costruzione cumulativa, statica, lineare ed atomistica di nozioni)
  3. Avere presente l’esistenza dei limiti cognitivi e delle illusioni (distorsioni) cognitive, naturali nella natura umana
  4. Sviluppare l’apprendimento e la capacità di “apprendere ad apprendere”
  5. Sviluppare il proprio “sapere”, “saper fare”, “saper essere-divenire”
  6. Impegnarsi per crescere sia professionalmente che come persona
  7. Cercare di comprendere (esplicitare) quali sono i propri “modelli mentali” e le proprie “aspettative”
  8. Capire il proprio “punto di riferimento” e le proprie “unità di misura”
  9. Ricordarsi che: “non sono le cose in sé a preoccuparci (i fatti), ma le opinioni che noi ci facciamo di esse”
  10. Rendersi conto che concetti e contesti sono costruzioni personali dell’osservatore
  11. Sviluppare disponibilità ed attenzione a percepire sia i cambiamenti già in atto, sia i “segnali deboli” che preannunciano i cambiamenti in arrivo
  12. Avere una visione evolutiva, sistemica, circolare (che evidenzia la presenza di interconnessioni, di feed-back multipli, di ritardi nella manifestazione delle conseguenze derivanti dalle azioni effettuate) e non lineare, che non accetta la tradizionale “visione lineare” di causa-effetto, basata sulla convinzione che esiste sempre una diretta dipendenza “lineare” fra un effetto e la sua causa
  13. Comprendere (esplicitare a se stesso) quali sono: la propria missione, la propria visione, ed i propri “valori” che guidano il comportamento; missione, visione e valori devono essere periodicamente verificati e – se necessario – aggiornati, poiché influenzano profondamente i modelli di comportamento individuali e – inoltre – perché sono i principali strumenti per far fronte al cambiamento, specialmente a quello inaspettato e improvviso
  14. Percepire che ogni verità è solo consensuale, ed è legata ad un certo momento e ad un certo contesto
  15. Ricordare che spesso i problemi restano senza risposta perché per essi si cercano “direttamente” le soluzioni (quelle già pronte, oppure quelle più visibili ed accessibili alle persone che dovrebbero risolverli), invece di cercare – prima – un eventuale punto di vista diverso, attraverso cui considerare il problema sotto una angolazione alternativa, che potrebbe essere quella veramente “risolutiva”
  16. Analizzare i problemi da punti di vista differenti rispetto a quelli secondo cui ci sono stati presentati; in effetti, così come non dovremmo attaccarci al nostro punto di vista, in maniera analoga non dovremmo subire quello che (in modo più o meno evidente, più o meno subdolo) ci viene proposto (imposto) dagli altri
  17. Distinguere il “complicato” (ciò che è “compiegato” e cioè “piegato su se stesso”, da “dispiegare” attraverso la “spiegazione”), dal “complesso” (ciò che è complexus e cioè “intrecciato insieme”, che si dissolve se scomposto nelle sue parti, perché è formato dall’insieme contemporaneo e composito delle stesse)
  18. Sviluppare l’autostima e contrastare l’autolimitazione (paure interne, limiti autoimposti) nei pensieri e nei comportamenti
  19. Interrogarsi sulla immagine data di sé e sul proprio stile caratteristico, avendo sempre presente che l’autopercezione non coincide con la percezione che gli altri hanno di noi (eteropercezione)
  20. Porsi degli obiettivi personali chiari e sinceri, avere un “progetto di vita”
  21. Migliorare il “gusto della vita” nelle attività personali e nel lavoro, avere “entusiasmo”, “appassionarsi” a quello che si fa, provare “piacere” nel fare le cose che si fanno mentre le si fa
  22. Conservare la serenità, anche nei momenti che sembrano i più difficili, ed un minimo di umorismo e di visione positiva della vita; Blake e Mouton, ad esempio, hanno scritto che “Il capo eccellente è colui che conserva il senso dell’umorismo anche nelle situazioni di crisi”.

 

15 CONSIGLI  NELLE  AZIONI

  1. Mirare più all’efficacia (intesa come la capacità di raggiungere un obiettivo prefissato e formalizzato) che all’efficienza di per sé (intesa come la capacità di operare meglio rispetto ad uno “standard” prefissato e formalizzato). L’efficacia è un concetto di livello superiore rispetto a quello dell’efficienza, poiché l’efficienza da sola (senza essere efficaci) non serve a nulla, in quanto – in tal caso – si lavora bene, senza però raggiungere l’obiettivo prefissato. Pertanto, lo slogan da tenere in mente potrebbe essere il seguente: operare cercando di essere efficienti nell’efficacia
  2. Cogliere ogni occasione per sviluppare l’efficacia personale nell’azione (capacità di interpretazione dei contesti, di relazione, di interazione e di comportamento adeguato, di comunicazione corretta, di soluzione di problemi, di decisioni in condizioni di incertezza, ecc.)
  3. Tendere più al risultato che al rispetto della forma
  4. Contrastare le proprie naturali resistenze al cambiamento, cercando di non reagire automaticamente, ma di porsi dubbi e domande sincere. Controllare le reazioni (ansia e stress) al cambiamento che si deve subire nei contesti in cui si opera
  5. Imparare a gestire le interazioni e le relazioni con gli altri (nelle organizzazioni: con capi, colleghi, collaboratori e pubblici esterni)
  6. Comunicare bene (a livello verbale e non verbale) e verificare l’esito della comunicazione, tenendo presente che non é per nulla scontato che l’interlocutore interpreterà le nostre parole come noi vorremmo
  7. Aprirsi agli altri, saper ascoltare.
    Dare feed-back e sollecitare gli altri perché essi stessi facciano altrettanto, per realizzare l’allineamento delle comprensioni e migliorare la comunicazione
  8. Attuare – nel proprio e nell’altrui interesse – un comportamento assertivo (vedi QUI un approfondimento), considerato come quella particolare modalità di interazione con gli altri, basata su un comportamento “equilibrato” – che può essere appreso – in cui i propri e gli altrui diritti vengono considerati di pari importanza e dignità
  9. Migliorare le capacità di negoziazione, puntando a raggiungere più la cooperazione che l’autoaffermazione
  10. Imparare a gestire bene il proprio tempo ed a valutare le priorità in funzione di: urgenza, gravità, importanza, difficoltà ed interesse personale
  11. Non semplificare, tenendo presenti (e distinguendo) la complessità e la complicazione
  12. Non rinviare, tenendo presente che “non decidere” é sempre (e comunque) una decisione
  13. Ricordarsi che le nostre azioni possono avere effetti imprevisti (su fattori imprevedibili) e che, spesso, le relative conseguenze si manifestano lontane nel tempo e nello spazio, quando gli effetti non sono più controllabili e spesso neppure comprensibili
  14. Cogliere ogni occasione per sviluppare le proprie capacità creative, nell’innovazione e nella soluzione dei problemi
  15. Motivare, convincere, spingere sé stessi e gli altri verso la cooperazione reciproca, per migliorare sé stessi ed il sistema.

 CONCLUSIONE

La vita ci viene incontro come un tutto (contemporaneo ed integrato), nel quale non possiamo separare le cose che ci possono far comodo o piacere da quelle che possono arrecarci danno o dolore: dipende da noi saperla accogliere nel modo giusto, integrandoci con essa e migliorando noi stessi (e la società, se ci riusciamo) attraverso il nostro operare.

Pertanto, anche nell’eventuale applicazione concreta dei “consigli” qui indicati, tutto dipende da noi (come al solito) e dobbiamo convincerci che non esiste alcuna possibilità di “svicolare” (e cioè di eludere le situazioni di rischio in cui può metterci la nostra libertà di agire o non agire, di cooperare o di competere, di dire il vero o di mentire, di essere leali o traditori, ecc. ecc.) addossando a qualcuno o a qualcosa “lì fuori” le colpe e/o le responsabilità per i nostri comportamenti.

Tutto dipende da noi, e cioè dalle nostre aspettative, dalla valutazione che abbiamo di noi stessi, dai modelli mentali che ci siamo costruiti nel tempo, dall’approccio che abbiamo con la vita (e con il lavoro, in particolare), dal nostro eventuale “progetto di vita”.

Nessuno è perfetto, senza dubbio, ma ciò non deve limitarci, anzi dovrebbe spingerci ad attivarci (nel modo più convinto e determinato possibile) per rendere efficace la nostra capacità di gestire i problemi e per “vivere meglio” le diverse situazioni che la vita ci propone, in maniera spesso imperscrutabile, ma sempre accettabile, se riusciamo a creare in noi la forza, la chiarezza di visione e le capacità emotive e comportamentali necessarie per affrontare tali situazioni.

A tal riguardo, una “magica” poesia di Antonio Machado (Chant XXIX, Proverbios y cantares, Campos de Castilla, 1917) mi sembra che possa rappresentare in modo appropriato i concetti e le sensazioni cui desidero fare riferimento:

Viandante, sono le tue orme
il tuo cammino, e nulla più;
viandante, non c’è via,
la via si fa con l’andare.

Con l’andare si fa il cammino
e nel voltare indietro la vista
si vede il sentiero che mai
si tornerà a calcare.

Viandante, non c’è cammino,
ma solo scie nel mare.

 

La bellissima poesia di Machado esprime, come solo l’arte può fare, con poche parole e forti immagini, il seguente significato profondo: è l’uomo-osservatore-attore (il viandante) che necessariamente, con il suo vivere (i suoi stessi passi), genera – istante per istante – la realtà (il cammino) in cui vive e svolge le sue azioni (mette i suoi piedi), con un atto di creazione autonoma e personale.

Nessuno potrà dargli la mappa del territorio che sta esplorando, poiché non solo la mappa non esiste, ma perché è lo stesso territorio che si determina via via durante l’atto dell’esplorazione (la vita), momento per momento.

Deve essere, di conseguenza, abbandonata (definitivamente) la speranza di poter pervenire a sintesi panoramiche delle diverse situazioni e dei vari punti di vista in competizione, sintesi che solo illusoriamente possono consentire di pervenire a giudizi acontestuali e definitivi, tramite operazioni di distinzione fra permanente e transitorio, fra essenziale e secondario, fra vero e falso, fra giusto ed ingiusto, fra bello e brutto, ecc..

Il nuovo modo di comprensione dovrebbe essere, invece, basato sulla flessibilità del punto di vista, in un’opera di ricerca continua del punto di vista più pertinente in relazione al contesto in cui di volta in volta ci si trova ad agire in un certo particolare momento della propria storia individuale.

Diventano, pertanto, sempre più importanti: il dubbio, il rispetto dell’altro e dei diversi punti di vista in competizione, la considerazione attenta della variabilità (e della potenzialità dinamica di variabilità) dei contesti in cui ci si muove, la consapevolezza (e l’accettazione) che dei contesti stessi si ha sempre e soltanto una percezione personale, in modo da poter decidere quale sia (ogni volta) ed avviare – quindi – i propri passi, costruendo un cammino verso una possibile (sperabile) soluzione del problema che in quel momento si vuole risolvere, ricordando sempre il concetto fondamentale della cooperazione e cioè:

 NOTA 1

Il problema del miglioramento personale, quindi, richiede delle specifiche capacità/competenze:

  1. riuscire a possedere (diventare “padroni di”) una gamma (e cioè una “scatola degli attrezzi”) sufficientemente ampia e ricca di comportamenti,
  2. e saper scegliere in modo oculato, all’interno di tale gamma, i comportamenti di volta in volta adeguati per affrontare positivamente le situazioni con cui ci si deve confrontare in un certo particolare momento.

Le due capacità sono, evidentemente, strettamente connesse (ognuna – da sola – é condizione necessaria, ma non sufficiente per agire adeguatamente), poiché si fallirebbe sia se si possedesse soltanto la prima (e cioè una gamma sufficientemente ampia di comportamenti) senza essere – però – in grado di saper scegliere quello di volta in volta opportuno, sia se si possedesse soltanto la seconda capacità e cioè se si sapesse scegliere, ma mancassero (cioè non fossero ancora stati fatti propri) molti comportamenti utili fra i quali poter scegliere di volta in volta quello da adottare.

Conseguentemente la strada consigliata per affrontare questo duplice problema é quella di avviare un benefico processo di sviluppo personale, che tenda contemporaneamente

  • sia verso l’apprendimento di specifiche modalità di comportamento, da migliorare via via progressivamente,
  • sia verso lo sviluppo dell’abilità di saper scegliere lo specifico comportamento di volta in volta adeguato alla soluzione del problema in quel momento da affrontare.

 NOTA 2

Per realizzare un proficuo processo di crescita personale, si può percorrere (non soltanto negli “intenti”, non solo nelle apparenze, ma “nei fatti”, con ferma volontà, sincero interesse e concreta determinazione) il ciclo continuo ed articolato dell’apprendimento, che può essere schematizzato come qui di seguito indicato:

  1. si inizia da una singola situazione individuale (un fatto concreto realmente accaduto), la si analizza e si cerca di comprendere cosa abbiamo fatto: quale era il problema da affrontare, quale la gamma dei comportamenti che si aveva a disposizione e come è stata effettuata la scelta del comportamento adottato;
  2. si cerca poi di capire come ciascuno dei due aspetti (la gamma posseduta e capacità di scelta) può essere migliorato e cosa si deve fare per realizzare tale miglioramento;
  3. si identifica quindi una specifica componente comportamentale che si vuole modificare (migliorare) rispetto al modello di comportamento attuale; ad esempio: una reazione mancante, ma necessaria (il “comportamento assertivo” oppure la “comunicazione a due vie”, ad esempio), oppure un automatismo esistente, ma negativo e non accettabile (il “non ascolto” e/o la “chiusura mentale”, quando viene presentato un punto di vista diverso dal proprio);
  4. si decide di “mettersi in gioco” e di affrontare una “esperienza”, nella quale (e con la quale) si cercherà di mettere in pratica (con tutte le difficoltà esistenti) il nuovo comportamento che si vuole migliorare;
  5. si osserva il proprio comportamento durante le interazioni con gli altri e si cerca di percepire che cosa accade esattamente e quali sono le diverse dinamiche dei rapporti;
  6. si prova, quindi, a far diventare cosa propria l’esperienza avvenuta, cercando di esaminare e comprendere i fatti avvenuti ed i relativi motivi determinanti, le difficoltà incontrate e non superate, quelle superate, i risultati positivi eventualmente ottenuti;
  7. si cerca, poi, di pervenire ad una razionalizzazione dell’esperienza stessa, provando a cogliere il significato e la validità generale di eventuali modi ricorrenti di comportamento, cercando di giungere a conclusioni personali su cui si è convinti e fermamente decisi;
  8. si assimila il tutto e si effettua, quindi, una nuova esperienza (ricominciando dal punto n.4), con l’obiettivo di rinforzare, consolidare e rendere stabile la nuova componente comportamentale posta sotto osservazione.

Questo programma di miglioramento personale si basa su un cambiamento di prospettiva culturale, che considera:

  • non soltanto l’aspetto razionale (anzi ne evidenzia i limiti naturali insiti nell’uomo) e le competenze-esperienze lavorative,
  • ma anche la sfera delle emozioni e dei sentimenti, e – inoltre – la capacità di migliorare e di creare soluzioni innovative.

In ambito manageriale, questa nuova ottica di approccio si pone l’obiettivo di armonizzare i bisogni di una organizzazione con quelli delle persone, che non possono essere considerati marginali, ma devono essere esplicitati, compresi e valorizzati per il successo dell’organizzazione, in modo da creare quel particolare clima di crescita personale degli individui, che rappresenta un importante “vantaggio competitivo” dell’organizzazione.

Numero2563.

 

I L   P E N S I E R O

 

Se mai c’è un luogo nell’universo

dove la luce partorisce il buio,

e la pioggia prosciuga il sole,

quando il tempo si fissa immoto

in uno specchio di aria tersa

e il mare affoga nel cielo immenso,

se, forse, la pelle rabbrividisce il dito

che la sfiora, distrattamente leggero,

e l’ombra prostituisce, puttana,

i contorni delle figure indefinite,

mentre il silenzio attutisce il clangore,

smorzando ovattato lontani tamburi,

se la rosa odorosa stupra il letame

e, subdola, ne prende il sopravvento

ed, intanto, il vomito del troppo cibo

ingoia la fame che lo concupisce,

colà e allora, io mi ritirerò sereno,

dopo l’orgia di sensazioni truculente

della vita terrena, che sta abdicando.

Porterò con me soltanto il pensiero,

retaggio energico e incorruttibile

d’una vitalità ormai logora  e vetusta.

Unica forma di vita dopo la mia vita,

anche altrove, il mio pensiero vivrà.

Numero2557.

 

C A P I R E   L A   V I T A

 

Le persone disincantate,

disilluse, un po’ ciniche,

magari quasi amorali

e talvolta un po’ beffarde,

hanno capito da tempo,

o chissà, forse da sempre,

il dramma farsesco

dell’esistenza, hanno tolto

il velo ipocrita dalla realtà:

sono le persone intelligenti.

Non odiamole troppo.

Soffrono già per conto loro.

Numero2550.

 

L A    L E G G E   C H E    G O V E R N A    L’ U N I V E R S O

 

(da una riflessione di Mario Nicola Misino – Docente di Competenze Manageriali presso LIBERA PROFESSIONE di Bari)

 

Tutto nella vita è vibrazione.

Albert Einstein.

 

La legge della natura afferma che ogni cosa è in uno stato vibrazionale.

Se hai mai studiato la chimica probabilmente ti ricorderai di ave imparato a conoscere gli atomi e che tutto è composto da atomi. Questi atomi sono in uno stato di movimento costante e, a seconda della velocità di questi atomi, le cose appaiono allo stato liquido, allo stato solido o allo stato gassoso. Anche il suono è una vibrazione. E così i nostri pensieri. Tutto ciò che si manifesta nella tua vita è presente perché corrisponde alla vibrazione dei tuoi pensieri. Siamo molto più potenti di quanto sappiamo di essere. Comprendendo in quale modo la nostra energia personale è influenzata dai nostri pensieri, convinzioni ed emozioni, possiamo cambiare radicalmente il modo con cui vediamo il mondo e allinearci con la nostra vita ideale.

Se ti fossi mai chiesto di che cosa si tratta a riguardo di questa “roba” spirituale ed avessi bisogno di capirla da una prospettiva più logica dell’emisfero sinistro del cervello, allora questa Numero è per te.

Mentre lo sperimenti tu stesso che l’intero mondo materiale non è altro che vibrazione, possiamo dire che stiamo sperimentando l’oceano di onde infinite, il fiume delle sensazioni interiori, la danza dell’eterna energia vivendo le innumerevoli vibrazioni all’interno di ogni atomo del nostro corpo, saremo testimoni della nostra natura in continuo cambiamento. Tutto questo sta accadendo ad un livello estremamente sottile.
Quando sperimenti la realtà della materia come vibrazione, inizi anche a sperimentare la realtà della mente, coscienza, percezione, sensazione e reazione. Fai fatica a gestire le tue emozioni, la salute mentale e la felicità generale, vuoi sapere come aumentare la tua vibrazione.
Impara a farlo con queste potenti tecniche.

La scienza sta dietro le tue emozioni: manifestazione, legge dell’attrazione, vibrazioni, frequenze. Tutte queste parole stanno iniziando a ronzare mentre sempre più persone cominciano ad aprirsi al potere dell’energia ed al modo con cui ci influenza. Ma questa roba funziona davvero? E, se funziona, come e perché? Molto spesso questi termini sono immediatamente legati alla spiritualità e al potere, o fonte universale superiore. Tuttavia non hai bisogno di considerarti spirituale per applicare la teoria dell’energia nella tua vita. Man mano che la scienza sta diventando più avanzata e scopre cose nuove ed eccitanti ogni giorno, sta cominciando a dimostrare ciò che i filosofi antichi e i leader del pensiero ci hanno detto per secoli. Sai quella sensazione che hai quando sei vicino a qualcuno di positivo e la sua presenza è semplicemente contagiosa? Questa si chiama “energia personale”. È quasi come se ti avvolgesse di calore, leggerezza e amore, facendoti sentire subito più felice e carico. D’altra parte, quando sei vicino a qualcuno di negativo, e ti senti esausto, a disagio e come se avessi bisogno di liberarti della pesante sensazione che ha preso il sopravvento. Questa è “energia personale” al massimo della sua funzione.

I ricercatori dell’Earthmat Institute in California studiano il cuore e il ruolo straordinario che ha nel nostro benessere mentale generale, hanno scoperto che il cuore emette un campo elettromagnetico di quasi un metro dal tuo corpo. In altre parole, tutti noi abbiamo la nostra unica bolla di energia che ci circonda in ogni momento che è controllata dai nostri cuori. Siamo tutti solo energia.
Il campo della fisica quantistica è una branca della Fisica che studia la materia e l’energia a livello atomico e subatomico, concentrandosi sulle particelle più piccole che costituiscono le basi di tutta la vita. La Fisica Quantistica ha scoperto che tutto nell’universo è energia, anche gli umani.
La scienza ha dimostrato che , quando scomponi una cellula, questa è fatta semplicemente di atomi; quando scomponi un atomo, questo è fatto semplicemente di protoni, elettroni, neutroni e quark. Quando rompi i protoni, elettroni, neutroni e quark, questi sono semplicemente “vortici di energia”, come li chiama il Dottor Bruce Lipton, un pioniere della biologia energetica, “nanotornado” di energia. Nella loro forma più semplice, gli esseri umani sono costituiti da trilioni di cellule. Le cellule sono fatte di energia, pertanto siamo fatti di energia, tutti semplicemente di energia. Quando senti parlare di aumentare le tue vibrazioni o cambiare la tua frequenza, le persone si riferiscono alle vibrazioni che emette il tuo campo personale.
La scienza ha misurato l’energia che ogni essere umano emette in ogni momento ed è di 12 GHz (Gigahertz). Ciò significa che ognuno di noi sta vibrando ed emettendo frequenze di energie diverse in ogni momento. Indovina cosa controlla l’energia e la frequenza che noi emettiamo: il nostro cuore e il nostro cervello. In altre parole, le emozioni che proviamo e i pensieri che pensiamo. Questo è il motivo per cui senti tanto parlare del potere che i nostri pensieri e le nostre emozioni hanno sulle nostre vite. Più positive sono le tue emozioni, maggiore è la tua frequenza energetica.

Nel libro del Dottor David R. Hawkins Power versus Force, l’autore ha tracciato un diagramma di stati vibrazionali basato sulle emozioni. Per contestualizzare, pensa ad un lasso di tempo in cui stavi vivendo un momento di pura gioia, risate e amore. Ti sentivi euforico perché il tuo corpo stava reagendo fisicamente, rilasciando diverse energie chimiche di ossitocina e dopamina nel tuo sangue, cambiando così le tue vibrazioni energetiche. Ora pensa ad un momento in cui hai provato vergogna, senso di colpa, paura o rabbia. Il tuo corpo stava rilasciando cortisolo o epinefrina nel tuo flusso sanguigno, il che crea una vibrazione energetica diversa, un’energia che percepisci più pesante.
Il Dottor Hawkins afferma che la maggior parte della popolazione mondiale vibra ad un livello inferiore a livello 200.
Il livello 200 è un livello in cui, se superato, l’individuo raggiunge uno stato nel quale non viene più influenzato dalle circostanze e le forze negative esterne avranno un impatto molto ridotto su di lui.
Penso che sia ora che si debba cambiare lo stato vibrazionale delle persone, esponendo loro il potere che i pensieri hanno sulla nostra energia e sulle nostre vibrazioni.

 

 

Illuminazione   700-1000
Pace
Gioia
Amore
Ragione                         ESPANSIONE
Accettazione
Volontà
Neutralità
Coraggio          200
Orgoglio
Rabbia
Desiderio
Paura                            CONTRAZIONE
Dolore
Apatia
Senso di colpa
Vergogna           20

 

N.d.R.: Mi ritaglio un piccolo spazio per una considerazione del tutto personale suggerita dall’elencazione, sopra esposta in ordine di merito, dei sentimenti che hanno accompagnato, accompagnano ed accompagneranno chissà ancora per quanto gli esseri umani sulla terra. E mi voglio riferire alle religioni per affermare che religioni come il Cristianesimo, pur predicando pace e amore, basano il proprio insegnamento dottrinale e comportamentale inculcando e diffondendo il messaggio che afferisce alla parte più bassa dell’elenco: paura, senso di colpa e vergogna sono cibo per la mente dei credenti. Il mio plauso, invece, va a religioni come il Buddhismo che promuove l’elevazione spirituale e altri approcci espansivi che troviamo nella parte più alta dell’elenco.

 

Guardando il grafico nel libro del Dottor Hawkins, puoi vedere che più emozioni positive racchiudi, momento per momento, più aumenterai le tue vibrazioni. Tuttavia, questo è più facile a dirsi che a farsi, soprattutto quando la neuroscienza ha dimostrato che creiamo dai 60 ai 70 mila pensieri al giorno e che, dall’80 al 90% di questi, sono gli stessi pensieri del giorno prima. Non c’è da stupirsi che ci sentiamo mentalmente esausti: sperimentiamo costantemente i nostri pensieri, a ripetizione, giorno, dopo giorno, dopo giorno. Oltre a pensare gli stessi pensieri giorno dopo giorno, il Dottor Joe Dispenza ha concluso che il 95% di chi siamo quando abbiamo 35 anni è un insieme di comportamenti memorizzati che si trovano nella nostra mente subconscia. La mente subconscia è la parte della nostra mente che memorizza cose come l’ABC, i numeri di telefono o l’inno nazionale. Questo è il motivo per cui molte persone trovano difficile apportare cambiamenti nelle loro vite. Il nostro intero sistema di credenze su chi siamo e chi non siamo è così radicato in noi che determina il nostro comportamento ed è solo un insieme di comportamenti e schemi memorizzati che ci fanno sentire a nostro agio, ci confermano le certezze che ci siamo costruiti, con i punti di riferimento di routine, abitudinari che la nostra pigrizia mentale contrabbanda per verità.

La buona notizia è che, comprendendo che hai la scelta consapevole di cambiare queste convinzioni, puoi iniziare a riprogrammare le tue credenze e ad impostare intenzioni per allinearti con la tua vita ideale.

Cinque consigli per elevare le tue vibrazioni e cambiare i tuoi pensieri.

1   Inizia dall’interno verso l’esterno. Investi nel tuo benessere emotivo e nello sviluppo personale. Scava più a fondo nelle tue convinzioni radicate e nei tuoi schemi di pensiero. Guarirai te stesso dall’interno verso l’esterno. Inizia leggendo un libro , ascoltando un podcast, visitando un terapeuta esperto, facendo ricerche o seguendo argomenti come questo.

2   Esamina il tuo pensiero: nominalo, sentilo, lascialo andare; inizia ad essere consapevole delle tue emozioni e ad abbracciare l’idea che le emozioni non sono cattive: esistono e basta. Permetti a te stesso di dare un nome alle tue emozioni, siediti con loro, permettiti di sentirle e rilasciarle dal tuo corpo: ti aiuterà ad aumentare la tua vibrazione, intorpidendo le nostre emozioni non sentendole o ignorandole. Manteniamo quell’energia nei nostri corpi e vivremo costantemente in uno stato più pesante.

3   Inizia a riconoscere i tuoi schemi di pensiero ripetuti. Il primo passo per cambiare i tuoi pensieri è esserne consapevole. Prendi nota regolarmente dei pensieri costanti che hai su te stesso e sulle tue convinzioni limitanti: ti consente di fermare il pensiero subconscio e di iniziare a formare nuovi schemi.
Smettila di dirti che un comportamento o una convinzione sono giusti solo perché hai fatto e pensato sempre così. Mettilo in dubbio: sarai sorpreso da quanto stai deragliando.

4   Sii intenzionale nel praticare la gratitudine. So che l’hai già sentito prima, ma uno dei modi migliori per aumentare la tua energia è apprezzare tutto ciò che hai e ringraziarti per le cose belle della tua vita, anche se è qualcosa di semplice come una parte del tuo corpo che ti aiuta a vivere ogni giorno, l’aria pulita che respiriamo, l’acqua fresca che beviamo. Sii intenzionale verso tutto ciò per cui puoi essere grato.

5   Scopri la tua definizione di “felicità”. Prenditi il tempo per capire davvero cosa vuoi nella vita. Cosa ti rende felice? Abbiamo tutti definizioni diverse di “felicità”. Qual è il tuo? Concediti il permesso di rispondere davvero a questa domanda, su come vuoi che appaia la tua vita nei prossimi 5 – 10 anni e scrivilo, in modo da poter iniziare ad attirarlo nella tua vita.

Se prima eri incerto o insicuro nell’approcciarti alla parte energetica della tua vita, spero che ora tu possa vederla da un punto di vista spirituale o scientifico, o addirittura entrambi. E spero che tu possa cominciare ad abbracciarla e a creare cambiamenti significativi nella tua vita.