Numero2830.

 

da  QUORA

 

Perché la Chiesa Cattolica è contro il piacere sessuale?

 

Risponde Cesare, un corrispondente di QUORA:

Perché il piacere è sinonimo di libertà, autonomia di pensiero, autogestione del proprio corpo, delle proprie emozioni, dei propri impulsi.

E ce lo possiamo procurare grazie a scelte individuali. Quindi non conferiamo ad alcuno il potere di elargircelo o non elargircelo, ovvero non dipendiamo da nessuno.

Il principio fondamentale dei sistemi di potere, religiosi o politici che siano, è invece proprio quello di creare dipendenza e subordinazione.

Magari in modo suadente e dando soddisfazione a qualche necessità psicologica, ma sempre dipendenza è.

Ma molti ministri di questa Chiesa, pur dichiarandosi sessuofobi e predicando l’astinenza dei fedeli dalle pratiche sessuali fuori dal matrimonio, sono autori di tremendi crimini sessuali…

Comunque sono contro tutti i piaceri, perché questi derivano da pratiche denotate da indipendenza personale, disponibilità del proprio corpo, libertà. Tutte cose che non collimano con il concetto che tu non appartieni a te stesso, ma a Dio e che devi vivere in base alle regole stabilite dai suoi rappresentanti in terra.

 

Risponde Fabian And, corrispondente di QUORA:

La colpevolizzazione del piacere tramite il “peccato” è il miglior modo  per subordinare e mettere in stato di manifesta inferiorità.

 

Risponde Cesco, corrispondente di QUORA:

 Perché è il miglior strumento di controllo.

Se voglio assoggettare un certo numero di persone, non c’è niente di meglio che indurle a sentirsi in colpa per qualcosa, a credere che una loro condotta naturale sia sbagliata perché qualcuno che li guarda dall’alto, e che ha su di loro un certo potere, ha deciso così.

Funziona più con il sesso che con altro perché il sesso è l’unico, tra gli impulsi più istintivi, a poter essere domato per un periodo considerevolmente lungo (se non per tutta la vita). Non posso dire “non mangiate” o “non respirate”, però posso dire “non fate sesso” (se non in un certo contesto e bla bla).

Controllo, null’altro. E funziona BENISSIMO, vista la sessuofobia diffusa, che ha rovinato la vita psichica di tantissimi credenti.

 

N.d.R. :
I Cristiani Cattolici sono ossessionati dal “piacere” in generale, che è peccato, e da tutto ciò che lo evoca.
Oggi, il cattolicesimo è lassista per adattamento ai tempi ma, fino a non molto tempo fa, la vita del cristiano devoto (non facente parte delle gerarchie religiose che, ipocritamente, se ne esentavano), era privazione, rinuncia, autopunizione, elevazione attraverso la sofferenza.
La ricerca del “piacere” era sinonimo di autonomia decisionale ed intellettuale e, pertanto, era il nemico numero uno dell’Ordine Costituito, ovviamente gestito, il più possibile, dalle gerarchie ecclesiastiche direttamente in proprio o per mezzo dell’appoggio al potere politico, di solito conservatore di privilegi di casta o di appartenenza.
Ogni deviazione, anche minima, era severamente perseguita e la dissidenza non ritrattata era punita con la tortura o con la morte, per opera dell’Istituto della Santa Inquisizione.
Giordano Bruno fu bruciato sul rogo, Galileo Galilei restò vivo perché abiurò, innumerevoli persone furono uccise perché possedute dal demonio e così via.

Numero2829.

 

 

E S S E R E    I N S E G N A N T I

 

Parla un insegnante che scrive su QUORA

 

Ho insegnato fisica per 30 anni. Cosa ho capito?

 

Ero felice quando gli studenti ( meglio se tutti gli studenti ) avevano assimilato le conoscenze che avevo trasmesso . Speravo tanto che fossero le più aggiornate possibili . Però non bastava era troppo poco . Non serve conoscere : il cervello non è un contenitore di informazioni ma può dare molto ma molto di più . Allora ho cercato di insegnare che la conoscenza non è la verità ( che non si trova MAI ) ma bisogna insegnare a dubitare, ad essere critico verso qualsiasi informazione . Questo ci può permettere di trovare l’inganno e combattere i mali della nostra società : l’ideologismo – il fanatismo – la credulità – il conformismo e potrei continuare . Il massimo che io mi aspettavo dai miei studenti era quando mi dicevano : “Professore mi dimostra quello che dice …o, meglio, da dove nasce la sua certezza?” . Avevo educato delle persone a usare il proprio cervello per costruire le proprie certezze ( nella conoscenza ), ad essere libere dai venditori di fumo. In fisica credere è una parolaccia e dimostrare ( o sperimentare ) è nello spirito scientifico .

Numero2827.

 

da  QUORA

 

La migliore delle esche.

 

Uno studente racconta questo episodio avvenuto in classe, il primo giorno di lezione.

Il mio insegnante di Psicologia mise una bottiglia di Estratto di Menta Piperita sulla cattedra di fronte alla classe e rimosse il tappo.

“Alzate la mano quando riuscite a sentire l’odore della Menta Piperita.”

Essendo seduto nella fila posteriore, mi ci volle un po’ di tempo e, notando come tutti attorno a me alzassero la mano, cominciai a chiedermi se il mio naso avesse qualche problema. Dopo un po’, però, riuscii a sentire l’odore della Menta Piperita e finalmente anche io potei alzare la mano.

A quel punto quasi tutte le mani erano alzate, quindi l’insegnante prese la bottiglia e bevve l’intero contenuto, suscitando il prevedibile stupore degli studenti.

“È solo acqua.”

La lezione sul “Potere della Suggestione” è una delle esperienze formative più belle che io abbia mai fatto in classe. Ancora oggi riesco a ricordare l’odore di quella Menta Piperita.

Numero2823.

 

L A    D O L C E Z Z A    D E L L A    V I T A

 

Lo zucchero raffinato cela dietro quei bei cristalli bianchi, buoni e così attraenti, effetti estremamente dannosi per la salute che sono, il più delle volte, totalmente ignorati e sottovalutati.

Se anche tu, come l’esercito di persone che adorano i dolci, sei un assiduo consumatore di questo alimento, è bene che comici a prestare maggiore attenzione.

Non voglio essere drastico o costringerti a dolorose privazioni, tuttavia è importante che tu sia a conoscenza dei possibili danni causati dalla continua assunzione di zucchero bianco.

Insieme al sale è uno dei così detti killer alimentari ed è una seria minaccia per l’integrità del tuo sistema immunitario.

La sua azione va ad inibire quella dei neutrofili, ovvero i globuli bianchi che rappresentano la prima linea difensiva dell’organismo.

Avere un sistema immunitario forte è essenziale per sconfiggere i continui attacchi batterici e poter godere di ottima salute.

Lo zucchero bianco non si limita ad indebolire i tuoi globuli bianchi ma agisce anche sul sistema nervoso rendendoti più aggressivo, agitato e irritabile. Il metabolismo viene colpito negativamente con un rallentamento a livello cellulare del così detto ciclo di Krebs: la conseguenza è un’eccessiva quantità di zuccheri che vengono trasformati in grasso, con la comparsa di quei tanto odiati accumuli di tessuto adiposo su addome, cosce e glutei.

Dal sovrappeso è facile degenerare in casi di obesità con parallelamente l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari, problemi epatici, diabete, ecc.

Se tutto questo non fosse abbastanza, è bene che tu sappia che alcuni studi hanno dimostrato come lo zucchero causa una dipendenza del tutto simile a quella di droghe psicoattive, dell’alcol e del fumo. Il sapore dolce non è soggetto a meccanismi di repulsione come, per esempio, quando hai provato a fumare per la prima volta. Nel momento che assumi un alimento dolce le molecole di zucchero vano ad agire sugli stessi recettori sensibili alle sostanze oppiacee e rilasciando oppioidi nel sistema nervoso.

Questo penso che lo riesci a constatare tu stesso quando mangi una fetta di torta, magari abbondante di zucchero: ne vorresti mangiare ancora ed ancora. Allora non ti sembri tanto paradossale l’affermazione che le mamme, le zie, le nonne che confezionano per figli e nipoti tante buone torte, tutte piene di zucchero, sono, in definitiva, delle “pusher”, cioè delle  “spacciatrici”. Infatti rendono dipendenti i bambini dal sapore del dolce, di cui questi non si libereranno per tutta la vita. Ma come si può condannare una gratificazione così affettuosa? Il dolce è equivalente al “ti voglio bene” e, per rendere contenti i bimbi e catturare la loro riconoscenza, si continuano a propinare dolciumi dannosi. Finché i bimbi restano tali, il loro metabolismo riuscirà a smaltire l’eccesso calorico che assumono, perché sono in fase di crescita corporea, ma ormai saranno dipendenti dal sapore del dolce, vita natural durante.

Prima di analizzare le alternative allo zucchero raffinato, ti sei mai chiesto come viene realizzato un cristallo così bianco e lucido?

Per ottenere questa candida colorazione il saccarosio deve subire una serie di processi: dapprima è depurato con la calce, successivamente trattato con anidride carbonica e acido solforoso, portato ad alte temperature, raffreddato, cristallizzato ed infine decolorato con carbone animale e altre poco salutari sostanze chimiche.

Dopo aver preso coscienza di come lo zucchero raffinato agisca sul tuo organismo, probabilmente ti sarai messo immediatamente alla ricerca di possibili soluzioni per non rinunciare alla sensazione del sapore dolce.

Le alternative di certo non mancano e si suddividono in due categorie: dolcificanti sintetici e naturali.

I primi esistono ormai da moltissimi anni e sono nati proprio per sostituire lo zucchero bianco, fornendo un alto potere dolcificante ma con ridotto apporto calorico e promettendo di essere decisamente più salutari.

In realtà, i così detti edulcoranti (i più usati sono l’acesulfame K, saccarina e l’aspartame creato dalla multinazionale farmaceutica Monsanto), sono tutt’altro che migliori dello zucchero raffinato: se da una parte non rallentano il metabolismo, dall’altra alcune ricerche hanno sottolineato come ci sia l’alta possibilità che contengano sostanze cancerogene.

Per una valida e salutare alternativa allo zucchero raffinato non ti rimane che affidarti alla generosità di madre natura, scegliendo uno dei tanti dolcificanti naturali.

Tra i principali c’è il miele, un alimento semplicemente meraviglioso, rappresenta il frutto della maniacale operosità delle api ed è molto più che un semplice dolcificante naturale.

In realtà è una vera e propria miniera di enzimi, vitamine, sali minerali e aminoacidi, la cui composizione dipende dal tipo di polline e propoli utilizzati dagli insetti per la sua produzione.

L’uomo ben conosce, da tempi ormai lontani, le proprietà antibatteriche, antinfiammatorie e quelle antiossidanti soprattutto presenti nelle melate e in mieli scuri.

Rispetto allo zucchero bianco offre un migliore potere dolcificante e un minore contenuto calorico, assicurando un impatto glicemico più basso e rendendolo adatto anche per dolcificare cibi e bevande durante regimi alimentari ipocalorici.

Altro dolcificante naturale è la melassa che si ottiene dalla lavorazione della canna da zucchero o della barbabietola; è un concentrato di saccarosio, fruttosio e glucosio ma anche di vitamine (specialmente la B), sali minerali, acido fosforico e potassio.

In Italia non è un prodotto molto utilizzato e nemmeno facilissimo da reperire, tuttavia è necessario prestare attenzione ad acquistare una melassa biologica per evitare che sia contaminata con sostanze chimiche utilizzate per l’estrazione dello zucchero.

Chissà quante volte avrai sentito parlare dello sciroppo d’acero o l’avrai visto in qualche film americano per condire montagne di pancake.

Probabilmente penserai che si tratta della solita porcheria d’oltreoceano poco salutare, in realtà è un dolcificante naturale estratto dalla linfa dell’acero che ti assicura un forte potere dolcificante e un utilizzo, non solo all’interno di bevande, ma anche in sostituzione dello zucchero raffinato per la preparazione di dolci.

Sciroppo di riso, di mais e di malto d’orzo sono dolcificanti che vengono raggruppati sotto un’unica categoria per via del loro identico processo di produzione: la germinazione dei cereali.

Si possono a tutti gli effetti considerare dei validi sostituti, non solo dello zucchero bianco, ma anche del miele visto l’alto contenuto di maltosio, aminoacidi e sali minerali (soprattutto potassio, sodio e magnesio).

Tra i dolcificanti naturali una menzione merita anche lo zucchero di cocco, non di facile reperibilità in negozi fisici ma che puoi trovare senza grosse difficoltà online. È un prodotto non raffinato consumato soprattutto nel sud est asiatico e ottenuto a partire dalla linfa contenuta nei fiori della palma da cocco. Presenta un sapore e una dolcezza simile allo zucchero di canna con un leggero sentore di caramello e un buon contenuto di potassio.

Sempre dall’estremo oriente arriva l’amasake: dolcificante ottenuto dalla germinazione enzimatica del riso bianco ed utilizzato principalmente in Giappone per la preparazione di dolci, ma anche in aggiunta ad acqua calda per ottenere una bevanda dal gradevole sapore. In occidente è consumato sotto forma di squisiti dessert o come ingrediente per preparare gelati e budini.

Per ultimo ho lasciato la stevia un dolcificante naturale ottenuto da una piccola pianta perenne appartenente alla famiglia delle “Compositae” e tipica di molte zone dell’America del sud.

La sua principale caratteristica è l’enorme potere dolcificante nettamente superiore a qualsiasi altro prodotto presente in natura e allo zucchero raffinato.

Al momento secondo le notizie in mio possesso non sembra presentare particolari controindicazioni, tuttavia il consumo deve rimanere entro i 4 mg per chilo di peso corporeo.

È un dolcificante che le popolazioni locali conoscevano da millenni e utilizzavano abitualmente, per poi fare ingresso sulle nostre tavole e nei nostri caffè solo in tempi abbastanza recenti.

Come vedi le alternative allo zucchero raffinato di certo non mancano: ma in definitiva qual è la soluzione più salutare?

Scartando a priori i dolcificanti sintetici, è bene che ti affidi a prodotti totalmente naturali come il miele, che è l’assoluto vincitore: unisce elevato potere dolcificante con innumerevoli proprietà benefiche per l’organismo.

Numero2820.

 

I C O N O C L A S T I A     Distruzione di immagini o idoli

(Movimento religioso sorto nella Chiesa Bizantina nei secoli VIII e IX , contrario ad ogni forma di culto per le immagini sacre e propugnatore della loro distruzione. In senso figurato: spregiudicata ed irriverente denigrazione di principi e credenze ed anche di personaggi idolatrati).

 

Io ho conosciuto Madre Teresa di Calcutta.
Come racconto nella mia autobiografia in versi (Una Commedia umana….in parole povere), circa 35 anni fa ebbi modo di incontrare questa suorina tanto famosa. Era per me, allora, un periodo di forte instabilità e disagio morale per l’allontanamento di mio figlio da me ad opera della madre. Mi trovavo, una mattina, all’Aeroporto di Ronchi dei Legionari nella sala d’aspetto in attesa di imbarcarmi per Roma, dove avrei dovuto passare una settimana di visite ai clienti. Ero seduto su una sedia di un filare sui due lati, quando vidi entrare una frotta di gente. C’erano giornalisti, teleoperatori che riprendevano, personaggi della politica, preti, frati, alti prelati, suore vestite di bianco e strisce azzurre e, nascosta in mezzo a loro, quasi invisibile perché molto piccola, una vecchia suorina ingobbita, dalla faccia rugosa e vestita di bianco e celeste pure lei. La riconobbi subito per Madre Teresa di Calcutta. Sapevo che nei giorni precedenti, c’era stato a Trieste un Convegno sulla Pace nel mondo o qualcosa di simile e che vi era intervenuta anche Madre Teresa. Il gruppo di persone si avvicinò diretta alle mie spalle per prendere posto proprio dietro di me. In particolare, Madre Teresa si sedette sulla sedia direttamente retrostante alla mia, tant’è che girandomi potevo vedere la sua testa e le sue spalle. Mentre stava lì, la suorina venne intervistata in Inglese da un giornalista della redazione di un giornale locale, che le chiedeva di esprimere la sua opinione sulla povertà nel mondo. Lei rispondeva pacatamente in un Inglese chiaro e scandito e io riuscivo a sentire e capire quello che diceva. Ad un tratto, non so cosa mi è pigliato, ho sentito come una molla scattarmi dentro, come se avessi ricevuto una spinta ad alzarmi per andare da lei. Quasi di corsa, tant’è che quelli che stavano intorno si erano preoccupati e cercavano di trattenermi, ho fatto il giro della fila di sedie e sono andato ad inginocchiarmi davanti a lei. I presenti tentavano di mandarmi via ma lei li ha tranquillizzati ed io sono riuscito a dire in Inglese: “Mother, I’m Alberto, can you bless me?” (Madre, sono Alberto, potete benedirmi?).
Lei mi ha messo una mano sulla testa e mi ha detto: “Alberto, my dear, yes, God bless you.” (Alberto, mio caro, sì, Dio ti benedica), e mi ha fatto il segno della croce davanti al viso. Mi sono allontanato ringraziando seguito dagli sguardi attoniti degli astanti. Ma la cosa non era finita lì. Dopo l’imbarco, abbiamo preso posto sull’aereo e, guarda caso, Madre Teresa aveva il posto a sedere assegnato nella fila proprio davanti alla mia, su un seggiolino appena sfalsato di un posto rispetto al mio. Infatti riuscivo a vederla e, dopo il decollo, ho notato che stava scrivendo con una stilografica una lettera su un foglio bianco. Mi è venuta l’idea di chiederle un ricordo della sua benedizione. Ho cercato nel borsello qualcosa su cui scrivere ma non ho trovato altro che un biglietto da visita della mia Azienda con il mio nome: la parte posteriore era libera e vuota, senza scritture.. Allora ho preso il coraggio a due mani, l’ho chiamata, mi sono fatto riconoscere e le ho chiesto di lasciarmi un ricordo scritto di quanto avvenuto. Lei si è girata, mi ha sorriso e sul biglietto da visita ha scritto: “God bless you – M. Teresa m.e.” (Dio ti benedica – M. Teresa mater ecclesiae = madre della Chiesa). Qui sotto, trovate la prima lettera scritta e firmata da Madre Teresa con le stesse parole e la stessa grafia, proprio come ho qui esposto: sembra la fotocopia della sua scrittura. Il biglietto da visita con la sua benedizione lo tengo, da allora, nel portafoglio.
Per quel che ne sapevo allora e fino a qualche ora fa, Madre Teresa era per me l’unico essere vivente degno di ammirazione e venerazione sulla faccia della terra: era universalmente conosciuta come una benefattrice dell’umanità, votata alla nobile causa di alleviare le sofferenze dei poveri. E tale è rimasta nel mio immaginario personale per tutti questi anni. È stato , devo dirlo, un conforto , una consolazione e una speranza: almeno c’è qualcuno che ha fatto del bene ed io l’ho conosciuta e ho avuto fiducia nella sua opera di sollievo della sofferenza. Ho conservato la sua benedizione come una reliquia che, posso ben dire, mi ha aiutato a vivere e sperare in un mondo migliore.
Adesso, per caso, mi sono imbattuto in questa recensione, che potete leggere qui di seguito, che mi ha ribaltato tutto il mondo di principi morali di cui mi sono dotato: è stato uno “tsunami” devastante per me che, pur votato all’agnosticismo, e lontano ormai dalla credulità comune, avevo tuttavia trovato un appiglio di valori che potessero indurre la speranza di un bene da vivere sulla terra o, quantomeno, di un sollievo al male che è sempre più diffuso. Questo appiglio era Madre Teresa. Ora, dopo la lettura attenta e approfondita di questo trattato, non so più cosa pensare. Mi è venuto meno l’ultimo gancio in mezzo al cielo che mi teneva sospeso prima di cadere nella disperazione. Hanno abbattuto in me, dissacratore di idoli, l’unico simbolo e paradigma di bene che io conoscevo. Adesso posso dire che qui, sulla terra, è tutto uno schifo.
Chissà se esisterà mai un posto dove tutto va come dovrebbe andare.

 

da  QUORA

 

Quale persona, famosa nella storia, idolatrata, era in realtà una persona orribile?

 

Risponde Claudio Lanzetta, corrispondente di QUORA

 

Sicuramente questo piccolo goblin odioso: (goblin = sorta di folletto cattivo e riprovevole).

Madre Teresa di Calcutta.

Un po’ di anni fa l’inglese Channel 4 produsse un documentario: “Hell’s Angel” (L’Angelo dell’Inferno), che trovi su Youtube:

Il proprietario del faccione che vedi è tale Christopher Hitchens (RIP) (Rest in peace = Riposi in pace).

Lui diffuse l’opera e l’anno seguente ne tirò fuori un libro: “La posizione della missionaria. Teoria e pratica di Madre Teresa” (The Missionary Position – goodreads) (Goodreads = buone letture: è la più grande comunità di lettori sul pianeta composta da 40 milioni di utenti).
N.d.R.: “Missionary Position” si traduce letteralmente con “La posizione del missionario”. Si intende, credo volutamente, fare il verso alla locuzione con cui si descrive l’atto sessuale, con l’uomo sopra e di fronte alla donna.

dove sbugiarda e smaschera il summenzionato goblin.

Traduzione: “Ho intrapreso il progetto di giudicare la reputazione di Madre Teresa dalle sue azioni e parole, piuttosto che le sue azioni e parole dalla sua reputazione”.

Il tema centrale del libro è che Madre Teresa era amica della povertà, e non dei poveri. Il fatto di essere poveri e sofferenti avvicinava i poveri e sofferenti a Dio. Ne consegue che NON PUOI e NON DEVI alleviare questa povertà o sofferenza, o i suddetti poveri e sofferenti si allontaneranno da Dio.

Un esempio perfetto è questo aneddoto descritto da Hitchens:

Traduzione: “Delle regolamentazioni governative stabilivano che un ascensore fosse installato ad uso dei disabili. Madre Teresa non avrebbe permesso d’installarne uno. La città si offrì di pagare il tutto. L’offerta venne rifiutata. Dopo tutte le negoziazioni e piani, il progetto per i poveri venne abbandonato perché un ascensore per gli handicappati era inaccettabile”.

Dunque, dei fiumi di denaro che le sono stati consacrati (a lei come alle “Missionarie della Carità”, la congregazione fondata da Madre Teresa stessa) neanche un centesimo è mai arrivato agli ospedali della congregazione, oltre 500 in oltre 100 paesi.

Ospedali che vengono descritti come “case per i morenti” da medici internazionali che sono andati a visitarli. I due terzi delle persone che finiscono in queste missioni speravano di trovare un medico che potesse curarli, mentre l’ultimo terzo giaceva in attesa di morire senza ricevere cure appropriate. I medici osservarono una significativa mancanza d’igiene, perfino condizioni evidentemente non conformi, oltre che l’assoluta mancanza di cure reali, cibo non adeguato, e niente antidolorifici. Il problema non era la mancanza di denaro, visto che la Fondazione aveva raccolto centinaia di milioni di dollari, quanto piuttosto una particolare idea di sofferenza e morte che Madre Teresa aveva:

Traduzione: “C’è qualcosa di bellissimo nel vedere i poveri accettare la loro condizione, nel sopportarla come fece Cristo con la sua passione. Credo che il mondo tragga molti benefici dalla sofferenza della povera gente”.

Ora, e questa è solo una mia opinione, c’è qualcosa di morboso e profondamente deviato nel sentire qualcuno osannare la sofferenza di qualcun altro quando questo povero cristo, ed intendo in maniera quasi letterale, stava in croce e questa sofferenza, questo patimento, poteva tranquillamente evitare, con tutti i soldi raccolti esattamente per questo scopo dall’organizzazione di Madre Teresa.

Ed Hitchens rincara:

Traduzione: “Tenete presente che i proventi globali di Madre Teresa erano più che sufficienti per mettere in piedi molte cliniche di prima classe nel Bengala. La decisione di non farlo, ed invece di sostenere una improvvisata e stravagante istituzione che sarebbe stata immediatamente oggetto di denunce e proteste se fosse stata diretta da qualsiasi branca della professione medica, è deliberata. Il punto non era dare onesta assistenza alla sofferenza, ma il promulgare un culto basato sulla morte, la sofferenza e la sottomissione”.

Traduzione: “Madre Teresa (la stessa che, voglio far notare, è stata curata in alcune delle migliori e più costose cliniche ed ospedali nel mondo occidentale durante la sua battaglia con problemi cardiaci ed età avanzata)”…

Traduzione: “ad un certo punto scoprì le sue carte durante un’intervista filmata. Ella descrisse una persona agonizzante allo stadio finale di un cancro e che soffriva dolori insopportabili. Con un sorriso, ripeté alla telecamera ciò che disse a questo paziente terminale: “Stai soffrendo come Cristo sulla croce. Gesù ti sta baciando”. Ignara dell’ironia che potrà poi esserle attribuita, raccontò della risposta del sofferente: “E allora per favore digli di smetterla di baciarmi”. Esistono molte persone in estremo bisogno e atroci sofferenze che hanno avuto modo di desiderare, nel momento del bisogno estremo, che Madre Teresa fosse meno liberale con le sue carezze metafisiche ed un po’ più solidale alla vera sofferenza”.

Vogliamo parlare delle relazioni “discusse” che intratteneva? Ad esempio di un tale Robert Maxwell, editore inglese e grande donatore alla causa di Madre Teresa, si scoprì poi che aveva intascato oltre 450 milioni di sterline dal fondo pensione dei suoi impiegati. Ma del resto cosa poteva saperne Madre Teresa?

Allora parliamo di questo Charles Keating, che ha architettato una delle più grosse truffe nella storia degli Stati Uniti d’America. Donò a Madre Teresa circa 1’250’000 dollari – e parliamo dell’inizio degli anni ’80, erano bei soldi all’epoca – e le permise di usare il proprio jet privato. Una volta indagato e condannato per bancarotta fraudolenta ed una serie di altri crimini, Madre Teresa scrisse ad un giudice della corte suprema per intercedere per conto di Keating. Qui sotto la lettera completa che non tradurrò, se non per la citazione iniziale, Matteo 25:40 “Qualunque cosa abbiate fatto ad uno di questi miei fratelli minori, l’avete fatto a me”. Una citazione più adatta ad un padrino di cosa nostra che ad una santa, mi pare.

Ora, voglio farti fare una risata: trovi qui sotto la risposta (in tre pagine) del procuratore distrettuale di Los Angeles che incriminò ed ottenne la condanna per Keating.

Riassumendo brevemente, Turley spiega a Madre Teresa che Keating ha frodato migliaia di persone dei loro risparmi, facendogli credere di investire in fondi a basso rischio, mentre in realtà questi soldi andavano a finanziare il suo stravagante stile di vita. Ironicamente, una delle vittime era un povero carpentiere che non parlava una sola parola d’inglese, e che s’era visto rubare i risparmi di una vita intera di duro lavoro. Allora, visto che il vostro motto è “quel che fate al più piccolo dei miei fratelli lo fate a me”, tieni conto che questi “più piccoli fratelli” sono proprio le persone derubate. E quindi, cosa farebbe Gesù se gli venissero consegnati dei soldi rubati? Li terrebbe, per qualsivoglia motivo, anche per farne carità, o li restituirebbe? Ed ecco l’esortazione a Madre Teresa a seguire l’esempio di Gesù e rendere quei soldi.

“Non tenetevi i soldi. Restituiteli alle persone che hanno lavorato e se li sono guadagnati. Se mi contatterete vi metterò in contatto diretto coi legittimi proprietari delle somme ora in vostro possesso.

Sinceramente,

Paul W. Turley”

Beh, Paul W. Turley sta ancora aspettando una risposta da Madre Teresa. Risposta che temo non arriverà mai, ora che la vecchia è schiattata ormai da un po’.

Andiamo avanti. Parliamo dell’atteggiamento di Madre Teresa verso pratiche come l’aborto, gli anticoncezionali e malattie come l’AIDS. Ma dobbiamo, veramente? Non hai ancora capito dove andremo a finire? Ok…

Madre Teresa vinse il premio Nobel per la pace nel 1979 (insieme ad altri). Pronunciò un discorso d’accettazione, come si usa, sull’argomento dell’invasione dei serbi in Bosnia, a seguito della quale decine di migliaia di ragazze stuprate rimasero incinte: queste poi volevano -naturalmente, aggiungerei- abortire.

Ecco cosa dice Madre Teresa al riguardo: “I feel the greatest destroyer of peace today is abortion, because it is a direct war, a direct killing—direct murder by the mother herself” – “Mi sento di dire che il più grande distruttore della pace oggigiorno sia l’aborto, perché è una guerra diretta, un uccidere diretto – omicidio diretto dalla madre stessa”.

Nel 1993 Madre Teresa visitò Dublino. Giusto l’anno prima era scoppiato il (famoso?) Caso X – una ragazza stuprata e rimasta incinta aveva sviluppato tendenze suicide. Questo, secondo la corte suprema, permetteva l’aborto per salvare la vita della ragazza. In Irlanda, paese fortemente cristiano (per lo più cattolico), il dibattito intorno alla questione del diritto all’aborto è sempre stato molto acceso.

Beh, in quell’anno Madre Teresa parlò al pubblico e disse un paio di cose per me già sufficienti a condannarla:

“Let us promise Our Lady that we will never allow in this country a single abortion.” —- “Promettiamo alla Madonna che non permetteremo mai in questo paese un solo aborto.”

***Applauso***

Per poi continuare “And no contraceptives.” —- “E niente contraccettivi.”

***Altro applauso***

E cosa credi pensasse del divorzio? Ma queste son cose che difficilmente creano un mostro.

Un altro aneddoto che Hitchens amava raccontare era che lui era stato invitato dal Vaticano, in merito alla procedura di beatificazione di Madre Teresa, a parlarle contro – a fare “l’Advocatus diaboli” (l’Avvocato del diavolo), ufficio realmente esistente, ma abolito nel 1983 da Giovanni Paolo II. Per questo motivo Hitchens si vantava d’aver fatto l’avvocato del diavolo pro-bono (a fin di bene).

Beh, voglio farla breve ché sto scrivendo già da un po’ ormai: Il miracolo principale per cui Madre Teresa è stata poi beatificata, la guarigione miracolosa di Monica Besra, una giovane donna indiana, semplicemente toccando una medaglietta con l’immagine di Madre Teresa, è stata confutata e denunciata PRIMA che iniziasse la procedura di beatificazione.

Una versione del racconto puoi leggerla qui su The Telegraph: Medicine cured ‘miracle’ woman – not Mother Teresa, say doctors (“La medicina ha curato la donna miracolata – non Madre Teresa” dicono i dottori).

Traduzione: “Suo marito inizialmente condivideva questo scetticismo. “Questo miracolo è una truffa,” disse ad un giornalista l’anno scorso. “Molto rumore per nulla. Mia moglie è stata curata dai medici.” Da allora, però, è prodigo di lodi per Madre Teresa ed il suo ordine”.

“È stato il suo miracolo a curare mia moglie,” dice Selku Murmu, la cui famiglia si è convertita al cristianesimo dopo la guarigione di sua moglie. “La nostra situazione era terribile e non sapevamo cosa fare. Ora i miei bambini vengono educati con l’aiuto delle suore ed io sono stato in grado di comprare un piccolo pezzo di terra. Tutto è cambiato per il meglio”.

Traduzione: “La beatificazione di Madre Teresa è stata criticata anche per la speditezza. Dopo che una commissione del Vaticano riconobbe la guarigione di Monica Besra come un miracolo, il papa intervenne personalmente per velocizzare la beatificazione della suora, facendone la più veloce nella storia della Chiesa”.

Infine, la crisi di fede. È normale per chiunque perdere la fede, di tanto in tanto; credo, almeno, non avendone mai avuta neanche una briciola personalmente. Madre Teresa, però, era una donna eccezionale. La sua crisi di fede è durata per gli ultimi 40 anni della sua vita. Quaranta anni in cui predicava in pubblico, ma nella privatezza del suo cuore era completamente sterile.

Sempre dal Telegraph: Mother Teresa’s ’40-year faith crisis’ (La crisi di fede durata 40 anni di Madre Teresa)

Traduzione: “Scrisse al Reverendo Michael Van Der Peet, un confidente spirituale, nel settembre 1979, che “Gesù ha un amore molto speciale per voi. Per quanto mi riguarda, il silenzio ed il senso di vuoto sono talmente grandi che guardo e non vedo, ascolto ma non sento. La lingua si muove [in preghiera] ma non parla”.

Traduzione: “Signore mio Dio, mi hai gettata via come non voluta, non amata” scrisse in una missiva. “Chiamo, mi aggrappo, voglio, ma non c’è nessuno che risponda, no, nessuno. Sola. Dov’è la mia fede? Anche in profondità non trovo nulla. Non ho fede. Non oso pronunciare le parole e pensieri che affollano il mio cuore”.

“E continua: “Mi viene detto che Dio mi ama, eppure la realtà dell’oscurità e freddezza e solitudine sono talmente grandi che niente arriva a toccare il mio cuore. Ho commesso un errore nell’arrendermi ciecamente alla Chiamata del Sacro Cuore?”

Il resto lascio che te lo legga personalmente. Altre lettere vengono citate, e tutte sono state pubblicate nella raccolta “Sii la mia luce“.


Insomma, il punto dove voglio arrivare è che era un essere abietto.

Ho letto le altre risposte, e gente come Einstein e Churchill non venivano propriamente “osannati”. In particolare, di Churchill si sapeva benissimo che era uno stronzo, ma se ne ammirava il genio politico. Altra gente, come Gandhi, veniva osannata sì, sebbene probabilmente non quanto Madre Teresa.

Nessuno di questi né degli altri menzionati comunque ha arrecato tanto danno a tanta gente. Probabilmente neanche personaggi come Hitler, Stalin, Pol Pot, Ceaușescu e vari altri dittatori in giro per il mondo. Per quanto di male questi loschi figuri possano aver fatto a decine di milioni di persone, lei ne ha fatto a centinaia di milioni, e probabilmente in misura anche maggiore.

Indi per cui, la mia opinione è che Madre Teresa vince questa abietta competizione con enorme distacco.


Edit 1: Mi si chiede nei commenti che fine hanno fatto tutti i soldi raccolti.

Non si sa. Del resto le organizzazioni di beneficenza non sono tenute a tenere libri contabili, né ad offrire alcun tipo di trasparenza o rendicontazione.

Ti riporto questo articolo del Guardian: Search for sins of saint of the gutters (Ricerca dei peccati del santo delle grondaie), che cito:

Susan Shields vive ancora a New York. In un articolo riguardante le “Missionarie di Carità” (di cui è stata suora per nove anni) dice: “Tanti hanno generosamente supportato il suo (di Madre Teresa) lavoro perché non realizzavano come le sue premesse contorte soffocavano qualsiasi sforzo di alleviare la miseria. Ignari del fatto che molte delle donazioni giacevano inutilizzate nei suoi conti in banca, questi venivano ingannati nel pensare che stessero aiutando i poveri”.

Durante i nove anni passati nelle “Missionarie di Carità”, la Shields aveva il compito di scrivere lettere di ringraziamento per le donazioni. “I soldi arrivavano ad un ritmo frenetico. Il postino doveva spesso consegnare le lettere a sacchi. Scrivevamo regolarmente ricevute per 50000$ o più. A volte un donatore chiamava per chiedere se avessimo ricevuto la sua donazione, e si aspettava che ce ne ricordassimo immediatamente perché l’importo era tanto alto. Come potevamo dire che non ce ne ricordavamo perché ne avevamo ricevute tante altre molto più grandi?”

 

 

Numero2819.

 

mandato da mio figlio Ale questo “argomento” che lo riguarda molto da vicino.

 

L’intervento del Ceo* di Google in 60 secondi sulle “5 palline della vita”

  • CEO = Chief Executive Officer : è come dire Amministratore Delegato

 

Nei giorni scorsi molti hanno definito incredibile (per efficacia e sinteticità) un intervento del Ceo di Google Sundar Pichai espresso in appena 60 secondi. La sua tesi è questa: “Immagina la tua vita come se fossero 5 palline da far girare in aria cercando di non farle cadere. Una di queste palline è di gomma, altre 4 sono di vetro: rappresentano il lavoro, la famiglia, la salute, gli amici, e l’anima. Il lavoro è la pallina di gomma.”

In pratica, secondo Pichai, il lavoro, una volta perso, si può ritrovare. Se invece a cadere sarà una delle altre, non ritornerà più alla sua forma originaria. L’amministratore delegato del motore di ricerca più noto al mondo invita dunque a “diventare consapevoli di questo il prima possibile e adattare adeguatamente le nostre vite” e indica una via: “Gestisci con efficacia il tuo orario di lavoro, concediti del tempo per te, per la tua famiglia, per gli amici, per riposarti e per prenderti cura della tua salute”.

Tutto vero e condivisibile a condizione che il mercato del lavoro a livello globale sia una macchina perfetta. Ma non è così: la disoccupazione (inclusa quella strutturale e di lunga durata), la precarietà, la sottoccupazione, i bassi tassi di occupazione, la produttività stagnante, le difficoltà nella ricerca di una nuova occupazione per i lavoratori anziani, gli aspetti di genere, come noto, sono tra gli altri fenomeni caratterizzanti di molti paesi al mondo, tra i quali l’Italia. Ma nell’intervento di Pichai, intriso di retorica, per questi aspetti non c’è spazio. Anzi, non c’è tempo.

Numero2818.

 

C H A R L I E    C H A P L I N

 

Le quattro dichiarazioni di Charlie Chaplin

  1. Nulla è eterno in questo mondo, nemmeno i nostri problemi.
  2. Mi piace camminare sotto la pioggia, perché nessuno può vedere le mie lacrime.
  3. Il giorno più sprecato della vita è il giorno in cui non ridiamo.
  4. I sei migliori medici del mondo:

1. sole,

2. riposo,

3. allenamento,

4. dieta alimentare,

5. autostima,

6. amici.

Tienili in tutte le fasi della tua vita e goditi una vita sana.

  • Se vedi la luna vedrai la bellezza di Dio.
  • Se vedi il sole vedrai il potere di Dio.
  • Se vedi lo specchio, vedrai la migliore creazione di Dio.

Allora credici.

Siamo tutti turisti, Dio è il nostro agente di viaggio che ha già fissato i nostri itinerari, prenotazioni e destinazioni.
Fidati di lui e goditi la VITA.

  • La vita è solo un viaggio!

Numero2817.

 

da  QUORA

 

C H I   È   D I O ?

 

Scrive Andrea Negri, corrispondente di QUORA:

Dio è un’antica invenzione umana per consolarci della morte e della disgrazia. Ogni gruppo sociale ha inventato uno o più dei preposti alle varie attività umane. Contestualmente alla divinità è stato assegnato anche il ruolo di giudice delle attività umane: alla fine della vita la divinità giudica il comportamento dell’individuo. In questo modo viene attribuito anche un codice comportamentale superiore alle collettività.

Infine alla divinità è quasi sempre associata una cosmogonia che serve a mitizzare l’origine del mondo e della vita e a esaltare il ruolo della comunità che ha inventato la divinità.

Ovviamente si tratta di mitologie e superstizioni obsolete che sempre più evidenziano la propria inutilità in una società multiculturale e non più incline al mito ed alla favola.

 

 

Numero2816.

 

L E    D O N N E    E    I L    V E L O

 

Scrive Carlo Coppola su QUORA:

 

San Paolo nella sua famosa prima lettera ai Corinzi dice testualmente:

“Di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli.

Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea. (…)

Alla stessa maniera facciano le donne, con abiti decenti, adornandosi di pudore e riservatezza, non di trecce e ornamenti d’oro, di perle o di vesti sontuose, ma di opere buone, come conviene a donne che fanno professione di pietà. La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo.”

La tradizione islamica ha le stesse radici ed esprime gli stessi concetti.

Particolare curioso quella citazione “a motivo degli angeli” di cui gli esegeti non sanno dare una spiegazione adeguata. Probabilmente si riferisce ad una tradizione ebraica secondo la quale agli angeli del signore piacessero le donne umane e piacessero i capelli lunghi delle donne.

Nella Genesi infatti si legge che “scesero sulla terra gli angeli del Signore e videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero molte in mogli”.

In sostanza tutte e tre le religioni monoteistiche prevedono un ruolo subordinato della donna e una sua sottomissione testimoniata dal velo e dal fatto di doversi abbigliare decorosamente.

La tradizione occidentale non fa eccezione.

Solo negli ultimi anni in ambito religioso si è cercato di arrampicarsi sugli specchi per giustificare nella dottrina cattolica l’emancipazione femminile ma con risultati abbastanza ridicoli. Basta leggere qualche commento degli esegeti moderni per farsi quattro risate del tentativo di questi preti di far dire a San Paolo quello che non ha mai detto.

Numero2815.

 

A N T I C A    C R E D E N Z A    (non è un mobile d’antiquariato):    PROVE  DELL’ ESISTENZA  DI  DIO    (secondo le persone normali).

 

Cesare, corrispondente di QUORA, risponde:

Scusa, se uno ti viene a dire che in piazza c’è una giraffa che recita il De Rerum Natura in latino tu ti senti impegnato a dimostrare che non esiste? Non credo.

Se quello che te lo dice ci crede… fatti suoi. Se crederlo gli dà conforto… non togliamogli la sua fonte di consolazione.

Basta che non crei un sistema di potere che impone a tutti di crederci o che affermi che chi non ci crede ha un livello di moralità più basso.

Tutto qui.

 

Vincenzo Chiaravalle, corrispondente di QUORA, risponde:

Guarda che anche tu esigi le prove, in ogni altro ambito della tua vita.

Rigetti anche ogni religione che non sia la tua, perché in tutti quegli altri casi accetti le obiezioni razionali che non accetti per la tua religione.

Siccome non hai prove di nessun genere per la validità della tua religione, gli atei dovrebbero farsi bastare le tue chiacchiere e i tuoi capricci? È questo che vuoi dire?

 

Paolo Burroni, corrispondente di QUORA, risponde:

Se mi sai portare qualcosa che non siano solo parole, tipo “mi hanno insegnato che”, “si sa che”, “è scritto che”, io lo esaminerei con molto interesse perché vedo che un credente ha una vita più facile, ma non sono disposto ad affidarmi a qualcosa che è fatto solo di parole.

Aspetto con fiducia le tue prove, quali che siano.

 

Gianfranco Lande, corrispondente di QUORA, risponde:

Vedo che ancora non ci siamo stancati di discutere di aria fritta.

Quelle degli atei e dei credenti sono posizioni inconciliabili perché partono da assunti inconciliabili e non prevedono alcuna dialettica.

Un credente o un ateo intelligenti dicono “io credo” oppure “io non credo” e si fermano lì.

Quelli stupidi dicono “Dio esiste” o “Dio non esiste”, come se fossero in grado (o come se qualsiasi essere umano fosse in grado, con i mezzi limitati di cui disponiamo) di affermare qualcosa che per definizione non ammette prova.

Sarebbe ora che atei e credenti smettessero di fare i bambini e lasciassero che ciascuno creda (o non creda) in santa pace ciò che vuole.

Chiunque abbandoni questo precetto aureo si aspetti di venire sbertucciato a morte senza potersi difendere. Ogni affermazione (Dio esiste, Dio non esiste, Dio è amore, eccetera, eccetera) è infondata, arbitraria, indimostrabile, oziosa, presuntuosa, mendace.

Ergo (quindi) quando un ateo dice che Dio non esiste, afferma qualcosa di cui non può sapere un accidente, ma quando dice che non ci sono prove per dimostrare il contrario, ha ragione da vendere.

Ribaltiamo la frittata e diciamo che quando un credente dice che Dio esiste afferma qualcosa di cui non può sapere un accidente, ma quando dice che non ci sono prove per dimostrare il contrario ha ragione da vendere.