Numero3229.

 

L O    S P R E C O    D E L L A    V I T A

 

Lo spreco della vita

si trova nell’amore

che non si è saputo dare,

nell’egoistica prudenza

che ci ha impedito di rischiare

e che, evitando un dispiacere,

ci ha fatto mancare la felicità.

 

Oscar Wilde.

 

N.d.R.:

Lo spreco della vita

si trova nell’amore

che non si è potuto dare.

Numero3228.

 

da  QUORA

 

Scrive Linus, corrispondente di QUORA

 

P E N S A C I    B E N E

 

La nonna diceva:

 

– Non ti fa male la schiena, ma il peso che porti addosso.

– Non ti fanno male gli occhi, ma l’ingiustizia o quello che ti tocca vedere.

– Non ti fa male la testa, ma i pensieri che porti dentro.

– Non ti fa male il collo, ma quello che non esprimi o quello che non dici.

– Non ti fa male lo stomaco, ma ciò che non digerisce la tua anima.

– Non ti fa male il fegato, ma la rabbia che porti addosso.

– Non ti fa male il cuore, ma l’assenza di amore. Sai che l’amore è la medicina più potente.

 

Numero3227.

 

da  QUORA

 

Scrive Mihaela Claudia Puscas. corrispondente di QUORA

 

C O N S I G L I    D I    M A T U R I T A’

 

1. SMETTI DI DIRE TUTTO A TUTTI

La maggior parte delle persone non se ne preoccupa, e alcune segretamente vogliono che tu fallisca.

 

2. SCEGLI I TUOI AMICI CON SAGGEZZA

Il modo più veloce per migliorare è circondarti di persone migliori.

 

3. NON ASPETTARTI NIENTE, APPREZZA TUTTO

Sii grato per le piccole cose nella tua vita per trovare la pace interiore.

 

4. FAI DEL TUO MEGLIO E ABBI FIDUCIA NEL PROCESSO

Più lavori sodo, più sarai fortunato.

 

5. CONTROLLA TE STESSO, NON GLI ALTRI

Controllare gli altri è forza.

Controllare te stesso è vero potere.

 

6. IMPARA A REAGIRE DI MENO

Quando controlli la tua reazione, nessuno può manipolarti.

Numero3226.

 

da  QUORA

 

Scrive Richard Reese, corrispondente di QUORA

 

Quali sono le abitudini peggiori
da evitare in una relazione.

 

Una relazione sana richiede impegno, rispetto e comunicazione. Tuttavia, alcune abitudini possono danneggiare il rapporto e creare tensioni. Ecco le peggiori da evitare:

1. Comunicazione Tossica

  • Evitare il silenzio punitivo, il sarcasmo e le critiche costanti. Una comunicazione negativa può minare la fiducia e il rispetto.

2. Mancanza di Ascolto Attivo

  • Non ascoltare realmente il partner o interromperlo costantemente dimostra disinteresse e mancanza di empatia.

3. Essere Eccessivamente Critici o Giudicanti

  • Criticare il partner su dettagli insignificanti può farlo sentire inadeguato o non apprezzato.

4. Neglect o Disattenzione Affettiva

  • Non dedicare tempo di qualità o trascurare i bisogni emotivi del partner può creare distanza.

5. Gelosia eccessiva o Possessività

  • La mancanza di fiducia e il controllo soffocante possono portare al deterioramento della relazione.

6. Mancanza di Compromessi

  • Insistere sempre per avere ragione o imporre il proprio punto di vista senza considerare i desideri dell’altro genera squilibri e conflitti.

7. Non Chiedere Scusa Quando Serve

  • Non ammettere i propri errori e non scusarsi può far percepire una mancanza di responsabilità.

8. Trascurare la Crescita Individuale

  • Dipendere completamente dal partner senza coltivare interessi personali o amicizie può creare un rapporto soffocante.

9. Risentimento Accumulato

  • Evitare di affrontare i problemi quando si presentano può far crescere il rancore e portare a esplosioni emotive.

10. Bugie o Mancanza di Trasparenza

  • Anche le piccole bugie minano la fiducia. L’onestà è fondamentale per una relazione duratura.

Come Migliorare?

  • Comunicare Aperti e Onesti: Esprimere i propri sentimenti in modo rispettoso.
  • Praticare l’Empatia: Mettersi nei panni del partner.
  • Dedicare Tempo di Qualità: Ritagliarsi momenti speciali insieme.
  • Coltivare Fiducia: Essere affidabili e sinceri.

Evitando queste abitudini negative, è possibile costruire una relazione più forte, armoniosa e soddisfacente. 💕

 

 

Cosa provoca la mancanza
di attività sessuale?

 

La mancanza di rapporti sessuali può avere vari effetti, sia fisici che psicologici. Ecco alcuni dei principali:

  1. Cambiamenti fisici:
    • Riduzione del desiderio sessuale: La mancanza di attività sessuale può portare a una diminuzione della libido.
    • Secchezza vaginale o problemi di erezione: Nelle donne, può verificarsi secchezza vaginale, mentre negli uomini possono insorgere difficoltà di erezione.
  1. Effetti psicologici:
    • Stress e ansia: La mancanza di intimità fisica può aumentare lo stress e l’ansia, influenzando l’umore generale.
    • Depressione: In alcuni casi, la mancanza di rapporti sessuali può contribuire a sentimenti di depressione o isolamento.
    • Problemi relazionali: Può causare tensioni nella relazione con il partner, portando a conflitti o a una maggiore distanza emotiva.
  1. Cambiamenti ormonali: L’attività sessuale stimola la produzione di ormoni come la dopamina e l’ossitocina, che influenzano il benessere e la connessione emotiva. La mancanza di questi stimoli può portare a uno squilibrio ormonale.
  2. Impatto sulla salute fisica: L’attività sessuale ha anche benefici per la salute, come migliorare la circolazione sanguigna e rafforzare il sistema immunitario. La sua mancanza potrebbe ridurre questi benefici.

In generale, è importante mantenere una comunicazione aperta con il partner e considerare il proprio benessere emotivo e fisico. Se la mancanza di rapporti sessuali è una fonte di preoccupazione, potrebbe essere utile consultare un professionista della salute.

Numero3224.

 

DEDICATO  ALLA  MIA  CARA  AMICA  GIULIANA

 

da  QUORA

 

Scrive Enrico, corrispondente di QUORA

 

I L    C R I S T O    V E L A T O

 

Il Cristo velato è una scultura marmorea di Giuseppe Sanmartino, conservata nella cappella Sansevero di Napoli ed è stata realizzata nel 1753.

 

 

Raimondo di Sangro fu il committente di quest’opera, che originariamente doveva essere collocata nel mausoleo di famiglia sottostante la Cappella, vano che oggi ospita le Macchine anatomiche. Un piastrone di pietra indica oggi il punto preciso dove la statua avrebbe dovuto essere posta. L’incarico di eseguire il Cristo velato fu in un primo momento affidato allo scultore Antonio Corradini; tuttavia, deceduto da lì a breve, questi fece in tempo a realizzare solo un bozzetto in terracotta oggi al museo nazionale di San Martino. L’incarico passò così a Giuseppe Sanmartino, a cui venne chiesto di produrre «una statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua».

Sanmartino realizzò quindi un’opera dove il Cristo morto, sdraiato su un materasso, viene ricoperto da un velo che aderisce perfettamente alle sue forme. La maestria dello scultore napoletano sta nell’esser riuscito a trasmettere la sofferenza che il Cristo ha provato, attraverso la composizione del velo, dal quale si intravedono i segni sul viso e sul corpo del martirio subito. Ai piedi della scultura, infine, l’artista scolpisce anche gli strumenti del suddetto supplizio: la corona di spine, una tenaglia e dei chiodi.

Matilde Serao, grande ammiratrice della scultura, ci restituisce una descrizione assai vivida del Cristo:

«Sopra un largo piedistallo è disteso un materasso marmoreo; sopra questo letto gelato e funebre giace il Cristo morto. È grande quanto un uomo, un uomo vigoroso e forte, nella pienezza dell’età. Giace lungo disteso, abbandonato, spento: i piedi dritti, rigidi, uniti, le ginocchia sollevate lievemente, le reni sprofondate, il petto gonfio, il collo stecchito, la testa sollevata sui cuscini, ma piegata sul lato dritto, le mani prosciolte. I capelli sono arruffati, quasi madidi del sudore dell’agonia. Gli occhi socchiusi, alle cui palpebre tremolano ancora le ultime e più dolorose lagrime. In fondo, sul materasso sono gettati, con una spezzatura artistica, gli attributi della Passione, la corona di spine, i chiodi, la spugna imbevuta di fiele, il martello […] E più nulla. Cioè no: sul Cristo morto, su quel corpo bello ma straziato, una religiosa e delicata pietà, ha gettato un lenzuolo dalle pieghe morbide e trasparenti, che vela senza nascondere, che non cela la piaga ma la mostra, che non copre lo spasimo ma lo addolcisce»

La firma dello scultore, infine, è apposta sul retro del piedistallo, sotto il materasso: «Joseph Sanmartino, Neap., fecit, 1753».

 

Guardate il velo che lo ricopre. Dà i brividi vero? È così morbido e realistico che non sembra possibile che sia fatto di marmo. Sembra addirittura che il lenzuolo si muova, come sospinto da un lieve soffio di vento. O da un respiro. Per secoli si credette che la sua incredibile trasparenza fosse opera dei poteri di Raimondo Di Sangro (nobiluomo , aristocratico campano che si dedicò tutta la vita a studi di alchimia), il quale avrebbe adagiato sulla statua un vero e proprio velo che si sarebbe marmorizzato attraverso un processo alchemico.

Adesso osservate il corpo di Cristo. È disteso su un materasso marmoreo, le ginocchia contratte, scavate dalla fatica e dal dolore, la testa sollevata sui cuscini, gli occhi socchiusi. Se guardate con attenzione, vedrete delle lacrime che tremolano sulle sue palpebre. Io ogni volta che la osservo provo un senso di commozione. E ho visto persone piangere e inginocchiarsi davanti a questa statua. Perché in questa scultura c’è tutta la sofferenza dell’uomo umiliato, percosso e trafitto.

Se però lo osservate con più attenzione, noterete un dettaglio che a molti sfugge. Sulla tempia di Cristo vedrete una vena che sembra ancora pulsare. E guardate i suoi arti. Sembrano ancora contratti, come se potessero muoversi da un momento all’altro. Perché? Perché quest’incredibile scultura non raffigura, come molti credono, un uomo morente, che ha appena esalato il suo ultimo respiro, ma un uomo che è sul punto di risvegliarsi e di emetterne uno nuovo: quello della rinascita dopo la morte!

Il Cristo Velato racchiude un messaggio di speranza e di riscatto, è il simbolo della rinascita alla quale l’anima, dopo aver attraversato la sofferenza (simboleggiata dalla Croce), può aspirare. Ed ecco anche perché il Cristo è velato. Il velo nasconde i misteri dell’esistenza agli occhi dei viventi. Cos’è la morte, sembra dirvi lo scultore, se non un leggerissimo velo, quasi impalpabile, che non attende altro che essere svelato?

Numero3223.

 

R I F L E S S I O N I

 

“Il modo con cui gestisci le cose mi ispira ad essere una persona migliore”.

Questa frase dimostra non solo ammirazione, ma anche un profondo legame con i valori della persona a cui ti rivolgi.

Il filosofo stoico Seneca ci ricorda: “Insegnare è imparare due volte”.

Ispirare qualcuno significa, in un certo senso, condividere saggezza e virtù, rendere il mondo intorno a noi un posto migliore.

Quando lodi qualcuno rinforzi l’importanza di questo suo e tuo ruolo trasformativo.

Rifletti su come ti ha influenzato in modo positivo: è stato il suo esempio a motivarti a provare qualcosa di nuovo o a vedere il mondo in modo diverso.

Mettilo in chiaro dicendo: “Quando vedo quanto ti dedichi alle cose che contano per te, mi viene voglia di dedicarmi di più anch’io”.

Quando lodi una donna per i modi i cui risolve i problemi, metti in risalto una delle qualità fondamentali della sua personalità: la sua forza nell’azione.

“Sii sempre te stesso, soprattutto quando il mondo cerca di modellarti diversamente” diceva Seneca.

“La qualità della tua vita dipende dalla qualità dei tuoi pensieri e dalle persone con cui cerchi di condividerli” diceva Marco Aurelio

“Gli uomini non sono turbati dalle cose, ma dalla visione che hanno di esse” diceva Epitteto.