Numero1967.

 

Segnalata da Rita, molto attenta a questi argomenti, perché sa che mi interessano.

 

Dopo la lunga monografia su Ettore Majorana (  i Numeri si possono trovare con il TAG “Fisica”), senza sorpresa, ma con soddisfazione, presento questo

 

AGGIORNAMENTO  SU  MAJORANA

 

I fisici del MIT (Massachusetts Institute of Technology) hanno scoperto prove dell’esistenza dei cosiddetti fermioni di Majorana, particelle che si teorizza siano al tempo stesso anche la loro antiparticella, sulla superficie di un metallo comune: l’oro. Questa è la prima volta che si riscontra la presenza di fermioni di Majorana su una superficie che può essere peraltro potenzialmente ingrandita. I risultati, pubblicati negli Atti della National Academy of Sciences, rappresentano un passo importante verso l’isolamento delle particelle come qubit stabili e a prova di errore per il calcolo quantistico.

I fermioni di Majorana sono particelle di materia che sono al tempo stesso la loro antimateria

Nella fisica delle particelle, i fermioni sono una classe di particelle elementari che include elettroni, protoni, neutroni e quark, che costituiscono tutti elementi fondanti della materia così come la conosciamo. Per la maggior parte, queste particelle sono considerate fermioni di Dirac, in onore del fisico inglese Paul Dirac, ( Monografia sempre sotto il TAG “Fisica”) che per primo ipotizzò che tutte le particelle fondamentali fermioniche dovrebbero avere una controparte, da qualche parte nell’universo, sotto forma di un’antiparticella: essenzialmente, un “gemello” del tutto identico ma con carica opposta.

Nel 1937, il fisico italiano Ettore Majorana ampliò la teoria di Dirac, ipotizzando che tra i fermioni dovessero esserci alcune particelle, chiamate poi fermioni di Majorana, indistinguibili dalle loro antiparticelle. Purtroppo, Majorana scomparve in circostanze misteriose durante un viaggio in traghetto al largo della costa italiana, appena un anno dopo aver annunciato la sua teoria. Da allora gli scienziati hanno cercato la particella di Majorana; fu in seguito suggerito, ma non dimostrato, che il neutrino potesse essere una particella di Majorana, ma d’altra parte i teorici avevano ipotizzato a loro volta che i fermioni potessero esistere anche in corpi solidi, in condizioni particolari.

La scoperta potrebbe essere fondamentale per lo studio del calcolo quantistico

Ora il team guidato dal MIT ha scoperto la presenza di fermioni di Majorana in un sistema materiale progettato e fabbricato da essi stessi, che consiste in nanofili in oro costruiti ​​su un materiale superconduttore, il vanadio, e punteggiati da piccole “isole” ferromagnetiche di solfuro di europio. Quando i ricercatori hanno scannerizzato la superficie vicino a queste “isole”, hanno notato picchi di segnale significativamente vicini all’energia zero sulla superficie dell’oro che, secondo la teoria, dovrebbero essere generati solo da coppie di fermioni di Majorana.

Queste particelle sono qualcosa di estremamente sfuggente, che sono state a lungo oggetto di studio e rimaste un sogno per molti scienziati. Ora abbiamo la possibilità di osservarle su un materiale molto comune: l’oro“, afferma Jagadeesh Moodera, ricercatore presso il Dipartimento di Fisica del MIT. “Il prossimo passo sarà quella di prendere questi oggetti e trasformarli in qubit, il che costituirebbe un enorme progresso verso il calcolo quantistico pratico“, aggiunge Patrick Lee, professore di fisica al MIT.

Numero1965.

 

Ricevo da un’amica, e…non poteva essere altrimenti.

 

L’ AMICIZIA

 

Sorveglia le tue amicizie,

perché vivono fino a

quando si diventa vecchi.

È questa l’ora che

saprai meglio gustarle.

Ti accorgerai che l’amicizia

è una delle maggiori gioie

concesse agli uomini.

E comprenderai che

il miglior modo di trovarla

è offrirla, poiché fiorisce

dove tu l’hai seminata.

Donala alle persone che

intuisci vicine a te, non

t’ingannerai nella scelta.

Non temere di gettare il seme

di una parola o di un gesto:

anche dopo  diversi anni

di lontananza e di silenzio,

questo seme darà fiori e frutti.

Non reclamare al tuo amico

quello che non potrai

restituirgli e non esigere

che sia immune da difetti.

Prima di condannarlo,

guardati allo specchio

e, se zoppica, giudicalo

sempre quando è seduto.

Non dire mai, anche

nei momenti più gravi,

la parola definitiva

che rompa l’amicizia:

appena l’occasione si presenta,

tu, allora, rioffrila intera,

come vorresti riceverla,

nell’ora della sventura.

E, verso la sera della tua vita,

vedrai che l’amicizia è

il fiore più prezioso

del giardino dell’amore.

Numero1964.

 

L’ EREDITÀ

 

Ieri sera, 13 Aprile Anno del Coronavirus, stavo guardando, durante la cena, il programma “L’Eredità” su RAI 1. Flavio Insinna, il presentatore, dirige la sfida, per l’eliminazione, fra due concorrenti una di nome Antonella, l’altra di nome Elisa. Si tratta di completare una parola, di cui viene data la sola lettera iniziale, seguita da tutte le caselle, vuote, che compongono la parola stessa.
Sullo schermo compare una sequenza di  10 caselle : nella prima c’è la lettera L (elle maiuscola in stampatello).
Insinna legge la domanda, cioè la parola di cui si deve dare il sinonimo,  o il significato, riempiendo tutte le caselle : “Paura dei medici”.
La concorrente Elisa, a cui è rivolta la domanda, tentenna, incespica, si arrampica sugli specchi, poi, alla fine, quando ormai mancava di riempire una sola casella, dopo vari tentativi, indovina la consonante T e completa la parola “LATROFOBIA”. E Insinna accetta la risposta, la regia pure, e si va oltre con il gioco.
Io resto sorpreso, perché , secondo me, la parola dovrebbe essere “IATROFOBIA”, con la I e non con la L. Alla fine ….dubbioso, vado su WIKIPEDIA e cerco la parola “LATROFOBIA”. E, cosa trovo?
Trovo che esiste la parola Iatrofobia (al singolare, con l’iniziale minuscola: iatrofobia). Allora capisco. Cos’è successo? Che la I (i maiuscola) è stata scambiata per una l (elle minuscola) e , così, gli autori, o i compilatori delle domande, hanno scambiato la parola “iatrofobia” con “latrofobia”.
Se, però, avessero, almeno, avuto il pudore di verificare l’origine della parola “iatrofobia”, avrebbero trovato che la sua etimologia, dal Greco antico, è: iatròs = medico e phòbos = paura). Che la radice etimologica sia “iatròs” è fuor di dubbio: la stessa radice si trova, ad esempio, nelle parole pediatra (medico dei bambini), geriatra (medico dei vecchi), psichiatria (cura medica della psiche) e in tante altre del vocabolario medico.
Quindi la parola corretta è: IATROFOBIA.

Temevo di essermi sbagliato io. Così, stamattina, sono andato su RAIPLAY e ho rivisto la trasmissione al punto di questo episodio. È successo proprio così!
E pensare che, quella di ieri sera, era la replica di una precedente trasmissione. Si sa che,  a causa del Coronavirus, non è possibile fare trasmissioni in tempo reale. Ma della topica colossale nessuno si è accorto, né allora (alla registrazione originale) né, successivamente, alla replica.

Mi pare di poter dire che il livello culturale e la preparazione linguistica dei cosiddetti “esperti” autori della RAI è abbastanza, ma non basta, …..scadente.
E vi garantisco che non è la prima, e non sarà l’ultima, volta che accade.

Numero1963.

 

Ricevo da un’amica

 

“Se ne vanno.

Mesti, silenziosi,

come, magari

è stata umile

e silenziosa

la loro vita,

fatta di lavoro,

di sacrifici, tanti.

Se ne va una

generazione, quella

che ha visto la guerra,

ne ha sentito l’odore

e le privazioni,

tra la fuga in un

rifugio antiaereo

e la bramosa ricerca

di qualcosa per sfamarsi.

Se ne vanno mani

indurite dai calli,

visi segnati da

rughe profonde,

memorie di giornate

passate sotto

il sole cocente o

nel freddo pungente.

Mani che hanno

spostato macerie,

impastato cemento,

piegato ferro, in

canottiera e cappello

di carta di giornale.

Se ne vanno

quelli della Lambretta,

della Fiat 500 o 600,

dei primi frigoriferi,

della televisione

in bianco e nero.

Ci lasciano, avvolti

in un lenzuolo, come

Cristo nel sudario,

quelli del boom economico

che, con il sudore,

hanno ricostruito

questa nostra nazione,

regalandoci quel benessere

di cui abbiamo

impunemente approfittato.

Se ne va l’esperienza,

la comprensione,

la pazienza,

la resilienza,

il rispetto, pregi

oramai dimenticati.

Se ne vanno

senza una carezza,

senza che nessuno

gli stringesse la mano,

senza neanche

un ultimo bacio.

Se ne vanno i nonni,

memoria storica

del nostro Paese,

patrimonio della

intera umanità.

L’Italia intera deve

dirvi GRAZIE e

accompagnarvi in

quest’ultimo viaggio

con 60 milioni

di carezze…❤?

 

RICEVUTO da Dott.Begher, pneumologo ospedale S.Maurizio.

Numero1960.

 

Mandata da Marilaura

 

PASQUA è voce del verbo ebraico
“pesah”, che significa passare.
Non è festa per residenti,
ma per migratori che
si affrettano al viaggio.
Allora, sia Pasqua piena per voi
che fabbricate passaggi,
dove ci sono muri e sbarramenti,
per voi, apertori di brecce,
saltatori di ostacoli,
corrieri ad ogni costo,
atleti della parola PACE.

 

Erri De Luca.

Numero1958.

 

APPROCCIO  ALLA   FISICA  QUANTISTICA

 

Possiamo farci un’idea, per quanto grossolana, superficiale e sfumata, di questa materia così astrusa da essere definita “incomprensibile” persino da coloro che la trattarono per primi?
Tentiamo, buttando lì alcune frasi “flash”, dichiarazioni, pronunciamenti, enunciazioni solo verbali di formule fisiche, con il corollario di brevi spiegazioni, il più possibile semplificative.

QUANTUM – Che cos’è?  Einstein lo ha definito “un minuscolo grumo di energia”.
Quando parliamo di QUANTUM, ci riferiamo esclusivamente all’ “infinitamente piccolo”.
Nell’ “infinitamente piccolo”, a differenza della realtà fisica comune a noi nota, una cosa può trovarsi, contemporaneamente, in due posti diversi e il suo destino è dettato dal caso : questa realtà sfida il senso comune.

Max Planck trovò il legame matematico preciso tra il colore della luce, la sua frequenza e la sua energia, ma non ne capì la connessione. Accadeva alla fine dell’ ‘800.

C’è un famoso esperimento, detto “delle due fessure”, che dimostra questa situazione sconcertante.
Quando un singolo elettrone viaggia attraverso le fessure e colpisce uno schermo retrostante, la meccanica quantistica dice questo: non possiamo descrivere ciò che viaggia come un oggetto fisico. Possiamo solo parlare di dove potrebbe essere l’elettrone. Questa “ondata” di possibilità viaggia, in qualche modo, attraverso le fessure, creando interferenze, proprio come l’onda dell’acqua. Ma quando questa colpisce lo schermo, quella che poteva essere solo la “spettrale” possibilità di un elettrone, diventa, misteriosamente, reale.

Niels Bohr e colleghi inventarono la “Teoria Quantistica”, una “folle” ipotesi, senza curarsi che fosse del tutto incomprensibile.
Einstein diede il via a questa affascinante branca della fisica, ma poi si arenò, mettendosi a contestare le “devianti” ipotesi di Bohr  che affermava che “La realtà viene evocata nell’atto di osservarla”.
Ribatteva, infatti, Einstein: “La luna cessa, forse, di esistere, quando io non la guardo?”

Riporto qui un paio di frasi di Niels Bohr, per illustrare di cosa stiamo parlando.

“Tutto ciò che consideriamo reale è fatto di cose che non possiamo definire reali”.

“Chi non è shoccato dalla Teoria dei Quanti, non l’ha capita!”

E, dulcis in fundo, riporto una considerazione di un grande, e poco noto, fisico americano, John Bell, che, a proposito della diatriba feroce fra queste due “scuole di pensiero”, disse:
“Bohr era incoerente, poco chiaro, intenzionalmente oscuro, ….ma giusto.
Einstein era coerente, chiaro, concreto, ….e sbagliato”.

Numero1957.

 

Mandata da Corrado, che di calcio….mastica da un bel po’.

Vocabolarietto calcistico.

Avversario: termine con cui i telecronisti indicano un giocatore straniero dal nome particolarmente difficile.
Detrattori: persone che parlano e sparlano contro i mezzi cingolati agricoli.
Interdizione: la pronuncia corretta di un tifoso interista.
Intermittente: tifoso dell’Inter che scrive una cartolina.
Interprete: un prete tifoso dell’Inter.
Paranoia: la noia che viene al portiere quando non para.
Retrocesso: un cesso visto dalla parte posteriore.
Stopper: stopper dargli un calcione negli stinchi.
Tornante di destra: piccola curva di montagna che svolta a destra.
Crociato anteriore: guerriero cristiano dell’Alto Medioevo.

Da      “Rigore è quando arbitro fischia”            di Masai-Spezia.

Numero1954.

 

RIFLESSIONI

Qualcuno, sul WEB, ha scritto alcuni disarmanti pensieri.

Da meditare e condividere.

 

Ci siamo addormentati in un mondo, e ci siamo svegliati in un altro.

Improvvisamente Disney è fuori dalla magia,
Parigi non è più romantica,
New York non si alza più in piedi,
la Muraglia Cinese non è più una fortezza,
e la Mecca è vuota.

Abbracci & baci diventano improvvisamente armi, e non visitare genitori e amici diventa un atto d’amore.

Improvvisamente ti rendi conto che il potere, la bellezza e il denaro non hanno valore e non riescono a prenderti l’ossigeno per cui stai combattendo.

Il mondo continua la sua vita ed è bellissimo.
Mette solo gli esseri umani in gabbie.
Penso che ci stia inviando un messaggio:
“Non sei necessario. L’aria, la terra
l’acqua e il cielo senza di te stanno bene.
Quando tornate, ricordate che siete miei ospiti.
Non i miei padroni”.