Numero3058.

 

S E N E C A      Lucio Anneo Seneca  (4 a.C. – 65 d.C.)     Filosofo stoico, drammaturgo e politico Romano.

 

1    Chi soffre prima del necessario

soffre più del necessario.

 

2    Se vuoi davvero evitare

le cose che ti infastidiscono,

quello di cui hai bisogno non è

di essere in un posto diverso,

ma di essere una persona diversa.

 

3    Fino a quando non abbiamo

iniziato a farne a meno,

non ci rendiamo conto di quanto

siano inutili molte cose.

Le abbiamo usate non perché

ne avessimo bisogno,

ma perché le avevamo.

 

4    Se un uomo non sa

verso quale porto è diretto,

nessun vento è favorevole.

 

5    Non è povero l’uomo

che ha troppo poco,

ma è l’uomo che brama di più

ad essere povero.

 

6    Mentre aspettiamo la vita,

la vita passa.

 

7    La vita è molto breve

e ansiosa per coloro che

dimenticano il passato,

trascurano il presente

e temono il futuro.

 

8    Non è che abbiamo poco tempo,

ma che ne sprechiamo buona parte.

 

9    Nessun uomo ha il potere

di avere tutto ciò che vuole,

ma è nel suo potere

non volere ciò che non ha,

e utilizzare con gioia ciò che ha.

 

10   Come è una storia,

così è la vita:

non quanto è lunga,

ma quanto è buona

è ciò che conta.

 

11   La vita, se ben vissuta

è abbastanza lunga.

 

12   Soffriamo più spesso

nell’immaginazione

che nella realtà.

 

13   Non soffriamo degli eventi

della nostra vita ma,

del nostro giudizio su di essi.

È la nostra attitudine verso gli eventi,

non gli eventi stessi,

che possiamo controllare.

Niente è di per sé funesto,

neanche la morte è terribile

se non ne abbiamo paura.

 

14   Se vivi in armonia con la natura,

non sarai mai povero.

Se vivi secondo ciò

che pensano gli altri,

non sarai mai ricco.

Numero3037.

 

da  QUORA

 

Scrive Riccardo Cecco, corrispondente di QUORA

 

10 + 1    INSEGNAMENTI PER LA VITA

 

1. Le persone intorno a te sono zavorre o propulsori. Non esiste una via di mezzo. Circondati di persone che non fanno altro che parlare del passato e resterai intrappolato in esso. Stai con chi persegue attivamente un futuro migliore e sarai motivato a fare lo stesso. Il tuo ambiente plasma la tua realtà. Crea un habitat che ti ispiri a pensare in grande e vedrai la tua vita trasformarsi rapidamente.

2. La vita è stronza. Le cose non vanno sempre come vorresti. Le sventure colpiscono chi non se le merita, mentre altri sembrano immuni a qualsiasi sfortuna. Il mondo può essere un luogo crudele e caotico. Puoi accettarlo e fare del tuo meglio, oppure lamentarti e vivere un’esistenza miserabile.

3. Ogni tua azione ha le sue conseguenze. Non hai scampo: devi assumerti la responsabilità di ogni tua azione. Ogni scelta porta conseguenze, immediate o future che siano. Definisci i tuoi valori e vivi in base ad essi. È il modo migliore per minimizzare i rimorsi futuri.

4. Non puoi aiutare chi non vuole essere aiutato. Soffrire per i dolori degli altri non rende la tua anima più nobile. Non confondere l’empatia con l’autocompiacimento. Più insisti per aiutare, più si creerà resistenza dall’altra parte. Dai la tua disponibilità e non fare altro. Se qualcuno avrà bisogno del tuo aiuto, e sarà pronto a riceverlo, te lo farà sapere.

5. Sei il responsabile della tua felicità. Dipende esclusivamente da te, dalle prospettive che assumi e dalle scelte che compi. Sii grato per ciò che hai e lavora per ciò che desideri. Coltiva relazioni significative. Dedica tempo alle tue passioni e a ciò che ti fa stare bene. La felicità viene da dentro, non da fuori. Non aspettare che si realizzino delle condizioni che non hai nemmeno stabilito per essere felice.

6. Non puoi piacere a tutti. Piacere a qualcuno significa inevitabilmente non piacere a qualcun altro. Incontrerai sempre persone che cercheranno di tirarti giù. Circondati di chi ti vuole bene e desidera il meglio per te. Accetta le critiche costruttive e ignora la negatività gratuita. Sii sempre autentico e attirerai le persone giuste per te.

7. La vita è breve ed effimera. Non sai mai quanto tempo ti resta da vivere. Apprezza il presente e usa il tuo tempo con saggezza. Ama chi ti sta vicino come se ogni giorno fosse l’ultimo. Non sprecare tempo a preoccuparti per cose inutili e a portare rancore. Crea ricordi indimenticabili, invece di accumulare cose. Dai ogni giorno priorità a ciò che ti rende felice e ti dona pace.

8. Nessuno ti deve un cazzo. Al Cosmo non interessa assolutamente niente del tuo impegno e non ti deve nulla per gli sforzi che fai. Non hai diritto alla felicità o a una vita facile solo perché esisti. Devi darti da fare costantemente per creare la vita che desideri, invece di aspettare che si realizzi da sola. La costanza e l’impegno sono più efficaci della speranza in un colpo di fortuna.

9. Se non cambi nulla, nulla cambia. Albert Einstein disse: “Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi un risultato diverso.” Se continui a fare ciò che hai sempre fatto, il tuo futuro sarà una replica del tuo passato. Non aspettare che accada qualcosa per deciderti ad introdurre dei cambiamenti.

10. La vita segue le sue stagionalità (e ognuna di esse deve essere accolta e affrontata, che ti piaccia o meno). Gran parte della sofferenza che provi, la crei lamentandoti della stagione precedente o preoccupandoti di quella in arrivo. Ma è nel momento in cui riesci ad accettare quella che stai attraversando ora, con tutti i suoi ostacoli e le sue opportunità, che trovi il modo di prosperare.

11. Ogni esperienza ha uno scopo ben preciso e il senso ti verrà rivelato. Potrebbero volerci alcuni giorni oppure diversi anni, ma non ti preoccupare. Alla fine, tutto acquisisce un senso. Non è detto che tu debba trovare ora la soluzione all’enigma. Come disse Steve Jobs: “Non è possibile unire i puntini guardando in avanti; si possono unire solo a posteriori, guardando indietro.”

Numero3018.

 

da  QUORA

 

Scrive Fil, corrispondente di QUORA

 

10  COSE  CHE  TUTTI  DOVREBBERO  ACCETTARE

 

 

Mi rendo conto che non sarà una lista piacevole e potrebbe essere un po’ difficile da accettare, ma queste sono le conclusioni a cui sono arrivato io:

  1. Morirai: tristemente prima o poi tocca a tutti, l’unico modo per essere immortali è avere il proprio nome calcato a fuoco nella Storia;
  2. Non esiste “quella giusta”: devi affrontare l’eventualità di rimanere solo nella vita;
  3. Non puoi essere il migliore in tutto, ci sarà sempre qualcuno che ti batterà;
  4. Nessuno ti regala niente, se vuoi davvero qualcosa combatti per averla;
  5. Lavora sodo ma intelligentemente: la dote che ti fa andare più avanti nella vita non è la “rettitudine”, ma la “furbizia”;
  6. Non si può sempre fare affidamento sugli altri, prima o poi dovrai imparare a cavartela da solo;
  7. Adattati: non va sempre tutto come vuoi tu! È un bene avere un piano generale, ma è sempre meglio averne 15 di riserva: “se qualcosa può andare storto, lo farà” (legge di Murphy);
  8. Non esisti solo tu al mondo, ogni azione ha delle conseguenze;
  9. Ascolta gli altri ma pensa con la tua testa, solo tu puoi vivere la tua vita;
  10. Studia!! Sapere è potere.

Numero3016.

 

da  QUORA

 

Scrive Riccardo Cecco, corrispondente di QUORA.

 

10 verità scomode che nessuno vuole ammettere.

 

1. Tutti coloro che conosci moriranno. Poco importa quanto siamo giovani, in salute o protetti. Ogni giorno che passa, siamo un passo più vicini alla nostra morte. Perciò, assapora ogni istante e impara a trovare la bellezza anche nelle cose più semplici.

2. La vita è ingiusta. C’è chi nasce in condizioni più favorevoli, mentre altri si trovano a lottare fin dal primo respiro. C’è chi nasce bello e chi deve affrontare i pregiudizi legati al proprio aspetto. C’è chi è ricco e chi vive nella miseria. Le guerre non cesseranno mai di esistere e la pace universale non esisterà mai. Fai del tuo meglio per migliorare il mondo, ma non aspettarti di poterlo cambiare.

3. Non puoi controllare ogni cosa. Come disse Mike Tyson: “Tutti hanno un piano, finché non pigliano un pugno in bocca.”

4. Le emozioni non sono fatti oggettivi. Il modo in cui ti senti non riflette necessariamente una percezione accurata della realtà. Le emozioni sono risposte soggettive che possono essere influenzate da molteplici fattori, inclusi i tuoi pensieri, le tue esperienze passate e la tua salute psico-fisica attuale. Coltiva questa consapevolezza e impara a reagire alle situazioni con calma e lucidità.

5. Il cambiamento è inevitabile. Che ti piaccia o meno, tutto è destinato a cambiare: gli amici, le circostanze, il tuo corpo e l’ambiente che ti circonda. Impara ad accogliere il cambiamento e a voltare pagina quando la vita lo richiede. Restare aggrappati al passato non fa altro che generare sofferenza e impedire la tua crescita personale.

6. Il dolore farà sempre parte della tua vita. Ciò che conta è il modo in cui lo affronti. Se scegli di evitarlo, puoi soffrire di meno. Se lo affronti, cresci. Può essere un insegnante severo, ma prezioso.

7. Alcune volte, è troppo tardi. Troppo tardi per chiedere scusa. Troppo tardi per recuperare un amore perduto. Non dare per scontate le persone che ami. Ogni momento trascorso insieme potrebbe essere l’ultimo, e solo quando la vita ci pone di fronte a questa dura verità comprendiamo quanto sia preziosa ogni relazione e ogni istante con coloro che ci sono cari.

8. Fare del tuo meglio non garantisce che ce la farai. Potrebbe essere che il tuo meglio non era (ancora) abbastanza. Magari la fortuna non era dalla tua parte. Esiste un’infinità di variabili che sfuggono al nostro controllo, e questo è un aspetto fondamentale della vita che bisogna imparare ad accettare.

9. Nessuno può salvarti se non tu stesso. Nessun angelo custode, nessun amico, nessun terapeuta, nessun partner può fare il lavoro per te. Possiamo ricevere sostegno e amore dagli altri, ma alla fine, le decisioni che determinano il nostro cammino devono essere prese da noi stessi. Dobbiamo ascoltare il nostro intuito, la voce interiore che conosce la verità e la strada migliore per noi.

10. Abbiamo poco tempo perché lo usiamo male. Seneca disse che non è vero che abbiamo poco tempo, bensì che ne sprechiamo molto. E se ci concedessimo più momenti di pausa per rifocalizzarci sulle priorità della nostra vita? Cosa succederebbe se dedicassi maggiore attenzione alle attività che veramente contano per te, lasciando da parte le distrazioni e le occupazioni inutili?

Numero3001.

 

P E R S O N A L I T A’

 

da  QUORA

 

Scrive Edoardo Della Valle, corrispondente di QUORA

 

PERSONALITA’   DELLE   PERSONE

 

  • Le persone che parlano male di altre persone con te, parleranno sempre male di te con altre persone.
  • Le persone che parlano molto o cercano di farti ridere molto di solito sono sole.
  • Se sembrano odiare eccessivamente qualcosa, semplicemente non possono permetterselo.
  • Se qualcuno ti chiede strani favori all’improvviso, sta cercando di farti piacere.
  • Le persone che indossano colori troppo colorati o contrastanti di solito non si truccano.
  • Più qualcuno odia le donne/uomini, più segretamente bramano la loro attenzione.
  • Se la sua risata suona un po’ “orchestrata”, sta cercando di controllare la situazione e la tua impressione su di lui.
  • Se qualcuno non sembra molto disponibile con i complimenti, non sarà molto disponibile nemmeno per tante altre cose in generale.
  • Se qualcuno incrocia le braccia quando è di fronte a te, non vuole aprirsi con te.

 

 

Scrive Ghassan Albhotori, un corrispondente di QUORA

 

TRATTI   DI   PERSONALITA’

 

  1. Come dice di amare e come ama coi fatti.
  2. Come tratta gli animali.
  3. Come tratta gli anziani.
  4. Come tratta le minoranze.
  5. Come tratta i deboli e coloro che non hanno nulla o nessuno che li difende o li sostiene.
  6. Come usa la grammatica.
  7. Quanto è vasto il suo vocabolario e come lo utilizza.
  8. Quanto profondamente e acutamente guarda le cose (un indicatore dell’intelletto).
  9. Come parla nei luoghi pubblici, specialmente al telefono, le parole che usa e quanto forte è la voce.
  10. Come cambia quando gli viene assegnato un potere.
  11. Quanto il tempo e la distanza lo cambiano e in che misura questi due fattori influenzano le sue relazioni.
  12. Quanto tempo passa da solo.
  13. Quante volte si giustifica delle cose.
  14. Quante volte dice “scusa” e “grazie” (più le usa, meglio è, per entrambe).
  15. Come distribuisce i soldi agli altri, che si tratti di pagare o di regalare, la posizione delle sue mani, i suoi gesti e la sua pazienza.
  16. Quante volte si fa i selfie.
  17. Quanto facilmente si arrabbia; più o meno è meglio, a seconda delle circostanze.
  18. Quanto è forte la sua obbedienza alle autorità, a qualsiasi livello.
  19. Quanto spesso arriva in ritardo.
  20. Quanto rispetta il tempo.

Le piccole azioni raccontano grandi storie.

Numero2983.

 

da  QUORA

 

Scrive Matteo Dossi, corrispondente di QUORA

 

Come faccio ad uscire dalla COMFORT ZONE?

 

La comfort zone, nota anche come “zona sicura”, è uno stato psicologico in cui tutto ciò che circonda una persona risulta essere familiare e privo di incognite, motivo per cui il soggetto tende a non correre rischi derivanti da un cambiamento nella propria vita.

Quali sono i più grandi problemi derivanti da questa situazione? Primo per ordine e per importanza vi è il fatto che, evitando di correre rischi si perderanno un’infinità di occasioni che avrebbero potuto cambiare la propria vita; in secondo luogo, il continuo rimorso e il rimuginare per le occasioni non sfruttate può portare ad aumentare notevolmente i livelli di stress e ansia.

Un esempio di questa situazione? Quello del dipendente non soddisfatto del proprio lavoro ma che non trova il coraggio di lasciare tutto per andare a inseguire il proprio sogno.

Ovviamente, in alcuni casi le possibilità di scelta sono purtroppo molto poche (una famiglia a proprio carico, una situazione economica non facile, etc.), però purtroppo spesso è la pigrizia la causa che non permette di lasciare questo porto sicuro. Vediamo quindi come fare per invertire questa tendenza negativa.

Alcuni semplici consigli per uscire dalla zona sicura

  1. Le abitudini spesso si creano poiché in passato le cose andavano bene in quel modo. Bisogna però rendersi conto e ammettere che così ora non può più funzionare. Una volta presa coscienza della propria situazione, si sarà pronti a partire;
  2. Incomincia con un qualcosa di semplice: scegli un’azione, anche piccola e non troppo importante, che ti ha sempre spaventato e parti da quella. Ti servirà per trovare il coraggio per iniziare il tuo percorso;
  3. Fatto il primo passo, prova a fare un qualcosa di nuovo ogni giorno. Questo ti permetterà di prendere via via più confidenza con questa nuova situazione e di proiettare un’immagine sempre più positiva di “te” nel futuro;
  4. Agisci in modo da essere semplicemente quello che sei. Non fingere di essere un’altra persona, non costringerti a diventare quello che non vuoi davvero, altrimenti ti ritroverai in una situazione peggiore di quella di partenza.

Conclusione

La fase più complessa è sicuramente quella iniziale, ma una volta che si sarà riusciti a slegare le catene mentali che ti tengono vincolato, il percorso sarà in completa discesa.

Numero2889.

 

A B B E C E D A R I O     S P I C C I O L O     D I     V I T A

 

Lascia andare le persone che non sono pronte ad amarti.

Questa è la cosa più difficile che dovrai fare nella vita e sarà anche la cosa più importante.

Smettila di avere conversazioni difficili con persone che non vogliono cambiare.

Smettila di apparire per le persone che non sono interessate alla tua presenza.

So che il tuo istinto è quello di fare tutto il possibile per guadagnare l’apprezzamento di chi ti sta intorno., ma è un impulso che ti ruba tempo, energia, salute mentale e fisica.

Quando inizi a lottare per una vita con gioia, interesse ed impegno, non tutti saranno pronti a seguirti in quel luogo.

Questo non significa che devi cambiare ciò che sei, significa che devi lasciare andare le persone che non sono in grado di seguirti.

La verità è che non sei per tutti e non tutti sono per te.

Questo è ciò che rende così speciale l’incontro con persone da cui hai amicizia o amore corrisposto.

Saprai quanto questo è prezioso, perché hai sperimentato ciò che non lo è.

Ci sono miliardi di persone su questo pianeta e molte di loro le troverai al tuo livello di interesse e impegno.

Forse, se smetti di comparire non ti cercheranno.

Forse, se smetti di provarci la relazione finirà.

Forse, se smetti di messaggiare, il tuo telefono rimarrà buio per settimane.

Questo non significa che hai rovinato la relazione, significa che l’unica cosa che la sosteneva era l’energia che solo tu davi per mantenerla.

Questo non è amore, è attaccamento.

È dare una possibilità a chi non se la merita.

Tu meriti molto di più.

Quando ti rendi conto di questo, inizi a capire perché sei così ansioso quando passi del tempo, in attività e spazi incongrui, con persone che non ti fanno bene e non dovrebbero starti vicino.

Comincerai a renderti conto che la cosa più importante che puoi fare per te stesso e per tutti quelli che ti circondano, è proteggere la tua energia più ferocemente di qualsiasi altra cosa.

Rendi la tua vita un rifugio sicuro, in cui sono ammesse solo persone “compatibili” con te.

Non sei responsabile per aver salvato nessuno.

Non sei responsabile di convincerli a migliorare.

Non è il tuo lavoro esistere per le persone e dare loro la tua vita.

Ti meriti amicizie vere, impegni veri e un amore completo con persone sane e prospere.

La decisione di prendere le distanze da persone nocive, ti darà l’amore, la stima, la felicità e la protezione che meriti.

Numero2796.

 

 

L’eccelso Leopardi, il pessimo Giacomo

Giacomo Leopardi è il solo grande poeta e letterato del passato remoto che ancora vive nel nostro presente smemorato. Non Manzoni, non Foscolo, non Tasso, che lo stesso Leopardi pur considerava più grande di Dante né gli altri classici. A Leopardi si dedicano film, saggi, si celebrano perfino gli anniversari della sue poesie, come l’Infinito.
Eppure fu maltrattato nel suo tempo, come egli stesso scrisse: «sto qui, deriso, sputacchiato, preso a calci da tutti, menando l’intera vita in una stanza…», confidò a Pietro Brighenti nel 1821. Trattato come un deforme, un “saccentuzzo” maleodorante, “un gobbo fottuto”, un nano maledetto, alto appena un metro e 41, un fisico che ricorda quello di Antonio Gramsci; deriso non solo a Recanati ma anche a Napoli, definito un “ranavuottolo” e uno “scartellato”. Questo spiega la totale scissione del poeta favoloso dall’uomo risentito contro il mondo, le donne, l’umanità. Per lui “l’odio è di gran lunga il più durevole fra i piaceri: gli uomini amano in fretta, ma detestano a tutto loro agio e a lungo”. E comunque preferiva l’odio all’indifferenza. Poi il suo elogio del delitto che è a suo dire “un atto eroico”.
Del Leopardi oscuro, “intellettuale livido e livoroso”, tratta la “biografia non autorizzata” di Raffaele Ascheri, da poco edita da Cantagalli; una ricostruzione attenta e assai “scorretta” del grandissimo poeta.
Penoso è il capitolo della sua fame di denaro e delle sue umilianti richieste di aiuti a famigliari, prelati e potenti. Si faceva ipocrita e “untuoso”, pur di ottenere qualcosa. E per convincere i suoi genitori a sostenerlo economicamente, minacciava loro di tornare a casa, così gravando con i suoi esigenti consumi ed essendo “di grandissimo incomodo coi miei metodi strani di vita e colla mia malinconia”. Detestava insegnare, perché reputava gli studenti “insolenti” e lui troppo timido per insegnare; preferiva dare lezioni private di latino e greco. Imbarazzante è il capitolo dedicato a lui come “raccomandato vaticano”, e un altro sull’”ateo papalino”, pronto ad abdicare penosamente alla sua coerenza con una “servile e zelante abiura” e “alla sua dignità personale ed intellettuale” pur di strappare una sinecura ben pagata, “all’ombra del potere teocratico vaticano”. Mostrò insincera umiltà e piaggeria verso i potenti, arrivando a deprecare “la malintesa libertà di pensare”; e si disse felicissimo di servire il Papa Re. In questo appare più leale il cattolico fervente Monaldo che gli sconsigliò di travestirsi da clericale, perché “il galantuomo deve procedere in coerenza dei suoi principii, e non conviene ricevere stipendio da un Principe, vergognandosi di portare la sua divisa”. Giacomo non volle però trasferirsi a Roma, adottando tutte le scuse possibili, perfino “una stitichezza eccessiva” e la sofferenza della carrozza per il trasferimento. Voleva un incarico a Bologna, dove si trovava bene, con una “ben piccola fatica e piccolo tempo”; così sfumò la sua pretesa.
Leopardi fu ipocrita anche con suo padre: quando gli attribuirono la paternità dei Dialoghetti di Monaldo, al di là dei suoi cerimoniosi carteggi col padre, in cui diceva che non voleva “farsi bello degli altrui meriti”, definì altrove quel libro paterno “infamissimo, scelleratissimo”, con dialoghi “sozzi e fanatici”.
Praticando la dissimulazione, adottava anche nella corrispondenza la doppia faccia e la doppia morale. Adulava i prelati, chiedendo favori, ma in privato o in altre corrispondenze li disprezzava, fino a definirli “coglioni” (es. l’abate Cancellieri).
E un odio verso l’umanità e molte città, come Firenze “fetidissima”, e verso i romani e i napoletani; un disprezzo delle donne, soprattutto quelle che non ricambiavano il suo amore, fino a definirle “puttane” (come Teresa Malvezzi). Naturalmente in tutto questo pesavano le sue malattie, la sua cecità progressiva e la sua pessima alimentazione, la sua golosità di dolci che gli fu fatale; l’ultima fu la scorpacciata di confetti canellini di Sulmona che gli procurò amorosamente Paolina, la sorella di Antonio Ranieri, verso cui fu ingrato nonostante le tante premure ricevute. Refrattario alle abluzioni quotidiane, sciatto e malvestito, esaltava bacco e tabacco non potendo godersi Venere.
Ascheri smentisce la diceria di Leopardi omosessuale, che Giacomo definì “un vizio antinaturale”, “una snaturalezza infame”. Il biografo passa in rassegna i suoi infelici amori non ricambiati.
Il suo pessimo carattere, unito all’invidia per il suo genio, gli procurò inimicizie e odii; come quello di Niccolò Tommaseo che lo oltraggiò in versi: “Natura con un pugno lo sgobbò: “Canta, gli disse irata”; ed ei cantò». Ma anche con Manzoni si conobbero ma non si presero. Il deforme e cagionevole Leopardi esaltava la forza e il vigore fisico; Adriano Tilgher notava che “nessun moralista ha tanto esaltato la salute, il vigore e l’allegrezza quanto il pessimista e malato Leopardi”. In questo, trovò nel tempo un fratello, Nietzsche. E come lui esaltò lo spirito guerriero, la giovinezza e la salute, necessaria “a mantenere il vigore dell’animo e il coraggio che non saranno mai in un corpo debole”. Il superuomo ante litteram.
Poi vennero gli studi di Cesare Lombroso e di Giuseppe Sergi su di lui, a considerarlo uno psicopatico e un genio epilettico. Ascheri affronta il suo contraddittorio “nazionalismo” risorgimentale, i tentativi postumi di fascistizzarlo durante il regime o di arruolarlo come “progressista” e “materialista” da parte degli studiosi marxisti. Il responso finale è che fu “un cattivo maestro”. Ma fu un genio incomparabile. Grandezza della poesia, miseria della vita; nano in più sensi, gigante nella letteratura. Giacomo passa, Leopardi resta.

Numero2775.

 

da QUORA

 

Italiani tornati in Italia dopo molti anni all’estero: quali sono state le vostre impressioni positive/negative.

 

Flavio Massimo Foglia

 

Ho vissuto 6 anni in Germania e altro tempo in molti Paesi del mondo, dagli USA al Giappone a quasi tutto quel che c’è in mezzo. Ogni Paese è diverso, così come ogni città italiana, ma generalmente parlando:

Lati negativi:

  • Sviluppo estremamente lento o inesistente: mentre la maggior parte delle altre nazioni guardano al futuro, costruiscono un futuro e si ammodernano, l’Italia (specialmente Roma, la mia città) è rimasta troppo ancorata al passato. Molte procedure che nelle altre nazioni sono relativamente semplici e rapide, a Roma le fanno sembrare estremamente difficili e complesse. Non si costruisce più nulla. Non si mantiene più nulla. È rimasto tutto come decenni fa, senza alcuno sviluppo o visione. L’impressione è quella di trovarsi in una città senza futuro.
  • Burocrazia: troppe leggi e complicazioni per fare qualunque cosa, sistemi inefficienti e tempi troppo lunghi. La burocrazia dovrebbe essere snellita per rendere la vita più semplice a tutti in maniera da concentrarsi sulle cose più importanti ed incoraggiare l’impresa ed il lavoro.
  • Tasse: estremamente alte. Fra le più alte al mondo. Uccidono il lavoro sul nascere. Scoraggiano l’impresa e la voglia di lavorare.
  • Tempi lavorativi lenti: credo che in nessun altro Paese al mondo attività e negozi chiudono dalle 13 alle 16, o per settimane ad agosto. In alcune nazioni non si chiude neanche nei finesettimana. Se tasse e burocrazia lo permettessero, si potrebbe facilmente istituire turni di lavoro, assumere di più e mantenere le attività sempre aperte pur non facendo lavorare troppo le persone. Con il sistema attuale, ogni giorno le attività all’estero ci superano almeno di 3 ore di produttività. Ogni settimana, hanno lavorato 21 ore più di noi. In un mese hanno guadagnato 84 ore: hanno quindi lavorato oltre 10 giorni in più di noi (se calcoliamo giornate lavorative da 8 ore). In un anno, si sono portati avanti a noi di 126 giorni di lavoro (sempre calcolando 8 ore lavorative). Oltre 4 mesi di lavoro e produttività in più guadagnati rispetto all’Italia in un solo anno. Moltiplicatelo per tutte le attività con questi orari, e per ogni anno. Il resto del mondo corre, non sta ad aspettare noi. E chi non sta al passo verrà lasciato indietro, diventando sempre più povero.
  • Taxi: essendomi spostato in tutto il mondo, non ho trovato un singolo Paese dove i taxi sono considerati un lusso come in Italia. Anche in Paesi ricchi e in città come Dubai, New York, Hong Kong, Shanghai i taxi costano molto meno che in Italia. Costringere le persone all’automobile privata e privare i cittadini di un servizio di base paralizza le città, e di conseguenza l’economia. Il tutto per accontentare una piccola mafia che gestisce le licenze dei taxi. Nel resto del mondo chiunque può fare il tassista, se ha una patente ovviamente. La compravendita di licenze in Italia è semplicemente ridicola e mafiosa. Liberalizzare il settore immediatamente.
  • Persone molli e rassegnate: spesso in Italia c’è tendenza a lagnarsi e non agire. Questo sprona la politica e la criminalità a strizzare le persone fino alla fine, tanto sanno che non reagiranno, e questo merita chi non reagisce. In Kazakistan dove vivevo, quando le persone non erano soddisfatte del loro governo, e lo stesso ha aumentato il prezzo della benzina, i cittadini hanno utilizzato la stessa benzina per dare fuoco ai palazzi governativi. Ancora dopo mesi, l’intero palazzo governativo ad Almaty era distrutto dalle fiamme. Non penso che il loro governo dimenticherà la lezione. Ad Hong Kong, dove anche sono stato, quando la Cina ha avanzato troppo le mani, gli abitanti sono scesi in strada a combattere per difendere la propria indipendenza. Se gli italiani non hanno la spina dorsale per combattere, saranno destinati ad essere lo zimbello delle prepotenze di chiunque, dal primo politico corrotto fino ad arrivare all’ultimo dei parcheggiatori abusivi.

Lati positivi:

  • Cibo: molti italiani lo danno per scontato, ma quando ti trovi a vivere fuori, non lo è. Il cibo italiano, la sua raffinatezza e varietà, non ha pari in nessun luogo del mondo. Ci sono nazioni che si avvicinano, che hanno buon cibo, ma nessuno riesce a primeggiare con l’Italia. Ed il mangiare è uno dei grandi e quotidiani piaceri della vita, che ti migliora l’umore ogni giorno e mantiene in buona salute.
  • Natura e tempo: la varietà della natura italiana, la sua biodiversità ed il tempo atmosferico mite e vario sono un patrimonio prezioso. Non tutti i Paesi si trovano ad avere il tesoro naturalistico che abbiamo, anzi devono affrontare condizioni molto più dure.
  • Persone generalmente tranquille, calorose e alla mano: non voglio generalizzare, ma generalmente agli italiani piace socializzare, parlare e passare del bel tempo insieme. Siamo un popolo a cui piace godersi i piaceri della vita, e a ragione.
  • Vita rilassata e piacevole: i ritmi lenti della società italiana lasciano spazio ad una vita dai ritmi generalmente rilassati, che non costringono a correre troppo. È un ritmo dove a volte è possibile fermarsi per contemplare meglio la vita e i piccoli piaceri del quotidiano, come un buon pranzo, il caffè, una chiacchierata.
  • La famiglia: il motivo principale per cui torno in Italia. Non dobbiamo mai dimenticare le nostre radici e i nostri cari. I legami familiari sono molto importanti nella cultura italiana, e forniscono spesso un grande sostegno.

 

 

Numero2765.

 

da Quora

 

10  VERITA’  CHE  TUTTI  DOVREBBERO  ACCETTARE  NELLA  VITA

 

Alcune persone amano dormire perché i sogni sono meglio della realtà.

Sulla terra ci sono 8 miliardi di persone e potresti essere ancora single.

La gioia condivisa è una doppia gioia. Il dolore condiviso è mezzo dolore.

Renderti di nuovo felice è il più grande ritorno.

L’età è qualcosa che non ha importanza a meno che tu non sia un formaggio.

Forse la parola “per sempre” era intesa per i ricordi e non per le persone.

Non deridere mai un dolore che non hai mai provato.

Il tempo rivela sempre di chi è stata veramente la perdita.

Alcune persone perdono diamanti in cerca di pietre.

Goditela prima che diventi un ricordo.

Se hai trovato utile uno di questi pensieri, fanne tesoro.

Numero2754.

 

N.d.R.: invito il lettore a rileggere il Numero1014., dopo aver considerato quanto qui pubblicato.

 

da  QUORA

 

i

 · 

Sì.

Sono un romano e un nomade digitale: Nato e vissuto a Roma, ho poi trascorso gli ultimi anni esplorando il mondo, dagli USA alla Cina e tutto quel che c’è in mezzo, compresa l’Asia Centrale e l’Uzbekistan dove vivo ora.

Perciò ho un minimo di qualifiche per giustificare la mia risposta, avendo vissuto in molte città in tutto il mondo.

Roma, attualmente, è una città vecchia, malandata, degradata, abbandonata, senza manutenzione, senza servizi funzionanti, sporca, disorganizzata, senza controllo e alla mercé di chiunque.

La popolazione è composta prevalentemente da anziani e i relativamente pochi giovani hanno limitati e carenti ambienti di aggregazione, e poche opportunità, specialmente in periferia.

I giovani con sane idee, ambizioni e possibilità emigrano, e vengono sostituiti da schiavi clandestini a basso costo dal terzo mondo, mentre la popolazione romana, insieme alla sua economia, vanno a morire pian piano.

Il senso di estremo degrado è palpabile in ogni metro quadro: mondezza per terra, rivoli di piscio ed escrementi, scarabocchi che imbrattano muri sudici, automobili accatastate in ogni singolo spazio, traffico e roghi tossici che inquinano l’aria.

La cosa peggiore è che molti sembrano ormai assuefatti al degrado: non rendendosi conto che in quasi tutto il resto del mondo, anche in città di Paesi considerati come più sottosviluppati (ad esempio, Kazakhstan) la qualità di vita è nettamente migliore di Roma sotto molti aspetti.

Salubre passeggiata fra le vie di Roma:

Ho visto gente a Roma cibarsi in bar fra l’immondizia, bar dove perfino le aiuole, in teoria decorative, che li delimitavano erano diventate cestini di rifiuti. I gestori non sembrano curarsene, il decoro non esiste. Una vita senza dignità, senza bellezza, come maiali che grufolano fra l’immondizia.

In foto, le aiuole di questo bar:

Nella foto sotto, piacevole passeggiata in un parco romano. L’incuria ha fatto morire un albero di cui è rimasto solo un ceppo che, sempre per incuria, non è stato rimosso. E, come ogni cosa a Roma, è diventato un cestino di immondizia:

Personalmente ho agito spesso per migliorare le cose e ogni romano dovrebbe opporsi e combattere con ogni mezzo, anziché frignare e lamentarsi senza agire.

Quando ho chiamato la polizia per fermare un’aggressione da parte di un clandestino ubriaco, sono arrivati dopo 45 minuti. Ho dovuto agire da solo.

Quando mi sono rivolto ai vigili del fuoco per fermare degli zingari che stavano creando, come ogni singolo giorno da anni, un enorme rogo tossico inquinando l’aria di tutta la città, mi hanno detto che non potevano fare nulla. Sono dovuto entrare nel campo rom da solo a mio rischio e pericolo.
In foto (scattata da me) potete vedere quello che ho trovato:

Servono romani con le palle per cambiare la situazione, persone che stanno sul pezzo, e non i soliti lamentosi pavidi e bravi solo a frignare e a farsi sottomettere da chiunque, per poi masturbarsi a vicenda per illudersi di vivere nella “città più bella del mondo”. Sì, duemila anni fa magari. Ora i nostri antenati si staranno rivoltando nella tomba a vedere che fine ha fatto la nostra città.

Non sono una persona che si rassegna, e voglio che la mia città presto possa tornare a splendere. Ma ci dovrà essere un cambio di mano radicale, polso di ferro, e tolleranza zero per l’inciviltà.

E non fraintendetemi: io amo Roma, amo la sua storia, amo quello che potrebbe essere se solo fosse gestita in maniera intelligente. Ed è per questo che odio vederla ridotta così e considererei ogni mezzo lecito per stravolgere la situazione.

È necessario che tutti noi romani combattiamo con ogni mezzo per invertire lo stato di degrado e tornare a far essere la nostra Urbe la migliore città del mondo. Bisogna unirsi in una battaglia di civiltà, guardare oltre il proprio orticello. Quando vediamo qualcosa che non va, dobbiamo intervenire personalmente. È difficile, è rischioso, è una strada lunga e tortuosa, ma nella vita raramente ciò per cui vale la pena combattere si raggiunge senza sforzo.

E Roma questo sforzo lo merita.

Via Cavour, Roma Centro. Clandestino ubriaco si masturba fra il piscio e i graffiti che imbrattano tutta la città

Acquedotti Romani

Bike sharing romano

Marciapiede romano

Scorcio romano

Sottopassaggio romano

Carcasse di animali per strada hanno il tempo di finire di decomporsi prima che la corrotta società di gestione rifiuti pulisca. Notare inoltre il rivolo di piscio onnipresente in ogni parte della città

Opere d’arte romane