Numero3604.

 

da  QUORA

 

Scrive Murta P., corrispondente di QUORA.

 

C H E    C O S A    P I A C E    A L L E    D O N N E

 

C’è una citazione attribuita a Jung (perfettamente in linea con il suo pensiero) che amo molto:

“Il più grande privilegio di una vita è diventare sé stessi.”

Secondo me, risponde già alla domanda: “Cosa piace alle donne?”

Quando incontri qualcuno, il punto non è capire “cosa vuole”, ma chi sei tu mentre ti presenti.

Perché se metti una persona su un piedistallo prima ancora di conoscerla, non stai vedendo lei: stai idealizzando una tua proiezione.

Jung chiamava ombra tutto ciò che rimane nascosto dietro la maschera che costruiamo da bambini per compiacere, e da adolescenti per appartenere.

Integrare l’ombra significa smettere di recitare e lasciar emergere ciò che siamo davvero: desiderio autentico, curiosità, ironia, presenza senza bisogno.

Quando vivi così, non hai più necessità di chiederti “cosa piace”.

Cerchi semplicemente chi ti riconosce, chi ti vede senza che tu debba nasconderti.

Ti mostri, e chiedi all’altra persona di mostrarsi.

Le persone entrano nella nostra vita come possibilità.

Nessuno merita un piedistallo a priori – nemmeno dopo anni, nemmeno dentro una relazione.

Solo quando qualcuno ti incontra da pari può diventare protagonista insieme a te della tua storia.

Gli altri rimangono di passaggio, ed è naturale così: fa parte della fatica e della bellezza di diventare sé stessi.

Per questo, quando ti dicono “sii te stesso”, ti stanno dicendo solo metà della verità.

La parte difficile è scoprire chi è davvero quel “te”.

E questo vale anche per il rapporto con il gentil sesso, come per chiunque altro.

Non devi chiederti “cosa piace alle donne?” mettendo addirittura un intero genere sul piedistallo.

Chi è davvero se stesso si chiede al massimo:

“Come esprimo desiderio in modo autentico?”

Tutto il resto si costruisce a due.

Ma questa è un’altra storia.

 

N.d.R.: forse, la domanda giusta è: “chi sono io, quando incontro quella donna?”.
Non mi devo comportare come piace, genericamente, alle donne, magari compromettendo la mia genuinità, spontaneità, anche vulnerabilità o venendo meno ai miei connotati caratteriali per recitare una parte.

A mio avviso, il miglior modo di approcciare una donna è essere me stesso, senza infingimenti o mascherature che, presto o tardi, finirebbero per avere il tempo che trovano.

Avere una relazione con una donna è sempre una buona occasione per imparare ad essere se stessi o, addirittura, per migliorarsi.

Numero3458.

 

F A T T I    P S I C O L O G I C I

 

Sei sempre giudicato dal tuo aspetto esteriore.

Meno ti giustifichi, più guadagni rispetto.

I forti vengono messi alla prova, i deboli vengono usati.

La vera libertà è saper stare da soli.

La maggior parte delle persone ti sorride per interesse.

La tua sicurezza infastidisce i deboli.

Nessuno desidera il tuo successo più di te stesso.

Le persone notano prima un errore che un successo.

 

@Scattomentale.

 

 

Numero3450.

 

L A T I    O S C U R I

 

I più deboli sono i malvagi.
Fanno del male agli altri perché non sanno affrontare se stessi.

I più infelici sono gli invidiosi.
La loro vita è un eterno confronto con gli altri.

I più meschini sono i superbi.
Cercano di sentirsi grandi solo sminuendo gli altri.

I più stupidi sono i chiacchieroni.
Parlano sempre, ma non dicono mai nulla di interessante.

I più patetici sono gli ipocriti.
Predicano ciò che non hanno mai il coraggio di vivere.

I più forti sono i gentili.
Perché la gentilezza richiede un coraggio e una forza che la rabbia non avrà mai.

I più intelligenti sono i silenziosi.
Osservano, capiscono e poi agiscono.

I più ricchi sono i semplici.
Perché hanno ciò che il denaro non può comprare.

I più felici sono gli umili.
Non hanno bisogno di apparire per sentirsi vivi.

I più saggi sono i tranquilli.
Chi ha trovato la pace interiore non ha più il bisogno di urlare.

I più vuoti sono gli arroganti.
Il rumore che fanno è solo l’eco del nulla.

I più veri sono i solitari.
Perché non hanno bisogno di maschere per essere se stessi.

 

@DianaUrsu.

Numero3388.

 

F R A M M E N T I    D I    S A G G E Z Z A

 

Frammenti di saggezza – Serie I

1.

Non siamo i nostri pensieri,
ma lo spazio in cui i pensieri passano.

Ogni attimo ascoltato in silenzio
è un frammento d’eternità.

Il corpo è la soglia,
non la prigione.

Vivere è accorgersi
che siamo già vivi.

L’anima non pesa,
ma lascia tracce leggere.

Non c’è verità ultima,
solo un continuo avvicinarsi.

Quando non cerco nulla,
tutto può accadere.

Frammenti di saggezza – Serie II

La coscienza non è la luce,
ma ciò che la vede accendersi.

Ogni risveglio è una soglia:
varcarla in silenzio è già meditare.

Non siamo il centro dell’universo,
ma possiamo diventarne lo specchio.

La verità non si afferra,
si lascia avvicinare.

L’istante presente è sacro,
se non lo chiami “mio”.

Il sapere che conta
è quello che sa di non sapere.

Nulla è più vasto
di un cuore che ascolta.

Frammenti di saggezza – Serie III

Il tempo non è nemico,
è un maestro che parla piano.

L’attesa è un grembo,
non una punizione.

Ogni respiro è un nuovo inizio.

La memoria non conserva,
trasforma.

Chi segue il proprio ritmo,
non è mai in ritardo.

Il tempo è saggio:
sa quando accelerare,
e quando fermarsi a guardare.

Solo ciò che passa davvero,
può lasciarci qualcosa di eterno.

Numero3387.

 

C O L L O Q U I    C O N    M E    S T E S S O

 

Giorno 1 – Presenza

Il primo respiro del mattino
è già un pensiero che si affaccia.
Ma se resto quieto,
posso abitare il silenzio
dove ancora nulla ha nome.

In quel vuoto semplice
mi accorgo di esserci:
non come persona,
ma come campo,
come attenzione pura
che precede il mondo.


🜂 Giorno 2 – Silenzio

Il silenzio non è assenza,
ma profondità.

Sotto ogni pensiero,
sotto ogni parola,
vive un suono che non si sente,
eppure tutto contiene.

Quando lo ascolto,
il tempo si ferma
e la mia coscienza si fa cielo.

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Giorno 3 – Sé

Mi sveglio,
e prima ancora del mio nome,
sento un punto immobile che mi abita.

Non è pensiero, né emozione,
ma una sorgente ferma
da cui tutto nasce.

Questo sono:
non l’idea che ho di me,
ma l’essere che osserva
anche quell’idea.


🜂 Giorno 4 – Io

L’“io” è utile per orientarmi nel mondo,
ma non dice chi sono.

È la maschera gentile
che porto tra gli altri,
ma io sono anche
chi la toglie la sera,
e chi sogna mentre dorme,
e chi ascolta in silenzio al mattino.

Sono ciò che resta
quando l’“io” si fa da parte.


🜂 Giorno 5 – Osservare

Quando osservo senza giudicare,
il mondo si mostra com’è.

La coscienza non ha bisogno
di cambiare nulla,
solo di vedere.

E nel vedere,
ogni cosa si illumina
senza sforzo.


🜂 Giorno 6 – Pensare

Il pensiero è uno strumento,
non un padrone.

Quando lo lascio scorrere
come un fiume,
posso navigarlo.

Ma se mi aggrappo a ogni onda,
dimentico il mare.


🜂 Giorno 7 – Essere

Al mattino,
prima di agire,
prima di parlare,
prima di volere,
posso semplicemente
essere.

Essere senza aggiunta,
come il cielo prima della nuvola,
come la luce prima del colore.

Ed è lì che tutto inizia davvero.

Settimana 2 – Tema: Tempo

Il tempo non come misura, ma come esperienza vissuta nella coscienza.
Ogni giorno esplora un volto diverso del tempo: l’attimo, la durata, il futuro, il ritmo…


🕰 Giorno 1 – Attimo

L’attimo non è ciò che passa,
ma ciò che è.

Quando lo afferro, svanisce.
Quando lo accolgo, mi rivela.

L’attimo non si misura,
si vive.
E in quell’istante,
io sono eterno.


🕰 Giorno 2 – Durata

Alcune esperienze durano un minuto,
ma restano per sempre.

La durata non sta nel tempo,
ma nella densità del sentire.

Il tempo che vale è quello
che lascia un’eco nell’anima.


🕰 Giorno 3 – Memoria

La memoria non è passato,
è presente che ricorda.

Ogni volta che rivedo un volto amato,
non sto tornando indietro,
ma portando qui ciò che non vuole svanire.

La memoria è il modo in cui il tempo
si trattiene tra le mani della coscienza.


🕰 Giorno 4 – Futuro

Il futuro non esiste ancora,
eppure ci abita.

Ogni attesa è una forma di creazione:
immagino, temo, desidero,
e così lo costruisco.

Ma il futuro vero
si rivela solo
quando smetto di aspettarlo
e lo accolgo come dono.


🕰 Giorno 5 – Attesa

L’attesa è un tempo vuoto
solo per chi non lo ascolta.

In realtà, ogni attesa è un tempo di gestazione.
Qualcosa sta maturando,
anche se non si vede.

L’attesa è una forma segreta di fiducia.


🕰 Giorno 6 – Ritmo

Ogni essere ha il suo ritmo.
Forzarlo è violenza,
assecondarlo è armonia.

Il tempo naturale è circolare,
come il respiro, come le stagioni.

Tornare al proprio ritmo
è ritrovare il sentiero di sé.


🕰 Giorno 7 – Eterno

L’eterno non è ciò che dura per sempre,
ma ciò che non ha bisogno di durare.

È il lampo che apre il cielo,
il pensiero puro,
lo sguardo che comprende tutto in un solo istante.

Quando l’io tace
e l’essere si mostra,
ecco: quello è l’eterno.

Numero3374.

 

T E M I    E S I S T E N Z I A L I

 

1. Vita

Vivere

Non significa solo durare,
ma fiorire anche nell’inverno,
come il fiore che sboccia
senza chiedersi se verrà visto.

La vita è un respiro che si rinnova,
un sì che si ripete
anche quando tutto tace.

E ogni giorno vissuto con coscienza
è un giorno eterno.


2. Morte

Morire

Non è un abbandono,
ma un ritorno al silenzio da cui veniamo.

È come l’onda che si ritira
senza paura,
sapendo di essere mare.


3. Tempo

Il Tempo

Non è ciò che scorre,
ma ciò che misura il nostro attaccamento.

Quando smetto di contare i minuti,
scopro che ogni istante è completo
e l’eterno abita nel presente.


4. Amore

Amare

Non è desiderare,
ma riconoscere nell’altro
il proprio stesso respiro.

Amare è dire:
“Esisti, e questo mi basta.”


5. Libertà

Libero

Non è chi può fare tutto,
ma chi non è schiavo
di nulla, nemmeno di se stesso.

La vera libertà
è essere padroni del proprio silenzio
e amici della propria solitudine.


6. Destino

Destino

Non è scritto nelle stelle,
ma inciso nel cuore
di ogni nostra scelta.

E ogni scelta compiuta con amore
diventa sentiero
verso la nostra verità.


7. Nulla

Il Nulla

Non è un vuoto che annulla,
ma lo spazio silenzioso
dove tutto nasce e torna.

Non temere il nulla:
esso è la madre di ogni cosa.

Numero3373.

 

S V E G L I A R M I

 

Prima che il giorno riprenda il suo corso,
quando il corpo è silenzio e la mente è luce,
mi scopro essere pura presenza.

Non sono il pensiero che pensa,
non sono la forma che si muove,
ma il campo stesso in cui i pensieri sorgono
e le forme si dissolvono.

Qui,
in questo dormiveglia senza confini,
la coscienza si espande oltre l’io
e incontra la bellezza pura:

la nota musicale che risuona senza uditore,
il colore che splende senza occhio,
il pensiero che si svela senza pensatore.

Qui sono libero,
eppure radicato nel corpo che riposa,
come fiamma nella lampada,
come canto nel silenzio.

Non c’è fuga,
ma un tornare a casa
dove io non sono più io,
eppure sono più me stesso che mai.

In questo istante,
comprendo:
il corpo non è prigione,
è porta.

E la coscienza che l’attraversa
è il mistero stesso che illumina il mondo.

Numero 3370.

 

L A    M I A    V I S I O N E    D E L    MO N D O

 

Essere e Esistere

Sono nato senza sapere,
eppure la mia coscienza sapeva già.

Ho abitato un corpo come una casa,
l’ho creduta mia
finché non ho compreso
che anch’essa era l’onda
di un mare più vasto.

Ho cercato il senso nelle parole,
ma l’ho trovato nel silenzio
che le contiene.

Ho temuto la morte,
finché non ho visto che la vita stessa
è un morire a ogni istante
e rinascere al successivo.

Ho voluto lasciare tracce,
ma ora so che l’unica traccia vera
è la vibrazione che lascio
nel cuore di chi mi incontra.

E così,
tra un respiro e l’altro,
tra un pensiero e il nulla,
comprendo che:

Esistere è un lampo,
ma Essere è eterno.

Non so dove andrò,
ma so che ovunque sarò,
porterò con me
questo istante di pura coscienza
che nessuno potrà mai togliermi.