A M I C I Z I A C O N T R O V E R S A
La maggior parte dei
tuoi cosiddetti “amici”
vuole che tu stia bene.
Ma mai meglio di loro.
Cosa ci insegna la vita… testamento spirituale di un libero pensatore
A M I C I Z I A C O N T R O V E R S A
La maggior parte dei
tuoi cosiddetti “amici”
vuole che tu stia bene.
Ma mai meglio di loro.
Cosa è più forte?
La paura della vita,
o la paura della morte?
Tutti hanno paura della morte, chi più chi meno….se non altro perché rappresenta un vero e proprio tuffo verso l’ignoto. E’ per questo che si sono inventati miti riguardo divinità che promettono gioie e dolori una volta esalato l’ultimo respiro.
La paura della vita è molto peggiore, dovremmo voler e poter provare a vivere al meglio delle nostre possibilità, visto che non esiste garanzia di un “posto migliore”.
È più forte la paura della vita. La morte sappiamo che esiste ma non sappiamo né dove, né come, né quando avverrà.
La vita c’è già, e averne paura vuol dire condurre un’esistenza alquanto limitata e, chissà, forse anche con qualche sofferenza.
Perché non provare a vivere, che magari esce fuori qualcosa di buono? Ma non qualcosa da lasciare ad altri, ma un arricchimento del proprio spirito, da portare con sé nell’al di là, quale dotazione di partenza per una prossima vita ancora migliore di quella che abbiamo già migliorata: un tesoretto che ci appartiene per l’infinitudine del tempo.
È per questo che dobbiamo vivere bene, senza paura di vivere.
da QUORA
Alcune regole non dette che tutti dovrebbero conoscere.
L’autoerotismo è una esperienza valida che una persona deve poter vivere senza vergogna.
L’amore della gioventù non è per sempre, ma se sai trasformarlo, una relazione durerà per sempre.
La famiglia si basa sull’amore, non sul sangue.
Se ci si impegna, ci si organizza, si studia, si lavora, si creano contatti, molto di più è possibile (non tutto, ma molto, molto di più).
La scuola non forma lavoratori, ma cittadini.
Il lavoro non è un dovere, ma un diritto.
Alla fine della propria vita ciò che conta non è il denaro, ma il tempo speso con i propri cari.
Se vi licenziate lasciate sempre un luogo di lavoro ringraziando (meglio lasciare il mare calmo).
Guardate le persone negli occhi.
Stare zitti e chiedere scusa sono due qualità, non segni di debolezza.
Prima di lavorare leggete il vostro contratto di lavoro ed i vostri diritti.
Le cose si comprano quando si hanno i soldi.
Esistono acquisti alternativi alla casa in mattoni.
I figli non devono vedervi o sentirvi discutere.
I bambini hanno accesso a tutto, grazie ai cellulari. Vedono ogni cosa “proibita”, morte sesso e violenza. Meglio saperlo.
La tragedia della vita è ciò
che muore dentro ogni uomo
col passare dei giorni.
Albert Einstein.
Ricordate che la saggezza stoica
è un percorso di crescita
personale e di autoconsapevolezza.
Non siamo perfetti
ma possiamo sempre migliorare.
Siate perseveranti,
coltivate la calma interiore,
agite prontamente,
esercitate il vostro autocontrollo,
cercate l’eccellenza
e affrontate l’ansia con saggezza.
Sono questi i pilastri
per una vita significativa e virtuosa.
Possiamo trovare la felicità
accettando ciò che non possiamo controllare
e agendo saggiamente
su ciò che possiamo cambiare.
I N V E C C H I A R E
Invecchi quando smetti di combattere,
di interessarti alla vita, quando decidi
di non dedicarti più a te stesso , per migliorarti,
quando non apprendi più nulla,
quando rinunci a troppe cose,
quando non hai più motivi per rimanere giovane,
quando rimandi , quando ti guardi
indietro invece di guardare avanti.
Si invecchia a piccole dosi , è uno stillicidio.
Ma invecchia più in fretta degli altri
chi non è mai stato giovane e chi
ha avuto veramente poco dalla sua vita.
LA FORMULA DI SOCRATE
di Cristina Dell’acqua.
Fate meditazione? Pensate che sia importante conoscere se stessi? (parliamo spesso di consapevolezza). Dubitate, senza per questo scivolare nel complottismo? Forse non lo sapete, ma siete potenziali discepoli di Socrate. Proprio lui, il filosofo greco.
Per usare un lessico moderno dovremmo dire che era un rompipalle (gli Ateniesi lo definivano un “tafano”), uno che insinua il dubbio, manda al macero le certezze. Un tipo provocatorio. Gentile, ma ribelle. Però più contemporaneo di altri, vicino al nostro presente.
Non ha lasciato niente di scritto. Tutto quello che sappiamo ce lo racconta Platone nei Dialoghi, dall’arte del dubbio alla cura, dall’amore alla condanna a morte con l’accusa di non credere negli Dei tradizionali e di corrompere i giovani. E se fosse arrivato il momento di riscoprirlo?
È l’idea di Cristina Dell’Acqua, appassionata di sperimentazione didattica, che insegna latino e greco al Collegio San Carlo di Milano, con La formula di Socrate, un saggio moderno senza esagerare ( le avevano suggerito di mettere in copertina Socrate con un cellulare e ha detto di no) che rivaluta la “tafanitudine” del filosofo e invita a tirar fuori il meglio di sé.
E allora proviamo a portare la formula di Socrate ai giorni nostri.
Il mondo è cambiato, la provocazione è lo sport nazionale: ne abbiamo ancora bisogno?
Sì, ma come la intendeva il filosofo. La provocazione oggi, non è dubbio, ma urlo, arroganza, egoismo. È marketing. È far parlare di sé, conquistare l’attenzione. Il metodo Socrate è l’opposto: ha la pacatezza delle opinioni, la forza dello spirito critico, senza il punto di vista del partito preso.
Facciamo un esempio?
L’intelligenza artificiale: chi la ama, chi la odia, chi ne ha semplicemente paura senza conoscerla. Piuttosto che scegliere l’opinione di un altro, ragionare, farsene una propria. Non demonizzare i vari Chatbot, ma dar loro valore nella maniera giusta. Non si tratta di saper fare e basta, ma di saper pensare. Uno che ti obbliga a riflettere è fastidioso, ma ti fa crescere, fiorire. Lo dico soprattutto per i ragazzi.
Oggi molti preferiscono diventare influencer per avere seguaci, successo, fama. Come si fa?
Capisco l’idea di appartenenza che rafforza gusto e passioni, ma ecco il “tafano” socratico. TiKTok, Istagram, i social media in genere ti fanno credere di essere sapiente, invece non è così. L’obiettivo dovrebbe essere diventare influencer di se stessi, soggetto e non oggetto, non preda delle mode altrui, non cortigiani, ma prìncipi. Dovremmo avere il coraggio di essere tutti un po’ più fastidiosi, un po’ più “tafani”.
Cerchiamo di essere accomodanti, ma in realtà è il dubbio – e chi invita a esercitarlo – a farti crescere. Dovremmo tirare fuori il filosofo che è dentro di noi. Socrate deve questa immagine alla madre, che faceva la levatrice
N.d.R.: la Maieutica era l’arte della levatrice: come la madre estraeva il parto dal ventre della gestante, così Socrate estraeva le idee dalla mente del giovane interlocutore che questi già aveva in sé, ma che non erano mai state espresse e manifestate, neanche a lui stesso.
Va bene, abbiamo cominciato a dubitare. E dopo?
Invece che verso l’esterno, dobbiamo proiettarci verso l’interno. Il boom di pratiche come mindfulness (consapevolezza) e meditazione ci dicono che ne abbiamo bisogno, che è la via giusta. “Conosci te stesso” era la frase scritta sul frontone del tempio di Apollo a Delfi. Sapere chi siamo, e soprattutto chi non siamo, è la formula dell’equilibrio di ogni esistenza. Altrimenti finiremo per vivere la vita di qualcun altro.
Non sai ridere della vita?
Allora vuol dire
che non stai vivendo.
da QUORA
C’è un modo per capire quando si è diventati “vecchi”?
N.d.R.: Se c’è qualche “giovane” che si riconosce in questo elenco … povero lui!
Se c’è qualche “vecchio” che non si riconosce in questo elenco … beato lui!
Se qualcuno, come me, si ritrova al 100 per 100 nella descrizione di questo elenco, sappia che ad essere “vecchi” così sono miliardi di persone ma, tutto considerato, … la vita è bella lo stesso.
da QUORA
Maat (“Giustizia”) era l’antico concetto egizio dell’equilibrio, dell’ordine, dell’armonia, della verità, della legge e regola, della moralità e della giustizia. Era inoltre personificata come una dea antropomorfa, con una piuma in capo, responsabile della disposizione naturale delle costellazioni, delle stagioni, delle azioni umane così come di quelle delle divinità, nonché propagatrice dell’ordine cosmico contro il caos. La sua antitesi teologica era Isfet.
Mandata nel mondo da suo padre, il dio-sole Ra, perché allontanasse per sempre il caos, Maat aveva anche un ruolo primario nella pesatura delle anime (o pesatura del cuore) che avveniva nel Duat, l’oltretomba egizio: la sua piuma era la misura che determinava se l’anima (che si credeva residente nel cuore) del defunto avrebbe raggiunto l’aldilà o meno.
Le leggi di Maat.
1) Non uccidere e non permettere che nessuno lo faccia.
2) Non tradire la persona che ami o il tuo coniuge.
3) Non vivere nella collera.
4) Non spargere terrore nelle persone.
5) Non assalire e non provocare dolore al prossimo.
6) Non sfruttare il prossimo e non praticare la schiavitù.
7) Non fare danni che possano provocare dolore all’uomo o agli animali.
8) Non causare spargimento di lacrime.
9) Rispetta il prossimo.
10) Non rubare ciò che non ti appartiene.
11) Non mangiare più cibo di quanto te ne spetti.
12) Non danneggiare la Natura.
13) Non privare nessuno di quello che ama.
14) Non dire falsa testimonianza.
15) Non mentire per far del male ad altri.
16) Non imporre le tue idee agli altri.
17) Non agire per fare del male agli altri.
18) Non parlare dei fatti altrui.
19) Non ascoltare di nascosto fatti altrui.
20) Non ignorare la Verità e la Giustizia.
21) Non giudicare male gli altri senza conoscerli.
22) Rispetta tutti i luoghi sacri.
23) Rispetta e aiuta chi soffre.
24) Non arrabbiarti senza valide ragioni.
25) Non ostacolare mai il flusso dell’acqua.
26) Non sprecare l’acqua per i tuoi bisogni.
27) Non inquinare la terra.
28) Non nominare il nome dei Neteru invano.
29) Non disprezzare le credenze altrui.
30) Non approfittare della fede altrui per fare del male.
31) Non pregare né troppo né troppo poco gli Dei.
32) Non approfittare dei beni del vicino.
33) Rispetta i defunti.
34) Rispetta i giorni sacri anche se non credi.
35) Non rubare le offerte fatte agli Dei utilizzandole per te stesso.
36) Non disprezzare i riti sacri anche se non ti aggradano.
37) Non uccidere gli animali senza una ragione seria.
38) Non agire con insolenza.
39) Non agire con arroganza.
40) Non vantarti del tuo benessere di fronte ad altri.
41) Rispetta questi principi.
42) Rispetta la legge se non contrasta con questi principi
da QUORA
RISOLVERE I PROBLEMI
Entri nel letto e ti prepari per una bella dormita.
Senti che devi fare la pipì.
Fa freddo fuori, così decidi di tenerla.
“Starò comunque dormendo profondamente tra pochi minuti”, menti a te stesso.
Ti giri e ti rigiri per 2 ore, finalmente ti infili le ciabatte, sfrecci in bagno.
Hai sprecato 2 ore a ingannare la tua mente, 2 ore che avresti potuto usare per un buon riposo.
Quando qualcosa nella tua vita ti infastidisce, che sia la sabbia nelle scarpe, compiti estenuanti e lunghissimi, un bullo a scuola, molestie sessuali in ufficio, devi affrontarla e risolverla il prima possibile.
I problemi non si risolvono da soli, se vuoi avere una vita migliore, devi tu risolvere i tuoi problemi non appena nascono, una volta per tutte.
COSA HAI IMPARATO TROPPO TARDI?
… E ANCORA
Non posso far dipendere me stessa dagli altri.
Per tutta l’infanzia e l’adolescenza (ma, a dirla tutta, anche oltre) mi sono sempre stupita degli atteggiamenti vili e maligni di alcune persone, perché a me era stato insegnato che bisogna trattare bene gli altri, non bisogna essere invidiosi e irrispettosi, e questa filosofia l’ho sempre seguita e fatta mia.
Così, quando ad esempio vedevo alcune compagne di classe fare le bulle, insultare altri compagni o i professori, o emarginare chi per esempio prendeva bei voti, o gioire se una ragazza veniva lasciata dal proprio ragazzo, mi sedevo pensosa a guardare fuori dalla finestra chiedendomi per quali ragioni agissero, quale fosse l’emozione che le spingeva verso quel comportamento.
Negli anni, crescendo, mi sono data una risposta razionale a tutto questo, e cioè la rabbia repressa, l’invidia, il desiderio di rivalsa, l’insicurezza e in generale anche una cattiva educazione, in poche parole i veleni mentali.
Ma se dovessi dire che le capisco appieno e riesco a immedesimarmi nei loro modi di fare, non sarebbe vero. Penso che non agirei in maniera maligna e calcolata nemmeno per difendermi perché per me sono importanti i sentimenti e l’energia positivi.
Ho dovuto, tuttavia, imparare a difendermi da queste persone, e quindi a (ri)conoscerle, perché se le conosci le eviti, e se le eviti non ti distruggono.
Perciò è inutile mettere la testa sotto la sabbia e credere che al mondo agiamo tutti per gli stessi motivi, seguendo gli stessi impulsi, e lamentarsi se qualcuno non si comporta come noi vorremmo, ma invece è importante rendersi conto della realtà e sviluppare la propria intelligenza emotiva.
da QUORA
Quali sono alcune regole non dette che tutti dovrebbero conoscere?
L’autoerotismo è una esperienza valida che una persona deve poter vivere senza vergogna.
L’amore della gioventù non è per sempre, ma se sai trasformarlo, una relazione durerà per sempre.
La famiglia si basa sull’amore, non sul sangue.
Se ci si impegna, ci si organizza, si studia, si lavora, si creano contatti, molto di più è possibile (non tutto, ma molto, molto di più).
La scuola non forma lavoratori, ma cittadini.
Il lavoro non è un dovere, ma un diritto.
Alla fine della propria vita ciò che conta non è il denaro, ma il tempo speso con i propri cari.
Se vi licenziate lasciate sempre un luogo di lavoro ringraziando (meglio lasciare il mare calmo).
Guardate le persone negli occhi.
Stare zitti e chiedere scusa sono due qualità, non segni di debolezza.
Prima di lavorare leggete il vostro contratto di lavoro ed i vostri diritti.
Le cose si comprano quando si hanno i soldi.
Esistono acquisti alternativi alla casa in mattoni.
I figli non devono vedervi o sentirvi discutere.
I bambini hanno accesso a tutto, grazie ai cellulari. Vedono ogni cosa “proibita”, morte sesso e violenza. Meglio saperlo.
…. e ancora,
Il rispetto per il prossimo.
La gentilezza verso tutti gli animali.
Fare atti gentili.
Non perdere mai la curiosità` mentale.
Tenersi in forma mentre si va avanti.
Non essere mai gelosi, sapere dire di no quando la cosa è nociva per noi stessi.
Apprezzare la natura.
Leggere e capire la nostra storia.
Non sono pronto.
Ci sto arrivando,
un passo alla volta….
Se tu ti occupi di qualcuno,
con il vuoto nel cuore,
gli trasmetti quel vuoto.
Se tu, invece, quel vuoto
cerchi di riempirlo,
e non importa se ci riesci o no,
basta che cerchi di riempirlo,
allora gli trasmetterai
quello sforzo e quello sforzo,
semplicemente, è la vita.
dal film IL COLIBRI di Francesca Archibugi dall’omonimo romanzo di Sandro Veronesi.
Quando nascesti,
tutti erano contenti
e tu piangevi.
Vivi in modo
che, quando morirai,
tutti piangano
e tu sia felice.
Proverbio Arabo.