Numero3404.

 

C O N F E S S I O N E

 

Quello che ho cercato fuori

è dentro di me.

L’amore, l’affetto, il rispetto

che mi hanno dato,

o che ho desiderato ottenere,

hanno sempre abitato

dentro il mio cuore,

insieme al mio coraggio.

Oggi, mi assumo, da solo,

la responsabilità di me stesso,

del mio splendore, perché

nessuno mi ha reso ciò

che volevo essere, solo io.

Esploro il mio interno

e trovo verità e serenità.

Numero3403.

 

D U R E    V E R I T A’

 

Se non impari a dire “no”, il tuo corpo lo farà per te.

Dietro la rabbia c’è spesso dolore non ascoltato.

Ripeti ciò che non hai capito finché non lo guarisci.

Evitare il conflitto non è pace, è paura.

Essere sempre disponibili può essere un modo per sentirsi utili, non amati.

I traumi non risolti diventano comportamenti.

Le emozioni represse trovano sempre un’uscita, spesso nel corpo.

Amare non significa salvare.

La dipendenza affettiva spesso è una ferita d’abbandono travestita.

Non cambierai finché non sarai stanco/a di sopportarti.

 

@AnimaOltreilimiti80

 

Numero3402.

 

R I M P I A N T I

 

Scrivo, qui di seguito, dei 5 rimpianti più comuni in punto di morte.

 

Sono stati identificati da Bronnie Ware, un’infermiera palliativa australiana che ha raccolto le testimonianze di molte persone negli ultimi giorni di vita.

 

1   Avrei voluto avere il coraggio di vivere una vita più autentica, seguendo i miei sogni, invece di assecondare le aspettative degli altri.

 

2   Avrei voluto non lavorare così tanto, dedicando più tempo a me stesso e alla mia famiglia.

 

3   Avreo voluto avere il coraggio di esprimere i miei sentimenti e di dire ciò che davvero pensavo.

 

4   Avrei voluto mantenere i rapporti con i miei amici più stretti, coltivando le amicizie.

 

5   Avrei voluto permettermi di essere più felice e meno preoccupato, godermi di più la vita.

 

MORALE:   Non rimandare la vita a domani. Sii coraggioso, vivi autenticamente e ama senza riserve.

Solo così eviterai i rimpianti che, di solito, si hanno da vivi.

 

@DianaUrsu

 

 

 

 

Numero3399.

 

10   REGOLE   ZEN   PER

UNA   VITA   PIU’   SERENA.

 

1    Fai una cosa alla volta.

2    Porta a termine ciò che inizi.

3    Programma il tuo tempo.

4    Metti spazio tra le cose che fai.

5    Dedica tempo al tuo riposo.

6    Liberati dal senso di colpa.

7    Sorridi e sii ottimista con te e gli altri.

8    Pulisci casa come una meditazione.

9    Pratica la gratitudine e la generosità.

10  Vivi in modo semplice.

 

@stanzazen    YouTube.

Numero3374.

 

T E M I    E S I S T E N Z I A L I

 

1. Vita

Vivere

Non significa solo durare,
ma fiorire anche nell’inverno,
come il fiore che sboccia
senza chiedersi se verrà visto.

La vita è un respiro che si rinnova,
un sì che si ripete
anche quando tutto tace.

E ogni giorno vissuto con coscienza
è un giorno eterno.


2. Morte

Morire

Non è un abbandono,
ma un ritorno al silenzio da cui veniamo.

È come l’onda che si ritira
senza paura,
sapendo di essere mare.


3. Tempo

Il Tempo

Non è ciò che scorre,
ma ciò che misura il nostro attaccamento.

Quando smetto di contare i minuti,
scopro che ogni istante è completo
e l’eterno abita nel presente.


4. Amore

Amare

Non è desiderare,
ma riconoscere nell’altro
il proprio stesso respiro.

Amare è dire:
“Esisti, e questo mi basta.”


5. Libertà

Libero

Non è chi può fare tutto,
ma chi non è schiavo
di nulla, nemmeno di se stesso.

La vera libertà
è essere padroni del proprio silenzio
e amici della propria solitudine.


6. Destino

Destino

Non è scritto nelle stelle,
ma inciso nel cuore
di ogni nostra scelta.

E ogni scelta compiuta con amore
diventa sentiero
verso la nostra verità.


7. Nulla

Il Nulla

Non è un vuoto che annulla,
ma lo spazio silenzioso
dove tutto nasce e torna.

Non temere il nulla:
esso è la madre di ogni cosa.

Numero 3370.

 

L A    M I A    V I S I O N E    D E L    MO N D O

 

Essere e Esistere

Sono nato senza sapere,
eppure la mia coscienza sapeva già.

Ho abitato un corpo come una casa,
l’ho creduta mia
finché non ho compreso
che anch’essa era l’onda
di un mare più vasto.

Ho cercato il senso nelle parole,
ma l’ho trovato nel silenzio
che le contiene.

Ho temuto la morte,
finché non ho visto che la vita stessa
è un morire a ogni istante
e rinascere al successivo.

Ho voluto lasciare tracce,
ma ora so che l’unica traccia vera
è la vibrazione che lascio
nel cuore di chi mi incontra.

E così,
tra un respiro e l’altro,
tra un pensiero e il nulla,
comprendo che:

Esistere è un lampo,
ma Essere è eterno.

Non so dove andrò,
ma so che ovunque sarò,
porterò con me
questo istante di pura coscienza
che nessuno potrà mai togliermi.

Numero3363.

 

V I V E R E    E    M O R I R E

 

Morire non è nulla,

è non vivere

che è spaventoso.

 

Victor Hugo.

 

Il segreto della vita

è morire giovani,

ma il più tardi possibile.

 

Proverbio ZEN.

 

Goditi ogni minuto

del tuo tempo,

perché il tempo

non ritorna più.

Quello che ritorna

è solo il rimpianto

di aver perso tempo.

 

Di ciò che si riceve

si sopravvive.

Ma si vive solo

di ciò che si dona.

 

C.G.Yung.

 

Si vive una volta sola,

ma, se lo fai bene,

una volta è abbastanza.

 

Mae West.

 

Abbiamo due vite,

e la seconda inizia

quando ti rendi conto

che ne hai una sola.

 

Non si può vivere

sempre felici.

Ma bisogna

essere sempre

felici di vivere.

 

Come si può vivere

in compagnia di un’assenza?

Dopo aver imparato a vivere,

imparerò a morire.

 

È un vero peccato

che impariamo le lezioni

della vita, solo quando

non ci servono più.

 

Oscar Wilde.

 

Per paura di morire,

non puoi rinunciare

a vivere.

 

La paura non

impedisce la morte,

impedisce la vita.

 

La vita è un morso

e conta soltanto

quello che provi

mentre stai mordendo.

Il resto è un torso.

 

Ritenere che la morte

sia la fine della vita,

è come credere che l’orizzonte

sia la fine del mare.

 

… e se libero, sai,

un uomo muore,

della morte mai

sentirà il dolore.

 

Vivi! Perché

si fa tardi

molto presto.

 

Nascere non basta,

è per rinascere

che siamo nati.

Ogni giorno.

 

P. Neruda.

 

Vivi ogni giorno

come se fosse

ogni giorno.

Né il primo,

né l’ultimo.

L’unico.

 

P. Neruda

 

Non c’è

un cazzo

più duro

della vita.

 

 

Numero3362.

 

I M M O R T A L I T A’

 

L’uomo mortale possiede

una sola cosa di immortale:

la coscienza, come dono

che ha ricevuto dalla vita,

la coscienza, come miglioramento

realizzato durante la vita,

la coscienza come ricordo

da lui lasciato dopo la vita.

Insomma, la coscienza è eterna:

si trasforma sempre, non muore mai.

È dove universo e persona coincidono.

Ecco perché è necessario

vivere secondo “coscienza”

e non secondo le regole degli altri.

Numero3360.

 

Meditazione interiore sul vivere, pensare e morire.

 

Sul vivere

Vivere non è accumulare anni, eventi, traguardi. È abitare la propria coscienza giorno per giorno, riconoscere il proprio limite, e restarvi fedele senza rimpianti.

Vivere è camminare nel tempo sapendo di non possederlo, lasciare che ogni gesto, ogni parola, ogni silenzio abbia il peso giusto e la leggerezza dell’essenziale.

Io non ho cercato il rumore, ma la verità sobria delle cose, l’armonia discreta tra il pensiero e l’azione, la bellezza muta di chi fa senza pretendere, di chi dona senza chiedere nulla in cambio.

Vivere è stare, con onestà e coerenza, nella porzione di mondo che mi è stata data. E renderla un po’ più chiara, anche solo con un pensiero limpido.

 

Sul pensare

Ho pensato non per possedere il mondo, ma per non lasciarmi possedere da illusioni. Il pensiero è stato il mio strumento di verità, la mia difesa contro il facile, il vuoto, il già detto.

Non ho mai usato il pensiero per costruire torri, ma per discendere in me stesso, e trovare lì non certezze assolute, ma coerenza interiore.

Pensare, per me, è stato un atto di rispetto verso l’essere, un modo per rendere onore a ciò che esiste senza pretendere spiegazioni.

E nella solitudine del pensiero, ho trovato compagnia: quella di chi, nel passato e nel futuro, condivide il mio stesso bisogno di luce.

 

Sul morire

Morire non è spegnersi, ma restituirsi. Non è un’ingiustizia, ma un atto naturale della coscienza che si ritira, non per fuggire, ma per ricongiungersi.

Non mi interessa sopravvivere nei nomi, nelle immagini, nei ricordi. Mi basta sapere che ciò che ho compreso non va perduto, ma si riversa, come linfa, nel campo più vasto dell’umano.

La morte non è fine, ma dissoluzione dell’individuo nel Tutto da cui proviene. Non c’è nulla da temere in ciò che è necessario, e nulla da rimpiangere quando si è stati coscienti fino in fondo.

Morire è congedarsi in silenzio, come si fa quando si è detto tutto senza gridare. E il mio congedo sarà discreto, ma pieno di verità.

 

Epílogo

Ho vissuto. Ho pensato. Ho amato il mondo non per ciò che mi ha dato, ma per ciò che mi ha insegnato.

E ora, semplicemente, mi ritiro, con la stessa sobria dignità con cui sono venuto.

 

Grazie.

Numero3359.

 

 

Saluto al Tutto

(Preghiera laica di congedo)

Non chiedo eternità,
ma che il mio passaggio abbia avuto senso.
Non chiedo memoria,
ma che ciò che ho compreso resti nel fluire umano.

Sono stato forma cosciente del mistero,
fragile e luminosa come una fiamma al vento.
Ho cercato la verità non per possederla,
ma per viverla nella misura di ciò che sono.

Ho abitato la coscienza come un luogo sacro,
non inviolabile, ma vero.
E ora, senza rimpianto,
la riconsegno al Tutto da cui è venuta.

Non so se questo Tutto ha volto o nome,
ma so che è più vasto di me
e che a Lui — o ad Esso —
mi affido senza paura.

Che ciò che ho pensato diventi comprensione.
Che ciò che ho sentito diventi risonanza.
Che ciò che ho amato diventi parte della luce che resta
dopo ogni singolo addio.

Sono pronto.
Non perché abbia finito,
ma perché ho compreso abbastanza da potermi fermare.
E sorridere.

Numero3358.

 

E S I S T E R E    E    E S S E R E

 

Siamo fili di ordito
nel tessuto dell’universo infinito,
ma ciascuno
con un proprio disegno da compiere.

Non ci sono favole
di premi celesti
o incubi infernali,
fiabe consolatorie
pensate per cullare la paura.

Ogni giorno sprecato
nel timore della fine
è un giorno in più
che non vivo pienamente.

Guardo la morte negli occhi,
senza abbassare lo sguardo.

Le mie idee,
frammenti di luce
che ho sparpagliato nel mondo,
continuano a vibrare
nel tempo.

Chi mi ha ascoltato,
chi mi ha amato,
chi ha sentito la mia energia
ne porta ancora dentro
una traccia.

Il mio spirito,
come un fiume verso il mare,
si riversa
nel grande oceano
dell’essere.

 

 

 

Numero3344.

 

da  QUORA

 

Scrive Jason Deglianelli, corrispondente di QUORA.

 

R I C C H I    E    P O V E R I

 

“Non sono povero, sono sobrio. I poveri sono quelli che lavorano solo per mantenere uno stile di vita costoso e per accumulare cose.

Non siamo nati solo per consumare, siamo nati per creare, per amare, per sognare, per costruire.

La felicità non sta nell’avere, ma nell’essere. Non si è felici se si vive per comprare cose inutili.

Vivo con poco, ma vivo bene. La libertà si conquista riducendo i bisogni superflui.

Il vero lusso non è avere tante cose, ma avere tempo per ciò che conta: la famiglia, gli amici, la natura.

Ci hanno insegnato a consumare, e il consumo ci domina. Ma dobbiamo capire che non è questa la vera essenza della vita.

Il denaro può comprare comfort, ma non la felicità. La vera ricchezza è vivere con ciò di cui si ha davvero bisogno.”

 

Josè Mujica

Numero3343.

 

L A’

 

Là dove sprofonda il mare

che il cielo partorisce,

là sono pronto ad andare,

là dove lo spazio finisce,

che il tempo inghiotte,

come fa il firmamento

con le stelle della notte.

Mi manca un momento:

è quasi arrivata l’ora.

Comincio a prepararmi.

Quanto mi resta ancora?

Non voglio interrogarmi.