Numero2445.

 

TENNIS  A  ROMA

 

Sto guardando in TV il Torneo di Tennis Master 1000 ATP di Roma. Lo guardo da tanto tempo, dagli anni di Pietrangeli e Panatta, ma è sempre la stessa storia. Da non molti anni hanno costruito lo Stadio Centrale nuovo, bello e moderno, una struttura al passo con i tempi, come progettazione ed architettura, ma …. ne parlo più avanti.
Voglio per prima cosa, parlare del campo del Foro Italico più particolare, quello che oggi è stato intitolato proprio a Nicola Pietrangeli, ricavato in una fossa sotto il piano di strada, di passaggio pedonale del Centro Sportivo, costruito nel 1933-34 su progetto dell’architetto Costantino Costantini. Una peculiarità, credo, unica al mondo, la sua: la cavea è circondata da 18 statue in marmo bianco di Carrara che rappresentano atleti di tante, diverse attività sportive e gli spalti sono tutti lastronati sempre con il marmo bianco di Carrara. Potrebbe rappresentare l’orgoglio della nostra Italica propensione per il bello, se non fosse che, dai tempi proprio di Pietrangeli e Panatta, la manutenzione di questo splendido impianto è affidata alle cure (sic!) del CONI, che me è proprietario.
Ebbene, se lo stadio è riempito di gente, non potete accorgervene, perché vedete solo le persone.; ma se gli spettatori sono pochi, e osservate bene le scalee o gradinate in marmo tutte intorno al campo da Tennis (le telecamere sono impietose, si sa), non potete non notare che sono piene di macchie, di muffa, di corrosioni di umidità. Non solo. Qua e là, ma dovunque, ci sono ciuffi d’erba, che cresce spontaneamente nei prati circostanti, ma che lì, nelle fessure fra una lastra di marmo e l’altra, ha attecchito perché …. nessuno se ne cura.
Ma, dico io, è possibile mai che, almeno per il periodo  (due settimane o poco più) dello svolgimento del Torneo, non si possa presentare questo gioiello del nostro Patrimonio Architettonico in condizioni decorose? Questo Torneo è seguito in tutto il mondo e il messaggio che a tanti milioni di spettatori noi stiamo mandando è l’incuria e il menefreghismo. Con tanti percettori di Redditi di Cittadinanza nullafacenti, è mica pensabile che si possano impiegare, almeno in questo compito di semplice manutenzione, qualche decina di questi per ripulire dalle erbacce le gradinate di questo stadio? Non ci vuole molto, ma l’incuria, a Roma, si sa, sta di casa.
Tornando al Campo centrale, nulla si può dire della struttura delle gradinate: è  nuova, bellissima e funzionale, con visibilità al meglio. Ma, purtroppo il peggio è, ed è sempre stato, il campo da gioco. È in terra battuta, come tanti in Italia, e da tempo immemorabile. Se non che, è una terra battuta della peggior specie e, nonostante i decenni che passano, nessuno si è posto il problema della sua qualità. Sembra polvere di mattoni di argilla rossa frantumati alla bell’e meglio, grossolanamente. Si tratta di una polvere incoerente che non sta mai compattata, neanche se la bagni costantemente e di frequente. È proprio di una qualità scadente, inadatta. Basta un minimo di sole che asciughi il terreno, ed un po’ di vento, senza esagerare, basta il familiare ponentino di casa, e vedi che la polvere si alza in robuste folate per tutto il tempo dell’incontro. Guardavo oggi, attentamente,: ad ogni rimbalzo della palla si alza un nuvoletta di polvere. Perfino i rimbalzi per terra che il giocatore fa prima di eseguire il servizio, fanno sollevare uno sbuffo di polvere rossa. Ogni volta che un giocatore si muove, anche solo camminando, per il campo, le sue scarpe sollevano nuvolette di polvere; i suoi calzini bianchi diventano del colore della terra. I giocatori, dopo ogni scambio, prima di prepararsi al servizio, si danno delle racchettate violente sulle scarpe per liberarle dalla terra che ha riempito le scanalature delle suole. Non vi dico delle folate improvvise di vento, ripeto, basta un venticello: questo alza delle raffiche di polvere e le strisce bianche di fettuccia che delimitano il campo si vedono a malapena, perché costantemente coperte da polvere in movimento. E siamo sul campo centrale, il più importante. Pensate che gli altri siano meglio? A dire il vero, la situazione migliora un poco, dopo ripetute bagnature, verso sera e di notte, per il calo della temperatura e per l’umidità notturna, ma durante il giorno, il soleggiamento esalta la polverulenza del manto superficiale.
Quanto sto scrivendo viene da uno che ha calpestato i campi da tennis per ben oltre 50 anni, e tutt’ora lo sta facendo: non ho mai giocato su una superficie in terra rossa così malandata, come questa dei campi del Foro Italico. Dove, tuttora, sto giocando, il manto superficiale è assai migliore di questo.
Fra due o tre settimane ci sarà Il Torneo del Grande Slam di Parigi, che si disputerà al Centro Tennistico del Roland Garros. Chi vuole, dia un’occhiata alle condizioni dei campi da gioco di quel Torneo, anche queste in terra battuta. Sono perfette: i campi, tutti, anche i minori con pochi spalti, sono in condizioni ineccepibili: sopra, vi potreste giocare a biliardo. Perché?

Numero2442.

 

Il 14 Aprile 2022, a Pescara, in seguito al ritrovamento di un assorbente usato fuori dal cestino di uno dei bagni del personale, la direttrice del Supermercato CONAD di Via del Circuito, Carla Di Tecco, ha mandato un messaggio vocale su WHATSAPP alle sue dipendenti.

Questo il messaggio raccapricciante sulla CHAT DI GRUPPO: “Voglio il nome e il cognome di chi oggi ha il ciclo mestruale, ok? Sennò, gli (senza commenti!) calo le mutande io! Questa storia deve finire ….”. La donna non è nuova, sembra, ad episodi del genere di prepotenza e tracotanza di cattivo gusto.
Di fronte al rifiuto delle lavoratrici del Supermercato di comunicare il nome di chi aveva usato l’assorbente, la direttrice si è fatta consegnare la lista delle 12 commesse in turno e poi ha incaricato una capo-reparto donna di procedere all’ispezione corporale negli spogliatoi, invitando le dipendenti a togliersi pantaloni e mutandine. Diverse di queste si sono, tuttavia, rifiutate e  rivolte ai rappresentanti sindacali.

CONAD : Persone oltre le “loro cose”, o sono …. “cose nostre”?

Numero2440.

 

MINACCE  INFORMATICHE.

 

Al Numero2169., parlando di CORONA VIRUS, che pare sia stato il flagello di Dio, ho evocato un altro spauracchio spaventoso, molto più spaventoso.
Un altro tipo di virus, di tipo informatico, che potrebbe sortire effetti devastanti per le economie del mondo, nessuna esclusa.
A malincuore, obtorto collo, torno sull’argomento, per ribadire la tremenda sensazione che mi hanno suscitato le parole di Putin che, solo alcuni giorni or sono, ha minacciato l’occidente e le democrazie sparse per la terra, di ricorrere, qualora fosse attaccato e per motivi di sicurezza nazionale, a sistemi di offesa che  “gli altri non hanno ancora”. Ho letto, per sommi capi, a cosa mai stessero pensando i destinatari di questa minaccia. Tutti pensano a tipi di armi sconosciute, a sistemi di disattivazione delle operatività belliche sul terreno, nei cieli e nei mari, o a chissà quali missili intercontinentali ed armamenti atomici facilmente trasportabili e dal potenziale spropositato.
Io non penso a questo. La Russia di Putin è il paese che, al mondo, ha più sviluppato ed implementato (non dimentichiamo che Putin era stato un dirigente del KGB, i Servizi Segreti Russi) una fitta ed agguerrita rete di HACKER, apparentemente privati, o contrabbandati per tali, ma incentivati e supportati anche finanziariamente, da Agenzie Statali di controllo delle comunicazioni interne ed esterne. Nessuno mi toglie dalla testa che potrebbe essere questo il nucleo centrale di una bomba, niente affatto atomica, che potrebbe portare la devastazione nelle economie globali.
L’attacco massiccio di Hacker organizzati alle comunicazioni della rete mondiale (INTERNET), potrebbe bloccare in pochissimo tempo, penso solo alcuni mesi, anche se Putin parla di “ritorsione fulminea”, molti contatti di scambi commerciali, di contrattazioni finanziarie, di interscambi di ogni materia e ad ogni livello; rallenterebbe di molto, fino al malaugurato arresto, le produzioni globali e la vita civile del mondo che è, ormai, dipendente al 100 per 100 dalla funzionalità operativa della rete globalizzata. I danni economici potrebbero essere assai più pesanti delle bombe sulle città Ukraine. Senza mandare aerei a bombardare, senza sparare missili a lunga gittata, senza colpo ferire. Le democrazie occidentali sarebbero sotto scacco e sotto ricatto, con le rispettive economie disarticolate ed in balia dei riscatti da implorare e pagare senza contrattazione. I Capi di Governo sarebbero costretti ad inginocchiarsi davanti allo Zar Putin, per riottenere ciò che, con poco sforzo, è stato loro sottratto. E non è detto che ci riescano.
È uno scenario di disperazione, una eventualità macabra: alcuni esperti la paventavano da tempo, inascoltate Cassandre. Ma, per la legge di Murphy: if a certain something could happen, then soon or later, it will happen. if it is possible for something to go wrong,, it will go wrong. Semplificando il pensiero: Se qualcosa può andare male., andrà male.
Non è catastrofismo gratuito il mio,. Per me, la paura non impedisce la morte, impedisce la vita. Ma non avverto intorno a me l’attenzione e, soprattutto, la determinazione di allertare gli accorgimenti necessari e possibili per prevenire in tempo utile l’instaurarsi di un simile scenario.
Siamo al 2 di Maggio del 2022. Wait and see. Aspettiamo e vediamo cosa succede.

Numero2439.

 

IL  BALLO  DI  SAN  VITO.

 

Nel luglio 1518, nella città di Strasburgo, in Alsazia (allora in Germania, oggi in Francia), accadde qualcosa di inaspettato.

Una casalinga, chiamata Frau Troffea, uscì di casa sulla strada e iniziò a ballare. La gente, compreso suo marito, trovò il fatto un po’ strano, ma nessuno prestò molta attenzione.

La donna ha letteralmente ballato tutto il giorno fermandosi solo quando si è addormentata a causa della stanchezza. La mattina dopo, appena si è svegliata, ha ripreso a ballare.

Questa volta la gente ha prestato attenzione perché era molto insolito e si è formata una folla intorno a lei per vederla ballare senza musica. A questo punto, i suoi piedi erano già contusi e insanguinati, ma non sembrava intenzionata a fermarsi.

Ma, nei seguenti 4 giorni, accadde qualcosa di ancora più strano. Anche altre 34 persone hanno iniziato a ballare senza sosta.

Entro 4 settimane, si ritiene che fino a 400 persone stessero ballando in modo incontrollabile.

Coloro che non erano stati colpiti non avevano idea di cosa fare, poiché vedevano i loro vicini danzanti urlare di dolore e implorare aiuto, non essendo in grado di fermare le loro mosse assassine.

Poiché a quel tempo era estate, morivano fino a 15 persone al giorno a causa del caldo, della disidratazione e dell’esaurimento.

Il consiglio comunale chiese l’aiuto dei medici locali per cercare di fermare questa follia e questi, alla fine, diagnosticarono “sangue caldo” ai poveri ballerini.

“Sangue caldo” significava che il cervello era surriscaldato, il che causava follia. Ma non potevano usare il loro rimedio, il salasso, dal momento che le persone non potevano smettere di muoversi abbastanza a lungo per sottrarre un po’ del loro sangue.

Così il consiglio decise di provare qualcos’altro.

Assunsero musicisti e portarono più persone in città per fare una festa e cercare di stancare i ballerini.

Sembrava funzionare quando i movimenti dei ballerini rallentavano, ma i musicisti assoldati decisero di cambiare il ritmo e suonare canzoni più allegre, facendo sì che gli abitanti del villaggio tornassero ancora una volta al ritmo precedente.

Vedendo che questo non funzionava, decisero che non si trattava di un caso di “sangue caldo”, era qualcosa di molto peggio: era una maledizione sulla città. Una maledizione posta su di essa a causa di tutti i suoi abitanti peccatori .

Così il consiglio decise di agire. Chiusero tutte le case da gioco e i bordelli e bandirono dalla città tutti quelli che consideravano peccatori.

Erano così disperati che resero illegali persino la musica e il ballo.

Ma, come probabilmente ti aspettavi, questo non ha impedito a quei piedi insanguinati e contusi di ballare.

Tutto ciò è durato fino a settembre.

Fino ad oggi non si sa ancora cosa abbia causato questo, anche se ci sono alcune teorie come l’isteria di massa causata dall’estrema povertà e dalle superstizioni che circondavano San Vito: si credeva che questi avesse maledetto le popolazioni colpite..

E abbastanza sorprendentemente, questo è successo parecchie volte, in tutta Europa. Ci furono epidemie simili nel 1247, 1278, 1375, 1381, 1428 e probabilmente altre che non furono documentate.

Ci sono stati casi in cui le persone non solo ballavano ma avevano allucinazioni e casi in cui gli afflitti erano tutti bambini.

Sono passati secoli dall’ultimo caso segnalato di The Dancing Plague (La peste danzante) ma è ancora spaventoso pensarci poiché non c’è alcuna spiegazione sul perché sia successo fino ad oggi.

Grazie per aver letto.

Numero2438.

 

Fai questo giochetto:

  1. Quando assumi un atteggiamento affettuoso per un periodo, vedrai che nella persona narcisista affiorerà la prevaricazione e il distacco perverso, irrispettoso per crearti un disagio finalizzato a fare di te il suo cagnolino. Questo gonfia il suo ego. È quello il suo obiettivo.
  2. Poi, in altri momenti, dimostrati distaccato, freddo, non rispondere ai messaggi, meglio ancora se palesi attrazione per altra persona, e vedrai che ti riempirà di ori, attenzioni .. e, soprattutto, ti concederà tanta, tanta… intimità. Un leccapiedi professionista.

Buon divertimento…

Numero2435.

 

  1. Le persone sicure di sé sono umili e rispettano tutti. Non discriminano.
  2. La migliore lezione di vita viene da coloro che hanno sofferto e sono guariti.
  3. I veri ricchi non si vantano mai di quello che hanno. Anche se qualcuno li nota, sono umili al riguardo.
  4. Chi grida e parla inutilmente manca di fiducia: i vuoti fanno rumore.
  5. Le persone che possono sorridere agli estranei sono quelle a cui non importa cosa pensano gli altri.
  6. Colui che è disposto a prendersi una colpa è il più responsabile.
  7. Le persone che non mostrano mai compassione verso le vittime sono crudeli e sadiche.
  8. Prendere le critiche in modo positivo e andare avanti è un segno di successo.
  9. Chi ascolta i consigli di qualcuno, anche se scontati, è uno studente della vita.

Numero2434.

 

SOGNO  E  REALTÅ

 

Un sogno è un bisogno,

che si ha in due.

Un sogno d’amore

è un bisogno d’amore.

È un sentire sublimato

nel darlo, nel riceverlo.

Sono diversi tutti

i nostri amori,

dipendono dagli spiriti

intercettati, coinvolti,

dall’alchimia

della reazione,

dalla magia

della relazione,

unica, incomparabile.

Tutti i sogni, però,

muoiono all’alba

del giorno dopo,

quando il sole

dischiude la crudezza

della realtà.

La luce ti costringe

ad aprire gli occhi

e a guardare tutto,

anche le ombre che,

al buio del sogno,

non riuscivi a discernere.

Un amore nasce di notte,

da un sogno, ma vive

solo alla luce di un sole:

quello quotidiano

delle nostre vite.

Numero2431.

 

In questo periodo, di una cosa mi meraviglio: che il nome di PUTIN ( che si comporta come un RAS) non sia mai stato accostato, per assonanza, a quello di RASPUTIN.

 

Grigor Efimovich RASPÙTIN (1869-1916) è stato un personaggio molto controverso e inquietante nella storia della Russia Zarista, prima della Rivoluzione d’Ottobre. Della sua biografia, reperibile facilmente dovunque, nulla dirò se non che aveva un influenza nefasta e malvista alla corte dello Zar Nicola II, perché si era proposto come guru mistico carismatico e guaritore, con cure discutibili, del piccolo principe Alexei, sofferente di emofilia.
In realtà, succedeva che, per alleviare i malesseri e i pericoli di questa patologia, allora non curabile perché genetica, si somministrava al ragazzino l’aspirina, farmaco da poco scoperto e che pareva essere la panacea per tutti i mali. Ma, come ben si sa, l’aspirina è un potente fluidificante del sangue, quindi, anziché curare il malato, ne aggravava le condizioni: ogni piccola ferita esterna od ematoma interno non guariva mai, ancora di più. Non si sa bene come, questo specie di sciamano aveva capito la deleteria complicanza del farmaco per il piccolo principe. Normalmente, l’aumentata fluidità del sangue favorisce la ridistribuzione di ogni ristagno infettivo e quindi il suo assorbimento a livello dell’intero sistema circolatorio: da cui i suoi effetti benefici. Rasputin, semplicemente, ne proibì la somministrazione. Col tempo, le condizioni del piccolo migliorarono, pur senza guarire, e, per questo, la figura del mistico contadino Siberiano crebbe in attendibilità e in potere, nell’ambito della corte, specialmente per il credito di fiducia della Zarina Alessandra. Ma, di malefatte, lui ne perpetrava quotidianamente, con ogni sorta di dissolutezza. Era diventato l’anima nera della Russia, mal sopportato, anzi odiato dall’entourage della nobiltà cortigiana. Dopo diversi tentativi, un commando di nobili, guidati dal principe Jussupov, riuscì ad ammazzarlo. Neanche un anno dopo, scoppiava la Rivoluzione d’Ottobre.

Non ci sono accostamenti storici di rilievo, le similitudini sono inesistenti o incongruenti ma, oltre al nome, questi due personaggi, chissà perché, mi suggeriscono una stessa conclusione nefasta delle loro gesta che, forse, li potrebbe accomunare. Non c’è niente di buono in simili personalità: stanno dalla parte sbagliata della storia.

Numero2426.

 

13  COSE  CHE  LE  PERSONE  MENTALMENTE  FORTI  NON  FANNO

DAL BEST SELLER INTERNAZIONALE DELLA PSICOTERAPEUTA  AMY MORIN.

 

Non cercare di compiacere il mondo

Non rinunciare al tuo potere

Non preoccuparti del successo degli altri

Non perdere tempo a compatirti

Non avere paura del cambiamento

Non sentire che il mondo ti deve qualcosa

Non fare sempre lo stesso errore

Non rimanere bloccato nel passato

Non avere paura di rischiare

Non arrenderti dopo il primo fallimento

Non concentrarti su quello che non puoi controllare

Non aspettarti risultati immediati

Non evitare di stare da solo.

Numero2425.

 

BREVE  RIFLESSIONE  SULLA  VITA  E  SULLA  MORTE.

 

Tre cose accadute oggi.

 

E la vita è così forte

che attraversa i muri per farsi vedere,

la vita è così vera

che sembra impossibile doverla lasciare,

la vita è così grande

che, quando sarai sul punto di morire,

pianterai un ulivo,

convinto ancora di vederlo fiorire.

 

Mi sono venuti in mente questi meravigliosi versi della canzone “Sogna ragazzo, sogna” di uno dei miei autori di poesie in musica preferiti, Roberto Vecchioni, perché, nel cortiletto davanti a casa mia, ho appena collocato, non dico messo a dimora, perché era già in vaso da qualche decennio, una pianta di ulivo, valendomi della consulenza preziosa di una cara amica, che di ulivi se ne intende e che mi ha aiutato. Mi sono interrogato se mai fossi ancora convinto di poterne vedere la fioritura ed i frutti e, chissà perché, con una coincidenza alchemica e profetica, sono successe proprio oggi due fatti di vita e di morte che, per quanto non mi coinvolgano in prima persona, mi sono tuttavia balzati alla mente come momenti di riflessione.

Mi telefona mio figlio Alexis, in giro per l’Italia per lavoro, che avrebbe dovuto incontrarsi con il suo titolare Alessandro, uno dei due ingegneri giovani che hanno fondato l’Azienda per la quale lui lavora, per andare insieme da certi clienti. È arrivata invece la ferale notizia che il padre di Alessandro era stato trovato senza vita a causa di arresto cardiaco. Il padre era ancora giovane, appena settant’anni, ed era stato un medico, ora in pensione, una persona equilibrata ed attenta ad una condizione e conduzione di vita rispettose della salute. Eppure, la falce lo ha rasato con un colpo secco, senza pietà.
Mio figlio era sconvolto. Mi ricordava quanto questo medico gli fosse stato vicino recentemente per consigliarlo su come uscire presto ed indenne dalla recente pandemia: lo aveva seguito, seppur telefonicamente, giorno per giorno, informandosi costantemente sul suo stato di salute. E mi ha detto: “Papà, non è giusto. Senza avvisaglie, senza trasgressione alcuna delle precauzioni di una sana procedura di vita, come può avvenire una cosa di questo genere?”.
Cercava, il mio ragazzo, una motivazione razionale, un appiglio consequenziale, un rapporto credibile di causa ed effetto fra la vita e la morte.

È uno di quei momenti in cui la mente corre, senza freni, alla ricerca di una risposta nella volontà superiore di un destino o di un Dio.
Ma, se Dio esiste, perché non elargisce quaggiù, su questa terra ed in questa vita, un premio od un castigo alle persone a secondo dei loro meriti o demeriti, con una appendice di esistenza terrena, risarcitoria o punitiva e, comunque, riparatrice ed equiparatrice di ogni male provocato o subito?
Il sillogismo porterebbe alla scontata conclusione che le buone e brave persone meriterebbero di raggiungere la parte finale della loro esistenza, in salute ed in pace, e di andarsene senza traumi, né per loro stessi, né per i loro cari. E, al contrario, chi ha sprecato la propria esistenza dietro futili chimere, o spregiudicate avventure, per non dire esecrabili scopi delittuosi, potrebbe trovarsi a scontare le proprie malefatte, subendo un accorciamento della propria aspettativa di vita. Se io fossi Dio, così farei. E applicherei la “giustizia divina” in questa vita, dove a tutti è palese ogni merito o demerito, a seconda del premio o castigo maturato: un “surplus” o un “surminus” di vita. Sarebbe, oltre tutto, molto più illuminante e didascalico, cioè insegnerebbe a tutti, senza bisogno di prediche e moralismi ipocriti, come si sta a questo mondo.

Per felice contrappasso, mi giunge anche la bellissima notizia che un mio caro amico, di cui altrove ho parlato, e la cui salute mi sta veramente a cuore, eviterà un ulteriore intervento chirurgico, che si era prospettato come probabile, qualora si fossero verificate certe condizioni. Per fortuna o per suo merito, queste condizioni non si sono presentate, perciò niente operazione e ….  la vita continua.

Anche questa, per me, è una riprova di quanto sia auspicabile che la vita sia elargita, anche solo come prolungamento, a chi l’ha ben vissuta e, meritoriamente, ha accumulato crediti e bonus. A patto che la vita sia un piacere e non una pena da vivere, e non sempre è così. Anzi, io renderei piacevole, come non mai, la vecchiaia, cioè proprio questa prosecuzione di vita, per chi l’ha ben meritata, ed escluderei, come indegni, coloro che la propria vita hanno passato malamente per se e per gli altri.
Se solo ci fosse Dio. Un Dio giusto.

 

Chiudo questa breve riflessione con alcuni altri versi della stessa poesia-canzone che l’ha cominciata, e li dedico a mio figlio:

 

Sogna, ragazzo, sogna,

quando cade il vento ma non è finita,

quando muore un uomo per la stessa vita

che sognavi tu.

 

E, per finire:

 

Sogna, ragazzo, sogna,

ti ho lasciato un foglio

sulla scrivania,

manca solo un verso

a quella poesia,

puoi finirla tu.

 

 

Numero2411.

 

C O S T A N T E    D I     K A P R E K A R

 

Il numero 6174 è conosciuto come la costante di Kaprekar in onore del matematico indiano Dattatreya Ramachandra Kaprekar che la scoprì. Tale numero possiede la seguente proprietà:

  1. Prendere qualsiasi numero di quattro cifre, usandone almeno due differenti (si possono inserire degli zeri anche all’inizio).
  2. Posizionare le cifre in ordine decrescente e poi in ordine crescente così da ottenere due numeri di quattro cifre, aggiungendo degli zeri iniziali se necessario.
  3. Sottrarre il numero più piccolo da quello più grande.
  4. Ripetere il processo partendo dal punto 2.

Il processo sopra descritto, conosciuto come l’operazione di Kaprekar, andrà sempre incontro al suo punto fisso, il 6174, in al massimo 7 iterazioni. Una volta raggiunto il 6174, il processo continuerà a dare 7641 – 1467 = 6174. Per esempio, consideriamo il numero 3524:

5432 – 2345 = 3087
8730 – 0378 = 8352
8532 – 2358 = 6174

Gli unici numeri a quattro cifre che attraverso l’operazione di Kaprekar non raggiungono il 6174 sono i numeri a cifra ripetuta come 1111, che daranno come risultato 0 dopo una singola iterazione. Tutti gli altri numeri a quattro cifre raggiungeranno sempre il 6174 se si aggiungono opportunamente degli zero per mantenere il numero di cifre a 4:

2111 – 1112 = 0999
9990 – 0999 = 8991 (invece che 999 – 999 = 0)
9981 – 1899 = 8082
8820 – 0288 = 8532
8532 – 2358 = 6174

9831 raggiunge 6174 dopo 7 iterazioni:

9831 – 1389 = 8442
8442 – 2448 = 5994
9954 – 4599 = 5355
5553 – 3555 = 1998
9981 – 1899 = 8082
8820 – 0288 = 8532 (invece che 882 – 288 = 594)
8532 – 2358 = 6174

8774, 8477, 8747, 7748, 7487, 7847, 7784, 4877, 4787, e 4778 si stabilizzano al 6174 dopo 4 iterazioni:

8774 – 4778 = 3996
9963 – 3699 = 6264
6642 – 2466 = 4176
7641 – 1467 = 6174

Da notare che in ogni iterazione dell’operazione di Kaprekar, i due numeri che vengono coinvolti nella sottrazione possiedono la stessa somma di cifre, cioè 9. Di conseguenza il risultato di ogni iterazione dell’operazione di Kaprekar è sempre un multiplo di 9.