L’ I N V I D I A
Oh invidia,
radice di mali infiniti
e tarlo della virtù!
Tutti i vizi, Sancio,
recano seco
un non so che di diletto,
ma quello dell’invidia
non reca se non
dispiaceri, rancori e ire.
Don Chisciotte Miguel de Cervantes.
Cosa ci insegna la vita… testamento spirituale di un libero pensatore
L’ I N V I D I A
Oh invidia,
radice di mali infiniti
e tarlo della virtù!
Tutti i vizi, Sancio,
recano seco
un non so che di diletto,
ma quello dell’invidia
non reca se non
dispiaceri, rancori e ire.
Don Chisciotte Miguel de Cervantes.
A P P A R E N Z E
Tutti “vedono” quello che tu appari,
ma pochi “sentono” quello che tu sei.
COMPORTAMENTI TIPICI DELLE PERSONE CON FORTE AUTOSTIMA
Di Ana Maria Sepe, psicologa.
Ciascuno è artefice della propria sorte, dicevano i latini.
Questa frase esprime in maniera sintetica il concetto secondo cui è l’uomo stesso il protagonista della sua storia, del futuro che si costruisce e dell’immagine che ha di sé.
Ecco perché per vivere la vita che desideri è fondamentale sapere dove si è e dove si vuole andare. Cosa non sempre semplice, almeno …non per tutti.
Immagina che la realtà sia uno specchio: quello che hai dentro lo proietti e ti ritorna indietro.
Il problema è che la maggior parte dei pensieri è nell’inconscio, quella parte che risiede profondamente dentro di noi.
Immaginati un Iceberg: la punta che fuoriesce dall’acqua è la tua parte conscia, tutto quello che è sommerso (e molto più grande e potente) è la parte inconscia, mentre quello che fa muovere l’iceberg (ovvero la corrente marina) sono le nostre credenze, o convinzioni.
Quando ti trovi a dover decidere qualcosa, il processo avviene in maniera totalmente inconscia e automatica; tu magari prendi delle decisioni in modo cosciente, lo fai ragionandoci su, ma tutto quel che ti fa decidere è dettato in realtà dalle tue convinzioni profonde o paure.
Ti condanni perché, nella nostra infanzia, ci sottopongono a un apprendimento implicito: le punizioni contano.
Siamo cresciuti tra rimproveri, ricatti emotivi, obblighi morali e punizioni, anche emotive, come quelle che suonano piuttosto così: «Se non mangi tutto la mamma piange!».
Per non parlare dei commenti sprezzanti di alcuni genitori «Ma che cosa combini, sei stupido?!».
Ecco perché abbiamo appreso un dialogo interiore così feroce.
Ci è stato trasmesso dall’educazione genitoriale ricevuta.
Indietro nel tempo non possiamo tornare, ma oggi che siamo adulti, possiamo riservarci apprendimenti migliori!
Esse programmano il tuo essere e fanno parte della parte inconscia della mente (la parte della mente che si occupa di emozioni, funzioni creative e altro).
La cosa più importante da capire, è che queste credenze (quello che tu credi sia vero), non sono dogmi assoluti non opinabili, anzi proprio il contrario.
Come già ti ho spiegato, esse sono solamente la conclusione delle tue esperienze infantili, adolescenziali e in generale passate, quindi sono assolutamente soggettive.
E la buona notizia è che possiamo trasformarle (se vogliamo!).
La ricerca suggerisce che quando si tratta di emozioni positive e di modi di pensare abbiamo delle potenti capacità di scelta.
La storia ci ha mostrato in diverse occasioni che coloro che hanno una visione positiva della vita sono anche quelli che generalmente raggiungono un maggior successo.
A tal proposito, ho elencato 8 regole essenziali delle persone con un’alta autostima.
Scoprirai che con la giusta dose di pratica, pazienza e perseveranza potrai acquisire una buona autostima
Un suggerimento che sembra banale, ma non lo è.
Sorridere è il mondo più veloce ed efficace per diffondere positività intorno a te.
Pensa a quando vai al supermercato, in un negozio o ogni mattina in ufficio: riesci sempre a regalare uno dei tuoi sorrisi o riversi i tuoi problemi e le tue preoccupazioni sugli altri?
Tutti noi abbiamo giornate storte e battaglie personali che portiamo avanti silenziosamente, ma il mondo non ha bisogno della tua tristezza.
Un sorriso può fare veramente la differenza nella giornata di una persona!
Non lasciarti influenzare dalla negatività delle persone che riescono sempre a trovare un problema in ogni situazione e sono facili al lamento.
Anche la TV, i giornali e i social media ci bombardano con notizie allarmanti e tragiche.
Certo, occorre essere coscienti di quello che accade intorno a noi, ma a volte è solo morbosità, certe notizie non aggiungono alcun valore alla nostra vita se non quello di alterare la nostra percezione della realtà e renderci agitati per cose che non possiamo controllare.
Un altro dei modi più immediati per diffondere positività è prestare attenzione alle parole che usiamo per parlare a noi stessi e agli altri.
Le parole hanno un potere magico: attraverso esse possiamo benedire (dire bene) o maledire (dire male), creare felicità o portare disperazione, scatenare rabbia…
Le parole provocano emozioni, ecco perché occorre sceglierle con cura.
Le affermazioni positive sono molto efficaci per cambiare il nostro dialogo interiore.
Scrivile su dei post-it e mettile sui muri di casa, sul tuo computer e in posti dove siano sempre visibili.
È in questo modo che puoi lentamente modificare il tuo inconscio.
L’insicurezza genera paura che a sua volta genera pensieri spaventanti e amplifica l’effetto delle più legittime preoccupazioni.
Come fermare tutto questo? Imparando a costruirci da soli quella sicurezza perduta, imparando a parlare con noi stessi!
Se spesso ti senti sopraffatto, scoraggiato, inibito… sappi che non puoi essere deluso di te, se nessuno ti ha mai insegnato come si fa a sentirsi forti e fiduciosi!
Questa consapevolezza dovrebbe aiutarti ad accettare di più quelle parti di te che tanto vorresti cambiare.
Quelle fragilità sono lì per un motivo, si sono sviluppate nel contesto in cui hai vissuto e non potevano essere diversamente, fino a oggi!
L’accettazione e la consapevolezza sono i due ingredienti di base per vivere pienamente in base alle proprie ambizioni, svincolandosi da condizionamenti e vincoli affettivi.
Una buona strategia per iniziare a ridefinirsi consiste nel parlare a se stesso, sottoponendo dei discorsi esterni, argomentando in modo propositivo come farebbe un buon amico.
Lungi da essere una tendenza occasionale, non devi farlo solo quando ti senti giù ma su base quotidiana.
A volte restiamo attaccati alla negatività del passato, portiamo rancore verso persone o situazioni già successe e che ancora influenzano la nostra vita nel presente.
L’unico modo per liberarsene è lasciare che il balsamo del perdono ammorbidisca il nostro cuore.
Molte persone pensano che perdonare significhi fare finta di niente o condonare.
Perdonare significa concedersi il regalo di stare bene, di andare avanti nonostante quello che è successo e che comunque non si può modificare.
Il più delle volte, chi ci ha ferito neanche si rende conto del male che ci ha fatto e, mentre noi pensiamo di “fargliela pagare”, questa persona è felice e beata e va avanti nella sua vita, mentre siamo noi quelli che soffriamo.
Una bella frase del musicista nigeriano Babatunde Olatunji ci dà un indizio: “Il passato è storia, il domani è un mistero. L’oggi è un dono. Per questo motivo lo chiamiamo presente”.
Tieni sempre a mente che tutto quello che hai, l’unica certezza di cui disponi è il momento presente.
Pertanto, non sprecarlo vivendo da qualche parte tra un passato che non esiste più e un futuro che non sai se arriverà mai.
Goditi le piccole gioie quando arrivano.
Sei tu e il tuo presente, usa bene questo dono.
Le emozioni non sono le sole a influenzare la tua prospettiva del problema, hanno valore anche le tue convinzioni, le aspettative e i pensieri.
Se nel corso degli anni hai sviluppato uno stile di pensiero catastrofico, questo si attiverà automaticamente ogni volta che avrai a che fare con un problema.
Quindi, per non essere trascinato via dalla corrente devi anche prestare attenzione ai tuoi pensieri.
La ristrutturazione cognitiva è una tecnica impiegata nella terapia cognitivo-comportamentale.
Viene utilizzata per identificare e correggere i modelli di pensiero negativo.
Il primo passo consiste nel monitorare tutti i pensieri negativi automatici che affollano la nostra mente e generano stress emotivo e frustrazione, come per esempio: “Sono un disastro, non riuscirò a risolvere il problema, non ce la farò mai.”
Questo pensiero dovrebbe essere sostituito da uno più funzionale, del tipo: “Con un po’ di pazienza e serenità sarò in grado di risolvere il problema” oppure ” Devo darmi un’altra possibilità”.
Tutto questo non significa ricorrere a idee positive irrealistiche e ingenue, ma assumere un atteggiamento più realistico e propositivo.
Ci sono persone che hanno un “feeling” speciale per noi e che sono in grado di curare le nostre ferite con un abbraccio sincero, una parola dolce … Sfogati con loro, racconta loro ciò che ti succede.
Vedrai che poi ti sentirai molto meglio.
Non essere timido, elargisci abbracci, massaggi, lascia spazio alle coccole: da fare e da ricevere.
Tutte le attività che prevedono un contatto interpersonale, migliorano la produzione di ossitocina.
L’ossitocina è in grado di ridurre i livelli di cortisolo (ormone dello stress), abbassare la pressione sanguigna e migliorare il metabolismo, con effetti positivi sul sistema gastrointestinale.
E prima inizi il lavoro su di te per cambiare modo di pensare, prima riuscirai a trasformare la tua vita.
Ma come prima cosa devi diventare consapevole del tuo potere.
Metti in pratica i miei suggerimenti e di sicuro ti approccerai in modo propositivo verso gli avvenimenti della tua vita.
Sii coraggioso e ricorda sempre che non è mai troppo tardi per essere felice.
Non è mai troppo tardi per amare ancora, per fare un viaggio, anche dentro di te, o per acquisire nuove competenze.
Fino a quando il tuo entusiasmo sarà forte, sarai accompagnato da salute e ottimismo, niente e nessuno potrà limitarti.
Spero di aver scosso un pochino il tuo lato propositivo; ti lascio augurandoti un grosso in bocca a lupo per i tuoi progetti e dedicandoti questo bellissimo aforisma di Henry D. Thoreau ” C’è un solo tipo di successo: quello di fare della propria vita ciò che si desidera”.
Sicuramente conosci il tuo colore preferito del momento (è normalissimo se cambia!), quando sei nato e le scarpe che preferisci indossare.
Ci sono, però, tantissime cose di te che ignori completamente e per questo a volte ti senti confuso, disorientato sulle scelte da prendere o addirittura incoerente (stare con chi ti fa soffrire, procrastinare cose che a lungo termine ti fanno bene, ignorare i tuoi bisogni autentici…).
In realtà, non c’è niente di incoerente nel provare desideri ed emozioni contrastanti.
Anche queste sono il frutto di un “giudice severo”, perché se da un lato inneggi la forza, il controllo e la determinazione, dall’altro ci sarà sicuramente una parte di te che desidera la fuga e la perdita di controllo e che quindi spingerà verso delle condotte che sembrano remarti contro.
da QUORA
U O M I N I
Scrive Marco Giallini, corrispondente di QUORA.
Mi sento di poter dividere gli uomini in quattro categorie che, più o meno, vanno a coprire circa il 95% dell’universo maschile.
Categoria numero 1: Gli insoddisfatti.
Tutto il giorno ripetono: la mia vita fa schifo, mia moglie non mi ama, i miei figli mi detestano.
La donna che casca in questo rapporto diventa una crocerossina. Non dice mai: io ti amo. Dice: io ti salverò.
Categoria numero 2: Peter Pan.
Hanno di bello che non hanno crisi di mezza età, perché sono fermi all’adolescenza.
Per loro sei un joystick, conquistarti vuole dire salire al primo livello, portarti a letto e vincere la partita.
Prediligono donne giovani, esageratamente giovani.
Categoria numero 3: Io vorrei – ma non posso.
Di solito, sposati con figli, ma in procinto di separarsi, in procinto di dirglielo, in procinto di andare via di casa.
Sono sempre in procinto di…., ma non fanno mai nulla, perché ora lei sta attraversando un momento difficile, perché il bambino è piccolo, perché il bambino non capirebbe.
Poi, alla festa di laurea del bambino, forse capisci che il momento giusto non arriverà mai.
Categoria numero 4: Infine, ci sono i buoni, belli e intelligenti.
– Ah, finalmente! Qual è il loro problema.
– La mamma.
– La mamma?
– Sì, una presenza costante e imprescindibile, fin dall’infanzia. e lì che cominciano a trasformare i loro piccoli uomini in piccoli mostri “Ma quanto è bello ‘sto pisellino? Ma come come è grosso ‘sto pisellino? Ma di chi è ‘sto pisellone?”.
Tutto il repertorio: quanto sei bello, quanto sei intelligente, quanto sei bravo.
E allora, se per metà della tua esistenza, una donna ti fa sentire Dio, perché accettare che per il resto della vita un’altra donna ti faccia sentire uno stronzo?
– Papà, però scusa, tu hai parlato del 95% degli uomini. E il restante 5%?
– Sono quelli decenti. Buona caccia al tesoro, amore mio.
O S S I M O R I
C’è chi dice che ci vorrebbe un po’ di sana dittatura.
Come no, e magari anche un po’
E, se avanza spazio, di lussuriosa castità…
Ecco, per l’appunto: tutto e il contrario di tutto,
così tutti sono contenti.
da QUORA
Scrive Giancarmine Faggiano, corrispondente di QUORA.
F A N T A S I E S E S S U A L I
Le fantasie sessuali in una coppia ben collaudata, aiutano a mantenere in vita il desiderio di entrambi per poter mettere in atto l’eccitazione.
L’importante è non essere perversi, feticisti e masochisti.
La perversione, infatti, si relaziona ad atti e comportamenti che non rientrano nella normalità giacché si violano regole di accoppiamento riconosciute come tradizionali.
Per Freud, le perversioni sono prevaricazioni anatomiche di regioni del corpo destinate all’unione sessuale.
In questo caso, l’amore diventa non amore perché privo di emozioni e sentimenti spontanei.
I cosiddetti feticismi, poi, portano a comportamenti devianti ed animaleschi che, in Psicoanalitica, si chiamano “disturbi psichiatrici del carattere.”
In particolare, un sadico a letto, è portato ad infliggere dolore, sottomissione psicologica al/ alla Partner.
Il perverso pensa solo a se stesso.
E questo, non è affatto sesso sano , bensì malato. Invece, le fantasie sessuali sane sia maschili che femminili , per quanto molto sensuali, aumentano nel rapporto il desiderio nascosto per mantenere l’eccitazione e prolungare il piacere di entrambi.
In effetti, avere una buona immaginazione a letto, rivela sostanzialmente la propria personalità e l’Amore spontaneo diventa davvero ” Ars amandi.” (arte di amare)
P E R S O N A L I T A’
da QUORA
Scrive Edoardo Della Valle, corrispondente di QUORA
PERSONALITA’ DELLE PERSONE
Scrive Ghassan Albhotori, un corrispondente di QUORA
TRATTI DI PERSONALITA’
Le piccole azioni raccontano grandi storie.
G R A N D I V E R I T A’ D E L L A S T O R I A (Anche quella di tutti noi)
“Sono venuto a seppellire Cesare,
non a farne l’elogio.
Il male che un uomo fa
gli sopravvive;
il bene, spesso, resta
sepolto con le sue ossa.”
Orazione di Marco Antonio dal “Giulio Cesare” di William Shakespeare.
Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia.
Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologa.
Sei brava/o a distinguere chi ti vuole genuinamente bene da chi, invece, ti usa per alimentare il suo insaziabile ego? In teoria, discernere il bene dal male non dovrebbe essere così difficili ma in pratica lo è, e anche tanto. Falliamo in questa impresa tutte le volte che riponiamo la nostra fiducia nella persona sbagliata, tutte le volte che sistematicamente ci deludono, tradiscono e che, in qualche modo, ci fanno sentire usati, sviliti e ignorati. Ignorati nei nostri bisogni di stima, validazione e affetto. Già, perché chi ti sta accanto per rinforzare il suo ego, ignora completamente cosa vuoi tu: è dannatamente concentrato su se stesso.
A tutti può capitare di riporre fiducia e speranze nella persona sbagliata, tuttavia, una volta notato il gap relazionale, chi sa discernere il bene per sé dal male per sé, sa come correre ai ripari e impara dall’esperienza. Al contrario, chi non riesce a fare agilmente questa distinzione, si ritrova spesso in relazioni del tutto sbilanciate e fa fatica a uscirne. A volte, distinguere ciò che è davvero bene per sé non è facile, perché nella nostra storia personale, nessuno ce l’ha mai mostrato davvero, in più, chi tenta di sminuirci, spesso lo fa in modo subdolo ed è molto bravo a camuffare i suoi reali scopi. Allora vediamo quali sono le caratteristiche tipiche di chi, per stare bene con se stesso, ha bisogno di farti sentire sbagliato e quali sono le frasi che potrebbero fungere da campanellino d’allarme.
Chi ha un ego insaziabile, dà un’immagine di sé irrealistica e, in parallelo, usa il riconoscimento esterno per compensare i propri vuoti e gli inaccettabili fallimenti personali. Tutti noi cerchiamo accettazione e consenso all’esterno, e fin qui è tutto bene: siamo animali sociali, abbiamo bisogno di sperimentare senso di appartenenza e gratificazione interpersonale e questi bisogni possono essere soddisfatti instaurando rapporti paritetici fatti di stima reciproca. Il problema insorge quando il riconoscimento esterno viene ricercato con la svalutazione, il controllo e il dominio sull’altro.
Queste persone, infatti, stanno bene con se stesse solo quando possono sentirsi migliori degli altri, le ho definite con un «ego insaziabile» perché è talmente grande la precarietà affettiva che si portano dentro, da essere impossibile da colmare, almeno non dall’esterno, almeno senza una profonda presa di consapevolezza. In realtà, queste sono così barricate nel loro stesso ego, da perdere ogni lucidità: esistono solo loro, ciò che pensano e ciò che vogliono. Gli altri non sono altro che strumenti e guai a farli sentire incompresi: uno dei tanti modi che hanno per piegare l’identità altrui e il non accettare che si possano avere valori diversi dai propri. Nelle relazioni che stringono, se l’altro ha idee diverse, semplicemente non ha valore, non viene accettato. L’accettazione, infatti, può passare solo per l’accondiscendenza più totale.
Quel grande ego smisurato e insaziabile, finisce per dissipare le energie altrui, per esercitare controllo, umiliare, disprezzare e distruggere tutto ciò che ha a tiro, fino a sminuire anche la più nobile e benevola delle intenzioni. Si nutre delle attenzioni degli altri ma non lo fa sempre in modo palese: l’ego insaziabile, infatti, è ben nascosto sotto una scintillante armatura costruita ad hoc. In più, l’ego insaziabile può indossare diverse armature, tante quanto sono le occasioni: più che una persona, ti ritrovi davanti un prestigiatore che fa giochi di magia distorcendo fatti ed emozioni. L’armatura più usata è quella del cavaliere senza macchia e senza paura, che si prodiga per gli altri. Un’armatura mantenuta scintillante per raccogliere consensi.
Esistono, poi, molte variabili, spesso l’armatura scintillante proietta un’immagine sempre affaccendata: tempo e risorse, all’apparenza, sono investiti in una «più alta causa»: il lavoro, la famiglia, il volontariato… Attenzione! È bellissimo dedicare del tempo ai propri affetti, avere ambizioni lavorative o fare volontariato, ma queste persone, enfatizzano il sacrificio. In fondo, se si sacrifica e se si sta impegnando così tanto per gli altri e non per sé, come potrebbe essere accusato di egocentrismo?
Queste persone, nelle relazioni, possono essere estremamente caustiche, corrodono anche la personalità più forte e tenace. La difficoltà sta nel fatto che all’apparenza non sono «persone tossiche» (estremamente lamentose, che parlano male di tutti…), sono piuttosto degli affabulatori, dei racconta storie che condiscono la realtà a loro piacimento, che possono dartela vinta al momento ma che poi hanno sempre in serbo per te una frecciatina, un rimprovero, un’osservazione scomoda da fare. Per queste persone c’è sempre un però, c’è sempre un ma, «Sì, tutto è bello ma…»; c’è sempre un modo più o meno velato per farti pesare tutto, ciò che hai fatto e ciò che non hai fatto. Come premesso, riescono a sentirsi soddisfatte, solo facendoti sentire in difetto.
Chi ha un ego vuoto può sfruttare falsi complimenti per screditarti . I falsi complimenti finiscono spesso con un punto interrogativo, un punto di domanda che però non solleva un dubbio concreto, piuttosto sottolinea un’ipotetica fragilità.
Altre frasi possono svalutare qualcosa che fai, sfruttando una generalizzazione o riportando casi reali o fittizi. Per esempio, ti sei laureato e, dopo repentine congratulazioni, ecco che arriva: «anche Tizio ha la tua stessa laurea, ora lavora nella paninoteca in fondo alla strada, speriamo che a te vada meglio». Oppure, hai vinto un concorso «beh, ormai tutti possono farlo, non è più come una volta…» o ancora «beato te, a me queste fortune non capitano mai», per sottintendere che non hai alcuna abilità, che sei solo stato baciato dalla fortuna mentre lei/lui, le cose, deve sudarsele. Sì, perché l’armatura scintillante che mostrano è quella di una persona che non ha mai avuto alcuno sconto dalla vita, come se tutti gli altri, invece, avessero trovato realizzazioni pronte all’uso in confezioni regalo! E, come se non bastasse, le realizzazioni degli altri sono sempre banali e scontate ma non le sue, le sue sono sempre imprese epiche!
Altri esempi di svalutazioni vertono sull’invalidazione di un’esperienza o un traguardo. Per esempio: «ho fatto un corso d’inglese, mi è piaciuto tantissimo». La replica: «Sì, sono contentissima per te, ma l’hai fatto con un madrelingua? Dovresti trascorrere qualche mese all’estero come ho fatto io, è l’unico modo vero per imparare la lingua». Lo scopo è quello di spegnere l’entusiasmo e la validità dell’impresa dell’altro.
«Carina quella borsa, ormai si vedono tanti falsi in giro». Una velata frecciatina sull’autenticità dell’accessorio che indossi. Queste persone hanno sempre da mettere becco su come gestisci il tuo tempo, il tuo denaro, le scelte che fai… lo fanno sentendosi legittimati. Si prendono anche più confidenze del dovuto e non si inalberano se tu provi a mettere distanze: sono bravissimi a fare gli offesi e si vendono egregiamente come vittime.
In tutte le frasi c’è una costante: una netta incongruenza. Quando un complimento non è esattamente un complimento e quando una domanda in realtà nasconde un’allusione scomoda, l’interlocutore è disorientato e, nella più calda ingenuità, si tende a ignorare il messaggio sgradito che però, avrà sortito il suo effetto: avrà istillato dubbi, avrà creato una crepa, avrà fatto sentire l’altro migliore.
Condivido con voi un’esperienza personale: un episodio vero e molto emblematico. Sono nella sala d’attesa di un centro medico. Un uomo non sa come azionare la macchinetta automatica che eroga bibite. La moglie mi chiede di aiutarlo. L’uomo è restio ma dopo qualche minuto e diversi tentativi falliti, accetta suo malgrado il mio aiuto: la moglie aveva sollecitato il mio intervento in quanto aveva un forte calo di pressione.
Mi avvicino alla macchinetta, inserisco una moneta, immetto il codice e la bibita esce puntuale: porgo la bibita alla moglie. Sto per andare via quando l’uomo esordisce: «Senta, qui ci sono 50 centesimi di resto, ma non è capace neanche a prendersi il resto?». Un uomo decisamente corrosivo, troppo preso da se stesso e dalle sue paure per ammettere una banale difficoltà. Pur di non accettare un limite (in questo caso, una palese difficoltà con la tecnologia), quell’uomo stava causando disagio a sua moglie e ha sentito il bisogno di sminuire il mio gesto.
Alcune persone sono così rigide che, per loro, ammettere un limite, significa ammettere di non valere. Vivono una precarietà interiore tale da dover riversare tutto il loro malessere nel mondo che li circonda. Una condizione molto triste che solo raramente riesce a trovare un aiuto adeguato: come premesso, queste persone mancano completamente di capacità introspettiva. Non potendo leggersi dentro, spostano tutto all’esterno.
A volte, le critiche sono spudorate, altre volte sono nascoste ma in tutti i casi, non raccontano nulla su chi le riceve, raccontano piuttosto il mondo emotivo di chi le muove. Chi sta in pace con se stesso non sente il bisogno di sminuire il tuo nuovo lavoro, non sente il bisogno di dire «acquistare un’auto super-accessoriata è una cazzata, fai lievitare il prezzo per nulla, è da fessi», dopo che ha saputo del tuo ultimo acquisto full optional.
Ma se non è un’auto, è lo smartphone, il vestito, le scarpe, il tuo aspetto, i tuoi capelli… queste persone trovano sempre il modo di disprezzarti, e lo fanno! Lavorare sui propri confini, sul proprio valore personale e senso di auto-efficacia, è l’antidoto migliore per qualsiasi critica, anche alla più distruttiva e subdola di tutte!
Dobbiamo stabilire dei limiti. Non bisogna tollerare critiche e disprezzo celato. Il disprezzo costante è un abuso psicologico che può danneggiare chi ha già delle fragilità di fondo. Non possiamo normalizzare il disprezzo. Permettere agli altri di sminuirci significa precipitare in un abisso in cui perdiamo di vista il nostro valore. Allora cosa fare? Per cambiare radicalmente la tua vita, inizia a formarti e a capire come funzionano davvero le cose.
Esiste una realtà ben concreta in cui tu sei al centro della tua vita. In cui tutti i tuoi bisogni hanno un senso, vanno ascoltati e appagati! Una realtà in cui puoi affermare te stesso, accoglierti e amarti. In tal modo, attrarrai a te solo persone che sono capaci di darti la considerazione che meriti. Che, come nel mio esempio, hanno cura del legame che instaureranno con te. Non si tratta di un’utopia. Tutto questo è possibile e puoi averlo in tutti i rapporti.

Giacomo Leopardi è il solo grande poeta e letterato del passato remoto che ancora vive nel nostro presente smemorato. Non Manzoni, non Foscolo, non Tasso, che lo stesso Leopardi pur considerava più grande di Dante né gli altri classici. A Leopardi si dedicano film, saggi, si celebrano perfino gli anniversari della sue poesie, come l’Infinito.
Eppure fu maltrattato nel suo tempo, come egli stesso scrisse: «sto qui, deriso, sputacchiato, preso a calci da tutti, menando l’intera vita in una stanza…», confidò a Pietro Brighenti nel 1821. Trattato come un deforme, un “saccentuzzo” maleodorante, “un gobbo fottuto”, un nano maledetto, alto appena un metro e 41, un fisico che ricorda quello di Antonio Gramsci; deriso non solo a Recanati ma anche a Napoli, definito un “ranavuottolo” e uno “scartellato”. Questo spiega la totale scissione del poeta favoloso dall’uomo risentito contro il mondo, le donne, l’umanità. Per lui “l’odio è di gran lunga il più durevole fra i piaceri: gli uomini amano in fretta, ma detestano a tutto loro agio e a lungo”. E comunque preferiva l’odio all’indifferenza. Poi il suo elogio del delitto che è a suo dire “un atto eroico”.
Del Leopardi oscuro, “intellettuale livido e livoroso”, tratta la “biografia non autorizzata” di Raffaele Ascheri, da poco edita da Cantagalli; una ricostruzione attenta e assai “scorretta” del grandissimo poeta.
Penoso è il capitolo della sua fame di denaro e delle sue umilianti richieste di aiuti a famigliari, prelati e potenti. Si faceva ipocrita e “untuoso”, pur di ottenere qualcosa. E per convincere i suoi genitori a sostenerlo economicamente, minacciava loro di tornare a casa, così gravando con i suoi esigenti consumi ed essendo “di grandissimo incomodo coi miei metodi strani di vita e colla mia malinconia”. Detestava insegnare, perché reputava gli studenti “insolenti” e lui troppo timido per insegnare; preferiva dare lezioni private di latino e greco. Imbarazzante è il capitolo dedicato a lui come “raccomandato vaticano”, e un altro sull’”ateo papalino”, pronto ad abdicare penosamente alla sua coerenza con una “servile e zelante abiura” e “alla sua dignità personale ed intellettuale” pur di strappare una sinecura ben pagata, “all’ombra del potere teocratico vaticano”. Mostrò insincera umiltà e piaggeria verso i potenti, arrivando a deprecare “la malintesa libertà di pensare”; e si disse felicissimo di servire il Papa Re. In questo appare più leale il cattolico fervente Monaldo che gli sconsigliò di travestirsi da clericale, perché “il galantuomo deve procedere in coerenza dei suoi principii, e non conviene ricevere stipendio da un Principe, vergognandosi di portare la sua divisa”. Giacomo non volle però trasferirsi a Roma, adottando tutte le scuse possibili, perfino “una stitichezza eccessiva” e la sofferenza della carrozza per il trasferimento. Voleva un incarico a Bologna, dove si trovava bene, con una “ben piccola fatica e piccolo tempo”; così sfumò la sua pretesa.
Leopardi fu ipocrita anche con suo padre: quando gli attribuirono la paternità dei Dialoghetti di Monaldo, al di là dei suoi cerimoniosi carteggi col padre, in cui diceva che non voleva “farsi bello degli altrui meriti”, definì altrove quel libro paterno “infamissimo, scelleratissimo”, con dialoghi “sozzi e fanatici”.
Praticando la dissimulazione, adottava anche nella corrispondenza la doppia faccia e la doppia morale. Adulava i prelati, chiedendo favori, ma in privato o in altre corrispondenze li disprezzava, fino a definirli “coglioni” (es. l’abate Cancellieri).
E un odio verso l’umanità e molte città, come Firenze “fetidissima”, e verso i romani e i napoletani; un disprezzo delle donne, soprattutto quelle che non ricambiavano il suo amore, fino a definirle “puttane” (come Teresa Malvezzi). Naturalmente in tutto questo pesavano le sue malattie, la sua cecità progressiva e la sua pessima alimentazione, la sua golosità di dolci che gli fu fatale; l’ultima fu la scorpacciata di confetti canellini di Sulmona che gli procurò amorosamente Paolina, la sorella di Antonio Ranieri, verso cui fu ingrato nonostante le tante premure ricevute. Refrattario alle abluzioni quotidiane, sciatto e malvestito, esaltava bacco e tabacco non potendo godersi Venere.
Ascheri smentisce la diceria di Leopardi omosessuale, che Giacomo definì “un vizio antinaturale”, “una snaturalezza infame”. Il biografo passa in rassegna i suoi infelici amori non ricambiati.
Il suo pessimo carattere, unito all’invidia per il suo genio, gli procurò inimicizie e odii; come quello di Niccolò Tommaseo che lo oltraggiò in versi: “Natura con un pugno lo sgobbò: “Canta, gli disse irata”; ed ei cantò». Ma anche con Manzoni si conobbero ma non si presero. Il deforme e cagionevole Leopardi esaltava la forza e il vigore fisico; Adriano Tilgher notava che “nessun moralista ha tanto esaltato la salute, il vigore e l’allegrezza quanto il pessimista e malato Leopardi”. In questo, trovò nel tempo un fratello, Nietzsche. E come lui esaltò lo spirito guerriero, la giovinezza e la salute, necessaria “a mantenere il vigore dell’animo e il coraggio che non saranno mai in un corpo debole”. Il superuomo ante litteram.
Poi vennero gli studi di Cesare Lombroso e di Giuseppe Sergi su di lui, a considerarlo uno psicopatico e un genio epilettico. Ascheri affronta il suo contraddittorio “nazionalismo” risorgimentale, i tentativi postumi di fascistizzarlo durante il regime o di arruolarlo come “progressista” e “materialista” da parte degli studiosi marxisti. Il responso finale è che fu “un cattivo maestro”. Ma fu un genio incomparabile. Grandezza della poesia, miseria della vita; nano in più sensi, gigante nella letteratura. Giacomo passa, Leopardi resta.
da QUORA
Quali sono alcuni fatti psicologici di cui la gente non si accorge?
1. L’ultima persona a cui pensiamo prima di addormentarci è la fonte del nostro dolore o della nostra felicità.
2. Lasciare che qualcuno ti faccia un favore, fa in modo che tu gli piaccia di più.
3. Le gomme da masticare possono alleviare lo stress.
4. Alle persone a cui piace il posto vicino al finestrino quando viaggiano, piace stare da soli.
5. Qualsiasi amicizia, che è nata nel periodo tra i 18 e i 24 anni, è più probabile che duri a lungo.
6. Fingere di non avere sentimenti come: rabbia, solitudine o tristezza può distruggerti mentalmente.
7. L’ umore in cui tutto ti rende irritabile, indica che ti manca qualcuno.
8. Non puoi cambiare nessuno, le sue azioni, parole o sentimenti, tuttavia puoi cambiare i tuoi.
9. Le persone non ascoltano la persona più intelligente nella stanza, ascoltano quella che si comporta come se sapesse cosa è giusto.
10. Dopo 3/4 mesi che ti sei preso una cotta per qualcuno, o vi siete innamorati entrambi oppure cerca qualcun altro.
11. Il nostro cervello ricorda i fatti negativi, piuttosto che quelli positivi. Questo ci aiuta a proteggerci meglio.
12. Premere il tasto snooze sulla sveglia piuttosto che alzarti subito, può effettivamente renderti più stanco.
13. La bellezza ispira aggressività, che è il motivo per cui abbiamo il desiderio di possedere le cose che sono carine.
14. Se qualcuno ti sta parlando di un suo problema, a meno che non te lo chieda chiaramente non desidera una soluzione, ma piuttosto di qualcuno che lo ascolti.
15. Le persone creative si annoiano più facilmente.
16. Quelle che ti danno i migliori consigli sono quelle con i maggiori problemi.
17. Quando qualcuno dice “Ti odio” o ti maledice, in realtà vuol dire “mi hai ferito”.
18. Più grande è la tua firma, maggiore è la tua autostima.
19. Più piccola è la calligrafia, meno sei aperto alla conversazione.
20. Non importa quanto ti sforzi, non riuscirai mai a ricordare come sono iniziati i tuoi sogni.
21. Se parli a qualcuno nella sua seconda lingua o non nativa, parli al suo cervello. Parla con loro, nella loro lingua madre e parli con il loro cuore.
22. Le persone intelligenti tendono a sottovalutarsi. (questo spiega tutto!)
23. Sposare il tuo migliore amico riduce le probabilità di divorzio del 70%.
24. Sembri più attraente quando parli di qualcosa a cui sei veramente interessato.
25. I comici e le persone divertenti sono in realtà più depressi degli altri.
26. I bugiardi identificano le bugie meglio degli altri.
27. Più parli di qualcuno, più ti innamori di lui.
28. Quando dici una bugia, aggiungendo una storia o un elemento imbarazzante, la fai sembrare più credibile.
29. Quando qualcuno dice una bugia, muove molto le mani, questo è ciò che fanno le persone quando raccontano una storia inventata!
30. La maggior parte delle persone muore nel sonno dalle ore 3 alle 4 del mattino, in quelle ore il tuo corpo è apparentemente più debole.
COSE NEGATIVE PER LA NOSTRA SALUTE MENTALE
MANCANZA DI MOVIMENTO: sì, proprio il movimento fisico. Se trascuri di muoverti a sufficienza, impigrendoti sempre di più, cadrai in uno stato di abulia e di inefficienza accidiosa che finisce per diventare il tuo standard di vita. Evitalo accuratamente.
INCAPACITA’ DI RICONOSCERE I TUOI BISOGNI: se non capisci cosa ti dà energia e cosa te la toglie, tutti i pensieri e le azioni della tua vita saranno fuori dal tuo controllo. La vita è tua e la devi gestire tu. Tieniti informato e stai accorto.
ABUSO DEI “SOCIAL”: questi ti creano dipendenza, distorcono la realtà, ti formano dei canoni morali, estetici e comportamentali fasulli e artefatti. Confrontali con la realtà e capirai.
NON CONOSCENZA E REPRESSIONE DELLE TUE EMOZIONI: sii consapevole dei tuoi sentimenti e degli impulsi emotivi del tuo animo, perché la forza mentale ed emozionale sono alla base di ogni successo umano.
INCAPACITA’ DI NON FREQUENTARE PERSONE TOSSICHE: se non sei in grado di riconoscerle ed evitarle, a lungo andare, ti danneggeranno profondamente. Loro sono quello che sono e vogliono avvicinarti. Dipende da te tenerle lontane.
DIPENDENZA DAL PERFEZIONISMO: questo è la tendenza negativa della mente a raggiungere, a tutti i costi, certi standard. Esso ti porta a vivere in continuo stato di attivazione dei glucocorticoidi, cioè degli ormoni dello stress, che ti avvelenano costantemente.
IL SENTIRSI IN COLPA: è uno stato d’animo che ti rovina la vita. Passare il tempo a rimuginare sul passato è una pessima abitudine per la tua salute mentale. Quello che è stato è stato: non potevi fare di meglio. Perdonati e cerca di imparare per la prossima volta.
PROIEZIONE NEGATIVA NEL FUTURO: struggerti per quello che potrebbe accadere di negativo, in seguito ad una scelta, tua o di altri. Se lo fai in maniera ricorrente, quasi ossessiva, non farai che limitare ogni tua azione in funzionalità e riuscita.
ASSENZA DI INTEGRITA’: nel pensare, nel dire, nel fare cerca di essere e mantenerti coerente. In caso contrario, il primo a sentirne il peso sarai tu e la tua autostima peggiorerà. La menzogna e l’ipocrisia sono tossiche, anche e soprattutto per chi le mette in opera.
da una chat di QUORA
Cosa vogliono le donne in un uomo di 25 anni:
1. Essere bello
2. Essere affascinante
3. Avere successo finanziario
4. Essere un buon ascoltatore
5. Essere spiritoso
6. Essere in buona forma
7. Avere stile nel vestire
8. Apprezzare le cose belle
9. Essere pieno di sorprese
10. Essere un amante creativo e romantico
Cosa vogliono le donne in un uomo di 35 anni:
1. Che abbia occhi belli e non sia calvo
2. Che apra la portiera della macchina o prenda una sedia
3. Che abbia abbastanza soldi per una bella cena
4. Che sappia ascoltare più che parlare
5. Che sappia ridere alle loro battute
6. Che porti le borse della spesa
7. Che abbia almeno una cravatta
8. Che si goda la buona cucina casalinga
9. Che si ricordi i compleanni e gli anniversari
10. Che sia romantico almeno una volta alla settimana
Cosa vogliono le donne in un uomo a 45 anni:
1. Non deve essere troppo brutto (se è calvo, dovrebbe radersi la testa)
2. Non può buttarle fuori quando sono in macchina
3. Non lavorare troppo e quando, di tanto in tanto , le porta fuori a cena, non gridare
4. Deve annuire con la testa quando si parla
5. Deve capire le loro battute
6. Essere abbastanza in forma per spostare i mobili
7. Indossare una camicia per coprire la sua enorme pancia
8. Non comprare champagne con il tappo a vite
9. Abbassare la tavoletta del water quando usa la toilette
10. Radersi almeno nei fine settimana
Cosa vogliono le donne in un uomo di 55 anni:
1. Mantenere i peli del naso e delle orecchie tagliati
2. Non ruttare o scoreggiare in pubblico
3. Non chiedere soldi più volte
4. Non appisolarsi o dormire quando stanno parlando
5. Non raccontare la stessa barzelletta più e più volte
6. Essere abbastanza in forma da alzarsi dal divano nei fine settimana
7. Indossare ancora calzini e pantaloni nuovi
8. Godersi una buona cena davanti alla TV
9. Ricordarsi ancora il loro nome
10. Radersi almeno qualche fine settimana
Cosa vogliono le donne in un uomo che ha 65 anni:
1. Che non spaventi i bambini
2. Che si ricordi dov’è il bagno
3. Che non spenda troppi soldi per il medico
4. Che russi solo quando sonnecchia
5. Che si ricordi perché sta ridendo
6. Che sia abbastanza in forma per stare almeno in piedi da solo
7. Che normalmente indossi ancora i vestiti
8. Che non gli piacciano solo i cibi morbidi
9. Che si ricordi dove lascia la sua dentiera
10. Che si ricordi ancora cos’è un fine settimana
Cosa vogliono le donne in un uomo di 75 anni:
1. Essere ancora in grado di respirare
2. Non dimenticare di pulire il water e il bagno
3. E poi ….
In una persona amata,
correggi e sopporta i difetti.
Se li correggi,
il tuo partner sarà migliore.
Se li sopporti,
sarai migliore anche tu.
Marco Terenzio Varrone.
QUALI SONO I PRINCIPALI FATTORI CHE INFLUENZANO
LA CRESCITA ECONIMICA DI UNA SOCIETÂ?
La qualità delle leggi, le abitudini, le norme di vita, l’etica e la cultura della società stessa.
La crescita, lo sviluppo vero non sono un fenomeno dovuto a minoranze, a plutocrazie, o oligarchie, ma il prodotto di tutto l’insieme delle persone e nella civiltà contemporanea molto complessa, articolata ed interconnessa questa coesione e convivenza equa e pacifica sono oltremodo importanti.
Questi elementi oggi, in seguito al sovrappopolamento umano, alle pesanti modifiche fatte all’ambiente, e comunque alla precarietà stessa dell’uomo sulla terra, sono oltremodo importanti per la sopravvivenza non solo di molti singoli ma dell’umanità stessa nella sua globalità.
L’elevato grado di conflittualità della società umana, conflittualità militare, economica, sociale, comporta il rischio che l’umanità non abbia resilienza di fronte a grandi mutazioni dell’ambiente o che addirittura non ne percepisca la gravità, perché immersa totalmente nella conflittualità quotidiana.
La stessa prassi del business attuale, dell’economia monetaria come valore, del produrre profitto senza calcolarne i costi umani, sociali, ambientali rischia di generare catastrofi peggiori delle peggiori guerre oltre a farne comunque nascere ovunque.