Numero3145.

 

da  QUORA

 

L A    D O N N A    E    L E    R E L I G I O N I

 

Scrive Paola, corrispondente di QUORA.

 

Post piuttosto lungo, inforcate gli occhiali e godetevi la lettura!

 

“Quando vedi una donna pensa che sia un demonio, che sia una sorta di inferno.” – Papa Pio II°

“Le donne non dovrebbero essere illuminate o educate in nessun modo. Dovrebbero, in realtà, essere segregate poiché sono loro la causa di orrende ed involontarie erezioni di uomini santi.” – Sant’Agostino, padre della chiesa cristiana cattolica

“Se gli uomini potessero vedere quel che si nasconde sotto la pelle, la vista delle donne causerebbe solo il vomito. Se rifiutiamo di toccare lo sterco anche con la punta delle dita, come possiamo desiderare di abbracciare una donna, creatura di sterco?” – Sant’Odone, abate di Cluny

“La donna è male sopra ogni altro male, serpe e veleno contro il quale nessuna medicina va bene. Le donne servono soprattutto a soddisfare la libidine degli uomini.” – San Giovanni Crisostomo, cui è particolarmente devoto Herr Joseph Alois Ratzinger, papa Benedetto XVI°

“La donna è un tempio costruito su una cloaca. Tu, donna, sei la porta del diavolo, tu hai circuìto quello stesso [maschio] che il diavolo non osava attaccare di fronte. È a causa tua che il figlio di Dio ha dovuto morire; tu dovrai fuggire per sempre in gramaglie e coperta di cenci.” – Tertulliano, teologo cristiano

“O credenti. Quando vi accingete alla preghiera lavatevi la faccia e le mani. Se avete toccato donne e non trovate acqua, cercate della polvere pulita e passatevela sulla faccia e sulle mani.” – Corano, Sura V, 6

Lo stupro (NON dei maschi!) benedetto da Dio e da una carogna di padre padrone: “Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!». Lot uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro di sé, disse: «No, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all’ombra del mio tetto».” – Bibbia, Genesi XIX, 5-8

“Il velo del cristianesimo paolino: «Di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza.» – San Paolo, Prima lettera ai Corinzi, XI

“Poiché il Sublime Corano e l’insegnamento del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, sono vincolanti per la donna che creda nella provenienza divina del Corano e nella Missione apostolico-profetica di Muhàmmad, indossare il velo è, quindi, un dovere preciso e inderogabile. La donna musulmana che indossa il velo, esprime per mezzo di esso in forma tacita, la sua identità islamica ed è fuorviante dall’lslàm il pensiero, purtroppo diffuso, che possa chiamarsi musulmana, la donna che non porta il velo, giustificandosi col dire che l’importante è avere fede dentro! Non hanno presente che il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, ha chiaramente disatteso questo pensiero quando ha detto: «La fede non è presente dentro se non ci sono i comportamenti islamici che ne segnalano la presenza interiore.»” – Al Turabi Hasan, Le donne nell’ordinamento islamico della società

Lapidazione: “Quando una fanciulla vergine è fidanzata, e un uomo, trovandola in città, pecca con lei, condurrete tutti e due alla porta di quella città e li lapiderete così che muoiano: la fanciulla, perché essendo in città non ha gridato, e l’uomo perché ha disonorato la donna del suo prossimo. Così toglierai il male da te.” – Bibbia, Deuteronomio XXII, 23

“Ogni donna impudica sarà calpestata come sterco nella via.” – Bibbia, Siracide IX, 10

“Flagellate la fornicatrice e il fornicatore, ciascuno con cento colpi di frusta e non vi impietosite [nell’applicazione] della Religione di Allàh, se credete in Lui e nell’Ultimo Giorno, e che un gruppo di credenti sia presente alla punizione.” – Corano, Sura XXIV, 2

“Se le vostre donne avranno commesso azioni infami, confinate quelle donne in una casa senz’acqua nè vitto finché non sopraggiunga la morte.” – Corano, Sura IV, 15

“I coniugi peccano non appena si abbandonano alla voluttà per cui, dopo, devono pregare: «Perdona, o Dio, la nostra colpa!»” – Sant’Agostino, padre della chiesa cristiana cattolica

“Quanto maggiore il piacere, tanto più grave il peccato. Chi ama con troppo calore la moglie è un adultero!” – Sant’Agostino, padre della chiesa cristiana cattolica

“L’atto coniugale è un peccato grave in nulla differente dall’adulterio e dalla dissolutezza nella misura in cui entra in ballo la passione dei sensi e l’odioso piacere, così che nessun dovere coniugale accade senza peccato e i coniugi non possono essere senza peccato.” – Martin Lutero, padre della riforma cristiana protestante

“Una madre, in quanto sposata, otterrà in cielo un posto inferiore a quello della figlia in quanto vergine.” – Sant’Agostino, padre della chiesa cristiana cattolica

“La donna non è fatta a immagine e somiglianza di Dio. È nell’ordine della natura che le mogli servano i loro mariti ed i figli i loro genitori, e la giustizia di ciò risiede nel principio che gli inferiori servano i superiori… È la giustizia naturale che vuole che i meno capaci servano i più capaci. Questa giustizia diventa evidente nel rapporto tra gli schiavi ed i loro padroni, che eccellono in intelletto, ed eccellono in potere.” – Sant’Agostino, padre della chiesa cristiana cattolica, Questioni sull’Eptateuco, Libro I, § 153.

“Non può esserci dubbio che è più consono all’ordine della natura che l’uomo domini sulla donna, piuttosto che la donna sull’uomo. Questo è il principio che emerge quando l’apostolo (Paolo) dice, «La testa della donna è l’uomo» e, «Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti». Anche l’apostolo Pietro scrive: «Sara obbediva ad Abramo, chiamandolo padrone»” – Sant’Agostino, padre della chiesa cristiana cattolica, Sulla Concupiscenza, Libro I, cap. 10.

“Adamo è stato condotto al peccato da Eva, non Eva da Adamo. È giusto, quindi, che la donna accolga come padrone chi ha indotto a peccare.” – Sant’Ambrogio, padre della chiesa cristiana cattolica

“Vi sono tre ragioni per le quali diciamo che è l’uomo l’immagine di Dio e non la donna. Prima fra tutte: così come c’è un solo Dio e da lui tutte le cose sono nate, così un uomo è stato creato per primo e da lui sono stati nati tutti gli altri. Perciò è questa entità che è a somiglianza di Dio, vale a dire cioè che come tutte le cose procedono da Dio, così tutti gli altri uomini procedono da quest’uomo. In secondo luogo, così come dal corpo di Cristo mentre era addormentato nella morte sulla croce è derivata l’origine della chiesa cioè l’acqua ed il sangue attraverso i quali si esprimono i sacramenti con i quali vive la chiesa ed ha la sua origine e diviene sposa di Cristo, così dal fianco di Adamo mentre dormiva nel paradiso è stata formata la sua sposa quando le fu presa una costola, dalla quale Eva venne creata. In terzo luogo: così come Cristo è capo della Chiesa e governa la Chiesa, allo stesso modo il marito è capo della moglie e la regola e la governa. E’ per queste ragioni che solo l’uomo è ad immagine di Dio, e non la donna. E per queste ragioni l’uomo non deve avere come la donna un segno di soggezione, ma un segno di libertà e di preminenza.” – Uguccio, Summa, C. 33, q. 5, cap. 13.

“Ogni donna dovrebbe camminare come Eva nel lutto e nella penitenza, di modo che con la veste della penitenza essa possa espiare pienamente ciò che le deriva da Eva, l’ignominia, io dico, del primo peccato, e l’odio insito in lei, causa dell’umana perdizione.

Non sai che anche tu sei Eva? La condanna di Dio verso il tuo sesso permane ancora oggi; la tua colpa rimane ancora.

Tu sei la porta del Demonio!

Tu hai mangiato dell’albero proibito!

Tu per prima hai disobbedito alla legge divina!

Tu hai convinto Adamo, perchè il Demonio non era coraggioso abbastanza per attaccarlo!

Tu hai distrutto l’immagine di Dio, l’uomo!

A causa di ciò che hai fatto, il Figlio di Dio è dovuto morire!”

Tertulliano, teologo cristiano, De Cultu Feminarum, libro 1, cap 1.

“Non permetto alla donna di insegnare, né di comandare all’uomo, ma se ne stia silenziosa. Infatti Adamo fu plasmato per primo, poi Eva; e non fu sedotto Adamo prima, ma la donna essendo stata sedotta cadde nella trasgressione.” – San Paolo, Lettere a Timoteo

“Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea.” – San Paolo, Prima lettera ai Corinzi, XIV, 34-35

“Le donne siano soggette ai propri mariti come al Signore, perché il marito è il capo della donna come Cristo è il capo della Chiesa.” – San Paolo, Lettera agli Efesini

“L’Apostolo vuole che la donna sia manifestamente inferiore, in ordine che la Chiesa di Dio è pura.” – Ambrosiaster, Sulla prima lettera a Timoteo 3,11.

“In verità, le donne sono di razza debole, indegne di fiducia, di mediocre intelligenza.” – Epifanio, Panarion 79, §1.

“Entrambe, la natura e la legge, mettono la donna in condizione subordinata rispetto all’uomo.” – Sant’Ireneo, Frammento n° 32

“Dovere principale della moglie è provvedere al governo della casa in subordinazione al marito. All’uomo spetta l’ultima parola in tutte le questioni economiche e domestiche e la donna deve essere pronta all’obbedienza in tutte le cose: il suo posto è soprattutto in casa. Son da condannare gli sforzi di quelle femministe le cui pretese mirano ad un’ampia uguaglianza fra uomo e donna.” – Papa Paolo VI°

“Ai fini dell’educazione cristiana di una bambina, che non sappia a che servono flauti, lire e cetre: la musica è proibita. Non deve avere cameriere graziose e curate, ma una vecchia virago seriosa, pallida, sordida che esorti di notte alla preghiera e al canto dei salmi e di giorno alle preghiere nelle ore dovute. Non deve prendere bagni che feriscono il senso del pudore di una fanciulla, la quale non dovrebbe mai vedersi nuda. Verrà allevata nel chiostro sotto lo sguardo della nonna e non guarderà in faccia nessun uomo e nemmeno saprà che esiste un altro sesso.” – San Girolamo, padre e dottore della chiesa cattolica

“Se è un bene non toccare una donna, allora è un male toccarla: gli sposati vivono come le bestie, infatti nel coito con le donne gli uomini non si distinguono in nulla dai porci e dagli animali irragionevoli.” – San Girolamo, padre e dottore della chiesa cattolica

“Ammonite quelle [donne] di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, picchiatele.” – Corano, Sura IV, 34

“All’uomo compete il governo, la donna deve piegarsi. L’uomo è più elevato e migliore, la donna una creatura dimidiata, una bestia idrofoba, il merito maggiore che possiede è quello di generare.” – Martin Lutero, padre della riforma cristiana protestante

“Fà il bambino con tutte le tue forze, se ci lasci la vita, muori pure, bene per te dal momento che muori compiendo un’opera nobile.” – Martin Lutero, padre della riforma cristiana protestante

“Anche se stanche e alla fine devono morire, non fa nulla, lasciale affrontare la morte, esse sono qui proprio per questo.” – Martin Lutero, padre della riforma cristiana protestante

“Se la moglie non vuole, venga la serva!” – Martin Lutero, padre della riforma cristiana protestante

“Verso il tuo uomo dovrà andare il tuo anelito ed egli sarà il tuo signore, così dunque discendi alla sua dipendenza, così sii una delle subordinate. Le donne sono destinate principalmente a soddisfare la lussuria degli uomini. Dove c’è la morte ivi c’è il matrimonio e dove non c’è matrimonio ivi non c’è morte.” – San Giovanni Crisostomo, cui è particolarmente devoto Herr Joseph Alois Ratzinger, papa Benedetto XVI°

“È opportuno il voto alle donne perché sono più conservatrici e più legate agli ambienti ecclesiastici, ma ciò non toglie valore alla loro necessaria ineguaglianza e inferiorità in quanto la Sacra Scrittura sottopone soprattutto alla nostra attenzione due dei maggiori pericoli: vino e donne.” – Papa Benedetto XV°

“Ti chiederanno dei mestrui. Di’: «Sono un’impurità.» Non accostatevi alle vostre spose durante i mestrui e non avvicinatele prima che si siano purificate.” – Corano, Sura II, 222

“Quando una donna abbia flusso di sangue, cioè il flusso nel suo corpo, la sua immondezza durerà sette giorni; chiunque la toccherà sarà immondo fino alla sera. Ogni giaciglio sul quale si sarà messa a dormire durante la sua immondezza sarà immondo; ogni mobile sul quale si sarà seduta sarà immondo. Chiunque toccherà il suo giaciglio, dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell’acqua e sarà immondo fino alla sera. Chi toccherà qualunque mobile sul quale essa si sarà seduta, dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell’acqua e sarà immondo fino alla sera. Se l’uomo si trova sul giaciglio o sul mobile mentre essa vi siede, per tale contatto sarà immondo fino alla sera. Non ti accosterai a donna per scoprire la sua nudità durante l’immondezza mestruale. Se uno ha un rapporto con una donna durante la sua immondezza mestruale e ne scopre la nudità, quel tale ha scoperto la sorgente di lei ed essa ha scoperto la sorgente del proprio sangue; perciò tutti e due saranno eliminati dal loro popolo.” – Bibbia, Levitico

“Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, sarà immonda per sette giorni; sarà immonda come nel tempo delle sue regole (n.d.r.: mestruazioni). L’ottavo giorno si circonciderà il bambino. Poi essa resterà ancora trentatrè giorni a purificarsi dal suo sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel santuario, finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione. Ma, se partorisce una femmina sarà immonda due settimane come al tempo delle sue regole; resterà sessantasei giorni a purificarsi del suo sangue.” Bibbia, Levitico

“La donna è in rapporto con l’uomo come l’imperfetto ed il difettivo col perfetto. La donna è fisicamente e spiritualmente inferiore e la sua inferiorità risulta dall’elemento fisico, più precisamente dalla sua sovrabbondanza di umidità e dalla sua temperatura più bassa. Essa è addirittura un errore di natura, una sorta di maschio mutilato, sbagliato, mal riuscito.” – San Tommaso d’Aquino, Summa Teologica

“In ogni caso la donna serve solo alla propagazione della specie. Tuttavia la donna trascina in basso l’anima dell’uomo dalla sua sublime altezza, portando il suo corpo in una schiavitù più amara di qualsiasi altra.” – San Tommaso d’Aquino, Summa Teologica

“Cosicchè si vede come causata da una natura particolare (dell’azione del seme maschile), una donna non sia altro che una mancanza, o una caso negativo. Per il potere attivo dello sperma, esso cerca sempre di produrre qualcosa di completamente uguale a sè stesso, cioè un maschio. Se invece viene generata una donna, questo può accadere perchè il seme è debole, o perchè la materia (fornita dalla femmina) è inadeguata, oppure per l’azione di fattori esterni come l’azione dei venti meridionali che rendono umida l’aria.” – San Tommaso d’Aquino, Summa Teologica, 1, q. 92, art 1

“..sul conferimento degli Ordini (ad una donna), essa non potrà riceverli, perchè dal momento che un sacramento è un segno, non solo la cosa, ma anche la significazione della cosa è richiesta in tutte le azioni sacramentali; … Di conseguenza, poichè non è possibile nel sesso femminile significare una eminenza di grado, dato che la donna è in uno stato di soggezione, segue che una donna non può ricevere gli Ordini sacramentali.” – San Tommaso d’Aquino, Summa Teologica, Suppl., q. 39, art 1.

“Le donne non possono ricevere l’ordinazione, perchè l’ordinazione è riservata ai membri perfetti della chiesa, da quando ad altri uomini è stata affidata la distribuzione della grazia. Le donne non sono membri perfetti della chiesa, lo sono solo gli uomini. Aggiungi a questo che le donne non sono ad immagine di Dio, ma solo gli uomini”. – Guido de Baysio, Rosarium, c. 27, q. 1, cap. 23.

“È conveniente che le donne non posseggano il potere delle chiavi perchè esse non sono ad immagine di Dio, ma solo l’uomo è gloria ed immagine di Dio. Questo perchè la donna deve essere assoggettata all’uomo e servirlo come una schiava, e non può esserci altra strada.” – Antonio de Butrio, Commentaria, II, fol. 89r.

“Se «la testa della donna è l’uomo» ed è questo ad essere designato al sacerdozio, non sarebbe giusto abolire la creazione, ed abbandonare il capo per andare verso le estremità. Perchè la donna è il corpo dell’uomo, tratto dalla sua costola e sottomesso a lui, da cui è stata separata per la generazione dei figli. È lui, si è detto a lei, «che sarà il tuo padrone». È l’uomo la parte più importante della donna, essendo il suo capo. Se in base a queste premesse, non le permettiamo d’insegnare, come le si potrebbe accordare, a disprezzo della natura, di esercitare il sacerdozio? Giacchè è l’empia ignoranza dei greci che li ha spinti a ordinare sacerdotesse per divinità femminili. È escluso che questo avvenga nella legislazione di Cristo. Se fosse stato necessario essere battezzati da donne, il Signore sarebbe stato senza dubbio battezzato dalla propria madre e non da Giovanni. E quando ci ha inviati a battezzare, avrebbe mandato con noi delle donne a questo scopo. Ma in nessun luogo, nessuna disposizione nessuno scritto, ha deliberato qualcosa del genere; Egli conosceva bene ciò che è conforme alla natura perchè contemporaneamente egli era il creatore della natura e l’autore della legislazione.” – Costituzioni Apostoliche, III, n° 9.

L’aborto nella Bibbia: “Se uno avesse cento figli e vivesse molti anni e molti fossero i suoi giorni, se egli non gode dei suoi beni e non ha neppure una tomba, allora io dico: meglio di lui l’aborto, perché questi viene invano e se ne va nella tenebra e il suo nome è coperto dalla tenebra.” – Bibbia CEI, Qoelet (ex Ecclesiaste), VI, 3

Il cognato e la vedova del fratello: “Quando i fratelli abiteranno insieme e uno di loro morirà senza lasciare figli, la moglie del defunto non si mariterà fuori, con un forestiero; il suo cognato verrà da lei e se la prenderà in moglie, compiendo così verso di lei il dovere del cognato.” – Bibbia, Deuteronomio XXV, 5

“Trovo che amara più della morte è la donna, la quale è tutta lacci: una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge ma il peccatore ne resta preso.” – Bibbia CEI, Qoelet (ex Ecclesiaste) VII, 26

Guai a lesbiche, gay e trans: “La donna non si metterà un indumento da uomo né l’uomo indosserà una veste da donna; perché chiunque fa tali cose è in abominio al Signore tuo Dio.” – Bibbia, Deuteronomio XXII, 5

Guai alla donna che osa toccare il sacro fallo! “Se alcuni verranno a contesa fra di loro e la moglie dell’uno si avvicinerà per liberare il marito dalle mani di chi lo percuote e stenderà la mano per afferrare costui nelle parti vergognose, tu le taglierai la mano e l’occhio tuo non dovrà averne compassione.” – Bibbia, Deuteronomio, XXV, 11

La dispersione del sacro seme maschile (onanismo): “Er, primogenito di Giuda, si rese odioso al Signore e il Signore lo fece morire. Allora Giuda disse a Onan: «Unisciti alla moglie del fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità per il fratello.» Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare una posterità al fratello. Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui.” – Bibbia, Genesi XXXVIII, 7

“Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà». All’uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero, di cui ti avevo comandato: “Non ne devi mangiare”, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perchè da essa sei stato tratto: tu sei polvere e polvere tornerai!» – Bibbia, Genesi III

Tutti a riposo tranne la moglie: “… ma il settimo giorno tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te.” – Bibbia, Esodo XX

E te pareva…: “Motivo di sdegno, di rimprovero e di grande disprezzo è una donna che mantiene il proprio marito.” – Bibbia, Siracide XXV, 20

“Se la figlia di un sacerdote si disonora prostituendosi, disonora suo padre; sarà arsa con il fuoco. Il sacerdote, quello che è il sommo tra i suoi fratelli, sul capo del quale è stato sparso l’olio dell’unzione e ha ricevuto l’investitura, indossando le vesti sacre, non dovrà scarmigliarsi i capelli né stracciarsi le vesti.” – Bibbia, Levitico, XXI

Fonte: Civiltà Laica

Numero3144.

 

da  QUORA

 

S A N    P A O L O    E    I L    C R I S T I A N E S I M O

 

Scrive Armando La Torre, corrispondente di QUORA

 

Paolo di Tarso, quel farabutto insopportabile con la sindrome del messia, ha praticamente preso la figura di Gesù e l’ha trasformata in un giocattolo per le sue allucinazioni personali.

Questo tipo, un tempo un persecutore degli stessi cristiani che poi avrebbe preteso di rappresentare, ha avuto la presunzione di fondare il cristianesimo come lo conosciamo oggi. Non era altro che un ebreo insoddisfatto, con un ego gonfiato, che aveva bisogno di una terapia, non di una nuova religione.

Sai cosa c’è di peggio di uno che non sa quello che vuole? Uno che lo inventa e poi costringe tutto il mondo a seguirlo.

Quando si dice che ha “incontrato” Gesù sulla via di Damasco, bisogna chiedersi: che tipo di droga si faceva all’epoca? Ha avuto una visione mistica, dice lui. Ma per come la vedo io, probabilmente si è schiantato con la testa su un sasso e ha deciso di buttare giù un manifesto di frustrazioni represse.

Ecco il trucco: Gesù, il rivoluzionario, parlava di amore, compassione, di rovesciare il potere dei potenti.

Paolo, con il suo passato da persecutore e il suo ego da profeta fallito, ha invece costruito un cristianesimo che servisse a disciplinare, a colpevolizzare, a controllare le masse.

Non aveva né l’umanità né la genialità di Gesù, ma doveva comunque infilarsi in quella narrazione, cambiando le regole a suo piacimento.

Perché è questo che ha fatto. Ha trasformato una ribellione contro l’oppressione in un sistema di oppressione spirituale.

Dimentica l’amore per il prossimo, dimentica l’accoglienza degli emarginati.

No, Paolo si è inventato regole sessuali, morali, dogmi insopportabili, ed era ossessionato dall’idea del peccato.

E non ti sorprenda che molti dei suoi discorsi siano venati di misoginia e repressione sessuale.

Un tizio che parla di come le donne dovrebbero stare zitte in chiesa, che invita a celebrare l’astinenza come se fosse il Santo Graal.

Forse Paolo aveva qualche problema irrisolto con il sesso, con il corpo, con la sua stessa identità.

Alla fine, ha costruito una religione che rifletteva non la parola di un Dio misericordioso, ma i suoi incubi personali.

Sai cosa c’è di ridicolo? Che questa versione del cristianesimo, costruita sulle psicosi di un ex persecutore, sia diventata la forma dominante di una religione che doveva liberare l’umanità.

Invece di un messaggio d’amore e di libertà, Paolo ha creato un sistema di colpa e vergogna.

Il suo “Vangelo” non è altro che una confessione pubblica di uno che non è mai riuscito a fare pace con se stesso.

Il cristianesimo di Paolo è l’espressione di un’anima tormentata, ossessionata dal controllo e dal potere, un sistema che in nome della libertà spirituale ha incatenato le coscienze.

Cristo parlava di liberazione, Paolo parlava di sottomissione. Avventizio o no, ha trasformato il sogno in incubo.

E la parte più disgustosa? La maggior parte dei cristiani che adorano le sue lettere non si rendono nemmeno conto di essere seguaci non tanto di Cristo, ma di un uomo che non ha mai superato i suoi traumi personali.

Una religione a misura di frustrazione e paura. Altro che salvezza!

Numero3143.

 

da QUORA

 

L’ A N T R O    D E L L’  I N Q U I S I Z I O N E

 

Scrive Davide Bozzolan, corrispondente di QUORA.

 

Nel cuore oscuro della storia, tra le pieghe più nere della persecuzione e della crudeltà, si nasconde un metodo di tortura tanto agghiacciante quanto poco conosciuto: l’Antro dell’Inquisizione.

Questo terribile strumento di tortura, utilizzato nel tardo Medioevo, rappresenta un capitolo da brividi nella storia dell’orrore umano.

L’Antro dell’Inquisizione non era un’invenzione singola ma piuttosto un metodo combinato di torture che sfruttava l’oscurità e la claustrofobia per massimizzare la sofferenza.

La vittima veniva rinchiusa in una cella sotterranea, una cavità buia e angusta, progettata appositamente per amplificare la paura e la disperazione.

All’interno di questo antro, le condizioni erano spaventose: l’aria era densa, l’umidità alta e la temperatura instabile, creando un ambiente in cui i sensi erano costantemente sollecitati.

Per intensificare la tortura, i carcerieri utilizzavano un metodo psicologico chiamato “la danza delle ombre”.

Utilizzando candele e torce, proiettavano ombre distorte sulle pareti, creando illusioni spettrali che sembravano prendere vita.

Questi giochi di luce e ombra erano accompagnati da suoni inquietanti, come il crepitio di rami e il rumore di passi fantasma, che inducevano un costante stato di terrore nella vittima.

Ma l’orrore non finiva qui. I torturatori avevano l’abitudine di rivelare che la cella conteneva insetti e parassiti, di cui non esisteva alcuna prova concreta, ma che venivano accuratamente descritti in dettaglio.

La paura della infestazione e l’idea di essere mangiati vivi da creature invisibili causavano una grande angoscia psicologica.

Un colpo di scena agghiacciante è che l’Antro dell’Inquisizione non è mai stato documentato in testi storici ufficiali; si parla di esso solo attraverso racconti orali e leggende locali.

I pochi documenti storici che menzionano questa forma di tortura sono stati trovati in archivi segreti, custoditi gelosamente dalle istituzioni religiose che temevano di svelare al mondo l’orrore che avevano perpetuato.

Le vittime di questo metodo subivano anche torture fisiche.

In alcuni casi, i torturatori utilizzavano strumenti appuntiti per infliggere dolore, mentre in altri, i prigionieri erano costretti a rimanere in posizioni scomode per ore, senza cibo né acqua.

L’effetto combinato delle tortura fisica e psicologica portava spesso alla follia e alla morte.

Il mistero e la crudeltà dell’Antro dell’Inquisizione rimangono un macabro promemoria della capacità dell’uomo di infliggere sofferenza. La mancanza di documentazione ufficiale ha solo accresciuto il fascino e il terrore che circondano questa pratica.

Numero3142.

 

da  QUORA

 

Perché fu ucciso Kennedy?

 

Scrive Mario Gentile, corrispondente di QUORA.

 

Fu ucciso perché fece stampare alcuni miliardi di dollari “paralleli” non emessi della Federal Reserve (Banca privata dal 1913).

Ovvero, tentò di riappropiarsi del diritto che ha un Governo, legittimamente e democraticamente eletto, di stampare moneta.

Dopo la sua morte la quasi totalità di quei dollari furono distrutti.

Dovrebbero esistere ancora alcuni esemplari in mano a collezionisti.

Una volta divenuto presidente, John F. Kennedy capì la natura predatoria delle banche centrali private.

Capì perché Andrew Jackson aveva combattuto così duramente contro la Second Bank of the United States.

Così Kennedy emise e firmò l’Executive Order 11110 con il quale ordinava al Tesoro Americano di emettere una nuova valuta pubblica, la United States Note.

Le United States Note di Kennedy non erano prese in prestito dalla Federal Reserve, ma create direttamente dal Governo degli Stati Uniti e garantite dall’argento posseduto dagli stessi.

Rappresentava un ritorno al sistema economico sul quale si erano fondati gli Stati Uniti, ed era perfettamente legale per Kennedy fare così.

Vuoto per pieno, furono messi in circolazione circa quattro miliardi e mezzo di dollari, che riducevano il pagamento di interessi alla Federal Reserve e che allentavano il suo controllo sulla nazione.

Cinque mesi dopo John F. Kennedy fu assassinato a Dallas, Texas, e gli Stati Uniti ritirarono le banconote per distruggerle (eccetto alcuni esemplari tenuti da collezionisti).

John J. McCloy, Presidente della Chase Manhattan Bank, e Presidente della World Bank, fu nominato nella Commissione Warren (istituita per indagare sui possibili mandanti dell’assassinio), presumibilmente per evitare che l’aspetto bancario, nascosto dietro l’omicidio, venisse fuori nell’inchiesta.

Numero3141.

 

da  URBANMAGAZINE

 

5 abitudini quotidiane delle persone con un Quoziente Intellettivo basso

Il Quoziente Intellettivo (QI) è spesso usato come misura dell’intelligenza generale. Sebbene molti fattori influenzino l’intelligenza, ci sono comportamenti che sembrano più comuni nelle persone con un QI relativamente basso. È importante precisare che le abitudini descritte qui non sono indicatori esclusivi di bassa intelligenza, ma possono rivelare una certa superficialità nel pensiero o mancanza di curiosità intellettuale.

1. Assenza di Abitudini di Lettura

Le persone con un QI basso tendono a evitare la lettura regolare. La lettura, specialmente di materiale informativo o narrativo complesso, stimola il cervello, migliorando la comprensione e la capacità di analisi. Coloro che non dedicano tempo a leggere limitano le opportunità di espandere la propria conoscenza, rendendo difficile acquisire nuove competenze e approfondire la comprensione del mondo.

2. Preferenza per Discussioni Superficiali

Le conversazioni profonde e intellettualmente stimolanti richiedono una certa capacità di analisi e apertura mentale. Le persone con un basso QI spesso preferiscono discorsi su argomenti semplici e familiari, come pettegolezzi o chiacchiere banali. Questo perché affrontare argomenti più complessi richiede uno sforzo cognitivo e una capacità di comprensione che potrebbe non essere alla loro portata.

3. Dipendenza dai Social Media per l’Informazione

Informarsi esclusivamente attraverso i social media è un’abitudine comune, ma le persone con un QI basso tendono a farlo senza spirito critico. Questo comportamento porta a un’accettazione passiva di informazioni potenzialmente distorte o non verificate. Al contrario, individui con un QI più alto verificano le fonti e approfondiscono le notizie per formarsi un’opinione più precisa e basata su dati reali.

4. Assenza di Pianificazione e Progettualità

La capacità di pianificare e di porsi obiettivi a lungo termine è un segno di intelligenza pratica e maturità. Le persone con un basso QI tendono a vivere alla giornata, senza una chiara idea di dove vogliono arrivare o come raggiungere i propri obiettivi. Questa mancanza di progettualità può portare a decisioni impulsive e alla difficoltà di prevedere le conseguenze delle proprie azioni.

5. Evitare Situazioni Che Richiedono Ragionamento Complesso

Chi ha un QI basso potrebbe evitare attività che stimolano il ragionamento critico, come giochi di strategia, puzzle complessi o discussioni che implicano l’uso della logica. Preferiscono attività che richiedono un coinvolgimento mentale minimo, come guardare programmi televisivi semplici o partecipare a giochi senza grandi sfide intellettive. Questo perpetua un circolo vizioso, in cui la mente non viene sufficientemente allenata a pensare in modo analitico.

Le persone dal Quoziente Intellettivo basso spesso condividono alcune abitudini.

Conclusione

Le abitudini quotidiane possono riflettere la nostra mentalità e il nostro approccio alla vita. Sebbene il QI sia solo una parte dell’intelligenza complessiva di una persona, queste abitudini possono indicare aree su cui lavorare per migliorare le proprie capacità cognitive e la qualità della propria vita. Essere consapevoli di queste tendenze e fare uno sforzo per contrastarle può aiutare a sviluppare abitudini più salutari e stimolanti per il cervello.

Numero3140.

 

da  QUORA

 

Come si identifica un vero uomo? Quali tratti ha un vero uomo? Come definire la sua virilità?

 

Scrive Elena Rizzoli, corrispondente di QUORA.

 

Qualche giorno fa passavo vicino a un parco dove c’era un gruppetto di bambini, erano all’incirca una decina e stavano giocando a “prendi prendi”, o non so come voi chiamate quel gioco in cui ci si rincorre a vicenda e vince il primo che riesce ad acchiappare il suo compagno.

Mi sono seduta su una panchina a osservare il tramonto, mentre li guardavo giocare e ho visto una scena che mi ha commosso e mi ha fatto riflettere.

Due di questi bambini, un maschietto e una femminuccia, avranno avuto all’incirca 6 o 7 anni, si stavano rincorrendo fuori dall’area stabilita dal gruppo. Il maschio era in bicicletta e la femmina, a piedi, correva come una forsennata per non farsi acchiappare.

A un certo punto, lei inciampa con la punta del piede in una sporgenza del lastricato dovuta a una radice d’albero e, per evitare di cadere, flette leggermente il corpo verso la sua destra per non perdere l’equilibrio, ma finisce con il sedere sul selciato facendo un rumore preoccupante.

Il ragazzino in bici la raggiunge, frena bruscamente e la bici si ribalta gettandolo a terra. Lui atterra sui polsi e sul mento, non fa in tempo ad aprire i palmi delle mani perché lo zaino enorme che indossa si é capovolto nella caduta bloccando i suoi movimenti e quando è arrivato a terra ce lo aveva ormai sulla testa che gli copriva la visuale.

Si divincola dalle bretelle dello zaino e dal manubrio della bici ormai al suolo, usa le mani per rialzarsi, rivolgendo uno sguardo scioccato verso la bambina che era caduta prima di lui. Ho pensato per un momento: “Ecco, adesso inizierà a urlare e si lamenterà con la bambina perché per colpa sua è caduto pure lui, e inizieranno a litigare”.

Invece lui si pulisce rapidamente i palmi delle mani sui pantaloni e si precipita verso la bambina per aiutarla ad alzarsi, chiedendole preoccupato se si è fatta male, e scusandosi. L’aiuta ad alzarsi da terra sostenendola con entrambe le braccia e si assicura che sia tutto a posto.

Nel frattempo, sopraggiunge la sorellina più grande della bambina che ha assistito alla scena, e inizia a urlare contro entrambi i caduti quelle che erano le regole del gioco, a mo’ di banditrice: “Non si usano bici né monopattini, si corre e basta”, e il bambino va prontamente a riporre la bici chiedendo di nuovo scusa.

La caduta del maschietto, dalla mia prospettiva, era stata molto peggiore di quella della femminuccia, avrà sentito molto dolore quando è atterrato sui polsi, e stava per rimetterci pure la faccia. Eppure, ha dimenticato in fretta il suo dolore per andare ad assicurarsi che la bambina stesse bene, e ha riconosciuto il suo errore per aver usato la bici, scusandosi davanti a tutti.

Ecco, quel bambino, per quanto mi riguarda, sarà (anche se a modo suo lo è già) un vero uomo, un uomo che si preoccupa della donna, la aiuta e la protegge, che è sempre stato il compito dell’uomo in qualsiasi gruppo, umano e non. Se non ci credete potete studiare un po’ la biologia degli animali, oltre a quella degli uomini.

Ringrazio la madre che lo sta educando così, a trattare la donna con rispetto e ad essere responsabile delle sue azioni, non a frignare dando la colpa agli altri. La preoccupazione che aveva nei suoi occhi per la sua amichetta era qualcosa di intenso, che non si può spiegare a parole, sembravano una principessa e un cavaliere d’altri tempi.

Quel bambino deve avere un esempio genitoriale eccellente, soprattutto da parte del padre, che gli insegna giorno dopo giorno a comportarsi correttamente con gli altri, sicuramente tratta sua moglie con rispetto e considerazione, la fa sentire amata e protetta; un bambino che cresce in un ambiente di questo tipo, dove i ruoli genitoriali vengono ricoperti con serietà ed equilibrio continuerà a fare lo stesso nel suo futuro come uomo.

Sono certa che si comporterà come ha fatto con l’amichetta con tutte le donne della sua vita, da sua madre alle future colleghe, alla futura fidanzata ecc o moglie ecc….

Sarà nella sua natura comportarsi bene con tutti, non fare il capriccioso, maleducato, frignone e lamentoso. E non aspetterà che gli altri lo scusino automaticamente per le sue mancanze.

Per me un uomo così vale più dell’oro. Una persona su cui puoi contare, che parte dal rispetto nel rapportarsi con gli altri, che non vive di sotterfugi, che è anche galante e generoso. Un uomo così in una relazione ti permette di vivere tranquilla, ti fa sentire al sicuro, non sta a reclamare per ogni cosa, ad alzare la voce, a fare le scenate isteriche, a incolparti se le cose non vanno bene, ma chiede scusa per i suoi errori e cerca di aggiustare la situazione.

Un uomo così viene automaticamente rispettato da tutti, primo perché appunto offre rispetto sin dall’inizio nei rapporti, e poi anche perché seleziona bene le persone con cui relazionarsi. Io ho conosciuto e conosco nel mio quotidiano uomini del genere, che alla propria compagna sanno offrire sicurezza e stabilità, rispetto, dedizione, aiuto concreto, ogni cosa bella che ci possa essere. Ma come prima cosa, questi uomini rispettano se stessi, anche per questo è raro vederli fare una scenata isterica, non ne hanno bisogno perché sanno di chi si vanno a circondare.

Un uomo di valore, in conclusione, per me ha queste caratteristiche, che non hanno nulla a che fare con la bellezza o la popolarità come qualcuno ha detto, la bellezza fisica la lascio per le donne immature:

1) Stabilità, emotiva ed economica. Un uomo di valore per me è risolto, è allineato con i suoi valori, ed è in grado di provvedere a se stesso, ha lavorato sulle sue ferite emotive per realizzare i propri sogni. Non è dipendente né bisognoso, e anche il rapporto con il sesso lo vive in maniera equilibrata, non disperata come fanno certi oggigiorno.

2)Buon rapporto con l’altro sesso: non odia le donne, ma si relaziona con loro con rispetto e si aspetta lo stesso rispetto.

3) Decisione e Fermezza: Sa quanto vale e sa quello che vuole, quindi lo persegue senza demordere davanti alle sfide, allontanandosi naturalmente da ogni cosa che pregiudica la sua autostima e tranquillità

4) Amor proprio, questo dovevo metterlo all’inizio. Un vero uomo si ama, si adora, che non significa essere arrogante, ma sa quanto vale come dicevo, e si circonda solamente di persone che apportano positività e valore aggiunto nella sua vita. Non perde tempo dietro le principessine altezzose e piene di sé che non lo considerano, non si zerbina con nessuno, è disposto a trattare con i guanti qualunque donna, ma non si coinvolge più di tanto con coloro che non dimostrano interesse. In altre parole, è gentile con tutti e fedele con chi se lo merita.

5) Capacità decisionale, appunto sa scegliere chi/che cosa fa per lui e chi/che cosa no, per mantenere la sua vita in equilibrio, quell’equilibrio che ogni giorno si impegna a mantenere.

6) Valori ben chiari, ha degli ideali fermi per i quali lotta ogni giorno, anche solo nel suo piccolo e in base ai quali declina la sua vita

7) Generosità, non è taccagno o avido, non vuole tenere tutto per sé, gli piace condividere le risorse e aiutare le persone che ama o quelle che hanno bisogno fosse anche solo ascoltandole e cercando di consigliarle al meglio.

8) Raffinatezza, è un uomo che non alza la voce, non insulta o denigra gli altri per imporre la sua opinione, semplicemente esprime il suo parere e rispetta quello altrui, e dovunque vada la sua presenza si percepisce forte, mascolina, ma anche gentile. Come diceva qualcuno, non c’è niente di più forte della gentilezza e niente di più gentile della vera forza.

9) Modestia, perché anche se ha ottenuto tanti risultati, e li ha ottenuti come l’uomo valido che è, sa che non deve montarsi la testa, che non è meglio degli altri e che è venuto al mondo per capire e imparare, e per migliorarsi continuamente nella direzione che lui sceglierà.

10) e, dulcis in fundo, la più importante, l’Empatia, un uomo che è tutto concentrato su se stesso, incapace di relazionarsi con gli altri a un livello più profondo, di capire i loro stati d’animo e permettere anche agli altri di capirlo, che non sa interpretare le situazioni e muoversi al meglio in società per arrivare a realizzare i suoi obiettivi, che uomo è? Un uomo inutile.

Queste sono le caratteristiche che io trovo virili e mascoline, e che mi attraggono da morire. Un bel paio di occhi chiari e un tatuaggio accattivante forse possono piacere a una 15 enne, ma per me, in assenza di tutte queste caratteristiche, non servono a niente. Detto proprio chiaro e tondo, tondo e chiaro. Amen.

Numero3139.

 

I L    P A R E N T E    T E D E S C O

 

Quali sono i primi sintomi dell’ALZHEIMER?

 

I sintomi iniziali dell’Alzheimer possono manifestarsi in modi sottili ma significativi. Riconoscere questi segni precoci è fondamentale per una diagnosi tempestiva e per ricevere un supporto adeguato. Ecco i principali sintomi iniziali dell’Alzheimer:

  1. Perdita di memoria: Questo è uno dei sintomi più comuni. Le persone con Alzheimer possono dimenticare informazioni appena apprese, come date importanti o eventi recenti. Possono fare affidamento su promemoria o su familiari per ricordare ciò che prima ricordavano facilmente.
  2. Difficoltà a pianificare o risolvere problemi: Chi soffre di Alzheimer può avere difficoltà a seguire un piano, gestire un budget o risolvere problemi complessi. Attività come cucinare seguendo una ricetta familiare o calcolare le spese quotidiane possono diventare più complicate e richiedere molto più tempo del solito.
  3. Confusione con il tempo e i luoghi: Le persone affette possono perdere la nozione del tempo e dimenticare dove si trovano o come ci sono arrivate. Questa confusione è spesso accentuata in ambienti non familiari e può portare a situazioni di smarrimento e ansia.
  4. Difficoltà a comprendere immagini visive e rapporti spaziali: Alcune persone possono iniziare ad avere problemi con la percezione della distanza, la lettura o la valutazione degli spazi. Questi cambiamenti visivi possono interferire con attività come la guida.
  5. Problemi nel parlare o scrivere: Le persone con Alzheimer possono avere difficoltà a seguire o partecipare a una conversazione. Possono interrompere un discorso senza sapere come continuare, oppure ripetere più volte la stessa informazione. La scelta delle parole può diventare complicata e alcuni termini semplici possono sfuggire.
  6. Dimenticare oggetti e perdere frequentemente le cose: Gli individui possono collocare oggetti in posti insoliti e non riuscire a ricordare dove li hanno messi, oppure accusare altri di averli rubati. Questo problema tende a diventare più frequente con il progredire della malattia.
  7. Riduzione della capacità di giudizio: Chi soffre di Alzheimer può mostrare scarsa capacità di giudizio, come spendere somme eccessive per acquisti non necessari o non occuparsi della propria igiene e cura personale come faceva in passato.
  8. Ritiro dalle attività sociali o lavorative: A causa della difficoltà nel gestire attività che prima risultavano semplici, molte persone con Alzheimer possono evitare situazioni sociali o abbandonare hobby e attività preferite. Questa ritrosia è spesso accompagnata da sentimenti di frustrazione.
  9. Cambiamenti d’umore e di personalità: L’Alzheimer può influenzare il comportamento emotivo, portando a irritabilità, depressione, ansia o paura, specialmente in situazioni inaspettate o lontane dalla routine quotidiana. La persona potrebbe diventare sospettosa o facilmente agitata.

Riconoscere questi sintomi iniziali è fondamentale, poiché un intervento tempestivo può aiutare a gestire meglio la malattia, migliorando la qualità della vita sia per chi ne soffre che per i suoi cari.

Numero3138.

 

M I G L I O R A R S I

 

 

“I bambini che vogliono diventare uomini buoni e generosi o donne buone e nobili, dovrebbero cercare di conoscere bene tutta la gente che incontrano. Così scopriranno che tutti hanno qualcosa di buono, e quando vedono in un’altra persona qualche follia, qualche meschinità, qualche vigliaccheria, qualche difetto o debolezza, dovrebbero esaminare attentamente se stessi. Allora vedranno che, forse, anche loro hanno in se stessi qualche difetto simile – forse non altrettanto evidente – e devono cercare di vincerlo.”

Bram Stoker e la possibilità di automigliorarsi

 

Stoker suggerisce che per diventare adulti “buoni e generosi” sia necessario non solo entrare in contatto con molte persone, ma anche imparare da ciascuna di esse. L’autore ci ricorda che nessuno è esente da difetti e debolezze: queste imperfezioni sono ciò che ci accomuna. Vedere una debolezza negli altri diventa, allora, un’opportunità di riflessione personale. Quando ci troviamo di fronte a qualità come la meschinità o la vigliaccheria, dobbiamo ricordarci che siamo tutti potenzialmente inclini a manifestarle.

 

Stoker, con grande sensibilità, esorta a non giudicare superficialmente, ma a fare dell’osservazione un esercizio di auto-miglioramento. Egli propone una forma di umiltà in cui riconoscere che i difetti non ci rendono “peggiori,” ma semplicemente più umani. Secondo Stoker, il vero cammino di crescita si basa su un continuo sforzo di comprensione degli altri e su un’analisi personale delle proprie mancanze, così da trasformare ogni incontro in una lezione che ci avvicini alla nostra versione migliore.

L’idea di Stoker evidenzia una visione matura e profonda del cammino morale: la bontà non nasce solo da una condotta impeccabile, ma dalla capacità di guardare con gentilezza sia agli errori altrui che ai propri. Questo approccio sottolinea un ideale di bontà privo di presunzione, basato sull’accettazione di sé e degli altri come persone imperfette. Riconoscendo i nostri difetti, possiamo meglio accogliere quelli degli altri, senza condannare né emettere giudizi affrettati.

 

La sfida dell’introspezione

 

L’invito di Bram Stoker a una costante introspezione è anche una sfida. Scoprire in noi stessi qualità che talvolta critichiamo negli altri può essere scomodo, persino doloroso. Eppure, è proprio in questa vulnerabilità che risiede la possibilità di crescita. È come se Stoker ci spingesse a lavorare continuamente su noi stessi, non per raggiungere la perfezione, ma per diventare persone più consapevoli e comprensive.

Bram Stoker invita alla generosità d’animo e all’empatia, elementi che, se praticati, rendono i rapporti più autentici. L’autore sembra proporre una “terapia” sociale, un modo per coltivare il miglioramento di sé attraverso l’apertura agli altri. Essere consapevoli dei nostri difetti ci rende più tolleranti e pazienti. In un mondo spesso frenetico e competitivo, la frase di Stoker è un invito a rallentare, a osservare con rispetto, a vivere con umanità.

 

La citazione di Stoker è un insegnamento che invita a guardare con rispetto agli altri e a noi stessi. Il nostro viaggio per diventare “buoni e generosi” non è una semplice strada dritta verso la perfezione, ma un continuo adattamento, una crescita attraverso il riconoscimento delle debolezze comuni. La bontà, per Stoker, è una conquista silenziosa, costruita sulla riflessione e sull’empatia, con la consapevolezza che ogni persona che incontriamo è uno specchio delle nostre stesse imperfezioni.

Inoltre l’automiglioramento è l’unica via per comprendere sé stessi e di conseguenza il mondo che ci circonda, che altro non è che una delle molteplici sfaccettature insite già nella nostra vita.

Numero3136.

 

da  QUORA

 

Quali sono alcuni fatti interessanti della psicologia quotidiana che quasi nessuno conosce?

 

Scrive James Collins, corrispondente di QUORA.

 

Ecco alcuni fatti interessanti sulla psicologia quotidiana che quasi nessuno conosce:

1. Effetto Dunning-Kruger

Le persone con poche competenze in un’area tendono a sopravvalutare le proprie capacità, mentre gli esperti spesso sottovalutano le loro abilità. Questo fenomeno si chiama effetto Dunning-Kruger.

2. Il cervello ama la ripetizione

Il cervello tende a ricordare meglio ciò che viene ripetuto più volte. Questo fenomeno, chiamato effetto di esposizione, fa sì che più vediamo o ascoltiamo qualcosa, più lo apprezziamo.

3. La mente si blocca sotto pressione

Quando siamo sotto pressione o ansiosi, il nostro cervello può letteralmente “bloccarsi”. Questo perché l’amigdala, responsabile delle risposte emotive, prende il sopravvento e riduce l’accesso alla memoria e al pensiero logico.

4. L’illusione di trasparenza

Molte persone credono che gli altri possano percepire facilmente i loro pensieri e sentimenti, ma in realtà tendiamo a essere molto meno trasparenti di quanto immaginiamo. Questo si chiama illusione di trasparenza.

5. Effetto placebo

Anche quando un trattamento non contiene alcun principio attivo, molte persone riferiscono miglioramenti semplicemente perché credono di essere curate. Questo è noto come effetto placebo.

Questi sono solo alcuni dei tanti aspetti affascinanti della psicologia quotidiana che influenzano le nostre vite senza che ce ne rendiamo conto!

Numero3135.

 

da  QUORA

 

Perché in questo periodo tutti sono irritabili e si arrabbiano per poco?

 

Scrive Luise, corrispondente di QUORA

 

Se raccogli 100 formiche nere e 100 formiche rosse e le metti in un barattolo di vetro, non succederà niente di speciale.

Ma se prendi il barattolo, lo scuoti violentemente e lo rimetti sul tavolo, le formiche cominceranno ad uccidersi a vicenda.

Le formiche rosse vedono le nere come il nemico, mentre le nere vedono le rosse come il nemico.

Ma il vero nemico è la persona che ha scosso il barattolo.

Lo stesso vale per la società.

 

Uomini contro donne

Sinistra contro destra

Nero contro bianco

Ricchi contro poveri

Fede contro scienza

Vaccinati contro Non-vaccinati…

Prima di combattere tra di noi, dovremmo chiederci:

Chi ha scosso il barattolo?

Numero3133.

 

da  QUORA

 

Per quale motivo gli Ebrei sono stati e sono il popolo più perseguitato della storia?

 

Scrive Francesco Andreoli Sussex, corrispondente di QUORA

 

3.000 anni fa, gli ebrei erano un popolo minuscolo, circondato da decine di altri popoli, che vivevano in un paese esteso quanto per es. la Lombardia, con una cultura copiata da tutti i popoli circostanti, con una storia molto simile a quella di ogni altro popolo. Come loro Dio avevano scelto YHWH, un Dio onnipotente, esclusivo, unico, che domina tutto, spiegando tutte le avversità della vita come una punizione inflitta da YHWH per non aver obbedito ai suoi comandamenti. Disse loro di sterminare i popoli che vivevano in Canaan e di conquistare il loro paese, perché facevano cose orribili come sacrificare bambini a Baal/Moloch, cosa che YHWH proibisce… Successivamente la loro terra fu conquistata dai Romani e gli ebrei si dispersero in tutto l’impero.

All’imperatore Costantino piacque l’idea di un unico Dio, e radunò tutti i teologi dell’impero Romano al Concilio di Nicea nel 325 d.C. per creare una nuova religione che unificasse tutti i popoli per evitare litigi (il mio Dio è migliore del tuo.. come le squadre di calcio) fondendo tutte le credenze esistenti.

I contatti con l’india portarono all’introduzione di concetti buddisti come “Se ti colpiscono su una guancia, porgi l’altra”… “se ti chiedono la tunica devi dare anche il mantello…” e “le tasse devono essere pagate”.

Dall’induismo presero l’idea di lavare via i peccati con un bagno nel fiume.

I celti avevano l’abitudine di sacrificare persone per ottenere la remissione dei peccati da Dio… e lì hai l’idea di un uomo sulla croce… sacrificato per l’assoluzione dei nostri peccati…

Dall’antica Grecia importarono il concetto di nascita verginale.

Dall’antica mitologia egizia importarono l’immagine di Iside, trasformandola in Maria col Bambino… il concetto di Peccato Originale ecc.

Il Dio protettore di Roma.. il Sol Invictus, fu trasformato in Gesù Cristo. Crearono una religione in cui le decisioni delle autorità dovevano essere accettate totalmente, che predicava che “gli oppressi devono sottomettersi volontariamente con entusiasmo ai loro oppressori” perché i mansueti avrebbero ottenuto giustizia “dopo la loro morte”…

Poiché il concetto filosofico secondo cui c’è UN SOLO DIO che pervade l’universo è troppo remoto per le masse, tutti gli altri Dei furono trasformati in Santi Patroni delle professioni e protettori contro le malattie per rassicurare la popolazione e darle qualcosa di umano con cui relazionarsi. L’Egiziano Osiride fu trasformato in Sant’Onofrio, Marte divenne San Martino. Helios divenne Sant’ Elia, ecc. ecc.

Naturalmente, gli ebrei rifiutarono questa religione guazzabuglio che NON AVEVA NULLA A CHE FARE con la Torah, e iniziarono a essere perseguitati.

La religione creata da Costantino e imposta da Teodosio, era però stata studiata unicamente per i cittadini dell’impero romano. Gli imperatori non erano assolutamente interessati a quello che succedeva fuori dall’impero. Abbiamo documenti che ci provano che l’imperatore cinese aveva sentito parlare dell’impero romano e della religione che vi si praticava, e scrisse chiedendo l’invio di missionari in Cina per far conosce la religione cristiana. La risposta fu chiara e netta. Le autorità religiose cristiane non erano assolutamente interessate ad esportare il Cristianesimo.

Gli ebrei che erano migrati fuori dall’impero romano, per esempio in Cina e in India NON furono perseguitati….

La situazione proseguì per secoli senza cambiare, finché un cammelliere arabo cominciò a predicare la propria religione, totalmente copiata dall’Ebraismo, e raccolse un certo numero di seguaci. Finché alla Mecca i suoi seguaci erano una piccola minoranza, predicava la tolleranza per reclamare uno spazio per la propria religione, ma dopo la fuga e la conquista della Medina, iniziò una campagna di conquista ed egli decise che la religione da lui creata dovesse essere imposta con la forza a tutto il mondo.

Ovviamente, dove arrivarono le truppe di Maometto, iniziarono le persecuzioni antiebraiche…