Numero3096.

 

da  QUORA

 

COME  CAPIRE  I  MASCHI?

 

Scrive Nicolò Inglese, corrispondente di QUORA

 

Si = Si.

No = No.

Non sto bene = Non sto bene.

Color pesca = Rosa.

Color Ketchup = Rosso.

Color Nocciola = Marrone.

Color Pistacchio = Verde.

Dopo = Dopo (non ora, né tra 30 s né tra 1/5 min).

Ci metto 5 min = 5 min di orologio, minuto più minuto meno.

Dammi 20 min = ci impiego 20 min circa a fare quella cosa.

Silenzio = Sto riflettendo/pensando su qualcosa (che non implica affatto te, né terze parti compromettenti per te). Non è mai un silenzio punitivo (bambinoni a parte)

E così via se hai capito il giro.

Altra cosa : siamo logici. Non ragioniamo coi sentimenti ma con la ragione, ergo siamo più razionali che emotivi oltre che pragmatici piuttosto che “stilistici”.

Tutto ciò per il quale una donna si fa tanti pensieri, per un uomo va ridotto all’osso, alla semplicità pura (o comunque è molto ma molto meno complicato di quanto pensiate).

Es: perdete 3 ore per scegliere il vestito adatto per uscire col vostro uomo, ma per lui state bene anche con le altre scelte (anche se non lo dice). Non importa cosa mettete perché apprezza voi di più dei vostri vestiti mettetevelo in testa (lo so che vi crucciate tanto anche per altro, ma per lui contate più voi che come apparite). Quindi vestitevi pure tranquillamente come volete che tanto a lui va bene lo stesso. Il fatto che si scazza quando scegliete i vestiti (sia a casa che quando fate shopping) non è che ce l’ha con voi o non è partecipe, quella è roba vostra, sono affari vostri come vi vestite, a noi non ci interessa più di tanto. Capisco che tra donne c’è competitività, ma non chiedete ad un pover’uomo che non distingue Il colore Pesca dal frutto quale sia meglio tra un blu notte o nero perché vede lo tesso colore (non sto neanche a dire quale dei due).

Poi, anche noi ci facciamo paranoie per la vostra apparente complessità mentale : non possiamo dirvi la verità perché se no ci trafiggete emotivamente (siamo più sensibili, altro che stereotipo) ma la pretendete ugualmente anche se non volete quelle scomode però dobbiamo essere “sinceri” ugualmente. Capisci dov’è l’inghippo ? Si crea un’ambiente confusionale che non segue nessuna logica ma solo l’umore del momento o chissà cosa di quello che passa per la testa di lei, che tiene lì e non esplicitandolo non possiamo sapere cosa ha. Non solo è frustrante, ma ci causa molto stress.

A proposito di emotività : stereotipicamente dovremmo essere “duri” e le emozioni sono poche, se non per fare i dolci con voi. Beh, in quanto esseri umani ce le abbiamo e siamo più vulnerabili perché non ci abbiamo quasi mai a che fare con le emozioni se non con la rabbia e la felicità. Il resto è tutto compresso lì, perché un uomo emotivo è ancora visto come “debole”. Dove voglio arrivare : quello che per voi è una sciocchezza e facilmente gestibile emotivamente parlando, per noi può essere un duro colpo e basta poco per metterci ko. Ci tenete in scacco perché siamo più semplici ma non siamo stupidi, le notiamo certe cose anche se non lo diciamo (anche se non sempre…). E alcune fanno davvero male. Non ci mettiamo a piangere, sopportiamo. Dopo una rottura soffriamo e siamo più paranoici nei postumi. Entrambi pretendiamo che l’altro sesso ragioni come noi, ma siamo due mondi diversi. Serve più comprensione, non imposizione. Più empatia, non guerra.

Quindi se vuoi capire un uomo, ricordati innanzitutto di non imporre mai il tuo modo di vedere le cose e ragionare su di lui, o non vi troverete mai. Sii te stessa, ma rispettando i suoi modi di fare e ragionare, comprendendo i vostri limiti e rispettandovi a vicenda. E viceversa.

Non possiamo controllare i nostri ormoni, se baci sulla guancia un’amica per te è la cosa più nomale al mondo ma per un uomo scatterebbe l’innamoramento (ricordati le nostre problematiche coi sentimenti) e forse anche qualcos’altro. Fai attenzione a ciò che fai e con chi perché alcuni fraintendono di brutto anche piccoli gesti che per te sono innocui. E no, non intendo che ci arrapiamo per un nonnulla (casi umani a parte), solo che non essendo abituati pensiamo già ad altro. Se poi c’è più sangue giù che su, è facile perdere lucidità per gli ormoni in ballo.

Stiamo molto meno attenti ai dettagli rispetto a voi. Non ci fissiamo sui dettagli, finché tutto va bene non ce ne preoccupiamo.

Comunicazione : siamo diretti e senza secondi fini. Niente giri strani o giochetti, quello è, fine. Quindi, se dici di non stare bene quando non è così, non aspettarti che magicamente capiamo che hai qualcosa che non va. Per noi è tutto a posto. Poi non ti incazzare con noi, perché facendo così te la canti e te la suoi da sola (senza offesa ma quando ci vuole ci vuole).

In sintesi per capire un uomo ricordati che :

  • siamo molto semplici
  • siamo logici: tutto segue una certa logica di causa-effetto
  • contate voi più del vostro apparire
  • siamo molto più tranquilli e socievoli
  • tendenzialmente fedeli nei rapporti (amicizia e non)
  • rispetto: è sempre la base per entrambi e da entrambi i sensi
  • emotivamente possiamo essere più fragili, anche se non lo dimostriamo
  • siamo “problem solving”, non lo psicologo personale (ricorda, razionalità > emozioni)
  • lo shopping piace a voi. E va bene. Non fatelo piacere agli uomini a cui non piace però
  • i nostri tempi sono quelli che diciamo, non “un’approssimazione” (i nostri 5 min sono le vostre mezz’ore per fare un classico esempio)
  • se diciamo “ti amo” non è tanto per, siamo innamorati. Questa parola viene usata troppo superficialmente tra femmine
  • gli ormoni ci fanno perdere lucidità in certe circostanze
  • comunicazione diretta, senza giochetti né giri strani o atteggiamenti “evidenti”

Ovviamente non tutti e non tutte sono così, ma in linea di massima bene o male questa è la situazione.

 

Numero3066.

 

O S S I M O R I

 

C’è chi dice che ci vorrebbe un po’ di sana dittatura.

Come no, e magari anche un po’

  • di salubre malattia
  • di opulenta povertà
  • di sfacciata timidezza
  • di religioso ateismo
  • di fedifraga fedeltà

E, se avanza spazio, di lussuriosa castità…

Ecco, per l’appunto: tutto e il contrario di tutto,

così tutti sono contenti.

Numero3009.

 

da  QUORA

 

Scrive Oliviero Zanardi, corrispondente di QUORA.

 

È normale desiderare di fare sesso con altre donne, anche se si sta veramente bene con la propria?

 

Sì, è normale.

Il desiderio, è biologicamente normale.
È normale, in particolare per i maschi, meno per le femmine (e spiegherò questo “meno”) perché, piaccia o no, l’evoluzione ci ha fatti così.
Il fine di ogni specie è sopravvivere, ma per sopravvivere bisogna che ci sia la trasmissione dei geni di generazione in generazione.
Nelle specie dove la trasmissione avviene attraverso il sesso, se ciò non avviene… fine della specie.
Tra i mammiferi solo circa il 5% delle specie è fedele e tra i primati (a cui appartiene la specie umana) il 15%.
Al contrario la poligamia, e quindi l’infedeltà, è un istinto innato sia per i maschi che per le femmine.
Siamo quindi “traditori” per natura.
L’evoluzione è un po’ come la finanza: “diversifica” il rischio investendo su più linee genetiche.

L’uomo è un caso un po’ particolare.
In termini di dispendio energetico c’è chi teorizza che nel genere umano migliaia di anni di evoluzione hanno plasmato una strategia riproduttiva per la salvaguardia della specie differente tra maschio e femmina.
Nel maschio l’atto riproduttivo è a basso costo perché gli spermatozoi sono a buon mercato, costano molto poco, ne ha in quantità industriali (vengono prodotti con una frequenza approssimativa di 500 milioni al giorno con un picco tra i 18 e i 23 anni e diminuendo ovviamente nella vecchiaia) e questo lo incoraggia ad accoppiarsi con più partner femminili possibili e quindi a tradire di più.

Per la donna invece la situazione è molto diversa.
In primo luogo il “tesoro” che le viene fornito dalla Natura già alla nascita sotto forma di qualche milione di ovociti non maturi, viene in parte perduto per cui alla pubertà ne restano “solo” dai 300.000 ai 500.000 e mediamente a circa 45 anni solo qualche migliaio, contro i miliardi di spermatozoi prodotti dai testicoli nel corso della vita di un maschio.

Poi per lei l’atto sessuale ha un costo molto più alto di una semplice eiaculazione in termini di energie investite perché può concretizzarsi in una gravidanza.

Ecco perché la donna si è evoluta sviluppando una strategia che non consiste nell’accoppiarsi il più possibile, ma nell’assicurarsi un maschio con i migliori geni e che le garantisca una presenza costante e partecipe nell’accudimento della prole (da ciò il mito del macho e del miliardario).

Questo da un punto di vista biologico.

Altra cosa invece è rispondere alla domanda in una prospettiva etica, morale.

Ma qui entrano in gioco e sono prevalenti, categorie sociali, culturali e religiose su cui non mi addentro perché ognuno, sulla base di quelle categorie dà una sua risposta.

Numero2983.

 

da  QUORA

 

Scrive Matteo Dossi, corrispondente di QUORA

 

Come faccio ad uscire dalla COMFORT ZONE?

 

La comfort zone, nota anche come “zona sicura”, è uno stato psicologico in cui tutto ciò che circonda una persona risulta essere familiare e privo di incognite, motivo per cui il soggetto tende a non correre rischi derivanti da un cambiamento nella propria vita.

Quali sono i più grandi problemi derivanti da questa situazione? Primo per ordine e per importanza vi è il fatto che, evitando di correre rischi si perderanno un’infinità di occasioni che avrebbero potuto cambiare la propria vita; in secondo luogo, il continuo rimorso e il rimuginare per le occasioni non sfruttate può portare ad aumentare notevolmente i livelli di stress e ansia.

Un esempio di questa situazione? Quello del dipendente non soddisfatto del proprio lavoro ma che non trova il coraggio di lasciare tutto per andare a inseguire il proprio sogno.

Ovviamente, in alcuni casi le possibilità di scelta sono purtroppo molto poche (una famiglia a proprio carico, una situazione economica non facile, etc.), però purtroppo spesso è la pigrizia la causa che non permette di lasciare questo porto sicuro. Vediamo quindi come fare per invertire questa tendenza negativa.

Alcuni semplici consigli per uscire dalla zona sicura

  1. Le abitudini spesso si creano poiché in passato le cose andavano bene in quel modo. Bisogna però rendersi conto e ammettere che così ora non può più funzionare. Una volta presa coscienza della propria situazione, si sarà pronti a partire;
  2. Incomincia con un qualcosa di semplice: scegli un’azione, anche piccola e non troppo importante, che ti ha sempre spaventato e parti da quella. Ti servirà per trovare il coraggio per iniziare il tuo percorso;
  3. Fatto il primo passo, prova a fare un qualcosa di nuovo ogni giorno. Questo ti permetterà di prendere via via più confidenza con questa nuova situazione e di proiettare un’immagine sempre più positiva di “te” nel futuro;
  4. Agisci in modo da essere semplicemente quello che sei. Non fingere di essere un’altra persona, non costringerti a diventare quello che non vuoi davvero, altrimenti ti ritroverai in una situazione peggiore di quella di partenza.

Conclusione

La fase più complessa è sicuramente quella iniziale, ma una volta che si sarà riusciti a slegare le catene mentali che ti tengono vincolato, il percorso sarà in completa discesa.

Numero2968.

 

 

L I B E R I S M O    E    C O M U N I S M O

 

Gli esseri umani non sono tutti uguali ma, secondo natura, tutti diversi.
Già dalla culla sono diversi, per il tempo, il luogo, la situazione sociale ed economica.
Li rende uguali solo la tomba.
Non voglio farmi dettare le regole del percorso dell’esistenza dalla morte, ma dalla nascita.
La vita, a mio avviso, è una gara ad handicap: la linea di partenza è uguale per tutti, ma tutti partono con delle penalizzazioni e con dei privilegi. Sta all’individuo superare le differenze della competizione attraverso il suo impegno. Questo è il suo merito. E il suo premio è in questa vita.
Per me è inconcepibile che la morale collettiva debba prevalere su quella individuale.
Se questa visione del mondo viene instaurata, si tolgono agli esseri umani le facoltà di compensare, recuperare, superare gli handicap di partenza, con un appiattimento generale e innaturale.
Il merito personale, che è il vero valore della vita, viene distrutto e prostituito all’interesse collettivo che, se pur garantisce la facile governabilità del sistema, però, privilegia la casta di coloro che gestiscono il potere di farla osservare.

Numero2948.

 

da  QUORA

 

Scrive Shiro Fukò, corrispondente di QUORA

 

Le nuove generazioni sono più ignoranti delle precedenti?

 

Nel corso dei secoli le nuove generazioni sono sempre state più intelligenti delle precedenti, secondo una normale regola evoluzionistica.

Tuttavia, negli ultimi dieci anni, stiamo assistendo a un fenomeno insolito: i figli sono meno intelligenti dei loro genitori.

Il Quoziente Intellettivo medio della popolazione occidentale è in declino, con particolare riferimento alle capacità di memoria e apprendimento.

Una delle ragioni di questo fenomeno è da ricercare nell’impoverimento del linguaggio.

Diversi studi hanno rivelato una correlazione tra la ricchezza lessicale e la capacità di elaborare pensieri complessi.

La graduale scomparsa dell’uso dei tempi verbali si accompagna a un ridotto uso delle parole.

La ragione della sempre più dilagante violenza nella società è causata anche dall’incapacità di descrivere le proprie emozioni attraverso il linguaggio.

Quando mancano le parole per spiegarsi e difendere le proprie ragioni, il ricorso alla violenza fisica diventa un rischio concreto.

La semplificazione dell’ortografia, come l’abolizione dei generi, dei tempi, delle sfumature lessicali rappresentano una causa dell’impoverimento della mente umana.

Numero2872.

 

da QUORA

 

Scrive Joannis, un corrispondente di QUORA.

 

 

“Venerabili fratelli, il momento in cui vi giunge questa nostra prima Enciclica è, sotto più aspetti, di una vera ora delle tenebre”.

 

Ambrogio Ratti nacque nel 1857 e divenne sacerdote 22 anni dopo. Prima Arcivescovo e poi Cardinale, salì al soglio di Pietro nel 1922 assumendo il nome di Pio XI.

I suoi anni di pontificato sono stati i più complessi della storia, attraversati dal nazifascismo e dal comunismo staliniano.

L’interlocutorio suo operato si conclude con un clamoroso enigma: la storia dell’ enciclica Humani Generis Unitas.

Negli ultimi anni di vita, soprattutto dopo la proclamazione delle leggi razziali del 1938, Pio XI iniziò ad avere dei ripensamenti sul suo legame con Mussolini.

Così incaricò il gesuita John La Farge di preparare la bozza dell’enciclica Humani generis Unitas (Unicità del Genere Umano), una condanna della Chiesa contro le discriminazioni.

Lunga 100 pagine, fu vergata a Parigi e poi spedita in Vaticano. Nel 1939, mentre la bozza era sul tavolo pronta per essere firmata e resa ufficiale il giorno dopo, il papa morì improvvisamente.

Così l’enciclica venne distrutta.

Il Segretario della Congregazione degli affari ecclesiastici straordinari Domenico Tardini disse che venne contattato dal monsignor Montini (futuro Paolo VI) che era stato chiamato dal cardinale Pacelli (futuro Pio XII) e gli intimarono di distruggere tutto il materiale.

Lo so che però una domanda affiora prepotente in voi: “c’è qualcuno che avrebbe potuto uccidere il pontefice?”.

Il medico di Pio XI si chiamava Francesco Petacci, padre di una bella ragazza di nome Claretta….

Numero2813.

 

da QUORA

 

Il predicatore islamico Zakir Naik è salito su un taxi a Londra e ha detto al tassista:
– Fratello, per favore spegni la radio, perché come dice il Sacro Corano non mi è permesso ascoltare musica, perché ai tempi del Profeta non c’era musica occidentale che è la musica dei miscredenti. –
Il tassista ha gentilmente spento la radio, ha fermato il taxi e gli ha aperto la portiera.
Zakir gli ha chiesto:
– Fratello, cosa stai facendo? –
Il tassista ha risposto educatamente:
– Ai tempi del Profeta, non c’erano taxi, non c’erano bombe, non c’erano altoparlanti nelle moschee, non c’erano attacchi suicidi.
Quindi stai zitto, vai fuori e aspetta che passi un cammello. –

Numero2775.

 

da QUORA

 

Italiani tornati in Italia dopo molti anni all’estero: quali sono state le vostre impressioni positive/negative.

 

Flavio Massimo Foglia

 

Ho vissuto 6 anni in Germania e altro tempo in molti Paesi del mondo, dagli USA al Giappone a quasi tutto quel che c’è in mezzo. Ogni Paese è diverso, così come ogni città italiana, ma generalmente parlando:

Lati negativi:

  • Sviluppo estremamente lento o inesistente: mentre la maggior parte delle altre nazioni guardano al futuro, costruiscono un futuro e si ammodernano, l’Italia (specialmente Roma, la mia città) è rimasta troppo ancorata al passato. Molte procedure che nelle altre nazioni sono relativamente semplici e rapide, a Roma le fanno sembrare estremamente difficili e complesse. Non si costruisce più nulla. Non si mantiene più nulla. È rimasto tutto come decenni fa, senza alcuno sviluppo o visione. L’impressione è quella di trovarsi in una città senza futuro.
  • Burocrazia: troppe leggi e complicazioni per fare qualunque cosa, sistemi inefficienti e tempi troppo lunghi. La burocrazia dovrebbe essere snellita per rendere la vita più semplice a tutti in maniera da concentrarsi sulle cose più importanti ed incoraggiare l’impresa ed il lavoro.
  • Tasse: estremamente alte. Fra le più alte al mondo. Uccidono il lavoro sul nascere. Scoraggiano l’impresa e la voglia di lavorare.
  • Tempi lavorativi lenti: credo che in nessun altro Paese al mondo attività e negozi chiudono dalle 13 alle 16, o per settimane ad agosto. In alcune nazioni non si chiude neanche nei finesettimana. Se tasse e burocrazia lo permettessero, si potrebbe facilmente istituire turni di lavoro, assumere di più e mantenere le attività sempre aperte pur non facendo lavorare troppo le persone. Con il sistema attuale, ogni giorno le attività all’estero ci superano almeno di 3 ore di produttività. Ogni settimana, hanno lavorato 21 ore più di noi. In un mese hanno guadagnato 84 ore: hanno quindi lavorato oltre 10 giorni in più di noi (se calcoliamo giornate lavorative da 8 ore). In un anno, si sono portati avanti a noi di 126 giorni di lavoro (sempre calcolando 8 ore lavorative). Oltre 4 mesi di lavoro e produttività in più guadagnati rispetto all’Italia in un solo anno. Moltiplicatelo per tutte le attività con questi orari, e per ogni anno. Il resto del mondo corre, non sta ad aspettare noi. E chi non sta al passo verrà lasciato indietro, diventando sempre più povero.
  • Taxi: essendomi spostato in tutto il mondo, non ho trovato un singolo Paese dove i taxi sono considerati un lusso come in Italia. Anche in Paesi ricchi e in città come Dubai, New York, Hong Kong, Shanghai i taxi costano molto meno che in Italia. Costringere le persone all’automobile privata e privare i cittadini di un servizio di base paralizza le città, e di conseguenza l’economia. Il tutto per accontentare una piccola mafia che gestisce le licenze dei taxi. Nel resto del mondo chiunque può fare il tassista, se ha una patente ovviamente. La compravendita di licenze in Italia è semplicemente ridicola e mafiosa. Liberalizzare il settore immediatamente.
  • Persone molli e rassegnate: spesso in Italia c’è tendenza a lagnarsi e non agire. Questo sprona la politica e la criminalità a strizzare le persone fino alla fine, tanto sanno che non reagiranno, e questo merita chi non reagisce. In Kazakistan dove vivevo, quando le persone non erano soddisfatte del loro governo, e lo stesso ha aumentato il prezzo della benzina, i cittadini hanno utilizzato la stessa benzina per dare fuoco ai palazzi governativi. Ancora dopo mesi, l’intero palazzo governativo ad Almaty era distrutto dalle fiamme. Non penso che il loro governo dimenticherà la lezione. Ad Hong Kong, dove anche sono stato, quando la Cina ha avanzato troppo le mani, gli abitanti sono scesi in strada a combattere per difendere la propria indipendenza. Se gli italiani non hanno la spina dorsale per combattere, saranno destinati ad essere lo zimbello delle prepotenze di chiunque, dal primo politico corrotto fino ad arrivare all’ultimo dei parcheggiatori abusivi.

Lati positivi:

  • Cibo: molti italiani lo danno per scontato, ma quando ti trovi a vivere fuori, non lo è. Il cibo italiano, la sua raffinatezza e varietà, non ha pari in nessun luogo del mondo. Ci sono nazioni che si avvicinano, che hanno buon cibo, ma nessuno riesce a primeggiare con l’Italia. Ed il mangiare è uno dei grandi e quotidiani piaceri della vita, che ti migliora l’umore ogni giorno e mantiene in buona salute.
  • Natura e tempo: la varietà della natura italiana, la sua biodiversità ed il tempo atmosferico mite e vario sono un patrimonio prezioso. Non tutti i Paesi si trovano ad avere il tesoro naturalistico che abbiamo, anzi devono affrontare condizioni molto più dure.
  • Persone generalmente tranquille, calorose e alla mano: non voglio generalizzare, ma generalmente agli italiani piace socializzare, parlare e passare del bel tempo insieme. Siamo un popolo a cui piace godersi i piaceri della vita, e a ragione.
  • Vita rilassata e piacevole: i ritmi lenti della società italiana lasciano spazio ad una vita dai ritmi generalmente rilassati, che non costringono a correre troppo. È un ritmo dove a volte è possibile fermarsi per contemplare meglio la vita e i piccoli piaceri del quotidiano, come un buon pranzo, il caffè, una chiacchierata.
  • La famiglia: il motivo principale per cui torno in Italia. Non dobbiamo mai dimenticare le nostre radici e i nostri cari. I legami familiari sono molto importanti nella cultura italiana, e forniscono spesso un grande sostegno.

 

 

Numero2755.

 

da  WIKIPEDIA, l’enciclopedia libera

Incel

Un incel  (parola macedonia inglese, da involuntary celibate, “celibe involontario”) è un membro di una subcultura online costituita da individui che, nella presupposizione di avere naturale diritto al sesso, motivano l’inaccessibilità a un partner sentimentale e/o sessuale con il fatto di non essere attraenti, secondo certi criteri indipendenti dalla loro volontà.

I frequentatori di forum e gruppi online di incel sono prevalentemente uomini eterosessuali e le stime del loro numero sono incerte, variando da migliaia a centinaia di migliaia.

I forum online di incel sono stati criticati dai media e dai ricercatori per essere misogini, razzisti, incoraggiare la violenza, diffondere opinioni estremiste e radicalizzare i loro membri. Il Southern Poverty Law Center ha descritto tali siti di Internet come «parte dell’ecosistema suprematista maschile online» che è incluso nella loro lista di gruppi di odio.

Nel 2020 l’International Centre for Counter-Terrorism, un think tank (serbatoio di pensiero o centro studi) con sede a L’Aia, ha definito le stragi da parte di uomini incel come forme di «terrorismo misogino», mentre nel 2022 il National Threat Assessment Center, una sezione dei servizi segreti statunitensi, ha quantificato il fenomeno come una minaccia seria per la sicurezza. Inoltre, un attacco del febbraio 2020 a Toronto, in Canada, è diventato il primo caso di violenza legata al fenomeno incel ad essere perseguito come un atto di terrorismo.

Storia

Il termine incel comparve per la prima volta negli anni novanta, in concomitanza con lo sviluppo di Internet e dei primi forum online: fu coniato da una studentessa canadese bisessuale, nota sul web con il soprannome di «Alana», che creò un sito dedicato ai celibi involontari utilizzando il termine incel.

Il fenomeno ha iniziato ad attirare attenzione dopo l’attentato di Toronto del 23 aprile 2018.

Teoria LMS, Teoria RedPill e Teoria Blackpill

Gli incel che frequentano i forum online dedicati si rifanno a varie teorie, in particolare la teoria LMS per i rapporti interpersonali e la teoria RedPill e BlackPill per quanto riguarda la visione generalizzata del mondo.

La Teoria LMS (Look, Money, Status = Aspetto, Denaro, Condizione sociale)

Secondo questa teoria, l’attrazione romantica e/o sessuale tra uomini e donne non deriverebbe da caratteristiche come l’affinità caratteriale, le buone maniere, l’educazione, un comportamento assertivo (nella cultura popolare comunemente noto come «saperci fare») o il gusto personale nella scelta del partner ma, piuttosto, i principali fattori che stabiliscono se si avrà o no successo relazionale, sarebbero prevalentemente la bellezza fisica (correlata all’attrattività fisica), la ricchezza in termini di disponibilità di denaro e lo status, ovverosia la fama sociale di cui un determinato individuo può fregiarsi nell’ambiente in cui vive.

La teoria LMS propugna l’idea che la bellezza sia tendenzialmente definibile attraverso indagini statistiche, inter-soggettivamente (alcuni caratteri fisici sarebbero preferiti nella ricerca del partner ideale) e, in tal senso, valutabile su una scala da 0 a 10.

Rifacendosi alla psicologia evolutiva, gli aderenti alla teoria LMS criticano il senso del sentimento d’amore (soprattutto rispetto alla sua connotazione nella psicologia popolare), ritenendolo piuttosto rappresentabile come un evento chimico dell’organismo umano, finalizzato al proseguimento della specie.

I sostenitori della teoria LMS ritengono che l’instaurarsi o il proseguire di una relazione sentimentale sia, nella maggior parte dei casi, il risultato di una media ponderata tra i fattori di bellezza, denaro e fama sociale. Se il risultato della media di questi fattori è insufficiente, l’individuo è respinto in fase di corteggiamento oppure, se ha già una relazione, viene abbandonato per una persona con valore LMS superiore.

La teoria LMS costituisce una sottoteoria dell’ideologia RedPill e dell’ideologia BlackPill.

La Teoria RedPill

È una visione delle dinamiche sociali che si basa sull’idea che il valore LMS è il fattore che determina il successo sessuale di un uomo e che gli uomini e le donne sarebbero differenti dal punto di vista biologico e avrebbero perciò differenti criteri di selezione sessuale. Ciò causerebbe, secondo gli aderenti all’ideologia RedPill, un’enorme sproporzione di opportunità che vede le seconde nettamente avvantaggiate in ambito relazionale rispetto ai primi. Il termine (che significa “pillola rossa”) proviene dal film Matrix, il cui protagonista, prendendo appunto una pillola rossa, scopre la verità sul mondo che lo circonda.

Chi crede nella teoria RedPill viene definito redpilled, parola più o meno italianizzata —andando dall’adattamento minimale al calco completo— come redpillatorossopillato o rossopillolato. Una parte degli aderenti all’ideologia RedPill non è incel (possono avere o aver avuto delle partner). I termini incel e redpilled non sono quindi sinonimi. Questa differenza viene particolarmente sottolineata da alcuni aderenti alla teoria RedPill che non si identificano come incel, e che considerano gli incel come una categoria «non ideologica».

Teoria RedPill e politica

Parte importante di questa subcultura è la critica verso la società moderna, con particolare avversione nei riguardi della liberazione sessuale, avvenuta intorno al 1968, la quale, secondo gli aderenti a questa ideologia, avrebbe avvantaggiato la totalità della popolazione femminile e una minoranza di quella maschile a discapito della maggior parte della popolazione maschile. Ciò sarebbe dovuto al fatto che le donne, essendo per biologia molto più selettive degli uomini e detenendo de facto il potere sessuale, deciderebbero di avere rapporti sessuali prevalentemente con gli uomini con il LMS più alto, scartando gli uomini con il LMS più basso. Questo fenomeno nelle comunità incel è noto come «ipergamia femminile».

Grafico di rappresentazione della distribuzione delle relazioni sessuali prima e dopo la liberazione sessuale secondo gli aderenti alla teoria RedPill

Prima della liberazione sessuale, invece, siccome la società era improntata sulla monogamia e un uomo poteva avere solamente una singola donna (e viceversa), la sessualità poteva dirsi «più equilibrata», sempre secondo gli aderenti a questa subcultura. Almeno considerando che le donne erano distribuite equamente tra la popolazione maschile (contrastando la presunta spinta biologica femminile nel concedersi solamente ai «maschi alfa»), per cui anche gli uomini con un basso LMS avevano possibilità di avere un partner.

Con il liberarsi della società, le donne hanno avuto progressivamente accesso, secondo la teoria RedPill, allo stesso ristretto gruppo di uomini con LMS elevato. Verrebbe quindi a crearsi uno specifico insieme di maschi eterosessuali — gli incel appunto, generalmente con LMS basso — che sono impossibilitati dall’avere una vita sessuale regolare.

I seguaci della teoria RedPill ritengono che l’espressione della propria sessualità e le possibilità di una vita sessuale ed affettiva siano fondamentali per il benessere psicofisico degli individui, rifacendosi alla piramide di Maslow che indica la sessualità come bisogno fisiologico, per sostenere che gli incel, essendo privati per il loro basso valore LMS di essa, costituiscano a tutti gli effetti una categoria oppressa, ostracizzata e non riconosciuta da parte della società.

Nelle loro pagine o forum online, talvolta vengono avanzate delle possibili «soluzioni»: ad esempio alcuni di loro affermano che per risolvere lo squilibrio causato dopo il Sessantotto sia necessario l’intervento statale con la legalizzazione della prostituzione e, in Italia, con l’abrogazione della legge Merlin; altri invece affermano che sia necessario il ritorno ad una società patriarcale in cui tutti gli uomini abbiano il diritto di avere una donna.

I seguaci della teoria RedPill sostengono inoltre che la causa principale dei bassi tassi di natalità dagli anni ’80 nei Paesi occidentali non sia da attribuirsi alla crisi economica (come sostenuto dai mass media), bensì al fatto che gli incel, non avendo più la possibilità di avere una donna, siano stati estromessi dalla catena riproduttiva. A sostegno di questa tesi, portano l’esempio di come nei Paesi più poveri del mondo, dove non si è sviluppato il femminismo, il tasso di natalità sia nettamente superiore rispetto ai Paesi occidentali.

Teoria RedPill e scienza

Gli aderenti all’ideologia RedPill si rifanno spesso a teorie e studi che hanno ottenuto credito presso la comunità scientifica. La maggiore selettività femminile ad esempio sarebbe spiegata dalla teoria dell’investimento parentale sviluppata da Trivers nel 1972, che riguarda l’approvvigionamento alimentare e la difesa della prole nei mammiferi, e sarebbe poi confermata da altri studi. Uno di questi, risalente al 2019, mostra come sull’app d’incontri Tinder gli uomini mettano il like alla maggior parte delle donne, mentre le donne mettano il like solo ad una stretta minoranza degli uomini. Il medesimo studio mostra come gli uomini con un livello di istruzione e di reddito più alto ottengano un maggior numero di like, mentre non trova alcuna prova che gli uomini abbiano un’avversione per una potenziale partner altamente istruita, ponendosi in contrasto con molti recenti studi influenti nel campo dell’economia.

Un altro studio riguardante l’app Tinder ha inoltre dimostrato che le donne di «bellezza media» ricevano un numero di like 15 volte maggiore rispetto agli uomini mediamente attrattivi.

In uno studio riguardo alla distribuzione dei partner sessuali negli Stati Uniti è emerso che nel 2013 gli uomini avevano complessivamente lo stesso numero di partner sessuali del 2002. Tuttavia, nel 2013, il top 20% degli uomini ha avuto un aumento del 25% dei partner sessuali rispetto al 2002. Il top 5% degli uomini ha avuto addirittura un aumento del 38% nel numero di partner sessuali. Tale studio ha perciò indicato che nonostante la quantità di sesso totale sia rimasta invariata tra il 2002 e il 2013, una parte del sesso è stata consolidata in sesso extra per il top 5-20% degli uomini. Di conseguenza tale studio ha dimostrato che c’è una minoranza di uomini che sta facendo più sesso che mai a discapito di altri uomini nel quale invece il numero di partner sessuali è diminuito.

Teoria RedPill e relazione con la psicologia

La teoria della RedPill e i suoi seguaci sono particolarmente critici altresì nei confronti della psicologia moderna – in particolar modo per ciò che riguarda la psicologia sociale che si prefigge di risolvere i problemi degli incel proponendone il miglioramento personale.

Gli incel che aderiscono all’ideologia redpill generalmente contestano una sovversione del rapporto causa-effetto nell’analisi psicanalitica dei loro problemi (ovvero la loro condizione di infelicità come conseguenza di fattori esterni e non modificabili volontariamente nel breve termine: solitamente status socioeconomico e bellezza fisica determinata dalla genetica), assumendo una visione fatalista, ritenendosi oppressi e pertanto vittime di una società sbilanciata.

Gli incel che aderiscono all’ideologia redpill solitamente ritengono che la psicanalisi contemporanea abbia funzione meramente palliativa, poiché gli squilibri nelle relazioni interpersonali nella società moderna sono tali che chi si ritiene incel, a causa del proprio basso valore LMS, qualora si rivolgesse a uno psicoterapeuta otterrebbe soltanto consigli su un cambiamento attitudinale, ossia —secondo la teoria RedPill— una regressione alla forma mentis detta BluePill, precedente alla presa di consapevolezza della Teoria LMS stessa, che secondo loro è dogmatica.

Teoria RedPill e omosessualità

Secondo gli aderenti alla teoria RedPill l’omosessualità è differenziata nettamente sulla base del genere: l’omosessualità maschile è vista come condizione innata, naturale diversificazione dell’orientamento sessuale; inoltre è considerata come un sistema parallelo, dove la minoranza di appartenenti comporta una richiesta di valore LMS minore e quindi una situazione di vantaggio indiretto per l’instaurazione di relazioni a breve termine.

La Teoria BlackPill

La BlackPill è una teoria che afferma che l’aspetto fisico è il fattore più importante per determinare il successo sessuale di un uomo, soprattutto nella società occidentale odierna. Anche la teoria BlackPill riconosce che il denaro e lo status sociale sono fattori in grado di attrarre le donne, però avrebbero un peso molto minore rispetto all’aspetto. La BlackPill afferma che l’attrazione è determinata da caratteristiche estetiche geneticamente predeterminate e che gli uomini esteticamente non attraenti non avranno mai una vita felice. Gli aderenti alla teoria BlackPill sostengono che gli unici beneficiari della liberazione sessuale siano stati i Chad (vedi sotto) e le donne, e auspicano soluzioni sociali anziché individuali al problema degli incel.

Chi crede nella teoria BlackPill viene definito blackpilled. Solamente una parte degli incel aderisce all’ideologia BlackPill, però tutti gli aderenti all’ideologia BlackPill sono incel.

Terminologia

Nella forum online degli incel vi sono parecchi termini che hanno dei significati particolari.

Di seguito si riportano alcuni tra i più ricorrenti:

 
Termine Significato
Chad È la rappresentazione stereotipica del cosiddetto maschio alfa, caratterizzato da un bel viso con caratteri proporzionati, fisico atletico e di grande successo con le donne.
Normie  

È la rappresentazione stereotipica della persona comune. Il termine ha una connotazione dispregiativa in quanto si ritiene che una persona di aspetto medio non abbia capacità di capire che i suoi successi in campo sentimentale siano frutto di fortuna e non di capacità intrinseche.

Betabux  

Termine dispregiativo, utilizzato per definire quegli uomini in genere con un aspetto sotto la media ma con un elevato status socio-economico e che otterrebbero relazioni con le donne soltanto provvedendo al sostentamento economico delle partner. Il termine è mutuato dall’espressione del gergo statunitense Alpha fucks, Beta bucks (letteralmente “L’alfa fotte, il beta paga”, il cui significato sarebbe “Gli alfa hanno rapporti sessuali senza difficoltà, i beta devono impiegare i loro soldi”).

Cuck  

Termine con connotazione dispregiativa derivante dal diminutivo di cuckold. Il termine indica chi, secondo la teoria Redpill è troppo compiacente nei confronti del genere femminile, ad esempio per riuscire a ottenere una relazione e quindi è visto come poco virile e destinato a essere tradito.

Stacy È la rappresentazione stereotipata della ragazza più avvenente della media e iperselettiva.
Becky È la rappresentazione stereotipata della ragazza poco appariscente.
Volcel  

Così viene definito in senso a volte dispregiativo colui che sceglie deliberatamente di non intrattenere relazioni sentimentali.

Mentalcel Così viene definito chi si ritrova involontariamente celibe a causa di veri o presunti disturbi mentali.
Truecel  

Così viene definito chi si ritrova involontariamente celibe unicamente a causa di un aspetto sotto la media e che possiede difetti estetici che non possono essere risolti in alcun modo se non con costosissimi ed invasivi interventi di chirurgia estetica e/o maxillo-facciale.

Fakecel  

Così viene definito chi si spaccia per incel all’interno delle comunità online senza esserlo veramente; il termine ha connotazione dispregiativa.

Gymcel  

Così viene definito colui che nonostante possieda un fisico muscoloso è involontariamente celibe a causa del suo viso non attraente.

Bluepilled  

Semitradotto come «bluepillato» o «blupillato» in italiano, sta a indicare chiunque non aderisca all’ideologia della teoria LMS.

Looksmaxing  

Tale termine (traducibile grossomodo come “ottimizzazione dell’aspetto”) indica un insieme di pratiche eterogenee che hanno lo scopo di aumentare la propria bellezza fisica che, secondo la teoria LMS, è uno dei più importanti fattori per attrarre il sesso opposto. Infatti, secondo la suddetta teoria, alcune prerogative per essere un uomo esteticamente attraente sono la mandibola e la mascella prominenti, una capigliatura folta, le giuste proporzioni del contorno del viso, uno sguardo mascolino (caratterizzato da occhi lunghi e stretti, con inclinazione dei canthus, punta angolare delle due palpebre, neutra o positiva) e l’alta statura. Le pratiche trattate dal looksmaxing cominciano dalla semplice cura del corpo, dei capelli e proseguono con l’allenamento in palestra per diventare più muscolosi. Infine il looksmaxing riguarda una serie di chirurgie estetiche o maxillo-facciali per diventare più attraenti; tra le più citate vi è la cantoplastica, le protesi agli zigomi o agli angoli mandibolari, la rinoplastica, la mentoplastica e le osteotomie per far avanzare frontalmente le mascelle.

Controversie

Discorsi di incitamento all’odio

La comunità incel di Reddit che era presente nel subreddit «/r/incels» venne chiusa dal sito stesso il 7 novembre 2017, per aver violato le politiche sui discorsi di incitamento all’odio. All’epoca della chiusura, la comunità contava circa 42.000 membri.

In seguito le comunità incel statunitensi si spostarono su piattaforme con policy per i post più permissive, come 4chan.

Uno studio condotto da diversi ricercatori, tra cui alcuni dell’Università di Psicolinguistica e Linguistica Computazionale di Anversa, analizzando i contenuti del forum «incels.is» ha riscontrato come questi siti possano dar luogo a fenomeni di camera d’eco, cosicché, se una persona sta vivendo un moderato momento di disagio, frequentando tali siti Internet potrebbe peggiorare la propria condizione psichica. Il software automatico adoperato dai ricercatori ha dimostrato come nel suddetto forum ricorrano determinati termini assimilabili ai discorsi d’odio, individuabili in maniera automatizzata nel 95% dei casi.

Le discussioni nei forum degli incel sono spesso caratterizzate da antifemminismo, risentimento, misoginia, misantropia, autocommiserazione e disprezzo di sé, razzismo, visione del sesso come una cosa dovuta, e approvazione della violenza contro la società, da cui i partecipanti si sentono discriminati.

Disturbi di personalità associati

Da una serie di interviste condotte da due docenti dell’Università della Georgia è emerso che coloro che si autodefinivano incel avevano un’alta probabilità di sentirsi arrabbiati, frustrati e/o depressi, indipendentemente dalla vera o presunta incapacità di instaurare relazioni.

Terrorismo correlato al mondo incel

La cronaca mondiale riporta casi di incel che hanno compiuto attentati terroristici o atti violenti in tempi recenti:

  • 23 maggio 2014: Elliot Rodger, un ragazzo di 22 anni, uccise 6 persone e ne ferì 14 a Isla Vista in California per poi suicidarsi. Prima di compiere l’attentato scrisse e pubblicò online un lungo manifesto in cui raccontò tutta la sua vita in ogni dettaglio e in cui espresse la sua rabbia e depressione per non aver mai dato ancora il suo primo bacio, essere vergine ed essere sempre stato rifiutato dalle donne.
  • 1º ottobre 2015: Chris Harper-Mercer, un ragazzo di 26 anni, uccise 9 persone e ne ferì 8 in una sparatoria nell’Umpqua Community College a Roseburg in Oregon per poi suicidarsi. Prima di farlo pubblicò online un breve manifesto in cui espresse la sua depressione per essere vergine e non aver mai avuto una ragazza ed elogiò alcuni mass shooters (sono coloro che sparano alla folla) statunitensi e in particolar modo Elliot Rodger.
  • 23 aprile 2018: Alek Minassian, un cittadino canadese di origini armene di 25 anni, si lanciò con un furgone contro la folla della città di Toronto uccidendo 11 persone (inclusa una deceduta nel 2021) e ferendone altre 15 per poi essere arrestato. Pochi minuti prima di compiere il gesto scrisse un post sul suo profilo di Facebook in cui inneggiava alla ribellione degli incel ed elogiava Elliot Rodger.
  • 22 luglio 2018: Faisal Hussain, un uomo di 29 anni, uccise 2 persone e ne ferì altre 13 in una sparatoria a Toronto per poi suicidarsi. I parenti di Hussain hanno riferito di aver avuto una discussione con lui poche ore prima della strage e gli avevano detto di trovarsi una moglie. Tale conversazione, secondo i suoi parenti, sconvolse Hussain. Successivamente la polizia dichiarò che Hussain fece delle ricerche su Alek Minassian e che nel suo cellulare è stata trovata una copia del manifesto di Elliot Rodger.
  • 2 novembre 2018: Scott Beierle, un uomo statunitense di 40 anni, uccise 2 persone e ne ferì altre 4 in una sparatoria in uno studio yoga di Tallahassee in Florida per poi suicidarsi. In precedenza, aveva pubblicato diversi video online in cui esprimeva la sua rabbia per non avere una donna e per i rifiuti che sosteneva di ricevere da loro.
  • 24 febbraio 2020: Un ragazzo di 17 anni colpisce mortalmente con un machete una donna e ferisce altre 2 persone in un centro massaggi a Toronto per poi essere arrestato. Nel momento dell’attentato aveva con sé un biglietto con scritto «lunga vita alla ribellione incel» e in seguito disse agli agenti di essere stato ispirato da Alek Minassian. L’identità del ragazzo non viene rivelata in quanto minorenne e la polizia classificherà il caso come terrorismo correlato al movimento incel.
  • 20 maggio 2020: Armando Hernandez Jr, un ragazzo di 20 anni, ferisce 3 persone in una sparatoria a Glendale in Arizona per poi essere arrestato. Nei giorni seguenti dirà agli agenti di essere un incel che ha agito per vendetta per essere rifiutato dalle donne, di essere stato ispirato da Elliot Rodger e che il suo obiettivo erano le coppie di fidanzati. Durante l’interrogatorio si lamentò inoltre di non fare nessun match (incontro) su Tinder.
  • 21 settembre 2020: Antonio De Marco, un ragazzo italiano di 21 anni, uccide una coppia di fidanzati a Lecce con decine di coltellate per poi essere arrestato pochi giorni dopo. Egli dichiarerà agli agenti di aver ucciso i due «perché erano troppo felici» e che lui invece non aveva mai avuto una ragazza, i suoi unici rapporti sessuali fossero con prostitute e che i continui rifiuti subiti da parte di più ragazze sia stata la causa della sua rabbia. Nel suo diario è stato trovato scritto che provava ormai un’incontrollabile sensazione di solitudine e di assenza di amore e di avere una rabbia crescente contro gli uomini sessualmente di successo e le donne.
  • 12 agosto 2021: Jake Davison, un ragazzo di 22 anni, uccide 5 persone e ne ferisce altre 2 in una sparatoria a Plymouth in Inghilterra per poi suicidarsi. Nei suoi video caricati su YouTube lamentava di essere «brutto e vergine», di «aver perso l’amore adolescenziale» e dichiarava che stava «consumando un’overdose di blackpill».

Numero2689.

 

da WIKIPEDIA

 

L’ ESPERIMENTO  DI  ASCH

 

Un esempio di scheda utilizzata nell’esperimento. La linea di sinistra è la linea di riferimento, le tre linee a destra sono le  linee di confronto.

 

L’esperimento di Asch è stato un esperimento di psicologia sociale condotto nel 1951 dallo psicologo polacco Solomon Asch.

L’assunto di base del suo esperimento consisteva nel fatto che l’essere membro di un gruppo è una condizione sufficiente a modificare le azioni e, in una certa misura, anche i giudizi e le percezioni visive di una persona. L’esperimento si focalizzava sulla possibilità di influire sulle percezioni e sulle valutazioni di dati oggettivi, senza ricorrere a false informazioni sulla realtà o a distorsioni oggettive palesi. Il lavoro di Asch influenzò Stanley Milgram (che fu allievo di dottorato dello stesso Asch) e le sue successive ricerche.

Il protocollo sperimentale prevedeva che 8 soggetti, di cui 7 collaboratori/complici dello sperimentatore all’insaputa dell’ottavo (soggetto sperimentale), si incontrassero in un laboratorio, per quello che veniva presentato come un normale esercizio di discriminazione visiva. Lo sperimentatore presentava loro delle schede con tre linee di diversa lunghezza in ordine decrescente mentre su un’altra scheda vi era disegnata un’altra linea, di lunghezza uguale alla prima linea della prima scheda. Chiedeva a quel punto ai soggetti, iniziando dai complici, quale fosse la linea corrispondente nelle due schede. Dopo un paio di ripetizioni “normali”, alla terza serie di domande i complici iniziavano a rispondere in maniera concorde e palesemente errata.

Il vero soggetto sperimentale, che doveva rispondere per ultimo o penultimo, in un’ampia serie di casi iniziava regolarmente a rispondere anche lui in maniera scorretta, conformandosi alla risposta sbagliata data dalla maggioranza di persone che aveva risposto prima di lui. In sintesi, pur sapendo soggettivamente quale fosse la “vera” risposta giusta, il soggetto sperimentale decideva, consapevolmente e pur sulla base di un dato oggettivo, di assumere la posizione esplicitata dalla maggioranza. Solo una piccola percentuale si sottraeva alla pressione del gruppo, dichiarando ciò che vedeva realmente e non ciò che sentiva di “dover” dire.

Risultati

Nell’esperimento originale di Asch, il 25% dei partecipanti non si conformò alla maggioranza, ma il 76% si conformò almeno una volta alla pressione del gruppo (ed il 5% dei soggetti si adeguò ad ogni singola ripetizione della prova).

 

CONFORMISMO

 

Con il termine conformismo si fa riferimento a un atteggiamento o tendenza ad adeguarsi o omologarsi a opinioni, usi e comportamenti pre-definiti e politicamente o socialmente prevalenti. Questo atteggiamento si può notare ad esempio nel modo di vestire o nel comportamento, o anche nelle idee e nei modi di pensare. Questo atteggiamento viene definito in psicologia con il termine conformità.

L’atteggiamento conformista

In ambito sociale si definisce conformista colui che, ignorando o sacrificando la propria libera espressione soggettiva in modo più o meno marcato, si adegua e si adatta nel comportamento complessivo, sia di idee e di aspetto esteriore che di regole, alla forma espressa dalla maggioranza o dal gruppo di cui è parte.

L’origine del conformismo risiede molto spesso nella radice animale dell’essere umano che attinge le sue paure dalla solitudine fuori dal branco. È una sorta di comportamento mimetico: l’individuo si nasconde nell’ambiente sociale nel quale vive, assumendone i tratti più comuni, in termini di modi di essere, di fare, di pensare. Il senso di protezione che ne deriva rafforza ulteriormente i comportamenti conformisti.

L’anticonformismo

L’atteggiamento opposto al conformismo viene definito anticonformismo e consiste quindi in un rifiuto delle idee e dei comportamenti prevalenti.

Infatti, normalmente, le persone non conformiste hanno già sviluppato un livello di coscienza diverso che permette loro di poter sfidare i comportamenti comuni senza soffrirne.

Solitamente si hanno personalità non conformiste negli artisti, negli scienziati, nei filosofi, negli intellettuali, negli statisti e nei santi, quindi in tutti coloro che si danno la possibilità di libera espressione di sé stessi fuori dalla forma già predefinita dall’ambito sociale e storico in cui vivono.

L’antropologo francese René Girard ha svolto uno studio approfondito delle dinamiche di imitazione reciproca tra gli esseri umani, che a livello sociale conducono appunto al conformismo e ad altri automatismi di notevole importanza. Nel quadro teorico di Girard, l’imitazione è la caratteristica fondamentale dell’essere umano (teoria mimetica). Girard rivela quindi che dietro ogni pretesa di anticonformismo si nasconde un altro comportamento conformista: l’anticonformista, che non sopporta di ammettere la sua somiglianza con gli altri esseri umani, si appoggia alla massa per sollevarsi al di sopra di essa, ma in questo movimento si lascia ispirare (imita, si conforma a…) quegli “anticonformisti” che lo hanno preceduto, nel suo o in altri campi e inoltre dimostra la sua dipendenza da quella massa che disprezza tanto: senza massa da cui distinguersi, non si ha niente da cui distinguersi.

Conformismo e obbedienza

In psicologia sociale, accanto al concetto di conformismo, vi è quello di obbedienza, laddove l’obbedienza implica anche conformismo. È attraverso la socializzazione che le persone imparano a conformarsi a certe norme e a obbedire a certe figure di autorità. A tal proposito Stanley Milgram ha proposto quattro concetti chiave con i quali mettere in evidenza tali assunti. Questi concetti si ravvisano in: gerarchia (fra persone di status diseguale vige usualmente un rapporto di obbedienza, fra persone di pari status emerge il conformismo), imitazione (l’obbedienza non comporta imitazione, il conformismo sì), contenuto esplicito (comandi espliciti si associano all’obbedienza, richieste tacite ed implicite presuppongono conformismo) e volontarietà (chi obbedisce fa riferimento all’obbedienza nello spiegare il loro comportamento, chi si conforma fa riferimento alla volontarietà). Tali concettualizzazioni sono state criticate per la loro riduttività, ma al contempo danno una visione efficace del rapporto tra conformismo e obbedienza.

Conformismo indotto dai mass media

Sono oggetto di studio gli effetti della comunicazione di massa sul conformismo. Risale agli anni settanta del Novecento la teoria della spirale del silenzio sviluppata da Elisabeth Noelle-Neumann, fondatrice, nel 1947, dell’Istituto di Demoscopia di Allensbach (Institut für Demoskopie Allensbach) a Magonza. La tesi di fondo è che i mezzi di comunicazione di massa, ma soprattutto la televisione, grazie al notevole potere di persuasione sui riceventi e quindi, più in generale, sull’opinione pubblica, siano in grado di enfatizzare opinioni e sentimenti prevalenti, mediante la riduzione al silenzio delle opzioni minoritarie e dissenzienti.

Nello specifico, la teoria afferma che una persona singola è disincentivata dall’esprimere apertamente e riconoscere a sé stessa un’opinione che percepisce essere contraria alla opinione della maggioranza, per paura di riprovazione e isolamento da parte della presunta maggioranza. Questo fa sì che le persone che si trovino in tali situazioni siano spinte a chiudersi in un silenzio che, a sua volta, fa aumentare la percezione collettiva (non necessariamente esatta) di una diversa opinione della maggioranza, rinforzando, di conseguenza, in un processo dinamico, il silenzio di chi si crede minoranza.

Uno degli effetti della spirale del silenzio è l’esercizio, da parte dei mass-media, di una pervasiva funzione conformista di omologazione e conservazione dell’esistente, ostili al rinnovamento delle sensibilità, dei gusti, delle opinioni.

Rispetto al conservatorismo, si aggiunge qui un ulteriore elemento aggravante: essendo i mezzi di comunicazione di massa, per loro stessa natura, schiacciati sulla dimensione contingente del tempo presente, e incapaci di elaborare ed esprimere una visione e una coscienza storica, la spinta al conservatorismo e all’omologazione che essi sono in grado di promuovere si presentano anche privi di qualsiasi spessore e di alcuna consapevolezza storica.

 

N.d.R. : adesso abbiamo capito, io per primo, su quale mensa sono andati a gozzovigliare gli “influencer”, abili mestatori senza scrupoli, pronti e preparati a devitalizzare lo spirito critico individuale, imponendo ideologie, gusti e comportamenti standardizzati e pilotati, ovviamente, a proprio vantaggio.

Numero2500.

 

Ubi deficiunt equi,

trottant aselli.

 

Dove mancano i cavalli (purosangue),

trottano gli asinelli.

 

Teofilo  Folengo     letterato della prima metà del ‘500 conosciuto per la produzione di opere poetiche in latino maccheronico, con gli pseudonimi di Merlin Coccajo, Merlin Cocai, o Limerno Pitocco. Il latino maccheronico è una parodia della lingua latina ufficiale.