Numero3288.

 

da  QUORA

 

Scrive Gennaro, corrispondente di QUORA

 

P R E C E T T I    D I    V I T A

 

Smetti di aspettare il momento perfetto: Agisci ora, il tempo perfetto non esiste.

Non cercare scorciatoie, cerca miglioramenti: Il successo è costruito su piccole azioni quotidiane.

Dormi bene, mangia bene, allenati bene: Corpo e mente lavorano insieme.

Ogni giorno chiediti: “Sto migliorando o sto solo esistendo?”: La crescita è una scelta.

Le opportunità non si trovano, si creano: Lavora per ciò che vuoi ottenere.

Impara a stare da solo: La solitudine ben gestita porta chiarezza mentale.

Fai meno promesse e più azioni: I fatti contano più delle parole.

Il successo non arriva con la motivazione, ma con la disciplina: Agisci anche quando non ne hai voglia.

Ogni errore è un passo avanti: Se impari, non hai perso tempo.

Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto: Esci dalla tua zona di comfort.

Numero3275.

 

da  QUORA

 

Scrive Cyber, corrispondente di QUORA.

 

D I N A M I C H E    D I    R E L A Z I O N E

 

L’amore e l’amicizia nascono per caso o sono una scelta?

 

Entrambe.

La maturità mi ha portata a credere che sia l’amore che le amicizie siano un mix tra un’affinità elettiva e una scelta/impegno.
In presenza di una tale affinità l’impegno non è una fatica ma è naturale, spontaneo, nel senso che sorge dal profondo.

Qui 👇🏻 secondo me c’è una metà della verità:

Durante un seminario, una donna chiese: “Come faccio a sapere se sono con la persona giusta?”

Il docente notò allora che accanto a lei sedeva un uomo robusto, così disse: “Dipende. È il tuo partner?” Lei rispose: “Come fa a saperlo?”

“Lascia che ti risponda a questa domanda perché è probabile che ti stia assillando.” replicò il docente.

Ecco la risposta: Ogni relazione ha un ciclo… All’inizio ti innamori del tuo partner.

Aspetti le sue chiamate, desideri il suo contatto e ti piacciono le sue stranezze.

Innamorarsi non è stato difficile. In realtà, è stata un’esperienza completamente naturale e spontanea.

Non dovevi FARE niente. Ecco perché si chiama “innamorarsi”.

Le persone innamorate a volte dicono: “Mi sono lasciato travolgere”.

Immagina l’espressione: implica che eri semplicemente lì fermo, senza far niente, e poi ti è successa una cosa.Innamorarsi è un’esperienza passiva e spontanea.

Ma dopo alcuni mesi o anni insieme, l’euforia dell’amore svanisce.

È un ciclo naturale di OGNI relazione.

Lentamente ma inesorabilmente, le telefonate diventano un fastidio (se arrivano), il contatto non è sempre gradito (quando avviene), e le stranezze del tuo partner, invece di essere carine, ti fanno uscire di testa.

I sintomi di questa fase variano a seconda della relazione; noterai una netta differenza tra la fase iniziale in cui eri innamorato e una fase successiva molto più noiosa o addirittura arrabbiata.

A questo punto, tu e/o il tuo partner potreste iniziare a chiedervi: “Sono con la persona giusta?”.

E mentre rifletti sull’euforia dell’amore che provavi un tempo, potresti iniziare a desiderare quell’esperienza con qualcun altro.

È in questo momento che le relazioni falliscono.

La chiave per avere successo in una relazione non è trovare la persona giusta, ma imparare ad amare la persona che hai trovato.

Le persone incolpano i loro partner per la loro infelicità e cercano la realizzazione fuori dalla coppia.

La realizzazione extraconiugale si presenta in tutte le forme e dimensioni.

L’infedeltà è la più comune. Ma a volte le persone si dedicano al lavoro, a un hobby, all’amicizia, alla televisione in modo eccessivo o a sostanze stupefacenti.

Ma la risposta a questo dilemma non si trova al di fuori della tua relazione.

Si trova al suo interno. Non sto dicendo che non potresti innamorarti di qualcun altro. Potresti farlo. E temporaneamente ti sentiresti meglio.

Ma ti troveresti nella stessa situazione pochi anni dopo.

Perché (ascolta attentamente questo) la chiave per avere successo in una relazione non è trovare la persona giusta, ma imparare ad amare la persona che hai trovato.

Mantenere l’amore non è un’esperienza passiva o spontanea.

Devi lavorarci giorno dopo giorno. Richiede tempo, impegno ed energia. E, soprattutto, richiede saggezza. Devi sapere cosa fare per farla funzionare.

Non sbagliarti. L’amore non è un mistero. Ci sono cose specifiche che puoi fare (con o senza il tuo partner), proprio come ci sono leggi fisiche dell’universo (come la gravità), ci sono anche leggi per le relazioni.

Se sai come applicare queste leggi, i risultati sono prevedibili. L’amore è quindi una scelta.

Numero3273.

 

da  QUORA

 

Scrive Lucio Presto, corrispondente di QUORA

 

C O S E    C H E    H O    S M E S S O    D I    F A R E

  • Ho smesso di condividere i miei piani: le persone vogliono sempre stare davanti a te, anche se non te lo diranno. Le persone sono gelose per natura. Per qualche ragione, gli altri troveranno sempre un modo per sabotare i tuoi piani per timore che tu possa muoverti più velocemente di loro.
  • Ho smesso di condividere le mie debolezze: le persone useranno qualsiasi cosa per farti inciampare in modo che possano ridere di te quando cadi, e poi piangerti quando ti vedono morire. Useranno le tue debolezze contro di te quando ne avranno la possibilità.
  • Ho smesso di rivelare la mia prossima grande mossa: le persone seguono sempre la tua prossima mossa in modo che possano raggiungerla prima di te. Muoviti sempre in silenzio e sciocca le persone con i tuoi risultati.
  • Ho smesso di rivelare i miei segreti, anche ai miei migliori amici: 9 dei tuoi 10 amici che hai sono falsi. Le persone useranno i tuoi segreti per offuscare la tua immagine.
  • Ho smesso di condividere i miei fallimenti: le persone si riferiranno sempre ai tuoi fallimenti passati per sabotare la tua positività e la tua mentalità.
  • Ho smesso di condividere i miei segreti di famiglia: quando si tratta di famiglia, questa è una zona vietata. Rivelare i segreti della tua famiglia equivale a spogliarti nudo e camminare per le strade.
  • Ogni volta che ti lamenti è la prova che hai perso il controllo della tua vita. Stai perdendo il tuo prezioso respiro così come il tuo tempo prezioso. Se puoi farci qualcosa, fallo. Altrimenti stai zitto.
    Gossip? Preferirei discutere di qualcosa di utile come un’idea o una nuova opportunità, invece di sprecare il mio tempo prezioso parlando delle carenze delle persone.
  •  Niente più condivisione delle tue foto su Facebook: non devo ricordarti come le persone malvagie che frequentano il tuo profilo possono iniziare a inviare messaggi offensivi ai tuoi migliori amici e a dire loro quanto sono stupidi. Meno foto hai sui social, più sei in pace con te stesso.
  • Non rimpiango più il mio passato. La ragione per cui oggi ho successo è a causa dei miei errori, fallimenti e insuccessi passati. Se comincio a pentirmene ora, allora mi sparo in un piede, perché il passato fa parte di quello che sono oggi.

 

 

 

 

 

 

Numero3260.

 

da  QUORA

 

Scrive James Collins, corrispondente di QUORA

 

I C T U S    I N    A R R I V O ….

 

L’ictus spesso arriva senza preavviso, ma in molti casi il corpo invia segnali precoci che indicano che qualcosa non va. Questi sintomi possono manifestarsi ore, giorni o persino settimane prima di un ictus. Riconoscerli in tempo può salvare la vita.

 

Segnali Comuni di un Ictus Imminente

 

1. Intorpidimento o Debolezza Improvvisa (Soprattutto su un Lato del Corpo)

  • Se si avverte debolezza, formicolio o intorpidimento al viso, a un braccio o a una gamba—soprattutto su un solo lato del corpo—potrebbe essere un segnale che il flusso sanguigno al cervello è compromesso.
  • Alcune persone hanno anche difficoltà a tenere in mano oggetti o improvvisa goffaggine.

2. Difficoltà nel Parlare o nel Comprendere il Linguaggio

  • Parlare in modo confuso o incomprensibile, avere difficoltà a trovare le parole giuste o non riuscire a comprendere quello che dicono gli altri può essere un segnale precoce di ictus.
  • Se qualcuno inizia a parlare in modo strano o sembra disorientato, bisogna prenderlo seriamente.

3. Problemi alla Vista in Uno o Entrambi gli Occhi

  • Visione offuscata, visione doppia o perdita parziale della vista in un occhio possono essere sintomi di un ictus imminente.
  • Alcune persone descrivono la sensazione di vedere una sorta di tenda scura su un occhio o un’improvvisa oscurità totale.

4. Mal di Testa Forte e Improvviso

  • Un mal di testa improvviso e intenso (diverso da qualsiasi altro mal di testa avuto in precedenza) potrebbe essere un segnale di ictus o aneurisma cerebrale.
  • È particolarmente preoccupante se accompagnato da vertigini, vomito o confusione.

5. Perdita di Equilibrio o Coordinazione

  • Sentirsi storditi, instabili o incapaci di camminare correttamente senza motivo potrebbe indicare che un ictus sta colpendo la parte del cervello responsabile del movimento.
  • Se abbiamo improvvisamente difficoltà a camminare, se cominciamo ad inciampare o a non mantenere l’equilibrio, è importante cercare subito aiuto medico.

6. Attacco Ischemico Transitorio (TIA) – Il “Mini-Ictus” di Avvertimento

  • Un TIA (mini-ictus) provoca sintomi simili a quelli di un ictus, ma che durano solo pochi minuti o ore prima di scomparire.
  • Anche se i sintomi spariscono, un TIA è un campanello d’allarme: significa che un ictus più grave potrebbe verificarsi presto. Bisogna rivolgersi immediatamente a un medico.

 

FAST: Il Test Semplice per Riconoscere un Ictus

 

Se si sospetta un ictus, usare il test FAST per controllare i sintomi principali:

 

✅ F – Face (Faccia) Cadente – Un lato del viso è cadente o intorpidito? Chiedere alla persona di sorridere.
✅ A – Arm (Braccio) Debole – Un braccio è debole o intorpidito? Chiedere di sollevare entrambe le braccia. Un braccio scende?
✅ S – Speech (Parola) Difficoltosa – La persona parla in modo confuso o strano? Chiedere di ripetere una frase semplice.
✅ T – Time (Tempo di Chiamare i Soccorsi) – Se uno di questi segnali è presente, chiamare immediatamente i soccorsi.

 

Quando Cercare Aiuto Medico

 

Se si nota uno di questi sintomi, anche se scompare, è fondamentale rivolgersi subito a un medico.
L’ictus può arrivare improvvisamente, e un trattamento precoce può evitare danni cerebrali gravi o la morte.

Un ictus è un’emergenza medica—non ignorare i segnali di avvertimento.
Agire rapidamente può fare la differenza tra la vita e la morte.

Numero3259.

 

da  QUORA

 

Scrive Fiorenza Papini su Gianni Demb, corrispondente di QUORA

 

C O M E    A B B I A M O    F A T T O …. ?

 

A volte mi chiedo:

Come ha fatto la nostra generazione a sopravvivere ai cibi contenenti glutine e lattosio?

Come siamo potuti crescere senza omogenizzati, integratori, ormoni e multivitaminici?

Come siamo vissuti senza Coca zero, Red Bull, aperitivi e long drink, se aspettavamo la domenica
per bere l’acqua gasata con polverine disciolte?

Come abbiamo superato gli inverni rigidi col panino nella cartella, senza le merendine, la Nutella
e gli immunostimolanti?

Come ci siamo accontentati della merenda del pomeriggio fatta di pane, burro e zucchero, senza ricorrere ai centrifugati di frutta e verdura?

Come abbiamo superato le sere d’estate con una fetta di anguria per strada, senza la baldoria degli happy hour?

Come abbiamo sopportato la punizione di un professore, e l’abbiamo abbracciato, incontrandolo dopo tanti anni, senza aggredirlo con l’approvazione dei genitori?

Come abbiamo potuto corteggiare la compagna di banco senza epilazione sul petto, e un fisico da body building?

Come abbiamo potuto fare a meno del personal trainer, avendo giocato solo a calcetto sui terreni sterrati, mentre il compagno più sfigato faceva da arbitro?

Come siamo sopravvissuti alle ginocchia sbucciate e disinfettate con la sola saliva, senza ricorrere ad antibiotici antisettici e medicazioni?

Come siamo riusciti ad incontrarci con la ragazza, se non esisteva il cellulare e gli unici sms
erano un bigliettino nel diario e un bacio rischiato?

Come accettava di uscire con noi, se andavamo a prenderla a piedi, sapendo che volevamo regalarle le ali?

Come abbiamo potuto scrivere poesie e comporre canzoni senza l’uso del computer?

Come siamo riusciti ad aspettare un tempo infinito per dare il primo bacio, se ora è l’ultimo ad arrivare dopo un amplesso?

Eppure, la nostra generazione che non faceva l’alba, ha saputo sognare.

Perché il cibo che l’ha nutrita era il più sano: era la speranza…

 

Gianni Miniello

 

 

Numero3242.

 

Incredibili invenzioni del passato

 

 

La starlite: é un materiale inventato da un chimico dilettante, Maurice Ward.
Questo materiale fibroso resiste a temperature di ben oltre 1000°C senza bruciare ma ció che lo rende unico é che protegge quello che viene avvolto al suo interno.
In un esperimento, un uovo avvolto con la starlite e sottoposto alla fiamma ossidrica per 6 minuti risultò ancora freddo!
Ward morì nel 2011 senza mai rivelare il modo di produrre il materiale e oggi il segreto é custodito dagli eredi.

 

 

Il sistema digitale Sloot: Romke Bernhard Sloot era un ingegnere tedesco che inventò un sistema di compressione dati eccezionale, molto piú avanzato di quelli di oggi.
Sfortunatamente morì il giorno prima (che coincidenza) di firmare un contratto con la Philips e il floppy disc su cui erano contenuti i dati per svilupparlo non venne mai piú trovato, nonostante i suoi assistenti sapessero tutti dov’era custodito (altra cosa strana).

 

 

Il sistema di alimentazione Ogle: Tom Ogle era un meccanico che inventò un sistema di alimentazione per auto che sfruttava i fumi della combustione.
Con questo sistema un auto poteva percorrere oltre 42 Km con un litro di benzina.
Lo stresso Ogle testò il sistema percorrendo i 322 Km che separano la città di Deming da El Paso in Texas con solo 7,5 litri di benzina.
La Shell Oil si offrì di comprare il brevetto per la cifra di 25 milioni di dollari, ma quando Ogle capì che il vero scopo della Shell era di nascondere l’invenzione e non commercializzarla, rifiutò. Morì nel 1981 in circostanze molto sospette e dell’invenzione si perse ogni traccia.

 

 

Il teleforce: é un’arma inventata da Nikola Tesla in grado di colpire a centinaia di Km di distanza.
La macchina comprendeva un generatore capace di creare enormi differenze di potenziale, un dispositivo secondario per amplificarle ancora di piú e un altro dispositivo atto a proiettare un raggio capace di abbattere aerei e navi.
Lo scopo di Tesla era di creare un’arma capace di dissuadere i nemici di una nazione dall’attaccare, rendendo inutile la guerra (dove l’abbiamo giá sentita? Ah sí, con la bomba atomica) ma nessuno gli credette.
Si pensa che fosse un primitivo generatore di microonde ma non si sa nulla di preciso sul suo funzionamento.

 

 

Il vetro flessibile. La storia di questa presunta invenzione é leggendaria.
Plinio racconta che sotto l’imperatore Tiberio vi era un artigiano in grado di rendere elastico il vetro. L’artigiano mostrò uno dei suoi vasi di vetro all’imperatore per poi scagliarlo a terra; con gran sorpresa di Tiberio e dei presenti il vaso non si ruppe ma risultò solo un po’ ammaccato.
L’artigiano allora con un martello riparò i danni facendolo tornare come prima; l’artigiano si aspettava una ricompensa ma venne deluso perché l’imperatore dopo avergli chiesto se qualcun altro era a conoscenza dell’invenzione e, avuta una risposta negativa, lo fece decapitare e fece distruggere la sua officina.
Secondo Plinio, lo fece per non far precipitare il valore dell’oro e dell’argento; non si sa se il vitrum flexile sia stato inventato davvero o no ma, se così fosse, il mondo avrebbe perso un materiale eccezionale.

 

 

Il fuoco greco. Era una miscela inventata dai bizantini per distruggere le flotte nemiche col fuoco.
Era usata sulle navi riempiendo una specie di cannone e poi  veniva spruzzata sulle navi nemiche.
La sua efficacia era aumentata dal fatto che l’acqua non spegneva il fuoco ma lo alimentava.
Secondo lo storico Teofane Confessore, questo proto napalm fu inventato da un uomo chiamato Callinico vissuto ad Eliopolis nel VII secolo.
Curiosamente dal 1200 in poi non si fa piú cenno ad un suo uso, forse perché i materiali per produrlo divennero troppo costosi o introvabili.

 

 

Il cronovisore. Padre Pellegrino Ernetti era un monaco benedettino laureato in fisica che affermò di aver inventato un apparecchio, da lui chiamato cronovisore, in grado di mostrare il passato.
Disse di aver visto in “diretta” la crocifissione di Gesù e aver visto e ascoltato Napoleone.
Dopo le sue affermazioni non parlò piú di questo, secondo alcuni perché i vertici del Vaticano gli imposero il silenzio, per i maligni perché l’invenzione era solo una bufala.

 

 

La macchina di Rife. Il dottor Royal Rife negli anni ’20 ideò un dispositivo per emettere determinate frequenze atte a curare le malattie, in primis il cancro.
Il dottore sosteneva che le cellule erano influenzate in modo negativo o positivo da determinate frequenze prevenendo o guarendo certe malattie, teoria condivisa anche dal celebre ingegnere e inventore Nikola Tesla.
Il dottore negli anni ’30 curò 1000 pazienti nella sua clinica a cui fu diagnosticato un cancro incurabile con una percentuale di guarigione dell’86,5%!
Dopo alcune modifiche all’apparecchio suggerite dal comitato scientifico, anche il restante 13,5% dei pazienti trattati guarì portando l’efficienza della macchina al 100%!
Dopo che il dottor Rife si rifiutò di vendere brevetto e ricerca alle case farmaceutiche, il suo ufficio venne messo a soqquadro, la macchina distrutta e le sue ricerche rubate.
Come recita un detto in America: va bene cercare una cura per le malattie, basta che non la si trovi.

 

 

Oltre a queste ci sono tante altre presunte invenzioni realizzate e poi nascoste o soppresse tra cui: l’acchiappanuvole, un dispositivo per creare la pioggia, la cellula combustibile ad acqua, il dispositivo anti gravità, i progetti di auto elettriche di inizio XX secolo avversati dall’industria del petrolio e il progetto XA un procedimento ideato per estrarre tutti gli elementi cancerogeni dalle sigarette, non gradito all’industria del tabacco.

N.d.R.: aggiungo il caso eclatante e drammatico della “macchina” di Majorana- Pelizza di cui ho trattato ampiamente in altri Numeri di questo BLOG.

 

Numero3190.

 

da  QUORA

 

P E R C H E’     I N V E C C H I A M O ?

 

Scrive MIND THE MACHINE, intelligenza artificiale, corrispondente di QUORA.

 

Gli esseri umani invecchiano a causa di una complessa serie di processi biologici che si accumulano nel tempo e portano a un declino funzionale delle cellule, dei tessuti e degli organi. Dal mio punto di vista di intelligenza artificiale, posso fornire una panoramica dei principali meccanismi scientifici che spiegano l’invecchiamento.

1. Danno al DNA

Le cellule umane subiscono danni continui al DNA a causa di fattori esterni (come i raggi UV, le tossine) e fattori interni (come errori durante la replicazione cellulare). Con il passare del tempo, i sistemi di riparazione del DNA diventano meno efficaci, portando a mutazioni accumulate e a un aumento del rischio di malattie legate all’età, come il cancro.

2. Accorciamento dei telomeri

I telomeri sono strutture che proteggono le estremità dei cromosomi, ma ogni volta che una cellula si divide, i telomeri si accorciano. Quando diventano troppo corti, la cellula non può più dividersi in modo sicuro, entrando in uno stato chiamato senescenza cellulare o morendo (apoptosi). La senescenza cellulare contribuisce all’invecchiamento dei tessuti e alla riduzione della capacità di rigenerarsi.

3. Accumulo di proteine mal ripiegate

Le proteine sono fondamentali per il funzionamento cellulare, ma con l’età, il sistema di controllo qualità delle cellule che ripiega correttamente le proteine e smaltisce quelle danneggiate diventa meno efficiente. Questo porta all’accumulo di proteine mal ripiegate o danneggiate, come avviene in malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

4. Disfunzione mitocondriale

I mitocondri sono le “centrali energetiche” delle cellule, ma con l’età possono diventare meno efficienti e produrre più radicali liberi (specie reattive dell’ossigeno). Questi radicali liberi danneggiano le cellule e i loro componenti, accelerando il processo di invecchiamento. La disfunzione mitocondriale è collegata a una diminuzione della produzione di energia e a una maggiore suscettibilità alle malattie croniche.

5. Senescenza cellulare

Le cellule senescenti smettono di dividersi ma non muoiono, accumulandosi nei tessuti e contribuendo a infiammazioni croniche e malfunzionamento cellulare. Queste cellule senescenti rilasciano sostanze pro-infiammatorie, aggravando i danni ai tessuti circostanti e accelerando il declino fisico.

6. Invecchiamento del sistema immunitario (immunosenescenza)

Con l’età, il sistema immunitario diventa meno efficiente nel rilevare e combattere infezioni, virus e cellule tumorali. Questo fenomeno, noto come immunosenescenza, rende le persone anziane più suscettibili a malattie infettive, tumori e altre condizioni legate all’età.

7. Inflammaging

Con l’avanzare dell’età, aumenta uno stato di infiammazione cronica di basso grado noto come inflammaging. Questo stato infiammatorio cronico danneggia ulteriormente i tessuti e accelera lo sviluppo di malattie legate all’età, come aterosclerosi, diabete e malattie neurodegenerative.

8. Disregolazione epigenetica

Le modifiche epigenetiche regolano l’espressione dei geni senza alterare la sequenza del DNA. Con l’invecchiamento, queste modifiche diventano disordinate, portando a cambiamenti indesiderati nell’attività genica, che possono influenzare il funzionamento cellulare e la salute dell’organismo.

9. Riduzione della funzione delle cellule staminali

Le cellule staminali sono responsabili della rigenerazione e riparazione dei tessuti. Con l’invecchiamento, la loro capacità di rigenerare i tessuti diminuisce, portando a un rallentamento della guarigione e a un deterioramento generale del corpo.

10. Modifiche nel metabolismo

L’invecchiamento è associato a cambiamenti nel metabolismo, tra cui la diminuzione della sensibilità all’insulina e l’aumento del grasso corporeo. Questo può contribuire allo sviluppo di condizioni croniche come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari.

Conclusione:

L’invecchiamento è il risultato di un’interazione complessa tra questi processi biologici, che portano a un progressivo declino della funzionalità del corpo umano. Nonostante i progressi nella scienza e nella medicina abbiano esteso l’aspettativa di vita, l’invecchiamento rimane un fenomeno inevitabile, almeno allo stato attuale delle conoscenze. Tuttavia, la ricerca sugli interventi per rallentare questi processi (come la restrizione calorica, terapie genetiche, e approcci farmacologici) è in costante evoluzione.

Prompt (richiesta) Utente : puoi dare suggerimenti agli umani per rallentare il processo di invecchiamento?

 

ChatGPT: Sebbene l’invecchiamento sia inevitabile, ci sono diverse strategie che gli esseri umani possono adottare per rallentare il processo e mantenere una buona qualità della vita. Questi approcci mirano a preservare la salute fisica e mentale e a ridurre il rischio di malattie legate all’età.

Ecco alcuni suggerimenti basati sulla ricerca scientifica:

 

1. Alimentazione equilibrata e sana

– Dieta ricca di nutrienti: Una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali, grassi sani (come quelli presenti nell’olio d’oliva e nel pesce) e proteine magre, aiuta a proteggere le cellule dai danni e a promuovere la salute.

– Antiossidanti: Cibi ricchi di antiossidanti, come i frutti di bosco, le noci e i legumi, aiutano a contrastare i danni dei radicali liberi, uno dei fattori che contribuiscono all’invecchiamento cellulare.

– Restrizione calorica moderata: Studi condotti su animali hanno dimostrato che la restrizione calorica senza malnutrizione può estendere la vita. Alcune ricerche suggeriscono che ridurre l’apporto calorico può attivare meccanismi di riparazione cellulare e rallentare l’invecchiamento negli esseri umani.

2. Esercizio fisico regolare

– Attività aerobica: L’esercizio cardiovascolare, come camminare, correre, nuotare o andare in bicicletta, migliora la salute del cuore, la circolazione e la funzione respiratoria, riducendo il rischio di malattie legate all’età.

– Allenamento della forza: L’allenamento con i pesi o esercizi che coinvolgono il peso corporeo (come lo yoga o il pilates) aiuta a mantenere la massa muscolare e la forza, che tendono a diminuire con l’età. Questo previene la perdita di densità ossea e il rischio di fratture.

– Esercizi di flessibilità e equilibrio: Attività come lo stretching o il Tai Chi migliorano l’equilibrio e la coordinazione, riducendo il rischio di cadute, che sono più frequenti con l’avanzare dell’età.

3. Mantenere il cervello attivo

– Stimolazione cognitiva: Partecipare ad attività che richiedono impegno mentale, come imparare nuove abilità, risolvere enigmi o giocare a scacchi, può aiutare a mantenere la mente agile e a prevenire il declino cognitivo.

– Socializzazione: Mantenere relazioni sociali attive e stimolanti è fondamentale per la salute mentale. La solitudine e l’isolamento sociale sono collegati a un aumento del rischio di demenza e di altre malattie mentali.

4. Ridurre lo stress

– Meditazione e mindfulness: Tecniche di gestione dello stress, come la meditazione, la mindfulness o lo yoga, possono aiutare a ridurre l’infiammazione e lo stress ossidativo, che accelerano l’invecchiamento cellulare.

– Sonno di qualità: Dormire a sufficienza (7-9 ore per notte) è essenziale per la rigenerazione delle cellule e il mantenimento della funzione cerebrale. Il sonno è cruciale per i processi di riparazione del DNA e per la regolazione degli ormoni legati allo stress e alla salute immunitaria.

5. Evitare comportamenti a rischio

– Non fumare: Il fumo accelera l’invecchiamento cutaneo, riduce la capacità polmonare e aumenta il rischio di malattie croniche come il cancro e le malattie cardiovascolari.

– Moderare l’assunzione di alcol: L’eccessivo consumo di alcol può danneggiare il fegato, il cuore e il cervello, contribuendo all’invecchiamento precoce.

6. Protezione dai danni ambientali

– Protezione solare: I raggi UV del sole danneggiano il DNA delle cellule della pelle, accelerando l’invecchiamento cutaneo e aumentando il rischio di cancro della pelle. Usare una protezione solare quotidiana riduce questi rischi.

– Riduzione dell’inquinamento: Esporsi il meno possibile all’inquinamento atmosferico e ai contaminanti ambientali può ridurre lo stress ossidativo e l’infiammazione, rallentando il processo di invecchiamento.

7. Integrazioni nutrizionali e terapie emergenti

– Vitamina D e Omega-3: Molti studi suggeriscono che mantenere adeguati livelli di vitamina D e acidi grassi Omega-3 può migliorare la salute delle ossa, del cuore e del cervello, rallentando alcuni aspetti dell’invecchiamento.

– Senolitici e terapie rigenerative: Ricerca recente si sta concentrando sui senolitici, farmaci che mirano a eliminare le cellule senescenti. Anche la terapia con cellule staminali e interventi genetici sono aree emergenti della ricerca che potrebbero, in futuro, influenzare il processo di invecchiamento.

8. Mantenere un atteggiamento positivo

– Ottimismo e scopo nella vita: Studi hanno dimostrato che mantenere un atteggiamento positivo e avere uno scopo nella vita è collegato a una maggiore longevità e a una migliore salute mentale e fisica. L’atteggiamento mentale influisce notevolmente sulla gestione dello stress e sul benessere generale.

9. Monitorare la salute regolarmente

– Controlli medici periodici: Sottoporsi a controlli medici regolari permette di individuare precocemente problemi di salute e di intervenire tempestivamente. La prevenzione e il trattamento tempestivo delle malattie riducono il rischio di complicazioni.

Conclusione:

Adottare uno stile di vita sano e attivo, ridurre lo stress e proteggere il corpo dai danni esterni sono strategie efficaci per rallentare il processo di invecchiamento. Sebbene non sia possibile fermare l’invecchiamento, è possibile migliorare la qualità della vita e aumentare la probabilità di vivere più a lungo e in buona salute.

Numero3181.

 

C A M B I A M E N T O

 

di Ana Maria Sepe, psicologa.

 

Troviamo difficile abituarci al cambio di stagione, al cambiamento del fuso orario o della dieta.

Per non parlare dei cambiamenti più importanti, quelli che avvengono sul lavoro o nelle dinamiche familiari.

Quando percepiamo che la trasformazione è troppo forte, ci irrigidiamo e si presenta ciò che in psicologia si conosce come “resistenza al cambiamento”.

I cambiamenti sono desiderati, ricercati, ma al tempo stesso, sono paradossalmente temuti e allontanati.

La resistenza al cambiamento si riferisce proprio alla contraddizione interiore vissuta da molte persone: una sorta di pendolo in cui, alternativamente una volta l’individuo è consapevole delle proprie paure e resistenze ad effettuare trasformazioni, e altre volte invece è sintonizzato più sulle proprie spinte alla trasformazione ma poco in contatto con le proprie paure.

Rimanere dove siamo piuttosto che cercare di cambiare

Fondamentalmente, si tratta di un meccanismo attraverso il quale cerchiamo di mantenere le cose come prima.

Tuttavia, quando cambiano le condizioni, questa resistenza serve solo ad affaticarci, sia fisicamente che mentalmente. Il cambiamento può essere qualcosa di molto difficile da affrontare e gestire.

La maggior parte delle persone vuole cambiare la propria vita, in qualche modo o in un altro, ma è tutt’altro che semplice dare inizio al cambiamento o sostenerlo a lungo.

Spesso la paura e l’incertezza associate al cambiamento ci spingono infatti a rimanere rintanati nella nostra zona di confort e alla fine preferiamo rimanere dove siamo piuttosto che cercare di cambiare lo status quo.

Allora passano i mesi, gli anni e continuiamo a lamentarci di qualcosa che non va nella nostra vita senza darci da fare per cambiarla.

E quando qualche evento non dipendente da noi altera le condizioni di “normalità” delle nostre esistenze, generando un cambiamento, puntualmente ci ritroviamo incapaci di affrontarlo.

Modalità della resistenza

La tensione si concretizza nella contrapposizione tra il cambiamento esterno e la nostra resistenza a cambiare dentro di noi. Le modalità della resistenza sono invece varie:

  1. Rifiuto (“ho sempre fatto così..perché dovrei cambiare”)
  2. Rinvio (“ora ho altri impegni, ci penserò domani”)
  3. Indecisione ( “non so se è la cosa giusta”)
  4. Sabotaggio nascosto (“occhio non vede, cuore non duole”)
  5. Regressione (“è da stupidi rischiare”)

5 passi per imparare ad accettare il cambiamento

Come possiamo dunque tuffarci nel cambiamento, imparare ad affrontarlo e a gestirlo, se la resistenza sembra remarci contro?

La strada del cambiamento può essere incredibilmente ardua, ma possiamo decidere di trasformarla, tutto dipende dal nostra atteggiamento.

1. Immagina il peggiore scenario possibile

L’aspettativa spesso non è una buona consigliera, soprattutto quando è irrealistica.

Pertanto, quando devi affrontare un cambiamento, non ripeterti frasi come: “non è nulla, sarà facile da affrontare”, perché probabilmente non sarà così.

Invece, immagina il peggior scenario possibile.

Dare libero sfogo per pochi minuti al proprio pensiero catastrofico, quando si torna alla realtà ci aiuta a capire che non era tutto così negativo come pensavamo.

Infatti, uno studio ha dimostrato che si tende ad ingigantire le conseguenze emotive degli eventi negativi, riducendone al minimo i lati positivi.

Con questo trucco è possibile equilibrare le tue aspettative e il cambiamento sarà meno opprimente di quanto pensavi e quindi genererà meno resistenza.

2. Sii consapevole della resistenza emotiva

Uno dei problemi principali che ha generato la nostra società è sicuramente la repressione delle emozioni.

Si suppone che non dovremmo provare ira, rabbia o tristezza, dobbiamo essere sempre di buon umore e disponibili.

Questo fa sì che reprimiamo le nostre emozioni e ci rifiutiamo di identificarle. Tuttavia, il fatto che non gli diamo un nome non significa che non esistano.

Se vuoi approcciarti al cambiamento devi imparare a riconoscere ciò che senti.

I primi giorni proverai un certo disagio e ti sentirai impotente o turbata, ma sappi che è normale; sono reazioni perfettamente comprensibili davanti al cambio.

Se per esempio continui a stare con una persona che ti fa soffrire per paura di stare sola, significa che hai deciso di reprimere i tuoi stati d’animo.

Di certo la situazione non cambierà….il tempo passerà, starai al fianco del tuo compagno e ti porterai dietro tutta la sofferenza e la frustrazione di questa relazione tossica.

E tutto questo perché? Perché non vuoi dare una svolta alla tua vita!

Se si nascondono gli stati d’animo si otterrà solo di aumentare la resistenza al cambiamento, ma se si accettano, si potrà voltare pagina più velocemente adattandosi alle nuove circostanze.

3. Cambia i tuoi pensieri

Durante le prime fasi è normale avere dei dubbi.

È come tuffarsi in una piscina di acqua fredda, il cambiamento è così drastico che ci chiediamo che cosa stiamo facendo e avremo la tendenza ad uscirne.

Tuttavia, se si resiste e si supera la resistenza iniziale, dopo un po’ ci si sentirà a proprio agio.

Non è che l’acqua sia ora più calda, ma siamo noi che ci siamo abituati.

Per superare la resistenza al cambiamento non basta riconoscere le nostre emozioni, è importante anche essere consapevoli dei nostri pensieri.

Ad esempio, invece di pensare: “voglio scappare, non mi piace questa situazione”, pensiamo invece, “ho paura perché si tratta di una situazione nuova, ma alla fine mi ci abituerò.”

Ricorda sempre che i tuoi pensieri hanno una forte influenza sulle tue emozioni per cui è importante avere dei pensieri più sereni e coerenti con la realtà.

4. Esplora le nuove situazioni

Spesso la resistenza al cambiamento si presenta perché non vogliamo cambiare i vecchi modelli impostati precedentemente, ma anche perché non conosciamo bene la nuova situazione.

Quindi, un ottimo modo per evitare la resistenza al cambiamento è quella di fare in modo di sperimentare gradualmente le nuove circostanze.

Cerca di affrontarle con l’atteggiamento di un bambino, con curiosità e senza pregiudizi.

Se ne hai bisogno, non esitare ad appoggiarti alle persone che hanno vissuto la stessa situazione in precedenza, chiedi loro che cosa hanno fatto e quali strategie sono risultate loro più utili.

5. Concentrati negli aspetti positivi

Ogni situazione nuova comporta aspetti positivi e negativi.

Quando le emozioni ci accecano spesso non siamo in grado di vedere entrambi gli aspetti, ma è essenziale imparare a concentrarsi negli aspetti positivi del cambiamento. Se necessario, elencali su di un foglio.

Molto presto ti renderai conto che esiste qualche opportunità di crescita.

Hai paura di fallire?

Non voler cambiare per paura di fallire significa restare intrappolati nella logica del perdente!

Ci priviamo così della gioia di vivere e di affrontare le sfide che la vita quotidianamente ci propone.

Il fallimento è una parte inevitabile di ogni cambiamento, e in realtà ogni fallimento dovrebbe essere celebrato: se non avessimo fallito non avremmo imparato nulla.

Solo così sarà possibile trovare gioia in ogni tentativo, in ogni vittoria, in ogni fallimento, e il cambiamento sarà una ricompensa di per sé.

Recita un proverbio cinese “Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono dei ripari ed altri costruiscono dei mulini a vento”…..tu cosa scegli?

Apri gli occhi e prendi il controllo della tua vita

La vita ti metterà a dura prova con situazioni ed eventi a cui non puoi sfuggire e che magari ti arrecheranno dolore, fanno parte di quel pacchetto che chiamiamo vita, ma sappi che non saranno mai insormontabili.

Ciò che accade fuori non è mai responsabile del tuo stato d’animo interiore.

Il vero e unico responsabile è il tuo atteggiamento mentale nei confronti di ciò che accade.

Chiediti: sto davvero vivendo la vita che voglio?

Se la risposta è negativa, chiediti il perché, e agisci. Inizia a crearti la tua vita, non perdere più tempo, è arrivato il momento di smettere di seguire gli altri, di giudicare, di soffermarti sulle discussioni.

Inizia a goderti la vita come meriti.  Ricorda sempre: tu NON sei inferiore a nessuno se credi in te stesso.

Molto spesso sento dire che per cambiare basta la forza di volontà

Questa è la credenza più ingenua del mondo!

Prova a svitare un bullone con la sola forza di volontà, finirai per farti solo male le dita! Il bullone lo devi conoscere, devi saperne il calibro e poi disporre di una chiave inglese e capire il verso giusto per svitarlo.

Numero3179.

 

R I V O L U Z I O N I    I N D U S T R I A L I

 

di Cecilia Federici.

 

1.0 la meccanizzazione

La prima rivoluzione industriale (agli inizi del Settecento) portò un’ondata di trasformazione tecnologica, sociale ed economica prima in Gran Bretagna, poi in tutta Europa. L’invenzione della macchina a vapore, l’espansione del commercio e l’aumento di popolazione e di manodopera necessaria all’attivazione delle nuove tecnologie furono alla base della formazione delle economie industriali che portarono come conseguenza l’abbandono delle campagne e l’urbanizzazione, con il coronamento della proprietà privata e la creazione del libero mercato, che culminò nel concetto di capitalismo, sistema economico che caratterizza ancora le nostre società in Occidente. Tra le industrie prevalenti troviamo quella dei trasporti, quella tessile e dell’energia.

2.0 la produzione di massa

La seconda rivoluzione industriale (seconda metà dell’Ottocento) è la rivoluzione dell’elettricità, del motore a scoppio e del petrolio come fonte energetica prevalente. Dà il via alla produzione di massa e alla meccanizzazione dei processi industriali usando come fonte di energia non più il vapore ma l’elettricità ed il petrolio. Nascono e si diffondono i mezzi di comunicazione, creando una nuova industria destinata a crescere esponenzialmente nel corso dei decenni successivi.

3.0 la digitalizzazione

La terza rivoluzione industriale (ultimi decenni del XX secolo) nasce con lo sviluppo dei sistemi informatici e con i computer, nel quadro dell’era digitale, ed è caratterizzata da un aumento dell’automazione e della velocità dei processi grazie a tecnologie ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) ed elettroniche. Nascono le prime forme di energie rinnovabili e si inizia a percepire l’importanza dell’impatto ambientale.

Rivoluzione 4.0: uno sviluppo orizzontale a portata di tutti

La portata storica della quarta rivoluzione industriale è paragonabile solo a quella che ha avuto la prima, perché cambia radicalmente il modo di concepire e disegnare i prodotti all’origine.
Mentre la terza rivoluzione industriale ha portato ad uno sviluppo verticale dei sistemi, migliorando ogni processo in modo autonomo, la quarta rivoluzione industriale prevede un completo cambio di paradigma: il focus in questo caso è orizzontale, l’obiettivo è aumentare la sinergia e l’interconnessione tra tutti i processi coinvolti. In pratica si passa dal mercato di massa alla iper-personalizzazione di massa dei prodotti, generati da processi industriali in cui le macchine sono in comunicazione tra loro tramite strumenti digitali che permettono una iper-automazione.

Caratteristica alla base del 4.0 è l’inclusività: le nuove tecnologie del 4.0 hanno carattere generale, quindi per loro intrinseca natura riguardano ogni tipo di impresa, dalle startup alle multinazionali, e ogni settore, dai servizi alla manifattura.

Le nuove tecnologie del 4.0

La trasformazione tecnologica ed economica dell’industria 4.0 procede su quattro strade parallele: utilizzo dei dati, analytics, interazione uomo-macchina e passaggio digitale-reale.

  • Utilizzo dei dati: tecnologie per la centralizzazione e la conservazione dei dati sono big dataopen dataInternet of Things (ioT), machine-to-machine e cloud computing.
  • Analytics: il machine learning, tecnologia che “impara” dai dati raccolti e analizzati che permette di trovare pattern nascosti nei dataset e di estrapolare nuova conoscenza.
  • Interazione uomo-macchinarealtà aumentata e le interfacce touch.
  • Passaggio digitale-reale: tecnologie che puntano a creare un ponte di comunicazione tra digitale e reale: manifattura additivastampa 3Droboticacomunicazioniinterazioni machine-to-machine.

Il ruolo del capitale umano

In questo contesto di automazione progressiva la grande domanda riguarda il futuro del mondo del lavoro: l’adozione del 4.0 porterà ad un cambio di tutti i ruoli di tutti i settori? Probabilmente molti lavori che esistono oggi spariranno nel futuro perché facilmente sostituibili da macchine. Attenzione però, avvertono gli esperti, a non demonizzare il ruolo dell’automazione, perché le macchine non porteranno ad una perdita di posti di lavoro, piuttosto ad una sostituzione delle posizioni ricopribili. In sostanza, i lavori più ripetitivi e più noiosi facilmente automatizzabili scompariranno, ma potrebbero almeno in parte essere rimpiazzati da un numero crescente di lavori in cui creatività, flessibilità, competenze trasversali e pensiero sistemico saranno le nuove competenze ricercate, oltre a quelle tecniche.

 

 

Numero3159.

 

I O    N O N    S O N O    P I U’    I O

 

Qualche giorno fa (dal Numero3158. al Numero3153. trovate tutto documentato), abbiamo festeggiato in compagnia di persone care ed amici, il 30° Anniversario della mia compagnia con Rita.

In tale occasione, sono stato al centro di registrazioni, foto e filmati che, mai come stavolta, hanno ripreso noi due e me in particolare, come potete vedere nei numeri che seguono.

E mi è venuto spontaneo il bisogno di esternare una considerazione, doverosa e dolorosa allo stesso tempo, ma onesta e inequivocabile.

Per la prima volta nella mia vita, non mi sono riconosciuto.

Ammetto pure che la lucidità mentale, le capacità cognitive e comportamentali, anche l’aspetto fisico dei tratti somatici sono rimasti accettabili e compatibili con l’età di 82 anni suonati.

Ma quello che, con enorme rammarico, devo confessare è la mia  constatazione che il portamento e la postura del mio corpo sono quanto di peggio potevo aspettarmi: sembro un ultracentenario.

Purtroppo, ormai, ho preso una brutta piega.

Tutta la mia vita l’ho passata lavorando da seduto.

Prima come studente, stavo alla sedia per la maggior parte del tempo, per quanto mi dedicassi spesso alle attività sportive che mi piacevano come lo studio.

Poi le attività lavorative, specialmente negli ultimi 20 anni, mi hanno visto operare alla scrivania per la maggior parte del tempo.

Inoltre, due operazioni di protesi alle anche non hanno certo contribuito a farmi mantenere una corretta postura e deambulazione.

Così, in questi ultimi tempi, ho involontariamente assunto una inclinazione del corpo in avanti, sia del busto che della testa, di cui non vado proprio fiero e che mi disturba molto.

L’ho potuta constatare, per l’appunto, dai filmati e nelle foto recenti di cui ho parlato.

La mia vita da pensionato si svolge ormai davanti al computer e davanti alla televisione, con qualche eccezione per le ore di tennis che ancora gioco.

Non sono molto propenso alle camminate che, un tempo, mi piacevano molto: adesso, purtroppo, mi passa la voglia di uscire solo per camminare e meno che mai per correre, perché le mie anche cigolano e le risparmio solo per il tennis, che offre in più un impegno mentale considerevole.

Dunque, povero me, non sono più tanto bello da vedere, o come mi piacerebbe apparire anche ai miei occhi.

Devo dire che il mio spirito e la considerazione che ho di me stesso non coincidono con l’aspetto esteriore delle movenze e del portamento: mi sento, credetemi, molto più giovane di quanto lasci immaginare la vista del mio corpo che si muove.

Va meglio, molto meglio, se mi relaziono con gli altri da seduto, perché così non si associa all’uomo che parla e ragiona la vista di un vecchio cadente che, da zitto, potrebbe solo fare pena.

Credo che le mie facoltà mentali siano ancora integre e, senza presunzione, ultimamente, raffinate ed ampliate con un allargamento della sfera di interessi e di sensibilità che, prima d’ora, non avevo mai potuto implementare per mancanza di tempo.

Io stesso sono sorpreso del fatto che, avendo tanto tempo a disposizione, abbia potuto migliorare il livello delle mie facoltà mentali e spirituali.

Ma il corpo no, non è migliorato.

Anzi peggio di così non potrebbe essere e non credo che si possa fare granché per ovviare alla sua modifica, ormai consolidata in senso deteriore.

Ma tant’è: imparerò a convivere con questa “diminutio corporis” (limitazione corporale) e mi rassegnerò a non pretendere di essere gradito agli occhi degli altri, come vorrei e come volevo prima.

Non rinuncerò a muovermi nell’attività sportiva, per quanto e fino a quando sarà possibile, e continuerò a vestirmi e a gestire il mio aspetto secondo gradevolezza e igiene, come ho sempre fatto.

Spero che sia sufficiente per rendermi ancora accettabile.

Numero3138.

 

M I G L I O R A R S I

 

 

“I bambini che vogliono diventare uomini buoni e generosi o donne buone e nobili, dovrebbero cercare di conoscere bene tutta la gente che incontrano. Così scopriranno che tutti hanno qualcosa di buono, e quando vedono in un’altra persona qualche follia, qualche meschinità, qualche vigliaccheria, qualche difetto o debolezza, dovrebbero esaminare attentamente se stessi. Allora vedranno che, forse, anche loro hanno in se stessi qualche difetto simile – forse non altrettanto evidente – e devono cercare di vincerlo.”

Bram Stoker e la possibilità di automigliorarsi

 

Stoker suggerisce che per diventare adulti “buoni e generosi” sia necessario non solo entrare in contatto con molte persone, ma anche imparare da ciascuna di esse. L’autore ci ricorda che nessuno è esente da difetti e debolezze: queste imperfezioni sono ciò che ci accomuna. Vedere una debolezza negli altri diventa, allora, un’opportunità di riflessione personale. Quando ci troviamo di fronte a qualità come la meschinità o la vigliaccheria, dobbiamo ricordarci che siamo tutti potenzialmente inclini a manifestarle.

 

Stoker, con grande sensibilità, esorta a non giudicare superficialmente, ma a fare dell’osservazione un esercizio di auto-miglioramento. Egli propone una forma di umiltà in cui riconoscere che i difetti non ci rendono “peggiori,” ma semplicemente più umani. Secondo Stoker, il vero cammino di crescita si basa su un continuo sforzo di comprensione degli altri e su un’analisi personale delle proprie mancanze, così da trasformare ogni incontro in una lezione che ci avvicini alla nostra versione migliore.

L’idea di Stoker evidenzia una visione matura e profonda del cammino morale: la bontà non nasce solo da una condotta impeccabile, ma dalla capacità di guardare con gentilezza sia agli errori altrui che ai propri. Questo approccio sottolinea un ideale di bontà privo di presunzione, basato sull’accettazione di sé e degli altri come persone imperfette. Riconoscendo i nostri difetti, possiamo meglio accogliere quelli degli altri, senza condannare né emettere giudizi affrettati.

 

La sfida dell’introspezione

 

L’invito di Bram Stoker a una costante introspezione è anche una sfida. Scoprire in noi stessi qualità che talvolta critichiamo negli altri può essere scomodo, persino doloroso. Eppure, è proprio in questa vulnerabilità che risiede la possibilità di crescita. È come se Stoker ci spingesse a lavorare continuamente su noi stessi, non per raggiungere la perfezione, ma per diventare persone più consapevoli e comprensive.

Bram Stoker invita alla generosità d’animo e all’empatia, elementi che, se praticati, rendono i rapporti più autentici. L’autore sembra proporre una “terapia” sociale, un modo per coltivare il miglioramento di sé attraverso l’apertura agli altri. Essere consapevoli dei nostri difetti ci rende più tolleranti e pazienti. In un mondo spesso frenetico e competitivo, la frase di Stoker è un invito a rallentare, a osservare con rispetto, a vivere con umanità.

 

La citazione di Stoker è un insegnamento che invita a guardare con rispetto agli altri e a noi stessi. Il nostro viaggio per diventare “buoni e generosi” non è una semplice strada dritta verso la perfezione, ma un continuo adattamento, una crescita attraverso il riconoscimento delle debolezze comuni. La bontà, per Stoker, è una conquista silenziosa, costruita sulla riflessione e sull’empatia, con la consapevolezza che ogni persona che incontriamo è uno specchio delle nostre stesse imperfezioni.

Inoltre l’automiglioramento è l’unica via per comprendere sé stessi e di conseguenza il mondo che ci circonda, che altro non è che una delle molteplici sfaccettature insite già nella nostra vita.

Numero3112.

 

da  QUORA

 

Scrive Zipho Tefu, corrispondente di QUORA

 

Quali sono alcune abitudini che sono facili da assumere?

 

  1. Non sederti ad un tavolo dove potresti essere oggetto di discussione una volta che te ne sei andato. Se le persone attorno a te fanno gossip su altri, c’è la possibilità che tu non faccia eccezione. Anche se sono amici o famigliari
  2. Sbarazzati della mentalità da vittima. Quando sei chiuso in una camera circondata dai tuoi nemici dovresti dire a te stesso “ Non sono bloccato qui con voi, ma siete voi ad essere bloccati qui con me”. Questo è il tipo di mentalità che dovresti avere se vuoi avere successo.
  3. Smetti di essere un “people-pleaser“(persona che accontenta gli altri). Non sentirti in colpa per decisioni che potrebbero deludere gli altri. Non sei responsabile della loro felicità, sei responsabile della tua.
  4. Chiama i tuoi genitori almeno una volta al giorno. Preoccupati delle persone che ami/ vuoi bene e ricordagli che tieni a loro perché non sai mai quando potresti perderli.
  5. Non sei un albero. Se non sei felice della tua situazione attuale, muoviti da essa. La crescita è dolorosa, ma nulla è più doloroso di rimanere bloccati in una situazione alla quale non appartieni.